[polldaddy poll=6066268]
Dei 670 monumenti che il Fai aprirà questo fine settimana in tutt’Italia, quello di Tuvixeddu a Cagliari forse sarà l’unico che avrà bisogno di una speciale dispensa da parte della Procura della Repubblica per essere visitabile. L’area della necropoli punica è infatti sotto sequestro per una delle tante vicende giudiziarie che caratterizzano la storia recente del sito.
Questo particolare basterebbe da solo a raccontare l’assurdità del caso Tuvixeddu. Perché al di là delle diverse opinioni sul futuro del colle, spesso ci dimentichiamo di quanto questa vicenda sia inaccettabile.
Perché è inaccettabile che un’area così importante sia stata per anni in gran parte privata (e ancora lo è, eccetto la zona del parco passata al Comune per effetto dell’Accordo di Programma del 2000); ed è inaccettabile che per anni una consistente parte della politica (insieme, è bene ricordarlo, ai sindacati) abbia scommesso sul cemento per “salvare” il colle.
Cagliari invece da più di 25 anni dice no. La resistenza al progetto è sempre stata dura, chiara, evidente. Cagliari non vuole cemento a Tuvixeddu, e la prova lampante che, a parte le palazzine in via Is Maglias, i costruttori non siano riusciti a spuntarla.
Cagliari non vuole cemento e vuole invece capire. Per questo l’apertura al pubblico prevista per domenica (ma si replicherà il 21 e 22 aprile) sarà un’occasione da non perdere: per dare un segnale forte che la città vuole riappropriarsi di un tesoro così importante. E più saremo, meglio è.
E non sono d’accordo con chi teme che la fruizione del parco possa impedire un allargamento in futuro dell’area tutelata. Il parco va aperto subito, perché consentire ai cagliaritani di vedere che cos’è Tuvixeddu sarà un’arma in più contro ogni tentativo di speculazione.
Ricordo non so più quanti anni fa. Era il 1995 o il 1996, sicuramente prima della prima edizione di Cagliari Monumenti Aperti. Noi dell’associazione Ipogeo proponemmo agli altri gruppi culturali che si erano riuniti per una raccolta di firme a favore del colle, di effettuare delle visite guidate nella necropoli.
L’idea, per quanto banale, lasciò tutti interdetti: allora la difesa del colle andava avanti solo a colpi di ricorsi e raccolte di firme. Poi davanti alle nostre insistenze (eravamo giovani…) dovettero arrendersi. Era già primavera inoltrata. Le visite si svolgevano di mercoledì. Fu un’invasione clamorosa. In quattro settimane accompagnammo alla scoperta di Tuvixeddu migliaia di persone.
Questa consapevolezza stava ovviamente cambiando il modo dei cagliaritani di percepire il caso Tuvixeddu. Infatti, non a caso, dopo appena un mese, Coimpresa recintò l’area che da allora restò inaccessibile a tutti. I cagliaritani non dovevano vedere, non dovevano capire.
Ecco perché questa domenica più persone andranno a Tuvixeddu maggiore saranno le possibilità di salvare il colle dalla speculazione edilizia. Perché per capire bisogna vedere.
caro Vito, è sempre una bella esperienza ritornare a Tuvixeddu, ma il Fai poteva risparmiarsi (e risparmiare a migliaia di cagliaritani) l’antipatico “bypass” delle lunghe file a chi versava l’obolo.
Avessimo fatto così qualche anno fa, saremmo diventati ricchi: che polli 😛
Per chi volesse veder qualche foto: http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/03/25/tuvixeddu-breve-apertura-furbizie-interesse-dei-cagliaritani/ .
Stefano Deliperi
Mi hanno riferito che già tempo fa vi furono delle visite guidate a Tuvixeddu con obolo … anche allora si trattava del FAI? Pensavo non avessero bisogno dei dineros, dato che la sua dirigenza nazionale comprende alcune delle signore più doviziose della borghesia industriale milanese.
non lo so, so soltanto che gente come Vito, come il sottoscritto, come tanti altri, in tanti modi da più di 15 anni si danna l’anima per difendere questo “pezzo” della nostra identità Kasteddaia e per valorizzarla correttamente, con intelligenza.
‘sto F.A.I. chi l’ha mai visto?
Stefano Deliperi
Insieme a migliaia di cagliaritani, ho finalmente potuto visitare la necropoli di Tuvixeddu. Penso che sia follia pura costruire un quartiere a ridosso di un sito archeologico di questa importanza , con gli sconvolgimenti che la conseguente urbanizzazione porterebbe. A Coimpresa va proposto uno scambio equo con un altro sito edificabile .Se in passato amministratori insensibili alla tutela del nostro patrimonio archeologico hanno concesso i permessi , non significa che si debba perseverare nell’errore. Credo perciò che si debba rendere fruibile al pubblico , al più presto possibile, il parco di Tuvixeddu
Ma perchè Claudia, qualcuno Le ha raccontato che l’intervento sarebbe a ridosso della necropoli? Le ha prefigurato anche gli sconvolgimenti? Strano, perchè a ridosso della necropoli, niente doveva esser fatto, nè mai sarà possibile fare
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Mi piacerebbe esserci, anche per rispondere alla precedente domanda con cognizione di causa. Ma vivo in Lombardia, troppo lontano.
Spero che tanti partecipino:
Reblogged this on Su Seddoresu – Il Sanlurese.
Ci saremo!
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Per me state sbagliando sull’interpretazione delle alate parole del Realista.
Sono convinto che il senso sia questo:
“Se fosse Antani delle tombe puniche con fuochi fatui blinda la supercazzola di Cualbu con scappellamento a destra di Floris tarapia tarapioca come se fosse di betoniera o per esempio di antifurto con Cappellacci brematurata la supercazzola dominus vobiscum blinda”.
NEOOOOOOOOOOOOOOO … aundi sesi? E dammi una mano con le supercazzole, che sto esaurendo le parole, tarapia tarapioca!!!
va comunque riconsciuto anche il rispetto che merita il lavoro di chi onestamente, ed alla luce del sole, ha proposto un’interpretazione del futuro del colle e dei suoi dintorni, partendo dai problemi strutturali e storici di quest’area, e fondando sulla tutela archeologica e paesaggistica l’intervento.
ecco per esempio: una bella betoniera ! può essere un’interpretazione del futuro del colle, alla luce del sole e blablabla. oppureoppure ! una bella palazzina grigia (così non stona con le tombe) da vendere a 8000 € al mq, così non ci finiscono dei barboni, ma solo gente di un certo livello, che apprezza il vicinato silenzioso.
“All’assoluto rispetto che meritano i nostri beni culturali, va comunque riconsciuto anche quello che merita il lavoro di chi onestamente, ed alla luce dl sole, ha proposto un’interpretazione del futuro del colle e dei suoi dintorni, partendo dai problemi strutturali e storici di quest’area, e fondando sulla tutela archeologica e paesaggistica l’intervento. A tanti non piace l’idea di questo intervento, pochi lo conosceno nella usa essenza.”
Oh Realista, ma un’atra barzelletta no’dda scisi?
Salvare il colle dalla speculazione edilizia… Era un pò che non ti pronunciavi con frasi così infamanti, era un pò che non ti esprimevi così sommariamente e grossolanamente nei confronti di qualcosa che merita più rispetto. All’assoluto rispetto che meritano i nostri beni culturali, va comunque riconsciuto anche quello che merita il lavoro di chi onestamente, ed alla luce dl sole, ha proposto un’interpretazione del futuro del colle e dei suoi dintorni, partendo dai problemi strutturali e storici di quest’area, e fondando sulla tutela archeologica e paesaggistica l’intervento. A tanti non piace l’idea di questo intervento, pochi lo conosceno nella usa essenza. Fa più notizia dileggiarlo per poter dire che si è i Robin Hood dell’ambiente, fa più notizia.
E considerando che stai lanciando il tam-tam perchè le genti accorrano, e che sei un mago della comunicazione, hai voluto scegliere i termini più aggressivi/persuasivi che potessi usare, per andare contro l’Accordo di Programma.
E in malora il lavoro degli altri!
Spero di incontrarti lì, se avrai piacere, aggiungerò qualcosa in quell’occasione…
A parte che se c’è una persona che ha bisticciato con mezza Cagliari perché ritiene che l’Accordo di Programma sia ancora valido quella è il sottoscritto, non capisco il tono minaccioso dell’invito ad incontrarsi. Come ci riconosceremo? Io ho barba e occhiali, tu? Una copia del Baratto e dell’Accordo di Programma sotto braccio?
Realista non ti accusa di non credere alla vigenza dell’Accordo di Programma.
Peggio. Ti accusa di aver osato criticarlo.
Visto? I talebani del mattone?
Non ti affannare Stefano, anche Vito capisce. Certo, tu sai anche interpretare…
Grazie del’interessamento alle mie condizioni pneumologiche, ma sto benissimo.
Specie da quando in affanno si trovano ad essere quelli che, come te, riescono a convincere sempre meno cittadini del fatto che “riqualificare” equivalga a costruire migliaia di metri cubi di case che probabilmente resteranno invendute (‘ta lastima) con contorno di prati all’inglese, laghetti con paperelle e strade a scorrimento veloce.
Non c’è niente di recondito, di oscuro, non è necessario interpretare un bel nulla. E’ tutto spudoratamente “alla luce del sole”.
Gentile Biolchini,
«Una copia del Baratto e dell’Accordo di Programma sotto braccio?»
Direi meglio: un metro cubo di cemento armato nel taschino. In primavera non guasta e, se piantato in posizione acconcia ed annaffiato di frequente, ciccia che è una bellezza, altro che fioriere!
Cordialmente,
Naturalmente nessuna minaccia, nè la più minima intenzione di farla. Solo la speranza di incontrarti, di conoscerti (mi sarei presentato) e di parlare di persona di questi fatti. Perchè la speculazione edilizia non c’entra niente con un programma che, per quanto non condivisibile, presuppone di recuperare e riqualificare un’importante area della città. Conosco la tua posizione sull’AdP, ma non sono sicuro che tu conosca nel dettaglio gli obiettivi urbanistici del piano: ho la certezza che il programma sia noto a pochi, ma sia perfetto per scatenare la claque degli oppositori. Alcuni frequentatori del tuo blog, con le loro simpatiche rimostranze alla mia, confermano ciò.
Buona passeggiata
Non colgo esattamente il senso di questa supercazzola brematurata con scappellamento a destra come se fosse Antani con fuochi fatui, ma si intuisce che lei, come se fosse di cappotto, sta attaccando Biolchini sulla questione Tuvixeddu, con fuochi fatui. Evidentemente Biolchini, come di privilegio ispettore Tombale, le faceva comodo quando la sua posizione molto netta sulle intemerate di Giorgio Todde & C. con le loro accuse a Massimo Zedda di voler “cementificare” il colle, rivelatesi poi emerite boiate, sembrava in qualche modo gradita per i Cualbu & C., ora lei, proprio come se fosse Antani, lo attacca. Un po’ di coerenza non guasterebbe, tarapia tarapioca! Abbiamo capito perfettamente chi è in buona fede e chi è in mala fede da una parte e dall’altra, e anche, anzi forse soprattutto, grazie a Biolchini, pur passando per qualche iniziale acceso litigio (almeno da parte mia). Forse è questo che la fa rosicare? Se fosse stato zitto avrebbe fatto miglior figura, mi creda.
Gentile Zunkbuster la delibera dell’undici gennaio è ancora ferma nell’albo pretorio e là splende per chi, come lei, la considera così perfetta che non merita l’affronto di finire in aula per essere votata anche dai realisti presenti nei banchi dell’opposizione. E’ talmente ben congegnata che deve essere ammirata a lungo, prima di affrontare il bagno del Consiglio.
La lasci dov’è, sarà meglio. Sennò si legittima la possibilità di costruire a meno di 100 metri dall’area di tutela integrale.
Gentile Realista, la prego, la scongiuro, non mi metta nelle condizioni di essere d’accordo con il tenutario del blog. Conosco l’intervento di Coimpresa nell’essenza e nell’apparenza. E’ un danno per la città che in tanti, definitivamente, siamo riusciti a evitare. Un esempio di scuola di “speculazione edilizia”.
Non ho mai detto che la delibera è perfetta. Ho letto qualche tentativo di spiegazione, mi sembra di Broz, ma non ho cognizioni così approfondite né il tempo di verificare. Non credo a un Massimo Zedda cementificatore e questo mi basta. Ad ogni modo siamo in uno Stato di diritto, per sciogliere eventuali dubbi ci sono gli organi competenti.
Approfitto per chiedere una cosa, visto che parlate di visite guidate effettuate in quel periodo: Alfonso Stiglitz nel 1999 ha scritto di un segno a Tanit rovesciato, in una delle tombe (Il segno di Tanit in Sardegna, contributo al catalogo). Al punto 50 scrive : “necropoli di Tuvixeddu/Tuvumannu. Pittura. Segno rovesciato dipinto con pittura rossa in una nicchia posta al centro della parete di fondo di una tomba a pozzo a camera ipogeica.Inedito”. Siccome il segno a Tanit rovesciato è rarissimo, qualcuno ne sa di più? grazie.
“E non sono d’accordo con chi teme che la fruizione del parco possa impedire un allargamento in futuro dell’area tutelata”.
In che senso? non ho capito bene questo collegamento….
Nel senso che la realizzazione del parco è parte dell’accordo di programma.
Che lo si sta realizzando in aree che sono passate di proprietà in base all’accordo di programma.
E che in futuro sarà sempre più difficile poter recedere da quell’accordo e questo potrebbe condizionare le scelte sulla definizione del vincolo dell’area più vasta attorno alla necropoli.
Bene, porterò anche i miei figli, sarà per tutti la prima visita alle tombe puniche.se ci sono orari da rispettare scriveteli.
Gentile Ivo,
posso ricordarle che esiste San Google? L’ho invocato per lei e mi ha dato la seguente risposta:
http://www.giornatafai.it/Sardegna.htm
Indirizzo: Via Falzarego, 9123 Cagliari (CA)
Orario: Domenica 25, ore 10.00 – 13.00 / 15.30 – 18.00
Contento? Le auguro una visita proficua e la invidio un po’: io non potrò.
Cordialmente,
Gentile Ainis,la ringrazio per la segnalazione di San Google io pensavo esistesse solo San Iban,comunque più di una volta questi due santi mi hanno fatto brutti scherzi. Scherzi a parte, grazie per la segnalazione.
http://www.radiopress.it/2012/03/il-sindaco-zedda-illustra-le-visite-guidate-al-parco-di-tuvixeddu/
si si… cemento… a manetta!!! e poi laghetti, fioriere e parco giochi…
mitticco su sindigu…
Non dirlo a Maria Antonietta Mongiu che le prende un accidente … 🙂
Bisogna rendertene atto: con Monumenti Aperti avete fatto un regalo ai cittadini cagliaritani e non solo di beni che gli appartenevano ma la maggior parte dei quali ignoravano l’esistenza.
Molto, troppo spesso i cittadini sono allontanati dal proprio essere civico strumentalmente, perché si dimenticassero del loro patrimonio in modo che qualcuno se ne potesse avvantaggiare.
La strategia è quella che vede anteporsi l’ABUSO al DISUSO. Una sana e civile via di mezzo non è pensabile per chi intende speculare sui beni comuni o che si vogliono sottrarre all’uso civico.
Per questo è importante informare la gente, poco importa se poi alcuni si convincono che la Sella del Diavolo è chiamata così per le tempeste che vi imperversano. Questo per sommi capi scrivevano in un articolo dell’Unione qualche tempo fa.
Raramente ho perso l’occasione di conoscere Cagliari e gli altri comuni che man mano si sono associati all’iniziativa, non perché volessi conoscere il passato che comunque è parte della mia identità ma perché consapevole che si trattava di un mio patrimonio.
Per tanti invece è arrivato il messaggio che certe cose non gli appartengono e che non li riguardano. Perché sono oggetto di appetiti superiori ai loro, di interessi particolari e potenti.
Ecco perché ci sarò a Tuvixeddu, perché anche se per una microscopica parte è anche mio, mi appartiene, è parte della mia identità.
era il luglio 1995, caro Vito, e portammo oltre 5-6 mila persone in poche visite guidate sotto un sole a padella, ricordi bene 😛
Stefano Deliperi
Quando, tempo addietro, andavo a scuola alle elementari di via Falzarego, percorrevo a piedi tutta la scalinata che da Viale Sant’Avendrace portava su alla necropoli, e poi sia col bel tempo che con la pioggia ed il fango, attraversavo questo campo immenso per la mia allora giovane età, e sbucavo di fronte alla scuola. Allora le auto erano pochissime…
Quanti bei ricordi, proverò a rinfrescare i miei ricordi visitando la necropoli come è allo stato attuale..
Speriamo bene. Qualcuno dovrà provvedere a renderla fruibile al pubblico e dovrebbe farlo al più presto.
La necropoli con Coimpresa non c’entra…e lo sapete!