Ci sono storie che meritano di essere raccontate. Quella di Nino Garau, ad esempio. Ho avuto l’onore di averlo ospite a Spread, la trasmissione che conduco insieme a Walter Falgio ogni martedì su Radio Sardegna.
Garau ha 89 anni e dopo l’8 settembre decise di unirsi ai partigiani nella pianura modenese. Divenne dubito un comandante e liberò il paese di Spilamberto prima dell’arrivo degli Alleati. Ha tenuto nascosta la sua storia per 67 anni, fino a quando un gruppo di storici non lo ha convinto a raccontare tutto davanti ad una telecamera.
Nino Garau ora non nasconde più il passato. A Spread ha risposto alle domande di due studentesse, Camilla Podda dell’istituto Martini e Consuelo Sanna dell’Istituto Tecnico Scano. Ascoltate la storia della sua cattura, delle torture, e della fuga da carcere. Non la dimenticherete mai. Ascoltate anche come definisce il fascismo: “Era come essere animali di un circo”.
Ecco l’intervista a Nino Garau.
Una Borgata senza padroni
Ill.mo Signor Commissario, mi chiamo Vincenzo Tatti, abito nella via Dalmazia n.10 di Fertilia, sono un grande invalido e non Le nascondo di essere rimasto non poco sorpreso nel vedere che alcune vie della Borgata Algheresi siano state intitolate a dei semplici sconosciuti come via Aurelio Di Pietro, Largo Fondazione Fertilia costruendo un vero falso della storia in quanto l’opera della costruzione della Borgata Algherese fu intrapresa dall’Ente Ferrarese di Colonizzazione per la bonifica della Nurra. L’Ente Ferrarese creato con Decreto del Capo del Governo il 7 ottobre 1933, con il compito di fissare il maggior numero di famiglie provenienti dalla Provincia di Ferrara in Sardegna. L’Ente è tipicamente rappresentativo di quella perfetta collaborazione e di quell’unità di intenti che animano uomini ed istituti nel tempo fascista. Un contributo concesso all’unanimità dalla Organizzazione professionali della Provincia di Ferrara ha creato infatti la base finanziaria indispensabile alla creazione di una migrazione importante di lavoratori ferraresi. L’Ente ha avuto pure l’aiuto dello stesso Governo che con R.D.L del 30 novembre 1933 gli ha ceduto gratuitamente la proprietà di oltre 8.000 ettari che costituivano la colonia penale di Castiadas, Isili e Cuguttu in territorio di Alghero. Solo dopo sei mesi di attività, l’Ente ha inaugurato la prima Azienda agraria sorta sul terreno della colonia penale di Cuguttu, Azienda che assunse il nome augurale di Maria Pia di Savoia.-
Dopo la caduta del Fascismo e la costituzione della Repubblica Italiana Don Francesco Dapiran venne nominato anche parroco della borgata di Fertilia ed in quella occasione visto il progetto per la costruzioni delle case informò i suoi paesani della possibilità che ad Alghero potrebbero trovare casa dove abitare ed un lavoro. Voci bene informate riferiscono che l’allora Sindaco di Alghero voleva rimandare indietro i Profughi in quanto non graditi, le cose trovarono una sistemazione bonaria a discapito delle centinaia di Ferraresi che dovettero comprarsi la propria casa di abitazione a beneficio dei Profughi che occuparono abusivamente le abitazioni in via di rifinitura.
Non si riesce a capire da quale fonte questa Signora abbia attinto dell’incarico ricevuto dal parroco Don Francesco Dapiran da parte del Governo Italiano, mentre mi risulta che il medesimo vantava di una lettera scrittagli dall’Onorevole Alcide De Gasperi, lettera che mai nessuno ha potuto vedere e personalmente dubito che sia mai esistita.
Tanto mi è dovuto per onore della verità storica.
A conferma di quanto da me segnalato in merito alla fondazione della borgata di Fertilia da parte di un gruppo di Coloni Ferrarese (non Giuliani) nel 1934, ed in parte contadini Sardi, provveniente da tutte le località.- Premesso quanto sopra prego la S.V.Ill.ma volersi adoperare per la rettifica di quanto erroneamente nella doponomastica della Borgata Algherese.
Distinti Saluti Vincenzo Tatti vintatti@yahoo.it
S’Avreschida de sa vida
vintatti@yahoo.it
per quello che ha fatto e’ semplicemente un EROE.
Gentile Biolchini,
complimenti davvero!
La pratica quotidiana dell’antifascismo e la lotta al razzismo giocata sui particolari della vita di tutti i giorni sono importanti quanto le ricorrenze (ma a mio avviso di più). Difendiamo la Gornata della Memoria, il 25 aprile, opponiamoci con gli strumenti democratici al neofascismo, ma non dimentichiamo che è soprattutto la prassi quotidiana a fare la differenza tra la retorica e l’impegno proficuo!
Mi permetto di segnalare due link.
Il primo si riferisce al bellissimo lavoro portato avanti da Alfonso Stiglitz a San Vero Milis (scusandomi se tutti lo conoscono già: è talmente bello che è comunque giusto ripeterlo):
http://www.manifestosardo.org/?p=12277
Il secondo è un’autocitazione di cui mi scuso, ma è una delle vicende che più mi irritano riguardo la falsificazione della storia sarda. Si riferisce a Lino Businco, firmatario del «Manifesto della razza», la cui biografia ancora compare sull’enciclopedia della Sardegna – consultabile sul sito istituzionale della R.A.S. – senza che venga fatto alcun cenno alla sua partecipazione attiva e consapevole al razzismo di stato di cui fu, per l’appunto, uno degli iniziatori. Poiché sono fondamentalmente stupido, non capisco come mai – a parte alcuni sparuti intellettuali in via di estinzione – nessuno si lamenti per una schifezza come questa (si vede che è meglio studiare il «fare le fiche» nella Carta de Logu!).
http://exxworks.wordpress.com/2012/03/26/lino-businco-il-razzismo-dimenticato-nellenciclopedia-della-sardegna/«/url>
Mi scuso se è materia nota a tutti: magari ricordare assieme non guasta.
Evito di parlare dei risvolti razzisti delle sciocchezze pseudostoriche di parte dell’indipendentismo sardo per evitare litigi.
Di nuovo complimenti e grazie.
Cordialmente,
ho partecipato alla proiezione del documentario nell’aula consigliare l 23 aprile mi pare. davvero una grande persona. grazie a chi gli ha messo una telecamera davanti per raccontare il suo esempio. e grazie ovviamente al Partigiano Garau.