Finalmente qualcosa si muove. Lo strappo dei Rossomori (provocato dalla scomposta reazione della vincitrice delle primarie Francesca Barracciu all’intervista all’Unione Sarda del presidente del partito, Gesuino Muledda) ha messo in moto una macchina che potrebbe portare in tempi rapidi alla nascita di un polo sovranista. Lo stesso Muledda annuncia su Facebook che entro l’8 dicembre questo progetto potrebbe diventare realtà. Di certo ad oggi c’è che, dopo mesi di schermaglie anche abbastanza pesanti, i Rossomori hanno ripreso a dialogare con il Partito dei Sardi di Paolo Maninchedda e di Franciscu Sedda, ma è chiaro che questo deve essere solamente l’inizio di un ragionamento più articolato.
La frammentazione è il male neanche tanto oscuro della politica sarda; dunque tutto ciò che unisce e non divide va nella direzione giusta. Quindi a questo punto l’obiettivo deve essere senza dubbio più ambizioso, deve andare oltre il risultato (interessante ma parziale) di un accordo programmatico tra due forze politiche.
Da mesi ci sono sigle e persone che stanno lavorando per unire e non per dividere il fronte sovranista e identitario. Una di queste è Casa Sardegna il cui leader Franco Branca giustamente scrive, nel suo recente post “Elezioni 2014, rien ne va plus”:
Se a guidare le scelte degli uomini fosse solo la ragione e se a guidare le scelte politiche dei partiti e gruppi (grandi e piccoli) indipendentisti, sovranisti, autonomisti, federalisti etc etc fosse solo l’interesse della Sardegna e dei Sardi, le condizioni per creare una grande coalizione identitaria ci sarebbero tutte.
Branca ha perfettamente ragione. Non si possono più costruire muri laddove basterebbero delle soglie a segnare le legittime differenze fra posizioni diverse ma comunque contigue. Non si possono lucrare micro rendite di posizione, non è più il momento per farlo: la crisi non lo permette, la legge elettorale non lo consente. Non è questo che chiedono i sardi.
C’è ancora il tempo sufficiente per cercare di mettere attorno ad un tavolo forze politiche di ispirazione indipendentista, sovranista, federalista e di sinistra che, come in Corsica, possono presentarsi alle elezioni con in unico cartello ma mantenendo ciascuna la propria soggettività.
Per farlo servono coraggio intelligenza e soprattutto generosità. Non si possono mettere veti, né pensare di approfittare della situazione a scapito del progetto. Bisogna rimettersi in gioco perché il tempo a disposizione non è molto. Si prenda atto della situazione e si costruisca qualcosa di efficace, perché (stando così le cose) sia i sovranisti che gli indipendentisti rischiano seriamente di stare fuori dal prossimo Consiglio regionale.
Serve un progetto condiviso da tutti, umilmente e generosamente; non servono annessioni di partiti piccoli da parte di partiti un poco meno piccoli; e soprattutto non serve non un leader. Perché altrimenti i sedicenti leader che sono già in campo avrebbero attratto e unito con il loro carisma tutte le forze sovraniste e indipendentiste, e così non è. Il leader qui non c’è ed è anche inutile cercarlo: quindi serve un progetto serio e realmente partecipato.
Insomma, per essere molto chiari: se Rossomori e Partito dei Sardi vogliono realmente creare un polo sovranista, chiamino al tavolo del confronto anche Progres e Michela Murgia, Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera, Irs di Gavino Sale, Sardigna Natzione di Bustianu Cumpostu, il neonato Fronte Indipendentista Unidu, Casa Sardegna e tante altre formazioni che, anche a sinistra, credono nell’autodeterminazione dei sardi. Lo facciano senza riserve mentali, senza voler approfittare di una situazione che li mette al momento in una situazione di forza, che però è solo apparente.
Diano inizio ad un progetto serio, senza veti personali (perché da noi i problemi politici spesso sono solo i problemi personali tra leader dei vari schieramenti), mettano in campo un discorso programmatico ed uno legato alla possibilità di allearsi poi ulteriormente (oppure no) con altre forze di altri schieramenti e puntare al governo della Regione e siano pronti a qualunque conclusione possibile di questo percorso. Con generosità vera, pronti a rimettere in discussione ogni verità finora acquisita. E, ovviamente, lo stesso si pretenda da tutti gli altri interlocutori.
Poi chi non accetterà né l’invito né il confronto né l’accordo si prenderà davanti agli elettori la responsabilità di questa decisione.
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Noi non siamo secondi a nessuno.Noi non siamo secondi a nessuno.Noi non siamo secondi a nessuno.Noi non siamo secondi a nessuno.Noi non siamo secondi a nessuno.
Ce ne dobbiamo convincere.
Oggi il Psd’Az critica la Murgia perché è andata a Ballarò e non ha gridato il suo indipendentismo. Il Psd’Az nel suo sito.
E’ roba da matti.
Il partito che consegnò la bandiera a Berlusconi.
Ahi.
Sono sempre più nemici fra di loro.
Alla Murgia non basta sostenere un autonomismo perfetto? No.
Si deve incasinare con questi che bisticciano sino a che non restano soli e malinconici?
Per non dimenticare !!!!!! Sentiamo parlare, ormai diffusamente e su più fronti, di autonomismo, di sovranismo, di indipendentismo, per segnare l’esigenza di una più o meno marcata presa di posizione nei confronti di uno Sato deficitario, iniquo e distante, poco attento alle istanze dei Sardi. Contemporaneamente, almeno personalmente, riscontro una diffusa e consapevole indifferenza, connotata dalla scarsa o dalla pressoché nulla propensione verso la diretta partecipazione alla lotta per il reale cambiamento. È certamente più comodo omologarsi e appiattirsi sulle solite ormai consolidate logiche che tanti disastri hanno prodotto nella nostra terra. In alternativa affidarsi a Grillo, a questo ci siamo ridotti. D’altronde il sentimento di ribellione non si è concretamente consolidato 100 anni fa, quando la Sardegna è stata depredata e ha pagato un prezzo altissimo, il più alto nella Nazione, quale contributo personale alla guerra, con tutte le conseguenze in termini di vite umane, di devastazione e di miseria a cui siamo stati ridotti, con promesse di rinascita e di sostegno mai mantenute dai governi centrali. Vorrei rievocare un avvenimento, da non dimenticare, e illustrato dallo storico Giuseppe Fiori, emblematico e indicativo della scarsa considerazione, da sempre ed ancora oggi, riservata alla Sardegna. Il 17 marzo del 1918, circa 470 Militari della Brigata Sassari, reduci dalla licenza e con orgoglio diretti al fronte al grido Forza Paris, erano in partenza da Golfo Aranci per Civitavecchia, certi di imbarcarsi su una tradotta militare dello Stato Italiano scortata. Il Tirreno era infatti battuto e percorso dai sottomarini tedeschi. I Sassarini sono stati invece imbarcati come animali su un postale di linea (capienza 370 posti, nome Tripoli). Dopo neanche due ore di navigazione, l’incrociatore che avrebbe dovuto scortarli sino allo sbarco di Civitavecchia, con al comando il tenente di vascello Galazzetti, abbandonava la Tripoli per tornare indietro, così lasciando da soli i militari senza alcuna protezione. Di lì a 20 minuti la Tripoli veniva colpita da un siluro e affondata. Il suo comandante, Giuseppe Baturzo, è stato il primo a fuggire e ad abbandonare la nave. Oltre 300 i soldati sardi rimasti uccisi. Il tutto è stato tenuto nel silenzio dalla stampa e la notizia è trapelata solo dopo oltre un mese. Il comandante dell’incrociatore Galazzetti è fuggito senza neanche prestare soccorso alla nave colpita. Egli è stato ritenuto responsabile e deferito al Tribunale Militare. Ogni commento è superfluo, solo sdegno! Se noi Sardi, allora, non siamo stati in grado di ribellarci e di costituire, in quel preciso momento storico, un fronte unico, penso che ancora meno ci riusciremo adesso. Troppa indifferenza, poca consapevolezza e molta rassegnazione.
Anche perchè dei Sardi antichi la stragrande maggioranza sa quello che ha studiato nei libri italiani.
Chi sa che i nuragici avevano una scrittura(e molto criptica ed evoluta)e conoscevano l’arte statuaria prima dei Greci?
Se non sai chi eri non sai chi sei.
Spero ti sbagli,spero,la tua analisi è spietata e veritiera,purtroppo.
Ciò non toglie che chi vuole combattere combatterà.
Ciao Vito, oggi sono andato a nurachi e vorrei utilizzare il tuo blog per fare i miei complimenti a michela murgia e ai ragazzi e le ragazze che hanno organizzato questa giornata. Bravi. Peccato però che a mio avviso tutto ciò non basterà a vincere. Manca qualcosa, su questo siamo d’accordo. Ma è sul cosa manca e sul come dovrebbe evolvere la situazione che la pensiamo diversamente. In ogni caso, è stata una bella giornata, per me molto istruttiva.
A si biri.
Caro presidenti, se Michela Murgia & co avessero la consapevolezza che tutto quello di buono che stanno facendo non servirà a vincere sarebbe già un bel passo in avanti. Perché la domanda è: a parte Cappellacci, c’è qualcuno che le elezioni le vuole veramente vincere?
Il problema è: perchè inficiare tutto quello che di buono si sta facendo alleandosi con chi le elezioni ha deciso di perderle o con chi ha collaborato sino a stamattina con Cappellacci? Perchè si chiede sempre a Michela Murgia, che di responsabilità nello sfacelo che stiamo vivendo non ne ha, di fare un passo indietro e non a chi ha già dato pessima dimostrazione di se sia al governo che all’opposizione? Credo che assisteremo a delle elezioni nelle quali molte delle antiche certezze saranno stravolte e non ci saranno più pacifici orticelli elettorali per nessuno.
Cari amici non indipendentisti,capisco che critichiate/rimproveriate/sbeffeggiate gli indipendentisti divisi/egotisti/ottusangoli e così via.
Ma la nave e il popolo che affonda ha il nome di Sardegna.
Possibile che i geni di importazione italica che hanno politicamente formato i geni di casa nostra abbiano fatto la rotta di Schettino?
Salite a bordo o vi affidate alle italiche scialuppe,lassande morrere frades e sorres?
Cari amici indipendentisti dispersi in un’incommensurabile galassia, perché cercate un presidente? Lo avete già. Si chiama Cappellacci. Non vi basta? Ha fatto anche un piano paesaggistico per i sardi. Vi darà tutto quello che chiedete. La lingua? Subito. E’ disposto anche a imparare il sardo e a dimenticare la pronuncia continentalizzata. Non perdete tempo in sigle e siglette. Ne avete uno già bell’e pronto di presidente.
Sennò finirete come sempre sparsi qua e là.
I simpatici indipendentisti non prendono mai voti. E’ una tradizione consolidata. Con l’eccezione del Psd’az che è autonomista e va una volta di qua e una di là, si spezza alle volte, si frantuma, si acciacca ma resiste perché ha una struttura. Quando perde pezzi quei pezzi, i dissidenti, finiscono male. E’ cosi da quasi tre quarti di secolo. Roba sicura.
Qualche speranza si può riporre nelle determinata e incontaminata Kelledda contro la quale si è scatenato il veleno degli altri dodici gruppi indipendentisti impazziti all’idea intollerabile che solo uno di loro prenda voti.
Auguriamo salute e voti a Kelledda. Il problema sarà superare lo sbarramento da sola.
Gli altri con desinenza in edda: Maninchedda, Sedda e Muledda non hanno e non danno speranze.
E più scrivono in una lingua inventata, più perdono voti. Si voteranno contro tra di loro. Si chiama fuoco amico.
Saranno elezioni interessanti e decise da 5Stelle.
Il Pd sarà terzo.
Il primo sarà Cappellacci e le sue pubblicità rivolte ai sardi dotati di un intelletto da dodicenni.
Guardate qua: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=adhhs5k2LFk
Si tratta di un link memorabile.
Ma noi ridiamo, mentre lui dice cose che gli portano i voti dei sardi che vogliono costruire muri. La maggioranza.
Noi sardi siam così.
Hai ragione, noi sardi siamo cosiiiiiiì, dolcemente complicati, forse anche un poco acc …
Il problema dell’indipendentismo è costituito dagli indipendentisti che guidano i movimenti. L’idea, astrattamente intesa, di una Sardegna indipendente è certamente affascinante, suggestiva, per certi versi quasi romantica. Ma finché ci saranno gli attuali partitini e listarelle, con relativa “classe dirigente”,la causa indipendentista farà giustamente e responsabilmente ben poca presa sugli elettori. Il problema non è il messaggio ma i messaggeri. Anche uniti in una sola lista, perché essa non può essere credibile, quanto ad unità, se costituita dagli stessi che per anni si sono divisi per incompatibilità reciproche e con una conseguente scadente diffusione del pensiero indipendentista. Giustamente gli elettori dicono: se questi signori rappresentano l’alternativa, meglio tenerci stretta l’Italia.
Riccardo, la maggior parte dei votanti sardi pensa più o meno quello che tu dici. Oltretutto noto una violenza verbale e a tratti non solo verbale tra chi impone una lingua – inesistente – e modi falsosardi, tipo souvenir appeso allo specchietto in macchina, che fanno spavento e mettono tristezza.
Coraggiosi?
Come i ragazzi di Orgosolo che hanno bruciato i cappelli di un malcapitato.
Speciali? Un posto unico al mondo? Orgogliosi? L’isola più bella del mondo? Zona franca?
Mamma mia.
Francu, ses su paradigma de su colonizadu; mègius esempru non si podet agatare. Unu cunsolu però: non ses a sa sola.
S’emigrada. Da lontano si riesce ad avere una visione più chiara delle cose. Fratelli sardi, mi viene la malinconia nel vedere che in fondo non sapete proprio capire. l’Unità fuori è l’unità dentro. la Sardegna sarà niente sempre di fronte alle bieche politiche della capitale, se il popolo sardo non smetterà di contendersi l’osso, e non farà fronte comune per il bene comune, a nulla serviranno elezioncine perdi tempo e denaro. un’isola meravigliosa, tenuta a galla solo dal mare, e per fortuna, perchè se così non fosse, con queste fondamenta, sarebbe un cumulo di macerie. siete belli, tutti quanti, a faeddare in limba e fare i toghi che ce l’abbiamo solo noi. l’italia tutta non ha ancora capito che la Sardegna ce la può fare, e forse non l’avete capito neanche voi. state coesi come muro di cinta, un solo progetto semplice per partire, e chiaro l’obiettivo per tutti. Sardegna libera, Sardegna dei sardi. e fateci tornare a casa, che di avere padroni ci siamo rotti le palle!!!
Paraulas de veridade.
Sa cosa lezza es ki sas oricras sunu tuppas kin sa barrosia macca de su tzeraku ki si pessat mere e non biet sos presorjos ki lu prendene.
S’umiltade es proa de sapienzia,sa balentia es s’omine/sa emina ki non timet a rejonare kin nemos.
S’emigrazione/deportazione es sa kurpa ki donzunu de nois tenet e su krimine de sos politicos mandikadores e tittules ki amus postu a impestare sa vida de sos Sardos.
Ero emigrata, dopo anni sono tornata dicendo “non me ne andrò più via”!Anche se ho solo lavoricchiato ho goduto di tutto ciò che la natura e il paesaggio offre a gratis!A sessant’anni dopo la riforma Fornero sono emigrata nuovamente e ho comunque trovato subito lavoro. Ma io vado a letto pensando a quando potrò tornare a casa e mi sveglio giurando che è l’ultimo giorno che resto!Chi è in Sardegna e continua a litigare tra Cappellacci e tutto il resto non ha capito nulla e forse un paio di anni o per alcuni solo pochi mesi vissuti da emigrato sarebbe la scuola migliore per imparare a prendersi le responsabilità, a contare solo sù se stessi a non aspettare che arrivi il Massia che sistemerà tutto.Bisogna volere solo un pò più di bene alla sardegna e a volerci bene tra di noi e il gioco sarebbe fatto! Sardegna libera, Sardegna dei sardi. e fateci tornare a casa, che di avere padroni ci siamo rotti le palle!!!(S’emigrada hai ragione da vendere)
Azzerare tutto
palla al centro
rimboccarsi le maniche
dialogare senza arroganza
lavorare avendo l’indipendenza come obiettivo comune
salvaguardia di gente e territorio
guardarsi in faccia e parlare onestamente
è poi così difficile???
Le Rivoluzioni dott. Mongili, lei m’insegna che dovrebbero avvenire dal basso. 1°) si “orizzontalizza”, cioè si sarebbe dovuto riprendere quel lavoro che tanti frutti e soddisfazioni (Ahinoi!!) stava dando con i Tz’A (Tzentros de attividade) di Irsiana memoria. Con le vicissitudini che spero conosciamo, l’entità di quel PROCESSO si è interrotto per sempre è morto. E in tantissimi siamo rimasti alla finestra, con la speranza che noi orfani della base stesserata, venissimo in qualche modo coinvolti. Invece niente, lider e lidereddos, attivisteddos a propensione idolatrica deleganti il pensiero, rinchiusi a mo di cospiratori, che aspettavano dai loro capi spirituali, da cui pendevano dalle loro labbra, la trovata alchimica a tutti i problemi della Sardegna. I primi ad aprire la porta del bunker per uscire all’esterno e alla luce, è stato Progres. Con la fuga in avanti che conosciamo denominata “terza via” che non era altro che la scelta della Presidente della Sardegna, con slogan sottinteso, della serie, “Sardi, incapaci di intendere e di volere abbiamo partorito il nome della vostra Presidente che voi dovreste votare, lo abbiamo fatto in solitudine perchè il vostro handicap e talmente marcato da impedirci di costruire con voi qualsiasi Processo Partecipativo”. Poi Maninchedda e Sedda sono andati in solitudine a sinistra. Ma sa ‘omo si faede de sa crobettura o de is fundamentas? O mi si stà ribaltando il mondo? E noi come sempre, “unificatori” a cui spetta il lavoro sporco, a rammendare tele rotte, per il sogno di realizzare la Grande ed Epocale Coalizione, in quanto il Programma di Governo è UNICO per tutti, semplicemente perchè dettato dal buon senso, ed è già scritto e non si discosta di tanto l’uno all’altro. Non so dove lei veda la novità in Sardegna Possibile. Magari sarà un discorso di amicizia che lo lega, ma m’insegna che quando si parla di “bene comune” non ci sono ne amici ne nemici che tengano. Io vedo solo manovre funzionali ad un Sistema che non si vuole cambiare e si continua a prendere la gente per il culo, e anche lei continua ad offendere l’altrui intelligenza a persone (ritorno a dire) ESAUTORATE elettoralmente e per questo giustamente incazzate. —-“Fatte battere i vostri cuori all’ “unisono” con le mie parole” Mahatma Ghandhi Grde Animana illuminaci. Pobera Sardigna
L’unità dei sovranisti (boh ma itta cazzu bili nai?) non solo non è possibile, ma nemmeno auspicabile. Non sia mai che gavino sale, manichedda e compari si trovino a dover gestire la sardegna. Men che meno l’accabadora! Meglio un sano e assistito statalismo più consono alla nostra natura subordinata.
O Franco,deo non ti connosco ma ti dimando:menzus tzerakos forever?
Ite times de kusta zente?
Con l’azione fatta dal “Laboratorio Gallura” ad Olbia, con il preciso ed unico obiettivo di cercare di unire tutti i movimenti indipendentisti della Sardegna, azione nella quale abbiamo avuto la possibilità di discutere, in modo molto ampio, con quasi tutti i rappresentanti dei movimenti autonomisti-sovranisti-indipendentisti della Sardegna(Cumpostu, Contu, Colli, Sale, Murru-fiocco verde, Maninchedda, Zuncheddu), prima con un incontro esclusivo, poi in un incontro unitario, abbiamo avuto la più chiara delle dimostrazioni dell’impossibilità di unificazione.
Come vedi, da una parte, ti do ragione.
Sono in totale dissenso con te sulla “nostra natura subordinata”.
Se tu ti senti un “subordinato”, ti manca qualcosa.
Io, forse presuntuoso, soprattutto quando esco dalla Sardegna, mi sento un re.
Sono abituato a comunicare innovazioni ed insegnare agli altri, non ad imparare o ad attendere innovazioni o lezioni.
Ovviamente parlo del mio settore, ma, per principio, mi metto un gradino sugli altri non Sardi.
Debbo dire che, finora, sono sempre riuscito a tenere una posizione di preminenza, altro che di subordinazione!
Cosa manca a chi non è in grado di sentirsi Sardo e re?
Ai bei tempi, quando era aperta Villa Clara c’era chi si credeva Napoleone, Garibaldi, quindi figurati se mi sorprende uno che si crede re. Per quanto riguarda la natura subordinata è nella storia e nella realtà odierna. Poi che la si voglia cambiare è un altro discorso. Siamo stati servi fedeli di romani, spagnoli, piemontesi e oggi di arabi, americani e perfino de tanto bistrattati “italiani”. Citando trainspotting potrei dire che gli “italiani” sono delle mezzeseghe, ma del resto noi siamo stati colonizzati da mezzeseghe. Per cui…
Noto due cose.
Anzitutto ti fermi a valutare le parole soltanto leggendone il significato sul dizionario e non cercando di capire il concetto che si vuole esprimere.
Per un anti-dinastico liberale come me il significato del termine re non equivale a quello tuo, tipico delle varie Villa Clara.
Noto anche che insisti nell’affermare la subordinazione di tutti i Sardi a quelle mezze seghe di colonizzatori di varia provenienza.
Per cui….. tu, suddito, dovresti valere anche meno di una mezza sega………..
Contento tu……….
Tenisi arregioni, ma abbi pazienza essendo meno di mezzasega aspetto che arrivi su re a spada a liberarmi dal giogo colonizzatore.
Ma Renà, si faeddas, in italianu, a nùmene de su Psdaz de Aristanis, tando est mègius chi sigais cun s’alleadu chi tenides como, chi giai bos andat bene, ca nois nos presentamus a sas eletziones paris cun sos sardos chi tenent unu progetu comune pro las bìnchere.
… S’ alleadu chi tenides como , chi giai bos andat bene …? ….E chini esti custu ALLEAU …. sa befana ? … E tue tenes unu progettu ? ..interessanti meda … E ita narada su progettu ? … E cun chini oi binchi ? … Deo no sciiu chini sesi … Illuminami ( non sciu sa paraula in limba ) … Salludi e trigu
L’unità,questa sconosciuta,l’umiltà,questa sconosciuta.
Stiamo parlando di esseri umani,in questo caso frades e sorres nostras.
Ma l’italianizzazione è un processo micidiale,un cancro che avvelena i pensieri,e trovare il vero affetto con cui sentivo i vecchi parlare di questa terra e la sua gente mi sembra quasi la storia della pietra filosofale.
Umiltà,unità,parole modeste,banali,semplici,alla portata di tutti.
E sistematicamente dimenticate se non ignorate.
Eppure,oggi più che mai,come sempre pro sa Sardigna,ci sarebbe bisogno di una riflessione più onesta su ciò che siamo e ciò che vogliamo essere,sui danni che ciascuno di noi,consapevole o meno,ha fatto a se stesso,alla sua gente,alla sua terra.
Pensare,alzarsi tutti umilmente e col massimo rispetto,e dire,proporre,elaborare un futuro degno della meravigliosa piattaforma in cui viviamo le nostre vite,risvegliare intelligenze e coscienze da troppo tempo assenti e assopite.
Vivere la meraviglia delle menti pensanti,senza protagonismi,senza deo so menzus,pensando a ricreare un paradiso che stiamo trasformando in inferno,con la nostra presunzione,sa barra ke neula in chelu,l’idea che un popolo fatto di zentes de Sardigna non abbia il diritto di vivere esistenze degne di essere vissute.
PRO SU BENE DE TOTTUS E DE DONZUNU,questa è la stella che deve indicare il nostro cammino.
l’italianizzazione è un processo micidiale,un cancro che avvelena i pensieri,
non adatto alle donne incinta e che nuoce gravemente alla salute
🙂
Tutte le parole sono inutili
dinnanzi alla stupidità
fattasi onda di fango
che travolge i deboli argini
delle nostre coscienze
ormai alberi senza radici.
Pensa a cosa ne hanno fatto i nostri conterranei politici dello statuto regionale,a quanto hanno pensato alla propria terra e relativo popolo.
Qualcuno ha talvolta parlato persino in sardo ma ha sempre pensato in italiano.
era una battuta, daiiii.
Appo cumpresu
sono tonto,mica deficiente!
🙂 🙂 🙂
Ho postato, tempo fà, qualche commento personale in merito agli articoli riguardanti il cosiddetto fronte del “sovranismo” che si stava sviluppando nell’ambito della sinistra sarda. Auspicavo la rinascita del fronte indipendentista e, con l’entusiasmo del dilettante, pensavo che la discesa in campo della signora Kalledda Murgia potesse essere il vero, e forse unico, fatto nuovo, alle prossime elezioni regionali.
Mi piaceva l’idea che una neofita della politica, dichiaratamente indipendentista, potesse riuscire nell’intento di unificare ( finalmente ! ) tutte anime sardiste.
Sono stato alla presentazione di “Sardegna Possibile”, all’ex Vetreria, e ho acoltato la proposta della Murgia.
Ripensando a quanto ascoltato quella sera, la Murgia non ha acceso in me alcuna fiamma. Il suo discorso non è stato accattivante e non mi è particolarmente piaciuto l’arruolamento di personaggi politicamente già usurati.
A questo punto penso che la Murgia sia elemento divisivo e non unificatore e, quanto auspicato dal Biolchini su questo post, sia solo una speranza destinata a cadere nel vuoto.
Vito, prendo atto con piacere che stai proponendo/prospettando uno scenario particolare ma innovativo. Dato che il tuo blog è molto seguito, ovviamente in tanti stanno ragionandoci su, riflettendoci, dicendo la loro. Io però non ho capito bene una cosa: Questa grande alleanza che oggi prospetti e proponi (effettivamente tra tutti quelli che tu citi ci son decisamente più punti programmatici in comune – nell’ottica di un governo regionale, non magari in ottiche più lontane – che differenze) è ambiziosa ma non così impossibile da realizzare. Spesso hai visto lontano politicamente e devo darti atto che questa idea non è certo banale, anche se in passato magari avrei storto il naso. Ma i grandi temi della speculazione energetica, del bilinguismo, delle basi militari, etc, richiedono un passaggio forte, e questo che proponi tu potrebbe essere uno di quelli possibili.
Però non ho capito bene una cosa: tutto questo processo aggregativo verso questo nuovo grande Polo poi va a finire nel centrosinistra oppure va da solo alle elezioni, per vincerle da solo? Non è una domanda da poco o una cosa che si dovrebbe vedere dopo, perchè magari elettori, militanti e persone coinvolte (io son un simpatizzante – ogni tanto militante – di una di queste forze che hai citato) vorrebbero saperlo prima. Ed anche io vorrei capire di che si sta parlando, in soldoni.
Quando dici “uno legato alla possibilità di allearsi poi ulteriormente (oppure no) con altre forze di altri schieramenti” stai dicendo che tutti questi (una volta fatto lo sforzo di mettersi tutti insieme) dovrebbero mettere in conto sin da ora la possibilità di allearsi con il centrosinistra? Forse ho capito male?
…. Ma perché, bisogna per forza vincerle queste elezioni ? … Ma siamo sicuri che sia poi possibile governare ? ..senza disponibilità finanziarie certe e con solo i cassaintegrati che resteranno a pancia vuota e si trasferiranno in via Roma , piuttosto che a Roma ? … E se PD e PDL vanno all’ inciuccio , ci si ritrova con tutta la squadra italianista. Alleata ? … Ma non possiamo per una volta pensare che sarebbe meglio NON VINCERLE queste elezioni e rimanere OPPOSIZIONE piuttosto che MINORANZA ? Dentro le istituzioni ma in Opposizione e a fianco della piazza , prima che la piazza travolga tutti …. Noi compresi !
Renato ho sempre apprezzato i tuoi commenti e in particolare l’iniziativa della federazione di Oristano per l’unità. Confesso che sono rimasto perplesso per il tuo commento, forse mi sfugge qualcosa. Gli italianisti vogliono vincere per forza, i sardi vinceranno per necessità, per diritto, per amore.
Grazia meda po’ sa stima , Bachis … Credo che non ti sfugga nulla …. Volevo solo essere sarcastico , cinico , antipatico e paradossale allo stesso tempo ( forse non ci sono riuscito ) …. In genere ci riesco bene, quando mi ci metto ! … Partivo dalla considerazione che TUTTI INDISTINTAMENTE vogliono vincere , alcuni con un progetto/ programma articolato …altri manco a parlarne , tanto ti firmerebbero qualsiasi programma ( … Ti ricordi quando il Psdaz non chiuse accordi con Soru ) dopo, … e non seguirlo comunque …poi ! Ho posto il riferimento alla parte economica , perché senza non puoi proporre programmi ma solo progetti ( che restano sulla carta … E poi la carta si cestina )
Poi il problema della CI senza coperture Ecc .
Quello che vorrei , non è vincere … Ma avere una squadra di governo competente e capace ( indipendentemente dai voti personali) che, sia vincendo ( …che mi auguro ) che non vincendo sia capace di lavorare e “organizzare soluzioni ” , costruire ponti e tracciare strade …e via dicendo.
Ma servono VOTI, molti VOTI …. e quindi alleanze ed accordi ( ma senza compromessi …oppure SI ? ). Ma su un punto resto fermo : che succede se alleandosi con un polo , in blocco o in solitaria , ci si ritrova ” inciucciati ” dentro un Governo di Grasse intese ?… Salludi e trigu a s’ Indipendentzia …..!
Ada essere chi Deu los illuminede,….
http://www.psdaz.net/index.php/articoli-homepage-blog/337-mozione-al-consiglio-nazionale-psd-az-della-sezione-simon-mossa-di-oristano-marciamo-verso-i-nostri-ideali-con-passo-spedito
Era ora! Ed è ora! Vito, ci siamo, si può fare. Si può vincere. Aiò, Kelledda, Maninchedda,Muledda, Psdaz e gli altri.
Carchi orta t’appo contrariadu, o Vito, ma custu post est de abberu bellu, de importu mannu, chene misura. Chi deus nos azzuet e azzuet sa sardigna tota.
Vedrà, saranno tutti uniti, generosi e rinunceranno a cariche e onori. Come San Francesco. Caro Bachis Efisi, lei vede lontano. Sarà un trionfo.
No lei, e si vede anche senza occhiali, ha una buona vista, ci sono oggettivamente delle difficoltà. Io però sono convinto che uniti i voti non si sommano( 2%+3%+4% ecc.) ma raddoppiano o triplicano e possono portare realisticamente alla vittoria; probabilmente qualcuno, come lei ad esempio, non sarebbe contento. O no? Dai che poi anche lei diventerebbe indipendentista.
Anche io penso che questo progetto non sia di facile avvio, anche se credo sia l’unica strada da percorrere.
Perché, mentre riconosco a molti delle persone che hai citato (non a tutte) doti di coraggio e intelligenza, credo purtroppo che a tutti manchi la dote della generosità e la volontà nel mettersi da parte.
L’altro aspetto è quello di mettersi in gioco.
Ci sono, perché credo che nella società Sarda esistano (in questo non siamo secondi a nessuno), persone degnamente rappresentative, che avrebbero la potenzialità di raccogliere consensi anche consistenti, ma hanno una certa reticenza a mettersi in gioco per valide motivazioni.
Spero che anche loro siano consapevoli che il tempo a disposizione non è molto……
In tempi non sospetti, più o meno tre anni fa, un sondaggio commissionato da persona affidabile mise la Murgia in una rosa di dieci nomi in cui vi erano, oltre a Cappellacci, Soru e Pili, anche Maninchedda e Gavino Sale. La Murgia risultò seconda a Cappellacci con molto distacco dagli altri otto escluso Soru. In una elezione con sistema maggioritario il candidato presidente è determinante per il risultato finale, questo è il fatto caro Biolchini. Senza dubbio è importantissimo il programma ma credo che Maninchedda e Muledda, Sale e Zuncheddu, Dodore e Cumpostu, ecc. ecc dovranno vedersela con certi numeri e se per domenica a Nurachi si sono già iscritte mille persone un motivo ci sarà. La Murgia muove passioni e speranze, non ha particolari competenze e umilmente lo ammette ma sa dove vuole arrivare. Per quanto riguarda il programma lo ha detto chiaro e più chiaro: si parte dal programma di Progetto Sardegna.
Enzo, i tempi non sospetti non esistono. I tempi sono sempre sospetti. La Murgia ha totalmente ragione sulle competenze. E chi ha competenze? Pili, Cicu, Cappellacci, Giampaolo Deiana ecc. ecc.? Mi dica chi. La Murgia è intelligente. Per iniziare basta.
Quasi tutti quelli che abbiamo avuto, da una marea di anni, al governo della regione, hanno chiaramente dimostrato di essere dei “non competenti”.
Questo non significa che non siano intelligenti.
Quindi, cosa avrebbe più di loro la visionaria(in senso negativo), presuntuosa ed incompetente, ma intelligente, Murgia?
Oh Enzo, e basta con i numeri a bischero! Io c’ero a Pirri: un teatro di 144 posti a sedere in due turni. In totale fa, considerando le persone in piedi, al massimo 350/400 persone. Abbiamo convinto l’Unione che erano 700. La Nuova ha scritto che Pili ha fatto il pienone e invece c’erano molti posti vuoti. Adesso siamo ai mille prenotati…. Mi ricordate l’ultima campagna elettorale di Soru, nella quale facevamo come si faceva ai tempi del fascismo: sempre le stesse persone garantivano il pienone ovunque. Poi, però, hanno votato le persone vere. La Murgia è una perfomance, non un programma o un progetto. O si allea o non esiste. Lo stesso non vale per Maninchedda-Sedda e Muledda; in questo Biolchini ha ragione da un lato – loro hanno il vantaggio competitivo di essere rionosciuti come leader di forze strutturate – e torto dall’altro (la Murgia può mettersi insieme solo con chi riconosce la sua candidatura e loro non la riconoscono perché è costruita a tavolino e imposta).
Dott. Mongili le sembra giusto che il semplice cittadino, (quello della strada, che vive quotidianamente a stretto contatto con la gente comune, quella senza una tessera di partito e che non appartiene all’ intellighenzia elitaria), venga esautorato da un vero Processo Partecipativo,(non quello di Progres, un’altra cosa) che poggia le proprie fondamenta sui programmi e secondo, anche sulla scelta del proprio Presidente? Questo “modus operandi” che lei esalta non si discosta di molto dalle modalità partitiche italiche (stile pdl ecc.) di chi sceglie, i propri Presidenti e i propri rappresentanti, senza essere conosciuti alla moltitudine che dovrebbero appunto rappresentare, in segreto nelle segreterie, delle quali mi scusi la crudezza, ci siamo proprio rotti i coglioni in tanti. No participation, no voto. Sempere Unidade fincese a sa molte.
Caro Antoneddu, non mi sembra che Sardegna possibile stia esautorando nessuno, anzi. Certo, loro hanno proposto una Presidente, ma nel mondo attuale si tratta di un modus operandi che non dovrebbe destare troppa meraviglia. Il problema, mi sembra, è che gli altri non ne hanno, di candidature altrettanto buone, confessiamocelo.
Contesto nel modo più categorico.
La Murgia dovrebbe essere il meglio che la Sardegna politica può esprimere?
Se non c’è da scrivere romanzi, la Murgia è niente e nessuno.
C’è invece tantissima gente, in Sardegna, che scrive cose diverse, che contribuiscono a fare crescere l’economia e la società, non solo l’aspetto culturale.
Tra l’altro si fa il solito errore di confondere la cultura con le conoscenze umanistiche o con il numero di romanzi letti.
La cultura è un’altra cosa, ha un respiro molto più ampio, ma, in questo grandissimo ed infinito spazio, la Murgia è meno di niente.
Figuriamoci chi la vede come un idolo!
Narant “irrealizzabile” e “impossibile”, cun paràulas e mentalidade continentale, ca non creent a peruna positzione polìtica chi rifletat sos interessos reales de sa Sardigna. Deo naro chi est difìtzile, tzertu, chi de calicunu de sa lista de Vito Biolchini non mi dia fidare mancu mortu, però est su caminu chi tocat a sighire.
Ma, caro Vito, sarebbe stato giusto quello che tu dici prima che questa attuale spinta verso l’unità sovranista potesse sembrare semplicemente un’operazione di rincalzo, dopo l’insabbiamento dell’unione con la sinistra tradizionale che è stata spasmodicamente ricercata.
La candidatura di Michela Murgia è una candidatura che a me pare forte. Certo, più forte fra la gente comune che fra i soliti noti, al cui interno provoca invece fastidio. Un fastidio comprensibile, visto che in qualche modo scompagina i giochi di chi pensa la politica come solo “il quadro politico” (dimenticandosi di quel 97% di altri che votano), e dunque ne frustra le attese, le previsioni, i quadri interpretativi. Cui va aggiunta la solita misoginia/omofobia eccetera che scorre copiosa in tutti i meandri postadolescenziali dei frequentatori abituali del detto quadro politico.
La vera generosità sarebbe quella di riconoscerne l’autorevolezza, e garantirne la riuscita, di questa candidatura di Murgia. Infatti non trovo ragioni, se non personalistiche, così importanti per rigettare una candidatura che rappresenta insieme l’anima di sinistra e il patriottismo sardo, che dunque rappresenta il movimento fondamentale che, dopo il fallimento della Rinascita e dell’Autonomia, scorre per le vene della società sarda senza riuscire a produrre molto, politicamente, a parte le Giunte Melis e Soru, entrambe neutralizzate dai partiti tradizionali.
Per quante sigle questo processo di cui parli possa assommare, non mi sembra che possa costituire una coalizione in grado di raccogliere molti consensi. Mi sembra solo una perdita di tempo.
Alessandro, ma tu credi realmente che Michela Murgia, con le forze e con il progetto che ha messo in campo, possa diventare presidente della Regione? Realmente?
Qui non si tratta di disconoscere la sua autorevolezza (tutti coloro che ho citato ne hanno una) quanto di uscire dai personalismi e costruire tutti insieme un progetto di governo della Regione. Michela Murgia vuole contribuire a questo nuovo progetto o pensa di potercela fare da sola, e dunque di essere talmente forte e carismatica da acchiappare i voti anche di quei partiti a lei vicini con i quali non vuole fare nessun accordo politico? Michela Murgia è in grado di confrontarsi politicamente alla pari con le forze che ho elencato oppure vuole solo annetterne gli elettori?
d’accordo con Mongili. Per il semplice motivo che queste forze prima han cercato con ogni forza il centrosinistra (nel quale si riconoscono), e poi ora che non gli sta bene, come si dice in LSC, funt circhendi allògiu. 😉
Ed anche perchè ridiscutere (con segretari di partito, eh beh, chiaro…) programmi e metodo, dopo che son state coinvolte persone, ed organizzati spazi per una scrittura dal basso del programma, sarebbe come se Michela Murgia dicesse a tutti quelli che ha coinvolto: “eh, stiamo facendo finta, eh, sia chiaro, di costruire insieme il progetto Sardegna Possibile”
De acòrdiu cun Tinucciu. No, caro Vito, io non so chi sarà Presidente, ma neanche tu. Se avessi tutta questa chiaroveggenza avrei sbancato, de diora meda, qualunque superenalotto. E anche tu. Sono processi impredittibili, cosa ci vuoi fare? La storia è così, piena di contingenze fatali, appuntamenti persi, lunghi processi che non sfociano in niente, altri che invece fruttano. Pro custu sa gente si sperrumat a ddu cumprèndere, custu burdellu.
Quello che però io ritengo, è che la candidatura di Murgia sin dall’inizio abbia avuto un carattere meno sbilanciato verso il solo gioco politico, al contrario di tutte quelle che tu consideri promettenti. Cioè che sia una candidatura più aperta alla modifiche delle appartenenze politiche delle persone (cosa che tu interpreti come “annessione degli elettori” come unu tallu’e brebeis, ops tàgiu de berbeghes, in LSC).
Reduce dalla visione della partita tra il Real Madrid e la Juventus, mi è venuta in mente la tua adorata Murgia.
Da ragazzino avevo alcun amici che, fuori campo, con il pallone, sapevano fare cose da giocolieri del circo Orfei.
Palleggi infiniti, palla ferma sulla testa e sulla spalla, stop mirabili.
Questo, fuori dal campo e senza avversari.
Questi amici, mirabili giocolieri “da fermi”, non sono mai riusciti a far parte di una squadra.
Chissà perché, la Murgia mi ricorda quegli amici!
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Vito sai benissimo che è stato tentato più volte il dialogo con i vari ProgRes, IrS, SN ecc… muri di gomma; o hanno il/la loro candidato/a a cui non vogliono rinunciare a prescindere o non gliene importa proprio di vincere le elezioni… perchè chi vincerà queste elezioni avrà di fronte lacrime e sangue e solo chi vuole “fare lo Stato” sul serio si vuol prendere questa responsabilità.
Ti voglio bene ma, dopo l’ultima trasmissione a Videolina, Kelledda con Maninchedda non li vedo proprio.
Martino, vai a vedere cosa ha detto in questi mesi Muledda di Maninchedda e poi guarda cosa sta succedendo adesso tra Rossomori e Partito dei Sardi. Le situazioni mutano: sta alle persone intelligenti mutare i propri atteggiamenti.
Le situazioni mutano. Sta alle persone paracule mutare i propri paraventi.
Paragulas de pessone ki rejonat.
Ma l’ombra della presunzione oscura il sole di Sardigna.
Vorrei sbagliarmi,ne sarei felice,m’iscudo a sa sola…
Ho l’impressione che le menti abbiano una labilità che cancella la visione reale di ciò che attualmente stiamo vivendo,un assedio criminale dopo il quale ci sarà solo spopolamento,emigrazione/deportazione,desertificazione.
Moriro’ nella mia terra per la mia terra combattendo.
Ma est vida kusta?
Frustiolos de poleddos kene konca e kene dignidade !
……..e vissero felici e contenti……
Non riesco ancora a capire se definire il tuo post un’utopia o una favola però di una cosa sono certo, irrealizzabile!!!!
mettere insieme tutti quelli elencati nel terzultimo paragrafo è I-M-P-O-S-S-I-B-I-L-E