La luce bassa del tramonto staglia ombre lunghe ma rende anche i contorni delle cose e degli eventi più definiti. Di questa interminabile discesa berlusconiana, la cui durata è purtroppo proporzionale agli anni in cui l’ascesa è stata inarrestabile, bisogna approfittare soprattutto per comprendere meglio quali sono stati i tratti culturali di questa epoca che va chiudendosi e che Montanelli, se fosse stato vivo, avrebbe riassunto in un libro che avrebbe titolato “L’Italia di Berlusconi”.
Non potrò certo essere io, con i miei pochi strumenti critici, ad analizzare un fenomeno che ha segnato la storia del nostro Paese. Però molto superficialmente colgo nella notizia divulgata oggi, secondo la quale al prossimo Sanremo, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, verranno cantate sia “Bella Ciao” che “Giovinezza”, un segno classico del Berlusconismo.
In sintesi: equiparare i torti alle ragioni, i carnefici alle vittime. Rovesciare il senso comune delle cose e degli eventi. Banalizzare tutto per poi ribaltare il senso di tutto e imporre la vecchi legge del più forte (ossia del più ricco).
Questo lo si è sempre fatto per carità, Berlusconi non ha inventato nulla. Ma nessuno prima di lui, se non forse veramente Mussolini, ha potuto contare su una macchina culturale così poderosa e capace di imporre negli ultimi vent’anni in Italia una vera e propria “egemonia” di cui sarà difficile liberarsi.
Di Berlusconi ci libereremo, invece. Anzi, si libereranno loro, quelli che lo hanno voluto e che ora ricevono solo terribili danni dalle sue squallide intemperanze senili.
Presto si riunirà il Gran Consiglio, il 25 luglio di Berlusconi è vicino. Preparate il tricolore perché quel giorno io voglio festeggiare. Anche se poi lo so che il peggio deve ancora venire, però quel giorno io voglio festeggiare.
A proposito di “berlusconismo” ti segnalo quest’analisi di Wu Ming:
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http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=1675
E’ una situazione insostenibile. Ormai non si può neppure più fare finta di niente.
Il fatto che a Sanremo verranno cantate sia “Bella Ciao” che “Giovinezza”, più che un segno del Berlusconismo, è un segno di ciò che è sempre stato Sanremo: un banalizzatore di ogni cosa nel nome di una presunta italianità
Ho parlato ieri con un’amica che vive da tempo in Messico e che ai miei sconfortanti resoconti dell’attuale situazione in Italia quasi sorrideva della mia indignazione. Nello stato di Oaxaca, dove ha finalmente vinto la sinistra dopo decenni di corruzione e depravazione di destra, hanno festeggiato, certo. Ma ora, prima che il nuovo governatore prenda il potere assistono quasi inermi ad un regolamento di conti che il governo vinto sta attuando. Uccidono gli oppositori, li eliminano fisicamente. Ultimi due sindacalisti, ieri, freddati per strada dalla polizia privata del vecchio governatore che prima di andarsene sta effettuando la propria vendetta assolutamente impunita. Nessuno ne parla, ma sta succedendo.
Difendiamolo davvero questo nostro paese, dobbiamo essere consci della nostra dignità.
@BlekMacigno
purtroppo ancora 1 su 3 italiani lo sostiene e non sono ancora convinto che sarà a breve la caduta.
Certamente se staccano la spina adesso e si rivota ora B. verrà rivitalizzato per altri 5 anni (minimo, perchè Cuccia aveva governato mediobanca fino a quasi 100 anni, Andreotti oltre gli ottanta)
Ed intanto il 24% di italiani è pronto a sostenerlo. Ancora. Nonostante.
Non facciamoci illusioni: uno su quattro.
Anche senza Berlusconi ci sarà il berlusconismo.
Monica guarda che Vito è troppo giovane per aver festeggiato lo scudetto del Cagliari, magari non era neanche nato!!
Si voglio esserci anche io quel giorno , a Carlo Felice se mi fanno la staffetta lo vesto io…….io sono già nella postazione dell’edicola lì vicino.
AJO’ che vi sto aspettando……non metteteci tanto tempo.
caro vito,
non ci conosciamo, o meglio io conosco Lei perchè l’ascolto quasi tutte le mattine alla radio. Non le ho mai espresso la mia stima, lo faccio ora, dopo aver letto queste sue righe. Esporre il tricolore quando cadrà Berlusconi: è quello che sogno da anni. E’ un sogno pacifico, senza odio, sereno: il mio anti-berlusconismo è semplicemente patriottismo. Amare la patria significa in questi anni battersi contro la degenerazione apportata da Berlusconi, e più di lui da quelli che l’hanno circondato assertivi, o che ad esso si sono opposti per finta, quasi con affetto negli ultimi anni. Esporre il tricolore, circondarsi della nostra bandiera in un abbraccio fisico, e urlare almeno per poco e tra pochi che è finita, e crederci per un po’ che è vero, che da quel momento qualcosa cambierà. Dovrà passare la nottata, e sono contento di trovare anche lei, al risveglio del nostro Paese.
Concordo con Monica sul fatto che il berlusconismo vada superato con precisione e cura, un pò come quando si cura una malattia: importante accertarsi di essere guariti completamente. Sulla possibilità di annientarlo, ho poche speranze, perchè io non credo che il terribile nonnaccio abbia cambiato le teste degli italiani: loro erano prontissimi ad accoglierlo, purtroppo. per evitare recrudescenze ci vorrebbe davvero una rivoluzione, prima di tutto culturale, però, e per questo possiamo guardare con speranza soltanto al lungo periodo. Nel frattempo mi unirò molto volentieri ai festeggiamenti, speriamo vicinissimi.
Al di là di Giovinezza e Bella Ciao, troppo tardi ci siamo resi conto (classe politica e gerarchia ecclesiastica compresa…) della devastazione culturale e morale che Berlusconi ha causato al nostro paese, ai nostri giovani, ai nostri bambini. Andandomi a sfogliare le annate di Chorus, moscerino editoriale della nostra realtà locale, quante volte abbiamo invitato alla riflessione su trasmissioni come Grande Fratello o Amici.. Con i vescovi che lanciavano appelli a difesa della famiglia e si lasciavano baciare l’anello da chi la famiglia la sfasciava con prodotti demenziali, con cinico perseguimento di profitti personali.. La tristezza di questi giorni, con questa deriva da basso impero, sarà il degno epilogo di una vicenda che tutti ci sta nauseando? Io lo spero, ma non mi faccio molte illusioni. Per il semplice fatto che intere generazioni sono cresciute plasmate da questa melassa di autoreferenzialità, valori di plastica, edonismo ed egoismo. Che ha potuto imperare per la pochezza e la mediocrità generali, tutti diventati “uomo qualunque”, rassegnati e proni a questa caricatura di uomo di governo. Ci sarà poco da festeggiare (ma non mi tiro certo indietro), ma molto da ricostruire.
Credo anch’io che il peggio verrà dopo. Il berlusconismo ha cambiato le nostre teste, forse ancora più che il fascismo, o i quarant’anni democristiani. Però per ricominciare, o per provarci, è necessario che finisca la vita pubblica di quest’uomo. E allora festeggeremo.
Non solo preparo il tricolore, caro Vito. Quel giorno saremo almeno in due a festeggiare, e lo voglio fare in grande stile. Sarà come lo scudetto del Cagliari, con il tricolore appeso alla statua di Carlo Felice, e le macchine strombazzanti in giro per la città. Spero soltanto che quel giorno sia vicino. Voglio avere tutte le energie necessarie per godermelo appieno. Il Berlusconismo deve essere annientato con più cura rispetto al fascismo. Deve essere un lavoro certosino che faccia si che mai più qualcuno abbia l’idea di resuscitarlo, ma non dev’essere dimenticato. Le generazioni future dovranno sapere cosa è stato e lo sconquasso che ha prodotto nella società italiana. Dobbiamo crescere i nostri figli in maniera tale che la Tv torni a essere uno dei tanti mezzi di svago e non l’educatore per eccellenza. Dobbiamo essere per loro esempi e dare loro la possibilità di seguire l’esempio di persone degne, facendo si che abbandonino al loro destino i nani e le ballerine, tronisti e veline. Ma, soprattutto, dobbiamo far scoprire loro i reali valori della vita. Solo così successivamente al la fine di Berlusconi, finirà anche il berlusconismo.