No, così non fa, così non fa proprio. Infatti da ieri circola l’ipotesi che la scadenza per la presentazione delle candidature alla primarie del centrosinistra, già fissata a giovedì prossimo 8 agosto, venga spostata di almeno una settimana se non di più. La motivazione sarebbe legata alle fibrillazioni romane; in realtà ed essere esplosiva è soprattutto la situazione sarda, totalmente sfuggita di mano al segretario regionale del Pd, Silvio Lai e a tutto il tavolo del centrosinistra. Ora al senatore potrebbero non bastare quattro giorni per dipanare l’aggrovigliata matassa fatta di tre candidati del Pd già in campo (Roberto Deriu, Gianfranco Ganau e Francesca Barracciu) e che potrebbero presto diventare sette (e dopo vi dico); ma un rinvio sarebbe una evidente dichiarazione di fallimento politico.
Il primo termine di presentazione delle candidature era stato fissato al 15 luglio, poi spostato al 31 luglio, poi ulteriormente posticipato all’8 agosto: ora che si fa? Ci vediamo il giorno di Ferragosto e poi ci sono diciotto giorni per raccogliere cinquemila (diconsi cinquemila) firme a sostegno di ogni candidatura? Benvenuti su “Scherzi a parte”.
Ora tutto dipende da Soru. L’ex presidente della Regione aveva annunciato il suo ritiro dalle primarie, ma evidentemente non a tutti era chiaro che il prezzo da pagare per la rinuncia era un passo indietro anche da parte degli altri candidati, già in campo o possibili. Invece è successo esattamente il contrario, con le ufficializzazioni del sindaco di Sassari Gianfranco Ganau e dell’europarlamentare Francesca Barracciu.
Ora Soru ha in mano il destino del centrosinistra. Se decide di candidarsi, vince le primarie alla grande ma perde in tromba le elezioni: e questo lui lo sa. L’alternativa è semplice: presentare un nome, nuovo, credibile, giovane, capace di rendere obsolete le candidature dei tre Pd finora in campo e di suscitare un minimo di entusiasmo negli elettori, nonché aggregare il consenso dei partiti minori. Soru dovrebbe fare in quattro giorni ciò che non ha mai fatto in dieci anni di attività politica: scendere dal piedistallo del suo gigantesco ego, capire che il suo nome è adesso impresentabile ma che altri possono portare avanti meglio di lui quelle idee di rinnovamento e modernità che hanno contraddistinto (pur fra mille contraddizioni) la sua esperienza. Dovrebbe, in poche parole, selezionare una nuova classe dirigente. Ce la farà?
Se l’ex presidente non tira fuori un asso dalla manica, l’alternativa è il caos vero: lui stesso si candida, ma si candida anche Tore Cherchi, si candida un uomo espresso dalla corrente di Paolo Fadda e magari anche un nome espresso dai civiatiani (che stanno sondando la disponibilità del funzionario europeo Andrea Murgia). Risultato: primarie del centrosinistra con il Pd che presenta tra i cinque e i sette candidati… Una follia.
Ad oggi il centrosinistra ha tutte le carte in regola per perdere le elezioni regionali: non ha un programma (la carta d’intenti stilata dal tavolo viene gelosamente tenuta in un cassetto, tanto pare sia la sua inconsistenza…), non ha un quadro preciso delle alleanze (a parte il mistero Maninchedda-Partito dei Sardi, Silvio Lai dice no ai sardisti con quali però dialogano Francesca Barracciu e perfino i Rossomori: o Muledda, ma non eri quello che predicava coerenza quando argomentavi il tuo no a Maninchedda candidato alle primarie perché colpevole di aver sostenuto “la peggior giunta della storia autonomistica”? E adesso perché i Rossomori hanno incontrato Giacomo Sanna? Solo per prenderci un caffè?), e ovviamente non ha minimamente idea di quale debba essere il profilo del suo candidato presidente.
Ovviamente le colpe non sono tutte del Pd. Sel ormai dice tutto e il contrario di tutto. Michele Piras prima ha aperto a Michela Murgia e dopo essere stato stoppato da Luciano Uras ha dato il suo endorsment a don Ettore Cannavera. La candidatura del sacerdote inizia ad assumere i tratti di una vicenda imbarazzante, se non ridicola. Mentre dal Vaticano arrivano segnali negativi (lo ha detto sabato ai suoi un alto esponente del Pd, ben introdotto nelle stanze romane) ancora non è chiaro (e nessuno interviene a dissipare i dubbi) se Cannavera sia candidato alle primarie del centrosinistra o se intenda correre a prescindere dalla competizione del 29 settembre: perché sono due cose completamente diverse.
E se entro giovedì dal Vaticano non dovesse arrivare il famoso via libera (no comment), che succede? Cannavera si spreta e di candida lo stesso? Oppure dice “scusate, non mi candido più, grazie comunque per la fiducia”? C’è qualcuno che oggi può rispondere a queste domande?
Senza considerare poi che il mondo cattolico democratico cagliaritano sta accogliendo con grande freddezza la possibile discesa in campo del religioso. La sua viene vista come una candidatura antistorica: perché un prete candidato alla presidenza di una Regione proprio mentre Papa Francesco prende nettamente le distanze dal mondo della politica italiana? E poi che senso ha fare un passo così a 68 anni suonati? L’impressione è che l’ipotesi Cannavera piaccia più alla sinistra sarda in piena crisi di identità che non al mondo cattolico e che al momento stia creando più confusione che altro.
Ma non è mica finita qui. Da tempo il gioco preferito dei Rossomori è da tempo quello di interdire ogni forza politica che possa minacciare il proprio piccolo l’orticello. Già detto del fuoco di sbarramento contro Maninchedda e il Partito dei Sardi, presto ad entrare nel mirino sarà Claudia Zuncheddu che con il suo movimento Sardigna Libera sta tentando un approccio al centrosinistra. No alla Zuncheddu dunque (uscita malamente dai Rossomori qualche anno fa) ma sì ad Antioco Gregu, l’ex direttore della Saras di Sarroch, da tempo ispiratore delle politiche energetiche del partito di Muledda. Perché i Rossomori non sono contrari al Progetto Eleonora, non lo sapevate?
E passiamo all’Italia dei Valori. Ma, con tutto il rispetto parlando, è possibile che Federico Palomba ancora non ceda il passo a dirigenti più giovani e che debba ancora determinare le sorti del centrosinistra sardo? E della candidatura di Pietro Ciarlo ne vogliamo parlare?
Rifondazione comunista e Comunisti italiani, non pervenuti.
In Sardegna c’è casino, ma anche a Roma non si scherza. E se la situazione dovesse degenerare e fosse necessaria una alleanza antiberlusconiana Pd-M5S, come cambierebbe il quadro in Sardegna? Ecco perché Silvio Lai (che ai grillini sardi aveva già teso la mano) ha bisogno di tempo.
In ogni caso, al momento tutto è nelle mani di Renato Soru. Se riesce a trovare un candidato credibile, per questo scalcagnato centrosinistra ci sono ancora speranze di vittoria. Altrimenti la Regione se la giocheranno Cappellacci e il candidato del Movimento Cinquestelle. Con buona pace di Michela Murgia che, nel migliore dei casi, con i suoi voti e con i suoi soldi messi in questa campagna elettorale farà entrare due o tre esponenti di Progres in Consiglio regionale, un’aula dove lei difficilmente metterà piede: sono gli scherzi della politica e di una legge elettorale allucinante.
Eppure , Salvatore Cubeddu, non gli ha dedicato solo un libro : Il quinto moro.
Tutto si gioca sull’indipendentismo. E’ arrivata l’ora della riscossa. Lo dice Tzoroddu. Leggete.
L’uomo di Similaun, cioè Oetzi, era Sardo
una scoperta che conferma la prodigiosità nell’essere protagonisti, non solo nel Mediterraneo, ma anche nell’Europa continentale, da parte degli antichi grandiosi abitatori della Sardegna Paleolitica:
i Sardiani
oetzi uomo di similaunIl 19/9/91 fu rinvenuto nell’Alto Adige, in Val Senales, a m. 3210 slm, nei pressi del cammino che conduce dal rifugio Similaun al Giogo di Tisa, l’Uomo di Ghiaccio ovvero l’Uomo di Similaun ovvero Oetzi, essere umano vissuto verso la fine del Neolitico (circa 5300 anni fa), arrivato fino a noi perché protetto dalla particolarità dell’ambiente.
Il 28/2/12 viene pubblicato un articolo, dalla rivista Nature communications, col titolo “New insights into the Tyrolean Iceman’s origin and phenotype as inferred by whole-genome sequencing” di A. Keller ed altri quaranta autori, appartenenti a diciannove istituti di ricerca. Esso è l’ultimo lavoro scientifico portato avanti nello studio delle caratteristiche del prezioso nostro antenato. Diamo una breve, prosaica descrizione delle conclusioni, strettamente attinente ad un nostro percorso di ricerca. Questo ultimo, vede i Sardiani della Sardegna Paleolitica, cioè l’insieme emerso dell’intiero blocco sardo-corso chiamato Sardegna, (come certificato dal manoscritto più attendibile di Pausania), quali protagonisti nella preistoria del Mediterraneo. Ma, essi furono da noi, anche individuati fra gli artefici degli scambi umani, tecnologici e culturali fra la Sardegna e la Valle del Danubio, sviluppati percorrendo la via naturale che da Trieste porta a Bratislava. Ricordiamo anche che essi, almeno da ottomila anni prima che Oetzi cadesse in un’imboscata (così pare), sono da noi ritenuti i principali autori del trasporto dell’ossidiana di Monte Arci e Lipari, fin nelle grotte della Liguria.
Estratto
In linea generale, v’è da dire che gli studi del genoma mitocondriale di Oetzi iniziarono subito e portarono dopo alcuni anni ad individuarne la completa sequenza. Ma è con la messa a punto di recenti metodologie per l’analisi di antichi DNA che, due anni or sono, se ne iniziò lo studio sulla sequenza dell’intero genoma. Dopo aver ricostruito, con le più avanzate metodologie ed i necessari riscontri con i dati contenuti negli archivi disponibili, una sorta di identikit genetico del nostro Uomo del Similaun, si è cercata la sua stirpe d’appartenenza. Ma siccome, quei segmenti di DNA mitocondriale caratterizzati da mutazioni, presenti nell’Uomo di Ghiaccio, non sono stati riscontrati fra le migliaia di campioni appartenenti ad individui contemporanei, è stato difficile valutare la sua stirpe genetica. Pertanto, la prima conseguente analisi si sviluppò nel dimostrare se il suo DNA autosomico (cioè di un cromosoma non determinante il sesso) mostrasse una affinità con una qualche specifica popolazione o rimanesse estraneo ai campioni contemporanei. Per lo scopo furono presi campioni specifici di 1300 Europei, 125 Nordafricani e 20 del Qatar. La prova diede la presenza di affinità di Oetzi solo nei confronti degli Europei. Tuttavia, considerando nel test, soltanto le popolazioni europee, si osservava che i parametri del nostro antenato si posizionavano in stretta prossimità di cinque dati, però isolati da tutti gli altri, dell’Europa sud-occidentale. In particolare, i dati dell’Uomo di Similaun, sono risultati confinare (cioè molto vicini) con una zona isolata geograficamente: la Sardegna.
Si è anche visto che la analisi di un’insieme più grande di campioni, supporta ulteriormente la vicinanza di Oetzi con campioni provenienti dalla Sardegna. Anche ulteriori prove, necessarie ad effettuare una verifica sui risultati ottenuti, hanno confermato nel loro complesso, quanto fin qui evidenziato. Inoltre, per determinare la stirpe paterna del nostro antenato, ci si è serviti del suo cromosoma Y. Il confronto con circa 8.000 cromosomi provenienti da trenta regioni europee, ha rivelato ancora che le più frequenti affinità con Oetzi (25% e 9%) si riscontrano nella Corsica meridionale e nella Sardegna settentrionale rispettivamente, mentre in Europa tali frequenze non arrivano all’1%.
Si conclude
Pertanto, a ragione dei succitati test, si scopre, lato sensu, che Oetzi risulta imparentato, non con Austriaci od Altoatesini, ma certamente con i Sardi d’oggidì. Ovvero, il suo corredo genetico indica la Sardegna, quale provenienza geografica dei genitori.
Ed ancora, la specifica analisi atta a scoprire la provenienza del padre, indica la sua parentela fra gli odierni abitanti della Corsica meridionale e della Sardegna settentrionale, sistemati proprio entro i confini di quella che noi definimmo Sardegna Paleolitica (vedasi copertina del libro kircandesossardos), approdata alla tradizione classica greca (Ecateo, Erodoto, Pausania) col nome “Sardegna” (o Sardò). Anche in questo caso si dimostra che il padre di Oetzi era Sardiano e non Austriaco od Altoatesino.
Non mi dire!!!!
Caro Edmondo, non ci lasci con il fiato sospeso. Ci ha ricordato che “abbiamo bisogno di persone di altissima competenza specifica, non di persone che catturano un po’ di voti per visibilità acquisita”. Il suo candidato competente e dotato di visibilità congenita dev’essere una creatura perfetta. Non vedo l’ora di votarlo. Su, su, rompa gli indugi e ci dica il nome. Saluti cordiali.
Caro anonimo, spero vivamente che non abbia qualche disfunzione cardiaca, dato che la tua attesa rischia di diventare lunga e snervante.
L’ipotesi di “battuta” sulla visibilità congenita è piuttosto debole.
Speravo in meglio.
Visto che la tua presenza nel blog è costante, avrai forse letto quali sono le caratteristiche ideali che io, come cittadino Sardo, vorrei che un candidato Governatore avesse.
Prova a leggere il mio commento sul post che parla della candidatura di Cannavera e poi fammi conoscere i tuoi commenti.
Un cordiale saluto. .
La cosa che più mi sconcerta di questo dibattito sulle prossime regionali è che rare parole vengono spese per parlare di obiettivi possibili, di strategie di sviluppo, di idee per combattere i problemi della gente.
si continua a parlare di leaders possibili, in pectore, futuribili, ipotetici, vincenti, perdenti, pareggiabili, non pervenuti….
quasi che la gara sia tra il più bello ed il meno antipatico, o il più sinistrorso e il più liberibile.
occorrerebbe adottare uno stratagemma per cui all’ipotetico candidato si sostituisce un nickname corredato di eventuali trascorsi giudiziari, curriculum di interessi finanziari e imprenditoriali, curriculum dimostrativo del grado di conoscenza di economia, problemi del lavoro, managerialità, tematiche ambientali, e via dicendo…
ma soprattutto il candidato invece che esporre la sua faccia e la sua bandiera espone il suo programma di governo
Il PD è ormai è incartato anche grazie agli alleati-complici che gli hanno lasciato la libertà di infilare una cazzata dopo l’altra; con la bella trovata di queste primarie a un tempo blindate ( a favore degli esponenti della partitocrazia ) e prolifiche ( per l’insipiente ambizione degli stessi), solo l’area di SEL, a cui è rimasto l’istinto di sopravvivènza della Sinistra, tenta, con questa soluzione improvvisata e pasticciata della candidatura del prestigioso prete Don Cannavera, di salvare la baracca.
Se fossi Don Cannavera mi rifiuterei di far parte di una Sinistra che per disperazione è dovuta ricorrere a lui, ma, allo stato dell’arte, in tutta questa confusione, Don Cannavera rimane l’unica persona seria in pista; anche perchè Soru non ha ancora sciolto con sè stesso la riserva se candidare sè stesso o qualche nuova proiezione del suo ego ipertrofico.
Mentre Michela Murgia sembra voler limitare la sua ” missione” allo sdoganamento storico dell’Indipendentismo, il pessimo ed inamovibile Silvio Lai ormai naviga a vista, sperando nell’ennesimo miracolo, mentre meriterebbe di essere cacciato a calci ( come purtroppo non è stato fatto quando impose la candidatura di Cabras alle Primarie per il Sindaco ) perchè porta la pricipale responsabilità di questo schifo che sta succedendo.
L’unica salvezza per il Centrosinistra è quella di rivedere il meccanismo delle Primarie prima che sia troppo tardi e di piantarta con questi rinvii ridicoli della data di scadenza delle candidature; si vedrà che di fronte a Primarie vere e competitive gli impresentabili ed i perditempo spariranno al volo.
Grillo ha scelto di fare il leader senza entrare in Parlamento, Berlusconi lo farà per ‘cause di forza maggiore’, anche Soru dovrebbe fare il leader dall’esterno? Sarebbe questo il futuro della politica? Io sinceramente vorrei che i leader si confrontassero in prima persona e vinca colui che riuscirà ad avere la maggioranza dei voti.
Un solo, breve commento. Da Sardo, avrei sperato che Soru, il Monti per la Sardegna, fosse già scomparso. Al pensare a Soru “coltivatore” di nuove leve, “mi vien da ridere”!
Figurati, il gran maestro! Come pensare a Gattuso come docente di Del Piero e Pirlo! Vogliamo capire che bisogna eliminare la vecchia classe poltica dirigente, amcor più la “super-dirigente”? E poi, attenzione: non dobbiamo correre il rischio di affidare il futuro della nostra Sardegna a dilettanti allo sbaraglio come qualche scrittrice o qualche prelato, pur bravissimi nel loro attuale impegno professionale. Non siamo a “La corrida”!
Grazie, grazie per le raccomandazioni preziose, Edmondo. Ci spieghi la sua ricetta oppure ci faccia capire. Il consiglio definitivo e ultimo ce lo regala lei. Mi affido fin d’ora alla sua evidente saggezza. Non ci lasci con il fiato sospeso e ci dica presto chi ci indica. Grazie, grazie.
Anziché cercare di fare ironia “anonima”, perché non contesti in modo adeguato ciò che ho scritto?
Ho l’impressione che ti venga un po male!
Comunque, avrai risposta alla tua domanda.
Quando, lo deciderò io.
Scusami per il tu, ma sono un pò maleducato.
Comunque, al minuscolo “lei”, preferisco il tu.
Allora aspettiamo i nomi dei suoi candidati professionali, affidabili ai quali affidare il governo dell’isola. Ma sciolga presto le riserve, se ne ha, e nomini il suo candidato..
Andrea Murgia, civatiano?
Non mi risulta, casomai soriano, della fattispecie, rara, di quelli che non hanno
versato il cervello all’ammasso.
Per le sue qualità corrisponde perfettamente all’identikit che hai tratteggiato.
Capacità intellettuali, onestà ed innovazione
Andrea ha anche un forte legame con le nostre comunità locali, in quanto è stato anche amministratore in quel di Seulo ed ha una profonda conoscenza dei meccanismi dell’Unione Europea visto che ci lavora.
Memorabile lo sputtanamento che ha fatto prendere ad Antonello Liori
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2013/05/09/NZ_17_01.html
In poche parole una candidatura con i fiocchi.
Amos a bidere!!
Ciao ZP, mi puoi dire il tuo nome per esteso? Vorrei contattarti. La mia mail é fiori.jacopo@gmail.com
Caro Vito la tua “profezia” si sta autoavverando. Hai notato che Soru non ha firmato il manifesto a sostegno della decotta Barracciu? Cosa vorrà dire? Cosa farà? Io dico che darà una mano ad Andrea magari senza dare tanto nell´occhio, il bello comincia adesso, como vidimos.
No no, Soru sostiene le Barracciu: http://www.sardegnaoggi.it/Politica/2013-08-09/22657/Renato_Soru_non_si_candida_e_lancia_la_Barracciu.html
Peus pro issu……..
Che Soru non si sarebbe candidato e avrebbe sostenuto Siddi l’ho scritto su questo blog almeno due mesi fa, ma tutti i fini politologi che lo frequentano mi hanno preso per un pazzo. Ora vi dico anche che aspettera’ l’ultimo giorno utile e indichera’ l’unico nome che, casualmente, sembrano tutti dimenticare. Ovvero Franco Siddi. E probabilmente non ci sara’ nemmeno’ bisogno di primarie e di raccolte firme.
Non ci sarà bisogno neanche di votarlo. Io voto 5 stelle se si fa una porcata simile, e mi costerebbe perché detesto i grillini.
Caro Sardu, ti è mai capitato di sentire e vedere Franco Siddi in qualche talk show?
Fazioso ed arrogante.
E poi, quali competenze ha per aspirare a certe posizioni strategiche nella politica Sarda?
Ricordiamoci tutti che abbiamo bisogno di persone di altissima competenza specifica, non di persone che catturano un pò di voti per visibilità acquisita.
Progres ha scelto la Murgia, sia per una certa fissazione per la cultura in senso molto ristretto, sia perché Michela, che ha acquisito una certa visibilità mediatica, potrebbe riuscire ad abbindolare, con i sui vari tipi di miele, di formaggi, di oggetti in ferro, molti ingenui e romantici apolitici.
In Progres sono certi che la loro incantatrice di anime semplici riesca, senza ombra di dubbio, a far acquisire almeno il 10% dei consensi.
Vedremo.
Spero solo che non sia la Sardegna a subire lo scotto di una sua presenza nei palazzo della Regione!
Franco può avere tanti difetti però da qui a definirlo arrogante ce ne passa! Siamo sicuri che stiamo parlando della stessa persona?
Assolutamente si.
Sarò capitato male!
Anche sul fazioso non siamo d’accordo?
Può spiegare il concetto di “cultura in senso molto ristretto”? Grazie.
Gentile Edmondo, secondo me, almeno a giudicare dal “millimetro”di giudizio che esprime con i suoi post, di faziosi qui dentro ce ne sarebbero tanti. E, non me ne voglia, mi pare anche che quello piu’ arrogante sia proprio lei.
E in questo ricorda tanto la ns. Michelona Natzionale..
Nel merito, benche’ io non voti certo PD, le posso dire che se Siddi fosse realmente il candidato molti scettici come lei potrebbero ricredersi. E anche altri ben diversi da lei. Come me. E se lei fosse minimamente addentro alle cose politiche sarde su cui blatera, saprebbe che proprio Franco Siddi e’ un nome inviso a tutto il centrodestra in quanto, essendo realmente nome fuori dalle parti, potrebbe unire il centrosinistra, soriani e non soriani. E alla fine su lui convergerebbe anche Sel.
E’ certo un nome molto noto fuori dai ns. asfittici confini regionali per essere proprio un giornalista e sindacalista con le palle. Uno che se si candidasse dubito troverebbe giornalisti in grado di parlare contro di lui, anche fossero i peggiori leccaculo dell’unione o di altra stampa. E in questo genere di cose avere stampa non dico amica ma almeno non contraria (vedi lo scandaloso trattamento riservato a Soru) conta molto.
Siddi e’ noto per essere non solo uno molto attivo ma e’ considerato uno tra i meno meno faziosi tra i colleghi che rappresenta nella federazione nazionale. Un cattolico di sinistra molto fuori dagli schemi, all’avanguardia e per niente bigotto. Uno abbastanza accorto politicamente da essere in grado di mediare sempre tra interessi opposti e rappresentare ideali che vanno ben oltre la categoria. In tempi non sospetti si e’ anche distinto in Sardegna per prese di posizione chiare e nette della federazione quando nessuno aveva il coraggio di farle. Uno che non ha mai avuto paura dei potentati sardi e non. Compreso De Benedetti, Zuncheddu e anche Soru, avendo condotto forti rivendicazioni nei confronti di Gruppo l’Espresso, Unione Sarda e anche Tiscali.
Un indipendente di sinistra insomma, e cosa non molto frequente tra i politici, uno che pensa con la sua testa.
Essendo coetaneo e anche campidanese (di Samassi) Soru lo conosce bene e, a dirla tutta, accettare l’idea di dar l’appoggio alla sua candidatura non sara’ nemmeno cosa facile per uno testarda come Soru. Perche’ sa bene di non poterlo certo ‘ “controllare” uno come Franco Siddi.
Ma anche sapendo questo, quel nome’ presto per lui sara’ l’unica scelta che possa metterlo al riparo, insieme alla sua corrente, dentro quel PD che un ingenuo come Soru certo non si aspettava di trovare. Quello dei coltelli nelle spalle e parenti serpenti vari. (vedi Dadea, Barracciu ecc. ecc.).
Ovviamente questa e’ solo la mia opinione, spero che altri e forse anche Biolchini possa confutarla o negarla, non pretendo di convincere nessuno ma credo che le sue affermazioni arroganti e tranchant, siano molto meno utili a questa discussione delle mie. E a differenza sua, io almeno conosco le persone in causa e quello di cui parlo. Mi stia bene signor Costa, e si preservi la bile.
Vede, Sardu, ho apprezzato molto Biolchini che, con pochissime parole e senza fanatismo, mi ha fatto notare che, a suo parere, Siddi non sia arrogante.
Ho chiaramente scritto che il mio giudizio è nato dal sentire Siddi un paio di volte(due-tre) in qualche talk show.
In quelle occasioni, ed io non lo conoscevo se non di nome, ha mostrato, a mio parere, ciò che ho affermato.
Non escludo che, conoscendolo bene, possa cambiare totalmente il mio giudizio, ma, nell’occasione, l’impressione è stata qulla ipotata.
Ugualmente pessima fu l’impressione che Soru offrì nelle due occasioni nelle quali partecipò a talk show.
Qualcosa da obiettare?
Il suo infinito sermone da “ultras” di Siddi mi fa solo sorridere.
Legga le caratteristiche che io, come cittadino Sardo, penso debba possedere un candidato Governatore, poi mi dica se il suo Dio Siddi ne possiede qualcuna!
Auguri.
Gentile Costa, Io non ho dei, e nemmeno padri o padrini perche’ li ho uccisi tutti da diverso tempo.. E a differenza sua e di quelli a lei simili, mi informo bene prima di parlare di qualcosa, non formo le mie opinioni attraverso i talk show in tv e sopratutto tacio se non sono in grado di esprimerle in modo comprensibile agli altri che cerco di ascoltare. Anche quando la pensano diversamente da me. Non ho nessun sermone da farle perche’ non appartengo a nessuna parrocchia. E credo d’essere abbastanza comune in tutto questo. Come tutte le persone che pensano con la propria testa. Siete voi ad essere eccezionali.
Onestamente non capisco questa ossessiva ricerca al “giovane” comunque inquadrato in un ambito di partito, dopo la triste esperienza fatta con Massimo Zedda che pensa più “da vecchio” degli anziani che si stordivano di scopone scientifico nelle vecchie sezioni del PCI, e parecchie volte ha fatto cose di destra, magari inconsapevolmente. Senza ironie, sarebbe decisamente più producente proporre un nome come quello del gentile ospite di questo dibattito, che abbastanza giovane lo è (43 anni, o sbaglio?), conosce come pochi il mondo della cultura non solo in ambito cagliaritano, svolge il suo lavoro da giornalista con una curiosità intellettuale che lo porta ad avere una conoscenza profonda di numerosi temi vitali per la sinistra, da quelli sociali ai diritti civili. Soprattutto perché Biolchini ha veramente una statura da persona indipendente, che così come ha sostenuto senza risparmio di energie Massimo Zedda, è stato il primo a criticarlo non appena ha intravisto delle crepe nello iato tra le tante promesse del giovane sindaco e quanto invece attuato. O magari altri giovani o relativamente giovani con analogo profilo, se ci sono. Ma per carità di Dio, lasciamo stare il trucchetto del “giovane” comunque inquadrato nei partiti, che spesso si tratta di gente vecchia dentro, e magari se sono pure sufficientemente sconosciuti, questi candidati vengono sbranati in una competizione come quella regionale che, lo si rammenta, ha le preferenze, e vede come cardine dell’alleanza un partito liquido (o in liquefazione?) come il Pd, che ormai non riesce a garantire più niente neanche quanto a disciplina del voto (certo, a Roma si è riusciti ad eleggere sindaco un personaggio singolare e bizzarro come Ignazio Marino, ma contro Alemanno avrebbe vinto anche Benito Urgu). Vogliamo ricorrere alla formula della “Serracchiani sarda”? Poco convincente, perché Debora Serracchiani, anche se ha appena 43 anni, non è nata ieri, e viene da un percorso politico molto significativo, oltre tutto da recordwoman di preferenze alle europee del 2009 (ha battuto Berlusconi, o sbaglio?). Anche il paragone con Cappellacci è poco calzante: questi aveva dietro Berlusconi, che gli diceva perfino “taglia corto” durante i comizi da dominus assoluto della situazione. Personalmente, resto convinto che la cosa migliore sia farle queste primarie, e che non siano un rito iniziatico per militanti, che siano vere primarie di popolo, che non si faccia pagare o si faccia pagare 50 centesimi, ma che vedano una partecipazione sterminata, anche perché non siano i militanti, ma gli elettori a dare un’indicazione chiara, magari col sistema del doppio turno, sulla persona da candidare e conseguentemente sulla direzione politica e programmatica dell’alleanza. Se questo non piace all’aristocratica Lilli Pruna ce ne faremo una ragione.
Vito for president! 🙂
🙂 🙂
Why not? 🙂
Non fa. Il PD è troppo bravo a autodistruggersi. Ogni tentativo sarà vano.
Che bell’articolo, Vito! Mantieni questo mood in futuro.
“Mi rivolgo quindi prima di tutto agli amici indipendentisti: questo progetto è aperto. Se l’idea di associarvi al centro-sinistra o del centro-destra non vi sembra dignitosa né politicamente adeguata a quello che rappresentate, sappiate che questa è casa vostra ed è una casa dove non dovrete mai camuffare con furbi neologismi la sola parola che ci rappresenta: “indipendenza”. ” (cit. Michela Murgia ieri a Nuoro”)
Eh no così non vale! Kelledda in questo passaggio si sta evidentemente rivolgendo agli elettori indipendentisti non ai dirigenti dei vari partiti indipendentisti. Altrimenti Progres si sarebbe fatto promotore di un grande incontro tra le varie sigle, cercando di favorire una unione. Invece ha ufficializzato una candidatura… Ma di questo parlerò nuovamente prossimamente su questi schermi.
Biolchini, siamo seri, un tavolo con Doddore? 😉
Analisi migliore delle precedenti, Vito. qualche inesattezza ma ti ho visto scrivere strafalcioni peggiori.
Il pallino ce l’hanno in mano le due figure piú importanti della politica sarda recente, Soru e Fadda.
Purtroppo il primo non è mai riuscito a vedere nessun altro a parte se stesso. In dieci anni 10 la sua stagione è evaporata non producendo niente di buono e pochissimo di nuovo.
Il secondo invece è sottosegretario, non si sa per quanto, di un governo di larghe intese e in passato ha prodotto esperimenti come quello di Sinnai di “superamento” del centrosinistra. D’altronde la sua influenza è stata superiore con Cappellacci piuttosto che con Soru per cui se speriamo che fadda faccia carte false per vincere siamo pazzi.
Serve un cambio di passo. Purtroppo però sembrano non esserci le condizioni per un Zedda regionale (posto che dopo il successo elettorale poco ha costruito quella stagione… Enrica Puggioni?). Il Pd è incapace di produrre una sintesi interna e gli altri partiti della coalizione sono ridotti al prefisso telefonico o comunque, è il caso di Sel, non sono credibili per esprimere una leadership a livello regionale ne hanno a disposizioni nomi di rango pronti a correre. Due anni fa Sel era una novità in crescita e Vendola era credibile candidato premier. Il 3% delle politiche ha riportato sulla terra i vendoliani.
Stavolta la sintesi interna al Pd dovrà avvenire dentro il partito, fuori c’è ben poco. La linea tenuta da tutti gli altri partiti è sembra stata quella del “le primarie non sono un obbligo, se il Pd ci porta il nome di un giovane amministratore locale dal buon curriculum politico e tecnico lo candidiamo senza passare dal via e iniziamo oggi la campagna elettorale.” D’altronde, Cappellacci era uno sconosciuto assessore comunale quando asfaltò il centrosinistra.
Questa è la linea, quella vera, dei partiti minori terrorizzati dalla sconfitta e dal conseguente non ingresso in consiglio regionale. O pensate davvero che il campano Ciarlo o Atzeni o Pruna o Lobina siano cose piú serie di chi sta pensando, al massimo, a iniziare prima la propria campagna elettorale con qualche mese d’anticipo?
Gli altri partiti vogliono vincere, tagazzu primarie. E sono stati chiari: oh pd, portaci un giovane preparato da costruire sotto il profilo dell’immagine e saltiamo queste primarie inutili, fuori tempo, imbarazzanti e non risolutive.
Tanto chiari da andare oltre.
Addirittura in maniera informale è stato fatto il nome di un potenziale nome di sintesi pd sotto i 40 anni con quelle caratteristiche capace di rappresentare un superamento degli schemi e un cambio di generazione alla guida della coalizione. L’ha proposto Sel, forse anche in virtú dei comuni trascorsi di parte della dirigenza vendoliana nella Sinistra Giovanile.
Ma il bravo commercialista ex assessore di Carbonia non brilla per coraggio, nonostante avesse l’appoggio di Unica 2.0 e di parte importante del mondo giovanile organizzato che due anni fa è stato determinante per la vittoria alle primarie cagliaritane di zedda.
Purtroppo lo sport principale sembra essere quello di fregare il proprio compagno di partito, prima di cappellacci. Domani ne avremo la conferma o una clamorosa smentita.
Pietro Morittu, se ci sei batti un colpo.
Aggiungere a tutti quei nomi quello del candidato del PSI Simone Atzeni.
Caro Vito,
Io la penso diversamente perché credo che il tuo ragionamento, a mio modesto avviso chiuso nel dogma della contrapposizione tra destra e sinistra, non ammette altre possibilità per sconfiggere Cappellacci & C., che un centro sinistra, con tutto ciò che comporta di già visto e conosciuto.
Io penso invece che occorra costruire una terza via che parta da una idea di Sardegna “indipendente” (nel senso che conosci) .. Ma che proprio per questo deve abbandonare i “dogmi” che finora hanno bloccato nuovi percorsi …
Se cambiamento ci deve essere .. Che lo sia per intero .. Non con apparentamenti innaturali che hanno solo il sapore di “spartizione” della solita torta ..
Perché invece che pronosticare la “sconfitta” della Murgia e il sogno di tanti Sardi di pensare diverso .. Non dai una mano anche tu per costruire una Sardegna possibile alternativa e fuori dai tradizionali schemi?
Si dice che MM non sarebbe l’ottimo .. Infatti non esiste soprattutto nelle scienze sociali .. Esiste l’adatto e MM non mi pare meno adatta di altri quanto a onesta’, trasparenza, voglia di fare qualcosa di utile per la propria gente e la propria terra.
Cosa hanno fatto di positivo i “luminari” che hanno governato l’isola negli ultimi 15 anni? Tu lo sai meglio di me.
Allora, siccome sono certo che anche tu vuoi davvero una Sardegna diversa e migliore d quella attuale … Prova a farci almeno un pensierino per dare una mano ad un progetto che non sia targato necessariamente centro sinistra … 😉
Caro Giuseppe,
di terza via parlano in tanti ma questa ipotesi andrebbe costruita con pazienza e intelligenza. Io penso che un sovranismo che trovi la sua ragion d’essere nella lingua sarda (e non semplicemente nell’insularità, nella questione delle tasse, dell’energia, del paesaggio o dell’ambiente) possa essere un elemento capace di innovare il centrosinistra o di innervare uno schieramento alternativo al centrodestra o al centrosinistra. Michela Murgia di sovranismo non vuole neanche sentirne parlare. Senza considerare che la prematura ufficializzazione della sua candidatura rende più difficile il serio allargamento dello schieramento che la sostiene (ma di questo ho già scritto nei giorni scorsi).
Vedi Vito, io conservo una fiducia nell’uomo enorme, ma nell’uomo in quanto essere pensante, non in un uomo o una donna particolare. Nel contempo, nonostante da cattolico creda nella “redenzione” delle persone, anche per vicende personali, rifuggo da chi dice di “voler cambiare pelle”, semplicemente affermandolo (in ogni caso alzo il livello di guardia). Questo vale anche per ciò che si chiama centro sinistra, al cui tavolo, come ben sai, chi c’è? Chi determina le scelte attuali e future?
Sono le stesse persone con le quali tu per primo più volte ti sei scagliato senza peli sulla lingua, esattamente ciò che di te apprezzo di più come professionista. Allora mi chiedo, è più facile cambiare questo centro sinistra, con “iniezioni di indipendenza” portate da Maninchedda e Sedda o con persone indicate dai vari “capi-bastone”? O forse è più facile aiutare “l’inesperta e forse talvolta ruvida Michela Murgia” a costruire un progetto alternativo, insieme alle tante “intelligenze” sconosciute ai più, che magari con grande umiltà fanno il loro onesto lavoro senza frizzi e lazzi?
Che spazio avrebbero queste persone nel centro sinistra che ben conosci? Alla sarda, sarebbero considerate “gli ultimi arrivati”, quelli che devono sedersi in ultima fila e aspettare il loro turno. Tutta la società sarda, in molte (le eccezioni ci sono sempre) sue manifestazioni (dall’università alle imprese, dalla politica alle associazioni, ecc.), si basa su questo modo di vedere le cose. On no?
Se invece guardiamo alle innovazioni più efficaci da dove vengono? Arrivano dal “non convenzionale”, dal pensare davvero diverso, innovativo … un diverso modo di pensare e agire che, purtroppo, porta coloro cui fa comodo stare nella “schiavitù” dei dogmi, a denigrare questo modo di pensare e chi prova a farlo … tacciandolo come utopico, come da bambini o da paese dei balocchi … da chi insomma lavora molto con la fantasia … sganciato dalla realtà.
Eppure, se si va a leggere, anche e soprattutto in ambito scientifico, quale è la virtù principale che caratterizza le società innovatrici, questa è proprio la capacità di “immaginazione”, di pensare diverso.
Per il resto concordo totalmente con te che la costruzione della terza via, di società diversa, deve mettere la lingua sarda al centro del proprio programma, come rappresentazione evidente e tangibile dell’identità, una identità che va saputa declinare in modo intelligente nei diversi campi della società, per adeguarla ai tempi ma senza rinnegarla (come invece nei fatti è finora accaduto).
Sulla ufficializzazione della candidatura confesso di non avere certezza. Ho letto il tuo intervento di ieri e indubbiamente contiene elementi importanti. Mi permetto solo di dire che se Michela Murgia è sincera (e ad oggi non ho motivi per dubitarne) l’allargamento può ancora avvenire, soprattutto se non ci sono primogeniture da parte di chicchessia … non è nell’interesse di chi vuol cambiare.
In ogni caso, ora c’è e si tratta di dialogare per allargare questo consenso, magari aiutandola a costruire il programma. Vediamo, mettiamola alla prova, tu, io e i tanti che con le idee possono dare un contributo …
Per me, per esempio, sarebbe fondamentale, mettere tra le tante cose che avrei in mente, la riduzione delle indennità dei consiglieri regionali perché è “immorale” percepire stipendi che non sono a misura delle attività politiche (giustamente da rimborsare) ma sono oggi dimensionate, come ben sai, per “sistemare” carriere lavorative spesso fallimentari o inesistenti.
Mi scuso per la lunghezza del post.
Scusa Biolchini, perché secondo te dovrebbe essere Soru a indicare un candidato?
Perché, a parte Paolo Fadda, è l’unico big del Pd che non si riconosce nei candidati finora in campo.
E pensi che quindi una volta che Soru indicasse un candidato spendibile, gli altri capicorrente del Pd si ritirerebbero in buon ordine? Non sta accadendo, forse anche per il metodo profondamente sbagliato con cui è stata avanzata la candidatura, neppure al cospetto di un nome come quello di don Cannavera, che per quanto eccessivamente vicino a Sel avrebbe in teoria un’autorità morale e una competenza su alcuni temi indiscutibili. E comunque siamo tanto sicuri che Soru vincerebbe in carrozza le primarie, direttamente o per interposta persona? Quando altre volte Soru ha voluto forzare, talora in prima persona, talora mediante la Barracciu un tempo suo braccio destro, gli altri capicorrente del PD si sono uniti alla grande, i maligni dicono non senza contributi cospicui dell’UDC di Giorgio Oppi alle primarie. Forse, il ritorno di Soru servirebbe a riequilibrare il campo, ma in tal caso penso che gli altri (a parte Deriu, forse) si unirebbero sul nome della Barracciu che ha già ampi consensi trasversali, dai lettiani ai renziani a una buona fetta dell’ex area Cabras, e vincerebbe lei. A meno che il nome “giovane” a cui alludi non sia quello di Massimo Zedda, ma tu stesso hai scritto che il sindaco di Cagliari fa un sacco di danni al centrosinistra. Comunque noto una sfumatura nel tuo discorso, che forse risponderebbe a verità una volta provata alle urne: Soru vincerebbe le primarie, ma perderebbe malamente alle elezioni. Non significa forse questo che il PD non ha solo un problema di scollamento tra la sua classe dirigente e l’elettorato, ma anche uno non meno importante di scollamento tra la sua “base militante” (presso la quale i soriani e i contigui civatiani sono di sicuro molto più attivi e influenti dei lettiani, dei cabrasiani e anche dei bersaniani) e l’elettorato che è una cosa un po’ più ampia e complessa? Non a caso le liste uscite dalle “parlamentarie” di dicembre, fatte tra militanti per l’esiguità della partecipazione, hanno prodotto un casino di voti di protesta al Movimento 5 Stelle da parte di chi non è riuscito a riconoscersi in quelle liste.