Dopo aver letto il post “Il Piano Sulcis fa cagare!” I ministri Passera e Barca verranno in Sardegna per dirlo direttamente a Cappellacci il prossimo 13 13 novembre il presidente della Provincia Carbonia Tore Cherchi ha inviato a questo blog un suo intervento. Permettetemi di esprimere la mia soddisfazione e il mio sincero ringraziamento al presidente per la sua disponibilità ad aprire un dibattito su questo tema (il “titolo elegante” ha richiamato indubbiamente l’attenzione). Le riserve del governo, riportate sia da Milano Finanza che (mi dicono) anche dal Sole 24 Ore, non hanno trovato però nessuna eco nei nostri giornali. Perché poi alla fine, il problema non è quello che ho scritto io ma le critiche del governo al Piano Sulcis, rilanciate dai due quotidiani economici. Giornali che, evidentemente, nelle redazioni dei maggiori organi di informazione isolani non legge nessuno. Grazie al presidente Cherchi per averci inviato una sintesi del Piano Sulcis assolutamente esaustiva e che attende ora i vostri commenti, cari frequentatori del blog.
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Poiché non sono un frequentatore delle piazze virtuali (mio limite!) ho chiesto la cortesia di inserire questo mio contributo nel dibattito sul Piano Sulcis, avviato con titolo elegante.
Si tratta della sintesi del Piano che la Provincia d’intesa con i Comuni ha presentato a Regione e Governo, all’inizio del mese di giugno come da accordo richiamato in premessa.
Avverto che già la sintesi richiede un qualche tempo di lettura. Per chi volesse approfondire (un dovere per chi fa il giornalista!) sono utili i rimandi ai documenti relativi (circa 700 MB) consultabili sul sito della Provincia o più comodamente, richiedendo per le vie brevi un DVD che sarà prontamente inviato.
Non esiste un piano Cappellacci-Cherchi. La Regione ha consegnato una serie di schede che talvolta riflettono il contenuto del nostro Piano, altre volte sono di esclusiva paternità della Regione e altre volte ancora sono il frutto di scelte non supportate da alcuna analisi: per noi l’intervento su una strada è il risultato del piano dei trasporti elaborato dal competente Dipartimento di ingegneria di Cagliari e non il risultato di qualche altra ispirazione.
Il Governo che discute con Regione e Provincia condivide una serie di progetti, avanza osservazioni a mio avviso anche fondate. Questo è normale e non è roba da wc. Saremmo in disaccordo se pensasse che debbano essere affidati a Invitalia nuovi studi di base. Questi studi, Invitalia avrebbe dovuto farli, per impegno scritto, molti mesi fa, ma non li ha fatti. Ora li abbiamo fatti noi coinvolgendo Ambrosetti, Crenos, Pigliaru, Paci, svariati dipartimenti universitari, società del Ministero dell’economia. Abbiamo prodotto programmi e studi di prefattibilità. Invitalia può aiutarci ad andare sul mercato per l’attrazione di capitali privati.
Soprattutto saremmo lontanissimi se il Governo pensasse che il problema della crisi del Sulcis si risolve con 127 milioni di euro, quanti ne sono stati accantonati. Noi, non conteggiando l’impatto della chiusura di Alcoa, abbiamo un problema di ottomila posti di lavoro da recuperare rispetto alla fine 2008. Abbiamo posto la necessità che i 300 milioni di euro della sanzione Alcoa siano emblematicamente destinati al Sulcis. Non è solo un problema di soldi, spesso è un problema di procedure e di affidabilità e di rispetto della cosa pubblica.
Il governo verrà nel Sulcis: lo abbiamo tenacemente voluto noi istituzioni locali e lo abbiamo ottenuto non per graziosa concessione; puntiamo ad un confronto serio con decisioni su questi punti: innovazione nei settori tradizionali, nuova pianificazione settori a più alta potenzialità di crescita (agroalimentare, turismo, servizi), fiscalità di vantaggio per le piccole imprese. Il ministero del lavoro dovrà tradurre in concreto la flexsecurity (scusate la parola ma la usa la Fornero) in un’area dove non manca la gente in cassa integrazione.
Come si dice: a disposizione per un dibattito che non posso che considerare utile.
Tore Cherchi
Presidente della Provincia di Carbonia Iglesias
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PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS
Sintesi delle proposte della Provincia per il Piano Sulcis Iglesiente
Il Verbale di accordo sulla Vertenza Alcoa, sottoscritto il 27 marzo 2012, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, dal Ministro, dai Presidenti della Regione e della Provincia, dalle Organizzazioni Sindacali, dalla Confindustria e dall’Azienda, contiene al punto 3.2 “Diversificazione e pianificazione del territorio“, il seguente impegno:
3.2.1 La Regione Autonoma della Sardegna e gli Enti locali interessati, con il supporto di Invitalia e/o di altra struttura specialistica indicata dal Ministero dello Sviluppo Economico, proporranno da subito progetti per lo sviluppo e la diversificazione economico-produttiva nel Sulcis Iglesiente.
3.2.2 I progetti saranno illustrati a tutte le Parti interessate entro e non oltre il prossimo mese di maggio 2012.
3.2.3 A valle di tale presentazione e, comunque, non oltre il mese di settembre 2012, sarà deciso lo strumento di programmazione territoriale più idoneo per la realizzazione e la gestione del progetto di cui ai paragrafi precedenti. Per questa finalità, saranno attivate le risorse finanziarie necessarie, attingendo, in quanto previsto, alle normative in essere, ai fondi Fas e ai bilanci degli Enti territoriali e regionali.
3.2.4 Il piano opererà principalmente attraverso l’attrazione di investitori privati.
In ottemperanza a tale impegno, la Provincia trasmette ai soggetti che hanno sottoscritto l’accordo, quanto di propria competenza. Il contributo della Provincia al Piano in oggetto è, inoltre, trasmesso a tutti i soggetti istituzionali, alle parti sociali ed è reso disponibile sul proprio sito, per la più ampia diffusione.
Il contributo della Provincia contiene i seguenti documenti.
1) Studi di carattere generale
1.1 Piano Strategico Provinciale (documento 1, PSP), approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale nel settembre 2011. Il PSP è stato elaborato con le classiche procedure di consultazione/partenariato delle parti sociali e contiene quanto segue: l’analisi del contesto; l’analisi dei progetti attuati e in corso, con un’approfondita disanima critica degli strumenti della programmazione negoziata applicati negli anni recenti per la correzione/integrazione del modello di sviluppo industriale e dei risultati prodotti; i programmi strategici per lo sviluppo, articolati in 7 assi d’intervento; la governance e gli strumenti finanziari. Il PSP è coordinato con il Piano Urbanistico Provinciale e con il Piano della mobilità, approvati dal Consiglio provinciale e disponibili sul sito della Provincia.
1.2 Studio prodotto nel giugno 2011, aggiornato al febbraio 2012, dalla Società degli Studi di Settore, SoSe SpA, controllata da Ministero dell’Economia e dalla Banca d’Italia, intitolato “Dalla banca dati degli studi di settore, il quadro della situazione economica nella Provincia di Carbonia Iglesias” (documento 2, SoSe). Lo studio analizza l’universo delle imprese del Sulcis Iglesiente al di sotto dei cinque milioni di fatturato, mettendo in luce la gravità della situazione congiunturale e le debolezze strutturali del sistema. contiene in particolare un’analisi della competitività delle imprese che operano nel turismo che evidenzia la debolezza di queste imprese.
1.3 Contributo del Prof. Francesco Pigliaru al Piano Strategico Provinciale, aprile 2012, (documento 3, flexsecurity). Il contributo è rilevante sul piano generale per la disanima critica del PSP e contiene un capitolo particolarmente rilevante su “Strumenti pubblici regionali e flexsecurity: il governo della crisi industriale e la nuova occupabilità”.
1.4 Analisi delle ricadute occupazionali, a cura del Prof. Raffaele Paci. (Doc 4, Impatti occupazionali). Si tratta della valutazione, assolutamente preliminare, del potenziale occupazionale attivabile da alcuni dei programmi contenuti nel Piano Strategico. La valutazione riguarda l’occupazione a regime, diretta e indiretta, e quella di cantiere.
1.5 Rapporto della The European House Ambrosetti “Idee di sviluppo per la Provincia del Sulcis Iglesiente, aprile 2012” (documento 5, Ambrosetti). La Giunta provinciale ha sottoposto la validazione del Piano Strategico ad una società particolarmente qualificata nel campo dei programmi di sviluppo. Ambrosetti ha fatto un’analisi critica molto utile del PSP, determinando una graduatoria degli interventi a maggior impatto strategico e tenendo conto del quadro competitivo nazionale ed internazionale. La graduatoria è sintetizzata nella Piramide degli impatti strategici contenuta nel rapporto, al quale si rimanda.
2) Quadro sinottico dei programmi operativi del Piano Sulcis (documento 6, Quadro sinottico, Piano Sulcis). Si tratta del quadro riepilogativo dei programmi discussi con la Regione sarda, i Comuni e, in parte, con il sindacato e le organizzazioni imprenditoriali. Il Quadro del Piano Sulcis è riportato nella versione integrata dalla Provincia. La Giunta Regionale ha assunto l’impegno (non ancora attuato) di validare questo Quadro con propria delibera, assegnando le risorse di competenza regionale. Nella sintetica illustrazione dei Programmi/progetti attuativi e relativi impatti economico-sociali, si assume quel Quadro del Piano Sulcis come riferimento, poiché su questo, ancorché non formalizzato in una deliberazione regionale, si è realizzata la maggiore convergenza fra i soggetti coinvolti.
La Provincia ha sviluppato taluni di quei programmi/progetti perché direttamente competente per le funzioni proprie nel campo dello sviluppo economico e ha contribuito alla loro definizione, laddove è socio, come nel caso del Consorzio Industriale e dell’Associazione per l’Università del Sulcis Iglesiente. Per completezza del quadro dei programmi/progetti in campo, nel seguito si presenta una sintesi completa anche di quanto è nella responsabilità di altri soggetti.
3) Programmi e Progetti attuativi del Piano Sulcis
PARTE 1, programmi di salvaguardia
3.1 Salvaguardia polo industriale esistente. E’ condivisa da tutte le Istituzioni e dalle parti sociali che sia necessario impedire il tracollo del comparto industriale (il più importante in Sardegna), puntando ad un ammodernamento/riqualificazione nel quadro attuale delle condizioni di competitività. Al riguardo, si allegano i più recenti accordi sottoscritti da parti sociali e istituzioni (documento 7 su Vertenze industriali).
3.1.1 Energia. Riguarda l’energia elettrica e termica per l’industria dei metalli non ferrosi. Si rimanda ai documenti di impegno sottoscritti fra le Parti Sociali, Aziende e Istituzioni (documento 7).
PARTE 2, nuovi programmi e progetti di sviluppo
3.2 Nuovi scenari per l’Area e il Porto industriali. Gli studi e i progetti sono stati realizzati dal Consorzio Industriale, di cui la Provincia è socio rilevante insieme con i Comuni. L’obiettivo immediato è completare le infrastrutture portuali, in funzione delle aziende già localizzate, che patiscono importanti diseconomie di contesto. L’obiettivo strategico di medio periodo è: 1) ridefinire la missione del porto industriale nei traffici commerciali, affrancandolo dall’attuale condizione di mero porto di autonomie funzionali per la grande industria, 2) risanare conclusivamente l’ambiente e uscire dalla situazione di rischio ambientale; 3) recuperare aree e fabbricati abbandonati, per destinarli alla piccola e media impresa, tenuto conto della sottoutilizzazione effettiva di un’area estesa ben 720 ha. Nell’immediato, è possibile immettere sul mercato un’area estesa circa 100 ha, per le piccole e medie imprese; 4) favorire la reindustrializzazione con strumenti fiscali, quali il Punto franco portuale, previsto da norma di attuazione dello Statuto sardo ma non reso operativo, e soprattutto da una misura fiscale del tipo Zona Franca Urbana per le piccole e medie imprese. Sono allegati (documento 8): Piano Programma Strategico del Consorzio Industriale, aggiornato all’ottobre 2011; gli studi di base per la riqualificazione e il rilancio dell’Area industriale, in funzione della piccola e media impresa e per la fiscalità di vantaggio (documenti 9,10). Le più immediate necessità per il completamento delle infrastrutture sono: integrazione del finanziamento già disponibile per il dragaggio del porto e per l’espansione delle aree utilizzabili in aderenza alle banchine, nella misura di 20 milioni di euro; interventi per rendere disponibile il Porto H24, 2 milioni di euro; completamento della strada periportuale, 2,3 milioni di euro; risorse per il risanamento ambientale, a carico delle aziende; decisione sulle misure fiscali di responsabilità del Governo e della Regione. A valere sul Contratto d’Area per il Sulcis Iglesiente, sono non utilizzati fondi pubblici per 33 milioni di euro, di cui si richiede la riassegnazione (documento 11) per il sostegno ai programmi concernenti le piccole e medie imprese nell’area.
Un caso di diversificazione industriale che si prospetta nell’area, è quello concernente la cantieristica nautica. In questo comparto, sono già prospettate iniziative per almeno 100 occupati.
Sulla base delle prime valutazioni, è ragionevole attendersi che dall’insieme delle azioni per il rilancio del porto industriale e per la valorizzazione delle aree disponibili, è possibile attivare nuove iniziative con un impatto occupazionale, nell’arco di tre anni, non inferiore a 500 addetti.
3.3 Progetto CCS. Consiste nella realizzazione di una centrale di taglia commerciale (450 MWe) per la produzione di energia elettrica, attraverso un processo che azzera le emissioni inquinanti, compresa l’anidride carbonica, che è catturata e stoccata nei giacimenti di carbone profondi non coltivabili. L’impianto è alimentato con carbone. La rilevanza dell’investimento è di carattere strategico, poiché il sistema industriale italiano svilupperebbe una competenza nell’uso delle fonti fossili senza produrre inquinamento. E’ anche l’unico modo per dare una prospettiva alla miniera di Nuraxi Figus. L’investimento avverrebbe con capitali privati, incentivati con una misura di tariffazione speciale dell’energia elettrica (cip6) prevista in legge. Le decisioni sono di competenza del Governo, della Regione della Commissione UE, che deve ancora autorizzare la gara internazionale. L’occupazione indotta è di 200 unità, cui deve sommarsi l’occupazione diretta e indotta di Carbosulcis, la cui prospettiva è legata al progetto CCS.
3.4 Metanizzazione e Galsi. La Provincia e il Consorzio Industriale, insieme con gli operatori nazionali responsabili del progetto GALSI, hanno verificato che Portovesme dispone potenzialmente delle infrastrutture necessarie perché vi sia localizzata la base logistica per il metanodotto. Non occorrono nuovi investimenti, salvo il completamento tempestivo di quelli già programmati. L’occupazione indotta vale circa 200 addetti per almeno tre anni. La decisione è di competenza regionale e locale.
3.5 Bonifiche e risanamento ambientale. E’ un programma propedeutico a molti dei progetti di sviluppo illustrati nel seguito: in una visione integrata con il Centro di Competenze, di cui al punto 3.7.1, costituisce esso stesso un’occasione di sviluppo. Lo stato dell’arte è riassunto nel documento 12 “Bonifiche e risanamento ambientale”. Le risorse finanziarie di origine regionale ammontano a circa 75 milioni di euro e quelle a carico delle aziende metallurgiche valgono almeno 50 milioni di euro.
Un problema rilevante è costituto dalla complessità delle procedure burocratiche di autorizzazione/attuazione e dall’accentramento al Ministero dell’Ambiente delle competenze sulle aree classificate di interesse nazionale.
3.5 bis Infrastrutture per progetti multi obiettivo: i porti e gli approdi. La Provincia ha elaborato studi di fattibilità e, in alcuni casi, progetti per la messa a sistema, il completamente delle infrastrutture e la manutenzione straordinaria dell’insieme dei Porti e degli Approdi del territorio (escluso Portovesme di competenza del Consorzio), in funzione di obiettivi di sviluppo del turismo, della nautica, della cantieristica, della pesca e della razionalizzazione del trasporto per le Isole. Gli studi e i progetti considerano le interrelazioni con la pianificazione urbanistica (segnatamente gli waterfront) e territoriale. Il bilancio provinciale ha accantonato risorse significative per il cofinanziamento dei programmi. Questi progetti danno un apporto rilevante di nuova occupazione. Il lavoro è stato articolato in due parti.
3.5.1 Recupero degli Approdi minerari della “Costa delle Miniere” (documento 13, “Approdi minerari”). Costa delle Miniere è un marchio depositato. Il progetto consiste nel mero recupero (rispettando la morfologia e i materiali originali) degli approdi, per il trasporto del minerale, della costa compresa fra Gonnesa/Funtanamare e Fluminimaggiore/Portixeddu. Questi approdi funzionerebbero come porta d’ingresso dal mare per il territorio del Parco Geominerario; rafforzano la sicurezza e sono utili per la pesca e la nautica in generale. Il programma riguarda gli approdi di Nebida, Masua, Porto Ferro, Cala Domestica e Portixeddu. Sono trattate nell’ambito dell’altro programma, le nuove strutture per Funtanamare e per l’espansione delle strutture di Masua, poiché comportano processi ben più complessi rispetto al recupero dell’esistente. Lo stato dell’arte è il seguente. La Provincia, in partenariato con l’Università di Cagliari – Facoltà di Architettura – ha elaborato lo studio di fattibilità, che dimostra il valore culturale, paesaggistico e il ritorno economico e occupazionale del progetto. Sono stati conclusi un Accordo di Programma con i Comuni interessati e un’intesa di massima con la Società Igea, proprietaria di alcuni immobili a terra, necessari per l’attuazione del programma. Per il caso Masua, è pronto il progetto definitivo. Per gli altri casi è in corso la progettazione.
Il finanziamento necessario ammonta a 3,5 milioni di euro, interamente disponibili nel bilancio provinciale. L’occupazione aggiuntiva diretta stabile è valutata in circa venti unità, non considerando l’impatto sul turismo. La gestione sarebbe affidata a soggetto privato per gara pubblica.
3.5.2 Programma di riassetto e razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente (documento 14, Porti del Sulcis). La Provincia e i Comuni hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per l’attuazione di questo programma. Il Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari, in partenariato con la Provincia, ha sviluppato uno Studio di fattibilità che, con alcune integrazioni in corso, ha le caratteristiche per essere sottoposto al Nucleo di valutazione degli Investimenti.
Lo studio riguarda Sant’Antioco, Carloforte, Calasetta, Portoscuso (trasporti industriali esclusi), Buggerru e gli approdi minori del Basso Sulcis, e comprende una Relazione generale, che esamina le alternative possibili fra gli scenari, lo studio delle alternative per i trasporti passeggeri da e per Carloforte, gli studi dell’assetto storico culturale, della compatibilità ambientale e della sostenibilità economico-finanziaria, e dei dossier specifici sui singoli porti, con la considerazione degli waterfront di Sant’Antioco, Calasetta e Carloforte. L’integrazione è realizzata anche attraverso interventi sulla viabilità, in particolare la circonvallazione di Sant’Antioco per Calasetta e la litoranea che, partendo da Portoscuso, intercetta Sant’Antioco e la costa del Basso Sulcis. Lo studio sceglie lo scenario che valorizza le infrastrutture già esistenti, integrandole con la realizzazione di quanto manca, e che minimizza gli impatti ambientali. La dotazione di posti barca nel complesso dei porti passa gradualmente dagli attuali 1800 a circa 3000. Gli investimenti nei porti di Sant’Antioco, Carloforte, Calasetta e Portoscuso, che concernono infrastrutture classificate come invarianti, cioè necessarie, sono stimati in circa 35 milioni di euro. Si da dimostrazione che gli investimenti hanno un tasso di ritorno positivo e generano un VANE, valore netto attualizzato positivo. Gli investimenti sugli Waterfont urbani (Carloforte, Sant’Antioco e Calasetta) sono stimati in 15,50 milioni di euro e sono interamente finanziabili con il valore delle aree immesse sul mercato. Sono valutati gli investimenti necessari per la viabilità. Sono considerate indispensabili la circonvallazione e la ristrutturazione della Sant’Antioco-Calasetta (10,5 milioni di euro) e l’interconnessione SP2-SS126 via Matzaccara, con importi variabili, in relazione ai tratti compresi, sino ad un massimo di circa 21 milioni di euro. Gli interventi riguardanti i porti di Buggerru, agli approdi di San Giovanni, Masainas e Porto Pino, sono finanziati anche con fondi della Provincia per 1,550 milioni di euro. L’impatto occupazionale degli investimenti portuali per la nautica da diporto è valutato in 130 addetti, considerando il moltiplicatore sugli altri settori. Non sono valutati, in questo studio, né le ricadute generate dall’industria cantieristica, cui sono dedicate apposite aree, né le ricadute generate dall’alberghiero, cui pure sono dedicati spazi appositi negli Waterfront. Occorre, inoltre, aggiungere che investimenti aggiuntivi sono realizzabili nei servizi a carattere esclusivamente di mercato, con schemi di project-financing e schemi BEI di finanziamenti pubblico-privato o similari.
3.5 Infrastrutture e servizi per la mobilità. Il Piano della mobilità, riportato in sintesi nel documento 15 (mobilità), indica il complesso delle azioni necessarie.
Fra quelle di competenza dello Stato, rientrano l’adeguamento delle strade statali 126, 195 e 293 (intervento stimato in 10 mil€) e il collegamento ferroviario Iglesias-Carbonia (con un investimento di 30 mil€).
Le priorità d’investimento sulla viabilità di livello regionale, definite in funzione del piano e degli attrattori di traffico, sono le seguenti:
– SP2 – tratto Barbusi – Sirai – SP 75 (27,3 mil€)
– SP 85 (5,5 mil€)
– SP 77 – SP 73 (10,4 mil€)
Gli interventi sull’infrastruttura viaria e il collegamento ferroviario fra le due principali città del Sulcis Iglesiente, avranno un impatto immediato sull’economia del territorio, sia dal punto di vista della circolazione delle persone, dei servizi e delle merci, che dal punto di vista turistico.
3.6 Turismo. E’ il settore a più alta potenzialità di sviluppo, considerato il grave ritardo rispetto alla media regionale. Sono rilevanti i tre studi di base allegati nel documento 13 (turismo). La relazione del Prof. Raffaele Paci dell’Università di Cagliari quantifica il potenziale occupazionale in circa 1300 addetti su base annua, se la Provincia conseguisse l’obiettivo di avere un numero di presenze turistiche pari all’otto per cento del totale regionale, cioè in misura pari alla quota di popolazione. Ciò significa triplicare le presenze attuali: obiettivo non impossibile nel medio periodo. SoSe spa ha fatto un’analisi su “La struttura ricettiva alberghiera: modelli di business, competitività e prospettive di miglioramento – La Provincia di Carbonia Iglesias”, concludendo negativamente sul grado di competitività di questa struttura e indicando cosa deve essere fatto. Ambrosetti conclude che, con gli attuali tassi di espansione, il contributo del turismo al reddito del territorio resta molto modesto nella proiezione al 2018 e indica quali azioni devono essere compiute perché il settore contribuisca con una quota significativa (il 15%) al Pil territoriale. Si rimanda ai documenti allegati per le azioni di sviluppo da compiere.
Si vuole qui richiamare l’attenzione sul fatto che gli imprenditori, che propongono investimenti nel segmento medio alto del turismo, incontrano notevoli difficoltà, poiché la misura compensativa (conversione delle volumetrie industriali in volumetrie ricettive), prevista dal Piano Paesaggistico, non ha funzionato e non funzionerà nel medio periodo. Nello stesso tempo, numerosi imprenditori hanno rinunciato ad investire. Questo si è verificato a Buggerru, Iglesias, Gonnesa, Carloforte, Sant’Antioco, Masainas e Sant’Anna Arresi. E’ questo un problema fondato, che richiede decisioni concrete e realistiche da adottare nel rispetto dell’ambiente.
Il territorio non ha le caratteristiche per sostenere un turismo di massa. Occorre, dunque, puntare su un target di clientela costituito dallo spenditore medio, culturalmente qualificato e interessato ad un habitat specifico per ambiente e cultura. Sono coerenti con questo target le azioni già illustrate a proposito dei porti e degli approdi. Sono stati varati ulteriori investimenti, quali il recupero dei tracciati ferroviari abbandonati, per trasformarli in piste ciclabili e per trekking, per la rete dei beni culturali della Sardegna Antica. Il Parco Geominerario, costituito con legge dello Stato, ha una funzione centrale per la valorizzazione dei beni e dei siti minerari, ma è commissariato da 5 anni e serve una decisione regionale e nazionale per restituirgli piena operatività. L’insediamento rurale sparso del Sulcis (medaus) rappresenta una buona opportunità per la ricettività nel territorio. Ambrosetti suggerisce la realizzazione di un parco a tema, di educazione e intrattenimento, finanziato con capitale privato, come acceleratore degli arrivi nel territorio. Propone, inoltre, la realizzazione dell’”Alta Scuola per il Turismo”. Insieme con il Piano di comunicazione del Sistema Turistico Locale, si da conto di quanto richiamato nel documento 16.
Il programma sul turismo è in grado di generare, assumendo un obiettivo ancora più conservativo di quello posto a base delle valutazioni dell’Università, almeno 1000 addetti su base annua.
3.7 Ricerca, Innovazione, Alta Formazione
3.7.1 Centro di competenza nel risanamento dei suoli e delle acque (documento 17 “Centro di Competenza”). Il centro è un luogo di produzione e di accumulazione di conoscenze scientifiche nel campo del risanamento ambientale, partendo da due presupposti: il sapere scientifico, accumulato dall’Università di Cagliari nelle scienze del suolo e della produzione, nel trattamento e valorizzazione dei minerali; la complessità dei problemi da affrontare in Sardegna dopo l’industria mineraria, metallurgica e chimica. Queste sfide non sono da affrontare solo in termini di investimenti da appaltare, ma come occasioni di sviluppo tecnologico. Ambrosetti valuta che, in questo campo, ci siano i presupposti per eccellere a livello mondiale. Il Centro di competenza è da avviare con capitali pubblici (minimo 30 milioni di euro), ma ha una prospettiva di autofinanziarsi in un mercato in forte espansione. Occupazione: 60/100 addetti di alta qualificazione.
3.7.2 Sotacarbo SpA, società Enea-Regione per lo sviluppo delle tecnolgie energetiche pulite da fonti fossili. Il ruolo di questa joint tecnologica è nei Piani regionali.
3.7.2 L’alta formazione è incentrata su master post-universitari supportati dall’AUSI, Associazione per L’Università del Sulcis Iglesiente, che si occupa anche di ricerca tecnologica nel settore dell’ambiente e dell’energia. Le decisioni sono essenzialmente di scala regionale e locale.
3.8 Nuove filiere. Riguardano essenzialmente il comparto agroalimentare. Sono stateconsiderate le filiere del lattiero caseario, carni, vitivinicolo, olivicolo, ittiocoltura e pesca.
Si opera con due strumenti: quello delle azioni promosse direttamente dalla Provincia o dalle Agenzie regionali o dal GAL, gruppo di azione locale, e quello dell’Area di crisi, su cui si richiama l’attenzione per il potenziale impatto positivo e anche per i ritardi accumulati dalla Regione nelladeliberazione.
L’Amministrazione Provinciale ha avviato, nel settembre scorso, le procedure con la Regione, per la sottoscrizione dell’accordo per l’area di crisi di Portovesme, previsto dagli art. 37 e 38 della L.R. 3/2009 (doc. 18).
L’accordo è finalizzato ad attrarre nuovi investimenti nel Sulcis Iglesiente e alla riqualificazione del personale fuoriuscito dal ciclo produttivo, mediante finanziamenti diretti, a favore delle micro e piccole imprese, e interventi infrastrutturali realizzati dai soggetti pubblici. Il programma si pone l’obiettivo di assicurare un intervento pubblico non inferiore ai 70 milioni di euro (a valere sul bilancio regionale) ed una ricaduta complessiva di investimenti pubblico-privati di almeno 140 milioni di euro, nell’arco di 24/48 mesi.
L’attività registra una stasi dal mese di dicembre 2011 che occorre sbloccare.
L’obiettivo è avviare un percorso virtuoso di sviluppo della piccola e media impresa, integrate in filiere produttive. La Provincia, con alcune misure rivolte alla piccola impresa (agroalimentare, turismo e artigianato), ha contribuito ad attivare 218 unità di lavoro, 90 tirocini formativi e 10 nuove imprese. Poiché le misure per l’Area di crisi hanno una potenza ben maggiore, cautelativamente è possibile assumere un effetto occupazionale dello strumento Area di crisi, non inferiore a 300 nuovi addetti.
Il Piano per la pesca del Gruppo di azione costiera (GAC), formulato dalla Provincia in partenariato con altre istituzioni, è diretto a consolidare l’occupazione degli addetti (circa 500) e stimola nuova occupazione, in attività complementari, di almeno 50 addetti.
3.9 Interventi urgenti per la piccola impresa e misure per la gestione dell’emergenza sociale
3.9.1 Provvedimenti urgenti su fisco e contributi per le piccole imprese. Si tratta di un insieme di misure, anche di carattere transitorio, indispensabili per le piccole imprese che, come documentato da SoSe, registrano la caduta verticale del fatturato. Le misure sono riassunte nel documento 19 (misure di emergenza, fiscalità di vantaggio, flexsecurity).
3.9.2 Fiscalità di vantaggio. Si richiede l’applicazione di una misura fiscale parametrata sull’entità del de minimis, riservata alla piccola impresa che opera nei settori prescelti ed estesa all’intero territorio provinciale sul modello della Zona Franca Urbana.
3.9.3 Sperimentazione flexsecurity. Occorre gestire una situazione nella quale si concentra oltre un terzo dei lavoratori in cassa integrazione dell’intera Sardegna e che si presta all’applicazione, anche in via sperimentale, di un programma di flexsecurity che si rende indispensabile (documento 19).
Carbonia, 11 giugno 2012
Il solo uomo politico che ci mette la faccia, Tore Cherchi, lo si deve rispettare. Il suo illustrare il ‘Piano strategico’ per il nostro martoriato territorio mostra coraggio ed idee avanzate: appunto per questo lo si deve rispettare. Se poi c’è chi non è d’accordo, scriva perchè e proponga alternative. Ma serie.
Questo è un post quasi impossibile da commentare?
Di nuovo. Non scherziamo.
Questo post contiene l’argomento chiave del futuro delle scelte politiche per la Sardegna.
Non c’è niente di tutto. E’ tutto politico, altamente politico.
Il fatto che pochissimi siano i clienti dell’argomento è significativo e da la misura della mancanza di vera responsabilità, verso la Sardegna intesa come Sardi e come Demos.
Questo è un post quasi impossibile da commentare perché ci sarebbe bisogno innanzitutto di competenze specifiche in materia di pianificazione economica, bisognerebbe leggere tutti i documenti, perché la sintesi è un semplice elenco. Certo, evidenzia lo sforzo compiuto dalla provincia Carbonia Iglesias per analizzare il territorio e per programmare gli interventi con cognizione di causa. Ma c’è da dire che la Sardegna, a tutti i livelli di amministrazione, è piena di documenti di questo tipo. Un commento a latere potrebbe essere che il mercato degli analisti non conosce crisi…
A me però interesserebbe sapere una cosa: preso atto che in Sardegna si programma fin dal primo piano di rinascita, che sull’isola – Sulcis Iglesiente compreso – si sono riversati fiumi di risorse, cos’è che non ha funzionato? E cosa c’è di diverso in questo piano rispetto a quelli passati. Cosa si fa in più o di diverso da ciò che si è già fatto (che so, rispetto alla programmazione integrata, anch’essa ricca di analisi, proposte, valutazioni ecc.)?
Perché se non si ha un quadro chiaro delle soluzioni che sono già state adottate ma che hanno dato questi risultati, probabilmente qualcosa non ha funzionato come ci si immaginava. Cosa?
Inoltre, mi pare emerga una visione di sviluppo molto, come dire, “deterministica”: faccio A succede B. La società è un sistema complesso, dinamico e non lineare, dove i rapporti causa ed effetto sono circolari, si producono effetti sistemici di rafforzamento o riequilibrio, oppure effetti emergenti imprevisti (e forse imprevedibili). Siamo nell’Estremistan di Nassim Taleb, dove i rapporti causa-effetto non sono prevedibili e possono produrre “cigni neri”, eventi inaspettati che provocano cambiamenti catastrofici (senza dare alla parola un senso forzatamente negativo, ma attenendosi al significato etimologico di “rovesciamento”. Utilizzo l’esempio di Taleb per essere più chiaro: se noi entriamo in una stanza dove ci sono mille persone e le pesiamo tutte possiamo calcolare la media di peso. Se aggiungessimo la persona numero milleuno, anche se pesasse tre volte la media o molto di più (mettiamo 300 chili), sarebbe un frazione impercettibile, che di fatto non modificherebbe il dato. Ma se invece del peso (o dell’altezza) ci riferissimo al patrimonio individuale e la persona milleuno fosse Bill Gates, questa con tutta probabilità farebbe schizzare la media talmente in alto da trasformare una platea di poveracci in una riunione esclusiva di milionari!
Ecco il pezzo di informazione che a me manca (e magari c’è nelle migliaia di pagine di documenti): qual è lo sviluppo possibile del Sulcis Iglesiente? Non quello desiderabile, quello “accademico”, ma quello realmente raggiungibile con le risorse di cui si dispone, con le infrastrutture presenti, con il capitale umano e sociale disponibile. Come si organizzano le risorse che già ci sono perché agiscano con la massima efficacia? Perché se si aspetta il Galsi, stiamo freschi!
Bisogna capire cosa si può fare con ciò di cui si dispone…c’è un aneddoto che riguarda il grande violinista Itzhak Perlman (uno dei più grandi musicisti viventi), che affetto da poliomelite fin dall’età di quattro anni, si muove grazie a dei supporti. Durante un importante concerto gli si ruppe una corda. Pare che Perlman non ami farsi aiutare e quindi invece di fermare il concerto, cambiare corda o violino, semplicemente ha riaccordato le tre corde e ricomposto il pezzo nella sua mente eseguendolo in modo straordinario. Quando gli chiesero come avesse fatto a realizzare quella straordinaria impresa rispose semplicemene che a volte bisogna capire quanta musica si riesce a fare con quello che si ha…
Ecco, a me piacerebbe un Perlman dello sviluppo, non solo del Sulcis Iglesiente (territorio a cui sono molto affezionato essendo di mamma fluminese), ma della Sardegna intera.
Forse il signore non ha capito il momento. Ci vada lei alla riunione con i rappresentanti del governo e provi a iniziare la discussione citando Taleb e la sua stanza con mille persone
E chi le dice che non l’abbia mai fatto? Intanto i signori del governo mi sa che la valutazione l’hanno data e i nostri non si sono neppure tolti lo sfizio di citare Taleb!
Le 10.56 è un orario poco adatto alla sveglia (anche per chi conosce il noto proverbio)
La chiave di tutto è il progetto sul carbone del Sulcis. Su questo è già stato detto tutto. Sintetizzo: un carbone di scarsissima qualità che verrebbe estratto ad alti costi, gassificato e bruciato ad altissimi costi, al netto delle esternalità mai conteggiate ma che, per il pregresso, si possono ammirare facilmente facendo due passi nel sulcis. La sottrazione di CO2 e immissione al suolo porta perdite di potenza notevoli, qualcuno dice del 15%. E la gassificazione e inertizzazione delle ceneri? Il progetto di immissione nel sottosuolo è sperimentale. Ergo, non vi sono certezze sul fatto che funzioni. Il Cip6 è un obbrobrio che crea analogia fra fossili e rinnovabili scaricandone i costi sull’utenza e… sull’ambiente (esternalità ulteriori).
La questione è politica: si sceglie di spendere ancora molti denari pubblici per soccorrere (soccorrere?) un territorio. Si parla di 1 miliardo e mezzo. Ma gran parte dovrebbero essere finanziati da privati. I privati per non si trovano. Da qui il rigetto (rinvio) della commissione europea.
Togliamo il carbone e proviamo a costruire un piano su quelle basi.
Impossibile? Vuol dire che il progetto, il piano sulcis, non sta in piedi.
Senza contare che: tutto ciò avviene in un territorio con un tasso di inquinamento pazzesco, dove le discariche delle attività minerarie sono diffuse ma, in particolare, esiste la discarica di Genn’è luas dove si smaltiscono i reflui della Portovesme srl (fumi di acciaieria). Li vicino un paio di volte all’anno sbarcano i marine e sparano di tutto,
Si vuol fare turismo in questo contesto? Suvvia, non scherziamo. La clientela possibile sarebbe “particolare”, amatori, ma di che? del degrado ambientale e sociale diffuso?
Non si ha il coraggio di dire basta! Non fa più. Sono state fatte delle scelte sbagliate e dobbiamo ripartire da zero, prima di tutto con vere bonifiche. Ma queste chi le paga? Nessuno può permettersele. E allora?
Dica lei Biolchini, visto che è stampu nieddu, magari ci azzecca.
Facciamo un concorso di idee … come sembra aver ipotizzato Monti.
Cherchi ci mette la faccia? Ci mancherebbe altro. E’ casa sua, fa parte di quella classe dirigente che ha fatto le scelte del passato e difficilmente potrebbe fare altro.
Mi meraviglio, ma non troppo, di Pigliaru, dopo quello che scrive in giro sul cambio di paradigma dello sviluppo.
Non mi meraviglio più comunque se un professore o professionista, lautamente pagato, conforma all’analisi alle esigenze della committenza. E’ sempre stato così.
Così sia.
Caro Vito Biolchini, se tu fossi interessato ad un approfondimento “digitale” ti posso portare il cd con tutto il progetto del Piano Sulcis, confezionato dalla Provincia Carbonia Iglesias per promuovere la sagra. Fammi sapere. Massimo Zonza mussillu@tiscali.it
Finalmente un politico che risponde e ci “mette la faccia”.
Siamo stanchi di sbruffoni che vogliono gli onori ma non accettano consigli e non ammettono intromissioni.
La politica è partecipazione. Bisogna sostenere le proprie idee e difenderle fermamente, ma il problema é quando un politico si ” fissa” e persevera ad affezionarsi a convinzioni che spesso, dopo attente riflessioni e scambi di opinione, risultano non funzionare più o semplicemente scadono naturalmente.
Un politico che farà tanta strada é colui che accetta anche le provocazioni.
Ad avercene…
Prime impressioni (di ottobre 2012, purtroppo, e non di un settembre di tanti anni fa..)
Lo sforzo è notevole (e in ciò mi accodo a Liberati negli auguri di buon lavoro a Cherchi e a chi ci suda molte camicie) e denota la tensione positiva a cercare di mutare contesti, strutture e culture da parte della classe politica che si prende in mano le responsabilità del destino del proprio territorio di competenza. E’ uno sforzo che risente (e risentirà) dell’assillo del tempo (troppo scarso, purtroppo) a disposizione dei decisori – su scale diverse – per confrontarsi con serena pienezza sulle possibilità di operare variazioni sostanziali al progetto.
E’ evidente un grande sforzo di pensare ad un duplice risultato: confermare il nocciolo duro dell’industria esistente e ri-articolare risorse e strutture esistenti in vista di finalità mai pienamente comprese dal territorio (leggi: turismo et altre), tipiche dei Piani di Rinascita traditi in passato . Non sarà facile. Lasciando da parte il mondo fantastico immaginato dal Prof. Paci che, in un periodo di forte recessione di tutto il contesto internazionale (e a maggior ragione del Sud) letteralmente si “inventa” un favoloso risultato occupazionale (grazie a capitali privati e ad un afflusso della domanda turistica triplicata!!! sic!!) nel settore. Grazie prof. Paci, per la sua aderenza alle dimensioni oniriche che tanta economia continua a spacciare per vie praticabili.. Le spese per vacanze sono le prime ad essere tagliate dalle famiglie che vivono condizioni avverse (eppure qualche libro sul fenomeno il prof. P. lo dovrebbe aver letto..). E’ letteralmente impossibile!! Capisco la necessità di dotare il Piano Provinciale di documenti di supporto, ma questo punto mi sembra che, più che avvantaggiare, danneggi la credibilità dei contenuti in un prossimo confronto con Barca & C. Soprattutto per i l numeri esposti. Più Keynes che Bonvi, prof Paci…
Galsi è faccenda seria. Bottazzi-Sfirs si era impegnato nel discorso poi buttato al cesso (questo sì) dalla Giunta Cappellacci. Oltre a ciò che la sintesi del progetto evidenzia, bisognerebbe riprendere in mano i rapporti con i riferimenti algerini dell’operazione. I vantaggi sarebbero solo legati non solo ad un impatto occupazionale evidenziato ma ad un notevole calo delle tariffe per il consumo locale (bisognerebbe rimarcarlo).
Sulle infrastrutture e, soprattutto sui porti, si gioca una partita importante, sia nel discorso di supporto produttivo-industriaale sia nella dimensione di accessibilità turistica alle vecchie zone minerarie.
La storia recente della gestione (e dei risultati declinati su molteplici aspetti) del Parco Geominerario “è la carta della credibilità degli Enti locali nel confronto con Barca&C.”. Non c’è storia. Bisogna lavare immediatamente questa macchia in un senso propositivo che abbia i crismi della serietà: governance, piano di sviluppo, gerarchia degli obiettivi in un arco (almeno) quinquennale.. e tanti altri elementi devono essere specificati con chiarezza cristallina. Il rischio è – banalmente – la conferma dell’idea sedimentata da anni in merito all’inaffidabilità di una classe politica locale in grado di giocare posizioni di rendita in spazi economici e sociali incapaci di autonoma posizione critica.
Industria. L’indirizzo attinge dal dizionario la parola “conferma”. Un vero e proprio cul de sac .. Purtroppo. Dalla chimica non se ne esce bene.. L’indotto storicamente generato è in rapporti incestuosi con le case forti. I processi di conversione sono complessi, a tutti i livelli.. Il sindacato (e molta fetta occupazionale) pretende questo. Chi ha facilità di utilizzare penne al fango invece che con l’inchiostro vada a farsi un giro a Carbonia e zone limitrofe, parli con sindacalisti e operai e poi vedrà quanto è lontana la facilità dello scrivere rispetto alla durezza dei contesti e la serietà e pacatezza obbligata nell’affrontare la complessità. Sarà difficile. Sia per le note ragioni di contingente mercato internazionale dell’alluminio, per il costo energetico, per l’obbligo al confronto con Corporation internazionali che hanno compreso la fame che ha il gatto..
Soldi. Troppe speranze nel contributo di investimento privato in periodo segnato da recessione. Ma ora governa Monti e le idee di alimentare investimenti e domanda con pesante presenza statale è ignobile bestemmia…
Solo impressioni. Ora leggo il file presente nel sito della Provincia.
In ogni caso.. buon lavoro Cherchi & C. e auguri, ne avete (abbiamo) bisogno…
Se le cose stanno così, e così stanno, posso soltanto inviare il mio augurio di buon lavoro a Tore Cherchi e condividere la conclusione di Vito che copio e incollo: (…) Perché poi alla fine, il problema non è quello che ho scritto io ma le critiche del governo al Piano Sulcis, rilanciate dai due quotidiani economici. Giornali che, evidentemente, nelle redazioni dei maggiori organi di informazione isolani non legge nessuno. Grazie al presidente Cherchi per averci inviato una sintesi del Piano Sulcis assolutamente esaustiva (…).