Sulla crisi greca si è detto tutto ma non si è ancora detto abbastanza. Qualcuno ogni tanto tenta di farci credere che le terrificanti misure economiche imposte dalla Commissione Europea, della Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale aiuteranno il paese a riprendersi, mentre in realtà lo porteranno ad un inevitabile default.
Come raccontare tutto questo? Per chi non si accontenta dei numeri, ecco i volti e le storie raccolte da un gruppo di giornalisti greci. Riunitisi in un collettivo dal nome “The Prism Gr2011”, hanno prodotto una serie di minidocumentari. Nel sito theprism.tv li trovate tutti. Sono molto belli e ringrazio l’amico Antonello di avermeli segnalati.
Apprezzerete la grande qualità delle immagini, le storie semplici e significative (tutto è sottotitolato in inglese) e soprattutto vi impressionerà come molte vicende siano straordinariamente simili a quelle che conosciamo qui in Sardegna.
Non solo per l’impatto che la crisi sta avendo sulle persone, ma anche per una cultura mediterranea che è evidentemente comune.
The Prism è un interessantissimo esperimento di giornalismo “non-fiction e multimedia”, che sarebbe interessante replicare in una realtà come la nostra, in cui spesso ci mostriamo incapaci di raccontare le cose in maniera diversa dal solito. Chissà, magari un giorno…
I volti fanno sicuramente più audience, ma ricordiamoci sempre che per capire veramente i fenomeni economici e sociali, i numeri, anche se più indigesti ai più, sono l’unica chiave.
Le immagini sono fantastiche. E credo anche i contenuti. (Ho visto solo un paio di trailer).
Hanno girato tutto con macchine fotografiche digitali reflex che consentono di realizzare dei video in alta definizione. Molto alla moda le due tecniche utilizzate: time laps e tilt shift (quest’ultima fa sembrare il mondo reale un modellino in miniatura e velocizzato).
Mi dispiace da morire che per poter lavorare in questo modo servano mezzi, risorse e soprattutto tempo da perdere. Impossibile applicare un modello qualitativamente così elevato alla produzione quotidiana di news. Non c’è il tempo materiale.
Davvero un peccato.
Vito hai proprio ragione questi documentari sono bellissimi, ed è impressionante la similitudine con la Sardegna
Gentile Biolchini,
spiacente ma l’ho preceduta:
http://exxworks.wordpress.com/2012/02/20/napolitano-atene-cagliari-casello-casello/
Forse perché sono sardo e conosco bene la Grecia… (Penso che se qualcuno dei nostri baldi indipendentisti facesse un salto laggiù la pianterebbe di sparare sciollori sull’Insula Felix capace di reggersi da sola).
Cordialmente,
La classe dirignete sarda è molto peggio di quella greca, Inoltre ci siamo affidati all’Italia che ci sta mandando a fondo, Chi avrà il coraggio di raccontare la verità?