La natura non fa salti, ma neanche la politica. L’assenza di una analisi condivisa sulle ragioni che hanno portato Soru e il centrosinistra tutto a perdere le ultime elezioni regionali avvelena ogni dibattito. Anche in questo blog, quando solo si evoca l’ex presidente della Regione, partono subito gli attacchi ad alzo zero. La situazione è pesante e assai sconfortante. Peraltro, senza una analisi condivisa, il Pd sarà sempre un partito spaccato al suo interno e con scarse possibilità di vittoria.
Quindi, se volete parlare di Soru, vi do subito una grande opportunità. Perché su Democrazia Oggi, il bel sito gestito da Andrea Pubusa, qualche giorno fa Francesco Cocco ha recensito il libro di Antonello Licheri dal titolo “Il breve volo: il presidenzialismo carismatico di Renato Soru”.
Cocco va oltre le tesi esposte dall’autore e afferma: “Credo occorra però percorrere ancora un passo ed affermare con forza che, tolti gli aspetti scandalistici e valutata solo la natura politica, il sorismo è stata una pagina del berlusconismo in salsa sarda”.
Francesco Cocco è un grande intellettuale. E’ stato assessore regionale alla Cultura negli anni ’80. Uomo di sinistra, esponente di spicco del Pci sardo, di specchiata e indiscussa onestà, ha legato il suo nome e la sua azione a importanti iniziative come la rivista “Società Sarda”. La sua riflessione è dunque scevra da interessi di qualunque genere. Non ha rendite da difendere o qualcuno da piazzare.
Questo è ciò che pensa, e commentiamolo senza pregiudizi:
http://www.democraziaoggi.it/?p=1662
Buon dibattito.
Penso che affermare che Soru abbia incarnato un berlusconismo in salsa sarda, vuol dire essere davvero accecati dall’avversione per l’ex presidente.
Soru è l’opposto perfetto di Berlusconi, ha dimostrato di preferire decisioni fortemente impopolari per pure questioni di principio a facili scelte populiste. Leggasi legge sulla tassazione delle seconde case al mare, accettazione dei rifiuti napoletani, il PPR che ha gli ha causato una fortissima ostilità, una innegabile sobrietà nella vita pubblica e privata (bando ai rinfreschi e alle auto blu, per esempio), la totale estraneità al “sondaggismo”, unico faro della pseudo-politica di berlusconi,
Insomma, due persone e due modi di fare politica agli antipodi e solo l’avversione viscerale di chi forse ha perso, lui o il suo giro politico, rendite di posizione pluridecennali a causa della politica di Soru, poteva spararla così grossa.
Tanto più che motivi per una critica motivata e analitica alla giunta Soru non mancherebbero, ma forse sarebbe molto più complicato che spararla grossa e via…
Concludo dicendo che più leggo i nomi dei nemici “mortali” di Soru della “sinistra”, più mi convico, che al di là dei numerosi errori e limiti, Soru stava davvero imprimendo un rinnovamento importante alla indecente classe politica sarda.
Ovviamente, dopo aver letto che Soru stava minando la democrazia, ci attendiamo che Francesco Cocco e gli altri anti-soriani gridino alla sua morte davanti allo scempio, questo sì indicibile, che l’attuale Giunta ha fatto delle istituzioni sarde (ricordate Cappellacci che va da Verdini a prendere ordini da Carboni? e altre storielle simili?)
A.P., hai ragione, purtroppo però la stragrande maggioranza di loro tacerà, perché è scomodo, e forse anche intellettualmente triviale, dimostrare che massoneria, ingerenza del clero, privilegi delle varie lobby, clientelismi, nepotismo e via discorrendo, sono un cancro che ostacola alla radice la crescita di una vera cultura democratica in Sardegna. Occuparsi di Massimi Sistemi in fondo libera lo sguardo verso orizzonti più riposanti.
Vogliamo dire che a leggere alcuni interventi traspare una tifoseria che non sente ragioni? Resto sconcertato quando leggo certe cose: un(a?) docpretta che interviene 7volte7 per
“daje de tacco e daje de punta” in difesa acritica e infantile di Soru e del sorismo, con argomentazioni ridicole. Ma come si fa a utilizzare il metro di paragone con altri presidenti (che vuole dire altre stagioni, altri contesti, altri poteri, altre maggioranzee, altri uomini etc etc etc) per promuovere l’ultimo beniamino? Ma che sistema è? Sarebbe come valutare un Intel Core i7 guardando ad un Pentium, un Pentium guardando ad un Celeron, non so se mi spiego. Che poi, il fine giustifica mai i mezzi? Ma che modo di ragionare è?? Io guardo a quello che ha fatto un presidente, punto e basta. Se ha mantenuto il programma che mi aveva proposto in campagna elettorale, le sue promesse, etc etc. Io guardo se ha lasciato una Regione migliore, io valuto se la qualità della mia vita e quella dei miei figli è cresciuta o meno, se pago meno o più tasse, se ho servizi migliori, più opportunità, etc etc etc, punto e basta!! E guardo soprattutto la capacità di chi governa a sapere ascoltare il popolo, a saperne registrarne sogni, dolori e aspettative. Ma come, stavamo morendo di fame e Soru ci riempiva di incarichi milionari ad archistar fighetta per opere assolutamente superflue? Ma ce le siamo dimenticate queste e altre stronzate? Ma ci siamo dimenticati che il sorismo è stata la stagione democratica dell’autonomismo sardo più bastonata in assoluto dalla Corte Costituzionale e dai vari tribunali della Repubblica, fino a costringere più d’uno di questi a scrivere in sentenza di un “potere sviato”, ce lo siamo dimenticati????????????!!!! Ma per carità. E’ vero, Vito: hai portato alcuni lettori, come ad esempio Andrea, a rispondere su una libera opinione con la delicatezza e impalpabilità di un troddio in atmosfera stagna. Buon pro gli faccia.
Mah.. se dici così vuol dire che non hai letto attentamente i commenti. Magari sono un pò sintetico, ma non mi andava di ripetere cose dette da altri (stefano, cristian) a cui mi associo in pieno. I miei 7commenti7 per la maggior parte erano appunto un supporto alle tesi di altri, o per commentare negativamente un paragone Berlusconismo= Sorismo che è un sofisma. Il mio è sicuramente un appoggio critico all’azione di governo di Soru, positivo per le proposte e per l’attività che ho condiviso quasi totalmente (più sardista dei sardisti), negativo per la sua incapacità di confrontarsi con le persone, una capacità di mediazione che un buon politico deve avere.
P.S. per valutare un computer guardo le caratteristiche, non quello che mi propone il venditore. e prendo il migliore.
Concordo col giudizio di Andrea, e aggiungo che ciò che avvelena il dibattito, prima ancora di quello che dice Vito (assenza di un’analisi condivisa sulla sconfitta elettorale) sono le antipatie e i rancori personali di carattere tutt’altro che politico, che portano a provocazioni e reazioni categorizzando le posizioni (vedi affermazioni tipo “la colpa è solo di Soru”, o “la cifra del sorismo è lasciar fare a Soru di testa propria”). Sostengo Soru ma non mi riconosco in certe caricature, e sono convinto che per ogni libro che si può scrivere sulle affinità fra il consenso a Soru e quello a Berlusconi se ne possano scrivere due sulle rispettive differenze. Sarebbero sempre operazioni accademiche, solo che magari di opinioni di quel tipo si potrebbe fare un uso meno pretestuoso.
Soru ha fatto di più degli altri presidenti di regione che si sono succeduti finora? non ci piace lo stesso, perchè a sinistra siamo al livello dell’ostracismo di Aristide, con tutti i distinguo che si possono fare ..
Caro Vito,
sei davvero perfido! Spingi i tuoi lettori a dibattere su una frase che ha la stessa consistenza di un piretto all’aria aperta. E loro ci cascano!
Ciao, vado a dormire.
A me colpisce l’ignoranza, la pochezza, l’arroganza e il ridicolo di chi distribuisce il riconoscimento di intellettuale in base alle pubblicazioni e ad una ricerca su google. Eppure su cosa voglia dire essere “intellettuali” si sono spesi fiumi di inchiostro, volando con un profilo culturale ben più in alto di quello del sig. Mongili. Che aveva i calzoncini corti quando gente come Francesco Cocco interlocuiva con Pira, Pigliaru, Laconi e tanti altri intellettuali. E invece no: “siamo dinanzi – parole di Mongili – ad un erudito di paese, la specie da noi più diffusa e pericolosa”. Si vergogni sig. Mongili e se lo lasci dire: le mancano i fondamentali. E ritorni pure alle sue difese d’ufficio nel sito di Renato Soru, ritorni pure alle sue dotte recensioni del libro “La febbre del fare” di Dadea, “il testo più interessante – sono sempre parole sue” sull’esperienza di governo riformista fra il 2004 e il 2009: mi creda, non sentirò la sua mancanza. Per questo, metodologicamente parlando, l’approccio al problema di questo supporter soriano, noto intellettuale della Magna Nuragica, non è ingenuo, è semplicemente ridicolo. E fazioso. A proposito di intellettuali e di pseudo filosofi: aveva ragione Pasolini quando criticava gli alfieri di una certa cultura che si impegnano in astratte critiche, chiudendosi in una sorta di casta nel rimpianto di una mitica età dell’oro ormai trascorsa. Bene, oggi sono i nostalgici alla Mongili i nuovo “intellettuali” che avanzano. E la casta è quella dei soriani. Ma tempora currunt…sic.
Non condivido l’equazione sorismo = berlusconismo. Posto che il sorismo non esiste, mentre il berlusconismo potrebbe essere declinato in un manifesto. Berlusconi è pronto a mutare idea ad ogni sondaggio, in questo è veramente populista. Soru non ascolta neppure se stesso. Berlusconi costruisce il suo carisma su una capacità di fuoco mediatico difficilmente riscontrabile anche nei regimi autocratici. Soru aveva i giornali sardi, quelli che fanno opinione, contro oppure tiepidini. Berlusconi ha una visione degli interessi dell’Italia che coincidono esattamente con i suoi. Soru ha una visione della Sardegna forse ingenua, ma credo genuina. Soprattutto è l’unico che dimostra di avere un minimo di visione. Il problema dei vecchi intellettuali è che non hanno strumenti per analizzare fenomeni nuovi e quindi devono ricondurli al conosciuto. Ma se hai nella tua cassetta solo martelli, chiavi e cacciaviti è difficile che riesca a rimettere a posto un computer…
Credo che Soru sia soltanto l’ennesimo esempio che l’imprenditore in politica ha dei limiti quando pensa che basti saper fare impresa per governare. La società non è un’impresa e non risponde alle leggi di mercato. Berlusconi vince le elezioni perché vende la politica come fosse sapone o detersivo (perché gli elettori reagiscono come consumatori quali sono), ma poi è incapace di governare decentemente. Soru vince le elezioni perché in Sardegna c’è alternanza (basta controllare gli andamenti, sono almeno 30 che destra e sinistra si alternano alla regione) e perché era un personaggio dell’antipolitica. Ma credo che, facendo i conti, abbia governato molto meglio di altri. Quando si fanno valutazioni si deve avere una pietra di paragone: è stato meglio Mario Floris o Angelo Rojch? O forse Federico Palomba? Mauro Pili? Italo Masala? Fate voi. Con tutti i limiti di Soru, non credo sia stato peggio dei suoi predecessori. Con buona pace di Cocco e Pubusa.
Mi colpisce come il giornalismo sardo costruisca la fama e la supposta neutralità di individui che occupano saldamente un punto di vista. Francesco Cocco è un grande intellettuale, dice Biolchini. Bene, che cosa ha pubblicato? Che cosa ha scritto? Intellettuale di che cosa? Su google non risulta nulla. Forse un erudito di paese, diceva Gramsci, la specie da noi più diffusa e pericolosa, in un mondo di specialisti. E’ un esperto di potere carismatico per caso? Andrea Pubusa è indipendente rispetto a Soru? Ma andiamo. Questo Cocco reitera le posizioni già espresse da Andrea Raggio e dallo stesso Pubusa che non hanno proprio fondamento se non nel loro odio e nel terrore di perdere rendite di posizione, come tanti antisoriani. Si preoccupassero di combattere la destra e le camarille e di non piazzare i propri figli sin da giovinetti in posizioni di comando e di privilegio.
Per quanto riguarda i suoi ragionamenti riassunti nel post, a mio parere sono errati e riducono tutto a Soru senza capire come Soru sia (stato) solamente un elemento di una rete, per quanto importante. Per questo, metodologicamente, l’approccio al problema di questo Cocco è ingenuo.
La storia di Soru governatore, della sua ascesa e caduta, quella del sorismo e dei riflessi post-elezioni deve essere ancora raccontata, ma non da uno dei suoi agiografi di corte. Il libro di Licheri è ben lontano da questo traguardo, mentre la recensione di Cocco, fuori da ogni strumentalizzazione di parte e lettura faziosa, è in gran parte condivisibile. Assolutamente non accettabili sono i giudizi espressi su Cocco – e non sulla sua critica – e quelli minacciosi di chi, rispondendo a Biolchini, lo accusa di diffamare Soru, mettendolo in guardia da possibili querele. Ecco, questo mi ricorda proprio il berlusconismo: certa gente non conosce Cocco e nè Biolchini, parla semplicemente per partito preso, chiacchiere e distintivo. Ho conosciuto Francesco Cocco nel 2007, durante i lavori di un convegno su “Gramsci giornalista” tenutosi a Nuoro e promosso da Articolo 21. Ho ascoltato la sua relazione “L’intellettuale e il suo ruolo in Gramsci” ed ho capito che cosa dovrebbe essere un intellettuale ed un giornalista oggi in Sardegna: non più semplice commesso di classi, categorie sociali o partigianerie, ma titolare di una funzione propria, di critica al potere e di salvaguardia delle democrazia. Aggiungo un elemento di informazione: sapete chi è il nipote di Francesco Cocco? E’ stato ex assessore alla cultura della Provincia di Cagliari, in quota Progetto Sardegna, una persona perbene, quello che si dice un intellettuale. Anche lui conosce benissimo Soru e il sorismo. A me è capitato più volte di sentirlo raccontare del primo e del secondo, altro che lo zio: c’era da mettersi le mani in testa!!
Mah…. più che riflettere su quello che ha scritto Francesco Cocco – il cui senso non è quello di affermare Soru=Berlusconi, ma di fare un parallelismo tra il sorismo e il berlusconismo – analizzerei certi commenti. In sintesi: Obama perde le elezioni di medio termine, si scusa con tutti e dice che è stata solo colpa sua. Soru perde le elezioni, dopo 5 anni che ha fatto sempre e solo di testa sua, non si scusa e si giustifica nel cercare la colpa negli altri che non l’hanno capito o che l’hanno tradito o abbandonato. Questa è la cifra di Soru e del sorismo. Troppo facile cercare giustificazioni nelle colpe altrui, in Berlusconi che ha occupato militarmente la Sardegna in campagna elettorale, nel fuoco amico, negli interessi contrari (cemento, sanità, etc etc.etc), etc etc. Chi doveva fare una seria autocritica era proprio lui e tutti coloro che non hanno avuto il coraggio, mai, mai dico mai, di dirgli: Renato, ti vogliamo bene, ma forse stai sbagliando. Ed è chiaro che in Sardegna non si potrà ripartire con un clima politico amichevole se lui, prima di tutti, non farà come Obama, assumendosi la responsabilità tutta della sconfitta, di avere regalato, lui e non altri, la Sardegna a Cappellacci. Questo voleva dire a mio parere Francesco Cocco. Che poi, badate bene, è lafine che farà tra non molto lo stesso Berlusconi, sarà vittima di se stesso. Ho sempre dubitato dell’intelligenza di chi non riconosce che le elezioni si perdono prima di tutto per proprio demerito e non per colpa (e meriti, che sarebbero ancora tutti da dimostrare) di quello dell’avversario. Andate a rileggere il dato elettorale, che mica si è perso per una manciata di voti, una batosta è stata e qualcosa vorrà pure dire!!! E con questo dico che bisognerebbe avere tutti meno puzza sotto il naso e maggiore rispetto per i sardi: questa è democrazia. Quei sardi che avevano creduto in Soru nel 2004 si sono tutti bevuti il cervello, sono tutti diventati dei berluscones? L’elenco delle cose belle fatte da Soru è condivisibile ma sapete tutti che a quell’elenco si potrebbe contrapporre un altro lunghissimo elenco di cose meno belle. Attenzione quindi a sacrificare principi basilari della democrazia sull’altare delle cose pur fatte bene. Attenzione a non scambiare i mezzi per i fini. A me non piace l’uomo solo al comando che si arroga il diritto di pensare che tutto gli deve essere concesso perchè lui – e solo lui – si ritiene nel giusto, lui e solo lui non ritiene di dover ascoltare nessuno (e quando lo fa lo fa con sofferenza, quasi a farti un favore…) lui e solo lui sa cosa farlo, come e quando. Riguardatevi i teatrini dei Lapola con Alessandro Pili. Quando la satira ti colpisce e ti colpisce proprio su questo aspetto, sul tuo cesarismo, vuole dire solo una cosa: che la democrazia è in pericolo. E’ la cifra che ha caratterizzato i quasi 5 anni di sorismo (attenzione, dico sorismo!) in Sardegna, che piaccia o meno. Il fatto che in alcuni casi abbia comunque comportato dei risultati non mi fa digerire meglio la pillola: il fine non giustifica mai i mezzi!!! Per chiudere penso che molti di coloro che continuano a vestire i panni dei tifosi senza ma e senza se, conoscono Soru solo per sentito dire e per quella pubblicistica che ne ha quasi divinizzato il fare e l’agire, grazie ad una abilissima gestione dei rapporti con certi media (qui lui è stato bravissimo!!). Diversamente andate a chiedere un giudizio a molti di coloro che gli sono stati molto vicini e che da quando l’hanno mollato (giustamente!!!) sono passati come dei traditori. L’elenco sarebbe lunghissimo, a partire dai suoi ex stimatissimi assessori (penso a Tonino Dessì, a Pigliaru in primo luogo), fino ad arrivare al suo capo di gabinetto, persona altrettanto seria e stimata. Io il giorno delle elezioni, prima di entrare nella cabina mi sono fatta delle domande. Non mi sono chiesta nse potevo fidarmi di Cappellacci. Non mi sono chiesta se dovevo credere alle nuove promesse di Soru. Mi sono chiesta: Sto meglio, stiamo meglio e viviamo altrettanto meglio in Sardegna,sotto tutti gli aspetti, rispetto a 5 anni fa? La risposta la conoscete tutti, cerchiamo di non essere ipocriti. Ci aveva promesso che in 5 anni avrebbe cambiato l’isola, che a lui sarebbero bastati, che sarebbe poi tornato alla sua Azienda. Per quanto mi riguarda ha tradito le mie aspettative e non l’ho rivotato (e con questo non voglio dire che ho votato Cappellacci). E non l’ho fatto perchè la colpa era tutta sua. Di essersi circondato dai cosiddetti “utili idioti” e cortigiani di ogni genere. Di non avere mai ascoltato in quei 5 anni gli altri se non quando gli faceva comodo.
Provo a dare una mia interpretazione: quello di Cocco è un esercizio di filosofia politica, in cui va contestualizzata la parola “berlusconismo”: attualmente è prassi consolidata quella di dare grande risalto al nome del candidato presidente, e basare le campagne elettorali e poi l’azione di governo sul carisma, sul prestigio e sull’immagine della persona. “Meglio Soru” e “Meno male che Silvio c’è”, fate le debite proporzioni, sono due frasi nella stessa lingua di comunicazione politica.
Qui non si parla di idee, di valori o di programmi, ma solo di modi di impostare la comunicazione elettorale e politica, in un periodo in cui una persona con la potenza mediatica e il carisma di Berlusconi ha caratterizzato (e egemonizzato, anche) tutta la scena da ormai 17 anni, stravolgendo consuetudini e creando nuovi scenari e nuovi linguaggi, a cui per forza di cose ci si è dovuti adeguare. Ecco perché adesso a sinistra ci si lamenta della mancanza di un vero leader, ed ecco perché a suo tempo il carisma di Soru ha dato i risultati eclatanti che ricordiamo. Ciò non toglie che i due siano umanamente e politicamente distanti anni luce.
notevole la citazione dalla prefazione: “sino a quando non si capiranno le ragioni vere della debacle, il centrosinistra non potrà trovare la strada della ripresa”… chiedetele al Cardinale ed ai suoi settatori, le “ragioni vere” se non le vedete da voi!
“Perché dobbiamo imitare la destra candidando una specie di Berlusconi sardo?”
Questa, in sintesi, l’obiezione che ponemmo insieme ad alcuni compagni, quando dalla Federazione venne inviato in sezione (o unità di base o come diavolo si chiamava), un medio papavero che doveva convincerci della bontà della scelta Renato Soru. Inutile ricordare al medio papavero che uscivamo da una legislatura fallimentare per il centrodestra e che con la ricandidatura di Mauro Pili avremmo vinto tranquillamente senza ricorrere a certi eccessi. Niente, non c’era verso. Mi pare che votammo pure. Ridicoli. Era già stato deciso. Come sempre da altri, altrove. Ci lasciammo raccomandando al “messo” di far presente ai livelli più alti che, una volta vinte le elezioni, ci sarebbero stati cinque anni per lavorare all’interno del partito e tirare su una nuova dirigenza autoreggente.
Poi ci fu la campagna elettorale e con quei compagni andammo a sentire Soru, una sera, a Sinnai: eccezionale! era da tempo, forse da sempre, che non sentivamo parlare chiaro e senza moderazione di cose che ci stavano a cuore. Però questa era pubblicità, quindi calmezza e freddezza.
Ma poi sono arrivati i fatti.
-La sanità affidata ad un tecnico forestiero e sottratta alle cure dei notabili locali (iglesienti o villasampietresi che fossero, non ha mai fatto differenza);
-Il PPR, alla faccia degli amici degli amici, destri e sinistri;
-Chiusura di enti e consigli di amministrazione vari, funzionali solo agli interessi dei politici democratici che: “per carità, è un Cesare”;
-Spostamento delle risorse verso l’alta formazione che ha fatto infuriare, ahiloro, chi per anni ha offerto corsi di formazione utili solo ai loro utili;
-Vertenza sulle entrate con grande concorso di popolo;
et cetera.
Questi atti e non certo la difesa della democrazia, hanno attirato su Soru l’ostilità di buona parte della sua stessa coalizione, in particolare di quelli che lo candidarono. E oggi? Che il centrosinistra ha avuto sei anni per ripensare se stesso? Zero! niente di niente.
Io non ho conosciuto Soru, mi è piaciuto per quello che è riuscito a fare e anche per quegli atti che, pur essendo stati cassati, erano portatori di un’idea di sovranità che adesso va per la maggiore, almeno a parole. Se qualcuno oggi mi riproponesse quel progetto per la Sardegna lo voterei. Ma dovrebbe anche avere la credibilità per farlo.
Molti che lo hanno conosciuto da vicino oggi sono fortemente critici e non mancano di sottolinearne il carattere difficile. Ho l’impressione che abbiano ricevuto qualche schiaffone. Magari, in qualche caso, immeritato.
Con le persone simpatiche io vado a mangiare la pizza. Quelle che governano la cosa pubblica non mi interessa tanto che mi facciano ridere o tornare a sorridere.
Scusate la lacunosità del pippone.
ri – quoto.. asi serrau tottus is paragonisi
Secondo Francesco Cocco il berlusconismo è il governo del carisma? Sembra un’affermazione così superficiale da sembrare berlusconista! Il berlusconismo è vero e proprio degrado culturale (all’italiota) e il carisma ha solo aiutato Berlusconi a tenere il potere. Le dimostrazioni del tipo Berlusconi=carisma, Soru=carisma quindi Berlusconi=Soru servono soprattutto a fare sintesi pigre e vagamente provocatorie, atteggiandosi a intellettuali controcorrente. Speriamo che, visto che secondo lui è questo maledetto carisma a creare tanti problemi alle democrazie, Francesco Cocco punti più in alto, magari con un libello che dimostri come Obama e Berlusconi sono praticamente la stessa cosa!
Caro Vito, questa tua tendenza a diffamare Soru così gratuita in questi tempi potrebbe costarti cara:Soru potrebbe querelarti visto gli articoli che pubblichi volti a infangare la sua immagine politica. ma non lo farà perchè è un signore e non rovina chi ha meno soldi di lui
Eeeeeeeeeeee ita manera!!!!!! Non mi pare che Vito abbia diffamato nessuno, ha semplicemente proposto un tema su cui discutere. Un tema, comunque, volutamente provocatorio. In ogni caso la tua reazione è paragonabile a quella de Il Giornale che sbraita non appena gli toccano
Silvio. A volte, di fronte a queste reazioni, mi viene da pensare che Soru sia stato danneggiato più dai suoi sostenitori acritici che dai suoi oppositori!!! E te lo dice un sostenitore critico di Soru.
chi sostiene questa affermazione dimostra di non aver capito niente della sardegna e della politica soriana
Vogliamo dire che Soru ha commesso diversi errori? Diciamolo.
Vogliamo dire che Soru è stato spesso presuntuoso? Diciamolo.
Vogliamo dire che Soru ha esagerato con il decisionismo? Diciamo pure questo.
Vogliamo dire che Soru ha preso decisioni impopolari? E così sia.
Vogliamo dire che Soru sia anaffettivo? Lo diciamo
Vogliamo anche dire che alcune scelte di Soru lo abbiano portato al (quasi) isolamento politico? Lo abbiamo visto.
E forse la consapevolezza di queste cose può anche portare la sinistra e forse lo stesso Soru a cambiare rotta e porre rimedio a errori già commessi, ma per favore, tutto quello che volete, ma questa XXXXXXXX del berlusconismo in salsa sarda sarà l’ultima cosa che aiuterà la sinistra a risollevarsi. (Al posto delle X avevo un’elenco sterminato di termini ma per evitare di essere censurato l’ho fatto da solo)
quoto in pieno!
Berlusconi vs Soru
(NB. con le dovute proporzioni)
– In termini politici, due progetti differenti.
– In termini pragmatici, Berlusconi ha realizzato molto di più del suo progetto politico rispetto a Soru, che ha la colpa di non aver saputo costruire di più a causa del suo egotismo.
– In termini democratici, tra i due lo stesso concetto autoritario e aziendalista di gestione della cosa pubblica. La stessa tendenza al populismo. Lo stesso debole per l’adulazione. In più per soru: l’incapacità di ascoltare le idee degli altri e di farne tesoro.
dovrebbero bastare le cose che la giunta guidata da soru ha fatto per i giovani universitari sardi, proprio quei giovani di cui si parla spesso in questo blog. I progetti “master and back”, “Sardinia speak english”, “giovani ricercatori” li aveva promossi Soru. E le tre I che declamò Berlusconi per la scuola italiana che fine hanno fatto? mi sa che solo questo fa 3 – 0 per Soru pallottoliere in mano. altro che fuffa di Berlusconiana.. è tutto chiacchere e distintivo
Credo che berlusconi abbia fatto – purtroppo – comunque di più 🙂
Per me la politica che vale è quella che incide. Soru ha inciso in certi ambiti – non c’è dubbio – e aveva in mente un progetto e tante buone intenzioni, ma non gli si può perdonare di non aver saputo costruire molto di più (come nelle aspettative) e di non possedere uno spirito democratico (che per me vuol dire tanto ed è una delle ragioni della sua sconfitta)… detto questo, spero per noi che finisca l’epoca degli uomini soli al comando, perchè è un sistema che non funziona, e perchè è un sistema che indica povertà di pensiero e incapacità politica in una comunità.
Sardinia speakS english
ma di cosa parli? Berlusconi ha fatto di più de che? citiamo fatti per favore, sennò siamo a livello di specchio riflesso senza ritorno. Soru avrebbe dovuto fare di più ? ok d’accordo. Ma ha fatto comunque molto di più di quelli che sono venuti prima e dopo di lui. Ricordi la giunta Pili? o la attuale giunta Cappelllacci? A ma forse volevi parlare della “democratica” giunta Palomba sotto sequestro dei vari gruppi di potere. Non ci ricordiamo delle inette o colluse (con i gruppi di potere) giunte precedenti e rimproveriamo a Soru : “poteva fare di più”.
Ma castia una bella scena.
Quello del “chi ha fatto di più di chi” era anche un giochino. Se la metti sugli elenchi diventa ridicolo. Vale più una finanziaria nazionale o una regionale?! Vale più una riforma della scuola italiana con i tanti rimasti senza lavoro o un sardegna speaks english?! Così si perde il senso della provocazione… Se a te sta bene quello che ha fatto soru, che è stato sicuramente un presidente al di sopra di tanti altri, va bene… io non mi accontento se qualcuno mi propone un progetto di grandissimo respiro. E poi ripeto l’elemento democratico è fondamentale e per me non è una cosa da trascurare, neppure se qualcuno mi assicura la luna. La democrazia non si sacrifica per niente mondo. anche perchè succede che senza attenzione per la democrazia e per il confronto con gli altri possa perdere le elezioni anche il miglior presidente che la sardegna possa aver avuto. Con l’effetto di lasciare a metà tanti progetti e di rovinarne completamente degli altri. Può darsi che ha sconfiggere soru sia stato un fronte interno animato da figuri sinistri più che di sinistra, penso però che, se avesse saputo ascoltare di più, soru avrebbe potuto vincere anche contro questo fronte interno. Su questo Soru (che mi auguro continui le sue battaglie politiche) ha un margine per dimostrarci che dagli errori si può imparare per cambiare in meglio. Berlusconi in questo è stato un maestro 🙂
A me interessano anche i frutti della stagione di Soru: non tutti sono commestibili. Uno per tutti: i sostenitori che (come in una sorta di selezione naturale) Soru ha saputo tenere intorno a sé e che a me spesso ricordano proprio quelli di Berlusconi. Intolleranti con chi, anche da sinistra, coltiva idee diverse (ma prova a dirglielo), settari (ma prova a dirglielo), chiusi al confronto (ma prova a dirglielo). Chi oggi prova a guardare con spirito critico all’operato di Soru spesso ottiene da costoro facili insinuazioni, insulti gratuiti e, quasi sempre, l’accusa di intelligenza con il nemico (la destra, o per loro peggio ancora, la “falsa” sinistra). E chi ha cambiato idea su Soru, o ha scelto un’altra linea politica, è per costoro solo un “traditore” o un “venduto”. Straordinariamente simili, in questa ai fans di Berlusconi. Già, ma prova a dirglielo. Ops, l’ho detto.
ma l’accusa di “intelligenza con il nemico” mica era campata in aria; chi avrebbe convocato al voto i vari esponenti di destra che hanno, complice una campagna fatta con i paraocchi, garantito la vittoria del Cardinale alle primarie per il segretario del PD di qualche anno fa? Ero in coda al seggio a QSE quando ho assistito all’aggressione verbale del valente GraziaTo Milia contro Ruggeri, reo, secondo GraziaTo, di “fare propaganda per Soru” (cosa che Ruggeri non faceva, in realtà, non sicuramente nel momento in cui GraziaTo ha fatto irruzione a urla e male parole).
Un PD i cui dirigenti preferiscono regalare la regione a un Cappellacci piuttosto che vedere vincere di nuovo l’odiato “nurago” (come diceva Giorgio Melis … diceva “nurago”, ovviamente, non “odiato”), è un PD che cerca e merita la sconfitta. D’altra parte, fino a poco fa, chi erano i candidati di bandiera a Cagliari e a Torino? L’onnipresente Cardinale (che almeno ha avuto il buonsenso di chiamarsi da parte) e Fassino. Tutto ciò mi ricorda una vignatta di Altan in cui, di fronte ad una simile situazione, il solito Cipputi rispondeva “gallina che mangia sassi, sa il c*** che ha”.
E’ una provocazione, vero? 🙂
Grazie, questa volta passo, mi basta e avanza quello che mi hanno lanciato contro per avere espresso (e documentato) le mie opinioni su Soru in un altro tuo interventot. Sono però contento di avere segnalato il pezzo di F. Cocco appena è stato pubblicato da Pubusa, così come che tu lo abbia rilanciato nel blog . Anzi no. Mmetto le mani avanti in una difesa tanto inutile quanto preventiva di Francesco Cocco (visti i primi interventi) : non ha colpe, si è fatto convincere da me, dal suo inquilino quartese. Per chi ci crede e per chi non conosce Francesco Cocco. Ciao
grazie vito per la provocazione.. o ci volevi far parlare bene giunte regionali pre-soru o post-soru? non si è capito.. molto divertente comunque
è uno scherzo vero? le conquiste durante il periodo di Soru sono merito del lavoro programmatico della giunta e del consiglio regionale.. be certo i meriti sono di altri e i demeriti sono di Soru.. si si come no
Caro Vito, una sciocchezza ancorchè detta da una persona intelligente come si presume sia Cocco, è e resta una sciocchezza. Il berlusconismo in Sardegna è Cappellacci. Sono i suoi viaggi romani per prendere ordini, sono le sue telefonate con la cricca intercettate e pubblicate dall?unione Sarda, è la sua non politica per la scuola, per l’industria, le sue nomine negli enti, nella sanità. E’ la sua giunta silente e deferente. Che Licheri, Pubusa e Cocco parlino in quei termini di Soru non fa altro che confermarmi la convinzione che la giunta Soru e il suo presidente siano stati i migliori da 30 anni a questa parte. Suggerisco di andare a leggersi sul sito della Regione le delibere di quest’ultima giunta (nelle sue variegate versioni) e quelle della passata giunta di centro sinistra. A differenza del passato, non programmano su nulla, non spendono, non prendono una decisione, non finanziano nulla di nuovo. Riprendono vecchie iniziative del passato e li ripropongono facendole proprie a cercando di far credere agli allocchi che siano loro iniziative. Su una cosa sono veramente innovativi: sulla pubblicità e promozione istituzionale. Ecco, in quel caso spendono, eccome se spendono!
Questa storia del Berlusconi in salsa sarda è una storia vecchia, che ho già sentito a più riprese da parte dei “tifosi” di Berlusconi, per cercare di convincermi a votare l'”originale”. Al che ho sempre ribattuto che se fosse stato vero quello che dicevano, non avrebbero dovuto avere tutto quell’astio nei confronti di Soru. E’ vero che è stato un presidente carismatico, più nei confronti dei non sardi che dei sardi ma, a differenza di Berlusconi, non ha mai cercato i bagni di folla e il populismo facile per aumentare i sondaggi a proprio favore, anzi. Ha preso a più riprese decisioni impopolari non facendosi coinvolgere dai giochini di partito. Ha evitato di occuparsi di Tiscali che durante la sua presidenza è arrivata sull’orlo del fallimento, a differenza del premier che ha fatto il percorso contrario, passando dal quasi fallimento a un arricchimento esagerato, complici le molteplici leggi che gli sono state confezionate dal parlamento a più riprese, con le diverse maggioranze. Io sinceramente non riesco a ricordarmi di un altro presidente della regione Sardegna che si sia battuto con altrettanta veemenza per la sua terra e che abbia cercato di fare qualcosa di concreto per essa dovendo scontrarsi non solo con un governo avverso ma anche con una malcelata avversione interna agli alleati. Preferisco sicuramente il suo piano di salvaguardia delle coste piuttosto che il continuo legalizzare i vari scempi che si è attuato prima e dopo di lui e in generale ho approvato tutta la sua azione di governo. Con questo non voglio dire che non abbia peccato in presunzione o che abbia fatto tuto quanto alla perfezione, tutt’altro. Ma se faccio il confronto con i suoi predecessori e il suo successore, non posso fare a meno di notare che non solo è stato superiore, ma qualcuno é stato anche doppiato
In estrema sintesi, penso che si debba riconoscere che Soru aveva e ha ancora in testa un chiaro progetto di sviluppo per la Sardegna (condivisibile o no, ma questo è un altro discorso). Non credo invece che Berlusconi abbia mai elaborato un progetto analogo per l’Italia. Questo basta a marcare la differenza sostanziale tra i due personaggi
L’analisi o l’autoanalisi all’interno della sinistra mi sembra legittima, e così anche quella che Francesco Cocco abbozza (è solo un abbozzo, secondo me) a commento del libro di Licheri. Ma mi chiedo, perché proprio e solo ora?inoltre non credo che una critica fatta di slogan come “il sorismo è stata una pagina del berlusconismo in salsa sarda” sia una vera analisi, quanto piuttosto un regolamento di conti. Arrivare addirittura a temere per la sopravvivenza della democrazia autonomistica nel caso in cui Soru e il suo movimento si riaffacciassero sullo scenario politico sardo, mi sembra uno sproposito. Non condivido nemmeno la lamentela sull’attribuzione al presidente della giunta del successo della sua politica, come il colpo alle servitù militari e il buon risultato nella tutela delle coste. Mi pare infatti abbastanza normale che, essendo il Presidente rappresentante e responsabile della politica della giunta e della regione intera, come dice la Costituzione, l’attività politica che viene svolta dal suo esecutivo sia ricondotta a lui, nel bene e nel male e nelle necessarie approssimazioni fatte dalla stampa. Capisco l’esigenza di dar voce al lavoro delle alleanze interne alle coalizioni che sostengono un esecutivo, ma la politica della giunta Soru era la politica di Soru.
Come si fa a parlare di un risultato positivo (anzi due: tutela delle coste e eliminazione delle servitù militari) e trasformarlo in qualcosa di negativo?e soprattutto come è possibile che questo accada da parte della stessa sinistra: questa non è autoanalisi, è Tafazzi!
Il problema del ruolo del Consiglio rispetto alle prerogative del Presidente della Giunta è una questione istituzionale delicata, non va relegata a strumento di rappresaglia tra correnti o partiti. Davvero, questo commento di Cocco (il libro di Licheri non l’ho letto) mi sembra dar voce più a regolamenti interni che a sincere esigenze di riflessione.
grazie
Per le note ragioni in questo ultimo periodo sto entrando nel merito e studiando i più importanti progetti dell’area cagliaritana, in essere e quelli ormai lontani.
A scanso di equivoci, per evitare inutili polemica fra tifosi di dx e sx, voglio dire che é sempre evidente l’inadeguatezza della burocrazia e dell’amministrazione locale.
Però mi sento di dire che
Se Soru avesse evitato di “scendere nelle cose di Cagliari”, oggi avremmo qualche elemento urbano utile in più e non avremmo sperperato una quantità incredibile di soldi.
Mi riferisco a:
Tuvixeddu; Campus Ersu; Riqualificazione lungomare Sant’Elia…
Voglio anche dire però, a favore e ossimoricamente, che il dibattito sulla città che fu capace di suscitare l’azione del Nostro merita di essere ricordato con nostalgia.
Cito la frase di un amico che tu Vito conosci bene:
“Soru é un genio ma non é intelligente”