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Tuvixeddu, ecco la proposta di legge presentata stamattina dal cinque esponenti del centrosinistra! Con novanta milioni di euro il parco è fatto! Chi sarà il primo tra voi a riuscire a commentarla? Detto questo, stamattina alla conferenza stampa in Consiglio regionale ha partecipato anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il quale ha annunciato l’inizio della procedura di adeguamento del Puc al Ppr. Incredibile, vero? E la storia che la giunta non appoggia più al Tar la richiesta di Coimpresa di annullare il vincolo minerario l’avete saputa? Certo che Zedda per essere un cementificatore se la sta complicando la vita, o no?
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CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
PROPOSTA DI LEGGE N.
presentata dai Consiglieri regionali
URAS, DIANA Giampaolo, SALIS, PORCU, SECHI
il 16 Febbraio 2012
Istituzione del Parco Paesaggistico – Archeologico
di Tuvixeddu-Tuvumannu a Cagliari
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proposta di legge
RELAZIONE DEL PROPONENTE
La presente proposta di legge intende disciplinare la gestione del complesso paesaggistico e culturale sito al centro della città di Cagliari, al fine di garantirne la conservazione e la valorizzazione di un compendio che da decenni è oggetto di studi e proposte di tutela a livello regionale e nazionale. E’ importante sottolineare che le due università di Cagliari e Sassari, le associazioni culturali ed ambientaliste ed eminenti studiosi, hanno espresso da tempo una posizione netta sulla eccezionale rilevanza paesaggistica, storico – archeologica e, pertanto, sulla improcrastinabile necessità di imporre una rigorosa tutela del Colle di Tuvixeddu e Tuvumannu a Cagliari. Alla luce quindi dell’ordine del giorno, approvato nel 2010 dal Consiglio Regionale, è stata elaborata la presente proposta tenendo conto anche delle indicazioni della L.R. 14/2006 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura).
La presente proposta di legge si articola in sei titoli.
IL TITOLO I-DISPOSIZIONI GENERALI PARCO PAESAGGISTICO ARCHEOLOGICO, definisce le finalità cui si ispira l’istituzione del parco e stabilisce la relativa delimitazione territoriale.
Art. 1. Istituzione
Si richiamano le disposizioni sulla base delle quali la Regione ha competenza per poter istituire il parco, considerata la grande importanza dell’area. Esiste una tutela passiva dovuta ai vincoli paesaggistico ed archeologico non sufficiente a salvaguardare il sito per cui è opportuno attivare uno strumento attivo di gestione con l’istituzione del Parco.
La Regione autonoma della Sardegna persegue la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna quale fattore di crescita civile, sociale, economica e significativa componente della civiltà e dell’identità del popolo sardo, nonché della specialità nel contesto delle culture regionali del Mediterraneo ed europee.
La Regione esercita le funzioni di tutela e valorizzazione dei beni culturali ad essa attribuite dalla Costituzione, dalle intese ai sensi del comma 3 dell’articolo 118 della Costituzione, dall’articolo 10 della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, dallo Statuto speciale per la Sardegna e successive norme di attuazione, dal decreto legislativo n. 42 del 2004 e le funzioni di indirizzo, coordinamento, programmazione generale e valutazione in materia di beni, istituti e luoghi della cultura degli enti locali o ad essi affidati secondo le modalità previste dalla Legge regionale 20 settembre 2006 n. 14. In particolare promuove e coordina progetti per la valorizzazione dei beni culturali, l’organizzazione delle connesse attività, l’allargamento delle capacità e delle competenze di fruizione culturale.
In applicazione dei principi e delle norme di cui ai commi precedenti è istituito il Parco Paesaggistico – Archeologico di Tuvixeddu-Tuvumannu a Cagliari, che nel proseguo per brevità si chiamerà Parco, per il suo valore fondante del paesaggio storico della città, in quanto la percezione paesaggistica originaria del “luogo” è legata al “sistema dei colli” e per l’importanza archeologica di valenza internazionale. Il nucleo paesaggistico – culturale del Parco è costituito dalla più grande necropoli con tombe a camera di epoca punica nota al mondo e connessa alla città fenicia di KRLY, estesa sulle rive della laguna di Santa Gilla. Sul colle è presente, inoltre, una necropoli romana monumentale, con tombe a camera, un importante sistema insediativo rupestre di età altomedievale e un articolato sistema minerario. L’area è attualmente tutelata dal vincolo archeologico del 1996, dal Vincolo paesaggistico del 1997, dal Piano paesaggistico regionale del 2006 e dal riconoscimento di bene culturale come attestazione dell’attività mineraria.
Art. 2. Vengono esplicitate le finalità dell’istituzione rivolte alla salvaguardia e valorizzazione del compendio paesaggistico.
Il Parco ha finalità di tutela, di conservazione e di valorizzazione del complesso dei beni culturali, archeologici, ambientali e paesaggistici del sistema collinare Tuvixeddu-Tuvumannu nella città di Cagliari ed in particolare persegue:
-la tutela, la conservazione e la salvaguardia degli interessi culturali, storico-archeologici e paesaggistico-ambientali;
– la valorizzazione dei beni archeologici, ambientali e paesaggistici a fini didattico – ricreativi:
– la promozione anche a fini turistici di tutte le iniziative e gli interventi adeguati allo sviluppo delle risorse del sito e più in generale per assicurarne la fruizione ed il godimento pubblico;
– la promozione di incontri e accordi di cooperazione con località di rilevanza storica e archeologica dell’area mediterranea, caratterizzate da presenze archeologiche simili;
– creazione di un polo internazionale di studi sulla salvaguardia, studio e fruizione di siti archeologici urbani pluristratificati;
– la promozione di opportune intese con le competenti Soprintendenze per favorire le opere di scavo e di ricerca archeologica nonché di restauro, sistemazione, conservazione e valorizzazione delle emergenze paesaggistiche, monumentali e archeologiche.
Art. 3. La delimitazione del Parco è stata effettuata con il principio di comprendere tutte le aree libere nel colle Tuvixeddu-Tuvumannu.
Si estende nel Comune di Cagliari secondo la delimitazione indicata nella cartografia di cui all’allegato A. Il perimetro del Parco può subire variazioni ove se ne ravvisi l’opportunità in seguito a nuove scoperte archeologiche, nonché per maggior tutela dell’ambiente e del paesaggio consolidato del Parco.
Il TITOLO II-ORGANIZZAZIONE DEL PARCO, individua il soggetto titolare della gestione e ne disciplina gli organi.
Art.5 Gestione del Parco: Comune di Cagliari e Amministrazione Provinciale di Cagliari
Il parco è compreso integralmente nel Comune di Cagliari il quale ha competenza urbanistica primaria. Pertanto si propone che la gestione del Parco sia affidata al Comune di Cagliari il quale la esercita di concerto con l’Amministrazione Provinciale di Cagliari alla quale si vuole affidare il ruolo di rappresentanza degli interessi sovra comunali, nell’ambito delle norme sulla gestione dei servizi pubblici.
Sono organi di gestione:
a) il Presidente nella persona del Sindaco del Comune di Cagliari;
b) il Comitato Direttivo;
c) il Direttore;
Art. 6 Statuto del Parco
Lo Statuto detta norme, in conformità alla presente legge, in materia di nomine, designazioni, attribuzioni dei poteri, funzionamento, compensi e rimborsi degli organi dell’Ente di gestione, nonché di organizzazione dei servizi del Parco. Lo schema di Statuto, approvato dalla Giunta Regionale, sarà deliberato entro sei mesi dal Comune di Cagliari, sentita l’Amministrazione Provinciale di Cagliari.
Art.7 Presidente del Parco
Il Presidente del Parco ha la legale rappresentanza dell’Ente di gestione, ne coordina l’attività, esercita le funzioni che gli siano delegate e quelle non attribuite espressamente ad altri organi dalla legge.
Art.8 Comitato Direttivo
Il Comitato Direttivo è presieduto dal Presidente del Parco ed è composto da altri due componenti, di cui uno in rappresentanza del Comune di Cagliari ed uno dell’Amministrazione Provinciale di Cagliari. Il Comitato Direttivo nomina il Direttore del Parco.
Art.9 Direttore del Parco
Il Direttore del Parco è nominato dal Comitato Direttivo con contratto di diritto privato, stipulato per non più di cinque anni. Può essere nominato Direttore anche un dipendente di enti pubblici che sia comandato o distaccato.
Art. 12 Comitato scientifico
Il Comitato Direttivo istituisce un Comitato scientifico comprendente esperti nelle materie di archeologia, urbanistica, paesaggio, ambiente, architettura, geologia, discipline socio-economiche e discipline turistiche
Art.14 Servizi e personale del Parco
Per il perseguimento dei propri fini il Parco si avvale della propria struttura tecnico – amministrativa dipendente dal direttore.
Art.15 Sede del Parco
La sede legale del Parco è stabilita dal Comune di Cagliari di concerto con l’Amministrazione Provinciale di Cagliari
Il TITOLO III-PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DELLE ATTIVITA’ DEL PARCO, disciplina gli strumenti e le procedure di programmazione e di gestione delle attività del parco.
Art.16 Attuazione delle finalità del Parco
Le finalità di cui all’articolo 2 sono attuate attraverso il Piano del Parco e il Programma pluriennale di sviluppo.
Art.17 Piano del Parco: finalità e contenuti con la pianificazione generale del territorio
Il piano individua e definisce la destinazione d’uso del territorio e dei manufatti legalmente esistenti, nonché l’inserimento di tutti quegli elementi ritenuti indispensabili per una corretta e migliore fruizione del Parco.
Il Piano del Parco deve disciplinare specificatamente:
– l’organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di conservazione e di uso;
– i vincoli, le servitù, le destinazioni d’uso pubblico o privato e le relative norme di attuazione con riferimento alle varie aree o parti del piano;
– gli indirizzi, le prescrizioni e i vincoli da osservare nell’adeguamento del Piano urbanistico comunale, relativi alle aree comprese nel Parco;
– le categorie di opere pubbliche e private sottoposte a valutazione di impatto ambientale;
– la disciplina delle aree di rispetto comprese nelle fasce contermini al perimetro del Parco;
Il Piano suddivide il territorio del Parco, in base al diverso grado di espressione dei valori culturali ed alle esigenze gestionali, in:
a) zona I archeologica di tutela integrale
b) zona II paesaggistica di tutela integrale
c) zona III ambientale attrezzata di tutela condizionata
Art.19 Piano del Parco: si prevede la sua efficacia giuridica per cui nell’area sostituisce il PUC
Il Piano del Parco nelle aree interessate dalla presente legge sostituisce automaticamente il Piano urbanistico comunale e ogni altro strumento di pianificazione territoriale, generale o settoriale programmatico, precettivo ed attuativo.
Art.20 Regolamento del Parco
Il regolamento del Parco, in conformità alle previsioni del Piano di cui agli articoli precedenti, detta disposizioni per la miglior tutela del territorio e per il rispetto dei luoghi, disciplinando secondo tali criteri le attività consentite. In particolare il regolamento disciplina:
a) le procedure per la valutazione di compatibilità paesaggistica e dell’impatto ambientale delle attività e delle opere che possano produrre modificazioni nelle aree interessate;
b) le caratteristiche delle opere edilizie e stradali;
Art.21 Programma pluriennale di sviluppo del Parco
L’Ente di gestione predispone, entro un anno dalla sua costituzione, un programma di sviluppo pluriennale che disciplina le forme e le modalità di promozione e di agevolazione delle attività compatibili con le finalità del Parco.
Art.22 Accordi di programma
Il Presidente della Regione promuove secondo le normative vigenti accordi di programma tra la Regione, il Comune di Cagliari, l’Amministrazione Provinciale di Cagliari, aventi ad oggetto l’impiego coordinato delle risorse finanziarie per l’attuazione del Programma Pluriennale. Può sollecitare, ove opportuno, la partecipazione di organi ed enti dello Stato agli accordi medesimi.
Art.24 Nullaosta
Nelle aree comprese nel perimetro del Parco, per lo svolgimento delle attività indicate dal regolamento del Parco, è prescritto l’ottenimento di apposito nullaosta da parte dell’ente di gestione.
Art.26 Previsti poteri sostitutivi e ordinanze dell’autorità regionale trattandosi di un Parco Regionale
l. L’Assessore Regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione vigila sull’attuazione del Piano del Parco e in caso d’inadempienza indica le misure da adottare, fissando un termine per la loro esecuzione, decorso il quale è esperibile il procedimento di controllo sostitutivo nelle forme previste per gli enti locali.
2. Qualora si verifichi grave pericolo di danno ambientale nel territorio del Parco, l’Assessore Regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione emette ordinanze contingibili e urgenti.
Il TITOLO IV- DISPOSIZIONI INMATERI A DI PATRIMONIO
Art.27 Beni immobili: obiettivo acquisire tutte le aree
l. L’ente di gestione provvede all’acquisto o promuove l’espropriazione di terreni ed immobili necessari per il conseguimento delle finalità del Parco, secondo le norme vigenti in materia di espropriazione per pubblica utilità.
2. I beni comunque acquisiti fanno parte del patrimonio indisponibile del Parco.
Art.28 Entrate del Parco in via ordinaria, con il concorso di tutti gli Enti pubblici
l. Le entrate del Parco sono costituite dai contributi ordinari e straordinari della Regione, dello Stato, del Comune di Cagliari, della Provincia di Cagliari, nonché da finanziamenti specifici pubblici, e con interventi di privati.
2. La Regione partecipa alle spese ordinarie di gestione dell’ente di gestione, con un contributo annuale.
3. Le entrate del Parco sono altresì costituite da introiti derivanti da attività ricreative, turistiche e di servizi pubblici, da lasciti, donazioni, liberalità, redditi patrimoniali, canoni, diritti, provenienti da concessioni ed attività economiche, nonché dai proventi delle sanzioni.
4. L’ente di gestione ha l’obbligo del pareggio di bilancio.
IL TITOLO V-NORME DI TUTELA E SANZIONI
Art.29 Divieti
l. Nel territorio del Parco sono vietate in generale tutte le attività e le opere che possono compromettere la conservazione del paesaggio e degli ambienti culturali tutelati.
2. In particolare sono vietati: le attività estrattive, l’apertura di discariche, nuove edificazioni.
Art.30 Sorveglianza
l. Le funzioni di prevenzione, vigilanza e repressione nel territorio del Parco sono esercitate:
a) dal personale dell’ente di gestione appositamente incaricato;
b) dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna e dagli altri organismi di Vigilanza;
IL TITOLO VI-DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
Art.32 Misure provvisorie di salvaguardia. Si propone che fino all’ approvazione del piano del Parco, vengano adottate rigorose misure di salvaguardia al fine di tutelare il bene.
l. Il territorio del Parco è soggetto alla tutela prevista per le zone di interesse archeologico e paesaggistico.
2. Fino all’entrata in vigore del Piano del Parco trovano applicazione, oltre alle norme sopra richiamate, le disposizioni contenute nel vigente Piano paesaggistico Regionale.
3. Fino all’entrata in vigore del piano del Parco sono sospesi tutti gli atti amministrativi e accordi di programma esistenti, dei quali si dovrà successivamente verificare la compatibilità con il piano del Parco.
4. Fino all’entrata in vigore del Piano del Parco è vietata l’edificazione e sono sospesi gli interventi edificatori eventualmente in corso dei quali si dovrà successivamente verificare la compatibilità con il piano del Parco.
Art.33 Norma finanziaria. Si prevede uno stanziamento straordinario da parte della Regione necessario soprattutto per l’acquisizione delle aree.
SI PREVEDE PER IL PRIMO TRIENNIO UNO STANZIAMENTO DI 90 mln di EURO COSI’ RIPARTITI:
1. Per l’esercizio finanziario 2011, la spesa complessiva di Euro 30 milioni di cui a 23 mln di euro per le acquisizioni delle aree.
2.Per l’esercizio finanziario 2012 è autorizzata la spesa di Euro 30 milioni di cui 22 mln di euro per le acquisizioni delle aree.
3.Per l’esercizio finanziario 2013 è autorizzata la spesa di Euro 30 milioni di cui 20 mln di euro per le acquisizioni delle aree.
REGIONE SARDEGNA
TESTO DEL PROPONENTE
TITOLO I
PARCO PAESAGGISTICO-ARCHEOLOGICO
Art. 1.
Istituzione
1. La Regione autonoma della Sardegna persegue la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna quale fattore di crescita civile, sociale, economica e significativa componente della civiltà e dell’identità del popolo sardo, nonché della sua specialità nel contesto delle culture regionali del Mediterraneo ed europee.
2. La Regione, per le finalità di cui al comma 1, favorisce l’integrazione delle funzioni e dei compiti concernenti la tutela, la valorizzazione, la fruizione dei beni culturali e il coordinamento degli interventi anche in armonia con le politiche di governo del territorio, di tutela del paesaggio, dell’istruzione, della ricerca, del turismo e promuove l’organizzazione di un sistema regionale di istituti e luoghi della cultura, nonché la qualità dei relativi servizi e attività.
3. La Regione esercita le funzioni di tutela e valorizzazione dei beni culturali ad essa attribuite dalla Costituzione, dalle intese ai sensi del comma 3 dell’articolo 118 della Costituzione, dall’articolo 10 della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, dallo Statuto speciale per la Sardegna e successive norme di attuazione, dal decreto legislativo n. 42 del 2004 e le funzioni di indirizzo, coordinamento, programmazione generale e valutazione in materia di beni, istituti e luoghi della cultura degli enti locali o ad essi affidati secondo le modalità previste dalla Legge regionale 20 settembre 2006 n. 14. In particolare promuove e coordina progetti per la valorizzazione dei beni culturali, l’organizzazione delle connesse attività, l’allargamento delle capacità e delle competenze di fruizione culturale.
4. In applicazione dei principi e delle norme di cui ai commi precedenti è istituito il Parco Paesaggistico – Archeologico di Tuvixeddu- Tuvumannu a Cagliari, che nel proseguo per brevità si chiamerà Parco, per il suo valore fondante del paesaggio storico della città, in quanto la percezione paesaggistica originaria del “luogo” è legata al “sistema dei colli” e per l’importanza archeologica di valenza internazionale. Il nucleo paesaggistico – culturale del parco è costituito dalla più grande necropoli con tombe a camera di epoca punica nota al mondo e connessa alla città fenicia di KRLY, estesa sulle rive della laguna di Santa Gilla. Sul colle è presente, inoltre, una necropoli romana monumentale, con tombe a camera, un importante sistema insediativo rupestre di età altomedievale e un articolato sistema minerario. L’area è attualmente tutelata dal vincolo archeologico del 1996, dal Vincolo paesaggistico del 1997, dal Piano paesaggistico regionale del 2006 e dal riconoscimento di bene culturale come attestazione dell’attività mineraria.
Art. 2.
Finalità
1. Il Parco ha finalità di tutela, di conservazione e di valorizzazione del complesso dei beni culturali, archeologici, ambientali e paesaggistici del sistema collinare Tuvixeddu-Tuvumannu nella città di Cagliari ed in particolare persegue:
a) l’identificazione, la conservazione, lo studio e la ricerca, nonché la fruizione dei beni culturali e ambientali a fini scientifici e culturali;
b) la tutela, la conservazione e la salvaguardia degli interessi culturali, storico-archeologici e paesaggistico-ambientali;
c) la valorizzazione dei beni archeologici, ambientali e paesaggistici a fini didattico – ricreativi:
d) la promozione di politiche d’informazione e sensibilizzazione al fine di suscitare e accrescere, fin dall’età scolastica, la sensibilità dei cittadini alla tutela del patrimonio culturale e dell’ambiente;
e) la promozione anche a fini turistici di tutte le iniziative e gli interventi adeguati allo sviluppo delle risorse del sito e più in generale per assicurarne la fruizione ed il godimento pubblico;
f) la promozione di incontri e accordi di cooperazione con località di rilevanza storica e archeologica dell’area mediterranea,
caratterizzate da presenze archeologiche simili;
g) la promozione del sito a livello nazionale ed internazionale;
h) creazione di un polo internazionale di studi sulla salvaguardia, studio e fruizione di siti archeologici urbani pluristratificati;
i) la promozione di opportune intese con le competenti Soprintendenze per favorire le opere di scavo e di ricerca archeologica nonché di restauro, sistemazione, conservazione e valorizzazione delle emergenze paesaggistiche, monumentali e archeologiche.
Art. 3.
Delimitazione del Parco
l. Il territorio del Parco si estende nel Comune di Cagliari e comprende tutte le aree libere da edificazioni sia del colle di Tuvumannu che di Tuvixeddu, secondo la delimitazione indicata nella cartografia di cui all’allegato A della presente legge.
2. In relazione alle esigenze di una ottimale gestione integrata dei diversi fattori incidenti sul territorio, la delimitazione di cui al comma 1 può essere modificata in sede di approvazione del Piano del Parco di cui al successivo articolo 17.
Art. 4.
Variazioni del perimetro del Parco
1. Il perimetro del Parco può subire variazioni ove se ne ravvisi la opportunità in seguito a nuove scoperte archeologiche, nonché per maggior tutela dell’ambiente e del paesaggio consolidato del Parco.
2. La variazione del perimetro del Parco, su proposta del Comitato Direttivo, con l’applicazione delle procedure di legge, è approvata dall’Assessore regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione su proposta del Consiglio direttivo, acquisito il parere obbligatorio della Direzione regionale dei Beni Culturali, della Soprintendenza archeologica, della Soprintendenza ai Bapsae, dell’Ufficio regionale Tutela del Paesaggio.
Titolo II
(ORGANIZZAZIONE DEL PARCO)
Art.5
Gestione del Parco
l. La gestione del Parco è affidata al Comune di Cagliari il quale la esercita di concerto con l’Amministrazione Provinciale di Cagliari nell’ambito delle norme sulla gestione dei servizi pubblici.
Sono organi di gestione:
a) il Presidente nella persona del Sindaco del Comune di Cagliari;
b) il Comitato Direttivo;
c) il Direttore;
Art. 6
Statuto del Parco
l. Lo Statuto detta norme, in conformità alla presente legge, in materia di nomine, designazioni, attribuzioni dei poteri, funzionamento, compensi e rimborsi degli organi dell’Ente di gestione, nonché di organizzazione dei servizi del Parco.
2.L’Assessore regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione, entro tre mesi dall’approvazione della presente legge, invia al Comune di Cagliari uno schema di Statuto, approvato dalla Giunta Regionale, che sarà successivamente deliberato dal Comune di Cagliari sentita l’Amministrazione Provinciale di Cagliari.
3. Qualora lo Statuto non venga deliberato entro sei mesi dall’invio dello schema, è applicabile la procedura per i controlli sostitutivi sugli enti locali.
Art.7
Presidente del Parco
l. Il Presidente del Parco ha la legale rappresentanza dell’Ente di gestione, ne coordina l’attività, esercita le funzioni che gli siano delegate e quelle non attribuite espressamente ad altri organi dalla legge ed in particolare:
a) propone al Comitato Direttivo l’adozione delle deliberazioni;
b) adotta i provvedimenti urgenti e indifferibili sottoponendoli alla loro ratifica nella seduta immediatamente successiva all’adozione dei provvedimenti stessi;
c) esercita la vigilanza sull’attività dei servizi del Parco.
Art.8
Comitato Direttivo
Il Comitato Direttivo è presieduto dal Presidente del Parco ed è composto da altri due componenti, di cui uno in rappresentanza del Comune di Cagliari ed uno della Amministrazione Provinciale di Cagliari. Esercita i poteri conferitigli e delibera la stipulazione di contratti e convenzioni, nonché la costituzione dell’Ente in giudizio nel caso di contenziosi. Predispone il programma di attività del Parco. Il Comitato Direttivo nomina il Direttore del Parco.
Art.9
Direttore del Parco
l. Il Direttore del Parco è nominato dal Comitato Direttivo con contratto di diritto privato, stipulato per non più di cinque anni.
2. Può essere nominato Direttore anche un dipendente di enti pubblici che sia comandato o distaccato.
3. La nomina del direttore è effettuata sulla base di criteri stabiliti dal regolamento di organizzazione dei servizi. Detti criteri devono tener conto dei titoli di laurea, delle specializzazioni, delle qualificazioni e delle esperienze professionali possedute dai candidati.
4. Per i dipendenti della Regione e degli enti regionali e locali la nomina a direttore determina il collocamento in aspettativa senza assegni.
5. Il Direttore ha la responsabilità gestionale, in relazione agli obiettivi dell’Ente, della correttezza amministrativa e dell’efficienza della gestione. In particolare al Direttore compete:
a) la direzione degli uffici e dei servizi, secondo i criteri e le norme dettate dallo Statuto e dai regolamenti;
b) la predisposizione della proposta del programma, degli obiettivi e della proposta dei piani esecutivi di gestione;
c) la responsabilità delle procedure di appalto e di concorso e la stipulazione dei contratti;
d) l’emanazione degli atti che impegnano l’Ente di gestione verso l’esterno e che la legge e lo Statuto non riservano espressamente ad altri organi;
e) ogni altra funzione prevista dallo Statuto.
6. Il parere del direttore è obbligatorio e deve essere formalmente e motivatamente espresso per tutti gli atti degli organi dell’ente di gestione che incidono sull’organizzazione dei servizi e del personale.
Art. 10
Collegio dei revisori dei conti.
1.Il Collegio dei revisori è nominato con decreto dell’Assessore regionale all’Urbanistica ed è composto da tre membri di cui uno designato dall’Assessore regionale per il bilancio e le finanze, scelto fra i dipendenti dell’Assessorato medesimo.
2.Tutti i componenti devono essere iscritti nel registro dei revisori contabili.
Art. 11
Durata degli organi di gestione. Incompatibilità
l. La durata degli organi e le incompatibilità sono disciplinate dallo Statuto.
Art. 12
Comitato scientifico
l. Il Comitato Direttivo istituisce un Comitato scientifico comprendente esperti nelle materie di archeologia, urbanistica, paesaggio, ambiente, architettura, geologia, discipline socio-economiche e discipline turistiche. Nel comitato scientifico dovranno essere rappresentate l’Università di Cagliari e di Sassari.
2.Il Comitato scientifico è organo consultivo e propositivo dell’Ente di gestione. In particolare esprime pareri sugli atti di programmazione e di indirizzo del Parco.
3. Il Comitato scientifico può, di propria iniziativa, formulare proposte e osservazioni agli altri organi dell’ente di gestione, i quali sono tenuti a prendere in esame i pareri, le proposte e le osservazioni e ad esprimere motivatamente le proprie determinazioni in merito.
Art.13
Consulta
l. Il Comitato Direttivo istituisce una Consulta del Parco. Nella Consulta dovranno essere rappresentate le associazioni ambientaliste e culturali maggiormente rappresentative.
La Consulta è organo consultivo e propositivo dell’Ente di gestione. In particolare esprime pareri sugli atti di programmazione e di indirizzo del Parco.
3. La Consulta può, di propria iniziativa, formulare proposte e osservazioni agli altri organi dell’ente di gestione, i quali sono tenuti a prendere in esame i pareri, le proposte e le osservazioni e ad esprimere motivatamente le proprie determinazioni in merito.
Art.14
Servizi e personale del Parco
l. Per il perseguimento dei propri fini il Parco si avvale della propria struttura tecnico – amministrativa dipendente dal direttore.
2. L’articolazione della struttura tecnico – amministrativa è stabilita dal Comitato Direttivo.
3. Per quanto non disposto dalla presente legge, la composizione, lo stato giuridico e il trattamento economico, del personale dipendente sono disciplinati dal regolamento organico del personale, sulla base della normativa prevista per i dipendenti degli enti locali.
4. E’ istituito, presso la sede del Parco, un ufficio unificato per le autorizzazioni e la
semplificazione delle procedure.
Art.15
Sede del Parco
1. La sede legale del Parco è stabilita dal Comune di Cagliari di concerto con l’Amministrazione Provinciale di Cagliari.
Titolo III
Art.16
Attuazione delle finalità del Parco
1. Le finalità di cui all’articolo 2 sono attuate attraverso il Piano del Parco e il Programma
pluriennale di sviluppo.
Art.17
Piano del Parco: finalità e contenuti
Il Piano del Parco comprende elaborati grafici in scala adeguata, e norme tecniche di attuazione. Entro sei mesi dall’insediamento, il Comitato Direttivo conferisce l’incarico per la redazione del piano del Parco e delle relative norme regolamentari con le procedure di legge ad un gruppo di progettazione dove siano almeno rappresentati esperti nelle materie di archeologia, urbanistica, paesaggio, ambiente, architettura, geologia, discipline socio-economiche e discipline turistiche. Fa parte del gruppo di progettazione, come consulente, il progettista del Piano Urbanistico Comunale del Comune di Cagliari. Il Direttore coordina l’attività del gruppo di progettazione.
1. Il piano individua e definisce la destinazione d’uso del territorio e dei manufatti legalmente esistenti, nonché l’inserimento di tutti quegli elementi ritenuti indispensabili per una corretta e migliore fruizione del Parco. Considerato il particolare stato geologico della zona, il piano individua le opere di sistemazione idrogeologica, non in contrasto con il contesto degli ambienti tutelati, per il raggiungimento delle finalità indicate dall’articolo 2. Il Piano dovrà essere elaborato sulla base delle valutazioni tecniche, relative all’individuazione dei beni appartenenti al patrimonio archeologico come definito dall’articolo 2, all’ambiente ed al paesaggio tipicizzato e sulla base, altresì, di uno studio ambientale, di una verifica delle condizioni geologiche, geomorfologiche e geotecniche, di una catalogazione dei beni inclusi nel patrimonio archeologico e di uno studio paesaggistico, ed acquisite le linee di tendenza dello sviluppo della ricerca scientifica in campo paesaggistico ed archeologico nel sistema collinare Tuvixeddu-Tuvumannu;
2.Il piano può proporre l’ampliamento del perimetro del Parco includendovi le aree di valore paesaggistico indispensabili a garantire l’integrità del Parco sotto l’aspetto paesaggistico-ambientale.
3. Per terreni ed immobili dei quali sia prevista l’espropriazione deve essere predisposto apposito piano particellare d’esproprio e relativi oneri finanziari.
4. Il Piano del Parco deve disciplinare specificatamente:
a) l’organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di conservazione e di uso;
b) i vincoli, le servitù, le destinazioni d’uso pubblico o privato e le relative norme di attuazione con riferimento alle varie aree o parti del piano;
c) i sistemi di accessibilità pedonale con particolare riguardo agli accessi, ai percorsi e alle strutture riservate ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani;
d) i sistemi di attrezzature e servizi per la fruizione sociale, ricreativa, educativa, didattica e scientifica;
e) gli indirizzi, le prescrizioni e i vincoli da osservare nell’adeguamento del Piano urbanistico comunale relativi alle aree comprese nel Parco;
f) le categorie di opere pubbliche e private sottoposte a valutazione di impatto ambientale;
g) la disciplina delle aree di rispetto comprese nelle fasce contermini al perimetro del Parco
5. Il Piano del Parco è soggetto a periodiche verifiche ed a eventuali aggiornamenti, da eseguirsi con frequenza non superiore a tre anni
6. Il Piano suddivide il territorio del Parco, in base al diverso grado di espressione dei valori culturali ed alle esigenze gestionali, in:
a) zona I archeologica di tutela integrale La zona archeologica, costituita dall’area su cui insistono beni appartenenti al patrimonio archeologico,comprende necessariamente l’area ricompresa nel vincolo archeologico diretto ed indiretto vigente di cui al decreto del 1996. Tale area costituisce riserva integrale a tutela dei beni medesimi;
b) zona II paesaggistica di tutela integrale La zona paesaggistica comprende sia le aree di valore prettamente paesaggistico che le aree di rispetto intorno alla zona I per garantire l’inserimento appropriato nell’ambiente delle emergenze archeologiche mantenendo i valori paesaggistici che le caratterizzano, nonché per garantire le finalità di cui all’articolo 2.
c) zona III ambientale attrezzata di tutela condizionata La zona ambientale attrezzata comprende tutte le aree residue del Parco e, a salvaguardia dei valori paesaggistici, è predisposta per un opportuno raccordo tra il Parco e le zone urbane circostanti.
d) I confini delle zone differenziate del Parco sono individuati in sede di redazione del piano del Parco di cui al comma 1. Alla zonizzazione deve esser data adeguata pubblicità.
Art.18
Piano del Parco: procedure
l. Il Consiglio Comunale entro sei mesi dalla costituzione del Parco, promuove la proposta di Piano e delibera l’adozione del Piano stesso; il Piano viene pubblicato presso le sedi dell’ente di gestione e del Comune di Cagliari per la durata, di giorni trenta, a decorrere dalla data di pubblicazione per estratto della delibera di adozione nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna.
Contestualmente deve essere attuata la procedura della VAS.
2. Entro i trenta giorni successivi dalla data di scadenza del termine di pubblicazione, chiunque può presentare osservazioni al Piano adottato.
3. Decorso il termine di cui al comma 2, l’ente di gestione trasmette la delibera di adozione del Piano e tutti gli allegati scritti e grafici, la prova della loro pubblicazione, le osservazioni, con le proprie controdeduzioni all’Assessorato, regionale all’Urbanistica.
4. L’Assessore regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore Regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione , esaminate le osservazioni e formulate le proprie controdeduzioni, propone alla Giunta regionale l’approvazione definitiva del Piano ;
5. La Giunta regionale approva entro tre mesi in via definitiva il Piano del Parco che viene reso esecutivo con decreto del Presidente della Giunta Regionale e pubblicato nel BURAS.
6. Qualora il Piano del Parco non venga adottato entro quindici mesi dalla costituzione dell’ente di gestione, l’Assessore Regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione istituisce un Comitato misto, composto da rappresentanti dell’Assessorato Regionale all’Urbanistica e dell’ente di gestione, il quale esperisce ogni tentativo per il raggiungimento delle intese necessarie per l’elaborazione e l’adozione del Piano.
7. Le varianti di aggiornamento al Piano, che si rendessero necessarie a seguito delle prescritte periodiche verifiche, sono approvate con le stesse procedure previste per la prima approvazione.
Art.19
Piano del Parco: efficacia giuridica
l. Il Piano del Parco nelle aree interessate dalla presente legge sostituisce automaticamente il Piano urbanistico comunale e ogni altro strumento di pianificazione territoriale, generale o settoriale programmatico, precettivo ed attuativo.
2. Il Piano del Parco definitivamente approvato ed entrato in vigore ha efficacia di dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza.
Art.20
Regolamento del Parco
l. Il regolamento del Parco, in conformità alle previsioni del Piano di cui agli articoli precedenti, detta disposizioni per la miglior tutela del territorio e per il rispetto dei luoghi , disciplinando secondo tali criteri le attività consentite. In particolare il regolamento disciplina:
a) le procedure per la valutazione di compatibilità paesaggistica e dell’impatto ambientale delle attività e delle opere che possano produrre modificazioni nelle aree interessate;
b) le caratteristiche delle opere edilizie e stradali;
c) l’ammissione, la circolazione e il soggiorno del pubblico e le modalità delle attività ricreative, educative e didattiche;
d) le modalità di fruizione per fini di ricerca scientifica e di studio;
e) la gestione e recupero conservativo di impianti minerari sotterranei e di superficie, l’uso ed il regime delle acque;
g) la gestione della vegetazione;
h) le procedure per il rilascio degli atti autorizzativi e dei nullaosta.
Il regolamento è proposto dal Comitato Direttivo e approvato dal Comune di Cagliari di concerto con l’Amministrazione Provinciale di Cagliari entro tre mesi dall’approvazione del Piano di cui agli articoli precedenti; trascorso inutilmente tale termine, l’Assessore Regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione provvede alla predisposizione e all’approvazione secondo le norme di legge.
Art.21
Programma pluriennale di sviluppo del Parco
l. In armonia con gli indirizzi della programmazione regionale e nel rispetto degli obiettivi del Piano del Parco, l’ente di gestione promuove iniziative idonee al coordinamento delle azioni della Regione e dell’ente locale territoriale atte a favorire la crescita economica, sociale e culturale della comunità del Parco. Il Piano individua le forme di coinvolgimento della Comunità Europea e delle altre istituzioni internazionali.
2. A tal fine l’Ente di gestione predispone, entro un anno dalla sua costituzione, un programma di sviluppo pluriennale che disciplina le forme e le modalità di promozione e di agevolazione delle attività compatibili con le finalità del Parco.
3. Il Piano pluriennale, adottato dal Comune di Cagliari di Concerto con l’Amministrazione Provinciale di Cagliari, è approvato dalla Giunta Regionale entro sei mesi e può essere annualmente aggiornato. L’Ente di gestione predispone ed attua i progetti previsti nel Piano.
Art.22
Accordi di programma
l. Il Presidente della Regione promuove secondo le normative vigenti accordi di programma tra la Regione, il Comune di Cagliari,
l’Amministrazione Provinciale di Cagliari, aventi ad oggetto l’impiego coordinato delle risorse finanziarie per l’attuazione del Programma Pluriennale. Può sollecitare, ove opportuno, la partecipazione di organi ed enti dello Stato agli accordi medesimi.
Art.23
Coordinamento degli interventi
l. Ai fini del coordinamento degli interventi, l’Ente di gestione può promuovere, tra i diversi soggetti che operano all’interno del Parco, apposite conferenze di servizio convocate dal Presidente dell’ente di gestione.
Art.24
Nullaosta
l. Nelle aree comprese nel perimetro del Parco, per lo svolgimento delle attività indicate dal regolamento del Parco è prescritto l’ottenimento di apposito nullaosta da parte dell’ente di gestione. Esso viene rilasciato, su richiesta dell’interessato, dal direttore del Parco.
2. Fatti salvi i casi in cui è richiesta la valutazione di compatibilità paesaggistica e di valutazione di impatto ambientale, il nullaosta dell’ente di gestione è rilasciato entro sessanta giorni dalla richiesta. Il nullaosta si intende comunque accordato qualora l’ente di gestione non provveda entro il termine stabilito.
3. Il nullaosta verifica la conformità tra l’intervento proposto, le disposizioni del Piano e del regolamento, nonché l’esito favorevole della valutazione di compatibilità paesaggistica e di valutazione di impatto ambientale ove prevista dal regolamento.
4. Per gli interventi, gli impianti e le opere per le quali è prescritta la concessione o l’autorizzazione di altri soggetti pubblici, il nullaosta è rilasciato, previa istruttoria eseguita dall’ente di gestione o a seguito di conferenza di servizio convocata dall’ente di gestione entro sessanta giorni dalla richiesta.
Art.25
Poteri di autotutela dell’ente di gestione
l. Il legale rappresentante dell’ente di gestione, qualora venga esercitata un’attività in difformità dal piano, dal regolamento o dal nullaosta, dispone l’immediata sospensione dell’attività medesima ed ordina in ogni caso la riduzione in pristino a spese del trasgressore, con la responsabilità solidale del committente, del titolare dell’impresa e del direttore dei lavori in caso di costruzione e trasformazione di opere.
2. In caso di inottemperanza all’ordine di riduzione in pristino entro un congruo termine, il legale rappresentante dell’ente di gestione provvede all’esecuzione in danno degli obbligati secondo la procedura stabilita dalla legislazione vigente, in quanto compatibili e recuperando le relative spese.
Art.26
Poteri sostitutivi e ordinanze dell’autorità regionale
l. L’Assessore Regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione vigila sull’attuazione del Piano del Parco e in caso di inadempienza indica le misure da adottare, fissando un termine per la loro esecuzione, decorso il quale è esperibile il procedimento di controllo sostitutivo nelle forme previste per gli enti locali.
2. Qualora si verifichi grave pericolo di danno ambientale nel territorio del Parco, l’Assessore Regionale all’Urbanistica di concerto con l’Assessore regionale per i beni culturali e per la pubblica istruzione emette ordinanze contingibili e urgenti.
Titolo IV
(DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PATRIMONIO)
Art.27
Beni immobili
l. L’ente di gestione provvede all’acquisto o promuove l’espropriazione di terreni ed immobili necessari per il conseguimento delle finalità del Parco, secondo le norme vigenti in materia di espropriazione per pubblica utilità.
2. I beni comunque acquisiti fanno parte del patrimonio indisponibile del Parco.
Art.28
Entrate del Parco
l. Le entrate del Parco sono costituite dai contributi ordinari e straordinari della Regione, dello Stato, del Comune di Cagliari, della Provincia di Cagliari, nonché da finanziamenti specifici pubblici, e con interventi di privati.
2. La Regione partecipa alle spese ordinarie di gestione dell’ente di gestione con un contributo annuale.
3. Le entrate del Parco sono altresì costituite da introiti derivanti da attività ricreative, turistiche e di servizi pubblici, da lasciti, donazioni, liberalità, redditi patrimoniali, canoni, diritti, provenienti da concessioni ed attività economiche, nonché dai proventi delle sanzioni.
4. L’ente di gestione ha l’obbligo del pareggio di bilancio.
Titolo V
(NORME DI TUTELA E SANZIONI)
Art.29
Divieti
l. Nel territorio del Parco sono vietate in generale tutte le attività e le opere che possono compromettere la conservazione del paesaggio e degli ambienti culturali tutelati.
2. In particolare sono vietati:
a) le attività estrattive;
b) l’apertura di discariche;
c) nuove edificazioni;
Ulteriori divieti possono essere previsti dal regolamento.
Art.30
Sorveglianza
l. Le funzioni di prevenzione, vigilanza e repressione nel territorio del Parco sono esercitate:
a) dal personale dell’ente di gestione appositamente incaricato;
b) dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna;
c) dal Corpo di polizia municipale del Comune di Cagliari nei limiti della sua competenza;
d) dalle altre forze di polizia
2. Il personale dell’ente di gestione incaricato della sorveglianza, di norma, svolge il proprio servizio in divisa e deve essere munito di tesserino di riconoscimento rilasciato dall’ente di gestione.
3. Le funzioni di prevenzione, vigilanza e repressione nel territorio del Parco, sono esercitate dal Corpo forestale sulla base di apposite intese con l’ente di gestione. Le intese assicurano il coordinamento da parte del direttore del Parco delle funzioni esercitate dal Corpo forestale di Vigilanza Ambientale della Sardegna.
Art.31
Sanzioni
l. Si applicano le sanzioni previste dal capo III, articoli 28, 29, 30 e 31 della legge regionale n. 31 del 1989.
2. Le sanzioni sono irrogate dal rappresentante legale del Parco.
Titolo VI
(DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI)
Art.32
Misure provvisorie di salvaguardia
l. Il territorio del Parco è soggetto alla tutela prevista per le zone di interesse archeologico, nonché al vincolo paesaggistico di cui all’articolo 146 del Codice del Paesaggio dlg N° 42 del 2004. Il territorio del Parco è sottoposto alla tutela di cui alla legge 1089/’39, apposta con vincolo diretto e indiretto del 2.12.1996, alla tutela paesaggistica della legge 1497/’39 espressa dalla Commissione Provinciale delle Bellezze Naturali della provincia di Cagliari il 16 ottobre1997 , con apposito decreto del 8/7/2010 sulla base degli Artt. 10 e 13 del D.Leg. 42/2004 ed inoltre dal Piano Paesaggistico della Regione Sardegna.
2. Fino all’entrata in vigore del Piano del Parco trovano applicazione, oltre alle norme sopra richiamate le disposizioni contenute nel vigente Piano paesaggistico Regionale.
3. Fino all’entrata in vigore del piano del Parco sono sospesi tutti gli atti amministrativi e accordi di programma esistenti, dei quali si dovrà successivamente verificare la compatibilità con il piano del Parco.
4. Fino all’entrata in vigore del Piano del Parco è vietata l’edificazione e sono sospesi gli interventi edificatori eventualmente in corso dei quali si dovrà successivamente verificare la compatibilità con il piano del Parco.
Art.33
Norma finanziaria
1. Per le finalità del Titolo I della presente legge è autorizzata, per l’esercizio finanziario2012, la spesa complessiva di Euro 30 milioni, di cui:
a) 3 mln di euro per le finalità del Titolo II;
b) 4 mln di euro per le finalità del Titolo III;
c) 23 mln di euro per le finalità dell’articolo 27.
2. Per l’esercizio finanziario 2013 è autorizzata la spesa di Euro30 milioni di cui:
a) 2 mln di euro per le finalità del Titolo II;
b) 6 mln di euro per le finalità del Titolo III;
c) 22 mln di euro per le finalità dell’articolo 27.
3.Per l’esercizio finanziario 2014 è autorizzata la spesa di Euro30 milioni di cui:
a) 2 mln di euro per le finalità del Titolo II;
b) 8 mln di euro per le finalità del Titolo III;
c) 20 mln di euro per le finalità dell’articolo 27.
Art.34
Entrata in vigore
l. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul BURAS.
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.
E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
Data Cagliari, addì
Pingback: Una road map per Tuvixeddu. Perché ormai la questione si risolve solo con una forte azione politica, non con le carte bollate - vitobiolchini
Ancora finanziamenti per Tuvixeddu ! Circa cinque anni fa erano state finanziate delle opere di ristrutturazione e messa in sicurezza della Necropoli. Mi avvicinai all’ingresso e trovai un incaricato e responsabile dei lavori il quale, ad una mia richiesta per visitare la necropoli, mi rispose che non era, al momento possibile, ma che la necropoli, tutta, sarebbe stata aperta per le visite al pubblico, nell’aprile dell’anno successivo ! Ora il Cantiere è stato chiuso da diversi anni ed i cancelli del sito sono rigorosamente chiusi ! gradirei conoscere, se possibile, quanto era l’importo deliberato per i lavori eseguiti in quel periodo. Ora con la nuova proposta di Legge, si ipotizza un finanziamento milionario. Quali saranno i flussi di ritorno di questo enorme investimento, senza prospettive lavorative e occupazionali ? Basta con questo enorme spreco di denaro pubblico, immotivato.
Gentile Biolchini,
“Ribadisco: Tuvixeddu è stato solo un pretesto per attaccare l’amministrazione Zedda e questo per avere un maggiore spazio politico sul futuro del colle.”
“Perché quella di Tuvixeddu è una partita a scacchi molto complessa, dove ogni atto prelude al successivo. Dove per recuperare anni di mosse sbagliate è necessaria una paziente azione politica e giuridica.
Ecco, a Todde e ad Italia Nostra tutto questo modo di procedere di Zedda non piace, lo ritiene un tradimento del patto elettorale.” (da: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/02/07/apocalittico-todde-con-zedda-cemento-selvaggio-a-tuvixeddu-e-in-tutta-cagliari-e-vero-secondo-me-no-e-vi-spiego-il-perche/
Non pretendo di fare l’esegeta del Biolchini-pensiero (né mi interessa) però mi è parso di vedere un certo ondeggiare nei suoi giudizi. Ma ha un’idea precisa o no? Glielo chiedo in un altro modo. Visto che lei (si spera, da giornalista) ha accesso a fonti precluse ai più (ad esempio a me): come viene vissuta questa vicenda? Stiamo parlando di Tuvixeddu e di una lotta attorno al colle, oppure anche questo è un segno delle frizioni tra SEL e PD che si vedono anche a livello nazionale e preludono alle elezioni?
Che ci siano le solite beghe da cortile è palese (almeno a me) ma tutto questo casino per Tuvixeddu mi pare davvero spropositato (anche considerando il sostanziale provincialismo dei litiganti).
Cordialmente,
Io mi sono fatto un’idea (probabilmente parziale) ma molto semplice. Non mi sembra che in questa fase Tuvixeddu sia terreno di scontro tra Pd e Sel, non mi risulta (ieri infatti il Pd Scano è intervenuto sulla Nuova a sostegno del sindaco).
Ciò che è avvenuto è che una parte del mondo ambientalista vuole contare di più (richiesta legittima), e per farlo mette in campo gli strumenti di pressione che ha. Nell’intervento di Todde c’è scritto tutto in maniera molto chiara. Si rilegga l’ultima parte, dove lo scrittore minaccia di togliere il sostegno alla giunta.
Non ondeggio, al massimo non so spiegarmi bene. Ma le idee già ce le ho chiare.
@Biolchini
dei suoi post potrei aver capito male io (ovviamente improbabile e al limite dell’impossibilità, però…).
Sul ruolo&finalità di Todde&IN non c’è dubbio, sebbene molti intellettuali (ad esempio Alfonso Stiglitz o Andrea Mongili) lo escludano e propensano per una genuina preoccupazione. Questo, per alcuni versi, dà da pensare.
Cordialmente,
Gentile Ainis mi consenta (che orrendo inizio stile Berlusconi …), io i dubbi gli avrei maggiormente se Todde fosse completamente isolato, non se, come rileva lei, non vantasse credito quanto alla sua buona fede, a parte in Mongili che è notoriamente un soriano credente e praticante, anche nel professor Stiglitz, che da quasi 30 anni si occupa di queste cose con grande competenza e onestà intellettuale, e che quando ancora aveva la tessera del PCI credo fosse vicino a Luigi Cogodi. Poi può essere fondato anche il discorso di Biolchini, ossia che Italia Nostra abbia inteso scatenare l’inferno per rivendicare in modo eclatante un ruolo di parte nel procedimento amministrativo (il che peraltro, a mio modesto avviso, è un diritto riconosciuto dalla legge), ma resta il fatto che se l’amministrazione comunale non fosse così carente quanto alla capacità di comunicare con l’opinione pubblica, forse Todde quell’articolo non l’avrebbe neanche scritto, quanto meno avrebbe, forse, agito “alla Deliperi”, in maniera più ponderata. Comprendo il discorso sui “tempi di reazione” di Massimo Zedda che fa il compagno Soviet, e diverse volte ci siamo trovati a dover convenire – anche l’egregio Biolchini che, onore alla sua onestà intellettuale, non si è fatto pregare in altre occasioni quando si trattava di sferzare l’amministrazione – però sinceramente, se fossi il sindaco, rifletterei seriamente sull’opportunità di sostituire qualche collaboratore “amico” con qualche collaboratore più adeguato. Credo che alla fine di questa storia resterà qualcosa tra le intuizioni valide: un po’ di Biolchini, un po’ di Todde, un bel po’ di Deliperi, qualcosina di Maninchedda. Dei pretoriani dell’amministrazione “a prescindersi” – sia chiaro egregio Biolchini, non mi riferisco a lei che non è un “pretoriano dell’amministrazione” ma ai politici – resterà solo il ricordo dei soliti politicanti pronti a rigirare opportunisticamente la frittata a seconda delle convenienze. Tra i quali, ho fiducia, non vi sarà alfine Massimo Zedda, ma neanche Soru.
@ZunkBuster
mi permetta una breve nota di servizio; l’ultima (ed unica) volta che diedi del ‘professore’ ad Alfonso Stiglitz mi spiegò, con la consueta fermezza e precisione, che tale titolo non gli spetta (non ricopre alcun incarico accademico). Archeologo sì (pertanto dottore), mi disse. Io aggiungerei anche ‘signore’, scontato per chiunque abbia avuto occasione di conoscerlo (di persona o nel mondo virtuale). Mi scusi la precisazione, ma so che il dr Stiglitz ci tiene.
Sul resto mi sono già espresso e direi che “è ora di basta” (e forse anche “ora di avanza”). (Come dire che ne ho dette anche troppe).
Cordialmente,
Gentile Vito, siccome la discussione mi pare volga al termine vorrei, prima di ritirarmi, ringraziarla perché ha effettivamente consentito a ciascuno di dire la sua. E farle i complimenti perché è un grande incassatore, come il grande Fortunato Manca. Ogni volta si è ripreso e nonostante i lividi ha conservato un po’ di energie. Grazie.
Grazie a lei, Addetto. Mi ha rivolto il miglior complimento che mi potessi aspettare, veramente.
Be’, nonostante le innumerevoli, se si può dire così, tramvate si è sempre alzato prima che il conteggio arrivasse a dieci. Ora abbia cura di sé e si riprenda. Chiudo ricordando una frase che circolava a Cagliari quando ero ragazzo: se Piero Rollo avesse la resistenza di Fortunato Manca e Manca avesse l’intelligenza di Rollo avremmo un pugile perfetto. Non lo abbiamo, ma ci si deve accontentare. Auguri di pronta guarigione e di buon lavoro.
Scusate mi devo correggere, anche se non sono riuscito a capire come mai c’è stato questo errore. Nel mio ultimo commento mi riferivo ad un articolo che era stato linkato da ZunkBuster http://www.castedduonline.it/ultimo-minuto/non-siamo-cementificatori-ma-per-difendere-la-necropoli-e-necessaria-una-mediazione/8710 e che inizialmente era stato firmato col nome Sandro Usai mentre ora invece vedo che è firmato Andrea Scano. Onestamente non ho capito come mai questa sostituzione di firma.
Non conosco ne l’uno e ne l’altro signore, ma le parole che avevo scritto non cambiano, anzi le voglio rafforzare dicendo che l’ironia di quell’articolo è veramente fuori luogo.
Todde nel suo discusso articolo aveva perfettamente azzeccato il problema e rendendolo pubblico ha fatto solo un grande servizio ai cittadini di Cagliari, stimolando questo nuovo e importante dibattito sul problema di Tuvixeddu.
Ho sempre ritenuto che il male peggiore su questa vicenda fosse il silenzio, e il lasciare che se ne interessassero esclusivamente i politici e i cosiddetti “imprenditori”. Su Tuvixeddu le cose hanno incominciato a cambiare positivamente solo quando si è formata una forte opinione pubblica che si è opposta alla cementificazione, non solo cagliaritana ma nazionale, riuscendo a interessare anche l’informazione europea.
Credo che oggi da parte dei cagliaritani nei confronti di Tuvixeddu ci sia sicuramente una maggiore sensibilità. I signori politici dovrebbero trovare delle soluzioni coraggiose. Forse di mediazioni ne sono state fatte anche troppe, ed è bene ricordare che Cualbu ha già notevolmente stravolto la morfologia del colle.
@Gio’ Oltre dieci commenti “nidificati” il sistema non consente di andare, quindi rispondo qui.
Senta, che la delibera verrà modificata l’ho già scritto in diversi commenti diversi giorni fa, non mi faccia perdere tempo però a cercare dove, la prego, si fidi.
Inoltre, se ho dato l’impressione di aver fatto una rassegna stampa non vuol dire che ho fatto una rassegna stampa. Perché ho fatto telefonate, ricevuto telefonate, incontrato persone. Su questa vicenda legata a Tuvixeddu mi sono informato. Questo non vuol dire che io abbia ragione, per carità. Vuol dire che non mi sono limitato a scrivere ciò che semplicemente sembrava dai giornali. Perché le sembra così difficile che io abbia fatto tutte queste cose?
Quanto al resto (parcheggi e tutto il resto) avremo modo di parlare. Ma qui si parla di Tuvixeddu e delle critiche di Todde, non dell’intera politica urbanistica del Comune. Altrimenti spostiamo sempre oggetto di discussione. Stiamo sulle cose.
Messaggio per Zunckbuster che si è sentito colpito da un mio commento e mi ha risposto in maniera scomposta. Ovviamente non l’ho pubblicato. Mi dispiace, ma mi sembra di avere dato prova di grande tolleranza e di capacità di accettare ogni critica. Però si rilegga quello che ha scritto e magari provi a riscriverlo senza quelle offese che sono veramente inaccettabili.
Egregio Biolchini, non posso rileggere il messaggio perché non l’ho salvato, ma ricordo bene cosa ho scritto. Il paragone che vi era formulato era ovviamente sul filo del paradosso, e mi pare che la precisazione attaccata allo stesso ne circoscrivesse adeguatamente il significato. Poi qui è casa sua e, giustamente, fa quello che vuole. Pazienza, perché tra le cose che avevo scritto c’era anche una “rivelazione” sui motivi per cui sarei l’ultima persona che può essere credibilmente arruolata dalla Nuova Sardegna, o da Mauro Lissia, o da entrambi, in una qualsivoglia campagna di fiancheggiamento a quelle che lei ritiene – legittima opinione sua – tesi non accettabili, magari con lo strumento del trolleggiamento o “trolling”. Sarebbe stato utile che tutti sapessero, anche perché lei, secondo il suo indiscutibile metro di valutazione che ultimamente non mi sembra molto sereno e distaccato, non può permettersi di rivolgere a me domande che, casomai, vanno proposte ai giornali e ai colleghi giornalisti le cui argomentazioni, e a quanto ho capito le finalità che lei sembra attribuire alla “campagna”, le hanno dato tanto fastidio. Ha proposto la sua verità, se si tratterà della verità effettuale ce lo dirà il tempo, forse la storia, dato che ho l’impressione che ancora una volta sulla vicenda Tuvixeddu non si arriverà a capo di un bel niente. Se si rilegge con calma le modalità e gli argomenti con cui mi ha affrontato, solo per averle fatto notare, molto rispettosamente, non che Mauro Lissia o Todde sono detentori della verità rivelata, bensì che non è pienamente convincente ritenere aprioristicamente che agiscano per fini diversi dalla passione per le tematiche ambientali e dall’esercizio puntuale e senza sconti del ruolo di “cane da guardia della democrazia” che compete alla stampa libera e indipendente (lei quantomeno parla ripetutamente di “pretesto per attaccare Zedda”, e non penso possa negarlo, è tutto scritto in molti suoi commenti), forse si accorgerà che, anziché agitarsi tanto, dovrebbe scusarsi.
Da come si è alterato, lei sembra quasi essere convinto che io abbia a che fare, a titolo di supporter o non so a quale titolo, coi giornalisti e con le aree della politica e dell’ambientalismo le cui prese di posizione tanto la infastidiscono. Ripeto: le garantisco che non è così, e sono pronto a dimostrarglielo in qualsiasi sede.
Tutto ciò premesso, la critica, egregio Biolchini, non riguarda il merito, su cui ognuno può legittimamente avere le sue idee, ma il metodo, veramente intollerabile e inescusabile.
E con questo la saluto veramente, per sempre. Buon proseguimento nella sua scomposta polemica. Man mano che le varie posizioni vanno precisandosi, che i vari problemi vengono ad essere focalizzati, si accorgerà che sta facendo veramente tanto rumore per nulla. O, se ha le prove di qualcosa di diverso, le tiri fuori, tutte.
Mi scusi, ma qui la discussione sta diventando surreale. Lei scrive:
“Da come si è alterato, lei sembra quasi essere convinto che io abbia a che fare, a titolo di supporter o non so a quale titolo, coi giornalisti e con le aree della politica e dell’ambientalismo le cui prese di posizione tanto la infastidiscono”.
“Io abbia a che fare”? “Io” chi? Zunkbuster? Mi perdoni, ma si rende conto (e lo dico a lei come l’ho detto prima a Giovy/Gio’) che oltre un certo limite con i nick non si può andare?
Come può pensare che io ce l’abbia con lei quando non so nemmeno chi lei sia??
Io mi sto dimostrando aperto ad ogni critica, però se volete criticare in modo così radicale la mia professionalità (e nel commento che le ho censurato, lei lo faceva) dovete quantomeno fare come Mauro Lissia: metterci il vostro nome e cognome. Veri. Altrimenti non si gioca ad armi pari.
Lei dice di essere pronto a dimostrarmi in ogni sede qualunque cosa. Bene: se vuole, mi mandi una mail e ci incontriamo. E avremo finalmente il piacere di conoscerci di persona.
Cordialità.
Egregio Biolchini, il punto era semplicemente questo. Lei rispondeva a me con addebiti il cui destinatario era evidentemente “La Nuova Sardegna”. Quello che scriveva non era neppure totalmente infondato, anzi, ho fatto notare io che il primo articolo di Lissia sulla delibera da modificare era del 1° febbraio, purtroppo ci ha messo il carico da undici e ha combinato un bel casino. Io non ho nulla a che vedere, né in termini di amicizie (anzi …) né in termini di interessi professionali (quelli politici sono inesistenti: sono un semplice elettore, a volte del PD a volte di IDV, che si è adoperato per l’elezione di Massimo Zedda credendo di fare “la cosa giusta”) con quei giornali e quei giornalisti, e su questo terrei ad essere creduto fino a prova contraria. Poi se lei vuole scrivere che sto sparando cazzate, padronissimo, ma le garantisco che le sto sparando in proprio. Quando alla questione dei nickname, mi sono occupato per la prima volta di problemi giuridici relativi alla rete oltre dieci anni fa, e potrei annoiarla con le ennesime disquisizioni di diritto alle quali rinuncio volentieri per pietà dell’uditorio. Se avremo mai modo di incontrarci personalmente, sono sicuro che rimarrà sorpreso, e forse capirà che, anche se non ci si frequenta, sono molto più amico di Massimo Zedda di quanto può apparire. “Amico” nel senso di chi ci tiene a evitare errori a una persona che stima, va da sé, non nel senso di “amighixeddu”.
Niente di personale. Cordialità.
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Osservavo come recentemente, dopo l’articolo di Giorgio Todde che ha avuto il grande merito di riportare all’attenzione di tutti gli italiani il problema di Tuvixeddu, che stava pericolosamente ridiventando un discorso chiuso tra amministratori e avvocati, nel silenzio dell’opinione pubblica , mi è capitato di leggere alcune dichiarazioni di diversi politici, in cui veniva usato un linguaggio molto simile a quello di chi tempo fa, avrebbe volentieri lasciato nelle mani di Cualbu il progetto del parco. Ho letto frasi tipo “Gli integralismi, anche istituzionali, finora non hanno portato nulla”; “si tratta di mettere fine al degrado dell’area, evitando ideologismi ed estremismi”, e ora in questo articolo di Sandro Usai linkato da ZunkBuster, trovo questa metafora “mistica” abbastanza irritante, come se chi si fosse battuto per difendere quell’area di Cagliari chiedendo una “TUTELA INTEGRALE”, avesse avuto dei deliri visionari. Vorrei ricordare a questi signori politici, che forse se non ci fossero state queste posizioni “integraliste” e “misticheggianti”, a Tuvixeddu oggi ci sarebbe il laghetto artificiale e quelle belle villette postmoderne con vista necropoli dello slogan di Coimpresa: “Tuvixeddu abitare non è mai stato così piacevole”.
Gentile Andrea, non si deve certo al signor Usai se oggi Tuvixeddu non è costruito nonostante i mezzi spropositati di Coimpresa che ha tentato ogni via.
I vari Usai di turno sono sempre stati per il compromesso che sarebbe poi stato il cemento e i mattoni. E oggi tutto sarebbe distrutto. I vari Usai sono i peggiori perché confondono la mediazione, cosa in sé augurabile, con lo stare in mezzo, cosa molto diversa. E non si schierano mai. Sono quelli che aggiustano tutto e hanno prodotto una grande rovina morale e materiale.
Intervento, riportato da Casteddu Online, di “Sandro Usai, presidente Commissione Urbanistica Comune di Cagliari” da “La Nuova Sardegna” di oggi.
Ho controllato l’elenco dei consiglieri comunali e di un “Sandro Usai” non c’è traccia. Di chi si tratta?
http://www.castedduonline.it/ultimo-minuto/non-siamo-cementificatori-ma-per-difendere-la-necropoli-e-necessaria-una-mediazione/8710
Caro Zunkbuster, le dichiarazioni di Scano sono desolanti. Non entrano nel merito. Neppure una parola. Solo un vocabolario vago e trito. La solita musica: “noi che governiamo dobbiamo mediare…”. Dipende tutto da cosa si media. Le stesse, identiche parole di Floris e delle Giunte precedenti. Insulti a chi non è d’accordo. Il presidente della commissione urbanstica che non dice neppure una parola sui progetti, parcheggi compresi.
Vede, caro Zunkbuster, personalmente ho assistito alle dichiarazioni del sindaco in campagna elettorale (provi a cercare su youtube “massimo zedda la mia cagliari ideale). Ne sentirà delle belle sui vuoti urbani e sui parcheggi sotto le mura considerati un disastro. Poi ho sentito le intenzioni attuali: tre piani di parcheggi scavato sotto le mura.
Dire che si deve trovare una soluzione mi pare un banale pleonasmo. Dire che chi non è d’accordo è un estremista, mistico e manicheo, mi pare la stessa solita solfa. In questo il consigliere Scano è in perfetta continuità con chi lo ha preceduto che, mi pare, fosse l’ingegner Tavolacci.
Quel comunicato è la classica zappa, e non solo sui piedi.
Mandare avanti il consigliere Scano mi sembra una mossa sbagliata.
I dubbi, se non si risponde nel merito restano.
E i silenziosi giovani consiglieri, salvo rare eccezioni, mi sembrano precocemente invecchiati.
Capisco chi suona il piffero per il sindaco, come il tenutario del blog, ma che almeno lo suoni intonato, con un po’ di attenzione.
Tuttavia confido ancora un cambiamento del cuore delibera: l’area di tutela deve essere come quella indicata nella proposta di legge regionale, ossia Tuvixeddu e Tuvumannu. Senza, ovviamente, i 90 milioni quasi tutti a Cualbu. Quell’area ne vale molto meno. E’ inedificabile.
Buona domenica. Le riferirò, se il tenutario lo permette, sulla mia “ispezione” a Tuvixeddu da un punto che qualche consigliere comunale definirebbe “strategico”.
Sandro Usai? Ma sono matti? L’intervento è di Andrea Scano!
Ci mancherebbe solo che la Giunta non si sfilasse dal ricorso sul vincolo minerario (che, tra l’altro, annulla la possibilità della strada nel canyon) mosso dalla Giunta precedente e da Coimpresa. Aveva già manifestato la volontà di farlo durante l’udienza e si è comportata di conseguenza. Ed è un buon segno. Un po’ conforta.
Ma la delibera comunale resta.
Continuo a sperare che si tratti di un errore di valutazione e di terminologia. E che tornino indietro.
Allora tornerebbe il sereno.
Se non ci fossero state proteste – e meno male che ci sono state – magari quella delibera costituirebbe oggi l’indirizzo condiviso anche dal Consiglio.
Sulla proposta regionale e l’obolo di 90 milioni mi pare che debba calare un velo pietoso.
Quanto costerebbe ad ettaro? Una follia. Neppure i terreni della reggia di Versailles costano tanto.
Caro Gio’, ma ancora con ‘sta delibera? La delibera verrà cambiata, lo hanno scritto i giornali quasi 20 giorni fa, qualche giorno prima che lo scrittore lanciasse il suo anatema… Ma non li legge i giornali? E faccia uno sforzo, indaghi, che alla fine l’articolo lo trova anche lei, coraggio… E l’ha letta la Lettera di Italia Nostra? Ma l’ha letta bene? Bene, bene… Due più due no?
Mauro Lissia su “La Nuova Sardegna” del 1 febbraio, vero? Ha ragione Biolchini. Però qualcuno non ha parlato di modifiche e ha difeso la delibera a spada tratta. Todde ha esagerato (e a ste storie dei parcheggi sotterranei non so quanto prestare credito) ma c’è anche qualche “fallo di reazione”, forse …
Chi ha difeso la delibera a spada tratta? Dove? La verità è che a qualcuno conveniva far credere che quella delibera era la Bibbia quando invece già si era deciso di modificarla, e questo per mettere sotto pressione l’amministrazione. Todde ha esagerato? E secondo voi perché? Ho capito, la lettera di Italia Nostra al Comune ancora non l’avete letta…
Egregio Biolchini, al netto di tutte le esagerazioni quella di Italia Nostra è una richiesta legittima, conforme al dettato della legge 241/90 e successive modificazioni. Ma lasciamo perdere questo aspetto. Non ho nulla a che fare con Soru che ho visto solo una volta in vita mia, e degli ambientalisti, tutti, tendenzialmente diffido piuttosto che sposare acriticamente le loro tesi. Ovviamente, parlo per me. Le spiego, comunque, da cosa nascono le perplessità. Nell’archivio della “Nuova Sardegna” avevo notato quell’articolo, precedente a quello di Todde. Poi, però, leggo le reazioni di qualche amministratore comunale che sembrano improntate a una difesa acritica, a parte Giovanni Dore nessuna traccia dei distinguo che anche il buon Deliperi, che certo in questa vicenda non fiancheggia Soru o Italia Nostra, ha da subito fatto. Lei capirà che anche l’osservatore più attento e neutrale può rimanerne spiazzato. La pregherei però, rispettosamente, di non prendere cappello in modo così acceso e di non commettere l’errore di confondere una momentanea convergenza di opinioni tra persone che la pensano diversamente su molte altre cose, che magari hanno anche buoni motivi per non volersi affatto bene e che certamente, almeno non tutte, non si sono consultate preventivamente prima dell’esplosione della questione sulla stampa e sul web, con qualcosa che abbia un’origine giocoforza maliziosa. Può darsi che non siamo tutti completamente informati (e sulle delicate questioni giuridiche che sono importanti a questo riguardo, in tanti avrebbero fatto meglio a stare zitti) ma non è consentito a nessuno fare insinuazioni sulla buona fede altrui, come non mi sogno di farne né sulla sua, né su quella del sindaco Zedda che al netto delle critiche è e resta, per fortuna, una persona perbene.
No, questo aspetto non lo lasciamo perdere per niente. Confronti le date di uscita di articoli e interventi, unisca i punti, faccia due più due. Ribadisco: Tuvixeddu è stato solo un pretesto per attaccare l’amministrazione Zedda e questo per avere un maggiore spazio politico sul futuro del colle. E’ tutto molto chiaro, le accuse di fare insinuazioni sulla buona fede altrui le lascio ad altri giornalisti. Più passano i giorni, più tutto è clamorosamente chiaro. Basta volerlo vedere. E si ricordi che i consiglieri comunali sui giornali parlano quando vengono intervistati. Inoltre, mi tolga la curiosità: ma della posizione di Deliperi (ben diversa da quella di Todde) lei dove lo ha letto? Chi ne ha parlato? Mi dica.
Caro Biolchini, le mancano pezzi della vicenda. E’ evidente. Ma non è colpa sua se dispone di una cronologia incompleta dei fatti. Il suo fine è di far funzionare il blog e ci riesce egregiamente. E’ una discussione interessante.
No no caro Gio’, io i pezzi ce li ho tutti, stia tranquillo. E, a differenza di altri, li ho voluti mettere bene in fila. Se lo faccia dire da uno che non ne capisce una basetta.
Caro Biolchini, le mancano pezzi, documenti che ignora. Si fidi, non si faccia travolgere dai suoi cattivi umori. Per me può continuare il suo harakiri, a me non nuoce. Questa faccenda ha retroscena, messaggi, lettere, documenti, sedute, riunioni che lei non conosce. Lei considera notizie solo le cose che legge, a loro volta incomplete e si costruisce la realtà su cose lette nei giornali. Non tutto è nei giornali e nei blog. E’ come se uno ricostruisse i fatti in base a quello che vede in televisione. Si figuri cosa ne viene fuori.
Invece è interessante – e di questo le riconosco il merito – cosa pensano i lettori del suo blog. Ne sono venuti fuori molti pareri interessanti e intelligenti.
Inoltre non sottovaluti la faccenda delle bugie dette dal sindaco in campagna elettorale su parcheggi e vuoti urbani riportate professionalmente da Lissia il quale le notizie va a cercarle e non le copia pedissequamente dai giornali.
Quello è un modo di fare giornalismo. Questo suo, non si offenda, non lo è.
Lei mette in fila cose che legge. Non mi pare granché. Blog o non blog. Copiare le notizie è tipico degli uffici stampa i quali non hanno però la pretesa di ricostruire la realtà.
Le bugie si pagano. In Italia di meno, è vero. Ma si pagano.
E vedrà che la delibera verrà cambiata nella sostanza.
Saluti cordiali.
Gentile Gio’, cerchiamo di capirci. Lei sa chi sono io, io non so chi è lei. Lei dovrebbe presumere che io (in quanto giornalista, benché sconosciuto al direttore della Nuova) abbia, sui temi che tratto con maggior frequenza, una quantità e qualità di informazioni sufficiente per non fare figuracce. Secondo lei, in questo caso di Tuvixeddu, invece non è stato così. Continuo a pensarla in diverso modo, mi dispiace.
Lei afferma poi che io non sarei a conoscenza di “retroscena, messaggi, lettere, documenti, sedute, riunioni”. Lei invece lo è? E in qualità di cosa? Di giornalista? Di politico? Di amico di giornalista e/o di politico ben informato? E’ chiaro che la risposta non mi interessa: è solo per farle capire che questo gioco è diseguale, che lei pretende un rispetto e una fiducia che non concede a me, nonostante questo blog e vent’anni di professione. Lei non può disconscere le mie credenziali senza mostrare le sue.
Questo mio modo di fare giornalismo non è giornalismo? Libero di pensarla come crede. Peraltro, non è l’unico a pensarla così. Ammetta però che tra i vantaggi di questa mia situazione c’è anche quello di non confondere Stefano Deliperi con Stefano Reloaded.
Quanto alla delibera incriminata, cosa vuole che le dica? E’ certo che verrà cambiata nella sostanza, lo dico da giorni. E lo ha perfino scritto il suo giornalista di riferimento 19 giorni fa.
Cordialità
Caro Biolchini, vede che discutere fa bene? Lei ammette che la delibera verrà cambiata perché così non sta in piedi. Mi fa piacere.
Mi scuso se sono stato frainteso. Non metto in discussioni le sue credenziali che non conosco e non dubito che non ne esistano di migliori. Mi riferivo solo a questo episodio. Lei, anziché andare a cercare notizie, intervistare, chiedere, insomma, anziché fare quello che fa un giornalista dalle origini della professione. Siè raccolto un poco di articoli qua e là e li ha messi insieme. Insomma, una rassegna stampa.
Ha trascurato però di riflettere su altri contenuti.
Lei sa quanto costano a chi le dice le bugie in campagna elettorale in paesi lontano dal nostro. E mi riferisco alle promesse sui parcheggi e sui vuoti urbani nei centri storici.
Grazie comunque per lo spazio e la sua gentilezza un po’ tignosa, ma, pur sempre, gentilezza.
Ne ha scritto sul manifesto sardo.
Senza leggere il piano proposto edi commenti sucessivi, mi sembra inportante salvaguardare una parte cosi’ importante della storia della nostra splendida isola ed in particolare della nostra magica citta’. Non ho le competenze per giudicare l’economicita’ dell’ operazione ne so quanto potrebbe servire per sanare i diritti acqusiti di chi, a torto o a ragione, attualmente è propietario dell’area.
Ricordo che, in occasione di vacanze all’estero, nei paesi che hanno dato valore al proprio patrimonio naturalistico, artistico e storico, ogni visitatore di un singolo luogo,evento o opera d’arte versava un obolo che garantiva la conservazione e la fruibilita’ di quel monumento per i sucessivi visitatori.
In Italia ed in Sardegna in particolare non abbiamo imparato ancora a difendere i nostri beni e a renderli fruibili e di richiamo per le generazioni future oltre che redditivi.
Nel particolare, pur non essendo uno storico, credo che il colle di Tuvixeddu sia la piu’ grande necropoli Punica ancora esistente.
Un Bene Culturale di dimensioni immense.
Tale bene, senza voler fare alcun commento, è oggi in mano ad un imprenditore privato, che spero non ne modifichi ulteriormente la natura(sul colle gia’ in passato si costrui’).
Voglio pensare ad una proposta positiva e che oltre che salvaguardare il bene comune garantisca gli interessi economici di chi ha investito i suoi quattrini e in piu’ possa in futuro essere fonte di lavoro e reddito per giovani operatori.
Fermo restando cio’ che non si puo’ piu’ modificare, la nascita di un parco naturalistico-storico-culturale potrebbe nascere da una joint-venture tra Enti Pubblici e Propietario.
Da studiarne le modalita’.
Al propietario potrebbe essere data una concessione sufficentemente lunga da rientrare nei costi sostenuti e tanto da guadagnarci il giusto.
Nel frattempo la gestione del parco potrebbe essere data a giovani operatori culturali scelti per competenze e merito e non con altri sistemi. Tali operatori dovrebbero poi essere rimpiazzati in tempi corretti da altri piu’ giovani gia’ formati dai precedenti ad hoc. Ai primi dovra’ essere garantita, nel momento del distacco dal proprio compito, una via di reinserimento in altra attivita’ ove possano svolgere mansioni lavorative utili ad implementare il loro apporto di conoscenza e capacita’ al servizio del tessuto socio-economico comune.
Molto bene forse mi sono dilungato tanto ma pur seguendo il Blog di Vito da tempo ed essendo un affezionato ascoltatore di Buongiorno Cagliari (ultimamente assai impegnato in altre vicende) è la prima volta che mi permetto di comparire in scena. Auguro a tutti una Buona Giornata e tante Sarfate doppie!!!
Pony49
Voglio sostenere l’ultimo intervento di giò, non ho idea di chi sia ma la penso esattamente come lui e mi ha fatto piacere leggere certe sue parole. Vorrei ricordare anche io agli amici di Cagliari che Tuvixeddu è un luogo che ha delle caratteristiche uniche perchè innanzitutto è un luogo “sacro”; un cimitero antico di 4000 anni in cui sono stati sepolti coloro che possiamo considerare gli antenati dei cagliaritani. Tuvixeddu non può essere ridotto a un parco cittadino a uso e consumo di un turismo stagionale. Su Tuvixeddu non si possono mettere i lampioni, le panchine o altre sovrastrutture di “servizio” per i visitatori. Non si possono fare strade asfaltate, aiuole o quant’altro per rendere conformisticamente “fruibile” una visita sul colle. Il valore di Tuvixeddu, il suo unico ed enorme valore, è la sua asprezza, il suo silenzio, la sua ruvidezza, il suo essere difficile e scortese. Imbellettarlo significherebbe ucciderlo. Quello che andrebbe fatto è invece cercare di riportarlo ancora più vicino, attraverso un “restauro” ambientale, a quelle sue caratteristiche di una campagna aspra, mediterranea. Ricordo quando ero bambino che a Tuvixeddu un pastore che aveva l’ovile nella villa Mulas scendeva giù col suo gregge sino alla necropoli. L’immagine delle pecore che brucano tra le tombe millenarie era sconvolgente e magnifica. Agli amministratori di Cagliari chiedo che su Tuvixeddu ci facciano tornare le pecore e che lascino in pace, nel suo silenzio Tuvixeddu. Ripulitelo, lasciate che crescano liberi i capperi, gli asparagi, le bietole o le rucole selvatiche; fateci tornare le pecore, i falchi, i gufi, i pipistrelli…non fate recinzioni, muretti, aiuole, chioschetti, biglietterie…non c’entrano nulla lo capite? abbiatene cura e basta
“L’immagine delle pecore che brucano tra le tombe millenarie era sconvolgente e magnifica”. Che anni erano, Andrea? Quando lo frequentavo io, anni ’80, scuole medie e superiori, a Tuvixeddu c’erano soprattutto tossici, prostitute e sbandati, ci viveva gente in miseria e ci bazzicavano i ragazzini come me che vivevano lì intorno. Era un luogo poco raccomandabile, anche se non mi è mai capitato nulla di pericoloso. C’era la scorciatoia dalle scuole verso la zona di via Vittorio Veneto, circolava la voce che ci fosse un maniaco, ma era una balla messa in giro per fare colpo sulle ragazze. Di cittadinanza in giro ce n’era poca, e di pecore non me ne ricordo, ma forse ero io che non le notavo.
Gentile Spigolo, era così anche il colle di San Michele. C’era il rifugio sotterraneo creato durante la prima guerra mondiale che da ragazzini di prima liceo ci divertivamo ad esplorare prima che venisse usato come deposito di stupefacenti dalla criminalità del quartiere di Is Mirrionis, e poi, erbacce incolte e discarica di carcasse di motorini rubati. Oggi è sotto i nostri occhi cosa è diventato il Colle di San Michele. Se vuoi, puoi.
Caro ZunkBuster, ci mancherebbe: concordo sul fatto che “se vuoi, puoi”. Spero di avere la sua fortuna e poter dire un giorno “Ecco cosa è diventato il parco di Tuvixeddu”. Di questo passo temo di far prima a trasformarmi anch’io in “antenato cagliaritano”…
Caro Andrea, oggi è una bella giornata e conosco un perfetto punto d’osservazione di quello che fanno dentro il parco senza infrangere nessun divieto. Ci sto per andare. Più tardi ti scriverò cosa ho visto. Ma temo che stiano sterilizzando tutto. E quelli che vogliono il parco porteranno i bambini a spasso pensando di essere in un qualsiasi squallido parco della musica. E penseranno che quei buchi per terra, i pozzi dei sepolcri punici, sono semplicemente dei buchi e che i buchi bisogna tapparli. Prima di tutto la sicurezza.
Sarebbe utile – confidando nella sensibilità di chi ci amministra – chiedere alla commissione cultura che la necropoli conservi le sue caratteristiche e che non venga addomesticata da fioriere (tra l’altro oggetto di un processo penale), lampioni, marciapiedi e tutta la robaccia che accompagna l’opera degli architetti.
Ma lei se la immagina la pur disastrata Pompei con le fioriere messe sopra i reperti romani?
Se la immagina? Credo di no.
Quindi spero di vedere oggi la necropoli rispettata e il senso di quei luoghi rispettato.
Quello è un cimitero.
Una citazione, letta oggi, che condivido del tutto:
“Il conformismo di questo blog è evidente, nel senso che si conforma con precisione ad un pensiero dominante.
Ci vuole un parco a tutti i costi. Lo vuole, dicono anche alcuni intervenuti nell’arena, “il popolo”.
Il bilioso Vito Biolchini, che ha vissuto dalla nascita senza il Parco, ora vuole il Parco, sennò si sente male. Il Sindaco vuole il Parco. Ora. Subito.
Un poco come il Pul, il piano di utilizzazione del litorale, senza il quale siamo vissuti benissimo per anni. E anche con il Pul, se all’epoca ne fossimo stati dotati, avrebbero distrutto il Poetto. C’era la fretta di spendere fondi che, dicevano, sennò avremmo perso. Ma ora, morto il Poetto, abbiamo il Pul. Che meraviglia.
La stessa necessità futuristica di essere veloci ci condurrà a un cimitero punico e romano finto. Ci sono le ruspe a Tuvixeddu per fare un parco. Stendono terra sulle sepolture. Spianano strade. Metteranno i pali della luce.
E tuto questo agli ordini di un dirigente comunale sotto processo. Lo stesso che ha partecipato ai tavoli tecnici per Tuvixeddu. Lo stesso che da anni lavorava al disegno della passata Giunta.
Però, c’è un però.
Sulle “imprese” dei sovrintendenti che hanno detto sì alle fioriere sulle tombe, sulle strade larghe come strade provinciali e sull’intero Parco c’è un Processo in corso.
Vedremo.
Non c’è nessuna fretta di avere il Parco ora e subito. C’è la fretta di fermarsi a riflettere.
L’importante è che se si apre Tuvixeddu “a gente in visita” si rispettino i luoghi, che non sembri un giardinetto pubblico, che sia fedele per quanto possibile alle origini e alla sua “forma”. Che non si chiami neppure parco perché un cimitero non può essere un parco”.
L’illegittima delibera comunale e la surreale porposta di legge regionale se ne andranno a fondo da sole everranno dimenticate ben presto. Almeno qualcosa di buono c’è in questo segmento della storia di Tuvixeddu.
Buon fine settimana.
Penso che l’Ingegner Cualbu sarebbe molto contento se questa PP di L passasse e trovasse la copertura finanziaria. Fatevi due conti. Siccome il parco è già acquisito stiamo pagando 90 m.ni di euro Tuvumannu via Is Maglias.
Vi siete bevuti tutti quanti il cervello dietro questa storia. Sveglia ragazzi tornate alla realtà, ha ragione Callaghan! Ciò che più sorprende è la qualità dei leader che suonano il flauto.
Biolchini, ma non ti senti solo in compagnia di questi scalmanati che, tra l’altro, alla prima occasione ti lapideranno … e si è già visto.
bla bla bla , tutte chiacchere! il parco a tutti i costi ” se no’ neanche i nostri figli potranno vederlo . tu la stai mettendo in politica , ma piantala !
Infatti, Giò. Sono d’accordo. Si sta seguendo sostanzialmente la linea di Maninchedda…risolvere le pretese di Cualbu attraverso l’esborso di soldi pubblici. Così guadagnerà comunque, senza neanche mettere un mattone.E’ giusto? Io non credo, a parte che 90 milioni non si trovano. Cagliari non può vivere e prosperare a spese di tutta la Regione mantenendo i suoi carrozzoni elefantiaci: e una volta l’Ente Lirico, e una volta Molentargius, e una volta Tuvixeddu…
L’unica cosa seria era il Betile…
No, la prego, il Betile no. Costi folli, progetto, le rubo l’aggettivo, elefantiaco e, oltretutto, a pochi metri dal mare, la negazione del PPR. Ma questa è un’altra faccenda.
Certo, la proposta regionale per Tvix è interessante. I 90 milioni sono improponibili e, come al solito, la proposta giacerà insieme ad altre che sono servite solo a fare un poco di rumore. Quei terreni andrebbero pagati per quello che oggi valgono a causa della bella e definitiva sentenza del Consiglio di Stato della quale qualcuno non vuole tenere conto ma che è là dov’è e ci obbliga al rispetto di quanto statuito dai giudici.
Basta attendere e quella sentenza vincerà su tutto.
Lasciateli cantare, sono italiani veri, buontenponi: boom, 90mi di eu per Cualbu? Primo avere i soldi. Poi dovranno dimostrare il valore o no? chi certificherà quanto è il prezzo di esproprio di una necropoli vincolata da illo tempore ci dirà. O pensate che il prof. Paolo – ispiratore dell’accordo – porterà di persona i valigioni nella hall del Thotel? Foto con champagne a bordo della fontana…Boh siamo in vena di surrealismo. Uras Magritte e altri. Ma un giornalista che gli fa una domanda? Come avete calcolato? Non è che avete ascoltato le telefonate intercettate tra il prof. e Cualbu? Ricordate?
questa è bella ! dopo jumbo l’elefante volante !!
Se questo DDL dovesse diventare Legge, sarebbe immediatamente abrogato “in toto” dalla Corte costituzionale per violazione dell’art. 81 ultimo comma della Costituzione della Repubblica Italiana che prevede che “ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte”. Detto in parole povere manca di copertura finanziaria, cioè comporta nuove spese e non come reperire le risorse: nuove entrate (tasse, tributi, canoni ecc..), tagli di spesa esistenti o entrambi.
Se si dovesse poi trovare la copertura finanziaria per 90 milioni di €, il secondo ostacolo sarebbe il patto di stabilità annuale. La Regione ha un limite di spesa annuale per il patto di circa 3 miliardi di € (destinato a decrescere nei prossimi anni) e per far posto 30 milioni annuali bisognerebbe tagliare altre spese. Quali? trasferimenti agli enti locali? politiche per il lavoro? assistenza alle fasce più deboli? infrastrutture e opere pubbliche? vertenze industriali (leggi lavoro)? istruzione, cultura e conoscenza? ambiente? agricoltura?
A voi la scelta, benvenuti nel mondo reale
Perché mai dovrebbe costare 90 milioni di euro? Quasi tutti all’impresa? Per fare in fretta?
E a cosa servono 90 milioni di euro? E con quali voti passa?
Intanto resta la delibera, ancora affissa all’albo pretorio del Comune di Cagliari, nella quale si legge che l’area di tutela integrale è solo quella archeologica, che si può costruire a meno di 100 metri dalla necropoli e che si deve fare quello che è scritto nel PUC.
Ossia esattamente l’opposto di quello che si legge nella propostona qui riportata. Interessante, ma votabile da pochi in Consiglio regionale, salvo non voler fare l’ennesimo regalone a Coimpresa.
C’è un’altra via, indicata da tanti anche in questo blog, che prevede un Comune forte e determinato ed espropria a prezzi inferiori l’intera area oggi giudicata inedificabile dal Consiglio di Stato e lo fa con il concorso anche economico di Mibac e Regione. Ma, ripeto, con una cifra molto, molto inferiore.
In poche parole questa proposta è di bella presenza ma è poco partica e neppure automunita.
Caro Giò, lei proprio non si fida del sindaco. Io credo di potermi ancora fidare di Massimo Zedda, anche se temo che sia un po’ testardo e decisamente malconsigliato. Ma credo che quella delibera se non sarà ritirata subirà modifiche sostanziali. Zedda non è così inavveduto da rischiare la compattezza della sua maggioranza su un punto cardine della sua campagna elettorale, né, spero, da accettare l’abbraccio mortale di PDL e Riformatori.
A quanto so io, gli unici consigli che non sta ascoltando sono quelli di Renato, Maria Antonietta, Maria Paola, Giorgio etc.
E bene fa a non ascoltarli.
Alle prossime elezioni se ne accorgerà …
Caro Zunkbuster, non posso fidarmi sinché quella delibera (in totale contrasto, ripeto, con la proposta di Legge Regionale che sostiene una soluzione opposta ossia due aree di tutela integrale: una rappresentata dal Parco archeologico e urbano attualmente perimetrati in 23 ettari e un’altra che corrisponde all’attuale area inedificata di Tuvixeddu e Tuvumannu, ottima soluzione, davvero ottima, se non fosse accompagnata dai 90 milioni che scandalosamente andrebbero in gran parte all’impresa) non verrà modificata perché impraticabile sotto ogni aspetto. Ho votato, e voterei ancora, il sindaco Zedda ma il voto non corrisponde a un atto di fede. E non mi curo della pattuglia di scherani (specie ubiquitaria a destra e sinistra e accomunata da una fisionomia inconfondibile) che vedo infestare i blog. Cerco solo di conservare un po’ di capacità critica, come, mi pare si sforzi di fare anche lei.
Saluti cordiali.
Sa caro Giò, il mio limite è lo stesso di Mauro Lissia, non so, non posso, non riesco a dubitare della buona fede di Massimo Zedda. E’ una brava persona che non traffica di certo coi palazzinari. Ma proprio certi passaggi non riesco a capirli, se al suo posto ci fosse Fantola, o un rappresentante della “vecchia sinistra”, o magari un Matteo Renzi, forse capirei. Ma c’è lui, è di SEL, abbiamo fatto “la qualunque” per farlo eleggere sindaco raccattando voti anche dov’era più difficile, ci siamo sgolati per difendere l’amministrazione dalle intemerate dei male informati che leggevano solo l’Unione Sarda, ad esempio sull’Anfiteatro. Ma su Tuvixeddu proprio non mi riesce. Qualche giorno fa discutevamo della questione con una persona molto critica su ciò che sta succedendo, trovandoci a condividere le nostre opinioni, solo che a un certo punto sono stato apostrofato con un: “Guardi che Zedda è amico SUO!”. Non fa piacere. Spero di riuscire a non cadere nel suo pessimismo cosmico. Cordialmente.
Qualcuno sa di cosa si è dibattuto ieri pomeriggio al Caesar’s all’incontro organizzato dai RossoMori? Sul loro sito non c’è ancora nessun aggiornamento.
Brevemente, al Caesar’s ieri erano presenti tutte le forze politiche che sostemgono la maggioranza e sono inteventuti tutti, compreso l’ex Deputato Maurandi dicendo di essere quasi…… un dirigente di SEL….tutti hanno convenuto sulla difesa di tutto il colle di tuvixeddu ( 120 ettari) compresi Italia Nostra e i Rapprentanti di Associazioni che lamentano l’impossibilità di farsi ascoltare dal Sindaco che hanno sotenuto……..la posizione che ha prevalso dai vari interventi è quella di ritirare la delibera e partire all’adeguamento del PUC al PPR con il convolgimento dei cittadini ele Associozioni…………Cordiali Saluti
Credo anch’io che Maurandi sia un dirigente di SEL, ma escludo che abbia sostenuto il Sindaco in campagna elettorale.
Mi sapresti dire che altre associazione erano presenti assieme a IN?
Sono intervenuti uno per che credo faccia parte si un’associazione di artigiani e una signora che credo faccia parte del social forunum…..e loro interventi erano di profonda delusione….per la politica comunale svolta finora in questi 8 mesi di governo del centro sinistra…
Sembra una marcia indietro. L’unica critica è di tipo istituzionale. Zedda è andato in una saletta del Consiglio Regionale a presentare un disegno di legge con i consiglieri della sinistra. Io personalmente, se è lecito, suggerirei al sindaco, che è votato dai cittadini anche non di sinistra, di evitare questi posizionamenti pericolosi. Io avrei preferito una via istituzionale. Per il resto il ddl sembra irrealistico. Quei soldi non si troveranno mai. La posizione di Zedda mi è sembrata fragile al fianco del ciclopico Uras. Beninteso: magari mi sbaglio e sono il solito menagramo.
Mi permetto di lasciare anche in questo blog un messaggio in cui chiedo agli amministratori e cittadini di Cagliari di immaginare il futuro di Tuvixeddu come ad una importante risorsa che va messa in relazione con quello che sta accadendo oggi nell’area del mediterraneo a causa dei cambiamenti politici che stanno sconvolgendo il nordafrica.
Abbiamo visto popoli che si sono liberati dalle dittature per chiedere la democrazia; è sicuro che nei prossimi decenni il mediterraneo sarà un’area in cui avverranno scambi economici e culturali fondamentali per tutto il pianeta. La Sardegna e Cagliari si trovano al centro di tutto questo, come un ponte ideale tra l’ Africa e l’Europa. Tuvixeddu-Tuvumannu sono la testimonianza millenaria dei rapporti che i popoli nordafricani hanno avuto con la Sardegna. Da queste basi bisognerebbe immaginare e progettare il futuro di Cagliari e dei suoi colli, e non da una semplice concezione urbanistica nella riorganizzazione di un’area verde, che dovrà essere restituita ai cittadini di Cagliari e quindi “consumata” da un turismo richiamato dalla presenza della necropoli. Più che gli archittetti o gli ingegneri forse dovrebbero essere interpellati, gli archeologi, i botanici, i geologi e gli zoologi, per la ricostruzione di quel paesaggio che per decenni ha subito gravi ferite, affinchè la morfologia di quell’area e le sue caratteristiche fauno-floristiche ritornino il più possibile vicino ai loro valori originali.
Tuvixeddu-Tuvumannu dovrebbero diventare un punto di riferimento per i popoli del mediterraneo, nostri fratelli: un monumento archeologico e ambientale dedicato alla loro, nostra cultura e spiritualità. Un luogo di elaborazione, produzione e scambi culturali recuperando gli spazi già esistenti. Un luogo che possa rappresentare attivamente il legame che innanzitutto i sardi hanno sempre avuto con le genti e le culture nord africane.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Quello che afferma Massimo Zedda qui (http://www.radiopress.it/2012/02/tuvixeddu-parla-zedda-in-tempi-brevi-adegueremo-il-puc-al-ppr-per-restituire-la-necropoli-ai-cagliaritani/) sembra essere il funerale di fatto dell’infelice delibera 1/2012. E’ evidente che la proposta di legge regionale tiene tutto “a bocce ferme” e che l’adeguamento del PUC al PPR sarebbe in evidente contraddizione con qualsiasi intendimento di far valere ultrattivamente il vecchio PUC inconciliabile col PPR e con la sentenza del Consiglio di Stato. Risultato? Se anche stavolta non abbiamo capito male, la delibera della discordia è di fatto sepolta. Conclusioni? Soviet, ti piace vincere facile eh? Ancora una volta Massimo Zedda ci arriva piano, ma ci arriva, e meno male.
La delibera ètotalmente in linea con la linea di Zedda. Soltanto chi è in mala fede può vedere il contrario.
E allora è la linea di Zedda che è sbagliata.
Questo grottesco disegno di legge è bifronte. Decide l’inedificabilità di Tuvixeddu e Tuvumannu e regala 90 milioni di euro a Coimpresa.
Irricevibile.
P.s.: approfitto dell’ospitalità per chiedere cosa è un fast parking perché ne ho sentito parlare da un consigliere comunale che lo immagina alle falde della Sella del Diavolo dove, immagino, non si possa costruire nessun parcheggio, neppure fast. Credo che il consigliere si chiami Scano. Con un fast parking sarei in ansia pensando che sia così fast che quando torno non trovo più la macchina. Chi può tranquillizzarmi?
In cambio posso assicurare che questo disegno di legge farà una fine ingloriosa.
Grazie.
Signo Ben Informato, come argomenta bene. Profondo.
Caro Zunk, con Massimo fin dalle primarie, non vinci mai facile.
Ma alla fine vinci…
Qualcuno dovrà spiegare alla gente i motivi per cui acquisiamo le aree di Tuvumannu che in quanto a paesaggio sono analoghe a molte altre della città.
50 ha di territorio, di cui effettivamente archeologici meno della metà, saranno un parco regionale con tanto di direttori, dipendenti, comitati e quant’altro di utile ai fini del mantenimento.
Tutto ciò è folle. Come se non ci fossero mille altre cose da fare e io, ma penso molti altri, non li spenderei mai in questa maniera.
Tu, magari gli altri 156.487 no…
L’alternativa ci sarebbe, ma non è molto allettante. E’ chiaro che Zedda non può proseguire sulla linea della delibera 1/2012: ci rimetterebbe politicamente la faccia, sconcerterebbe l’elettorato di sinistra, forse rischierebbe la compattezza della maggioranza. Da quello che emerge da ultimo sembra che sia pur con l’ausilio dei gruppi di CSX in Consiglio Regionale, Zedda stia cambiando, o forse precisando finalmente un po’ meglio, la propria linea.
Ora come ora è l’ipotesi più congruente rispetto alla situazione: Tuvixeddu è un patrimonio non solo cagliaritano ma dell’umanità, va salvaguardato, va messo in conto di spenderci su qualche soldarello (nessuno ha mai pensato in termini “talebani” – e a chi ha tirato fuori il termine “talebani” dico “ddu narasa a tziarua” – che la questione si potesse risolvere con riparazioni meramente simboliche nei confronti di Cualbu), occorre coinvolgere le istituzioni al di là del Comune che, anche se la situazione con Cualbu si risolvesse, come credo possa risolversi, in modo economicamente non così pesante, ha comunque problemi di dineros.
L’alternativa appunto. Cualbu non può più costruire neanche una cuccia per cani, ma i terreni in assenza di un’azione dell’amministrazione restano suoi. Chi glielo fa fare, anche non costruendo, di adottare qualsivoglia iniziativa per la conservazione e la valorizzazione del compendio archeologico? Nessuno, è un imprenditore privato, lavora per realizzare profitti come tutti gli imprenditori privati, è legittimo non faccia nulla. Si prosegue in uno scontro giudiziario che, sia pur con l’incognita di via Castelli, secondo me (nonostante i corvi del terrorismo giudiziario che hanno volato su palazzo Bacaredda in questi giorni) si risolverebbe in termini favorevoli per l’amministrazione comunale. Ma intanto la necropoli resta in abbandono, continua ad essere il dominio di “merdonas” e “prettas” (come, ahinoi, l’Anfiteatro se Farris e Palmas non ci danno il permesso di rimuovere la legnaia), magari luogo ideale per traffici illeciti al riparo da occhi indiscreti, dato che la maggior parte dei cagliaritani manco sa come arrivarci da quelle parti. Resta, comunque ed appunto, inaccessibile ai cagliaritani. Sarebbe una bella vittoria di Pirro. All’alternativa, cioè ancora cemento sul colle, non voglio manco pensarci.
In ogni caso, qualche ritorno economico ci sarebbe. Le strutture gestionali del parco consentirebbero di creare posti di lavoro. La chiusura del contenzioso con Cualbu in termini che non lascino l’impresa proprio in brache di tela salvaguarderebbe la solidità finanziaria di una realtà imprenditoriale comunque importante, col compendio di posti di lavoro. E comunque, se pensiamo che Tuvixeddu sia in senso lato un’operazione improduttiva, tentiamo di mettere il sedere sulla sedia e calcolare i ritorni in termini di turismo. Cari amici, i turisti stranieri sono potenzialmente molto più interessati alle bellezze nascoste di Cagliari di quanto si pensi, se siamo convinti del contrario forse abbiamo preso troppo sul serio le sparate alla Tremonti secondo cui “la cultura non si mangia”. Certo, anche la cultura, o meglio, l’incomparabile tradizione artistica, filosofica, ideale della Grecia classica non si mangiano, ma allora che facciamo, consentiamo senza colpo ferire che magari i finlandesi edifichino villette intorno al Partenone?
Qui parla di 30mln
ma l’ho letto di volata
http://www.liberiasinistra.it/art/2012/02/18/tuvixeddu-30-mln-per-il-parco-la-proposta-e-del-centrosinistra_903
No, sono novanta.
1. Per l’esercizio finanziario 2011, la spesa complessiva di Euro 30 milioni di cui a 23 mln di euro per le acquisizioni delle aree.
2.Per l’esercizio finanziario 2012 è autorizzata la spesa di Euro 30 milioni di cui 22 mln di euro per le acquisizioni delle aree.
3.Per l’esercizio finanziario 2013 è autorizzata la spesa di Euro 30 milioni di cui 20 mln di euro per le acquisizioni delle aree.
Ma le fonti di finanziamento? Non la dicitura “risorse statali, regionali etc.” le fonti… Il MISE ha stanziato nuovi fondi FAS? Ci sono Assi del POR FESR che possono finanziare una operazione del genere?
Ottima proposta direi, a parte il problema dei dineros. Come ho già detto, occorrerebbe verificare la possibilità di coinvolgimento dello Stato e dell’Unione Europea, o magari della stessa UNESCO molto interessata alle aree di Tuvixeddu per quanto riguarda il profilo del parco geominerario. Dobbiamo finalmente convincerci che il colle di Tuvixeddu è patrimonio dell’umanità intera. Per quanto riguarda le obiezioni sull’opportunità della spesa, non dimentichiamoci che anche Coimpresa da lavoro a parecchia gente, e che per fortuna negli interessi dell’Ing. Cualbu non rientra solo Tuvixeddu. Poter contare su una fuoriuscita soddisfacente in termini certi di questi tempi sarebbe un’ottima cosa anche per Cualbu, e del resto credo che, da persona intelligente qual’è, il suo scopo non sia tanto continuare a costruire quanto uscirne limitando al massimo perdite che in gran parte sono già messe in preventivo. A meno che non intenda ascoltare i falchi (che poi magari diventano le “colombe” di Massimo Zedda) che propongono di insistere ad oltranza in pretese giudiziariamente insostenibili (se non nelle valutazioni di “giuristi” imprudenti e spesso male informati) dalle quali si rischia di uscire con le ossa rotte.
Purtroppo, il sistema degli onorari forensi è distorto e spesso e volentieri finisce per premiare chi le cause le tira per le lunghe anziché essere realista e magari chiuderla con una transazione. Ma quando un giudice di Cagliari ha condannato un legale ritenendolo corresponsabile per fatti di lite temeraria dannosi per la controparte, il Foro si è sollevato.
Se non ho capito male, dei 90 milioni 65 sono spesi per l’acquisto o l’espropriazione di terreni e immobili. Come mai così tanti ? Sono giustificabili o sono uno sproposito ?
come sono state valutate le aree?
90 milioni di euro!
N O V A N T A M I L I O N I DI E U R O ……..scrivendolo così forse rende meglio l’idea.
Suggerisco ai proponenti di andare a discutere la proposta con gli operai che sfilano nella via Roma quasi quotidianamente.
Ma non scherziamo……
Mettiamo di parlarne con gli operai, cosa gli diresti: uso i 90 milioni di euro per commesse a favore delle imprese che stanno delocalizzando? Non puoi. Li do alle imprese che vi stanno mettendo in strada così vi pagano gli stipendi? Non puoi, aiuti di stato.
Se c’è qualcosa che in Italia può avere un minimo di ritorno anche economico, è investire in cultura. Questo a me sembra proprio un investimento in cultura.
Puoi scriverlo come vuoi 90 milioni di euro, se spesi per un parco paesaggistico archeologico sono ben spesi.
E magari fanno anche occupazione un po’ più duratura di quella portata dalle imprese che obbligano gli operai a sfilare in via Roma…
Ma castia ta bella scena!
Ceri Bancomat e Sov’et (aicci puru du pozzu scriri?),
senza la pretesa di dire qualcosa di troppo intelligente, cosa che mi riesce di rado, credo che sarebbe utile, magari non sempre ma ogni tanto, sfrondare gli interventi da inutili osservazioni apodittiche del genere “i problemi urgenti sono altri” o “tutti quei soldi per…”.
Se dovessimo sempre applicare questo criterio -quello della borsa o del bancomat spiccio-, non ci dovrebbe essere mai lo spazio per qualsiasi investimento che non si proponga una ricaduta materiale immediata.
Per come la vedo io ci sono due aspetti meritevoli di essere considerati, in ogni caso.
Il primo riguarda il dovere, sancito dalla Costituzione, di preservare i beni storici e archeologici, e con loro il retaggio e la memoria storica dei luoghi e del nostro stesso essere popolo.
Il secondo la prospettiva di aggiungere alle attrattive della città un sito che è unico al mondo e per questo è più che prezioso, inestimabile.
Se assieme a questa iniziativa si dovesse -come spero- rimettere mano prima o poi ad un progetto del genere del Betile, non necessariamente nei termini o riprendendo esattamente i progetti ipotizzati all’era Soru ma su quella via, ecco che Cagliari potrebbe realmente acquisire lo status di crocevia culturale del Mediterraneo, che non riuscirebbe a garantirci neppure un ponte aereo quotidiano di turisti ammanettati -appositamente imbullonati e scampati alla vista deprimente di Pisa- e portati ad ammirare la Sarda Metallurgia Velica.
Per fare un esempio, la città di Firenze vive da cinque o sei secoli su ciò che è stato edificato, commissionato e posto in opera in un periodo in cui gli amministratori non hanno guardato solo alla ricaduta immediata dei loro investimenti. Per restare a casi di più recente fama basterà citare, in Spagna, il Museo Guggenheim di Bilbao e la Ciutat de les Arts i les Ciències di Valencia, che hanno riposizonato quelle città nella mappa dei siti di interesse.
Ora può darsi che queste siano prospettive utopiche o sogni -but I’m not the only one…-, ma se consideriamo quanti soldi si sono investiti -buttati, anche- e per quali risultati nelle varie Cattedrali nel Deserto dell’industria in Sardegna, allora forse si può valutare anche questa iniziativa sotto un’altra luce.
Eia Neo, ma io sono d’accordo…
Perlomeno il parco non potrà andarsene dopo 20 anni così come stanno facendo tutte le grandi industrie che hanno mangiato alla grande sulla pelle dei sardi lasciandoci un mare di merda, e chissà, magari ci saranno posti di lavoro per i figli di qualche dipendente in cassa integrazione
Eggià, davero diabolico questo Zedda!
Gente, dopo una scorsa rapida mi casca l’attenzione sull’art.32:
Misure provvisorie di salvaguardia
l. Il territorio del Parco è soggetto alla tutela prevista per le zone di interesse archeologico, nonché al vincolo paesaggistico di cui…
…3. Fino all’entrata in vigore del piano del Parco sono sospesi tutti gli atti amministrativi e accordi di programma esistenti, dei quali si dovrà successivamente verificare la compatibilità con il piano del Parco.
… 4. Fino all’entrata in vigore del Piano del Parco è vietata l’edificazione e sono sospesi gli interventi edificatori eventualmente in corso dei quali si dovrà successivamente verificare la compatibilità con il piano del Parco.
Da incompetente direi “non male”, o anche “beni fattu”, ma non vorrei inimicarmi i più accaniti cacciatori dello scalpo di Zedda (il ciuffo!).
Non dimentichiamoci che provvisoriamente in Regione c’è una maggioranza di centrodestra. Secondo te che ne pensa Cappellacci di questa (ottima, a parte i costi di cui vi è da verificare la sostenibilità) proposta?
Non so davvero cosa possa pensarne il Presidente Cappellacci -dico per dire… – ma di sicuro la proposta stanerà più qualcuno.
Per esempio, quei i Sardisti che guardano “oltre gli attuali schieramenti”, che diranno di questa iniziativa?
Vorrò davvero vedere le posizioni di tutti i consiglieri regionali in proposito, non ultimi quelli che vaneggiano di Atlantidi da inventare: abbiamo un passato reale da mostrare, senza svarionare, come fai a dire di no?
p.s. puoi cancellare il precedente? è andato nel posto sbagliato..
Mah, saper prevedere dove andranno a parare i sardisti equivale a riuscire a comprendere dove sta la coerenza di Beppe Grillo. Il problema che mi ponevo, comunque, è se si riuscirà a gestire la cosa con le giuste sinergie tra Comune e Regione, dal momento che questo sembra lo sbocco del discorso accennato da Zedda. Ho il dubbio che il sindaco ci abbia ancora sorpresi e che la sia sia un’abilissima mossa per stanare viale Trento, e in questo caso ci si dovrà rimangiare molte critiche (parlo per me per primo) … staremo a vedere.
Mi sembra che questa proposta i PSd’Az li stanerà tutti: ricalca infatti quella di Maninchedda di un anno fa…..
Meglio ancora.
Allora i casi sono due: o c’è un accordo sottotraccia con Maninchedda, e la questione potrà servire da detonatore perché i sardisti rompano col centrodestra (col rischio però di polverizzare -ancora!- quello che rimane dell’esangue P.S.d’Az.), o l’accordo non c’è, ma allora “MARRANO a non votarlo, o Pisdaz!”.
Io sono convinto che Maninchedda, che proviene da ambiti politici sostanzialmente interni al PD -era nel “listino” di Soru alla precedente legislatura, prima di rompere con Egli (©Nizzi)- non abbia interesse a presentarsi alle elezioni in groppa al ronzino candidato alla sconfitta, il fantasma Cappellacci, e che quindi verso la fine del mandato si riposizionerà, evento tanto più facile quanto più Soru sarà lontano da ruoli di primissimo piano, ma anche in questo caso forse…
Neo, sei così sicuro che il problema Soru sia ancora così dirimente per Paolo Maninchedda? Ultimamente qualche segnale di fumo a Soru lo sta lanciando. Ma questo rischia seriamente di diventare un discorso esterno al PD, dato che Soru è pressato da più parti perché esca dal partito e riformi Progetto Sardegna. In ogni caso delle belle primarie plurali ci faranno solo bene: in campo Soru, Milia e un buon esponente di SEL, e magari anche stavolta vincono i vostri :).
Milia NO, ti prego NO.
Quanto a un candidato di SEL, vorrei vedere. Qualcuno ci sarà di sicuro, ma davvero non immagino chi possa essere.
P.S. lo so, ho letto sul blog di Maninchedda -che di sicuro è “persona informata sui fatti”- infatti chiudevo con la possibilità di alleanza/riposizionamento in ogni caso.
Figurarì, il guaio è che se fosse Soru contro Milia (notoriamente amici per la pelle) tra i due scelgo Soru.