Ora vi stupirò: io non sono contrario alla realizzazione della rotatoria in viale Trieste, quella che il Comune vuole far costruire all’Immobiliare Europea per favorire la circolazione stradale nei pressi delle “Zunk Towers”, a Cagliari. Non sono contrario neanche se questo dovesse comportare (così come è previsto) l’abbattimento di tre alberi. Non sono pregiudizialmente contrario perché se l’opera ha una sua utilità, e se la paga di tasca sua il costruttore Sergio Zuncheddu, la comunità dovrebbe essere soddisfatta.
Non sono contrario dunque, a patto che però ci sia una adeguata contropartita perché è evidente che la rotatoria serve solo a Zuncheddu e ai suoi appartamenti: è talmente lampante che il costruttore si sta accollando in pieno le sua spese di realizzazione (140 mila euro). La collettività in cambio non ha nulla, anzi, viene privata di tre alberi e di una porzione (per quanto piccola) di area verde.
Ecco, secondo me il Comune di Cagliari dovrebbe ora chiedere a Zuncheddu di realizzare nel quartiere un’area verde più grande di quella di cui ci sta privando. Se Zuncheddu abbatte tre alberi, ne ripianti dieci in un’altra area della città e l’accordo e fatto. Ribadisco: vuoi la rotatoria? Te la paghi. E siccome stai in parte privando il quartiere di uno spazio verde, ne realizzi un altro ovviamente più grande, perché io Comune ho il coltello dalla parte del manico e cerco di portare a casa un risultato favorevole anche per i miei cittadini.
Così secondo me dovrebbe ragionare un’amministrazione comunale che avesse veramente a cuore gli interessi collettivi e non quelli particolari.
Peraltro, dal punto di vista della comunicazione sarebbe un colpo da maestro per l’editore del gruppo Unione Sarda. Finalmente potrebbe scrollarsi di dosso questa nomea da speculatore che si porta dietro da sempre e far vedere che regala qualcosa alla città che da anni lo sta generosamente sostenendo e alla quale non mi sembra abbia mai dato nulla in cambio.
Zuncheddu abbatta tre alberi ma ne pianti altri dieci altrove: è una sfida.
E gli amministratori di Cagliari (l’assessore all’Urbanistica Gianni Campus in primis, ma anche il responsabile alla Viabilità, Maurizio Onorato), che si lamentano spesso che le opere pubbliche sono bloccate in città da un fantomatico “Partito del No”? Ecco, io esco da quel partito (sempre ci abbia mai militato) e passo a quello del “Sì, a patto che…”.
Ma riusciranno a questo punto i nostri eroi a non essere una volta tanto subalterni ai poteri forti? Se non sanno difendere tre alberi e pochi metri quadri di verde, se non sanno sfruttare a favore della collettività una situazione oggettivamente favorevole, cosa faranno quando in gioco ci saranno ben altri interessi? Sapranno dire di no a un costruttore che si sente così potente da non risarcire neanche tre alberi e cento metri quadri di verde pubblico?
Sono pienamente daccordo con l’articolo soprascritto ed è importante che tra amministratori e privati ci sia più chiarezza. Credo che ogni uomo debba iniziare a riequilibrare il pianeta. Le amministrazioni devono sbricciolare un pò di Burocrazia e i privati condividano parte della loro ricchezza.
Molti lo fanno ma non lo dicono e Zuncheddu non è da meno.
Bisogna documentarsi di più prima di parlare?
a voi.
anche a te serve un appartamento. ciao.
Il comune di Cagliari ha a cuore soltanto gli interessi di Cualbu, Zuncheddu, e qualcun altro.
Salve, volevo solo fare una piccola osservazione.
Il problema non si può risolvere con togli 3 alberi in sant’Avendrace e in cambio ne metti 10 in un’altra zona. perchè la radice del disappunto dei cittadini e abitanti del quartiere è proprio che nel quartiere NON ci sono spazi verdi, se non quel piccolo giardino, che non vogliamo vedere ridotto e non vogliamo diventi spalla di una rotatoria.
ultima cosa: quando onorato dice che verrà dato più verde al quartiere, conta come verde l’aiuola dello spartitraffico che vuole mettere in viale san’avendrace. Vorrei che questo fosse evidenziato da tutti, a volte non passi il concetto che quegli ingrati di sant’avendrace vogliono solo rompere le scatole.
Solo una cosa. Per me non è così evidente che la rotatoria serva solo a Zuncheddu e ai suoi appartamenti, come si va ripentendo da tante parti. Io da anni sostengo che quell’incrocio tra via santa gilla viale, trieste viale, sant’avendrace, via san paolo, vada regolato meglio. Tanto più nel momento in cui si portano migliaia di nuovi abitanti , servizi, cinema, uffici e quant’alto. Non solo a beneficio degli abitanti o dei fruitori del nuovo complesso edilizio, ma di chiunque necessiti di attraversare quell’incrocio nevralgico. Francamente non so se del miglioramento della viabilità debba farsi carico chi realizza l’intervendo edilizio o il Comune a cui compete garantire viabilità efficiente e sicurezza stradale. Una cosa mi pare però palese. L’intervento non serve (solo)a Zuncheddu, ma ai cittadini che hanno diritto a strade più sicure e funzionali.
libero manca docet
Tiè, questa era sfuggita! Come vedi Zuncheddu è notoriamente un filantropo, regala anche progetti!!! ahahahahahah, meraviglioso!
Regione e Provincia dicono sì alla strada
che collegherà Burcei a Maracalagonis
Anche la Regione dice sì: la strada che collegherà Burcei a Maracalagonis può essere realizzata. Il Governatore, Ugo Cappellacci, ha garantito un finanziamento di venti milioni di euro. Altri dieci milioni saranno messi a disposizione dalla Provincia.
Una proposta avviata una decina d’anni fa dall’editore Sergio Zuncheddu. La costruzione della nuova strada tra Burcei e Maracalagonis può diventare una realtà. Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha incontrato nel Municipio di Burcei il sindaco Pino Caria, il consigliere provinciale Vittorio Monni e il consigliere comunale Antonio Monni, ex consigliere provinciale. Con loro ha parlato della strada del futuro confermando l’impegno della Regione a garantire un finanziamento di venti milioni di euro per la realizzazione dell’opera destinata a togliere il paese dal suo secolare isolamento tra i monti. Altri dieci milioni di euro saranno messi a disposizione dalla Provincia. In tal senso si sono più volte espressi il presidente Graziano Milia e l’assessore alla viabilità Paolo Mureddu.
IL PROGETTO La nuova strada si svilupperà su un percorso di 17 chilometri unendo Burcei a Maracalagonis all’altezza della nuova 554. Cagliari e l’hinterland potrebbero così essere raggiunti da Burcei in un quarto d’ora di strada scorrevole. Una vicenda iniziata dieci anni fa quando l’editore Sergio Zuncheddu donò al Comune il progetto dell’opera preparato dal geometra Pinuccio Piccioni dell’Immobiliare Europea. A riceverlo fu l’allora commissario prefettizio Antonio Murgolo. E’ stato poi il sindaco Pino Caria a girarlo alla Provincia per lo studio definitivo del tracciato. Regione e Provincia sono ora d’accordo per realizzare un’opera straordinaria per il futuro di Burcei ma che favorirebbe anche gli scambi con l’intero hinterland.
IL FUTURO Nel futuro c’è anche la costruzione della strada Burcei-Villasalto e di un tratto di alcuni chilometri da Burcei al quarantaduesimo chilometro dalla vecchia Orientale sarda che porterebbe il paese delle ciliege ad un passo dal Sarrabus e dal suo mare. In questa maniera Burcei potrebbe diventare un polo importantissimo anche turistico all’interno di un territorio vastissimo.
Sabato 06 novembre 2010 20.05
Unionesarda.it
Mi sa che la tua è una divertente provocazione dotata di una buona dose di finta ingenuità, quando proponi:
“io Comune ho il coltello dalla parte del manico e cerco di portare a casa un risultato favorevole anche per i miei cittadini”
Da che mondo è mondo i rapporti fra amministrazioni come in questo caso il Comune di Cagliari e imprenditori come Zuncheddu si regolano su questo principio di fondo:
Allora, io Comune ti concedo di realizzare quest’opera e te la paghi tu, così io Comune non mi comprometto. In cambio della mia rapidità nello spianarti con grande celerità tutti gli ostacoli burocratici, tu mi dai qualcosa. Lo dai a me a titolo personale, non certo alla Comunità che amministro, tanto sempre fra di noi siamo.
Quindi fra Zuncheddu e chi tiene i gangli decisionali cittadini potrebbe essersi instaurato questo eterno meccanismo del “do ut des”
Allo stato delle nostre conoscenze e delle esperienze pregresse nella storia di Cagliari non riesco a vedere qualcosa di diverso da tale meccanismo, ma ovviamente spero di sbagliarmi.
Sono d’accordo con i due precedenti commenti. Non siamo in Germania, siamo a Cagliari dove tutto si fa per favorire il cemento. Per quanto riguarda eventuali obblighi, basta vedere le condizioni delle strade a Cagliari. Le imprese che rompono il manto stradale per eseguire lavori hanno l’obbligo, una volta finiti i lavori, di ripristinare ma se ne fregano altamente mettendoci una pezza che il più delle volte salta in breve tempo creando pericoli sempre nuovi sia per i pedoni che per gli automobilisti. Perchè Zuncheddu dovrebbe essere da meno? Io proporrei invece che prima trasporti le piante in questione in un terreno di sua proprietà al centro di Cagliari realizzando un giardino da mettere a disposizione dei citadini, e poi il comune gli permetta di realizzare a proprie spese la rotonda che modifica la circolazione per fare un favore esclusivamente a lui. Se gli si permette di realizzare prima la rotonda, stiamo freschi
caro Vito, la rotonda è solo a uso e consumo del progetto edilizio dell’Immobiliareuropea. La circolazione attuale va bene com’è. E dieci alberi al posto di tre il Comune non li chiederà e Zuncheddu non li darà. Anime di cemento fino al midollo, in questa Città. Spero di sbagliarmi, ma non ci credo.
il “si… a patto che..” del comune è una farsa:chiedete agli abitanti di castello che hanno perso i campetti per colpa del multipiano…
o a quelli di via manzoni..che hanno perso una piazzetta (e ‘guadagnato’??? un altro piano di parcheggi)
Il ragionamento è condivisibile: il Comune concede all’imprenditore privato di realizzare un’opera che soddisfa i suoi interessi, che ha un’utilità e in più ottiene qualcosa in cambio per la comunità. Quanto sarebbe stato bello vederlo applicato rigorosamente, negli anni passati, in circostanze simili. Un esempio per tutti il caso delle zone “S” del PUC trasformate in zone “BS3*”. Si trattava di aree destinate a servizi e verde pubblico, lasciate inutilizzate per anni dal Comune, e poi rese edificabili in cambio della sistemazione a verde di superfici residuali delle aree stesse e funzionali più all’edificio residenziale che non alla fruizione della generalita dei cittadini.
Nel caso specifico della rotatoria, se anche si fosse ancora in tempo per poter trattare, il ragionamento che proponi non funziona già all’origine perchè l’opera non ha una utilità in sé. Anzi, per la generalità dei cittadini, presumo sara dannosa (raggio della rotatoria troppo piccolo: traffico del v.le Trieste e v.le Sant’Avendrace rallentato e nullo, o quasi, l’effetto positivo su via S. Gilla). Quindi il Comune nel baratto ci perde comunque se il fine che persegue è il bene pubblico.
Se esiste anche un partito del “No, perchè:” vorrei fare la tessera.