Inanellando un’impressionante serie di banalità e di luoghi comuni sulla politica e sulla Sardegna, lo scrittore Marcello Fois ha inaugurato sul sito di Sardegna Democratica un filone che potremmo definire di “demagogia d’autore”. Filone fortunato e fecondissimo, a cui possiamo ascrivere la grandissima parte degli interventi pubblici che lo scrittore nuorese ci ha regalato da nove anni a questa parte, da quando cioè (con l’inizio della campagna elettorale che poi portò al trionfo di Renato Soru) ha iniziato a cimentarsi in un genere nel quale alcuni tra i più grandi scrittori italiani del ‘900 hanno scritto pagine indelebili (Pasolini, Sciascia, gli altri aggiungeteli voi).
Temiamo invece che delle pagine “civili” di Fois non resterà niente, piene come sono di presunzione, di inesattezze, di pressapochismo, di demagogia. A condannarlo non sono certo gli argomenti (sarebbe chiedergli troppo, e comunque ognuno ha i propri) ma un linguaggio che una volta si sarebbe definito “da bar” e che oggi trova i suoi campioni nientemeno che su facebook. Perché è soprattutto dal linguaggio che si giudica uno scrittore. E quando scrive di politica, Fois scrive così:
“Vergognatevi e tornatevene a casa. Avete guadagnato fin troppo”. “Ogni vostra più piccola indennità è pari allo stipendio mensile di un comune mortale sardo che lavora otto ore al giorno!”, “ Rappresentate il punto più basso della elaborazione politica nel nostro Paese”, “Siete al vertice della regione più povera, meno abitata, più vessata della nazione”, “Come vi abbiamo eletto, quindi assunto, possiamo licenziarvi”, “Perché avete dimenticato che voi siete i nostri dipendenti non i nostri padroni”, “Buona parte di voi se fosse dipendente di un’azienda sarebbe già stato licenziato da tempo”, “Avete guadagnato tanto che potreste permettervi di finirla gratis questa legislatura e invece, nottetempo, provate a riprendervi quanto un consultazione democratica vi ha tolto”. Vergognatevi e tornatevene a casa!”. E via banaleggiando.
La Sardegna è percorsa in questi giorni da un fremito che scuote violentemente le sue più alte istituzioni democratiche. La vicenda delle indennità dei consiglieri regionali chiama tutti ad esercitare con responsabilità il diritto di critica, senza esasperare i toni e soprattutto senza incentivare il qualunquismo più becero che si sta facendo largo in settori sempre più ampi della società. Ci sono pulsioni criptofasciste che iniziano ad emergere, tanto più pericolose quanto più inconsapevoli, e contro le quali tutte le persone responsabili devono opporsi. Ma di questo Fois non si rende conto: lui “si indigna”. E gli altri, ovviamente, sono complici. Beato lui.
Le semplificazioni estreme riscuotono consensi ma anestetizzano i cervelli. Nella sua ridicola invettiva, Fois condanna in blocco tutta la politica sarda, incapace com’è di cogliere non dico le sfumature, ma neanche le più evidenti differenze che segnano i partiti e i politici che siedono in Consiglio regionale. Perché Marcello Fois è un qualunquista. Ed è inutile chiedergli di tentare di abbozzare un ragionamento politico in grazia di dio e con un linguaggio degno di uno scrittore di vaglia: non lo ha mai fatto, e non inizierà certo ora che la piazza sembra volere qualcuno che la esalti, qualunque cazzata dica. Marcello Fois è il campione di questi nostri tempi.
Ma la sua in realtà è solo una banale prosa da campagna elettorale. Troverà anche lui, se vorrà, un comodo posto nella lista civica che il gruppo Repubblica-L’Espresso sta incredibilmente preparando per le prossime elezioni politiche. Il suo posto è lì. Il consenso non gli manca.
Ma io Fois piuttosto che in Parlamento, lo vorrei vedere in Consiglio regionale: sul serio. Lo vorrei vedere sbattersi in commissione, in aula. Lo vorrei vedere presentare leggi, accogliere i manifestanti che dai portici ogni tanto salgono nella “stanza dei bottoni” (“stanza dei bottoni”, pure questo ha avuto il coraggio di scrivere…) per chiedere lavoro. Marcello Fois subito in Consiglio regionale: dov’è che si firma?
L’esperienza mi ha insegnato che esiste un fattore preciso che segna un discrimine netto tra chi parla consapevolmente di politica e chi invece si improvvisa e fa quel che può. La differenza è semplice, e sta tutta nell’aver visto dall’interno come funzionano le istituzioni. Chi ha fatto questa esperienza muta radicalmente il suo punto di vista ed acquisisce uno sguardo più lucido e reale sulle contraddizioni della politica.
Oggi, contro le più banali semplificazioni che riempiono la pancia ma svuotano il cervello, bisogna contrapporre la forza degli argomenti, dei fatti, dei ragionamenti. Cosa che Marcello Fois non vuole, o forse non sa neanche fare. Ma non è il solo.
Oggi in Sardegna il filone della demagogia d’autore in Sardegna è più vivo che mai. Ad alimentarlo sono soprattutto quegli scrittori che Soru volle con sé a rappresentare un’intellettualità che tale purtroppo non si è rivelata, essendosi tramutata in una esasperata ricerca di facile consenso. E così, insieme al banalissimo Fois, ecco Giorgio Todde che, come la Pizia dell’oracolo, diffonde il Verbo sul paesaggio di cui evidentemente si sente l’unico ed incorruttibile custode (da non perdere in questi giorni la sua incredibile polemica con Stefano Deliperi nella pagina delle lettere della Nuova Sardegna); ed ecco il simpatico Soriga, il tuttologo alla portata di tutti, grandi e piccini. E alla fine (ultima arrivata, fuori dalla cerchia soriana) c’è lei, l’inarrivabile Michela Murgia, davanti alla quale bisogna solo inchinarsi a baciare la pantofola, e chi si azzarda a dissentire viene accusato di soffrire la sua “visibilità” (che parola magica, “visibilità”: il totem a cui tutti costoro rivolgono le loro preghiere del mattino e della sera).
Ben lungi dal fornire strumenti di analisi quanto meno decenti per consentire alla nostra isola di iniziare ad uscire dal labirinto, con le loro analisi a dir poco zoppicanti, i nostri intellettuali più presenti sui mass media stanno diventando parte integrante del problema Sardegna. Se questo è il massimo a cui la nostra opinione pubblica può attingere, non c’è speranza.
Editoriali qualunquisti, prese di posizione sbilenche, banalità assortite che però piacciono tanto alla Nuova Sardegna. Che, statene certi, riprenderà senza dubbio l’incredibile intemerata di Marcello Fois sui consiglieri regionali. Comprate oggi il giornale, vedrete che la trovate in prima pagina. Oppure, se proprio non sapete resistere, eccola qua: “Vergognatevi e tornatevene a casa”. Leggete, e poi fatemi sapere.
Leggendo di Fois e di Politica mi viene in mente Platone quando parlava della nascita di uno Stato …..”Secondo me, uno stato nasce perché ciascuno di noi non basta a se
stesso, ma ha molti bisogni. Cosí per un certo bisogno ci si vale dell’aiuto
di uno, per un altro di quello di un altro: il gran numero di questi bisogni fa
riunire in un unica sede molte persone che si associano per darsi aiuto, e
a questa coabitazione abbiamo dato il nome di stato.”
Seppur in modo viscerale, credo che alle volte esprimere il proprio parere rompendo gli schemi del proprio abitus, possa aiutarci a capire che in fondo siamo tutti uguali.
Fois esprime un semplice parere: lo Stato non è costruito per rendere felice un unico tipo di cittadini. Ognuno deve fare ciò che gli compete…. il resto è storia tristemente quotidiana.
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Ora silenzio.
A proposito di pulsioni criptofasciste (ma talvolta nemmeno troppo criptiche) ben rappresentate dalle scorregge da social network dello scrittore nuorese, a me inquietano anche certi commenti di afecionados soriani come una tale Giovanna, che definisce le parole di Fois “una invocazione di aiuto, la richiesta di un capo (sic!) che può essere solo RENATO SORU FUORI DAL PD!”. Come direbbe il Cappellacci di Banana: agittoriu!
Magari, caro Bruno, lei si sente spiritoso, come accade ai bimbi, a scrivere la parola “scorregge”, come altri che amano la volgarità, non solo su questo blog il cui solo tenutario, tra quelli che offendono, non è anonimo. Vede, la cafoneria è comunque cafoneria, anche nella rete e rivela uno stato di sofferenza. Idem per la mancanza desolante di argomentazioni e di idee. La si legge, certo. Ma con la curiosità di chi guarda intorno per capire cosa lo circonda. E lei, caro Bruno, rappresenta bene un certo minuscolo mondo. Per questo è interessante, come è interessate “la tata in famiglia” per constatare come siamo ridotti oppure la signora De Filippi rappresentante perfetta di qualcosa che, purtroppo, esiste.
Però, Bruno, non la equiparo, sotto il profilo dell’evoluzione della specie, ad altri i quali, anche da queste parti, si sforzano di ragionare. Non raggiungono, come me, neppure loro vette esaltanti, ma, almeno, fanno prove di umanità.
Cordiali saluti
Ho trovato apprezzabile l’articolo odierno di Mongili su Sardegna Democratica, non mi è dispiaciuto. Equilibrato e tendente a ricordare anche alla politica che la critica non va esclusivamente derubricata come “antipolitica” (purché non sconfini nel linciaggio morale). Non sono però d’accordo sulla sua posizione avversa all’ultimo referendum, altrimenti si finirebbe a dare ragione a quegli intellettuali denunciati da Biolchini, magari come la Murgia…eccone un esempio: http://www.sanatzione.eu/2012/05/i-referendum-del-6-maggio-secondo-michela-murgia-a-che-serve-essere-vivi-se-bisogna-morire/
Vi faccio grazia dell’intervento di Mongili su Sardegna Democratica. Altrimenti questo articolo chiuderà a quota 1200 post.
Ne ho contezza, come si dice nel Pd. E lo trovo ottimo.
Ne ho tontezza, come pure si dice nel PD.
Mongili -come sempre- la sa più lunga di tutti, e a lui non la dai a bere.
Chiaramente sono quasi tutti fessi e mediocri, portaborse o peggio e comunque Castosauri o aspiranti tali. La giunta di Zedda, anche se provvista della spezia “pink” assicurata dalla maggioranza femminile, lo dimostra e non parliamo delle elezioni locali nei centri dell’hinterland , gli è tutto sbagliato, tutto da rifare” e sapete perché? Perché ci si dimentica, perché… (Mongy Dixit)
“…Molti di essi hanno infatti dimenticato l’esperienza riformista di Soru, l’unica in cui segmenti di ceto politico, cooptato secondo tradizione, hanno avuto l’intelligenza, anche se intermittente, di guardare il processo politico al di là del loro naso, delle loro rassicuranti abitudini, del loro ombelico o del loro conto in banca, alla bisogna. E l’hanno dimenticata proprio perché pone problemi alla riproduzione semplice dei modi tradizionali della carriera politica. Mette infatti in crisi proprio l’affiliazione e l’incompetenza, smonta le aspettative di essere cooptati una volta che si è in fila. Altro che PPR, altro che Tuvixeddu!”
Non del tutto sbagliato, ma mi pare che nell’analisi manchino due elementi: 1) se parliamo dei consiglieri regionali questi lo diventano in seguito ad una elezione, non a una cooptazione, in altre parole hanno preso personalmente dei voti, e non pochissimi. 2) “L’esperienza riformista di Soru, l’unica in cui…” si è conclusa con una sonora e fumante bocciatura da parte degli elettori -tra cui NON io, che Soru l’ho votato per due volte- possibile che tutto fosse però giustissimo, inattaccabile, perfetto? Anche in termini di cooptazione di competenze dubbie? Non mi pare, per esempio, che proprio tutte le varie branche della amministrazione regionale incontrassero l’incondizionato favore di utenti, cittadini e operatori e della stessa opinione pubblica progressista.
Spassiaisì:
http://www.sardegnademocratica.it/culture/la-carriera-e-la-politica-1.27521
Anche se alcune critiche le potrei pure condividere (in particolare, caro Neo, non è che con la campagna elettorale di Selargius le abbiate proprio azzeccate tutte), mi ha infastidito il tono “ad partitum”. E comunque qualcosa non mi torna: nella giunta Zedda non ci sono almeno due soriani, se non tre (non ho ben chiara l’attuale posizione di Gabor Pinna)? Anche se davvero non se ne capisce più una mazza, chi è soriano, chi no, chi lo è a giorni alterni … Gianvalerio Sanna dato per alleato dei democristi di Fadda che però è ancora nel direttivo di Sardegna Democratica … più che a Kramer contro Kramer siamo a Soru contro Soru … e forse Soru a questo punto dovrebbe mettere chiarezza.
Ma condividi le critiche di Mongili a tutti coloro che si interessano di politica e non si chiamano A. Mongili o R. Soru, o le mie osservazioni sul pezzo di Mongy?
E poi: “…non è che con la campagna elettorale di Selargius le abbiate proprio azzeccate tutte…”
Le abbiate? Ma le abbiate chi? Io? E che c’entro io con Selargius?
Su organigrammi e posizioni non mi pronuncio, tanto
ètuttaunamaffiadicastosauri-manniaccusuchideusudinaimiumiddutrabballu-chiciarabolliunapassara-ecommunismuatippumaotzetung-ecanduantappigaiistrpuzzus-cibolluessideupuru-pocustusmanniaccius-acinquatamillaeurusasumesi!
E quindi? tagliamo?
1200 coupé?
Nel mare dei commenti mi era sfuggita la replica di “Anonimo” sulla rassegna di Gavoi. Anch’io penso che lei non sappia nulla di letteratura Sarda (sardofona). Ad esempio Gianfranco Pintore con “Sa losa de Osana” due anni fa ha vinto il premio Deledda. Quanti giornali ne hanno parlato? Come si fa a sostenere la bassa qualità di questi prodotti, come fa lei, se neppure li conosce? E se fanno notizia solo le traduzioni dei grandi autori classici, forse dovrebbe domandarsi qual è l’effettivo livello culturale di chi organizza le rassegne letterarie e di chi opera nella stampa per informare il “grande pubblico” che esiste anche altro in Sardegna…
Su Ainis non so che dire, il suo pensiero mi pare fermo all’epoca prebellica…quando non esisteva ancora il diritto internazionale contemporaneo e non esistevano concetti come “diritti universali dell’uomo”, “non-discriminazione delle minoranze linguistiche e nazionali”, ecc.
Innanzi tutto bendetto chi legge nella nostra desolata terra, in sardo o in italiano!!!! purtroppo da noi legge solo il 49% delle persone e il 30% non riesce a comprendere il significato di un testo semplice!!!! Dati desolanti ma che forse son figli dell’indice di vecchiaia della Sardegna, siamo i più vecchi d’Europa o quasi!!
Altro dato che vorrei evidenziare è lìindice di fecondità. In sardegna abbiamo un tasso di fecondità di 1,11 figli per donna, l’indice di rimpiazzo è di 2,1, cioè a furia di farci …… mentali e di darci cazzotti tra di noi ci stiamo estinguendo, seus donendu s’anima a Deus poitta non
scireusi ita ndi fai!!! In questo quadro sconsolante ci sono delle persone elette da noi per governarci con piena libertà morale, autonomia di condotta e d’opinioni, e nessun obbligo giuridico verso l’elettorato.
Giuridico certo no, ma morale?
Per quanto sareste disposta a rappresentarmi in consiglio regionale? Vi basterebbero 50000euro annui (Tanto guadagna un parlamentare spagnolo)? non vi basterebbero? E 100000euro (Costo del parlamentare austriaco)?
Allora siete proprio incontentabili! per otto ore settimanali per 40 settimane all’anno volete prorio 120000euro al mese! mentre il sardo medio ne guadagna 16000 per 40 ore settimanali!!!
Non mi sembra demagogia ma un caso di sproporzione matematica esagerata!!!
Ora non basta un referendum, seppur criticabile, dove la quasi totalità dei votanti ha espresso un disagio verso la classe politica, per capire la dicrePanza?
Scusate il mio italiano non certo confrontabile con quello di prof.Campus, Un abbraccio a tutti!!
Leggetelo un libro ogni tanto giusto per tornare in media col mezzogiorno!
tu, biolchini non sei neanche degno di baciargli le chiappe, a Marcello Fois.
e censura anche questo dai, che “uno scrittore si riconosce dal linguaggio” (biolchini dixit) mentre un vigliacco si vede dalla censura.
fra poco, verremo a prendervi coi forconi, vi resta poco tempo.
“Il vigliacco si vede dalla censura”, “Verremo a prendervi coi forconi”‘ …ma da dove sei uscito, dalla rivolta dei boia chi molla di Ciccio Franco? Ma lo sai cos’è un forcone, ti è mai capitato di prenderne in mano uno?
Come si dice dalle mie parti, cosa se ne vedi fumo di maccheroni! Magari ti passa anche la voglia di fare il ribelle da blog…
Adesso non esagerare, un commento più blando di questo, che onestamente ha un’impronta piuttosto “fascia” e al di là di Beppe Grillo, mi è stato non pubblicato – non diciamo censurato, è improprio in uno spazio che è di Biolchini e non nostro – e non era neanche riferito a Biolchini. Le cui posizioni saranno a volte discutibili, a volte errate. Ma ricordiamoci di Voltaire e mettiamo da una parte Benito …
Sicuramente gli hai messo paura! Anacronistico e patetico
Forconi? Buuuummmm! Marrano, ti shfido.
Solo che vorrei capire i plurali. “Verremo”, ma tu, forse Fois e poi chi? “A prenderVi”, ma a prendere Biolchini e poi chi?
E poi non ti dda pighis, sei un luogo -virtuale- che non è casa tua, e il tenutario -aicci pari chi si deppi narai- amministra, governa il flusso dei commenti. Gli spetta e gli tocca.
Sapessi quante volte Biolchini mi ha cassato -nel senso, come diresti tu, di “censurato”-!
Ma quanti miei omonimi ci sono su questo blog? Sarò mica l’unico o uno dei pochi “Andrea” che ancora non è stato censurato dal Sig. Vito? Mi sa tanto che dovrò registrarmi un account Gravatar con l’immagine di una bella ghigliottina per distinguermi dai vari Andrea-Forconi. Così giusto per non trarre in inganno i vari lettori! 🙂 Saluti
Andrea non ho bisogno di difensori del tuo tipo e, soprattutto, non ho nessuna passione per i forconi. Gente come te mi fa pentire di intervenire… Fai una cosa: non difendermi proprio.
intervento maiuscolo
10, 100, 1000 intellettuali come Marcello Fois!!
Fois, Fois, Fois… I’m looking for a good time http://www.youtube.com/watch?v=58bHKf5GpfU
All’anonimo ignorante che ha scritto le seguenti parole: “Gentile Adriano, il festival di Gavoi è letterario e non italiano o sardo. Se tra i 200 titoli di cui parla ce n’è qualcuno buono ( e vivente, badi bene, perché servono autori vivi e parlanti) non credo che né gli organizzatori né i gavoesi abbiano nulla in contrario. Non credo che vada bene l’Iliade e l’Odissea in Sardo. Ho poi visto che è stato tradotto in sardo I dolori del giovane Werther e neppure questo credo si attagli al festival. E neppure la non esigua produzione di editoria assistita in lingua. Faccia proposte. Personalmente non sono in grado. Sono certo che verrà ascoltato. Però, quando andrà con la forza delle sue idee a sostenere un titolo e un autore, lo faccia con il suo nome, mi raccomando. Non faccia come altri”.
Ignorante è un complimento, perché parte dal presupposto che lei sia in buona fede. Lei non sa nulla della lettaratura in sardo. Oppure è in malafede. Scelga lei. In sardo sono state pubblicate opere originali chiaramente superiori alla cagatine degli scrittori sardignoli in italiano che mono[plizzano il festival di Gavoi. Faccia lei: si informa–ammesso che co9nosca la nostra lingua–oppure ammette la sua malafede.
Rilegga prima di scrivere. Sennò non la invitano al festival.
Mi scusi, ma cos’è la letteratura in sardo? Io sono tra gli ignoranti, non c’è dubbio. Però so che se una letteratura non si fa conoscere spontaneamente non sarà la sua maleducazione a diffonderla. Se, invece di rigurgitare acidi, suggerisse qualcosa da leggere allora, forse, andrei a comprarla nonostante i suoi modi di cui forse non è colpevole. Chissà cosa farebbe lei se finisse in consiglio regionale. Brucerebbe libri. Ma, ne stia certo, riceverebbe gavettoni in quantità. E’ difficile produrre tanto danno alla causa, in sé né buona né cattiva, della letteratura sarda ( e non “in sardo” ). La tastiera produce una sensazione di potere, ma è un potere illusorio. Consordo, infine, con chi le suggerisce di rileggere quello che scrive, in qualunque lingua si esprime. Saluti cordiali.
Gentile Anonimo,
per individuare una «letteratura sarda», bisognerebbe prima decidere cosa sia. Ciò non è per nulla scontato perché, ad esempio, l’individuazione di pretesi «caratteri nazionali» è del tutto priva di senso (e vagamente incline al razzismo).
Non è un argomento di riflessione privo di fascino (anche se del tutto privo di rilevanza, soprattutto in un momento come questo) ma c’è di meglio.
In tutta evidenza il problema lingua/letteratura è una cretinata (non per nulla ne parla Bolognesi). Se per caso con «letteratura sarda» intendesse «letteratura che parla di Sardegna», allora non esiste, soprattutto nelle non poche varianti della lingua sarda minoritaria (quella maggioritaria, che ci piaccia o meno, è l’Italiano). Le poche cose pubblicate (di norma a spese del contribuente, tanto per non farci mancare nulla) fanno letteralmente schifo (parafrasando Crozza, spesso geniale, non è che se la prugna la chiama «pruna» faccia cagare di meno).
In ogni caso, è bene ricordare che i coraggiosi «difensori della lingua sarda» come Bolognesi, si guardano bene (dopo aver tanto rotto le palle) dallo scrivere nella lingua che propagandano (la LSC, per l’appunto, questa sì una vera cagata, giusto per riallacciarmi al linguaggio forbito del nostro).
Che poi gli scrittori cosiddetti «sardi» citati da Biolchini abbiano effetti simili alla «pruna» è verissimo, ma non si migliorerebbe la situazione traducendoli in un’altra lingua, una qualunque (a volte, ad esempio Agus, non sarebbe male scrivere in «una» lingua, una qualunque, anche l’italiano).
Cordialmente,
la murgia dopo aver messo zizzania in irs, oggi distrugge il progetto politico di Progres facendone allontanare tutti i militanti, ma soprattutto vede di allontanare i suoi “potenziali” rivali come frantziscu sedda al quale non può nemmeno legargli le scarpe la osservo da tempo: non è riuscita nell’inciucio con soru e oggi cerca sponda con grillini sardi e pessimi italiani come concita de gregorio e gianmaria bellu..oramai noti antisoriani col dente avvelenato, tutti licenziati dal gran capo sardopellita.
Insomma tutto come sempre ruota intorno a soru..chi non sta con lui cerca di distruggerlo e fargli guerra, a scapito di progetti politici indipendentisti come è stato per irs e oggi lo è per progres Vecchia becera politica, con la differenza che oggi ci stanno “scrittori” a ripeterla senza competenza e senza merito
Se volete che ve la dico tutta, a me questi intellettuali o pseudotali, m’hanno letteralmente rotto i coglioni! Ed è inutile che si cerchi di associarli in qualche modo con Renato Soru, poichè alcuni di essi sono stati tralaltro la sua stessa rovina. Vedasi “S’accabadora”, anzi le due “accabadorasa”!!! La Sardegna Normale che vogliamo, il Pd che desideriamo non può essere in alcun modo influenzato da questi mangiapane a tradimento, che si sentono comunisti o populisti a seconda della bisogna ed in qualche modo a seconda del finanziamento o del contributo regionali. Gli intellettuali sono contro tutti e spesso però mangiano sullo stesso tavolo dei loro accusati. A foras dal governo regionale e nazionale presente e futuro!
Caro Vito, come ben sai ho di te una grandissima stima, dovuta al fatto che hai sempre difeso le tue idee con la schiena dritta, senza avere paura di esprimere fino in fondo il tuo pensiero, anche quando questo sarebbe potuto andare a tuo discapito. Detto questo, leggendo il tuo articolo non posso fare a meno di rilevare quanto le tue stesse parole trasudino di demagogia. Come non bisogna dimostrare di essere eccellenti pittori per affermare che un opera d’arte possa piacere o meno, così per fare delle critiche al sistema politico non bisogna dimostrare di saper fare meglio di loro, perché ognuno ha le proprie specificità e si può criticare la mala riuscita di un lavoro anche se non si è in grado personalmente di portarlo a termine meglio. Se un muratore costruisce un muro storto non gli si deve dimostrare di saperne costruire uno più dritto del suo ma pretendere, se non fosse in grado di rimediare, che venga reso quanto pagato per il lavoro stesso più i danni. Il politico dovrebbe essere a servizio della popolazione e a quella popolazione, nel bene e nel male, deve rendere sempre conto. Hai ragione quando dici che non devono lavorare sicuramente gratis, ma hanno ragione gli altri a pretendere da loro che la loro paga sia veramente equa rispetto al lavoro svolto, pertanto il lavoro svolto male o non svolto non andrebbe loro retribuito. In parole povere, dovrebbero pagare le conseguenze di quello che fanno. Se i nostri politici sono i più pagati d’Europa, considerando che in certi altri paesi la vita è molto più cara che in Italia, vuol dire non solo che la retribuzione non è equa, ma che allegramente ci stanno mangiando sopra a quattro ganasce. Io non provo simpatia nei confronti di Fois ma non riesco a dargli torto. Anche secondo me se ne dovrebbero andare a casa, ma non perché si sono ripristinati lo stipendio, ma perché lo hanno fatto di notte, quasi di nascosto, con un emendamento che non c’entrava nulla con quello che avrebbero dovuto votare. Avrebbero potuto farlo alcune ore dopo alla luce del sole spiegandone le ragioni, invece hanno preferito fare come hanno fatto, alimentando nei sardi la convinzione che fosse fatto in malafede. E se ne dovrebbero andare a casa perché non sono in grado ne di governare ne di fare un opposizione degna di questo nome, ma sono quasi tutti protesi a conservare la poltrona. Ho aggiunto quel quasi non perché conosca personalmente qualcuno di loro che spicchi per onesta e abnegazione, ma perché hai detto di conoscerne personalmente qualcuno tu e di te mi fido. Con immutata stima, Monica
La riflessione è interessante, io mi pongo tre domande:
1) chi decide che i politici non fanno il loro dovere e sulla base di quali evidenze?
2) Chi punisce i politici che non fanno il loro dovere?
3) Come si puniscono i politici che non fanno il loro dovere?
Il politico viene eletto senza vincolo si mandato. Questo perché dovrebbe fare teoricamente l’interesse collettivo e non limitarsi a quello del suo elettorato. Certo, questo aspetto produce delle criticità. Ma mettiamo che si preveda il vincolo di mandato, cosa succederebbe? Chi potrebbe “licenziare” il politico, gli elettori? No, perché il voto è segreto. Potrebbe essere “licenziato”solo dal partito che lo ha eletto. Questo porterebbe un miglioramento? Io dubito.
Come misuriamo la performance di un politico? Dalla sua presenza in aula, dal numero di norme, emendamenti, interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno che propone? Andate sul sito del consiglio regionale, sulla vostra sinistra, sotto la voce “Politica”, cliccate su “I consiglieri”/”schede biografiche. Troverete l’elenco di tutti i consiglieri regionali. Scegliete quello che reputate più scemo (io ne ho scelto uno del Pdl), cliccate e iniziate a contare le proposte di legge, le mozioni, le interpellanze, le interrogazioni e gli ordini del giorno. Il mio sono quasi certo che sia scemo veramente, eppure 92 iniziative portano il suo nome in calce. Sono poche, sono molte? Bisognerebbe avere un orgamismo indipendente che valuti la qualità del lavoro.
Qual è il livello reale di risolvibilità dei problemi? Per dire, quale reale possibilità c’è di mantenere la produzione di alluminio nel Sulcis? Qual è la pressione reale che una regione come la Sardegna può esercitare nei confronti di una multinazionale come Alcoa? Io credo nessuna. Per quanto si faccia la voce grossa e si metta l’espressione truce.
Allora la politica è senza colpe? No, la politica ha molte colpe. Per usare una metafora: la politica non ha alcuna responsabilità sul fatto che si produca uno tsunami. Ha molte responsabilità sugli effetti dello tsunami. Perché pure sapendo di essere in una zona a rischio, non si è costruito un sistema d’allarme; perché si è fatto costruire dove non si doveva; perché non si ha un sistema di protezione civile adeguato; perché non si è messo lo tsunami fra gli eventi possibili quando si è programmato. Insomma, quando non si è fatto tutto ciò che era realmente nelle possibilità della politica.
Deve essere saltato il nome…
La riflessione si fa interessante, Anonimo ha posto tre domande:
1) chi decide che i politici non fanno il loro dovere e sulla base di quali evidenze?
2) Chi punisce i politici che non fanno il loro dovere?
3) Come si puniscono i politici che non fanno il loro dovere?
Provo a tentare di dare brevi e veloci risposte( per non annoiare) invitandoVi a fare altrettanto , magari anche postandole (ma non è necessario, l’importante è almeno darsi una risposta).
1) R.gli elettori .
Lasciamo perdere il vincolo di mandato, previsto fondamentalmente per garantire l’indipendenza dell’eletto precipuamente nei confronti dei partiti.
R.Sulla base di che? Gli strumenti sono carenti. Informazione e trasparenza dovrebbero garantire il giudizio e il monitoraggio dell’attività dell’eletto. Norme specifiche ne dovrebbero garantire il concreto esercizio.
2) R. l’elettore. Qui potrebbe inserirsi il tema delle indennità, individuando una componente variabile delle stesse che sia proporzionale all’impegno e ai risultati conseguiti dall’eletto.
Anche qui occorrono nuove regole e parametri su cui misurare impegno e risultati, Le nuove tecnologie potrebbero essere di ausilio per “votare” , ai soli fini del gradimento, sulla attività svolta.
3) R.Se l’informazione fà il proprio dovere, se la trasparenza è assicurata, se la opinione pubblica viene dotata degli strumenti predetti e , sopratutto se è vigile e attiva….Ebbene il politico sarebbe sempre sotto esame….e come accade , in una certa misura nei paesi anglosassoni, il politico incompetente e assenteista o chiaccherato ha vita grama e…breve.
Utopia? No.Stimoli per un nuovo programma …..C’è qualche politico in ascolto?.
1) quando si fa campagna elettorale si propone un programma, pertanto se chi è stato eletto non ha realizzato il proprio programma, vuol dire o che ha mentito per essere sicuro di essere eletto, o che non è stato capace di realizzarlo perché ha sopravvalutato le proprie capacità. In entrambi i casi non avrebbe sicuramente lavorato bene.
2) Dovrebbero essere gli elettori, ma a volte non basta. Quando si configura palesemente un dolo (come per esempio nel caso della condanna dell’Italia al pagamento di 10000000 di euro per le frequenze negate a Europa 7) chi paga per il danno arrecato dovrebbe potersi rivalere su chi ha scientemente provocato un danno, sia che l’abbia fatto per se stesso sia che l’abbia fatto per favorire qualcuno, sia che l’abbia fatto per incompetenza e incapacità.
3)Non votandoli più, se ciò venisse permesso agli elettori. Cosa abbastanza utopistica dato che le liste le compilano i partiti e cane non mangia cane. E riportando al punto uno se non la magistratura un organismo tipo ordine deputato a tirare le somme rispetto al lavoro svolto. Chi decide se un lavoratore sta facendo il proprio dovere e sulla base di quali evidenze? Chi dovrebbe punirlo se non lo fa? e cosa si dovrebbe fare al lavoratore che non compie il proprio dovere? Le domande e le risposte sono simili, cambiano solo i protagonisti. Per esempio potrebbe aiutare se ci fosse una legge che li obblighi a presenziare alle sedute per intero, e non permetta loro di prendere la diaria mettendo una firma o facendo un intervento e uscire subito dopo. E dopo aver superato il numero massimo di assenze dovrebbero decadere lasciando il posto al primo dei non eletti. Se fanno i politici part time devono essere pagati come part time, in base al tempo dedicato. Per intero solo se prendono aspettativa e si dedicano esclusivamente a fare politica.
Il problema sono sempre e solo gli elettori. Avevano eletto Berlusconi con la speranza che li facesse tutti diventare più ricchi. Berlusconi governava male, i suoi parlamentari erano una vergogna per tutti, ma non per gli elettori che continuavano a rivotarlo.
In Sardegna addirittura gli operai in cassa integrazione hanno creduto a Berlusconi nonostante fosse palese la maniera con la quale governava la situazione. Ma bastava che Berlusconi arrivasse in Sardegna con il suo aereo privato che tutti, operai compresi, hanno fatto il voto di fiducia, ed è nato il governo Cappellacci.
IL VOTO è l’unica possibilità per mandare a casa i politici che non sono all’altezza.
Smettete di votare i ladri e votate solo le persone che avranno le vostre istanze nei programmi. E se, una volta eletti, non presteranno fede alle loro promesse, NON VOTATELI PIU’ perdiana!!!!!! Li avete rivotati e ancora rivotati, non vi rendete conto che i forconi dovreste rivolgerli ai vostri deretani, perché è colpa vostra se siamo in questa situazione.
Quale alternativa al voto e al metodo di rappresentazione democratica vedete? Ok verrete a prendere la casta con il forcone, ma poi cosa volete fare? Sospendete la democrazia? Prenderete solo decisioni in assemblea di un milione di elettori? Ma IN CONCRETO cosa volete fare, come volete cambiare?
Li avete votati du narasa a sorri tua 😉
Io sono un intellettuale. Tecnicamente, in quanto impiegato di concetto, lavoro con l’intelletto. Bene in quanto intelletuale demagogico dico: questi attuali consiglieri regionali hanno oltrepassato ogni limite. Essi vanno cacciati via con i forconi. Non ne salvo nessuno perchè il più sano ha la lebbra. Basti pensare che uno fra i meno peggio come Maninchedda si ritrova in squadra ottimi personaggi come Paini e Atzei (cercare su google per info). Non sono in grado di risolvere alcunché, serve un ricambio totale di classe dirigente, una palingenesi. Pacatamente..sommessamente…
Gentile Biolchini, la leggo spesso anche se non partecipo. Questa volta ha esagerato. Il post trasuda astio ed a tratti perde di equilibrio. Siamo tutti arrabbiati ed incattiviti ma il fuoco amico non aiuta certo ad aprire una discussione seria. Poteva impostare diversamente il post, chiedendo ai vari intellettuali di palesare le loro idee perchè tutti siamo capaci di urlare la nostra indignazione ma pochi vanno oltre e presentano proposte valide. Attaccare a testa basta è sempre controproducente.
Simon, dici bene. Attaccare a testa basta è rischioso, capita di stordirsi, e poi si cade nel sonno e si sa che, come ha detto il famoso pittore Ingroya, “il sonno della Regione genera vostri”.
O qualcosa del genere.
Meglio un casco, nel caso.
Ritengo che, come spesso accade, l’intervento di Soru (eurohttp://www.sardegnademocratica.it/istituzioni/come-litigare-con-gli-elettori-e-spalancare-le-porte-al-grillismo-1.27407) sia condivisibile e spieghi meglio la “vergogna” che si è consumata l’altro giorno in consiglio. Non penso che nessuno voglia che i consiglieri lavorino gratis (neanche Fois che ritengo abbia utilizzato un’iperbole quando dice che posso lavorare gratis fino a fine legislatura) ma almeno rivedere le varie indennità a me sembra il minimo. Ma come vengono spesi 3000 (leggasi tremila) euro di diaria per uno che vive a Cagliari, tutti i giorni a “Sa cardiga e su schironi”???
Meglio Soru
Traduzione di tutti i post fino a qui.
– dell’importanza della delega elettiva non gliene fotte più niente a nessuno. Gli eletti sono tutti ladri e devono d’ora in poi lavorare gratis.
– del ragionamento di Biolchini e di Sovjet (e di qualche sparuto altro intervento) non gliene può fregare di meno a nessuno. A nessuno sta a cuore un discorso sulle istituzioni e sui costi della democrazia. Sono tutti costi della casta e basta.
– È inutile mettersi contro noi villici col forcone perché vi romperemo il culo, a voi servi della casta. Nessuna distinzione, nessun distinguo, nessun ragionamento.
– Con le discussioni e i ragionamenti ci intortate sempre. Noi non vogliamo più discutere e ragionare. Vogliamo distruggere tutto. Senza costruire un cazzo. Il politico DEVE LAVORARE GRATIS o al massimo a DUEMILA EURO AL MESE.
—————–
Che cumulo di sciocchezze!!!
Saranno anche un cumulo di sciocchezze, ma è il riassunto di quello che avete detto finora.
Alquanto estremizzato e semplificato. Grillismo alla rovescia.
Mah…io concordo abbastanza con quanto dice Biolchini, solo che nel mucchio metto anche lui
Non manco mai di sperare che prima o poi il festival italiano di Gavoi divenga anche festival Sardo di Gavoi. In Sardegna abbiamo una letteratura di oltre 200 titoli scritti in Sardo ma una delle rassegne più importanti come quella di Gavoi persiste a dare spazio solo a quella italiofona…
Gentile Adriano, il festival di Gavoi è letterario e non italiano o sardo. Se tra i 200 titoli di cui parla ce n’è qualcuno buono ( e vivente, badi bene, perché servono autori vivi e parlanti) non credo che né gli organizzatori né i gavoesi abbiano nulla in contrario. Non credo che vada bene l’Iliade e l’Odissea in Sardo. Ho poi visto che è stato tradotto in sardo I dolori del giovane Werther e neppure questo credo si attagli al festival. E neppure la non esigua produzione di editoria assistita in lingua. Faccia proposte. Personalmente non sono in grado. Sono certo che verrà ascoltato. Però, quando andrà con la forza delle sue idee a sostenere un titolo e un autore, lo faccia con il suo nome, mi raccomando. Non faccia come altri.
A leggere bene Il sig. Vito sembra la parodia di Giuliano Ferrara che sparacchia sul Foglio contro Benigni Saviano eccetera, tutto culturame….Fois non è Pasolini. Vito non è Ferrara. Ma neppure Ferrarelle. Appena gasato forse…
Biolchini, continua così! I complimenti migliori, secondo me, te li fa l’anonimo che ti scrive: ” il livore che nasce dall’essere ascoltato solo dalla cerchia di quattro gatti nascosti dietro un falso nome – gatti a loro volta inascoltati – la acceca” E il complimento migliore in assoluto è :”Non lavora in un giornale vero, ma scrive sul suo blog”
Stranamente, però, ti legge pure lui 😉
Basta con questi commenti da bar dello sport.Occorre ragionare più di cervello che di stomaco.Un paio di osservazioni:1) il referendum sulle indennità era inamissibile. il quesito doveva essere circoscritto ad alcune voci del trattamento dei consiglieri;la volontà degli elettori sarebbe così risultata chiara e meno facilmente aggirabile.2) se vogliamo buoni consiglieri che dedichino tutto il tempo al lavoro per cui sono stati eletti dobbiamo pagarli adeguatamente:il problema allora è quello della selezione della classe dirigente e dei suoi percorsi, e poi quello del controllo dei risultati.La misura del compenso va parametrato di conseguenza.3) basta con questi presunti paladini della società civile, della “gente” e della opinione pubblica, che fanno la morale a buon mercato e senza rischiare niente.4) I sacrifici vanno distribuiti equamente.I politici devono fare la loro parte e dare anche l’esempio. Ma sopratutto devono elaborare politiche di redistribuzione…dei sacrifici su tutti (nessuno escluso) e di sostegno a chi è prossimo o sotto la soglia di povertà.
Più che Montesquieu, questo pare Clemente Mastella, con una spruzzatina di Sel sul finale.
Più che Zukbuster, questo pare Arnaldo Forlani, con una spruzzatina di saccenteria da “professionista del blog” niente male.
Bellissime parole e ottime intenzioni, peccato che la selezione non la faccia la “gente” ma sempre “is amighixeddus”, ci sono elementi in quel palazzo a cui non affiderei di certo il mio portafoglio e per dirla tutta dovrebbero essere loro a pagare per poter fare i loro sporchi interessi come purtroppo spesso accade.
Secondo me Marcello Fois ha ragione da vendere, anche se mi suona strano che sia sceso così in contrasto con il suo mentore Soru. Un po’ ingeneroso da parte sua dirgli di vergognarsi e di tornare a casa. Ma tant’è…
Esercizio di stile.
Comunque insisto sul fatto che tutti i politici se ne devono andare a casa, sono tutti ladri, sono tutti uguali e pensano solo al loro tornaconto. Del resto è ormai insopportabile che continuiamo con il governo della casta che ci ha venduto agli stessi banchieri che ora ci stanno strozzando coi debiti forzosi. Le banche sono tutte amiche tra di loro e continueranno a prelevare soldi da noi poveri cittadini inermi per prestarseli e farseli girare fra di loro. Tutti i banchieri sono uguali e Monti è un banchiere quindi è un ladro.
Per non parlare poi della grande finanza internazionale della Bildenberg che è andata all’assalto degli stati deboli dell’Euro perché ci vuole mangiare in un boccone. Ma li avete visti i cognomi dei fondatori del gruppo Bildenberg? Avete notato che sono tutti ebrei? Avete notato come la crisi economica non abbia toccato Israele che anzi è l’unica nazione ad avere tanti soldi da volere iniziare la guerra contro l’Iran? Tutti gli ebrei sono uguali quando si tratta di colpire i nostri interessi.
Catilina, non ti pare di fare un minestrone di argomenti, con ingredienti immangiabili?
P.S. il Gruppo Bilderberg Si chiama appunto Bilderberg non Bildenberg, ed è un gruppo di discussione, non una entità o un gruppo finanziario. Critichiamo quanto vogliamo, senza idiozie, grazie.
Era un modo per dire che affermare “tutti i politici sono ladri” ha la stessa radice di dire “tutti gli ebrei sono dei bastardi”, “tutti gli zingari sono ladri”, ecc. ecc.. La radice di chi non distingue è quella del nazismo, del leghismo e di qualsiasi altro movimento pericoloso. Volevo dire che è un’accozzaglia di slogan da deficienti questo movimento dei forconi. Che non propone nulla e che prepara (se ci va bene) ad un governo dei ricchi che potranno fare i politici senza retribuzione o (alla peggio) ad un governo del prossimo pifferaio magico che si porterà con via con sé tutte queste merdone.
Questo volevo dire.
Catlina, scusa, non avevo capito.
“Esercizio di stile” era da intendersi come titolo della svarionata successiva, effettivamente in stile, pessimo come si voleva.
Ho letto male, e forse mi ha condizionato la tirata anti-ebraica anti-Bilderberg, che purtroppo ho ascoltato dal vero con qualche variante, e la differenza peggiore è nel fatto che questi o simili vaneggi li dicono credendoci. E ho difficoltà a scherzarci sopra -ma questo è un mio problema-.
Ad uso dei disattenti/scioccaus come me, magari puoi mettere i due punti (no, non quelli… di sospensione… che sono tre…).
Ma davvero? Fois ha mille ragioni a dire il nostro sdegno. Che fare? Come rispondere? Come e peggio di Grillo. Non vedo altra strada. Lei piuttosto non ci va leggero per difendere i suoi amici consiglieri.
Fois è il classico intelletualoide presuntuoso e radical chic, tutti siamo consapevoli dell’inadeguatezza di questa classe politica regionale ma lui con il suo contributo non porta nulla alla causa.
Ma perchè le chiacchiere da bar di Fois devono avere risalto???? Il suo ruolo da “intelletuale” dove si esercita? forse in quell’articolo scalcinato? o quando modestamente si propone alla guida del MAN?????
P.S.
Visto che l’ho visto scritto voglio precisare una cosa: Marcello Fois NON HA FONDATO il Festival letterario di Gavoi L’isola delle storie.
Tengo anche a ricordare che il festival è nato e vede tra gli organizzatori sopratutto Gavoesi, come sopratutto Gavoesi sono i volontari che assicurano la buona riuscita dello stesso.
Fois al festival da un grande contributo artistico, quando inveisce a sproposito contro il politico di turno o si aggira con l’aria del padrone per le vie di Gavoi dimostra la sua caratteristica principale: L’INADEGUATEZZA.
provate a fare il festival senza Marcello Fois e i suoi contatti con gli scrittori … passerà dall’essere un festival del libro a un festival dell’ebbro
certo,quelli dell’interno bevono mica leggono,per fortuna c’è gente come te che li ha alfabetizzati…………………..
Nessuno ha mai parlato di fois fondatore del festival di gavoi che è il risultato raro in Sardegna di forze e volontà diverse concentrate su un unico obiettivo. Ma Fois si è autoproclamato fondatore. Buon festival.
Mai Fois si è autoproclamato fondatore.
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Egregio Signor Biolchini…i cittadini onesti…i cittadini con una moralità…i cittadini che fanno grande la Sardegna ogni giorno…anche lontano dai confini regionali…vogliono mandare a casa questa classe politica…non abbiamo bisogno di giornalisti che pensano di raccontarci certe verità dal punto di vista di qualche partituccio…o di qualche politicuccio che non ha mai conosciuto il vero significato della parola “lavoro”…lei offende l’intelligenza e la dignità dei sardi…se la Sardegna…e l’Italia riversano in questo pietoso stato non è solo colpa della classe politica…
Scusi se mi permetto ma credo che lei con il significato delle parole non vada d’accordo, qui è scritto un invito a discernere le cause e i problemi anzichè fare di tutta l’erba un fascio.
Perchè lei invece vuole buttare il bambino con l’acqua sporca ?
Dove la vede la verità scritta che sta indicando, fare di tutta l’erba un fascio è una offesa alla intelligenza delle persone.
Poi che i sardi abbiano una intelligenza collettiva da indicarla come “dei sardi” è pura fantasia…
Per… me… ha… ragione…stefano…. questi…. politici vanno sparati… se non a ….pallettoni… almeno a ….puntini di sospens…..
A futura memoria, gentile Biolchini. Tenga presente che anche ai Carabinieri è richiesta fedeltà e onestà per molto, molto meno di 15.000 euro al mese. A tutti è richiesta onestà. Ne discende che le sue lezioni sul populismo, sulla demagogia, sui consiglieri regionali che corrono da una commissione all’altra, sono poco rispettose per tutti quelli che sono onesti per molto meno oppure in cambio di nulla. Legga, la prego, con attenzione. Poi capirà perché la sua realtà inizia e finisce in un blog.
Comunicato del segretario regionale e del capo gruppo in Consiglio Regionale del
GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO – PARTITO DEMOCRATICO SEGRETERIA REGIONALE
“Occorre non esagerare e che non esageri con le parole soprattutto chi ha responsabilità istituzionali e politiche.
Consideriamo una conquista della democrazia moderna e dei partiti popolari, la possibilità di ogni cittadino, al di la delle proprie risorse economiche, di rappresentare i cittadini nelle istituzioni. Per questo è giusto che ad ogni legislatore sia riconosciuta un’indennità adeguata al ruolo che gli è attribuito dalla Costituzione che lo renda indipendente da condizionamenti economici esterni nel proprio operare.
Il quesito referendario non ha preteso il volontariato dei consiglieri regionali ma un contributo alla riduzione dei costi della politica, sui quali la Sardegna è stata un esempio sin dalla scorsa legislatura e può sicuramente fare molto altro.
Nello stesso tempo, consideriamo un valore l’autonomia e l’autogoverno delle istituzioni e respingiamo la deriva demagogica che rischia di travolgere la rappresentanza democratica, buttando bambino e acqua sporca.
Il Pd, come peraltro altre forze politiche, ha storia e rigore che sono davanti agli occhi di tutti, è una forza popolare che promuove la partecipazione e le primarie aperte, e le riforme ha sempre avuto il coraggio di farle e non solo di proporle”
Silvio Lai
Giampaolo Diana
Cagliari 14 giugno 2012
Nei carabinieri un generale di corpo d’armata guadagna circa 6.500 euro netti al mese (quanto un consigliere regionale sardo), quello di divisione 5.000, quelli di brigata 4.500. O li vuoi confrontare ai carabinieri semplici. Poi con annessi e connessi si prende di più, come succede agli ufficiali quando sono in missione o hanno incarichi particolari.
Populismo e demagogia è confrontare situazioni fra loro non confrontabili, per superficialità quando va bene, per poca onestà intellettuale quando va male.
Aridaje Sovjet a fare raffronti del cavolo. Fare il consigliere regionale non è un lavoro. Il lavoro è quello che il consigliere regionale ha o dovrebbe avere all’esterno: operaio, impiegato, docente, libero professionista, imprenditore, commerciante, quello che vuoi. La politica non può fungere da ufficio di collocamento, non ce lo possiamo più permettere e i cittadini non lo tollerano. Se un disoccupato prende l’indennità è perché gli devo dare modo di mantenere condizioni di vita dignitose durante il mandato, non perché gli sto dando un lavoro. Sei proprio fuori dalla realtà.
Zunk ma cosa c’entra quello che stai dicendo? Io credo che tu sia un pochino fuori dalla realtà delle cose perché non c’è proprio verso du fartelo capire: la realtà non è como vorresti, è quella che è. Capirlo segna il passaggio all’età adulta.
Fare il consigliere regionale non è un mestiere, è una carica elettiva a cui possono concorrere tutti, lavoratori, disoccupati, studenti, tutti coloro dotati di elettorato passivo o devi deciderlo tu? Perché uno svolga il mandato per cinque anni dedicandosi a tempo pieno all’attività legislativa deve avere una retribuzione adeguata all’importanza del ruolo e la carica di consigliere regionale deve essere di tale prestigio da attirare i migliori a candidarsi. I migliori a legiferare non i santi vergini e martiri.
Cosa c’entrano le minchiate sull’ufficio di collocamento? È l’elettore che decide se si sarà eletti o meno. Nelle liste regionali ci sono persone che prendono più voti, meno voti, si sottopongono al giudizio dell’elettore. Eliminiamo i listini e poi saranno gli elettori a decidere, per tutti.
Chiamala come vuoi, retribuzione, garanzia di vita dignitosa, sempre soldi sono. Poi ti può piacere o meno, ma oggi in Italia, il prestigio di una carica si misura anche con il livello di “vita dignitoso” che ti garantisce.
Di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno, dovresti averlo imparato a quest’età
Sei nervosetto come e più del tuo amico Biolchini, vedo, ma questo non ti autorizza a insultare nessuno. Vedi di moderare i termini, è solo un consiglio per i tuoi rapporti con terzi. Tanto io con uno come te mi son stufato di discutere. Grazie a Dio la sinistra non è fatta solo di gente che ha la testa nel secolo scorso come te, e che ricorre ad argomenti ultraconservatori pur di difendere i privilegi dei “progressisti” approdati alle dorate poltrone. Il fascista ti saluta, definitivamente.
Anzi, un’aggiunta, davvero l’ultima, te la meriti. Metti in relazione il “prestigio” di una carica pubblica a quanto si guadagna. Ma ti rendi conto della gravità delle tue affermazioni? Neppure Berlusconi è mai arrivato a tanto. E allora gli insegnanti, molti dei quali, indipendentemente dagli inutili corsi di aggiornamento ministeriali, si fanno un mazzo tanto dalla mattina alla sera per offrire ai loro alunni argomenti sempre nuovi, aggiornati e stimolanti che vanno ben oltre la mera richiesta di ripetizione mnemonica di ciò che sta scritto in un libro di testo, per uno stipendietto che va dai 1200 ai 1500 euro, sono immeritevoli di prestigio e possono perciò essere liberamente spernacchiati dai loro alunni, compresi quelli magari per cui tale stipendio non sarebbe che una “paghetta allargata”? Voglio ricordare un episodio dei miei tempi scolastici. In un tema in classe, del tutto senza secondi fini, mi venne da scrivere che forse gli insegnanti se fossero pagati meglio sarebbero meglio stimolati a svolgere la loro missione. Presi un voto alto per quel tema – perché, checché ne dica Biolchini, so scrivere, e non ho mai scritto “intelletuale” con una sola T come qualcuno che qui pretende di fare le bucce a Fois – ma l’insegnante di italiano, abbastanza piccata, proclamò in classe che lei era del tutto soddisfatta di ciò che guadagnava e non era certo frustrata (cosa che io non scrissi, ma forse lei intese). Mi diede davvero una bella lezione. Vorrei che i parlamentari e i consiglieri regionali fossero in grado di dare la stessa lezione!!!! E ti faccio grazia, signor Sovjet, di altri esempi che suonerebbero demagogici, come poliziotti, carabinieri e, perché no, magistrati. Anzi, parliamo dei magistrati. Quale funzione pubblica non elettiva è più prestigiosa di quella del magistrato? Ebbene, le indennità parlamentari sono equiparate al massimo grado in magistratura, quello di presidente di sezione alla corte di cassazione, che si raggiunge a fine carriera e che è decisamente più elevato di quello che avevano Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo quando facevano parte del pool Mani Pulite, per non parlare di quello di un eroe come Giovanni Falcone. E gli stipendi, ovviamente, vanno di pari passo. Non stai dicendo niente, Sovjet. Nell’affannoso tentativo di abborracciare argomenti per difendere l’indifendibile ti riveli non più realista del re, non più urasiano di Uras, ma addirittura più berlusconista di Berlusconi. Che, almeno, che una persona si pesa da quanto guadagna non l’ha mai detto. Te saluto bello!
Ah specchio…specchio, specchio delle mie brame, chi è il più nervosetto del reame? Rileggendo non vedo dove ti avrei insultato. Ho solo detto che tu confondi il tuo desiderio con la realtà, il mondo com’è con mondo come dovrebbe essere.
Io sono convinto che, se si vuole davvero cambiarlo il mondo, non si possa prescindere dal comprenderne i meccanismi, le dinamiche reali. Coi “dovrebbe essere” non si fanno passi avanti, anzi, si prendono sonore batoste. Poi si incolpa un qualche destino cinico e baro piuttosto che la nostra inadeguatezza.
Poi, battuta per battuta, preferisco averla nel secolo scorso la testa – qualsiasi cosa significhi, ma quando ti passa avrai modo di spiegarlo – che non averla affatto (non fraintendere, se ti ritenessi “senza testa” non perderei tempo con te, il fatto che ti risponda è un attestato di stima, aldilà della differenza di opinioni e degli scambi anche “vivaci”).
Poi, non fraintedere ad arte, perché anche l’offesa all’intelligenza altrui potrebbe essere definita insulto. Quindi non rovesciare causa ed effetto e non farmi dire cose che non dico. Io dico che ad un ruolo di prestigio deve corrispondere una retribuzione adeguata e che quando c’è una retribuzione adeguata, nella società contemporanea, si riconosce un certo prestigio a quella professione. Sei in grado di affermare il contrario?
Mi citi gli insegnanti, lo fai a sproposito, ma l’esempio è utile anche a me. Gli insegnanti sono coloro che dovrebbero formare i cittadini. Questo è un lavoro di grande responsabilità, che dovrebbe essere retribuito di conseguenza. Invece oggi è un lavoro scarsamente riconosciuto, con un prestigio di molto inferiore rispetto a quello che aveva quando frequentavo elemetari, medie e superiori io. Non è pagato poco perché ha poco prestigio, ha poco prestigio perché è pagato meno di quello che dovrebbe! Ti prego di soffermarti un attimo e apprezzre la differenza di posizione rispetto a quella che tu mi attribuisci.
Veniamo ai magistrati. Anche qui confondi ruolo e persona. Perché non tutti i magistrati sono Falcone e Borsellino. Tra i magistrati c’è anche chi ha ostacolato in ogni modo Falcone e Borsellino, chi ha mandato liberi mafiosi pericolosi per eccezzioni da azzeccagarbugli, ma non sto a raccontarti fatti sui quali sono certo tu sia molto più ferraro di me. Detto questo, i magistrati interpretano la legge, i politici nell’esercizio della loro funzione di eletti nelle assemblee legislative, le scrivono le leggi. Nella mia visione del secolo scorso la politica è più importante della magistratura per la vita dei cittadini. Perché ha molta più responsabilità chi approva una legge sbagliata di chi è obbligato a farla rispettare comunque. Sono perfettamente consapevole della necessità della divisione dei poteri, ma il “driver”, il motore primo è la politica, che dovrebbe agire in rispetto del patto sociale e per il benessere dei cittadini. Quando questo non avviene si corre il pericolo che l’inadeguatezza di chi rappresenta l’istituzione mini l’istituzione stessa. Ed è qui che sta il pericolo reale: l’inadeguatezza dei politici fa dubitare della bontà delle istituzioni democratiche.
Ecco perché io me la prendo tanto a cuore e me la prendo soprattutto con te, perché tu hai intelligenza e strumenti culturali per svelare questo inganno, ma ti attardi a guardare il dito e non la luna, per usare un’immagine forse troppo sfruttata.
Affermare che il ruolo di consigliere regionale è talmente prestigioso da meritare privilegi (cosa che vale anche per il parlamento) significa, come cittadini, assumersi pienamente la responsabilità di chi si elegge. I rappresentanti sono eletti dai rappresentati e questa classe politica è specchio fedele della società che la elegge: perché non vota le i partiti “migliori” e all’interno dei partiti non vota i candidati “migliori”.
Certo, quando la situazione diventa insostenibile poi si procede “a accoladasa de paulesu”, per chi prima si partecipa alla grande abbuffata craxiana poi si tirano le monetine a Craxi; prima Berlusconi è l’unto del signore e se ne giustifica persino la propensione alle minorenni, poi i partiti sono tutti uguali. La verità è che abbiamo una classe politica cialtrona perché abbiamo una società civile cialtrona, e spesso i savonarola improvvisati non vedono l’ora di sostituire, magari facendo peggio, coloro ai quali promettono il fuoco e le fiamme della dannazione.
Io non difendo l’indifendibile, caro Zunk, io difendo l’istituzione democratica e repubblicana, che è molto più importante di chi spesso, troppo spesso purtroppo, indegnamente la rappresenta. Non si aumenta la qualità dei consiglio regionale riducendo gli emolumenti dei consiglieri, ma eleggendo persone che valgano fino all’ultimo centesimo l’emolumento ricevuto perché avranno grandi responsabilità riguardo alla vita di tutti noi.
E se valuti questo aspetto senza pregiudizi, valutando gli effetti di ogni decisione, io sono sicuro che anche tu non la pensi poi tanto diversamente.
Il mondo ideale è il tuo, Sovjet. Purtroppo, in democrazia la valutazione dei “titoli” dei rappresentanti spetta agli elettori. Puo’ essere eletto Calamandrei come può essere eletto Scilipoti, in questo caso non puoi farci niente. Neanche quando sono autentici delinquenti, spesso, perché ti negano le autorizzazioni. La possibilità di mandare nelle assemblee elettive rappresentanti adeguati, che magari meritino retribuzioni perfino superiori a quelle attuali – nel caso di specie, Calamandrei sicuramente l’avrebbe meritata, Scilipoti oltre un calcio nel sedere non merita – dipende da un grado di maturità dell’elettorato che purtroppo non c’è, e che anche se iniziamo da adesso a lavorare perché sia raggiunta, se ne parlerà tra decenni, ne potranno parlare forse neanche i nostri figli, ma i nostri nipoti. O forse non se ne potrà mai parlare. Allora cosa si fa, si affrontano i limiti della democrazia con una coerenza tale da trovarsi ad affermare che è meglio la tecnocrazia, che è meglio il Principe illuminato che sceglie i suoi consiglieri con infallibile perspicacia? Purtroppo devi fare i conti con quello che hai a disposizione, almeno fin quando ragioniamo in termini di democrazia e non cediamo a tentazioni mussoliniane. Siccome il mondo reale prevede che Scilipoti, se prende i voti – o meglio, col Porcellum, se glieli fa dare l’IDV con una bella dabbenaggine nella scelta dei candidati – ha lo stesso diritto di Calamandrei ad essere eletto, purtroppo il parametro di riferimento è Scilipoti, non Calamandrei. Calamandrei – ne parlo come fosse vivo, perché lo desidererei tanto – magari per 5000 o 6000 euro te lo fa ugualmente lo sporco lavoro dell’Assemblea Costituente, perché c’è passione civile, Scilipoti farà sempre lo Scilipoti, a maggior ragione perché lo fa anche a 12000 euro. Non pensi che anziché la misura del prestigio di una carica, la sua remunerazione possa costituire anche un meccanismo di selezione della reale nobiltà di intenti di chi accetta così di servire la comunità? Io penso di si, poi se tu hai un’idea differente, che per essere coerentemente sviluppata fino all’ultimo ci porta di fatto a negare le fondamenta stesse della democrazia, pazienza. Temo che il comune sentire, non certo circoscritto ai grillini o ai qualunquisti, sia più prossimo al mio modo di vedere che al tuo. Quanto ai magistrati: i magistrati di “bassa forza” prendono stipendi non eccessivi, equiparabili a quelli di un dirigente con qualche anno di anzianità, e tra essi ci sono i Giovanni Falcone – magari ancora in erba in una Procura di frontiera – così come gli scaldasedie che concorrono spesso, in misura non minore degli avvocati (che fanno il loro mestiere: visto che i trucchetti per allungare i processi ci sono li utilizzano, e sono pagati per questo) a rendere abnormi i tempi della nostra giustizia, civile e penale. Ma la stessa situazione esiste a livello di parlamentari. Su Luciano Uras non la penseremo allo stesso modo, ma che si impegni e faccia il suo sporco lavoro non possiamo che essere d’accordo. Possiamo dire lo stesso di certi consiglieri regionali che vedi in aula solo per votare il provvedimento clientelare che interessa al propri “clientes”, oppure quando si discute di indennità e vitalizi? Credo di no, ecco ripristinata un’analogia di condizioni. E allora perché il discorso vale per il parlamentare e non per il magistrato? Ci sono anche diversi magistrati che hanno continuato a guadagnare relativamente poco, a fronte di una carriera forense che avrebbe apportato loro ben altra remunerazione. Se la democrazia non funziona secondo modelli ideali perché il materiale a disposizione – il popolo bue, che ieri votava Berlusconi e magari oggi grillo – non è quello che tutti sogniamo (ma in quale democrazia lo è? Come diceva Churchill, la democrazia è il peggior sistema di governo esclusi tutti gli altri), cerchiamo almeno di selezionare i migliori sulla base delle motivazioni etiche e ideali che li spingono a servire la comunità, e non coi soldini.
C’è tutto un dibattito legato all’economia civile e alle organizzazioni a motivazione ideale portato avanti da economisti come Luigino Bruni. E sono sicuro che Calamandrei l’avrebbe fatto anche gratis il lavoro e non solo, conoscendolo piuttosto bene, il lavoro di consigliere regionale l’avrebbe fatto gratis anche Luciano Uras, che infatti ha proposto che se ne occupasse il prossimo consiglio. Perché potremmo anche pensarla diversamente su di lui, ma l’impegno politico non l’ha mai legato all’emolumento, anzi, al netto, ti assicuro che guadagnava di più prima.
Resta il fatto che i Padri Costituenti, quindi il nostro Calamandrei, hanno pensato di garantire un congruo emolumento per garantirne la piena autonomia. A quella saggezza io mi affido.
Sovjet ti manca qualche pezzo … Calamandrei pensò a un congruo emolumento, ma la gestione concreta, con gli eccessi giunti fino ai nostri giorni, la fecero i democristi e i loro fedeli alleati socialisti. Ma per assicurarsi la compiacenza dei parlamentari che se dissentivano rispetto ai partiti avevano paura di perdere il posto, non certo per garantire la dignità della loro funzione. Guarda che il Parlamento che vota ogni porcata perché lo dicono “i capi”, anche se gli eccessi berlusconiani sono inarrivabili, non risale come tradizione a Berlusconi, ma quanto meno a Craxi. Da questo dobbiamo ripartire per tornare a un punto di equilibrio, senza attribuire a chi non le ha dette le sciocchezze dette da Adbuster e simili. Per il resto, tu evidentemente muovi da una formazione prettamente marxista che ti guida a interpretare ogni sfaccettatura del “sociale” e delle “sovrastrutture” secondo quest’ottica. Purtroppo, come diceva Popper, Marx è sempre stato un ottimo analista della realtà, ma come profeta ha fallito. Ma è il bello della democrazia pensarla diversamente; ai depositari della verità – non lo sono certo io, e non lo sei certo tu – non crede più nessuno.
C’è anche da dire che di profeti non ce n’è neppure uno…la differenza tra descrizione e prescrizione la conosco anch’io, con qualche lettura suoerficiale di pensiero sistemico e teoria della complessità che mi fa sospettare che i rapporti causa- effetto possano avere conseguenze controintuitive per capire le quali non basta il buon senso…la formazione marxista conta fino ad un certo punto e non conta per nulla in questa discussione. Conta di più l’archetipo sistemico definito “erosione degli obiettivi”…
balle, gentile Soviet, balle.
Allora dica lei quanto prendono i generali dei carabinieri in busta paga, invece di rispondere come un bambino di tre anni.
E la balla principale consiste nel raccontare che i consiglieri sono liberamente scelti e poi liberamente votati. Lo sanno anche i bambini di tre anni che il meccanismo è un altro. E se lo racconta a un bimbo quelli, gentile soviet, le farà le boccacce. Non le consiglio di raccontarlo a un adulto. Buona serata.
Qual è il meccanismo, visto che lei è così esperto? Faccia finta che io ne abbia due e mezza. Il fatto è che lei confonde politiche con regionali. Nelle regionali passa chi prende più consensi all’interno di una lista, se i voti presi dalla lista conquistano seggi. E tutti, lei compreso pur nell’assoluta ignoranza dei meccanismi, può votare chi vuole fra i candidati. Non passa il capolista e poi tutti gli altri a scorrere.
Quindi potrà criticare il modo in cui le liste sono costruite, ma l’elezione o meno dipende dalla forza del candidato e lei è libero di votare il candidato che più le aggrada.
Quindi eviti banalità e allusioni e se le cose le deve dire le dica e spieghi. Poi vedremo a chi farà le boccacce il bambino.
E’ evidente. Lei sottoscrive il comunicato di Diana e Lai.
Silvio&Giampaolo continuate così e vedrete quanta strada farete!
Qualcuno ha scritto: “Per quanto riguarda Luciano Uras, ce ne fossero altri dieci come lui il consiglio regionale avrebbe un altro passo”. Magnifico. Undici Luciano Uras.
L’ho scritto io e lo confermo: ci fossero undici Luciano Uras in Consiglio avremmo molti più problemi risolti.
Sicuramente avremmo un numero di precari stabilizzati moltiplicato per 11. Magari votando i relativi provvedimenti insieme al centrodestra.
Può darsi, sarebbe stato utile per qualcuno. Lui…
11 Luciano Uras fanno una Uras F.C., squadra dilettantistica del campionato di terza categoria… 🙂
credo che vito debba annoverare questa battuta tra le migliori in assoluto pubblicate in questo blog. andrò a dormire col sorriso. saludi aldo.
Divida per undici i problemi e il moltiplicato uras li risolve. Complimenti.
Braccia rubate a Spinoza.it! 😀
Caro Biolchini, non ne azzecca una e per questo non fa il salto.
Le spiego perché.
Nessuna delle persone che lei evoca – e che per lei sono, evidentemente, spettri che la perseguitano – si è mai dichiarata intellettuale, anzi. La parola “intellettuale” è così banale che non è neppure più utilizzabile se non dagli aspiranti intellettuali che pullulano in rete e che citano continuamente se stessi visto che nessuno li cita mai. Non diventano intellettuali ad honorem gli anonimi partecipanti a un blog tenuto in piedi dal malanimo. Lei porta ancora i lividi della discussione che l’ha vista soccombere a proposito di Tuvixeddu.
Ha torto quando difende chi fa politica e per lei è un martire perché, parole sue, deve “sbattersi in commissione, in aula… presentare leggi, accogliere i manifestanti che dai portici ogni tanto salgono nella stanza dei bottoni”. Il consigliere regionale vittima e oppresso.
Ha torto perché anche nella storia grande e nella piccola sono i fatti che, per fortuna, contano e non i pensieri sparati in un post.
Lei prende botte al posto di chi sta nella stanza dei bottoni e – magari gliene saranno grati – prende calci diretti a loro. Fa lo stuntman per campare. Però il livore che nasce dall’essere ascoltato solo dalla cerchia di quattro gatti nascosti dietro un falso nome – gatti a loro volta inascoltati – la acceca.
Usa la parola cultura abusivamente, ma non studia. Si proclama giornalista, ma ricopia soltanto notizie. Non lavora in un giornale vero, ma scrive sul suo blog. Ci manca solo che si senta intellettuale.
Fa sorridere perché non si prepara e quindi inciampa di continuo. Se le dicessero: “Biolchini, continua tu”, lei non saprebbe proseguire. L’elenco è lungo e glielo risparmio perché sarebbe crudele. D’altronde lei conoscerà bene le sue cantine, anche gli angoli più bui.
Marcello Fois scrive libri per Einaudi, ha messo su insieme agli altri che lei richiama con astio il Festival di Gavoi, ha un’opinione politica, non si autonomina intellettuale, non canta e balla da solo. Questo si direbbe per lei un’ossessione.
L’altra ossessione è Soru. A questo proposito ha un’amnesia e dimentica di avere fatto l’ufficio stampa dell’assessorato alla sanità durante quella giunta. Era collaborazionista. Un compito leggero, ben retribuito e legittimo, s’intende, che non spiega l’uso della parola soriano come se fosse un insulto. Questa avversione rivela il complesso dell’incompreso.
Una raccomandazione amichevole e finale. Non difenda chi fa vela in Consiglio Regionale o chi è accusato di utilizzare illecitamente 2700 euro mensili del fondo per i gruppi consiliari. Certo, tra qualche giorno scriverà il contrario, tanto nessuno fa verifiche tra coloro che ossessivamente scrivono i loro pensieri sul blog.
Si riguardi e ricordi che una differenza tra un giornale vero e le notizie scaricate a capocchia su un blog sta nel fatto che il giornale deve rendere conto ai lettori, quando non a un giudice, mentre le notizie a capocchia finiscono nel nulla.
Sono fra coloro che scrivono “ossessivamente” sul blog di Vito Biolchini, uno dei “quattro gatti nascosti dietro falso nome”, anche se si tratta più che altro di un soprannome, un nickname, usato con frequenza. Si figuri che a me chiamano “Soviet” anche nella vita quotidiana ormai. Quindi, lei sarebbe chiamato “anonimo”, se le fosse riservato lo stesso trattamento. Perché è singolare chemin più punti si stigmatizzi l’utilizzo di nick e poi non si abbia la decenza di firmarsi. Ma si sa, di travi e pagliuzze si parla da millenni.
Non si capisce neppure perché provi così tanto astio per il Biolchini nostro: che male le fa? Scrive sul suo blog, esprime le sue opinioni (potrà o deve chiederle il permesso), dice cose giuste, sbagliate, importanti, futili. Ma a lei scusi, che cosa importa? Perché si sente in dovere di entrare in uno spazio che non apprezza, pieno di presuntuosi che si blaterano addosso, chi glielo fa fare? Si vivrà bene anche senza il suo parere e lei potrà con maggiore utilità e profitto spendere il tempo coi suoi pari.
O per mestiere girovaga per i blog a rompere i coglioni?
PS: per soriano si intende non tanto chi ha avuto a che fare con Soru, personaggio che ha suscitato molte speranze in tanti di noi, ma chi ne difende acriticamente ogni posizione, non sempre in modo disinteressato.
No Sovjet, l’amico giornalista generalmente si firma, oggi gli deve essere scappato per sbaglio il commento senza nome e cognome. Ma io so benissimo chi è. Tu Piuttosto, perché non l’hai riconosciuto?
Perché non mi interessa sapere chi c’è dietro i ragionamenti, interessano i ragionamenti!
Non mi piacciono le azioni di killeraggio, come quella scritta sopra, dove si spara alla persona più che alle sue argomentazioni.
Poi io voglio conoscere solo Ainis! (Anche perché gli altri gatti sotto falso nome li conosco più o meno tutti!)
A proposito, Matteo Murgia ha intenzione di organizzare un incontro-dibattito in piazza fra i quattro gatti frequentatori di questo blog, una specie di “pride” a questo punto, chi vuole può anche presentarsi mascherato! 😀
Io andrei anche, ma se viene l’Anonimo giornalista e mi fa tottò?
Gentile Neo Anderthal,
lo prende a colpi di Neo-clava.
Cordialmente,
Gentile Sovjet,
dipende dal luogo prescelto. Va bene Piazza Ottinetti ad Ivrea? In questo periodo non c’è neppure il pericolo di prendersi un’arancia sul naso e c’è la biblioteca con l’Archivio Olivetti (la parte non versata alla fondazione). Per pranzo, uno spuntino da Balla, veloce, con l’immancabile fetta di torta 900. Non sarà da Giovanni, a Turrimanna, ma anche la vista sulla Dora ha un certo fascino.
Prenoto?
Cordialmente,
Prenoti, prenoti: finalmente potrò svelare chi sono
Per ora non ho in programma di passare dalle sue parti, ma dovesse capitare sarà mia cura avvertirla tempestivamente. Lo prendo come un impegno!
In ogni caso, dovesse passare lei per Cagliari non manchi di farmelo sapere, in via riservata però, non vorrei che una squadra di scrittori, indipendentisti, politici e operatori vari le tendessero un agguato per colpa mia!
*le tendesse… Rosa Franchini, la mia prima professoressa di italiano al ginnasio, mi prenderebbe a bacchettate e avrebbe ragione!
Gentile Sovjet,
ci conti, per entrambe le cose.
@ Campus,
fatto! Vuole che perda la possibilità di scoprire finalmente chi sono? Non vedo l’ora!
Cordlialmente,
confermo, e ribadisco che leggo cose molto più interessanti qui che nei nostri giornali.
quindi, giovedi 12 luglio in piazza san domenico alle 20.00. la cena la portiamo noi.
il titolo sarà
gatti sotto falso nome
spero che l’idea vi piaccia..
saludi e trigu..
Gentile Supresidenti,
è previsto lo streaming?
Cordialmente,
potremo provarci…
saludi e trigu
Ma “gatti sotto falso nome” è il tema della serata, o il menù?
Gentile Campus,
che domande!! Siamo a Cagliari, che diamine!
Ovviamente è il menù: piatto forte, “soriano” alla cacciatora.
Cordialmente,
Ma siamo a Cagliari, appunto, e allora gattuccio, anche a burrida.
Per i gatti si va nei comuni limitrofi, ad est…
Speriamo il tema…
per sicurezza, meglio evitare lo spezzatino
Io forse l’ho riconosciuto, è forse un’autentica colonna di un quotidiano molto venduto?
P.S: miao.
Astuto Biolchini.
Che modi usa? Sono i suoi abituali?
ahiahi, soviet non studia e continua a non applicarsi abbastanza..
ma non vi fanno i corsi di aggiornamento al circolo “vieni che bevi” di sel?
studia, leggi, informati, caro soviet. e poi magari torni e ci spieghi il significato dell’inesistente termine “soriani”.
per sondare l’acriticità dei c.d. “soriani”, inoltre, puoi rivolgerti a is amighixeddus in comune. oppure puoi scrivere una lettera all’on. cabras, tanto mi sa che vi capireste al volo voi due.
e prendi appunti, mi raccomando ;-))))
No, no. Per studiare studio e che forse non capisco tutto quello che leggo. E le assicuro che leggo più di quanto immagina e mi applico pure.
Purtroppo non tutti possono essere dotati come lei. Se viene al circolo daremo da vere anche a lei e anche da mangiare. Sa ci capita, di dare da bere agli assetati, da mangiare agli affamati e qualche nozione in più agli ignoranti. Lei sarà sempre ben accetto e venga se pure non ha né fame, né sete, che qualcosa di utile stia certo potrà trovarla.
Il termine “soriano” non è nel dizionario, ma esiste. Non so se lei ne faccia parte, ma ne ha tutte le caratteristiche.
Mi dispiace deluderla, ma io di “amighixeddus” come dice lei non ne ho, né in comune, né fuori dal comune. Non so lei, ma io vivo bene del mio e so che le sembrerà strano, ma vamto molti più crediti che debiti.
Quindi se proprio ci tiene, scriva direttamente lei a Cabras, io non saprei proprio che dirgli. Lei invece mi pare più avezzo a questo tipo di relazioni.
Per concludere, le do ragione, non mi applico abbastanza. Per quanto rilegga quello che scrive non riesco a capirla. Limite mio.
Continui a salvarsi.
Sono d’accordo. Questo è un cortile.
Io invece condivido abbastanza quello che scrive Fois, ho provato anche a scriverlo sul quel sito ma il commento non ha passato le forche caudine della moderazione democratica.
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Vedrei nell’articolo di Fois, tra i destinatari, anche Renato Soru e il suo articolo che campeggia qui in testa al blog nonostante sia più vecchio. Ma tant’è ubi major post, minor si accoda. Il ruolo dell’opposizione è importante quanto quello della maggioranza, se l’opposizione non svolge il suo ruolo la maggioranza fa quel che vuole. E Renato Soru, titolare di questo blog, non può fare proclami contro l’antipolitica quando dai dati pubblici si evince che è tra i più astensionisti in Consiglio Regionale, sia come presenze e sia alle votazioni, questa è la vera antipolitica, poichè lui il mandato a rappresentarci lo ha ricevuto eccome, se non erro, in quanto candidato perdente ha il diritto dovere di guidare l’opposizione ma non (solo) da un blog.
Come giustamente ricorda Fois, tra le righe, anche quelli che sono in minoranza ricevono da noi lo stipendio e lo ricevono per fare opposizione, non possono, non devono venirci a dire che nessuno li aveva avvisati di una norma intrusa, non possono, non hanno il diritto di dirci che non sempre non vanno in Consiglio perché c’hanno da fare a casa loro. Se non sono capaci di scoprire un “inganno legislativo”, se non hanno il tempo da dedicare al loro mandato, stiano a casa loro, si governa male sia con le azioni e peggio ancora con l’incapacità e con le omissioni.
Forse si è esagerato nell’attaccare Michela Murgia, ma soprattutto ad accostarla a scrittorucoli disimpegrati come Soriga.
La Murgia è peggio di Flavio… lei difficilmente ammette altre opinioni oltre la sua… e ritiene bello solo cio che sta attorno a lei… è arrivata a dire che chi solo chi farà parte del suo network Liberos sarà un very important reader….
Ceee, che scandalo! Immagino che lei nei supermercati protesti perché solo chi raccoglie i punti tessera di quel supermercato ha diritto a ricevere dei premi, mentre chi si rifornisce da altri ne è escluso.
La parola marketing di un prodotto suggerisce qualcosa ?
O davvero crede che una etichetta promozionale sia per indicare persone importanti a prescindere ?
Su questa faccenda varie persone mi hanno chiesto un commento su SaNatzione.eu accusandoci di “filo-sardismo”. La situazione mi pare abbastanza chiara e come al solito purtroppo si sono create le barricate tra tifoserie. Ho sempre guardato con diffidenza le confusionare proteste popolari, ma ammetto di essere tra coloro che hanno chiesto ad Arbau la lista dei famosi 63 votanti, semplice curiosità, ma soprattutto semplice diritto democratico alla trasparenza che dovrebbe pretendere ogni cittadino. Purtroppo c’è chi ha accusato la maggioranza dei consiglieri regionali di “golpe notturno”, ignorando che il voto ad ora tarda è perfettamente lecito e consueto.
Ma, ahimè, ci sono anche 63 consiglieri che non hanno compreso che un tema referendario come questo (e in questo particolare momento di crisi) non andava trattato attraverso un emendamento accorpato ad una altra questione ma meritava un dibattito più ampio, maggiormente trasparente e verificabile, al di là dei tagli già previsti.
Poi concordo con Biolchini sul fatto che non si debba generalizzare sui 63 consiglieri, ben diversi tra loro in quanto a produttività. Ma su questa vicenda non mi unisco né a chi ha esagerato nella protesta auspicando il linciaggio morale, né a quella parte della politica che solo a posteriori si è accorta di quale fosse il livello di sdegno popolare causato dalla crisi (per cui la classe dirigente ha la sua buona dose di colpa) e non si è resa conto del putiferio che avrebbe creato con quell’emendamento. E ripeto: non significa mettere tutti i consiglieri regionali sullo stesso piano. Ci sono i furboni, ci sono gli ignoranti, ci sono le persone attente e produttive, ci sono quelle distratte, ci sono quelle assenti, ma anche quelle che uniscono l’utile al dilettevole…
Si può ancora riparare.
Ma avete scorso bene l’intemerata di Marcello Fois contro la castixedda regionale? Ce l’ha con Soru!
“Voi raccontate una storia che non vi vede mai responsabili: non c’eravate, e se c’eravate dormivate; non avevate capito, eravate altrove. Mentre votavate qualcosa vi hanno infilato qualcos’altro. Vi siete distratti. Non avete capito. Vi hanno ingannato. Ma allora se siete così distratti, ignoranti, ingenui, che cosa ci state a fare nella stanza dei bottoni?”
Mi scuserete, ma sono indignato, mai avrei pensato che anche Sardegna Democratica si prestasse ad un simile attacco alla persona e all’opera del Presidente Soru.
Non c’era, e allora? Era altrove, e allora?
Cosa si vuole insinuare?
Non mi capacito.
Carissimi, questo commento, tranne la prima riga, io l’ho postato sul Blog di Sardegna Democratica, e indovinate un po’?
NON l’hanno passato. Era offensivo o inopportuno?
Giudicate voi.
Eppure passano commenti al vetriolo su Biolchini e sui commentatori di QUESTO blog, i democratici.
Commento al post di Fois su Sardegna Democratica:
Elena Mandis
19/06/2012 07:37
Credo che le sue uscite’, Signor Fois, siano demagogiche e dannose. Condivido in toto l’analisi che ne fa Vito Biolchini: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/06/19/vergognatevi-e-tornatevene-a-casa-la-demagogia-dautore-di-marcello-fois-a-dimostrazione-che-gli-intellettuali-sono-parte-del-problema-sardegna/
Che te ne pare? Forse non te l’hanno pubblicato perché volevi fare il troll …
Amico, se vai a leggere i commenti su quel blog lo troverai molto poco moderato, quanto a insulti e contumelie. Ce n’è anche per te: “(commentatori) che distillano pensieri illeggibili, che immaginano il mondo come un immenso blog nel quale rilasciano le proprie massime con nomi d’arte pazzeschi. Quel blog…”
A me pare solo di avere rilevato, con toni educati e un pizzico di ironia, una contraddizione nelle parole di Fois, che non può prendersela -anche- con chi non c’era senza prendersela -anche- con Soru.
Altro che trollare!
Quel Blog è talmente a prova di troll che è riuscito a non passare persino una lettera del Presidente della Associazione a cui fa -o dovrebbe fare- riferimento, come sai benissimo.
E’ solo che nel commento compariva un nome, che dico, un Nome di 4 sole lettere, ma potenti.
L’esperienza mi ha insegnato che esiste un fattore preciso che segna un discrimine netto tra chi parla consapevolmente di politica e chi invece si improvvisa e fa quel che può. La differenza è semplice, e sta tutta nell’aver visto dall’interno come funzionano le istituzioni. Chi ha fatto questa esperienza muta radicalmente il suo punto di vista ed acquisisce uno sguardo più lucido e reale sulle contraddizioni della politica.
già
anche io mi sono soffermato su questa frase, credo di averla ripetuta diverse volte in vita mia.
ciao roberto
caro Vito, ti ascolto e ti seguo da tanto tempo, spesso scrivo su questo blog e sono quasi sempre d’accordo con te. Ma stavolta no o meglio, non del tutto.
Trovo che in questo periodo stiano succedendo delle cose veramente “divertenti” che sono lo specchio delle tante diverse caratteristiche del comportamento umano.
C’è la gente che cavalca l’onda qualunquistica e populista sui social network, gente giustamente incazzata ma ormai priva di ogni capacità di analisi e che crede ad ogni cazzata che legge.
Ci sono intellettuali e soprattutto politici (persone che hanno mangiato e spartito il potere per anni) che cavalcano l’onda proponendosi come paladini dell’anticasta (salvo poi fare tutte le schifezze che sappiamo, vedi leggi pro cemento selvaggio, vedi nomine date alla cazzo di cane, vedi indennità… ecc ecc).
Ci sono poi gli anti-qualunquisti-populisti che devono essere originali per forza e si sforzano di fare analisi molto forzate che pur essendo interessanti sembrano comunque un aspetto marginale del problema centrale e a volte quasi autoreferenziali; chiunque dica qualcosa di qualunquistico (anche se vero) è pericoloso o è uno scemo senza idee.
Io credo che purtroppo oggi la politica abbia superato ogni decenza. A livello sia nazionale che regionale. La gente è incazzata e purtroppo anche se uno si sforza di informarsi per evitare di cadere in banalità alla fine è costretto a “dire” e “pensare” le stesse cose che dice e pensa chi non ha gli strumenti e la voglia di informarsi… e cioè che sono tutti uguali, che rubano e quant’altro.
come posso non pensarlo dopo quello che hanno fatto l’altra notte… dopo la nomina di lorefice, dopo che a fine referendum nessuno aveva idea di cosa fare… dopo quello che succede nel psd’az e la vergognosa futura alleanza con SEL… come faccio a credere a SEL e pensare che “loro siano diversi” se cerca di stringere accordi col psd’az di oggi…. (a questo proposito vorrei capire come mai ad ogni scorreggia del PD in questo blog piovono parole di critica, mentre questa ambigua alleanza che sta per stringere SEL passa quasi inosservata e soprattutto non leggo ancora nulla qui sui gravi problemi dell’assessorato ai trasporti che, con tutto rispetto, meritano molta più attenzione delle parole di Fois)…
non capisco perchè si debbano scrivere articoli di dura critica per quello che è successo l’altro giorno sotto il consiglio regionale, quasi come se fossero un pericolo alla democrazia, mentre i fischi a napolitano sono stati guardati con benevolenza come normale segnale di un popolo esasperato alle istituzioni o addirittura quando si è impedito alla lega nord di effettuare il proprio comizio qualche anno fa in piazza costituzione quasi tutti abbiamo visto la cosa con “soddisfazione”
quello che è successo sotto il consiglio regionale non è un pericolo alla democrazia, il pericolo inizia ad essere quello che succede dentro al consiglio regionale… per fortuna che la gente va a protestare se no siamo finiti…
se mi passate il termine credo che il diventare “coscientemente qualunquisti” è quasi una via obbligata ora, cercando di tenere uno spirito critico, cercando di fare i giusti distinguo… ma per favore non invertiamo la gravità delle cose… il problema non è il modo maldestro in cui la gente sta reagendo alla mala politica…. il problema è la mala politica… cercare di spostare l’attenzione da quello lo trovo incomprensibile…
sicuro è sbagliato buttare benzina sul fuoco, ma è altrettanto sbagliato minimizzare e sminuire il valore delle critiche della gente…
Dopo aver fatto il suo bravo compitino, e dopo aver letto compiaciuto i consensi degli influencer, il buon Biolchini va a letto, soddisfatto, rilassato. Nel mondo ideale, basta esserne convinti e farsi dare ragione dagli amici, e si ha sempre ragione.
Ma la notte, riprende l’incubo dell’altra sera.
Ecco Cappellacci, anzi Ugone IV, secondo la nomenclatura dei Bas Serra di Arborea. Non è più governatore, ora è il Re di Sardegna, Conte del Goceano, Visconte di Bas ecc. ecc. Come sia possibile visto che la Sardegna non è divenuta indipendente lo sa Dio, ma è il bello dei sogni: non si deve spiegare l’inspiegabile come tenta di fare sempre Sovjet.
Re Ugone IV, dalle stanze di piazza Palazzo, liberate dal prefetto Balsamo col suo trasferimento a vicerè di Malu Entu – non senza problemi con Doddore – segue in bassa frequenza l’insediamento del nuovo governatore, Simone Spiga. “Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il consiglio regionale e formare una giunta esclusivamente di fascisti. Potevo, ma non ho, in questo momento, voluto”. Infatti la giunta è un po’ eterogenea, Gregorini siede accanto a Soru, Mondino Schiavone di “Liberi a Sinistra” accanto a Bistrusso di “Casteddu Online”. Biolchini comincia un po’ a preoccuparsi. “Tutti sti giornalisti, e io?”. La risposta giungerà nel prosieguo dell’incubo. Si sa comunque che la strana situazione istituzionale è il frutto degli sviluppi imprevedibili del progetto sovranista promosso dall’ineffabile Luciano Uras, nel frattempo dato per disperso. Dicono stia ancora chiedendo a Claudia Lombardo i criteri di calcolo dell’indennità, la aspetta paziente davanti al carcere di Uta, nel frattempo aperto, dove l’ex presidentessa è stata prontamente spedita da Re Ugone IV. Maninchedda, mestamente, si è accontentato di fare il sindaco di Macomer. Il sindaco di Cagliari è Gianni Chessa, anche questo frutto degli sviluppi imprevedibili del progetto sovranista. Ha fatto erigere un monumento equestre a Giorgio Oppi in piazzetta Maxia, ma per il resto i cagliaritani non si lamentano troppo, sono pazienti. E Massimo Zedda? E mica è scemo il nostro Massimo. E’ a Roma. Ministro dell’Interno nel governo presieduto dall’On. Giuseppe Piero Grillo, con cui tutto sommato, nonostante qualche differenza di linguaggio, ha scoperto di non andare troppo in disaccordo. Con grande rosicamento di Travaglio che quel posto lo voleva lui. Mamma mia che incubo. Quando mi sveglio, comincia a chiedersi preoccupato Biolchini? Nel cuore della notte, il campanello squilla. Va ad aprire, trepidante. Chi sarà? I Carabinieri mandati dal nuovo regime fascista? Marcello Fois che intende passare alle vie di fatto? O semplicemente, come ci auguriamo tutti, qualcuno che lo avvisa: “Sei su scherzi a parte?”. Chissà. Segue.
A differenza di Gesuino Curreli, lei scrive peggio di Marcello Fois. E anche questo comunque io lo apprezzo moltissimo.
No, Vito, ti prego, non scrivere più post di questo genere così non dobbiamo subire la grafomania di Zunkbuster! ti supplico!
Ma FBanana, anche tu hai un filino di temperatura? Mi sai che sei anche tu con l’influencer, e ho paura di essere contagioso anche io.
Mi pari chi bandu a mi croccai, anche se ho mangiato un po’ pesante, e ho paura che se mi addormento faccio brutti incubi, “a tipo Biolchini sognato da Zunk”.
‘Taddannu!
Zunk, ma cos’è questa la versione in prosa di una canzone di De Gregori vecchia maniera?
Può che chi spiega abbia difficoltà a spiegare, può essere che l’argomento sia spiegabile, ma può essere anche che chi dovrebbe capire non abbia voglia di farlo. Può essere…
Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra
mi dicono “Francesco ti vogliono ammazzare”.
Io domando “Chi?”, loro fanno “Cosa?”.
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto.
Di fuori tutto calmo, la strada era deserta
mi dico ‘meno male, è tutto uno scherzetto’
sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto
mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino,
la strada adesso è piena di persone.
Mia madre è qui vicino.
Un uomo proprio all’angolo, vestito da poeta
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra
prima della caduta e al posto del posto
dove va il francobollo, c’è un buco per appenderlo; “Dove?”, dico io
“Intorno al collo”, e adesso per la strada
la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla;
“Non c’è nessun motivo di essere nervosi”
ti dicono agitando i loro sfollagente,
e io dico “Non può essere vero” e loro dicono “Non è più vero niente”.
Lontano più lontano degli occhi del tramonto
mi domando come mai non ci sono bambini
e l’ufficiale uncinato che mi segue da tempo
mi indica col dito qualcosa da guardare
le grandi gelaterie di lampone che fumano lente
i bambini, i bambini sono tutti a volare
Un amico d’infanzia, dopo questa canzone
mi ha detto che “È bellissima, un incubo riuscito
ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi”,
amore amore, naviga via devo ancora svegliarmi.
Ah… segue puru?
La tua fidanzata è Lucida ma tu sei ancora più preciso, emancipato e indipendente di chiunque altro! Bravo, bravo, bravo!
non entro neanche nel merito di queste xxxxxxx qualunquiste, solo un plauso sincero a Vito per aver detto quel che pensa di Fois e che tanti pensano e che non dicono mai
Polemica inutile, partita pure per la tangente estendendola all’intero mondo intellettuale sardo, ma vabbè.
Fois per me ha sbagliato il fuoco e i toni, ma questo non mi cambia la giornata. Mettiamo pure che i consiglieri abbiano votato un taglio fantastico, il problema è il metodo che hanno usato.
Come pretendono di non suscitare proteste e di mettere a tacere l’antipolitica (termine aleatorio che in sè vuol dir poco e niente, ma lo uso per indicare il generale sentimento di sfiducia verso i partiti tradizionali) votando di notte un tema cruciale come la loro remunerazione inserito come comma all’interno di una legge sui precari? Non sarebbe stato un tantino meglio parlarne pubblicamente e votare una legge ad hoc?
Poco mi importa se uno sconosciuto si intrufola dalla finestra a casa mia per prepararmi una torta e non per svaligiarla, se non ha ricevuto la mia autorizzazione io chiamo la polizia. Poi potrà anche lamentarsi del fatto che lui è entrato con le migliori intenzioni, ma se ha usato il metodo sbagliato io ho tutto il diritto di pensare male.
Il problema non è che i nostri politici sono dei ladri, ma che sono dei dilettanti e degli incapaci. Hanno sponsorizzato i referendum senza avere la minima idea dei suoi effetti, a parte quello di coprire con tanto fumo il vuoto spinto della loro politica.
” A hovaddu malandrau sa sedda li rughet” recita così un detto del mio paese, e sta per “la lingua batte dove il dente duole”, Ho letto di corsa l’articolo per vedere dove andava a parare e ho arguito che l’estensore si fa salvo, unto dalla verità che sta dalla sua, a dispetto di chi ama esprimersi e ragiona col proprio cervello. Cioè uno che dissente è qualunquista, tuttologo e via dicendo… e il nostro non é sfiorato dal minimo dubbio circa le rimostranze mosse, tanto si ha la certezza in tasca di avere il verbo dentro il proprio sapere, l’inconfutabile dentro il proprio fare. Ora mettiamo da parte un attimino il mezzo espressivo, la lingua tanto maltrattata, e vediamo di calarci nel significato, neanche troppo oscuro, di ciò che intendono dire “questi parolai” da bar dello sport, ed è esattamente quello che hanno detto i sardi negli ultimi referendum ed è quello che emerge in ogni dove quando si parli di politica in Italia. E non per fare di tutta l’erba un fascio, ma per dare inesatta proporzione, per difetto, di un fenomeno che l’articolista vorrebbe forse minimizzare. I rapporti sono quelli, esattamente quelli, e ci vuole un bel po’ di faccia tosta a disconoscerli, ci vuole dell’arroganza e della puerile stupidità ad arroccarsi in posizioni indifendibili. Il viaggio sta per finire, caro signor LUI, o “apparisais su carrigu” o dovrete scendere di mala maniera, senza che di voi si salvi neanche l’alito emesso per respirare dentro le stanze d dei bottoni. VERGOGNA! Se penso agli arzigogoli fatti per tenere in piedi le prebende acquisite e bocciate dal popolo mi viene solo una parola: VERGOGNA! E ora per replica, semmai ne fossi degno, mi dica pure l’articolista che la mia è sgrammaticata se vuole proprio non comprendere
il senso di quello che ho detto !!!!!
Lei comunque scrive meglio di Marcello Fois. Ed io questo lo apprezzo moltissimo.
Anche se evitando “attimino”, “quello che hanno detto i sardi nell’ultimo referendum” e “prebende bocciate dal popolo” il climax sarebbe stato più alto…
A proposito, il 65% dei sardi, ovvero il 15% in più rispetto alla metà di coloro che in
Sardegna hanno diritto di voto, ai referendum non era interessato e non ha ritenuto il tema delle prebende tale da spingerlo a recarsi alle urne. O quello non è popolo?
No, mi dispiace, ; chi si astiene lascia che siano altri a decidere e non per questo può accampare diritti. Se il 65 % dei sardi non fosse stato d’accordo sarebbe andato a votare e l’esito sarebbe stato un altro; il problema , e queso lei lo sa benissimo, è un altro: i partiti non volevano che si andasse a votare.
Maurixio: quindi la gente obbedisce in maggioranza ai partiti?
Maurixio però il punto che voglio evidenziare io è un altro: preso atto che i referendum, avendo raggiunto il quorum, producono effetti giuridici che devono essere rispettati, evitiamo di utilizzare frasi roboanti come “i sardi” hanno detto, “il popolo sardo” ha fatto perché non è così. Il popolo sardo non è rappresentato dai migliori, da quelli che partecipano, dai più impegnati. Il popolo sardo sono tutti i sardi, che in gran maggioranza non si sono recati a votare i referendum. Questo mi pare sia un dato politico altrettanto importante. Allora evitiamo di tirare in ballo “il popolo” e diciamo che il referendum è un istituto che ha regole precise che sono state soddisfatte e pertanto va rispettato.
C’è qualcosa che non quandra in questa posizione? È una richiesta di attenuazione della retorica demagogica.
Il popolo americano elegge il suo presidente, chi no est Cappellacci, con percentuali minime di votanti, ciò non toglie che diventi il presidente di tutti. Per farla breve, chi non va a votare non può essere preso in giusta considerazione poiché la sua azione va a finire nel grande calderone dell’astensionismo, dove c’è di tutto e di più, sarebbe meglio andare a votare ed eventualmente esprimere voto contrario.
E per quale ragione uno dovrebbe essere obbligato ad andare a votare se reputa che sia una buffonata? Certo, non può lamentarsi se poi il quorum è raggiunto come in questo caso, ma faccio parte del popolo sardo anch’io che non sono andato a votare per scelta.
Sappiamo bene come sono eletti i presidenti americani e mi sa che se c’è una carica dove il “popolo” conta poco è proprio quella di presidente degli Stati Uniti.
Condivido completamente il bisogno di attenuare i toni demagogici; l’atteggiamento arrogante di un consiglio che vota nottetempo il ripristino dele indennità mi fa , scusate il termine, incazzare come una belva.
Se il “popolo” avesse davvero voluto “bocciare” “le prebende”, avrebbe dovuto chiedere al comitato promotore del referendum di sottoporgli un altro quesito e non quello bislacco per cui ha votato.
I toni di Fois sono discutibili, ma i toni di questo post sono forse anche peggio. E soprattutto, credo che nel merito della questione della “casta” e della votazioe notturna abbia ragione Fois e non Biolchini. La posizione dei nostri “onorevoli” non è in alcun modo difendibile, nemmeno scomodando il pensiero dei nostri padri costituenti… e purtroppo, in questa bravata, fatico a fare veramente dei distinguo tra le parti politiche.
NIKIMBO18/06/2012 20:12
il commento e il suggerimento inviato a FOIS lo inoltro anche a BIOLCHINI
Caro Fois, l’invito ad andar via ai consiglieri regionali, lo sa bene anche Lei, non sarà accolto! Il modo di mandarli via è il voto. Ma col voto ad oggi ci sanno fare meglio di lei e di tutti quelli che hanno a lungo onestamente creduto nella capacità dei partiti di rappresentare gli interessi generali. Credo che senza distinzione alcuna – per un motivo o l’altro (e sono tanti) e certo non sempre dovuti alla ingordigia del singolo (che pure è diffusa) ma alla ormai evidente incapacità impossibilità dei “partiti” a rinnovarsi, a cambiare. Occorre un nuovo modo dei cittadini di organizzarsi, di non delegare, di diventare protagonisti della vita politica attivandosi in un soggetto politico nuovo. Conosce Lei il Manifesto per un soggetto politico nuovo? Primi firmatari, Revelli, Ginsborg, Mattei, Luciaqno Gallino e tanti altri?
http://www.soggettopoliticonuovo.it
E pochissimi altri, temo. Con tutto il bene -che è massimo- che provo per Gallino e Ginsborg e tutti gli altri illustri intellettuali -questi veri, almeno- questo è un progetto che ha ottime idee, che condivido praticamente per intero, ma gambe fragili.
Un progetto per la sinistra -ma forse non è chiaro anche a parte degli stessi militanti- può essere SEL, che infatti nasce con una struttura di movimento per unire e rappresentare la sinistra, in una prospettiva democratica e radicale.
Per me anche SEL deve essere un mezzo per raccogliere le idee, in ogni senso, e può sciogliersi anche domani, se è per ricostituire e aggregare aree e volontà più ampie.
per il compleanno mia cugina mi ha regalato un imperdibile florilegio di scrittori sardi “leggili deficiente, così capisci meglio il nostro mondo, la nostra terra” tra gli altri il primo Soriga (ce l’ho messa tutta ma sono durato mezza pagina) due di Fois e Michela Murgia … mi sento in colpa ma li ho messi accanto a Eston Ellis, Bukowsky e altri americani … sono ancora pieni di polvere, ogni volta che mi avvicino di buona lena verso lo scaffale non resisto e la mano mi scappa su Chuk Palahniuk … essere sardi oggi mica significa chiudersi nell’orto asfittico di quattro pennaioli nostrani … abbiamo gli intellettuali e i politici che ci meritiamo … la politica abbisogna di intellettuali di regime, da sempre … c’è chi sceglie Apicella e chi Michela Murgia. Chi sceglie Niemeyer e chi gli illustri professori della autoctona facoltà di ingegneria … Augusto aveva Mecenate, Virgilio ed Orazio … altri hanno Murgia, Fois e Soriga … questione di fortuna … caro Biolchini è solo una questione di fortuna …
Mecenate,Virgilio ed Orazio avevano Augusto, Murgia, Fois e Soriga hanno… Cappellacci.
fois come cristian cocco, stereotipi della Sardegna buoni solo per forestieri alla ricerca di luoghi comuni. I primi con un libro in mano, gli altri con il telecomando in mano
e aiooooò!
Biolchini,
che in un momento difficile come questo, soprattutto per la Sardegna, la votazione (perché di notte?) sulle indennità fosse quanto meno inopportuna è difficile negarlo. Senza contare poi la buffonata dei referendum sull’abolizione delle Province.
I cittadini hanno il sacrosanto diritto di protestare senza per forza dover essere bollati come qualunquisti. La protesta qualunquista è una “protesta a prescindere”, contro tutto e tutti. In questo caso però i motivi erano ben precisi. E secondo me giustificati.
Sulla questione degli “pseudointellettuali” non posso che concordare con lei.
Per due libri che hanno scritto (e che magari non riescono a vendere come vorrebbero) si reinventano un ruolo autoproclamandosi opinionisti-esperti-tuttologi su qualsiasi questione sociale, politica, ambientale, antropologica, filosofica o psicologica che sia.
Loro salveranno la Sardegna, se non il mondo. E magari riusciranno anche ad entrare in Consiglio usufruendo di quei privilegi che loro stessi criticavano.
A.
Forse Fois ha esagerato, senz’altro i nostri “intellettuali” si stanno montando la testa e ogni tanto svalvolano, ma per favore finiamola col prendersela contro chi critica i politici nostrani. Quando dico politici nostrani intendo l’80-90% degli “onorevoli”, non si è accorto caro V.B. che oramai la politica in Sardegna sta diventando una guerra tra bande, continue scaramucce tra membri dello stesso partito, quelli di Olbia che vogliono i canadair e gli ogliastrini che vogliono la provincia, quelli di Lombardo contro Cappellacci e la sinistra, i sardisti, gli indinpendentisti………mentre la Sardegna affonda e i sardi annaspano. Anche lei caro V.B. è di quelli che si adirano quando qualcuno tocca “su pisci ‘e cadinu” , ma tra tanto incazzo generale è logico che saltino fuori tanti masanielli, ma non è solo demagogia/ populismo/ qualunquismo/ fascismo.
Mi scusi, e il mio cadinu quale sarebbe?
Gentile Biolchini
Sarebbe utile che il suo pensiero fosse esplicitato in maniera chiara, secondo lei è giusto che i nostri “onorevoli” siano tra i più pagati d’Italia? E’ d’accordo sul fatto che 80 e più membri del nostro consiglio siano troppi? Le sembra giusto che un referendum a cui ha partecipato oltre mezzo milione di sardi non sia stato di fatto preso in considerazione? Ha fatto un giro nella nostra isola, specie nelle zone interne, per rendersi conto dello stato in cui versa? So benissimo che lei non fa parte del “cerchio magico”, ma nel suo articolo vs. Fois traspare una certa irritazione non solo per il modo in cui l’ha detto, ma anche per ciò che ha detto, sembrerebbe quasi che l’origine del male sia rappresentata dai nostri scrittori-masanielli. Ecco, le sarei grato che mi chiarisse questo dubbio. Saluti
Caro Robespierre, in questo blog troverà le risposte a molte delle domande che mi ha posto.In sintesi:
1 – A quanto mi risulta, i consiglieri regionali sardi non sono i più pagati d’Italia.
2 – Parlare di numero di consiglieri regionali non ha senso se non si prende in considerazione l’intero tema della rappresentanza istituzionale dei sardi nel suo complesso. Comunque per me 60 andrebbero più che bene.
3 – Conosco la situazione delle zone interne ma non capisco cosa c’entri con il mio post su Fois.
4 – I referendum in parte sono già stati presi in considerazione (sulle province c’è stato un pronunciamento, così come le indennità). Sulle contraddizioni dei referendum la invito veramente a leggere quello che ho scritto prima e dopo la consultazione.
5 – Io non la chiamo “origine del male”, dico che gli intellettuali dovrebbero aiutarci a capire meglio ciò che sta succedendo e soprattutto aiutare la gente a ragionare, non a sparare una serie di luoghi comuni uno dopo l’altro. Questo ovviamente secondo me.
1. Cioè, poverini andrebbero pagati di più.
2. Classica risposta da politico o sottobosco politico.
3. C’entra, c’entrta.
4. Altra risposta in politichese.
5. I problemi personali con Fois non c’entarno.
@Giorgio..
1. Non sai leggere mi sa
2. Credo proprio che non sappia leggere
3. Non sai argomentare
4. Continui a non avere le basi minime di comprensione di un testo scritto
5. Mi pare di capire che te ne vanti anche
My friend Robespierre, in ciò che Fois ha scritto, una serie di invettive da fila all’ufficio postale, o da bar, non c’è l’ombra di un ragionamento minimamente articolato.
E se a fare un “ragionamento” da bar sono capaci tutti, allora perché tirarsela da “intellettuali”? Ma costoro, dico gli intellettuali, non dovrebbero essere quelli che seminano dubbi e propongono punti di vista e analisi più sottili, se serve vanno controcorrente?
Semplificando: “O Fois, ma la’ che de aicci seu bonu deu puru”!
E senza bisogno di utilizzare la prestigiosa sede del Blog di Soregna Democratica.
sì, è il momento che ci attraversa, l’era dell’indignazione sulla bocca-avatar di tutti…dimmi quanto t’indigni e ti dirò chi sei…su facebook questo ci appare possibile ed è anche giusto che si possa condivedere ed esprimere la propria rabbia e dire che non ci stai, oltre a essere un potentissimo mezzo di divulgazione, con qualche rischio, ma potente…
ma nel momento in cui decidiamo di “poter” parlare alla gente, non con la gente, bisogna andare oltre l’hasta colonello che guevara…
Complimenti per l’articolo, Vito .
mm
Biolchini ha ragione. Gregorini: tu hai patrocinato i referendum con i tuoi amici riformatori. Tra i quesiti referendari c’era quello per l’abolizione degli enti. Oggi il referendario Bastianino Sannittu, ex assessore ai Lavori Pubblici, è stato nominato Presidente della più importante società del Gruppo Meridiana, partecipata dalla Sfirs. Adesso farai un’altra manifestazione sotto il consiglio?
Sardegna Democratica parla di fondi dei Gruppi: farebbe opera meritoria se pubblicasse l’estratto conto completo dei cinque anni dei c/c dei Gruppi di Progetto Sardegna e del Pd della scorsa legislatura.
Se li ha dovrebbe pubblicarli, Sardegna Democratica, gli estratti conto del Pd e di Progetto Sardegna. Ma magari è meno titolata a pubblicarli degli onorevoli che hanno fatto parte di quei gruppi, anche quelli spariti, non rieletti o confluiti altrove dopo le varie diaspore. Cosa dicono quegli estratti? Che rubavano? E che c’entra Sardegna Democratica? Per dire che rubano quelli vicini a Soru? Sarà. Ma chi è vicino a Soru? Bruno, che fu capogruppo di Progetto Sardegna? Non credo, non pare più almeno. Chicco Porcu? Biancu o Siro Marroccu del Pd? Mhh, viene in salita. Si dovrebbe poi provare chi rubava e chi no. E Fois, così sicuri che sia tanto legato a Soru? Si dice altrove che condivida con Bellu la voglia di una nuova iniziativa culturale-editoriale. Insomma, se vogliamo dire “Soru merda” diciamolo in modo meno arzigogolato.
Per Aramis: è Sardegna Democratica che ha mosso l’offensiva moralizzatrice. Certo, dovrebbero essere gli onorevoli a pubblicare o a consegnare al sostituto procuratore Cocco gli estratti conto. Alcuni l’hanno fatto, altri no. Perché? E non è importante per te sapere se chi moralizza è anche capace di trasparenza? Ecco, proprio Bruno, perché non gli chiedi di pubblicare i dati?
Se ha la pazienza di rileggere, è quello che suggerisco io. Lei suggerisce di farlo fare a Sardegna Democratica, nata dopo la fine della scorsa legislatura e che con i fondi degli onorevoli forse c’entra poco. Io contesto questa manìa di tirare in ballo Soru per proprietà transitiva. Se è così informato sul contenuto degli estratti conto, e su chi ha rubato, forse lei è più titolato di me a chiedere a Bruno e agli altri le carte che cantano. Io lo chiedo eccome, a tutti. A Soru per primo. Ecco, l’ho fatto, per quello che conto. E lei? Continua a chiederlo a SD, che si è limitata a pubblicare un post disarticolato di Fois, che tanto in sintonia con Soru non sembra più?
Oh Vito banaleggiando banaleggiando sei scivolato nella minchiata della lista civica repubblica-l’espresso..
Per il resto niente da dire, Fois ha fatto il suo discorso prima dell’assalto ai forni, passerà anche questa ondata di populismo di cui il popolo italiano ne è geneticamente affetto.
Bravo Biolchini condivido, ho letto il pezzo di Fois e sono rimasto allibito dalla banalità e dalla superficilità dei suoi contenuti. RETORICA e basta. Lo vorrei veramente vedere dentro il palazzo in commissione e fare l’assessore…. Troppo facile sentenziare senza prendersi responsabilità. Non abbimo bisogno di questi intellettuali.
Il rischio è quello della deriva dell’impegno politico, sarà a portata solo di coloro che avranno soldi, una nuova casta. Che tristezza!!!
Giuseppe
n.b. ho letto i suoi libri e mi sono piaciuti.
Gentile Biolchini,
mi sentirei di dirle che di questi nomi (e di altri, lei non cita il mondo accademico, dagli storici in poi o la stupefacente commistione archeologia-politica inaugurata da Lilliu) di questi nomi, dicevo, e di questi temi ne parlo da anni, tacciato di volta in volta di anti-sardismo, qualunquismo, fascismo, comunismo, fancazzismo, grillismo e via di seguito.
Due sole precisazioni:
1 – quello degli intellettuali non è «un» problema, è «il» problema della Sardegna;
2 – gli scrittori che lei (correttamente) cita, non sono mediocri e inutili quando parlano di politica, ma quando scrivono (il che è assai peggio!). Visto che cita (altrettanto correttamente) Sciascia e Pasolini (questo compare spessissimo nelle cretinate che pubblico nel nostro bLLog) la invito a riflettere sulla qualità «politica» della loro opera. Ecco perché i Murgia&C sono una iattura: non quando invitano a votare IRS o PROGRES, ma quando scrivono fiabe per educande.
Cordialmente,
PS – Padrone di crederci o no, ma ho scritto un piccolo contributo su un tema simile prima di vedere il suo, con l’ovvia differenza che a lei interessa la cronaca e a me no (io non sono un giornalista, e si vede). Però che si occupi dei nostri «intellettuali» mi fa veramente piacere.
Caro Ainis,
da tempo vado sostenendo – non è una mia teoria, l’ho solo richiamata – che il sonno della ragione genera mostri.
Su questa possibile verità, si sarebbe potuta innestare quella relativa al sonno dei “ragionatori” per definizione e ruolo: i cosiddetti intellettuali. Solo che, per questi, non è solo il sonno a generare mostri: essi, infatti, anche da svegli (sveglissimi, sveglioni), sono suscitatori, animatori e gestori di una congerie di mostri e mostriciattoli della quale forse mai si era visto il pari.
Ormai, il problema è generalizzato: per questo i restauratori cacano mostri contro la conservazione; gli architetti contro l’architettura, gli urbanisti contro il “territorio”; i politici (eh si, sembra strano, ma anche questi svolgono un lavoro intellettuale) contro tutti.
Ho lasciato (deliberatamente) da parte tutti gli altri (avvocati, giudici, medici, notai, nani e ballerine…) non perché li consideri fuori dalla mischia, ma perché mi basta e avanza quanto tratto con le mie mani (che spero ancora essere collegate al cervello, pur avendo avuto alcuni disturbi in area cervicale).
La realtà è che – oggi, non da sempre – conviene starsene nell’ombra a sparare ad Abramo Lincoln, piuttosto che scendere in campo a dirimere i conflitti fra industriali del Nord e cotonieri del Sud; o – se si preferisce, ma era una scusa – fra amanti dei negri (allora si chiamavano così) e schiavisti.
Ormai, nei fatti, la teoria dell’informazione impone il regno dell’entropia (leggasi: “casino”); più una cosa è inattesa e inverosimile, più essa informa e piace.
Questo tipo di piacere – e non quello che si potrebbe pensare – ha portato Cicciolina in Parlamento: un lucido, intellettuale disegno. Resta il mistero su cosa abbia portato la Pivetti a presiedere la Camera, ma questo è un altro modo di interpretare l’intelligenza, l’intelletto e gli intellettuali.
Allo stato attuale, caro Ainis, parmi difficile pensare che quello degli intellettuali sia un problema “sardo”, anche se è possibile che i sardi – con la loro mania di voler essere d’esempio e monito a tutti, producendo Regni, sfornando Presidenti della Repubblica e Segretari Universali del PC, vincendo regate oceaniche – non abbiano in animo e nei precordi l’intrapresa di una via sarda (una specie di Kulturkampf) alla lotta senza remissione contro intelligenza e buon senso.
Che dire? e, soprattutto, che fare?
Questa angosciosa domanda ha anch’essa remota e travagliata storia, ma – almeno in questo caso – dalla storia poco ci viene, in salvamento: questa storia ce la dobbiamo fare da noi, onanisticamente o – si spera – degnamente.
Caro Ainis, la triste verità è che – alla faccia del solito, noiosissimo Kant – quasi tutti finiscono con il considerare come un mezzo – invece che come un fine – i propri simili. E questo sarebbe il meno: purtroppo, considerano come un mezzo anche se stessi, e di tale mezzo usano e abusano con liberalità.
Vale
Gentile Campus,
solo alcune osservazioni.
1 – il mio dire che quello degli intellettuali sia «il» problema della Sardegna, non implica che lo sia «solo» della Sardegna. Ciò è ovvio e lei lo ha (e ci mancherebbe) capito benissimo. Però, mentre da noi senza una reazione intellettuale forte (che ne implica una «politica» almeno altrettanto ferma) andiamo a puttane, in altri posti (ad esempio il Veneto) a puttane non ci vanno perché hanno un sistema produttivo valido! Immagini che laggiù (o lassù?) l’intellettuale sarebbe Cacciari (sic!) eppure, pur dentro una crisi mai vista (e non è un luogo comune) c’è chi produce, vende, esporta, consuma ed esprime progettualità per il futuro. Da noi, al contrario, non produciamo, abbiamo ristretto il consumo in maniera preoccupante (pur con comportamenti schizofrenici impressionanti) non esportiamo un belino e gli intellettuali litigano sulla LSC, sulla sovranità, e sulle fiche nella Carta de Logu, altro che futuro (come Cacciari, certo, ma lassù non ne hanno bisogno, noi sì)!. Per cui, assai modestamente, esprimevo una situazione intellettuale che sarà pure comune anche al resto del paese, ma da noi risulta particolarmente grave.
2 – trovo imprecisa la metafora con l’entropia (e non ne faccio solo una questione meramente tecnica). Le relazioni umane sono caotiche (non incasinate, è molto diverso) quindi anche l’informazione. Però, al solito, si andrebbe a parare chissà dove (a proposito dei para-culo che scrivono sui giornali).
Se ne ha voglia, a proposito di informazione e politica, dia uno sguardo a questo link http://exxworks.wordpress.com/2012/06/18/la-sardegna-che-vorrei/
Cordialmente,
Solo un appunto: un conto è l’entropia, come fenomeno misurabile (la quantità d’informazione presente in un sistema è il logaritmo in base due della quantità di alternative possibili), un conto è il regno dell’entropia, incommensurabile (casino).
Uno è la regola che misura il fenomeno, altro è il modo in cui si gestisce (magari inconsapevolmente, ma colpevolmente).
Le relazioni umane non sono caotiche (sarebbero un fenomeno fisico): sono proprio un casino (che è – notoriamente – un luogo umano).
In questo casino, allignano facilmente i para-culo ai quali allude.
Ma anche (e torno al primo punto) i faidaté: gli onanisti, appunto.
Gentile Campus,
lo sapevo che ci saremmo cascati di nuovo! Però mi permetta di defilarmi (o di “passarmi” visto che sono casteddaio). Evidentemente non condividiamo il fatto che anche le comunità umane siano fenomeni fisici (caotici e non incasinati) ma non mi pare né sorprendente né interessante per chi legge questo blog.
Cordialmente,
(E’ sempre un piacere parlare con lei)
passo e chiudo
click
Proprio così! Fiabe per educande e, secondo me soprattutto, favole tristi e cupe. Con Fois che riscrive ogni volta “Il giorno del giudizio” di Satta, con le apocalissi oranesi di Niffoi e con il successo della Murgia che stava tutto e solo nel titolo (furba e pregevole operazione di marketing). Quasi quasi meglio il sardo di ritorno Frau.
Finalmente qualcuno parla chiaro a proposito di questi pseudointellettuali e opinionisti da salottino televisivo autoincoronatisi signori della cultura sarda ma che l’unica cosa che possono rappresentare nell’Isola e nei vari palcoscenici nazionali é la loro crassa ignoranza, la loro spaventosa presunzione che viene nutrita e soddisfatta da quella “visibilità” dalla quale gli intellettuali seri sono sempre stati alla larga! Così vogliono farci credere che intellettuali siano coloro che metton su baffetti e abbigliamento di grido o che ritengono che una scarpa con tacco e qualche concorso “letterario” (anche questo oramai privo di valore che non sia commerciale) siano l’elemento fondamentale per raggiunger uno spessore culturale tale da potersi proporre come la nuova Grazie Deledda! Penosi!
Caro Biolchini, di questo passo le farà male il fegato. Ci sono tanti begli argomenti, l’amianto al Poetto, e nozze gay, c’è sempre Soru, gli incendi e i Canadair. Una domanda, sono ignorante: che cos’è la Pitia dell’oracolo? Buona giornata e serena, mi raccomando
Caro Biolchini, così ti viene male al fegato. Ci sono tanti begli argomenti. L’amianto, le nozze gay, i Canadair e gli incendi, il buco dell’ozono, Soru e il Pd. Non spetta a me scegliere gli argomenti. Anche a me manca Ainis. Che cos’è la Pitia dell’oracolo? Buona giornata.
Ciao Vito.
Leggo oggi, in ritardo, che sono fra i criptofascisti qualunquisti. Rido a pensarmi con la camicia nera. Rivendico il fatto di aver organizzato e guidato la manifestazione di via Roma al punto di essere arrivato sul posto alle 8 del mattino per appendere i manifesti del referendum. Ho tolto la parola a Palomba perchè aveva superato i 2 minti che tutti invece avevano rispettato. ecc… e altro.
Mi dai anche dell’ignorante. E’ possibile. La scuola per geometri lascia lacune incolmabili.
Comunque ci vediamo per il prossimo caffè. paghi tu.
Un abbraccio forte
Amico Gregorini, se pure non sei fascista certamente non puoi passarti da antifascista.
Nelle tue liste, quelle che hai promosso e sostenuto alle scorse elezioni per il Comune di Cagliari, sai quelle che insieme a te sostenevano il brillante candidato Massimo Fantola, anticasta ma politico a vita? Ecco, nelle tua lista c’erano proprio autorevoli -si fa per dire- esponenti della mai pentita elite della fiammeggiante fascisteria nostalgica e ridicola.
Esattamente gli stessi che hanno organizzato la squallida provocazione della commemorazione, al monumento ai caduti e nella data del 25 aprile, dei “martiri” di quella repubblichina fantoccio, quella allestita coi rottami fascisti dall’invasore tedesco alla fine della seconda guerra mondiale in parte dell’Italia per agire contro la resistenza e la popolazione, e già che c’erano per organizzare per la parte che gli spettava un po’ di sterminio di concittadini di religione ebraica.
So che per te, disinvolto e “oltre” come sei, sono questioni senza importanza. Per me no, e caratterizzano proprio il modo in cui mestatori e trombati vari cercano di cavalcare i temi della cosiddetta antipolitica, e danno il segno di quanto tutta questa operazione sia confusa ma intenzionata al peggio, e con le peggiori compagnie, a dispetto delle persone in buona fede che aderiscono a certe parole d’ordine sull’onda dell’emotività.
Cambiando l’ordine dei fattori non siamo troppo distanti da certi aspetti della mobilitazione “antimondezza napoletana” e dalla gazzarra-assedio alla casa dell’allora Presidente Soru, e non a caso certe presenze si ripropongono.
Mi fa specie -ma poi non tanto, vista l’inconsistenza- che belle anime ultrasoriane non colgano il dato, evidente a chiunque conosca un po’ di mondo e anche un po’ di immondo (politico).
Non posso frequentare solo i tuoi, il mondo è vario amico mio, e la ragione non sta solo da una parte.
Il mondo è avariato, amico mio, e chi va coi fascisti impara a fascisteggiare, a quanto sembra.
La ragione -è vero- non sta da una parte sola, ma c’è chi contro la ragione ha combattuto -e dico che ha combattuto l’umanità, la tolleranza, la democrazia, il rispetto e in ultimo la stessa Italia, che aveva già ceduto senza battere ciglio ai nazisti- e c’è ancora chi dice che chi si asserviva al mostro nazista faceva bene.
Non ti passare, Greg. Gradisci la compagnia dei fiammatricolorati? E ben ti sta, ma non fare finta di essere antifascista.
“Mentre votavate qualcosa vi hanno infilato qualcos’altro. Vi siete distratti. Non avete capito. Vi hanno ingannato. Ma allora se siete così distratti, ignoranti, ingenui, che cosa ci state a fare nella stanza dei bottoni?” …. ora alcuni di quei 63 consiglieri si contorcono in spiegazioni/giustificazioni per rispondere a questa domanda.
Fois ha peccato di presunzione, di inesattezze, di pressapochismo, di demagogia? Lei, invece, è fra coloro che non riescono a fare una critica senza insultare. La differenza? Così bravo a fare paragoni la lascio trovare a lei.
E Ainis?
Fois c’ha ragione.
Io l’ho letto ieri, suggeritomi da un’amica che vive e lavora in Germania (perché ci si può occupare di politica e cose sarde anche da lontano, a volte vedendo più chiaro).
Devo dire che non mi sono soffermato molto: dopo aver letto che i consiglieri regionali sono “nostri dipendenti”, retorica grillina (ma in un comico che fa satira ci sta, perché usa il paradosso in uno scrittore che cerca di analizzare la realtà no, quando sono invece nostri rappresentanti e per giunta senza vincolo di mandato) e il passaggio della peggior destra populista liberista, quello che “se lavorassero per un’impresa privata sarebbero già stati licenziati (presupponendo un “privato” buono e un “pubblico” cattivo, di cui la politica è emblema, ma scordando – basta leggere le cronache – quanto il privato bagni il biscotto grazie ai suoi rapporti incestuosi con la politica) ho deciso che quello era un contributo inutile dove si rappresentava una indignazione di maniere e chiaramente artefatta. Più per rafforzare il solco già tracciato da Renato Soru sul tema che per fornire il punto di vista di un intellettuale.
A questo punto mi rileggo quanto scritto da Gabriele Ainis sul livello della nostra classe intellettuale sarda e mi sento sempre meno di dargli torto…
Ma resto del parere che questo Consiglio regionale sia ormai così squalificato, delegittimato e poco autorevole da non poter restare in carica un giorno di più. La fiducia tra classe politica ed elettorato può essere ricostruita solo passando attraverso la validazione di nuove elezioni.
E questo non fa una piega, a parte certe giustificazioni poco credibili Uras ne ha azzeccata finalmente una. Peccato che, nella situazione attuale, le elezioni le rivince Cappellacci. La sola possibilità che ha il centrosinistra di vincere – sempre che Sel ne faccia ancora parte o intenda farne ancora parte – è che su Cappellacci si abbatta lo stesso “fuoco amico” che colpì Soru nel segreto dell’urna, ma sarebbe una bella vittoria di Pirro. Non voglio un presidente di sinistra eletto con l’appoggio indiretto di personaggi con cui non prenderei neanche un caffè. Oggi come oggi, dal momento che Soru gliele ha cantate ma a costo di perdere per strada un altro po’ di truppa – vedasi Barracciu, non so Bruno che si affretta a ritrattare come pure Silvio Lai – e compromettere la sua posizione, solo con Massimo Zedda possiamo vincere le regionali. Se a questo porta la strategia di Sel, ben venga, perché di Massimo, anche se talvolta lo critico (e talvolta lo fa anche Biolchini) c’è da fidarsi.
Cappellacci rivince le elezioni? Mi pare molto difficile: si vince coi voti e di quali voti disporrebbe Cappellacci? Il Pdl è in caduta libera e almeno metà ce l’ha contro; il voto di opinione non ce l’ha (Soru le ha prese, ma quel voto lo aveva); ha abbondantemente dimostrato di non essere tagliato per ricoprire un ruolo importante come il presidente della regione, quindi io non punterei troppo su Cappellacci.
Certo, il centrosinistra potrebbe perdere le elezioni, cosa mai successa negli ultimi decenni di alternanza perfetta,mma non contro Cappellacci.
Massimo Zedda candidato presidente non funzionerebbe per due ragioni: i cittadini cagliaritani si sentirebbero traditi (cosa questa che potrebbe avere influenza sui voti) e lui stesso non credo sia molto interessato.
Inoltre, il coinvolgimento pieno e reale del Pd in una corsa con Zedda candidato presidente sarebbe tutto da verificare, aldilà delle dichiarazioni di facciata.
Insomma, non sarebbe una mossa molto intelligente.
Le elezioni le vinci anche se fai il compitino e se eviti di fare cazzate madornali.
Se poi il popolo sceglie Cappellacci per la seconda volta, che dire? Il popolo ha sempre ragione!
Temo che sulla questione Zedda tu abbia ragione, purtroppo è sindaco da poco, i cagliaritani, a parte qualche rosicone incallito, si stanno affezionando, e soprattutto perderlo come sindaco significa perdere Cagliari, perché non credo ci siano altri candidati di centrosinistra in grado di attirare un voto d’opinione così portentoso restando – a parte qualche incertezza, sé stessi. Quei pochi che avrebbero potuto concludere qualcosa elettoralmente si sono imbolsiti proprio dentro la Regione, penso a Marco Espa che ha perso molto smalto e avrei visto bene come sindaco. Peccato che però oggi come oggi Massimo è l’unico politico, che crede nella funzione e nella missione della politica, che sa coniugare al meglio, in modo chiaramente percepibile dalla gente, l’esigenza di rispondere alla diffidenza e al disagio del “popolo” rispetto alle distorsioni della democrazia – tali sono la sua trasformazione in ufficio di collocamento e in dispensatrice di benefit – senza scivolare nel grillismo, e comunque senza mai dare l’impressione di poter essere minimamente accomunato alla massa dei consiglieri regionali percepita sommariamente come “ladri” – io non userei mai questa parola anche perché so cosa è il furto sul piano giuridico – e non a caso il suo ultimo voto da consigliere regionale, quello sui vitalizi, è stato coerente, insieme a quello degli altri consiglieri Sel (allora guidati da un Luciano Uras anche lui un po’ imbolsito, e me ne dispiace perché quando era l’anima gemella di Luigi Cogodi nel vecchio PCI sembrava decisamente diverso), e diversamente da quella del gruppo PD, che in quell’occasione si astenne con motivazioni dell’allora capogruppo Mario Bruno dal sapore di una supercazzola. Peccato davvero, lo penso sinceramente, e sai che non mi tiro indietro neanche al cospetto di Massimo se mi sorgono perplessità. Su Cappellacci, non sono così ottimista come te, anzi penso, e temo, che proprio in un certo clima demagogico, in cui con le sparate deliranti sul fascismo e i comunicati arroganti di certi consiglieri comunali si rischia di fare il gioco di quelli che demagoghi lo sono davvero, e nel profondo, abbia da sguazzarci alla stragrande. Ricordiamoci che il “popolo” non sempre possiede il bagaglio culturale e di conoscenze necessario per capire quando uno è sincero o ti prende per i fondelli. L’elettore medio “moderato”, che oggi è in dubbio se votare Grillo o cercarsi un’alternativa in casa, ho paura che su un’ipotetica forca virtuale, anziché Cappellacci, farebbe salire Claudia Lombardo, ma in buona compagnia di un centrosinistra che da l’impressione, non riuscendo a intercettare neanche un voto “moderato”, di voler disperdere anche il suo di elettorato.
Volevo dire consiglieri regionali non comunali
Ecco, Soviet, bravo. diglielo ai tuoi amici sardisti blablabla che possono andare al voto anticipato quando vogliono. e che non devono chiedere niente a nessuno.
poi, voi di sel, una volta tanto, fatene una giusta: sottoponete il vostro murigu-project a primarie.
Scusa, se vuoi che ti risponda potresti riformulare questa accozzaglia i frasi in una forma minimamente intellegibile?
Grazie
soviet, dimmi caro, cos’è che non ti è chiaro? vabbè, considerata la tua scarsa applicazione, te la faccio semplice semplice.
1) visto che, a quanto pare, siete in ottimi rapporti, dovreste dire ai vostri futuri alleati sardisti, soprattutto quelli dediti al blablabla, che possono tranquillamente smettere di “chiedere” (cit.) elezioni anticipate. Essi, i sardisti-blablabla, incredibile ma vero, possono essere artefici del proprio destino sfiduciando il sub-presidente in carica. possono farlo, tranquillo: chiedi a lucianone, che lui di queste cose istituzionali ndi cumprendiri. volendo, possono anche unire i loro ultimatum alla giunta a quelli dei riformatori anticasta, così li caga anche la nuova o l’ugnone.
2) una volta sfiduciato il sub-presidente, per mezzo dei sardisti blablabla tramutati in sardisti d’azione, custu arrori di “Consiglio regionale (…) così squalificato, delegittimato e poco autorevole” è sciolto ipso jure, cioè, sempre per farla semplice semplice, è sciolto di diritto, secondo legge.
3) ecco che, magicamente, si deve andare ad elezioni anticipate (purtroppo, ahinoi, le giunte masala-floris non si possono più fare).
4) a questo punto, voi di sel o voi del pd o voi del psdaz, dovreste presentare agli elettori il vostro progetto di governo, ovvero, il vostro project-murigo.
5) ecco, fate le primarie così magari gli elettori vi danno qualche suggerimento.
Hai ragione, non mi applico. Salvadì
va bene, cercherò di salvarmi.
tu invece stammi bene.
Decisamente non la invidio, Biolchini. Le sue notti devono essere un incubo peggiore di quello dei poveri terremotati dell’Emilia che si chiedono se lo sciame sismico sia davvero finito o se crollerà qualche altra torre. Piazze affollate di squadristi armati di manganelli e di bottiglioni di olio di ricino da far trangugiare ai consiglieri regionali. Il fantasma di Guglielmo Giannini che si materializza in Sardegna e guida il popolo contro i nostri santi politici che hanno fatto solo del bene. Soru ne ha dette di tutti i colori, aiuto!!! E quando crede di essersi appena ripreso dall’intemerata di Soru, arriva Fois, incarognito come Maramaldo. Nessun problema, scrivere la solita intemerata antisoriana, qualcuno a fare il coro si trova sempre anche se sempre più sparuto. E adesso starà sfogliando, tremebondo, la Nuova Sardegna per vedere se è apparso un nuovo articolo di Mauro Lissia sulla vicenda Tuvixeddu. Ogni tanto, con quegli strani inserti che si materializzano nel mezzo dei sogni, fa capolino Enrica Puggioni che, anche lei magari munita di manganello, chiude qualche nuovo spazio culturale. Finirà questo incubo? Niente da fare, e intanto giunge notizia che Massimo Zedda ne ha fatta un’altra delle sue, avrà venduto la Bmw di Floris oppure tolto qualche altro benefit agli assessori? E intanto Cappellacci è sempre lì, e ci resterà anche dopo il 2014, perché quei politici che lei difende sono tanto bravi, sono la migliore classe politica del mondo, soprattutto onesta e disinteressata, ma i sardi sono un popolo di qualunquisti, di fascisti, che ci possiamo fare? Aiuto, un’altra squadraccia sfila per le vie di Cagliari, il capomanipolo non si capisce bene se sia Efisio Arbau o Simone Spiga. Faccetta neeeera bell’abissinaaaaaaaa … il prefetto Balsamo da un balcone della prefettura annuncia che l’impero è tornato sui colli fatali di Chiagliari. Il nuovo quadrumvirato, formato da pericolosissimi squadristi come Antonello Gregorini, Michela Murgia, il preside Massimo Deiana e il professor Gian Mario Demuro, porge una nuova bottiglia di olio di ricino a Soru e Vargiu che la fanno trangugiare a Luciano Uras, Adriano Salis e Gianpaolo Diana. E Francesca Barracciu? Le tocca difendere anche lei, quella che vedeva massoneria dappertutto ceeeeeeeeeeeeeeeeeee…. Garau si incazza e raddoppia i prezzi del parcheggio al Brotzu, Emanuele Sanna pubblica un articolo sul blog del PD di Cagliari dove elogia Vito Biolchini, la Fondazione Raggio le conferisce una medaglia al valore civile con cerimonia naturalmente al Caffè degli Spiriti. Si stava meglio quando si stava peggio. Aridatece Nicola Grauso. Che altro succederà? Toh, l’incubo è finito. Si ripigli, Biolchini, sta decisamente esagerando, tranquillo. Non è successo nulla, solo che il Duce si è sentito talmente fischiare le orecchie che è in cura dall’otorino dell’inferno, e mormora sconsolato al diavolo paramedico: “Cazzo, dopo che non hanno neanche eletto Marine Le Pen, io ci credevo a sta storia che avevamo preso il potere in Sardegna ..”.
I terremotati dell’Emilia o i terremotati di via Emilia?
Sì Zunk, va bene tutto. Ma di quello che ha scritto Marcello Fois cosa ne pensi? Ti piace o non ti piace? Pensi sia ben scritto o è scritto male? Aiuta a capire meglio o mischia tutto? Mi pare che questo sia l’argomento del post di Vito e non la sua vita onirica.
Diciamo che io non avrei usato quei toni da Savonarola, ma che il consiglio regionale attuale faccia schifo è una realtà, anche il tuo adorato Luciano Uras, sia pure in politichese, non è che abbia detto molto più di diverso. Il consiglio è ormai delegittimato, deve andare a casa. E forse coglie il vero nocciolo del problema: sono tanto sputtanati che, anche se fanno cose buone e giuste, non ci crede più nessuno. Infatti, io non ci credo. Poi gli scrittori son scrittori, non mi aspetto da Grillo che quando parla dell’Euro imiti le colte discettazioni di Paolo Savona, mi aspetto che faccia il Grillo. E infatti non lo condivido non tanto sui toni, quanto sui programmi che sono irrealistici e inattuabili.
Se è per questo lo dico anch’io e infatti – invano devo dire, ma per mia limitatezza – continuo a sostenere che è necessario separare la funzione da chi, spesso indegnamente, la ricopre.
Però pretenderei da un noto intellettuale un’analisi un pochino più approfondita di quella che un umile impiegato come me può fare e anche un pochino più originale, evitando di appropriarsi indebitamente di slogan che già hanno un preciso marchio di fabbrica.
Per quanto riguarda Luciano Uras, ce ne fossero altri dieci come lui, imbolsito o no, stia tranquillo che in consiglio regionale avrebbe un altro passo. Non dimentichi che fa parte di un partito di opposizione che ha in tutto tre consiglieri, mi pare che riesca ad avere un peso di molto superiore a quello immaginabile. Alla faccia dell’imbolsito!
Se quelle sulla Nuova tra Todde e Deliperi sono polemiche, lo scambio epistolare tra i due nel blog del Gruppo di Intervento Giuridico come lo vogliamo chiamare? Fois: quando comincerà – ed è già tardi – ad esercitare una feroce critica a 360°, anche in casa propria, allora potrà pure essere perdonato quando scrive cazzate sullo stesso orizzonte politico