Ricevo e condivido con voi questa incredibile segnalazione. Speriamo che chi di dovere intervenga al più presto. Ai tempi della giunta Soru, per molto molto molto meno, dai banchi dell’opposizione chiedevano le dimissioni dell’assessore Dirindin.
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Gentilissimo,
vorrei segnalare un episodio che credo rasenti la follia allo stato puro.
Non è una novità che per prenotare una visita di controllo ci siano liste d’attesa lunghissime e in molti casi per screening non in urgenza ci siano mesi di attesa.
Ma è necessario che si sappia che alla Clinica universitaria di Monserrato non stanno più prendendo prenotazioni per mammografie perché il tecnico abilitato all’uso dei macchinari ha un contratto precario in scadenza.
La settimana scorsa mi sono recata a Monserrato per prenotare una mammografia e un’eco mammaria, e all’accettazione mi sono sentita dire che da loro non potevo fare questi esami in quanto a breve sarebbero stati senza tecnico, e che quest’ultimo non sarebbe stato riassunto a fine contratto.
Mi chiedo: si spendono milioni di euro per macchinari di nuova generazione che devono rimanere inutilizzati perché non si vuole o non si può assumere stabilmente un tecnico che le fa funzionare?
Al Policlinico possiedono delle macchine di ultima generazione che garantiscono la possibilità di una diagnosi precoce e tutti sappiamo quanto questo sia importante, lasciare quelle macchine spente è un delitto.
Quanto costa un fermo macchina di mesi anche in termini di future spese sociali? Un tumore non diagnosticato in tempo costa sicuramente di più di uno stipendio annuale di un tecnico. Sarebbe il caso che voi giornalisti cerchiate di divulgare il più possibile queste “anomalie” (provi a controllare anche lei chiamando il Cup o direttamente l’ospedale).
Quando ho chiesto quando avrebbero ripreso a fare le visite a Monserrato, non mi hanno saputo dare una risposta.
Così ho chiesto di poter fare quelle analisi in altre strutture ospedaliere (San Giovanni di Dio, Centro Donna al Binaghi, Oncologico), ma da ciò che risultava all’operatore del CUP non c’era modo di effettuare sia eco che mammografia presso la stessa struttura (cosa consigliata), mentre al San Giovanni poteva prenotare solo l’ecografia, al Binaghi solo la mammografia. All’Oncologico invece hanno chiuso le prenotazioni per tutto il 2013.
Così, sono stata costretta a rivolgermi ad una struttura privata convenzionata.
Non so Lei, ma io sono rimasta basita.
Lettera firmata
Vorrei raccontare la mia esperienza e, purtroppo, quella di una persona cara: nel sospetto di un tumore al seno ho chiamato direttamente la mammografia del vecchio ospedale civile, chiedendo un appuntamento urgente. Sono stata ricevuta in mattinata e ho eseguito l’esame, per fortuna risultato negativo.
Qualche settimana dopo ho consigliato ad un’amica di rivolgersi allo stesso servizio: la mammografia è stata eseguita anche questa volta in giornata, purtroppo con un risultato meno favorevole.
L’equipe che mi ha visitato ( palpazione del seno, mammografia ed ecografia) è stata disponibile e attenta, mi ha tranquillizzato e proposto dei controlli annuali, precisando che avrei potuto prenotare telefonicamente ed avere un appuntamento dopo 20-30 giorni.
Ogni tanto bisogna parlare anche delle cose (poche o molte?) che funzionano in sanità e di chi lavora anche in condizioni non ottimali.
C’è anche da far presente che la molti degli infermieri sono lavoratori interinali….Non si tratta di un lavoro come gli altri, non può seguire le stesse logiche…Se non si vuole che la sanità precipiti, bisogna farsi sentire ora dai politicanti, in maniera chiara .
Pingback: “Niente mammografie al Policlinico di Monserrato perché è scaduto il contratto al tecnico precario!”. Ma è così che funziona la sanità in Sardegna? | Informare per Resistere
MONTI VUOI ANCORA TAGLIARE? ALLORA FACCIAMO PRIMA A TAGLIARCI IL SENO
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se non ricordo male non esiste una legge dove dice :che dopo non ricordo quanti anni il precario deve essere assunto ad tempo indeterminato.la legge e legge e qundi !
«Così, sono stata costretta a rivolgermi ad una struttura privata convenzionata». E ha detto tutto.
Spendiamo la metà del Bilancio Regionale per la Sanità togliendo risorse a settori ugualmente fondamentali. Ma è così vecchia decrepita e malata la Sardegna? Stiamo tutti così male? Abbiamo bisogno di spendere così tanto per la nostra salute? Lça domanda riguarda destra e sinistra, Soru e Cappellacci che hanno fatto le stesse scelte (forse Soru ha scialacquato un po’ meno, ma insomma ci siamo). Poi, oltre il danno anche la beffa. Se hai un male poco più che lieve devi comunque recarti da un privato oppure abndare fuori a cercare un medico serio o un ospedale prestigioso. Ma vale la pena allora continuare a pagare le tasse per mantenere la sanità pubblica in questo stato? Vale la pena bloccare la Regione intorno agli interessi delle lobby mediche senza curarsi della salute dei pazienti? Vale la pena tenere la Sanità fuori dal Patto di Stabilità e bloccare tutti gli altri settori? Risponda chi ne sa più di me.
E da ieri che provo a chiamare il numero unico 1533 per la prenotazione di una visita:
Le risposte sono: gli operatori sono occupati, oppure rimanga in linea per non perdere la priorità acquisita, e poi però non risponde nessuno.
Ha ragione c’era un onorevole che per molto meno indiceva una conferenza stampa un giorno si e l’altro pure.
Cosa devo fare per prenotare la visita? Stare tutta la sera al telefono?
Provate anche voi a fare il 1533 e vedrete che tempi di attesa per la risposta ci sono. Per la visita pure…………
Beh vediamo: ma non sarà mica perché per comprare attrezzature che costano centinaia di milioni di euro si possono chiedere delle grasse tangenti alle ditte fornitrici e invece rinnovare il contratto a un tecnico non rende allo stesso modo?
Per lo stesso motivo, caro Vito, all’ospedale microcitemico non si può effettuare l’indagine genetica preimpianto. Unico centro pubblico in Italia a farla fino al 2004 e riautorizzato dalla sentenza della corte costituzionale del 1 aprile 2009. Qualche settimna fa, seguendo il pronunciamento dell’Alta Corte Europea, il tribunale di Cagliari ha emesso sentenza a favore di una coppia che aveva presentato istanza di poterla effettuare. L’indagine richiede un centro di PMA di 3 livello, un laboratorio di citogenetica e un biologo. Purtroppo ad oggi non esiste questa opportunità perchè il biologo che la effettuava non fu confermato nel ruolo. Le coppie sarde che non rinunciano a farla sono costrette ad andare in centri privati nella penisola e a investire circa 9000 euro a tentativo.
Sarebbe opportuno che l’assessore De Francisci mettesse mano alla questione, nell’interesse della salute e della libertà dei sardi che non volendo ricorrere ad una interruzione di gravidanza preferirebbero effettuare l’indagine di cui sopra. Ad ora tutto tace.