Nella loro infinita superficialità, i giornalisti chiamano “guru” tutte quelle persone che si sono fatte una loro idea del mondo in cui vivono e non hanno paura di raccontarla alla gente senza ipocrisie e infingimenti. Paolo Barnard cerca da tempo di spiegare con parole semplici e chiare quello che secondo lui sta succedendo nell’economia mondiale. I giornalisti che non vogliono capire se quello che dice ha un fondamento e meno, lo definiscono dunque sbrigativamente “guru”, come se per dargli un po’ di credito ci fosse bisogno di una discreta dose di abbandono fideistico. Io invece Paolo Barnard non lo ritengo un guru ma una persona che sta aiutando molti a capire quello che sta succedendo. Poi non sono del tutto d’accordo con lui, ma questo è secondario. E in ogni caso l’ho incontrato, a Cagliari qualche giorno fa. E l’ho perfino intervistato.
Barnard, ha saputo la notizia? In Italia c’è stato… un colpo di Stato. Grazie al mio blog, ho preso il potere e sono diventato Presidente della Repubblica. Ora sto decidendo chi chiamare per sostituire Monti e lei è tra i candidati. Vorrei farle dunque qualche domanda. Per esempio: quale sarebbe la sua prima mossa contro la crisi economica?
“Informerei gli italiani del disegno che sta eliminando gli stati come soggetti emissori di moneta, un disegno che costringe gli stati stessi a rivolgersi all’unico emissore di moneta rimasto: le banche. Farei da subito riflettere i cittadini sul fatto che l’Eurozona ha sottratto la sovranità monetaria agli stati, ha imposto il rigore dei conti determinando il fatto che si potrà spendere solo quanto si riesce a recuperare attraverso la tassazione. Un sistema che sta di fatto consegnando l’Europa alle banche”.
Seconda mossa?
“Ritornare alla lira. Perché non è sano che il nostro paese sia appunto consegnato al sistema bancario privato”.
Secondo affermati economisti, il ritorno alla lira sarebbe un disastro.
“No. Mi stia a seguire che il ragionamento è complesso ma cerco di semplificarglielo. Nel momento in cui un intero paese passa da una moneta ad un’altra, usa la nuova moneta (nel nostro caso la lira) sia per i suoi risparmi che per contabilizzare i suoi debiti. L’intero paese deve richiedere la nuova moneta, e così anche gli altri stati e tutti i soggetti privati che hanno un rapporto con la nostra economia. In questo modo la nuova moneta si rivaluta, anche perché l’euro (a causa della decisione italiana) si deprezzerebbe sempre di più. Come non comprendere che una nuova moneta sarebbe dunque rivalutata e non svalutata?”.
E poi? A parte il ritorno alla lira e una campagna di informazione, cosa propone il Presidente del Consiglio Barnard?
“Oltre l’informazione? Il dramma è proprio l’informazione. È come se ci fosse stato raccontato che viviamo nell’eterna oscurità perché la terra è piatta. Tutti stanno cercando di convincerci che quello che stiamo vivendo è inevitabile, che il debito pubblico è una sciagura, che uno Stato va gestito come se fosse una famiglia… Così la gente accetta ogni sacrificio come se questo fosse inevitabile, ma non è così: la terra non è piatta. Non ci vuole tanto a far capire come stanno le cose. Gli italiani devono comprendere che un’alternativa è possibile, serve una rivolta dell’opinione pubblica”.
Lei è in Sardegna per incontrare a Nuoro un gruppo di imprenditori. Che cosa dirà loro?
“Che è come se fossimo tutti a bordo di una galera romana, tutti remiamo e tutti assieme stiamo affondando. Il conflitto vero non può essere quello che vede contrapposti lavoratori e imprese: in una logica keynesiana, l’interesse è di tutti, è comune. Dobbiamo veramente riportare il paese all’economia reale. Il denaro è solo un codice, ma noi lo abbiamo elevato a unico valore. La ricchezza vera, ciò che un paese produce veramente, sembra non contare più niente”.
Barnard, le devo dire una cosa: non è vero che sono diventato Presidente della Repubblica. Però voglio farle un’altra domanda. Lo spread è tornato ai livelli di otto mesi fa, l’euro è di nuovo in bilico: cosa succederà adesso?
“Non ci sarà il default così tanto temuto, l’euro non morirà. Si troverà il modo per far diventare la Banca Centrale Europea finanziatore di ultima istanza del sistema euro, anche se questo non è previsto dal trattato di Maastricht. Chi interessato a speculare ha bisogno dell’esistenza dell’Eurozona per continuare a spolpare l’economia del continente”.
Ma c’è un modo per salvare capra e cavoli? Per non rinunciare all’euro e per salvare la baracca?
“Tecnicamente sì, e sarebbe l’istituzione degli Stati Uniti d’Europa. Ma temo che in un caso come questo si genererebbero quelle dinamiche che oggi vediamo in Gran Bretagna, e la situazione di estrema difficoltà dell’economia resterebbe tutta”.
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abbianmo solo bisogno di un terremoto sociale, atto ad eliminare banche, finanziottoli, prenditori di banane, caste, politicozzoli venduti, clericotti parassiti, mafie varie incluse quelle in cravatta, e necessario rimodellare in nostro sistema di vita, guerra ai vizi e morte ai viziati. Fine dei villoni, dei puttanoni siliconati, dei macchinoni, degli elicotteroni, dei servi, servetti, ec. Serve solo gente normale che lavori tutta ma proprio tutta per produrre solo quello che serve a vivere decentemente tutti tassativamente ne posto in cui si nasec. Tutto il resto e lettame per concimare i campi.
Il semplice fatto che abbiamo una moneta più forte di quella statunitense non mette dubbi a nessuno … ?! bhà mi pare che i sostenitori dell’euro a tutti i costi parlino più per un amore effimero nei confronti di una moneta piuttosto che dalle reali implicazioni che la stessa ha nella nostra vita di tutti i giorni … aspettiamo che falliscano ancor aun po’ di aziende che si suicidino ancora un po’ di persone e che ancora centinaia di giovani e meno emigrino lasciando il paese un isola deserta senza un economia reale vera senza più capacità produttive ma con l’euro mi raccomando salviamo l’euro non le persone … !!!
Beh torniamo al baratto e risolviamo tutto (sarcasmo)
Uh!!!! Con l’uscita dell’Italia l’€ si svaluterebbe???!!!!!!
Propongo premio nobel a Paolo Barnard e a quelli che gli danno credito!
non solo ne uscirebbero immediatamente molti altri e l’euro crollerebbe miserabilmente …
Complimenti sig. Biolchini per aver intervistato Barnard, non sono in tanti a dargli il credito che merita.
Per quanto riguarda tutti i commentatori che lo osteggiano consiglierei di dare un’occhiata ai servizi firmati Barnard nella tanto (e giustamente) acclamata trasmissione della Gabanelli, “Report”.
Baci e abbracci
Non sono per nulla d’accordo con Barnard, tranne su un punto: L’istituzione degli Stati Uniti d’Europa.
https://twitter.com/il_libertario
Son d’accordo con quanto detto da Roberto Congiu. La crisi è una cosa che dura mesi non anni. Per cui non possiamo chiamarla tale. E’ il nuovo assetto economico mondiale in continua mutazione. La natura ci insegna per bocca di Darwin che: “non sopravvive il più forte o il più intelligente, ma chi si adatta più velocemente al cambiamento”.
Ma la letterina d’amore al Berlusca l’ha scritta Barnard, mica noi del NWO!!11!
Quello che Barnard e gli emmemmettari dicono è sostanzialmente che se l’Italia è nella merda mica è colpa di Berlusconi, Prodi e compagnia varia e di quelli che li hanno votati accettando per anni e anni come “normale” (“è brutto, ma FUNZIONA così” dicono ancora in tanti) il voto in cambio di promesse personali … ecco, loro al massimo sono stati un po’ ingenuotti, poverini, perché la vera colpa è delle elite mondialiste che tramano da 75 anni per tornare a dominare il mondo indisturbate.
Io già sogno le campagne elettorali del futuro con i politici che promettono “io vi stampo millemila miliardi di stercolire al giorno” e l’altro “e io duemillemila!” e così via. Se già quelle di oggi regalano tante perle di comicità, quelle del futuro sono destinate a surclassarle.
Comunque la pagina delle FAQ della MMT è veramente fantastica! Il Giappone deve il proprio “benessere” al fatto di emettere moneta (a proprio piacimento come dicono quelli della MMT? Eja, di gomma)… che i giapponesi lavorino e producano come ossessi e comprino in massa i propri titoli di Stato (a proposito, quale forza oscura impedisce agli italiani di comprare i titoli di Stati per finanziare il debito nazionale?) immagino che non conti una beneamata mazza per ‘sto fior fiore di economisti.
Ma veniamo al fantastico argomento del “la svalutazione della “nuova lira” rilancerebbe tutto l’export italiano a livelli altissimi, con entrate forti di capitale straniero.”
Entrate dove? Nelle tasche dei lavoratori? Invoco a questo proposito le divinità “DiGomma e DiLegno”, sempre disposte a farsi una bella risata. Dai, piano piano: la moneta si svaluta, quindi gli stranieri ci guadagnano nel comprare i prodotti italiani (a parità di qualità) perché il cambio li avvantaggia… ora questa valanga di soldi andrà nelle mani del lavoratori? Reinvoco le divinità, che a questo punto rischiano il collasso. Un aumento di stipendio inciderebbe sul costo del prodotto, quindi loro intascano uno sproposito di più, ma non gli conviene aumentare lo stipendio ai lavoratori (lo possono fare, ma in misura sensibilmente minore a quanto potrebbero/dovrebbero … no, poi i discorsi indignati sulle disparità sociali li vorrò proprio sentire). Ci credo che Berlusconi voglia uscirsene dall’euro, mica è scemo … LUI.
@Ainis
La domanda delle domande era ‘come faccio a sapere se la sua teoria economica è corretta o no’. Quello che è accaduto è molto semplice: è stato creato un sistema valutario, l’euro. Prima della sua entrata in vigore la scuola economica MMT ne ha evidenziato tutte le pecche in modo puntuale. I fatti hanno dato ragione alla MMT. Non è teoria, è quello che è accaduto. Lei che legge l’inglese avrà facilità nel verificare. Chi non può leggere l’inglese si è trovato invece immerso in un disastro economico senza aver mai avuto modo di leggere scritte in italiano o discusse in Parlamento queste analisi ormai risalenti a 15 anni fa. Ma questo non lo dicono solo gli economisti MMT, Paolo Barnard e DemocraziaMMT. C’è G.Sapelli, Nino Galloni (che nel 1981 era Direttore del Tesoro), G.Zibordi, e altri. É molto difficile oggi non notarlo. Poi, c’è da dire, il progetto euro sta raggiungendo con grande efficacia i suoi obiettivi, cioè la distruzione degl Stati. Anche questo ampiamente previsto e raccontato dall’economista Alain Parguez, che ho richiamato nel precedente post.
@Weber
Il “debito pubblico” nello stato a moneta sovrana non finanzia niente, come riconosciuto appunto anche da Spaventa nel 1991, con Warren Mosler, nell’incontro che ho citato nel commento precedente. Lo stato si autofinanzia accreditando il sistema bancario mediante spesa a deficit. I passaggi tecnici sono un poco più articolati, se vuoi approfondire posso indicarti ‘deficit spending’ di Mitchell che trovi tradotto in italiano su http://www.democraziammt.info Nessuno Stato che emette la propria valuta è nell’occhio del ciclone. La differenza sta in chi emette la valuta in cui è denominato il titolo di stato. E’ un impegno finanziario contratto dallo stato in una valuta che può creare in ogni momento, non ha rilevanza da questo punto di vista chi sia il detentore, vedi http://tinyurl.com/d8x8mge . La differenza sta in chi sarà il
destinatario degli interessi erogati, che sono “ricchezza finanziaria al netto”, creata dal nulla.
@NWO(?)
Non hai ben compreso quello che hai letto, come è evidente dal fatto che tu metta sullo stesso piano uno stato emittente la valuta come il Giappone e uno stato utilizzatore di valuta come l’Italia, però capisco, hai visto che qui si discuteva e hai voluto dire lo stesso la tua (usando un nickname con un estremo barlume di lucidità).. Perdona ma quello che scrivi risulta poco chiaro. Ti sfugge che uno Stato ancorato ad una valuta eccessivamente forte e che non controlla finisce necessariamente nei guai? Vedi un poco cosa fanno i Governi degli stati che hanno sovranità monetaria, quando la valuta si apprezza oltre certe soglie. Tutto questo poi va necessariamente integrato (ma qui per te è chiedere troppo) con l’analisi degli effetti di fiscal compact e pareggio di bilancio sui bilanci settoriali futuri dell’Italia. Poi, sui lavoratori, vedi quello che sta succedendo in Europa? E ti sei chiesto perchè la Germania esige che l’Italia non esca dall’euro? Cosa ti sei risposto? Pensi che sia dovuto al fatto che gli siamo simpatici e non vogliono che ci perdiamo di vista? O sei uno di quelli che credono a quello che racconta Monti e Repubblica?
Gentile Basciu,
dovrei dirle di rileggere ciò che ho scritto (io invece ho riletto con attenzione ciò che ha scritto e scrive lei). Però, se lo facessi, poi DiLegno mi farebbe una battuta, quindi non posso (ahimé, ciascuno ha la propria croce!).
Vediamo un po’: come si fa a verificare che la densità del piombo è 11.34 g/cmc? Quella si chiama VS perché la posso fare quante volte desidero su un sistema ragionevolmente identico (poi ci sono le raffinatezze, ma prenda per buono il principio) ottenendo sempre lo stesso risultato.
Lei, al contrario, mi risponde con la stessa logica dei venditori televisivi dei numeri del lotto, che dicono: “guarda, ti faccio vedere che la settimana scorsa ho suggerito un numero che poi è uscito sulla ruota di Cagliari.”
Per questo, nel commento precedente, le ho ripetuto cosa si intende per VS e in economia non è possibile. E infatti gli economisti che non la pensano come lei, ribattono che la teoria che piace a lei non funziona, esponendo i propri (buoni?) motivi. Come conseguenza (e come ho già fatto notare) lei ventila la possibilità che non la si voglia riconoscere perché invisa al potere (che poi sarà anche vero, e chi lo sa, ma non è un buon argomento di tipo scientifico, tutto qua).
In sintesi, non c’è un metodo oggettivabile per sapere se una teoria economica è predittiva o no.
Se poi mi risponde di nuovo dicendo che la sua teoria ha predetto etc etc. e che nessuno la traduce in italiano, la affido alla tastiera di DiLegno
Cordialmente,
@Ainis,
come le ho scritto, su “pensiero” e “realtà”. La realtà osservabile sui sistemi economici è che (per quante volte si voglia analizzare) quando storicamente lo Stato ha rinunciato (per forza o per scelta) al controllo sul sistema monetario, si sono avuti sempre le stesse dinamiche e gli stessi esiti (poi, come scrive, ci sono le raffinatezze ma il principio è questo: indebitamento reale in valuta estera>>>crisi di solvibilità). In termini puramente epistemologici non è VS? Chiamiamola osservazione empirica.
Poi lei valuta che questo non è un metodo oggettivabile e nota che “c’è chi la pensa diversamente”, lo so bene. Monti e Lagarde, per esempio, dicono di pensarla diversamente, e hanno i loro buoni motivi. I “loro”, appunto.
@NWO
“I governi degli Stati che hanno la “sovranità monetaria” non fanno una beneamata mazza, nel senso che le banche centrali hanno un alto grado di indipendenza e ottemperano da sole al loro compito, che è quello di mantenare una certa stabilità dei prezzi (per esempio).”
Ecco a cosa mi riferisco con “Non hai ben compreso quello che hai letto, però hai visto che qui si discuteva e hai voluto dire lo stesso la tua”.
Eh già, voi emmemmettari siete degli incompresi (come anche i decrescisti e i libertari della scuola austriaca, tutti con la ricetta infallibile in tasca).
Per la cronaca, è vero che Mosler scommise sul non fallimento dell’Italia e vinse. Poco tempo dopo fece la stessa cosa con la Russia e perse, salvo poi accampare scuse sul fatto che i russi non avessero seguito i suoi dettami.
Se uno Stato con la sua valuta non convertibile e con tasso fluttuante decide di non far fluttuare il cambio può farlo, e arrivare al defult, come è accaduto in Russia (che andò in crisi perchè cercò di bloccare il tasso di cambio del Rublo)
Se decide di non dare default e lasciar fluttuare il cambio, non può essere costretto a dare default. La differenza sta nel non potersi sottrarre neanche volendo. E’ molto semplice. Se puoi creare la valuta per ripagare un debito denominato nella valuta che emetti, ma non lo fai, fai default.
I sistemi monetari fiat funzionano così, non si tratta di incomprensione, rileggi qualche evento storico.
Proprio stupidi questi russi però! Ok, questa teoria mi ha convinto, però vorrei spingerla oltre: io sono per la Super MMT: una stampante di denaro per tutti, così ognuno si stampa tutto il denaro che gli serve per ripagare i propri debiti. Fighissimo, inizio a prenotarmi la vananza ora
Gentile basciu,
no! Non è VS (ma non ho nessuna intenzione di convincerla, né di dare lezioni di epistemologia).
Cordialmente,
Oggesù, ma l’esempio del Giappone lo avete fatto voi emmemmettari, mica io. Io mi sono limitato a discuterlo sottolineando il fatto che il Giappone sia “leggermente” più produttivo dell’Italia e che i giapponesi detengano una quota molto grande del proprio debito.
I governi degli Stati che hanno la “sovranità monetaria” non fanno una beneamata mazza, nel senso che le banche centrali hanno un alto grado di indipendenza e ottemperano da sole al loro compito, che è quello di mantenare una certa stabilità dei prezzi (per esempio).
Comunque, grazie per avermi confermato che per voi emmemmettari la corruzione e l’inefficienza strutturale dell’Italia siano fattori del tutto secondari. Io vi faccio i miei migliori auguri: fate uscire l’Italia dall’euro e togliete all’Europa questo enorme peso, vedere all’opera uno Stato governato dai complottisti sarebbe il mio sogno (vabbè, li si è già visti con i vari Stalin, Mussolini etc… che accusavano un giorno si e l’altro pure le elite straniere di complottare contro di loro). Giusto una curiosità: nel vostro sistema sarà il governo a decidere direttamente quanta moneta immettere?
@ Basciu.
Quando lei dice che “Lo stato si autofinanzia accreditando il sistema bancario mediante spesa a deficit. ” intende dire che lo stato, tanto per dire, stipula contratti di fornitura, eroga pensioni e stipendi e gira la spesa alla banca centrale (o al sistema bancario nel suo complesso, che ne sarebbe completamente asservito, quindi?) che emette un volume di risorse corrispondente alla spesa statale, al netto del gettito fiscale, accreditandola al tesoro.
Sarebbe davvero meraviglioso, però nella realtà non funziona così. Non si può creare ricchezza dal nulla, men che meno con questo “bootstrap” finanziario. Se così fosse, molti stati con moneta sovrana – per esempio in Africa – potrebbero tranquillamente tirarsi fuori dal guano spendendo a deficit e imponendo alla Banca Centrale di creare le risorse necessarie. Oppure l’Argentina, che dopo aver deciso follemente di intraprendere la strada del default e diventare un paria dei mercati internazionali, potrebbe in pochissimo tempo diventare una delle economie più forti al mondo.
La stessa Italia non avrebbe avuto alcuna convenienza a entrare nell’euro e restare con una propria moneta e una banca centrale dipendente dal tesoro.
Non trova che sarebbe tutto troppo semplice?
@Weber,
nella realtà funziona così negli Stati con moneta sovrana, non per gli Stati Euro. Lo Stato con moneta sovrana crea ricchezza finanziaria al netto accreditando il sistema bancario. Se è Stato con moneta sovrana, di cui è il monopolista, che lui solo crea e che accetta in via esclusiva per il pagamento delle tasse future. Bernanke:
“… dove ha trovato la FED questi 2mila miliardi circa di dollari con cui ha comprato debito, con cosa ha pagato ?. Abbiamo accreditato i conti bancari di chi ci ha venduto questi bonds e questi conti, presso le banche, APPAIONO COME RISERVE DELLE BANCHE PRESSO LA FEDERAL RESERVE . La FED è una banca per le altre banche. Le banche tengono depositi presso la FED e questi vengono chiamati CONTI DI RISERVA. Quando abbiamo effettuato gli acquisti di titoli di stato e altro debito (chiamati “QE”) abbiamo pagato semplicemente aumentando l’importo di questi conti di riserva delle banche presso di noi alla FED”
http://www.scribd.com/doc/87374621/Bernanke-Lecture-Four
La moneta è un codice, è ricchezza finanziaria, non reale. E’ registrazione di credito contro debito. Quando la emette il monopolista Stato (se è fluttuante, non convertibile), il debito che lo Stato si accolla è quello di accettarla in pagamento delle tasse future, nient’altro. Lo Stato con la propria moneta ha capacità di attivare la “ricchezza reale”, spendendo a deficit. Un esempio: se in Italia nasce un nuovo Leonardo da Vinci e lo Stato è in grado di finanziarne un progetto, Leonardo da Vinci potrà “attivare una ricchezza reale”: un nuovo brevetto geniale. Ma se anzichè Leonardo da Vinci lo Stato finanzia un Pinco Pallino che non ha capacità ingegneristiche, non si avrà come conseguenza la “attivazione di ricchezza reale”.
Infatti: l’Italia non aveva nessuna convenienza a entrare nell’Euro. Sulla separazione Tesoro-BC si può vedere il racconto dell’insider Nino Galloni, che nel 1981 era Direttore del Tesoro in Italia: http://www.youtube.com/watch?v=FGZZ4s2udSM
Gentili Basciu&Soviet,
@Basciu
No, guardi, specifichiamo cosa significa «verifica sperimentale» (VS) altrimenti parliamo di cose diverse. La VS prevede che io possa organizzare a piacere un esperimento ottenendo un risultato predetto da una teoria. Ciò presuppone la possibilità che si possa partire dalle medesime condizioni iniziali agendo su un sistema identico. Ciò nei sistemi economici non è concettualmente possibile (salvo per sistemi tanto semplici da generare risultati privi di interesse).
Ci sarebbe un sistema per ovviare all’inconveniente (un sistema di principio) come nel caso della teoria dell’evoluzione (anch’essa ha problemi di VS): accumulare un enorme numero di osservazioni. Sfortunatamente la persistenza di sistemi economici ragionevolmente simili è ancora troppo limitata.
Alla sua battuta sul perché non ci siano le traduzioni, non rispondo, perché davvero non ho un’opinione decente da esprimere (ma leggo correntemente in inglese, quindi trovo molte più info su tutto, non solo sulle questioni economiche: se non conoscessi l’inglese non potrei leggere saggi bellissimi che con l’economia non hanno nulla a che vedere; non li traducono perché li leggiamo in tre!). Però capisco la sua osservazione.
@Sovjet (e Basciu)
Credo sia meglio specificare che non ho la competenza sufficiente per discutere di economia, però mi interessa moltissimo il meta-problema del funzionamento di una disciplina che non ammette replicazioni. Non credo che sia sciocco cercare di fare qualcosa, tutt’altro, semplicemente mi pare di poter dire che con una disciplina come questa la possibilità di ottenere un risultato voluto sia aleatoria (ma lo dico da persona abituata a ragionare in termini di VS, magari mi manca qualcosa, ecco perché la curiosità sul funzionamento dell’economia e le domande che mi piacerebbe fare a un economista).
Cordialmente,
@Weber
“Ma non sono gli stessi stati che chiedono al mercato di finanziarli? E quando la sovranità monetaria apparteneva allo stato, non ricorrevano al finanziamento tramite debito pubblico?”
Negli Stati con moneta sovrana fiat l’emissione di debito pubblico è uno strumento di politica monetaria gestito completamente dallo Stato, che ha la funzione di regolare il livello delle riserve del sistema bancario. Il Titolo di Stato(=debito pubblico) è una forma di “conto risparmio” su cui vengono allocate le riserve bancarie in eccesso conseguenti le operazioni di spesa a deficit dello Stato. Il “debito pubblico” non finanzia lo Stato.
L’evidenza empirica è macroscopica: paesi a moneta sovrana con deficit annui e debiti cumulati elevatissimi emettono “debito pubblico” a tassi di interesse reale negativi: USA, Giappone, UK, etc. Questo perchè nel sistema con moneta sovrana lo Stato è il “monopolista” della moneta e ne “fissa il prezzo”.
Ma è ancora più chiarificatrice la storia di Warren Mosler, Luigi Spaventa e il debito pubblico Italiano nel 1991. Mosler era detentore di enormi quantità di Titoli di Stato Italiani. L’Italia a fine 1990 era considerata a “rischio default” da un rapporto del MIT, a firma di Dornbusch, le cause presunte erano l’elevato debito pubblico e l’elevato rendimento dei tassi di interesse dei TDS. Vennero paventate misure di “lacrime e sangue” necessarie per ripagare il debito in scadenza. Mosler comprese il corretto meccanismo del funzionamento dei titoli di stato in un paese con moneta sovrana (quello che ho descritto sopra) e lo discusse con Spaventa. Risultò chiaro al termine dell’incontro che l’Italia non poteva tecnicamente fallire, in quanto il “debito” era appunto strumento di gestione del tasso interbancario, non strumento fiscale di finanziamento. Il racconto dell’incontro è disponibile qui: http://goo.gl/4xcWh. Una settimana dopo l’incontro, Spaventa comunicò che l’Italia avrebbe onorato le scadenze senza necessità di “misure lacrime e sangue”. Questo in uno Stato con moneta sovrana fiat.
Nei sistemi monetari basati sul gold standard e convertibilità la funzione era differente, e il debito pubblico era un sistema di finanziamento per lo Stato. La relazione tra Euro e Stati membri è la stessa di un super-gold standard, per cui oggi il Titolo di Stato è un vero debito con cui lo Stato prende in prestito gli euro da soggetti privati, a cui deve restituirli gravati di interessi.
@Ainis.
La domanda delle domande: Come facciamo a sapere che la sua teoria economica è corretta e le altre no?
E’ sufficiente leggere l’episodio raccontato sopra. Senza andare a riprendere (sarebbe chiedere troppo) tutta la produzione MMT dai primi anni ’90 ad oggi, o http://www.democraziammt.info è sufficiente leggere il Wall Street Journal, 23.7.2012 “Who Warned About the Euro First?” (chi è stato il primo a dare l’allarme sull’Euro), dove trovi un link a questo paper del Levy Institute in cui è nata la MMT, che riepiloga brevemente le esatte previsioni riguardo quello che sarebbe stato il destino dell’area Euro. Scritte negli anni ’90: http://goo.gl/qbL4c
E’ verifica sperimentale. La MMT è anzitutto descrizione puntuale di come funzionano i sistemi monetari fiat, non è “teoria”. Puoi per converso, d’altra parte, verificare se si è avverato quello che aveva promesso Prodi: prosperità per tutti con l’Euro. http://goo.gl/RD5OI
Oppure Monti nel 2011 “Il più grande successo dell’Euro è la Grecia”, dove oggi circa mezzo milione di bambini ha sintomi di denutrizione. Sono le prime vittime della guerra “a colpi di spread”.
L’aspettativa di “stare meglio tutti” grazie a maggiore integrazione europea su cosa è basata? Il fiscal compact e il pareggio di bilancio comportano (per necessità algebrica dei bilanci settoriali) un graduale e continuo impoverimento del settore privato (famiglie+imprese) per decine di anni. E’ sconcertante che di fronte alla devastazione in corso, ampiamente prevista, si possa ancora pensare che forse domattina ci alzeremo e le cose si saranno messe a posto. E una domanda: come mai non avete mai letto tradotto in italiano nessuno di questi studi e lavori scritti da economisti che sono interpellati dai Governi di vari paesi al mondo? Una svista?
Grazie per la tua risposta, ma non mi è chiaro il passaggio in cui dici:
“Negli Stati con moneta sovrana fiat l’emissione di debito pubblico è uno strumento di politica monetaria gestito completamente dallo Stato, che ha la funzione di regolare il livello delle riserve del sistema bancario. (come sono create queste riserve?)
Il Titolo di Stato(=debito pubblico) è una forma di “conto risparmio” su cui vengono allocate le riserve bancarie in eccesso conseguenti le operazioni di spesa a deficit dello Stato. Il “debito pubblico” non finanzia lo Stato (e cosa finanzia?)
E poi, non credi che stati come il Giappone a elevato debito pubblico non siano nell’occhio del ciclone perché la stragraned maggioranza del debito è detenuto da residenti?
Grazie per le tue risposte
Gentile Biolchini,
bel colpo! Però avendo tra le mani (si fa per dire) Barnard, avrebbe potuto porgli altre domande (perché queste risposte si trovano già in rete). Ad esempio domandargli come sia possibile che una cosa (che esito a definire disciplina scientifica) sia così tanto controintuitiva da accettare pacificamente posizioni antitetiche come prassi (fatto che non avviene in nessun’altra disciplina, neppure quelle umanistiche!). Una bella domanda sarebbe stata: “Come fate ad assegnare il Nobel a persone che dicono tutto e il contrario di tutto?”
O: “Se le dicessi che costruendo una teoria economica lanciando i dadi essa avrebbe la stessa validità di una qualunque altra? (Asserzione che si può difendere con una certa logica è non è così paradossale come appare)
Oppure: “Come si può definire scientifica una disciplina che non consente osservazioni sperimentali ripetute (replicazioni)?
Oppure la domanda delle domande (che raccoglie tutte le precedenti): “Come facciamo a sapere che la sua teoria economica è corretta e le altre no?”
Secondo me, risponderebbe che tutti sanno che lui ha ragione ma il potere vuole tutt’altro (che è poi la posizione della maggior parte delle persone che sento per strada).
In realtà, i sistemi economici sono complessi e descrivibili con sistemi lineari solo in condizioni particolari. Attualmente tali condizioni non ci sono (a causa della grande instabilità), quindi bastano piccole variazioni per provocare grandi risultati (“a tipo” la farfalla che sbatte le ali a Hong Kong e causa un tornado a New York) quindi ho forti dubbi che Barnard (o chiunque altro) abbia da fornire una ricetta sensata (al di là del fatto che il saggio Sovjet abbia ragione quando afferma che siamo tutti allenatori della nazionale ed economisti!). Come in tutti i sistemi complessi, assisteremo ad un processo di autorganizzazione che prescinderà in gran parte dalla nostra volontà (e ci saranno un sacco di persone che ne cercheranno di rivendicarne il merito).
Insomma, piuttosto che chiedergli come la pensi lui, cercare di capire cosa ne pensi del fatto che la pensano tutti in un modo differente!
Però mi piace che Barnard riconosca come una possibile soluzione sarebbe quella di una maggiore integrazione politica dell’Europa, perché vivendo in un’era felice (anche se molti non saranno d’accordo) ci siamo scordati come fosse conciata l’Europa alla fine degli anni ’40 (poco più di mezzo secolo fa). Avendo avuto occasione di ascoltare i racconti di mio padre (nato durante una guerra e combattente in quella successiva) credo che sarebbe meglio ammettere sia assai meglio litigare a colpi di spread che a colpi di cannone! Se poi, come sembra, una delle soluzioni individuate sarà una maggiore integrazione europea (come pare stia accadendo) faremo felice Barnard e staremo meglio tutti.
Sono anche piuttosto d’accordo con coloro che sottolineano la necessità di un’economia basata sulla sostenibilità. Sono poco confidente che burocrati “alla Monti” la considerino una priorità, ma dovrebbero.
Infine: ma che razza di costituzione usa? L’ha modificata lei? Ma non lo sa che il presidente della repubblica non può chiamare il primo che passa? (Adesso non scriva un altro post per rispondermi, eh!)
Cordialmente
Gentile Ainis, contrariamente a qualcuno che se fischia a scarpe slacciate rischia di sbattere il muso a terra, lei qualche obiezione di buon senso riesce ad articolarla.
L’economia, come dice l’amico Boero, “è una scienza storica ed è fortemente sensibile alle condizioni iniziali, è caotica, non lineare. Piccole cause possono avere effetti notevoli e nulla dovrebbe essere trascurato, ma se dovessimo dare importanza a tutto rimarremmo immobili. Gran parte delle contingenze è insignificante, ma ogni tanto qualcosa di apparentemente insignificante diventa importantissimo e può cambiare il corso della storia.” Quindi può essere molto precisa nella fase di descrizione e molto imprecisa in quella di prescrizione. L’ha dimostrato con un’argomentazione interessante Nassim Nicholas Taleb nel suo “Il cigno nero, nventandosi i concetti di Extremistan e Mediocristan rispetto alla nostra possibilità di previsione: se in ambito “Mediocristan” possiamo in qualche modo fare previsioni, se ci troviamo in una sala con mille persone possiamo prevedere che nessuno sarà più alto di tre persone messe assieme; così non si può dire in un ambito Extremistan, in una sala con mille persone non è da escludere che una abbia un reddito più elevato delle altre 999 messe assieme. Inoltre, “i cigni neri” sono sempre possibili, anche se imprevedibili, e qui di affidarsi completamente a ciò che è avvenuto in passato non ci aiuta: il tacchino se si basasse su come è stato trattato nel passato sarebbe molto ottimista rispetto al suo futuro. Ma non sa cos’è il giorno del ringraziamento…
Sul fatto che l’eocnomia sia una “invenzione” ha scritto cose interessanti anche George
Latouche (quello della decrescita) e senz’altro una teoria economica resta pur sempre una teoria ed ha bisogno di essere supportata.
Il punto stia nella reale unione politica europea, per evitare rischi di conflitti fra Stati, ma con moneta sovrana, che disincentiva gli attacchi speculativi. Questa Unione è costruita su misura deli tedeschi, che comunque sono avvantaggiati dalla moneta unica e infatti sono uno dei pochi paesi europei in surplus e con incremento dell’occupazione. Economisti come Emiliano Brancaccio fanno notare che la Germania fa concorrenza anche sul costo del lavoro, perché è vero che i lavoratori tedeschi guadagnano di più, ma con un rapporto retribuzione – produttività talmente alto che di fatto il costo del lavoro resta più basso che da noi. Tant’è che Brancaccio propone uno standard retributivo europeo fondato sul rapporto tra produttività del lavoro e salario reale (chi vuole può approfondire su “L’austerità è di destra”, scritto a quattro mani con Marco Passarella).
Insomma, per dire che è vero che le teorie sono una mappa e non il territorio e che sul campo devono essere verificate, ma con certezza la mappa che abbiamo utilizzato fino ad oggi ha portato in una strada senza uscita gran parte dell’umanità (che una parte nel breve periodo ci ha giadagnato e molto). E’ necessario cambiarla questa mappa e questa volta verificarla davvero sul territorio costantemente.
Qualsiasi teoria economica avulsa dalla questione ambientale è fuori dal contesto culturale e politico odierno. Infastidisce per il grado di ignoranza che contiene. Se non venisse sempre dagli ambienti culturali della sinistra direi che è di destra perché favorisce la volontà di potenza dell’uomo sull’ambiente. E’ antropocentrica.
La moneta agisce sul sistema economico come una forza applicata a un sistema: aumenta l’entropia. Questa però ha forte rilievo sugli aspetti ambientali, esternalizzandole gli effetti.
Immaginarsi disgiunti dalla natura soprattutto oggi che siamo diventati 7 miliardi e pretendiamo (giustamente) di avere pari opportunità, e uguaglianza, significa vivere in mondo virtuale come quello della finanza.
Consumiamo di tutto, cose utili ma altre molto inutili, spesso compulsivamente e per inerzia. Dobbiamo stampare moneta per alimentare questo ciclo? Latouche, Pallante, Tiziano, ma anche tanti altri non sono d’accordo.
La sinistra agita la bandiera dei Beni Comuni avendo però in casa sindacalisti industrialisti e gente che parla di politiche keynesiane (ahahahaha) ma poi si fa portatrice di un ambientalismo dell’estetica. Paradossi politici.
Latouche e compagnia parlano di decrescita cosiddetta felice: peccato che quando si va al sodo si rivelano dei passatisti, non trovando ricetta migliore di invocare le condizioni di vita dei nostri nonni e bisnonni, con l’autoproduzione di cibo, la deindustrializzazione, l’economia di sussistenza. Chiediamoci il significato di decrescita: diminuire di quantità, livello, abbassarsi. In sostanza, così come la vediamo già forzatamente applicata nel nostro Paese (e Spagna, Grecia, Portogallo) volenti o nolenti, significa pauperismo, austerità e regressione. Il logico risultato finale è la depopolazione. A scanso di equivoci, vorrei chiarire che non sono una paladina dell’industrializzazione selvaggia e inquinante, e mi ritengo molto sensibile al tema della tutela dell’ambiente. Ci sono modi migliori per crescere ed esiste una tecnologia fonte di energia pulita ( non certo la fissione nucleare) che però rimane lettera morta in qualche laboratorio (vedere il caso della fusione fredda in favore della quale è stata presentata un’interrogazione parlamentare di recente). Non si vogliono ostacolare le multinazionali del petrolio, che devono continuare a crescere e a produrre (dov’è finito il picco del petrolio?), mentre siamo noi popolo che dobbiamo decrescere. Sarebbe il caso di andare a vedere i numerosi personaggi di fama e di rilevanza politica internazionale che tuttora apertamente sostengono le teorie malthusiane. Tiziano ha scelto il termine “pretendiamo”, ma tra breve non potrebbe aggiungere “giustamente”, se la logica dell’oligarchia finanziaria che controlla l’Eurozona prevalesse definitivamente. Non credo che accadrà, perché perlomeno l’istinto di sopravvivenza porterà tutti a un brusco e doloroso risveglio. Inoltre i segni del crollo del castello in aria dell’euro sono ormai più che evidenti, ma ritengo sia un dovere di tutti smettere di raccontare e raccontarsi favole, senza riflettere sulle conseguenze logiche di quanto viene teorizzato. Ripristinare la sovranità monetaria è la nostra salvezza, Barnard ha pienamente ragione, e prima di lui prof. Giacinto Auriti. Di certo Monti e i grandi banchieri dietro il suo governo della salute dell’ambiente se ne fregano altamente, considerando che in questi giorni hanno ridotto le tutele del nostro patrimonio boschivo. E chissà che altro hanno combinato in questo settore, quali leggi che non arriveranno mai alla stampa. Nostro è il dovere di prenderci carico della salvaguardia della natura, cercando un’armonia tra uomo e ambiente naturale, ma respingendo certo ambientalismo estremo che vede nell’uomo (nella vita umana) un parassita di cui la Terra dovrebbe liberarsi. Con buona pace del legittimo controllo delle nascite, nella libertà e responsabilità, non forzato o occulto.
Intanto io credo che sia necessario almeno leggersi “il grande crimine”, dove Barnard illustra in maniera molto divulgativa le basi del MMT. Senza questa lettura di base credo si parli un po’ a vanvera. Il testo si può scaricare gratuitamente da internet http://paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf
Inoltre, non sarebbe male farsi un giro dalle parti dell’associazione italiana che ha la certificazione MMT (http://democraziammt.info/site/) e scaricarsi le slide dove sono spiegati i fondamentali di questa teoria economica (li trovate qui http://ia600806.us.archive.org/4/items/MMT-ITALIA_380/DIDATTICA-DI-BASE-MMT.pdf)
Perché è pur sempre una teoria economica e quindi necessita di un minimo di attenzione e di comprensione dei meccanismi. Perché un conto è essere tutti allenatori di calcio, ma tutti economisti anche no…
Solo una risposta su Pallante: la variabile ambientale, ovvero che non ci possa essere una crescita infinita in un mondo finito e un fatto accertato in tutte le scienze, ma c’entra poco o nulla con quello che dice la MMT che si fonda sulle possibilità che la sovranità monetaria dà nel promuovere l’economia e la ricerca e al contrasto alla speculazione finanziaria grazie alla possibilità di creare moneta, la moneta fiat (nel senso di “fiat lux” non in quello dell’auto).
La MMT invita anche a non confondere comportamenti virtuosi per l’individuo ma deleteri per la collettività: se io risparmio mi tutelo, se tutti risparmiamo l’economia crolla per mancanza di liquidità. Banalizzo ovviamente, ma si capisce come un comportamento virtuoso per me diventa molto pericoloso se tutti lo attuano. Ritenere che obbligatoriamente qualcosa di valido per il singolo lo sia anche per il collettivo ricade nell’errore di composizione (io l’ho scoperto ad economia 1 e non me lo sono più dimenticato). Così se si pensa che lo Stato si debba comportare come il buon padre di famiglia: lo Stato con sovranità monetaria lo “stipendio” se lo stampa da solo, cosa che in famiglia (a meno che non si sia una famiglia di abilissimi falsari non si può fare). La MMT dice anche che finché non c’è il pieno utilizzo dei fattori di produzione si puo’ immettere moneta per dare impulso all’economia.
Naturalmente perché la MMT funzioni c’è bisogno di uno Stato governato da persone competenti e attente al benessere collettivo, cosa questa che può essere difficile da immaginare, ma in ogni caso è una critica spietata all’attuale approccio economico (non a caso Barnard lo definisce grande crimine).
Quello che io reputo un po’ fastidioso sono i toni di Barnard, a metà strada tra un Giovanni Battista che grida nel deserto e un Savonarola, che a volte allontana invece che avvicinare. Ma come dice il mio amico Daniele Basciu, attivista MMT molto impegnato, se tu avvisti un incendio che minaccia di bruciare tutto ti agiti molto per mettere tutti in allarme.
Grazie Sovjet, è sempre bene fare una ripassata delle fregnacce degli emmemmettari e di Barnard. Bella la visione monetaristica del tutto sganciata dalla produttività. Ah, i nostri problemi sono tutti colpa dei poteri occulti che ci vogliono togliere la sovranità, mica dei corrotti che sardi e italiani votano sempre più. Ricordo ancora la letterina accorata di Barnard a Berlusconi. Già, è quello che vi meritate, dopo tutto non è stata mica colpa sua il disastro italiano degli ultimi 20 anni, anzi, lui si è opposto ai “poteri forti”. Lui vuole uscire dall’euro e tornare alla lira. Lui vuole accontentare tutti stampando moneta a manetta. Uscite allo scoperto e cantatelo ancora “Manomalechesiiilviocèèèèèèèèèèèèè”.
Noi cattivoni del Nuovo Ordine Mondiale vi diamo il permesso (uno stato giullare è sempre utile per tenere alto il buon umore).
Allora dal momento che tanto Vito censurerebbe la mia risposta ad un commento di tale idiozia, facciamo così, immagini un insulto e me lo attribuisca pure.
C’è una cosa che bisogna saper fare se si vuole discutere: saper fischiare e legarsi le scarpe allo stesso tempo. Cosa che lei non dimostra di saper fare in questo caso. Mi auguro che in altre occasioni possa dare prova di maggior lucidità.
Che poi mi si accusi di berlusconismo e di non capire la responsabilità del centrodestra (e del centrosinistra, che ne ha da farsi perdonare…) è segnale di quanto lei poco rifletta sulle cose che scrive.
Rispetto all’uscita dall’euro, a parte le battute interessate di Berlusconi, ci sono seri economisti che ne stanno valutando i costi e i benefici. Posto che l’euro potrebbe anche saltare a prescindere dalla nostra volontà, come per esempio prevede un tipino come George Soros e allora una strategia di uscita “da sinistra” bisognerebbe averla per non finire in guai seri.
Ma forse tutto questo è un po’ troppo complicato per lei, mi sa che è di quelli che appena sente “Berlusconi” non capisce più niente e fonda ogni idea di politica sulla base di un nemico a cui riferirsi. Quindi tra i due, se c’è qualcuno che ha bisogno di un Berlusconi è lei. La canzoncina leggo che già la sa…
Ma la letterina d’amore al Berlusca l’ha scritta Barnard, mica noi del NWO!!11!
E poi se gli emmemmettari si fanno rappresentare da un ultracomplottista che fa ampio uso della “teoria della montagna di merda” (http://www.keinpfusch.net/2010/03/la-teoria-della-montagna-di-merda.html ) lo stesso non è colpa nostra … cioè, si, è ovvio che il microchip nel cervello lo abbiamo installato pure a lui, ma deve aver preso acqua e ci sta regalando risultati inaspettati.
Quello che Barnard e gli emmemmettari dicono è sostanzialmente che se l’Italia è nella merda mica è colpa di Berlusconi, Prodi e compagnia varia e di quelli che li hanno votati accettando per anni e anni come “normale” (“è brutto, ma FUNZIONA così” dicono ancora in tanti) il voto in cambio di promesse personali … ecco, loro al massimo sono stati un po’ ingenuotti, poverini, perché la vera colpa è delle elite mondialiste che tramano da 75 anni per tornare a dominare il mondo indisturbate.
Io già sogno le campagne elettorali del futuro con i politici che promettono “io vi stampo millemila miliardi di stercolire al giorno” e l’altro “e io duemillemila!” e così via. Se già quelle di oggi regalano tante perle di comicità, quelle del futuro sono destinate a surclassarle.
Comunque la pagina delle FAQ della MMT è veramente fantastica! Il Giappone deve il proprio “benessere” al fatto di emettere moneta (a proprio piacimento come dicono quelli della MMT? Eja, di gomma)… che i giapponesi lavorino e producano come ossessi e comprino in massa i propri titoli di Stato (a proposito, quale forza oscura impedisce agli italiani di comprare i titoli di Stati per finanziare il debito nazionale?) immagino che non conti una beneamata mazza per ‘sto fior fiore di economisti.
Ma veniamo al fantastico argomento del “la svalutazione della “nuova lira” rilancerebbe tutto l’export italiano a livelli altissimi, con entrate forti di capitale straniero.”
Entrate dove? Nelle tasche dei lavoratori? Invoco a questo proposito le divinità “DiGomma e DiLegno”, sempre disposte a farsi una bella risata. Dai, piano piano: la moneta si svaluta, quindi gli stranieri ci guadagnano nel comprare i prodotti italiani (a parità di qualità) perché il cambio li avvantaggia… ora questa valanga di soldi andrà nelle mani del lavoratori? Reinvoco le divinità, che a questo punto rischiano il collasso. Un aumento di stipendio inciderebbe sul costo del prodotto, quindi loro intascano uno sproposito di più, ma non gli conviene aumentare lo stipendio ai lavoratori (lo possono fare, ma in misura sensibilmente minore a quanto potrebbero/dovrebbero … no, poi i discorsi indignati sulle disparità sociali li vorrò proprio sentire). Ci credo che Berlusconi voglia uscirsene dall’euro, mica è scemo … LUI.
Tornare alla Lira è delirante. Ma spt sarebbe una sconfitta per tutti.
Sono appena tornato da due settimane in giro per l’europa e solo all’idea di dover tornare ai “cambi” mi viene il mal distomaco.
La soluzione è avere più europa, non dare fiato agli egoismi delle singole nazioni.
Beh, però che non si torni alla lira solo perché tu avresti qualche disturbo nel cambiare moneta quando giri per l’Europa mi sembra un pochino presuntuoso…con una carta di credito – ormai accettata ovunque – risolvi…
Come si dice a Kiagliari, è propriu TRABALLOSA come idea!
@Stefano. I paesi con moneta sovrana (UK,USA,Giappone,Svizzera,Turchia,Brasile,Cina,Australia,Corea,Norvegia etc etc) non cambiano valuta ogni mese. Non sono padroni del mondo, ma al tempo stesso non sono schiavi di finanziatori privati, perchè emettono la propria valuta, e non ne sono meri utilizzatori (come invece i Paesi dell’area Euro). Questo significa che se contraggono un debito nella propria valuta non convertibile e con tasso di cambio fluttuante sono sempre in grado di ripagarlo, perchè non possono “terminarla”, in quanto la creano. “Er Camerun”, invece, che citi, utilizza una valuta che non è una piena valuta sovrana: il Franco CFA, che è agganciato con tasso di cambio fisso all’Euro (prima era agganciato al tasso di cambio del Franco). Questa convertibilità crea una situazione analoga a quella checi sarebbe per il Camerun con l’utilizzo di una valuta straniera, e pertanto fuori dal controllo monetario da parte del Governo. L’Argentina è il caso sicuramente più conosciuto di sistema “fixed exchange rate”, che ha le stesse caratteristiche deflazionarie dello standard aureo e del regime Euro.
@Alessandra
E’corretto quello che scrivi, infatti la sovranità monetaria non è un “pilota automatico” che garantisce che la capacità di spesa dello Stato sia utilizzata nei termini di “finanza funzionale” (>piena occupazione, welfare, etc). Le stime sugli USA si aggirano su circa 29 trilioni di $ creati come sostegno alle Banche in crisi per la bolla finanziaria. Se quei 29 trilioni di $ fossero stati impiegati come spesa governativa secondo le linee della MMT (Modern Money Theory) la disoccupazione e il disagio sociale negli USA sarebbero stati cancellati per sempre. La crisi dei debiti sovrani in Europa è stata prevista con circa 15 anni di anticipo dalla MMT, nel 1997 W.Godley scriveva che
“Le nazioni dell’euro non solo rinunceranno alla propria moneta sovrana, ma anche alla loro capacità di spesa.Con l’Unione Monetaria i governi non potranno più essere finanziati dalla Banca Centrale e dovranno prendere in prestito sui mercati aperti. Questo rischia di essere troppo costoso per loro, persino impossibile… Le restrizioni di budget a cui queste nazioni si sottopongono, infliggeranno una depressione economica all’Europa che essa non potrà risolvere”.
Puoi anche vedere su http://www.democraziammt.info il paper scritto da Alain Parguez nel ’98(poi revisionato nel 2000) “Per chi suona l’Unione Monetaria”, dove spiega che l’entusiasmo di allora per l’Euro si basava su “una totale incomprensione sia della teoria economica delle unioni monetarie che della specifica natura dell’Unione europea”, che è un progetto di moderno ordine totalitario in corso di esecuzione (di cui l’euro è parte fondamentale).
@R.Congiu
Tornare alla sovranità monetaria con propria valuta significherebbe sottrarre lo Stato dalle mani dei gruppi finanziari privati, da cui dipende per finanziarsi (oltre che dalla tassazione), e riconsegnargli la propria piena sovranità.
@ilgiullare
” continuamo a privatizzare beni pubblici senza far un attimo caso al fatto che TUTTE le precedenti privatizzazioni hanno portato pallidi risultati sul piano dell’efficenza e quasi nessuno sul piano delle tariffe. a che giova allora?”
Appunto. E’sufficiente vedere a chi giova tutto questo. Le privatizzazioni sono il saccheggio della ricchezza pubblica degli Stati, è l’invasione finanziaria.
E’ infatti “Il più grande crimine”, come ha scritto P. Barnard.
Scusi Basciu, io non capisco molto di economia e vorrei porle la seguente domanda:
lei dice che “Tornare alla sovranità monetaria con propria valuta significherebbe sottrarre lo Stato dalle mani dei gruppi finanziari privati, da cui dipende per finanziarsi…”
Ma non sono gli stessi stati che chiedono al mercato di finanziarli? E quando la sovranità monetaria apparteneva allo stato, non ricorrevano al finanziamento tramite debito pubblico?
Grazie
http://www.movimento5stellecagliari.it/?p=3151
Secondo me questa nota di Pallante va al cuore del problema molto più di quanto riesca Barnard
ANTONELLO ! Ma cosa mi stai dicendo che mi sei diventato grillino ? Ma cosa ti ha morsicato una merdona ammalata ? Antonello smettimela guarda che ti picchio Antonello. Antonello guarda che ti picchio forte ! ANTONELLO !
…
Se una volta al mese cambiassimo moneta diventeremmo i padroni del mondo?
Dato che basta aumentare la produzione di moneta per finanziare debito e funzionamento della cosa pubblica arriveremo a dare corso legale alla “pizza de fango der Camerun”?
io non sono una economista e ragiono da profana. La prima cosa che mi è venuta in mente è che paesi con la loro moneta (USA, UK, tanto per dirne due) non è che stanno vivendo di caviale e champagne.
A mio modestissimo avviso il fatto che la finanza gestisca tutta l’economia a livello globale e senza nessuna regolamentazione è alla base del problema. In Italia come dappertutto. Non è stata una crisi finanziaria a dare origine a tutto questo pasticcio? Non è ancora oggi la speculazione finanziaria che scommette e guadagna sulla crisi europea? E tornare tutti alla propria moneta ci metterebbe al riparo dai grandi squali? Io credo che aumenterebbe solo il loro appetito. La crisi dei debiti sovrani in europa non è scoppiata quando le banche hanno riversato la liquidità ricevuta per il loro salvataggio negli acquisti dei titoli pubblici dei paesi europei invece che in investimenti produttivi? E adesso cosa cercano di risolvere i Governi? Il disavanzo pubblico, cioè l’effetto, “dimenticandosi” totalmente della causa.
E’ chiaro che è più facile alimentare sentimenti antieuropeisti, rinfacciando alla Germania il loro egoismo e facendo credere ai contribuenti tedeschi che la colpa è degli sfaticati paesi del sud. Così non si vede il nemico comune : un sistema finanziario totalmente fuori controllo.
Quindi, ripeto la domanda perchè non ho davvero capito : perchè tornare alla lira ci aiuterebbe?
Alessandra, condivido la tua analisi e i tuoi dubbi…come hai detto tu la cura sarebbe sintomatica. Tassare le transazioni finanziare penalizzando la speculazione a favore dell’investimento produttivo sarebbe forse una cura, ma dovrebbe essere globale e non limitata a un singolo stato.
ah, e tornare alla lira non significherebbe togliere l’economia italiana dalle mani delle banche ma metterla in mano delle sole banche italiane, che Dio solo sa con chi sono esposte (Cina, Libia, Arabia Saudita?) e metterci nelle mani di Dio solo sa chi.
Io non la chiamerei crisi, il lavoro si e’ spostato dove costa meno (Cina etc). Inoltre e’ in corso una guerra valutaria tra Europa, Stati Uniti , Cina e Giappone dove ogni rispettiva banca centrale cerca di svalutare la propria valuta per rendere i propri prodotti meno cari e le proprie economie piu’ competitive. Nel passato si facevano le guerre mandando i soldati al macello, adesso si fanno le guerre finanziarie mandando la gente sul lastrico.
eppure ancora non capisco a COSA è dovuta questa crisi. come non capisco come un Presidente della Repubblica che ha combattuto e vinto per dare potere al popolo,possa, dopo nemmeno 40 anni, affidare il potere alle banche. ideologicamente Mussolini è stato più comunista di Napolitano. ci convincono che dobbiamo soffrire, patire, sputare sangue,ma non sappiamo perchè, per chi e per quanto tempo ancora. Nè sappiamo se alla fine di questa carneficina sociale ci potrà essere una Italia migliore. continuamo a privatizzare beni pubblici senza far un attimo caso al fatto che TUTTE le precedenti privatizzazioni hanno portato pallidi risultati sul piano dell’efficenza e quasi nessuno sul piano delle tariffe. a che giova allora?