Strana sensazione. Come di un già visto, di un già vissuto. Lo stesso spaesamento di allora. Più sottile oggi, più devastante vent’anni fa. Le immagini di Capaci e di via D’Amelio non le guardo più. Non ne ho bisogno, mi ricordo tutto lo stesso. Ogni generazione in Italia ha la sua strage: alla nostra è toccata quella doppia bomba. Avevamo vent’anni e la speranza di poter cambiare finalmente l’Italia. Quello che è successo dopo lo abbiamo visto tutti. La mafia è stata sconfitta? No. L’Italia è cambiata? Sì, in peggio. E noi? Tutti precari. Senza lavoro a vent’anni, senza lavoro a quaranta. Amen.
Spaesamento, dunque. Perché anche oggi, come allora, in Italia sembriamo essere guidati dagli accadimenti piuttosto che governarli. È la classica situazione dove “tutto può succedere”. E infatti spunta Grillo.
Le sue parole di ieri contro Bersani sono il segno della pericolosità della situazione. Non perché Bersani meriti particolari elogi (anche se al gioco di assimilarlo a Berlusconi, Fini Bossi e Casini io non mi presto), ma perché attaccare in quel modo il segretario del maggiore partito di centrosinistra significa necessariamente porsi politicamente dall’altra parte. Altrimenti Grillo avrebbe infierito su Bossi e Berlusconi. Ma non lo ha fatto. Come tutti quelli che dicono di non stare né a destra né a sinistra, anche Grillo rischia di ritrovarsi a destra. E di essere cannibalizzato dal vecchio blocco reazionario che in Italia non muore mai.
Eppoi quelle parole, proprio quelle: “Bersani è quasi morto, vada a lavorare”. Oggi Michele Serra su Repubblica fa notare che in questo modo Grillo rievoca i fasti di Bossi. A me invece Grillo ricorda il Mussolini d’antemarcia: le sue sparate, il suo voler stupire a tutti i costi, il non voler chiarire il proprio perimetro ideologico e voler essere invece contro tutto e contro tutti anche quando il voto popolare gli dovrebbe imporre maggior rispetto della situazione e delle istituzioni.
Cosa vuol fare Grillo? Vuole far pesare i suoi voti all’interno di uno schieramento oppure pensa di raggiungere il 51 per cento dei consensi e governare da solo? Il fatto stesso che siamo qui a porci questa domanda è segno della disperata situazione in cui ci ritroviamo.
Intanto il presidente Napolitano si commuove davanti ai giovani e le sue sono lacrime disperate: “Scendete in campo per l’Italia”. E poi ci dice una cosa di una gravità inaudita: “Non possiamo escludere un ritorno alla strategia stragista”.
Napolitano è stato ministro degli Interni e non parla a vanvera. Un’affermazione di questo genere non può che nascere da informazioni precise.
Tutto può accadere dunque. Ognuno si assuma le proprie responsabilità con spirito di servizio e si prepari. Ma temo che abbia ragione quello storico di cui non ricordo il nome, citato in un convegno di cui non ricordo il titolo: “In Italia non ci sono rivoluzioni, ma solo restaurazioni”.
Bersani e` tutto tranne che di sinistra, purtroppo. Pertanto andare contro Bersani non e` podizionarsi a destra, ma andare contro uno che cercando consensi al centro ha dato per scontati gli elettori di sinistra che adesso non si riconoscono piu` in quel partito. A parte essere sarcastico e pungente, cosa dice di sbagliato Grillo? Io seguo il suo blog da molti anni, e non sempre sono stata d’ accordo con quello che ha scritto, e ne sono nate discussioni tra pro e contro. E sai chi invece ha sempre trolleggiato allegramente cercando di seminare zizzania e offendendo anche pesantemente con chiare allusioni di tipo sessista e sessuale gli interlocutori? Leghisti e pdlini che hanno sempre denigrato Grillo dicendone peste e corna e che adesso lo avrebbero votato? Ma mi facciano il piacere! Hanno cercato semplicemente di fare un dispetto a Grillo e uno al Pd, il cui candidato a Parma era veramente impresentabile e ha perso contro la ” squadra di serie B”. A Grillo perche` mettendoci il cappello convincono parte dell’elettorato che allora Grillo e` un estremista, Bersani perche` gli fanno credere di avere il potere di spostare i voti dove gli pare. Di Grillo si estrapolano le frasi ad effetto, quelle che sono una piccolissima parte di quello che dice, ma sono funzionali alla sua demonizzazione. Dice molte altre cose, molte delle quali io ritengo giustissime, altre che non mi trovano d’ accordo ma mi danno uno spunto per riflettere, cosa che Bersani ormai non fa piu` da tempo. E i Grillini utopisticamente vogliono il 50 per cento piu` uno, non vogliono compromessi ne` barattare i propri ideali con posti di potere. E se continueranno tutti a dar loro addosso non discutendone i programmi ma denigrando colui che, non essendo un capo partito, li ha aiutati ad organizzarsi e a vivere la politica attivamente, e non passivamente accettando il fatto che un cambiamento non sia possibile, molte altre persone che, come me, sono molto dubbiose, finiranno per votare in massa 5 stelle. Grillo ha ragione, i partiti sono morti e servono solo a chi ci mangia sopra. Potrebbero darsi una mossa e rinnovarsi, preferiscono invece dare contro a Grillo. Una prece
Stiamo attenti, piuttosto, a un parallelo preoccupante, che riguarda non in rischio democratico, ma quello elettorale.
Nel corso dell’era berlusconiana, con qualche variazione dovuta perlopiù allo sporadico “andare da sola” della Lega (come nel ’96 quando l’allora Casa delle Libertà, sicuramente più vitale e articolata rispetto al reazionario PDL e la Lega divise presero il 50%, ma vinse l’Ulivo che aveva il 43% da solo contro i loro 40% e 10%), e quindi da vittorie perlopiù tattiche che non hanno scalfito l’essenza dei rapporti di forza, si è sempre lamentato che il Nord era riserva di caccia esclusiva dei berlusconiani lombardo-veneti insieme ai leghisti (con una presenza non eccellente di AN), il Sud era riserva di caccia esclusiva dei berlusconiani campano-siculi (quindi non immuni da certe logiche) e dei fascisti, al centrosinistra restavano le regioni dell’Italia Centrale (non tutte, il Lazio è da sempre una “swing region”) e l’Emilia Romagna.
Qual’è la situazione di oggi?
Per un verso al Nord, la liquefazione del PDL e della Lega lascia vere e proprie praterie al centrosinistra che tiene la roccaforte ligure, ripristina posizioni di forza nella “swing region” Piemonte, dopo Milano quasi espugna la Lombardia e si affaccia in modo interessante anche in Veneto. Ma qui c’è Grillo che viaggia ormai sopra il 20%.
Al Sud, sembra in realtà esservi poco spazio per il centrosinistra “tradizionale” imperniato sul primato del PD con qualche “variazione sul tema” a favore di candidati locali SEL; Napoli e Palermo, le due città principali, sono state conquistate da due acchiappapopolo dell’IDV, De Magistris e Orlando, la Puglia è molto a immagine e somiglianza di Vendola, la Sicilia nel suo complesso è un bell’enigma date le scelte suicide del PD locale, e il PDL, attenzione, si è liquefatto nei grandi centri ma conserva ancora una certa forza nelle medie città e nei piccoli centri.
Al Sud, Grillo è al momento pressoché assente. Sappiamo come va a Cagliari: 3% risicato alle comunali, una candidata sindaco come Emanuela Corda che sembra più vicina all’ottica della sinistra tradizionale che a quella del grillismo puro (e infatti i pochi grillini cagliaritani hanno votato Massimo Zedda).
Quindi: potenzialmente il centrosinistra avrebbe quasi in tasca 2 macroaree su 3, col dubbio che al Sud tra le tante contraddizioni possa ancora prevalere, sia pur di misura, un’aggregazione moderata, magari non il PDL. In termini di “Porcellum” significa vittoria sicura e, secondo le proiezioni, ottime chance di assicurarsi una maggioranza non risicata, per quanto non schiacciante, anche al Senato.
Ma con un altro sistema elettorale, come la metteremmo? Non è mancato chi ha proposto di superare il Porcellum tornando al vecchio Mattarellum, quindi ai collegi uninominali, e Berlusconi, dal canto suo, è tornato al suo primo amore presto ripudiato quando ha visto che vinceva bene col Mattarellum, ossia il doppio turno alla francese. Non a caso perché questo sistema presenta enormi rischi per il centrosinistra al Nord: nei collegi, che potrebbero essere numerosi, dove mettiamo vada al ballottaggio un uomo del centrosinistra e un “montezemoliano” trainato apertamente o sottobanco da aggregazioni più o meno civiche di area berlusconiana e casiniana, come voterebbero i Grillini esclusi, che rischiano di essere tanti? La logica direbbe mai per un Montezemolo che incarna programmi e valori che per Beppe Grillo sono la peste e il colera, ma chi lo sa poi che accade nel segreto dell’urna? Senza contare che dove i Grillini riusciranno ad andare al ballottaggio, e rischierebbero di essere parecchi collegi, c’è il rischio che si ripeta l’effetto Parma.
Insomma, col doppio turno rischio vittoria moderata grazie ai grillini, col Mattarellum tendenzialmente prevarrebbe il centrosinistra ma tutto è possibile, perfino che vinca Grillo, non al Senato ma alla Camera, e quindi possibile ingovernabilità.
Conclusioni: ci terremo il Porcellum anche alle prossime elezioni. Sempre prestando attenzione a eventuali blitz del redivivo trio PDL-Lega-Responsabili che a volte, complici le assenze nel centrosinistra e gli sbandamenti del governo Monti, riesce a imporre cose strane …
Il movimento di Beppe Grillo è un movimento funzionale al sistema di potere attuale, giacchè svolge una funzione di recupero degli scontenti. Beppe Grillo, incosapevolmente, non fa altro che bloccare il reale cambiamento dal paese giacchè illude le masse che il cambiamento possa ancor avvenire attraverso il voto. Quando l’effetto Grillo svanirà, allora i grillini rientreranno nei vari partiti e tutto tornerà come prima.
ecco qualcosa di piu’devastante di capaci , di brindisi , di tutte le stragi …..terrore quotidiano….la ricerca di lavoro ….guardate un offerta di lavoro in sardegna e’ riflettete ….
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Per intenderci, nel post precedente, quando dicevo che sarebbe meglio non continuare a sbeffeggiare il m5s in modo superficiale, intendevo proprio questo genere di affermazioni (grillo mi ricorda mussolini). Comunque sei in buona compagnia: lo dice anche scalfari.
Ale però bisogna contestualizzare. Vito parla di Mussolini del Mussolini demagogo, non di quello delle leggi razziali. Il Mussolini che disprezza i partiti (che vorrebbe fare del Parlamento per i suoi manipoli…) non quello delle avventure imperiali.
C’è anche un altro problema: la completa sovrapposizione fra Grillo e il M5S e infatti tu parli di “sbeffeggiare il M5S” con il paragone di Grillo-Mussolini. Vero è che anche loro con questa storia dell’aratro che traccia il solco…magari avrebbero putuo cercare un adagio un po’ meno compromesso…
è lo stesso mussolini. non ha mica subìto una metamorfosi ad un certo punto. e poi si: dire queste cose significa sbeffeggiare tutto il movimento. fino a che dici che grillo è uno stronzo, a me non fa ne caldo ne freddo (sono anche un po d’accordo). ma se lo accosti a mussolini, stai caricando l’insulto di un significato troppo grave. e mi si girano un po’ le orecchie, perché insomma, mio nonno era partigiano ed è stato un eroe della resistenza.
la storia dell’aratro è solo un’uscita infelice. strumentalizzarla è ridicolo
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Ma ti sembra che io debba avere paura di uno che dice “Togliete i soldi dalla politica, togliete le carriere. Se qualcuno vuole arricchirsi o rubare, bene, deve scegliersi un altro lavoro”. “Senza soldi la politica diventa passione” ? Io ho paura di un parlamento che conta solo 20 deputati mentre si parla dei tagli ai finanziamenti ai partiti.
Io dovrei avere paura di un movimento che chiede solo 2 legislature e poi a casa a lavorare?
Io ho paura di un politico seduto al parlamento da 20/30/40 anni, che non ha mai lavorato in vita sua…..
Cambia bersaglio Biolchini, ciò di cui dovremo avere paura è da un’altra parte.
Saluti
“C’era un grillo, in un campo di lino….”
Col solito criterio del nomen/omen, sembra che anche il nostro Grillo, nel suo campo, a furia di suonare, abbia attirato un bel po’ di formicuzze, sempre che non siano cugurras e prettas.
Sappiamo poi tutti come finisca la filastrocca, ma sia ben chiaro, non lo auguriamo a nessuno.
“Son piccin, cornuto e bruno…”
Altra poesiola, altri presagi gravidi di segnali sinistri: già l’esser piccino appare come un disvalore e richiama altri storici personaggi (vedi Calimero, Brunetta, Napoleone) non sempre di successo; figuriamici poi cornuto e bruno.
Circa il Grillo Parlante, Collodi propone una soluzione che potremmo definire ovvia, ma – ancora una volta – non augurabile a nessuno.
Quanto al Grillo dissodatore, questo sembra il destino del grillotalpa, altro essere scarsamente amato.
Che dire dunque?
Diffidiamo del Grillo e restiamo sulle nostre collaudate cicale?
Almeno queste suonano di giorno e di notte ci lasciano dormire, a differenza di Grillo, che – zigulì zigulà – sta togliendo il sonno a qualcuno.
Intanto il presidente Napolitano si commuove davanti ai giovani e le sue sono lacrime disperate: “Scendete in campo per l’Italia”. E poi ci dice una cosa di una gravità inaudita: “Non possiamo escludere un ritorno alla strategia stragista”.
Napolitano è stato ministro degli Interni e non parla a vanvera. Un’affermazione di questo genere non può che nascere da informazioni precise.
No, ma dai, scherzi, vero?
E poi il tuo attaccare in quel modo il segretario del maggiore partito di centrosinistra significa necessariamente porsi politicamente dall’altra parte mi sembra raffinato quanto il “o con noi o contro di noi” di Bush figlio.
E il paragone Grillo-Mussolini? In tanti ti hanno già risposto, e non mi dilungo: apriti un libro di Storia (per la prima volta?) e prova a scoprire le differenze. E non parlare di similitudini o paradossi: l’hai fatta proprio fuori, stavolta.
Insomma, io non provo nessuna attrazione speciale per Grillo, ma a furia di attaccarlo a sproposito come fanno tutte le fonti d’informazione nazionale – prezzolate e/o schieratissime – la finirete con lo spingermi tra le sue braccia, anche perché temo che con lui si vogliano buttare via anche le proposte di riforma della politica che condivido.
Spero che mi pubblicherete,
anche i blog sedicenti indipendenti non sono più quelli di una volta 🙂
Mah, mi pare che Pizzarotti stia già prendendo le distanze da Grillo… Secondo me i grillini sono fondamentalmente delle persone oneste e in buona fede: penso che nelle amministrazioni locali sapranno operare bene. Sono sicura che governeranno con metodi di democrazia partecipativa e sapranno mantenere vivo il contatto coi cittadini, cosa che manca nella maggior parte dei partiti, in primis il pd purtroppo!!!
Mai abassare la guardia. Grillo o non Grillo! A chi scrive che Bersani si deve dimettere o se ne deve andare a casa, da militante Pd dico di guardarsi in casa propria, e se casa non ne ha se ne cerchi immediatamente una! Troppo semplice evitare il confronto sulle cose che contano, sulle idee per salvare e far crescere questo paese. Conosco lo sconosciuto Pizzarotti, a digiuno dei Partiti, ma culturalmente e professionalmente preparato. Uno come lui è lontano anni luce dalle idee di una destra reazionaria, guerrafondaia e cacciarona. Amministrare è difficile per tutti. Un ragazzo comunque in gamba. Di una cosa sono sicuro che il nostro Segretario Nazionale Bersani dovrà cambiare nella scelta e nella selezione della classe dirigente del Pd. Dovrà avere il coraggio di scomettere su tante persone normali, che magari indossano poco o nulla giacca e cravatta, che magari non sono figli dei soliti noti, che magari non provengono dagli apparati del partito. La soluzione c’è: Via i politici dai consigli di amministrazione (o amministri o fai altro) ed introduzione dei limiti di mandato, non più di 2 !!! Così siamo ancora più credibili.
Te la sottoscrivo, Zorro, però le cose non bisogna dirle solamente – e talora non dirle neppure – ma farle e basta. Via la gente che è in Parlamento da 30 anni tipo D’Alema. Evidenza pubblica via internet di tutta l’attività amministrativa. E l’amministrazione e gli enti, quelli che sono proprio necessari – abolire gli altri senza se e senza ma – siano il più possibile leggeri, strutture attuative di politiche e strategie, che riducano la necessità dei loro elefantiaci e dispendiosi apparati di consiglieri, assessori e pubblici stipendiati sovente nullafacenti a dove e quanto effettivamente necessario. Per intenderci: rafforziamo i Comuni attribuendo loro ogni strumento necessario per esercitare al meglio i loro poteri in situazione di prossimità coi cittadini, ma ai livelli superiori deve finalmente attuarsi lo “Stato leggero”, e più prevarrà questo modello meno ci sarà un uso improprio della cosa pubblica come ufficio di collocamento da parte dei partiti, meno si potranno fare cose incontrollate perché se sei il presidente del Consiglio o il governatore regionale sei distante, se sei il sindaco sei in prossimità ai cittadini, ne sei controllato e rispondi direttamente a loro. Aggiungerei la radicale revisione di un sistema legale di garantismi che consente ai privati e ai loro emissari nelle pubbliche amministrazioni di condizionare per anni e per decenni le scelte dei rappresentanti dei cittadini sotto la spada di damocle dei TAR e dei risarcimenti spropositati, Tuvixeddu docet. Bersani se vuole marciare meglio dovrebbe iniziare a imitare Hollande che, con poche eccezioni – Fabius e pochi altri – ha costituito un governo di facce nuove. L’Italia è il paese con la minore mobilità sociale dell’Occidente, perfino più della monarchica Inghilterra, e la politica non da certo l’esempio con tutta questa gente seduta in Parlamento da 20, 25, 30 anni, con la promozione dei giovani e delle pari opportunità attuati a chiacchiere e di fatto come mezzo per far avanzare creature di quelli che tengono il bastone del comando. E poi, soprattutto, evitare certi autogol di argomentazioni da avvocaticchi di provincia che forniscono solamente argomento per le battutacce di Crozza, facendo grazia di quelle di Grillo. A Parma non si è “non vinto”. A Parma si è perso, perché dopo che il centrodestra locale è stato messo in rotta da scandali e ruberie, in una città che per storia e tradizioni sarebbe il laboratorio ideale per politiche di moderno riformismo, ha vinto non tanto Grillo, e neanche Pizzarotti, ma i cittadini che hanno finito per mettere il centrosinistra locale nello stesso mazzo degli altri, più pulito magari ma non certo “il nuovo”. Lo si ammetta e si analizzino le cause, senza sconti per nessuno, a iniziare da chi, se si vuole veramente essere credibili nei confronti dei cittadini, deve porre fine alla trentennale occupazione di Parlamento e istituzioni. Non solo D’Alema per dire ma anche Veltroni che, ridendo e scherzando, è in Parlamento dal 1983 (stessa anzianità di servizio di Fini e di D’Alema) e ancora non si decide ad andarsene in Africa restando qui a continuare a fare danni.
una replica per ZORRO
la cosa di cui sei sicuro a me fa storcere parecchio il naso: il nostro Segretario Nazionale Bersani dovrà cambiare nella scelta e nella selezione della classe dirigente del Pd (sempre ricordarsi le maiuscole, mi raccomando).
Che la classe dirigente vada rinnovata è ovvio (sta facendo più danni questa classe dirigente al pd, del meteorite ai dinosauri). Però non è bersani (!!) che la deve cambiare… questa è una visione limitatissima, è il contrario di quello che deve succedere.
Dovete essere voi iscritti al partito a cambiarla: organizzatevi un po’, fate riunioni con gli altri circoli, fate delle primarie interne e votatevi la nuova classe dirigente.
Affidarsi al deus ex machina significa rinunciare alle proprie responsabilità e svilire il proprio ruolo, all’interno di un gruppo.
Infatti la nostra base (quella del Pd con la p maiuscola!) è in fermento perchè è tra le poche che ancora si ritrova nei circoli per discutere e sta veramente in mezzo alla gente. Quando dico che Bersani ha percepito il cambiamento, intendo dire che è costretto a cambiare e se non lo fa, noi cambiamo lui. Non a caso siamo il Partito Democratico, dove c’è spazio per tutti, tranne che per quelli che non vogliono cambiare nulla!
E dai o Biolchini … la dobbiamo chiamare “Apocalittico Biolchini” sul solco della sua definizione appioppata a Giorgio Todde? Scherzo ovviamente ma il paragone mi sembra decisamente esagerato. Il Movimento 5 Stelle potrà non piacere per tanti motivi, ma è sicuramente un movimento pacifico, pacifista, nonviolento, neppure quella di Beppe Grillo è violenza verbale, casomai è il modo che ha sempre avuto di fare satira applicato alla politica, darà forse fastidio perché sbeffeggia i potenti, ma per lo stesso motivo manda in brodo di giuggiole la stragrande maggioranza degli italiani, compreso chi non lo vota e mai lo voterà. Circa Mussolini, non dimentichiamoci che quando smise di essere il dirigente socialista e direttore dell’Avanti e iniziò ad essere il proto-Duce, il suo chiodo fisso fu la guerra, l’interventismo, peraltro non disinteressato perché è abbastanza probabile che i soldi per il Popolo d’Italia gli fossero stati dati dai francesi. La tendenza che noto un po’ da tenere sotto controllo in Beppe Grillo è questo concetto per cui sembra che la società debba governarsi facendo saltare ogni mediazione, non servono i partiti, non servono i giornalisti, eccetera. Ma personalmente non mi mette gli incubi, innanzitutto perché per fortuna si contraddice lui stesso (non vuole i partiti e ne ha fatto uno che viaggia ormai verso il 20%, sia pure profondamente diverso da tutti quelli che abbiamo finora conosciuto, salvo forse qualche tratto in comune coi Radicali degli anni ’70, non ama i giornalisti ma va in brodo di giuggiole quando viene citato da “Time” e dal “New York Times”, sembra essere il maggiore avversario del “modello americano” ma intanto, tramite i Casaleggio, non mancano tra i suoi indiretti consigliori personaggi non lontani dall’establishment americano, sia pur democratico), in secondo luogo perché è lo stesso Grillo, e molto più di lui gli stessi militanti del Movimento 5 Stelle, che mettono l’accento sul fatto che la centralità è dei cittadini, mentre il “leader” è solo un megafono. Insomma dai: sarà, come in tante altre occasioni, presuntuoso quando proclama, tra l’altro, di essere oggi l’unica alternativa ai fascismi che tanto impensieriscono in giro per l’Europa, dal Front National francese all’inquietante neonazismo greco, ma Grillo nei panni di un Mussolini versione 21° secolo proprio non ce lo vedo. Quando avranno responsabilità di governo, loro stessi capiranno cosa si può fare e cosa non si può fare, e lo sanno bene loro, Grillo compreso, e non solo loro. E di ciò che si può fare, ci sono molti punti che la sinistra classica, se fosse più perspicua (a parte Di Pietro che spesso fa gli stessi discorsi) avrebbe da tempo fatto propri.
In Italia quello che si vede in questi giorni tra l’attentato di Brindisi e le rievocazioni della strage di Capaci, è solo un disperato tentativo di richiamo ad una presulta unità nazionale. Ma in questa fase storica le persone non riescono a dimenticare le loro reali condizioni di vita e non serviranno tutta l’enfasi o la strategia della tensione di questo mondo. È finita l’epoca in cui si guardava la televisione per sapere che tempo fa. Solo alcuni rappresentanti dell’ attuale classe politica non hanno capito tutto questo. Grillo probabilmente si e ne approfitta lanciando la sua OPA ad una democrazia rappresentativa quanto mai destrutturata.
Ne vedremo ancora delle belle…
L’Italia di adesso è peggio di quella di vent’anni fa.Grillo tocca Bersani e quindi è di destra…non sono ragionamenti da giornalista obiettivo, sono opinioni da blogger. Assomiglia, per certi aspetti, al Mussolini antemarcia? Si, ma somiglia anche a tanti altri. Certo è che Grillo sta erodendo consensi a destra e a manca ai partiti che sono in forte crisi, è segno della crisi di un sistema. Ancora non si è trovato l’equilibrio fra i partiti, che dovrebbero fare politica ma non sono all’altezza, e il populismo di Grillo. Può essere che il grillismo acquisti un po’ di contenuti e che contemporaneamente i rappresentanti dei partiti tradizionali(Bersani non escluso) si schiariscano le idee sul momento storico e sul loro ruolo e la situazione si stabilizzi. Può essere che si evolva, anche in maniera drastica e dolorosa, il sistema dei partiti e il grillismo si sciolga come neve al sole. Può essere anche che i partiti siano o diventino ancora peggio di quello che sono e che Grillo diventi un pericoloso ducetto spinto dall’indignazione popolare. L’ultima ipotesi potrebbe confermare la tua tesi secondo cui l’Italia attuale è peggiore di quella di vent’anni fa. Peraltro la frase di Napolitano vuol dire esattamente quello che ha detto: “Non possiamo escludere un ritorno alla strategia stragista”, non vuol dire necessariamente “ho sentito il capo dei servizi segreti e mi ha detto pissi pissi bao bao…” P.S. a me questo blog sta piacendo molto perché spesso ha il piglio di un giornalismo di inchiesta che ormai sulla carta stampata è raro e che i blogger in genere non sanno fare o sacrificano per le visualizzazioni e commenti dei fans.
io non vedo tutti questi “cittadini onesti che vogliono dare il meglio per il proprio paese” in coloro che seguono grillo, quanto, purtroppo, tanti che cadono nella faciloneria e nell’essere sempre tifosi contro qualcosa. Temo anche io il consenso che sta ricevendo una persona che inveisce a turno contro qualcuno, propone due o tre cose condivisibili (nelle finalità, perché non si capisce con quali mezzi intenda portarle avanti), ma fondamentalmente non ha nè capo nè coda. A prescindere dal consenso popolare.
bersani dovrebbe cogliere il suggerimento di grillo: se ne deve andare insieme a rosi bindi, d’alema etc.
la destra oggi è in crisi massima e la sinistra non riesce ad attrarre voti perchè è capeggiata da vecchi politici che la maggior parte delle persone disprezza.
Grillo ricorda Mussolini?
Eppure dovrebbe essere abbastanza chiaro che le liste del M5S (formate da persone del territorio, incensurate e con un programma specifico per il comune) hanno solamente chiesto e ottenuto da Grillo l’autorizzazione ad usare il simbolo come sorta di certificazione di ‘qualità’ ma sono assolutamente autonome ed indipendenti.
Tra le innumerevoli analisi scritte in questi giorni sull’argomento vorrei segnalare questa, semplice ma non banale:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/23/grillismo-questione-stile/239176/
Cosa faranno gli eventuali ‘grillini’ in parlamento? Proporranno leggi discusse anche sul web da cittadini (chi ha competenze specifiche potrebbe avere argomentazioni interessanti), voteranno a favore di proposte in linea col programma del movimento (esiste, è accessibile e migliorabile da tutti), voteranno contro i provvedimenti non condivisi.
Affermare che Bersani e il PD sono di sinistra ha ancora senso?
Solo per esempio: quanti, a Parma, pur dichiarandosi di ‘sinistra’, sono favorevoli all’inceneritore che Bernazzoli avrebbe voluto far costruire e gestire alla solita multiutilities?
La raccolta differenziata dei rifiuti è da considerarsi ‘di destra’?
Infine sulla strategia della tensione. E’ ormai verità storica la responsabilità dei servizi segreti americani, per tutti gli atti di terrorismo, dall’eccidio di Portella della Ginestra del 1947 fino alla strage alla stazione di Bologna. Erano i tempi della guerra fredda; il nostro era un paese a sovranità limitata, lo è stato anche dopo la caduta del ‘Muro’ e, molto probabilmente, lo è ancora.(chi era il capo del governo di centrosinistra quando si bombardava la Serbia?)
Grillo come Mussolini??? questa è davvero bella, Vito! vedi in giro squadristi? attacchi alle forze politiche avversarie (da parte dei candidati,dico), desiderio di imperare contro tutti e contro tutto?
Mi spiace per tutti gli opinionisti che tentano un accostamento con qualcosa di già visto: il movimento a 5 stelle è fuori da tutti gli schemi. e per questo fa paura…ma dobbiame temere un movimento che si propone di levarsi dalle balle dopo al massimo 2 legislature? dobbiamo temere un movimento che rifugge dai rimborsi elettorali con cui i partiti comprano lauree (bossi), tesoretti (Lusi) e case a montecarlo? oltre che mignott..ops spettacolini osee ‘privati’ per igeniste dentali avezze a rapporti orali.
A parte il fatto che ti sfugge che il candidato PD si esprimeva contro il neo-sindaco parlando di ‘una finale di calcio contro una squadra di serie B’…e ha perso!Ma poi, come diceva bene Crozza, un segretario di partito ceh dica ‘Non abbiamo perso…abbiamo ‘non-vinto’…!!”
E’ vivo un segretario di partito che nel buco più profondo in cui la destra è caduta dal dopoguerra ad oggi riesce a perdere tutte le primarie e a ‘non-vincere’ oltre che non convincere?
Ci siamo rotti di questa politica, Grillo non sarà la soluzione ma è il megafono e il parafulmine di questa bella fase di passaggio in cui cittadini onesti vogliono dare il meglio per il proprio paese. nonostante i partiti
http://www.casaleggio.it/
forse è il megafono di questi..
i cittadini onesti sono sempre stati strumentalizzati e presi per il culo
scommettiamo che faranno la stessa fine anche stavolta?
poi se mi sbaglio, meglio per tutti.
PS. ma i cittadini onesti che lo scorso anno erano candidati alle elezioni comunali di caglliari che fine hanno fatto, tutto il giorno davanti al pc? fanno politica per i cittadini o liste elettorali per raccogliere il lavoro di un (ambiguo) personaggio famoso?
cosi, per curiosità..
in realtà il movimento, dopo le comunali di cagliari, esiste ancora e sta lavorando, gratis come sempre, senza cercare i favori di nessuno, come sempre cfr http://www.movimento5stellecagliari.it/?p=2774
Essere disponibili a lasciare poltrone quando non se ne hanno è semplice, la prova la vedremo adesso. Le cose che dicono non sono diverse da quelle che dicono altri. Tutti hanno fatto solo il bene comune. Prendiamone uno a caso: http://servizi.pdl.it/berlusconi-in-politica/
Condivido. non sono un fan di Grillo all’eccesso ma il suo ruolo mi pare sia proprio quello di megafono o, come diceva mi pare lo stesso Pizzarotti, di aratro: lui dissoda il terreno (in un modo che appunto può non piacere), poi dopo vengono gli altri, a volte anche molto diversi da Grillo (che poi siamo tutti noi), che provano a proporre qualcosa di nuovo occupando gli spazi che lui riesce a creare.
Non mi piace questo tentativo di demonizzare Grillo, affibbiandogli questa o quella patente, anche se ormai ho imparato a diffidare di tutti i profeti che periodicamente spuntano fuori per salvare l’Italia.