Perché si deve lavorare gratis? Già, perché? E perché si deve lavorare gratis per le pubbliche amministrazioni? Mistero. Eppure ricorderete lo scandalo dei contrattisti all’università pagati un euro, o quello dei medici costretti ad anni di volontariato negli ospedali. Storie che sabato a Cagliari ci ha raccontato Eleonora Voltolina, fondatrice della “Repubblica degli stagisti” e autrice del libro “Se potessi avere mille lire al mese”.
E sempre sabato compro l’Unione Sarda e cosa ti leggo in prima pagina? “Nuovo consulente artistico al Teatro Lirico di Cagliari: lavorerà gratis”.
Poche ma sentite parole: il Teatro Lirico di Cagliari è in crisi ma non ha un problema così drammatico di soldi tale da non potersi permettere di pagare un consulente artistico (e leggetevi questo post scritto qualche settimana fa sul suo blog dal cantante Gianluca Floris). Gli manca piuttosto una direzione forte e un piano industriale che per il momento il sindaco Zedda (che è anche presidente della Fondazione) non è riuscito a dargli. Comunicare con orgoglio all’universo mondo che per tre mesi il direttore del coro assumerà gratuitamente anche il ruolo di direttore artistico forse farà dimenticare a qualcuno la confusione che regna da tempo in via Sant’Alenixedda, ma è senza dubbio è una mossa sbagliata, dannosa e controproducente.
In Italia il lavoro intellettuale è fortemente sottopagato, sostanzialmente perché non viene riconosciuto. Nessuno si sognerebbe di non pagare un idraulico, mentre in tanti chiedono a giornalisti, musicisti e attori di lavorare senza compenso o per un tozzo di pane. Per questo motivo la mossa di Zedda è demagogica: perché sminuisce agli occhi dell’opinione pubblica cittadina un ruolo così importante come quello di direttore artistico di un grande teatro nazionale qual è il nostro.
Se al consulente fosse stato riconosciuto un compenso minimo ma rispettoso della dignità del ruolo, nessuno avrebbe avuto niente da ridire. Ma sbandierare ai quattro venti il fatto che il lavorerà gratis rappresenta una pericolosa deriva grillina che il sindaco si sarebbe dovuto evitare, se non altro per rispetto di quella parte politica di cui è espressione e che mette al centro il lavoro. Lavoro sempre retribuito, perché chi non paga un lavoro sostanzialmente non lo rispetta.
Eppoi è una scelta dannosa, e vi spiego il perché. Fra tre mesi qualcuno dovrà scegliere finalmente il direttore artistico. Il compenso del nuovo arrivato sarà subito noto e sembrerà assolutamente spropositato rispetto al nulla percepito dal suo temporaneo predecessore. Il sindaco Zedda si troverà dunque contro giornali e opinione pubblica e cosa farà? Sulla spinta demagogica, cercherà di contenere le spese per il nuovo direttore artistico. Scelta sciagurata, perché così abbasserà il livello delle professionalità che possono venire a Cagliari. Il ridicolo risparmio di oggi diventerà una dura condanna domani. Perché i migliori costano di più e il Teatro Lirico di Cagliari i soldi ce li ha, eccome se ce li ha. Anche se adesso piange miseria.
Ma il sindaco Zedda sembra interessato solo a risparmiare una manciata di migliaia di euro, come se questo fosse il vero problema del Lirico.
La cultura costa, il lavoro intellettuale va sempre pagato e non può mai essere sminuito. Un politico di sinistra non può vantarsi di fare lavorare qualcuno gratis: perché adesso Zedda mi stia diventando un grillino è un mistero che non riesco a comprendere.
Io comunque una decisione l’ho presa: da oggi smetto di lavorare gratis, lo farò solo per questo blog. Per il resto, accetto anche lingotti d’oro e travel cheques.
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senza scomodare zedda grillo grillini & C, il maestro faelli certamente vorrà venire incontro al “suo” teatro in un momento difficile (che peraltro dura da troppo lungo tempo). Però per tagliare la testa al toro non sarebbe bene conoscere quale è il suo stipendio mensile e capire se il suo impegno è veramente gratuito ? chiedo scusa anche all’interessato ma nell’ultimo programma di sala (Don Quichotte, per il secondo spettacolo è stato abolito) leggo nell’organico, tra gli altri, otto nominativi per Attesa e centralino, e uno ai Servizi telefonici e due autisti e così via. Senza ulteriori demagogie, non sono dati che fanno pensare ? e lo dice uno spettatore appassionato e pluridecennale del teatro …
Vito, ma sei sicuro che la decisione sia del sindaco Zedda? Sicuro sicuro?
Poi dargli del grillino, suvvia, mi pare davvero troppo.
Saluti
Tutto vero e condivisibile: il lavoro, intellettuale e non, va pagato. Ma mi offende leggermente l’idea -si percepisce tra le righe del post e dei commenti- che un lavoro sia riconosciuto e dignificato dal denaro. Una rivoluzione del contenuto sulla forma, del significato sul significante, si avrebbe offrendo lavori degni e degnamente svolgendoli. Questo valore va al di là della propria controparte monetaria. Se questo signore può e vuole permettersi di lavorare gratis per alcuni mesi in un momento di difficoltà dell’istituzione nella quale è già impiegato (e retribuito) non ci vedo né uno scandalo né un esempio di cattiva amministrazione. Non è automaticamente vero che “i migliori costano di più”: tradurre il valore delle persone e delle loro professionalità in denaro rischia di autorizzare l’operazione inversa. Lei smette di lavorare gratis? Le auguro invece di non dover lavorare per ignoranti o cafoni che le farebbero fare il suo lavoro in modo ignorante o cafone, comprandolo, e di lavorare gratis almeno di quando in quando, ma in modo bello ed etico.
Caro Timoti, condivido la sua convinzione che il valore del lavoro non può essere quantificato esattamente dal corrispettivo economico (nessun valore etico o morale lo può). Per questo motivo la società stabilisce delle convenzioni tenendo conto di parametri importanti (credo anche perché incidono sognificativamente sulla vita della persona), quali il tempo lavorato e l’impegno in anni di studi e formazione professionale con le relative spese. Se di quanto in quanto io lavoro gratis, non potrò compensare il mio
tempo di vita passato al lavoro con la
possibilità ad esempio di farmi una cura
dentistica costosa, o un viaggio progettato da
anni. Ma c’è anche chi di quanto in quanto
non mangia. Quindi tutto il lavoro, anche quello bello e etico, non può essere gratuito, anzi.
La cultura costa, il lavoro intellettuale va sempre pagato e non può mai essere sminuito. Un politico di sinistra non può vantarsi di fare lavorare qualcuno gratis: perché adesso Zedda mi stia diventando un grillino è un mistero che non riesco a comprendere? Giusto caro amico mio, Max Zedda ha fiuto e sta sempre al momento giusto nel posto giusto, la fortuna lo aiuta per culo ed audacia. Dunque, magari non ha Grilli ma Zedda per la testa.
hanno rotto le palle questi dell’ente lirico sono anni che sprecano soldi pubblici, ci sono decine e decine di raraccomandati , l’ente e fallito, e molti di questi signori dovrebbero cambiare mestiere.
è evidente caro anomnimo che non vai a teatro da anni o forse non sei mai andato.
il lirico non è fallito, semmai è fallita la sua amministrazione: le presenze annue sono oltre 120 mila e le professionalità al suo interno sono tra le migliori in italia.
ma come tutte le cose gestite dalla politica, ogni tanto fa acqua e saltano fuori un po’ di magagne, e le persone come te attribuiscono i problemi agli sprechi del personale.
ignoranza.
NON VADO IN TEATRO DA CIRCA UN ANNO E QUANDO CI SONO ANDATO HO NATURALMENTE PAGATO , E FREQUENTO OGNI CENTRI CULTURALI , CHI SCRIVE LA VERITA’ E IGNORANTE, CHI NEGA L’EVIDENZA COME FA LEI CARO PAOLO ,E MOLTO ACCULTURATO COMPLIMENTI ! P, S, COMUNQUE SIA LA NOSTRA OPINIONE L’ENTE LIRICO DELLA MIA CITTA’ E’ FALLITA SI RASSEGNI , E SONO SICURO CHE LA COLPA NON E ‘ DELL’IGNORANZA MA DI QUELLI MOLTO MA MOLTO ACCULTURATI COME …………..!
non scrivi la verità, se dici che è fallito. e io non ho negato l’evidenza, ho fatto una precisazione.
torna a teatro, guarda come i dipendenti, ormai in autogestione da mesi, fanno i salti mortali per mettere in scena delle opere che, il vecchio sovrintendente, ha messo in cartellone senza minimamente preoccuparsi di predisporre o affittare gli allestimenti.
in pochissimo tempo, si stanno allestendo le nozze di figaro, in scena a breve e stessa sorte è toccata per le precedenti, dalla carmen a don chisciotte fino a le rossignol/gianni schicchi a maggio.
non ho scritto che sei ignorante ma che la tua è ignoranza, sulle ultime vicende, rileggi il post.
lo ripeto, i soldi pubblici servono per i servizi pubblici, come la cultura, la scuola, la sanità.
anche li ci sono sprechi (dovuti alla malagestione) ma non ti sogneresti mai di scrivere “chiudete quella scuola” o “chiudete quell’ospedale”.
ed è un’utopia pensare che un teatro, o un cinema, o un museo, possa reggersi solo sugli incassi al botteghino.
come non è pensabile che le scuole si reggano con le rette annuali o gli spedali solo col ticket.
tutto serve e, se ti fossi documentato meglio, sapresti che il comparto culturale, in italia, è l’unico che negli anni 2010 e 2011 è cresciuto, per numero di utenti e per qualità e quantità di spettacoli. uno dei pochi settori che, nonostante la crisi, ha aumentato la produzione.
per quanto riguarda i raccomandati, che saranno due o tre non decine e decine, anche quello è un problema politico, e sono nei ruoli che prevedono la nomina da parte di sindaco e cda, di sicuro non nel settore artistico, nel quale, come sanno tutti, si accede per concorso pubblico europeo, aperto a tutti appunto, dove chi vuole puo’ assistere alle prove e verificare la preparazione dei candidati.
inoltre non ho la pretesa di dirmi acculturato ma sicuramente sono informato.
mentre tu nell’ultima frase attribuisci il presunto fallimento del lirico a quelli acculturati come me. mi dispiace deluderti ma se io avessi un potere così grande, di sicuro lo userei per rilanciare il teatro, dal momento che ci lavoro, considerando anche che a causa della malagestione, siamo rimasti 4 mesi senza stipendio nel 2010.
ormai è opinione diffusa che il problema siamo noi dipendenti ma onestamente anche se è una perdita di tempo, continuo a ricordare che non siamo noi a gestire il teatro, non siamo la causa degli sprechi, dal momento che non siamo noi a spendere i soldi pubblici (tuoi e nostri) che arrivano.
noi facciamo musica. sempre che ci mettano nelle condizioni di farla.
Il punto non credo sia la vicenda del Teatro (che non conosco e su cui non posso esprimermi), per il quale magari “ci può anche stare” una mano d’aiuto, ma il lavoro intellettuale non pagato. Questo sì che è gravissimo, come lo è il pensiero “sottotraccia” che sia normale non pagarlo. Ma quando mai? io non pago forse la mia estetista, il mio parrucchiere, il ristoratore dal quale vado a pranzo? e allora perchè devo scrivere gratis (sottintendendo che è già un miracolo che me lo facciano fare!)? Anche io, caro Vito, non lavoro più gratis da tempo: e infatti non lavoro più in generale, almeno in certi ambientini 🙁
Ben detto Vito, il lavoro si paga, manuale o intellettuale che sia, e chi non paga (privato o istituzione) è colpevole di furto perché tiene in tasca soldi che spettano al lavoratore. Da libera professionista con pregresso servizio di tirocinio obbligatorio e poi volontario per molti anni, condivido in toto la tua presa di posizione!
Vito perchè ti scandalizzi tanto per un contratto gratuito, anche io ho un contratto per un anno a 0 ( ZERO) euro con l’ A.R.P.A.S. Oramai tutti lavorano gratis per il bene della collettività. Ciao Alberto Murtas.
Zedda sta scadendo male.
mah, io tutta questa critica non la capisco. il maestro Faelli ha deciso di dare una mano al Teatro per cui lavora, e per cui lavoro anch’io. nell’articolo si fa un pò di confusione fra DIRETTORE ARTISTICO e CONSULENTE ARTISTICO: quello dovrà fare il maestro di coro sarà di programmare la stagione estiva, luglio e metà agosto, con la convinta e completa collaborazione di coristi e orchestrali. senza, per carità, sminuire l’impegno non credo si possano fare paragoni con il compito di qualunque direttore artistico. insomma crdo che tutta questa critica sia decisamente esagerata e fuori luogo. nessuno costringe nessuno e se Faelli ha accettato vuol dire che gli faceva piacere dare una mano in un momento come questo, che non è così roseo. quindi un grazie a lui e una raccomandazione di maggior leggerezza a Biolchini… Zedda grillino poi…. ma adesso è di moda.
perfettamente d’accordo, con parole più chiare quelloche volevo esprimere io!
puo’ essere che, conoscendo il maestro faelli, l’idea della non retribuzione sia sua, non del sindaco.
ma sempre conoscendo il maestro faelli, anche se fosse una richiesta di zedda, il maestro non avrebbe accettato in un periodo diverso da questo, ne sono sicuro. l’ha fatto per venire incontro al teatro, perchè si trova bene a cagliari e si trova bene con la compagine.
all’inizio il maestro faelli, dopo qualche mese, stava per lasciare cagliari perchè non gli veniva corrisposto lo stipendio. era pronto a lasciare perchè, pur capendo tutte le difficoltà, al terzo mese senza retribuzione non poteva continuare, pur avendo tutta la passione e la volontà di questo mondo. perchè il lavoro va pagato, siamo d’accordo.
regolarizzata la questione economica, è rimasto qui e per fortuna direi, perchè è una persona entusiasta del suo lavoro, è sempre pronto e disponibile e sopratutto ha cercato da subito di dialogare con i vari uffici del teatro, per aumentare la produzione e portare avanti le istanze del coro, come un bravo caposettore che si rispetti ma di più: quasi come un maestro di coro amatoriale, che tiene ai suoi coristi perchè gli sono amici. quasi, ovviamente.
non è un incarico da vero direttore artistico, lui lo sa e sa che deve “solo” organizzare il decentramento regionale di luglio e agosto, non certo le prossime stagioni sinfonica e lirica.
il maestro è sempre in teatro, dal lunedi al sabato, aggiungere un paio d’ore per lavorare di concerto con gli uffici di produzione e del territorio sono sicuro che non gli costerà così tanto di più da volere a tutti i costi uno stipendio aggiuntivo e se l’ha fatto per il teatro onestamente ha fatto bene, perchè non sta lavorando gratis, ha un buono stipendio e fa un bel lavoro. ha solo aggiunto qualche ora e messo a disposizione la sua esperienza.
“Aggiungere un paio d’ore…Sono sicuro che non gli costerà così tanto”. Dove ho già sentito una frase simile? Se hai uno stipendio che male c’è ad aggiungere ore in più non pagate? Ma io sono rimasta indietro, gli straordinari ormai chi li paga più. E che importanza ha la qualità se stralavori, come Faelli che oltre a fare il maestro del coro in più deve “solo organizzare il decentramento regionale di luglio e agosto”? Consideriamo il messagio implicito che ci arriva non da Paolo ma dall’Istituzione: il lavoro vale poco e varrà sempre meno corrispettivo economico (e tutele, in linea con l’antigoverno Monti).
no, non intendevo questo gabri, il senso è molto più ampio.
anche io mi sono detto d’accordo sul fatto che il lavoro vada pagato, ci mancherebbe.
lo ripeto, non credo che il maestro faelli avrebbe accettato, se non potesse fare un buon lavoro e se questo avesse richiesto uno sforzo maggiore.
gli straordinari vanno pagati, ci mancherebbe. e non credo che l’istituzione pensi che il lavoro vale poco e varrà sempre meno.
quello lo pensano di sicuro alcuni consiglieri di amministrazione del lirico, per loro stessa ammissione tra l’altro. e non perdono mai occasione per ricordarlo.
E te pareva che non ci fosse anche l’interesse personale..
Rileggendo gli ultimi post sul blog di Gianluca Floris, pare di capire quale sia la logica che abbia portato a questa soluzione. Evidentemente pressato dalla fretta messa dal governo Monti, il sindaco Zedda, contravvenendo alla conclamata “cultura della legalità” – probabile frutto di suggerimenti raccogliticci di avvocaticchi da quattro soldi in cerca di gloria, che hanno studiato poco e male Falcone e Borsellino – ha fatto ricorso alla semplice acquisizione di curriculum, senza peraltro designare una commissione tecnica in grado di valutarli. Così, sarebbe stato facile trovarsi in difficoltà anche al cospetto di veri e propri “Burriculum” – magari ne avrebbe mandato uno anche Lorefice, scrivendo di aver cantato nel coro della parrocchia e di aver conosciuto da bambino la compianta Marisa Sannia, sua compaesana – ed evidentemente si è fatto ricorso, con una soluzione temporanea e raccogliticcia, a una competenza “fatta in casa” di persona forse ben lieta, per la “gloria”, di disbrigare l’incarico senza compenso. Certo, la situazione non sarà esattamente quella corrispondente al pensiero corrente, antipolitico e anticulturale, di certa demagogia parafascista secondo cui “la cultura non si mangia” e, se proprio dobbiamo sopportare artisti, intellettuali e giornalisti, lavorino per la gloria e vedano di non rompere troppo le scatole. In sé, il fatto di fare “un favore” temporaneo alla città in un momento di incertezza può essere un titolo di merito. Però ha ragione Biolchini, il messaggio che passa all’esterno, in particolare al cospetto dell’elettore e cittadino comune, rischia di essere brutalmente frainteso. A meno che non partiamo dalla convinzione che la cultura non serve a niente, anche nel campo artistico “la qualità si paga”, neppure Marco Carta fa i concerti “a gratis” per rendere omaggio alla sua città, figuriamoci operatori decisamente meno “leggeri” come i grandi nomi della gestione di teatri, magari secondo criteri che tengano conto di cosa è l’arte e non solo dell’arida sfilza di voci dei bilanci. A me da sempre più l’impressione che Zedda stia cadendo negli errori di “non ascolto” che inficiarono l’azione di Soru, specie se i suggerimenti più validi vengono da persone con cui non ha un buon rapporto. Sarà un caso che il consigliere comunale che più è stato attivo nel sollevare i problemi relativi al Lirico e nel propugnare l’esigenza di soluzioni sia stato uno dai mille difetti, ma non certo quello dell’inerzia, come Claudio Cugusi, notoriamente in pessimi rapporti col sindaco e con alcuni personaggi dell'”inner circle” di taluni assessori? A ciò aggiungiamo l’ostinazione nell’andare sempre in direzione ostinata e contraria a quel che dice il PD, che sul lirico ha fornito una serie di indicazioni organiche, anche se, come ha giustamente rilevato Gianluca Floris, giunte tardivamente. E ci sarebbe da rilevare che non è che il problema della “governance” del Lirico sia sorta in questi ultimi giorni, c’è stato chi sollevava il problema da mesi, praticamente fin dal primo giorno dell’insediamento di Zedda, e se in tutto questo tempo il sindaco, compatibilmente con le centomila cose di cui deve occuparsi – ma qui l’inerzia mica dipende solo da lui, povero Massimo, dipende soprattutto dai pessimi consiglieri incapaci di indicare priorità salvo credere di risolvere tutto scrivendo lodi su Casteddu On Line – avesse quanto meno “preso la rincorsa” per affrontare il problema a tempo debito, forse non saremmo a questo punto. Ci possiamo far poco, se il sindaco non incomincia a guardarsi intorno. Sono sicuro che tu, egregio Biolchini, in realtà al sindaco vuoi bene molto di più di quanto le tue critiche spesso pungenti potrebbero lasciar intuire, e lo stesso vale per me e per tanti altri che si azzardano a non cantare nel coro di Casteddu On Line, ma di fare i “problemisti”. Parafrasando Franco Evangelisti a proposito di Andreotti, viene da dire: “A Massimo, ma quanto ce fai soffrì a volette bbene ….”.
Tutto ció che ha pessimi rapporti con Cugusi ha il mio incondizionato appoggio. Per principio…