Radio Londra (nonostante Er Ciccio) ci scrive:
“Dalla giunta Zedda via libera al cemento sul colle di Tuvixeddu”. Questa notizia è vera?
Stiamo parlando dell’intervento dello scrittore Giorgio Todde pubblicato ieri con grande risalto da La Nuova Sardegna, ripreso poi da Sardegna Democratica e rimbalzato un po’ dapperttutto su Facebook.
Dunque la notizia è vera? Zedda ha dato il via libera al progetto di Coimpresa?
No, la notizia non è vera. E non lo è per due motivi. Il primo è di una evidenza sconcertante. L’atto sotto accusa, cioè la delibera adottata lo scorso 11 gennaio dalla Giunta Zedda (la trovate alla fine di questo post), diventa operativa solo dopo il voto del Consiglio comunale. Senza il via libera dell’aula, la delibera semplicemente non vale nulla. Quindi al momento non c’è nessun (neanche eventuale) via libera al cemento.
Il secondo motivo è sostanziale. Che la delibera consenta che “a pochi metri dagli antichi sepolcri si potranno costruire palazzine e strade” (come riassume oggi La Nuova Sardegna) è una libera interpretazione dello scrittore Giorgio Todde. Da dove Todde desume questa verità assoluta? Dal fatto che nella delibera (molto complessa) c’è scritto anche che
il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto, compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R., senza compromettere la tutela stessa del bene e che la disciplina delle tutele dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal P.U.C.
Secondo Todde, tenere conto del Puc significa dunque dare il via libera alla cementificazione di Tuvixeddu. È una sua interpretazione, secondo me abbastanza opinabile se espressa in maniera così netta. Un conto è lanciare un’allarme, un altro non avere dubbi e scrivere senza tema di smentita “riappare il cemento a Tuvixeddu”, scatenando il panico tra gli elettori del censtrosinistra e facendo credere ai lettori de La Nuova Sardegna che a Cagliari nulla è cambiato rispetto ai tempi del centrodestra.
Allo stesso modo, Todde obietta il mancato adeguamento del Piano Urbanistico Comunale al Piano Paesaggistico Regionale. “Una procedura che non è un’opzione, è un obbligo, e che non è stata neppure avviata”, scrive, e che consentirebbe a Cagliari di essere “curata e custodita”.
Detta così, sembra che basti una firma e via. In realtà, per adeguare il Piano Urbanistico al Ppr occorrerà un lavoro lungo più di un anno, che l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau sta predisponendo. La Giunta Zedda è in ritardo con la tabella di marcia? Forse. Ma ancora non capisco come partendo da una situazione simile, si possano utilizzare toni così apocalittici sul futuro di Tuvixeddu.
Cosa non dice Todde? Che nella delibera non c’è scritto neanche una volta “Accordo di Programma”. Qualcosa vorrà dire, o no?
Cosa ignora Todde? Che la delibera (come fa notare nel suo blog il consigliere del Pd, Matteo Lecis Cocco Ortu in un post dal titolo “Sicuri che la Giunta Zedda dia il via libera al cemento?”) “in sostanza serve per riportare in capo al Sindaco, e non ai tecnici comunali (come pretendeva la Regione), le decisioni da prendere nella fase di copianificazione con Soprintendenza e Regione”.
Non solo: Todde non dice (o forse ignora) che su questa delibera c’è stato un vertice di maggioranza lo scorso 31 gennaio. Il consigliere dell’Italia dei Valori, Giovanni Dore, infatti scrive oggi sul suo profilo Facebook: “Stiamo esaminando la recente delibera della Giunta e valutando le criticità dell’intera vicenda in modo da evitare errori”. Nel senso che la delibera è sotto osservazione da settimane, e non certo per effetto della intemerata di Todde!
Ma alla fine, perché Giorgio Todde, da persona autorevole qual è, ha voluto lanciare non un allarme ma un accusa durissima alla Giunta Zedda, con valutazioni nette che travalicano il caso stesso di Tuvixeddu, e sembra non dare scampo alla nuova amministrazione?
Cagliari non cambia la pasta di cui è fatta. E forse non la cambierà mai. E’ trascorso un anno dalla sentenza del Consiglio di Stato che affermava l’inedificabilità di Tuvixeddu. E otto mesi dall’elezione del nuovo sindaco di Cagliari. In tanti abbiamo pensato che finalmente avrebbe «vinto» un’idea nuova di città. In tanti abbiamo pensato che si sarebbe realizzata un’idea di città non fondata sul cemento, che l’urbanistica avrebbe prevalso sull’edilizia, che avrebbe vinto il verde, che i viali sarebbero stati ombrosi, i centri storici restaurati e rispettati. Invece una delibera di giunta, di questa giunta, ci toglie ogni ingenua illusione.
In realtà, dietro questo articolo c’è solo la riproposizione dello scontro già avvenuto questa estate tra gli ambienti soriani e gli ambientalisti legati a Italia Nostra, e la Giunta Zedda (ricordate i miei tanto contestati post?). Todde e Italia Nostra ritengono che il sindaco Zedda stia vanificando il successo ottenuto con la sentenza del Consiglio di Stato che blocca ogni edificazione sul colle, riaprendo le trattative con i privati. In una vicenda giuridicamente molto complessa, Zedda afferma di non disconoscere quella sentenza, e punta anche a prendersi in prima persona un ruolo di mediazione con gli altri soggetti interessati, ad allungare i tempi e ad evitare di dover pagare penali da capogiro nel caso in cui qualcosa andasse storto.
Perché quella di Tuvixeddu è una partita a scacchi molto complessa, dove ogni atto prelude al successivo. Dove per recuperare anni di mosse sbagliate è necessaria una paziente azione politica e giuridica.
Ecco, a Todde e ad Italia Nostra tutto questo modo di procedere di Zedda non piace, lo ritiene un tradimento del patto elettorale. E chi è su posizioni diverse rischia di essere associato a Cualbu e a tutti i peggiori cementificatori del mondo. Da qui i toni apocalittici ed inverosimili sparati in prima pagina, che coinvolgono anche altre decisioni della giunta (cosa c’entra lo stadio? E perché opporsi al nuovo campus universitario a La Plaia?).
Infatti, Tuvixeddu a parte, avrei tante altre cose da dire sull’intervento in questione. Ma non fatemi litigare, che già Todde non mi saluta più e neanche ho capito bene il perché.
***
Deliberazione della Giunta N. 1
OGGETTO: ATTIVITA’ EX ART. 49 N.T.A. P.P.R. – LINEE DI INDIRIZZO – PROPOSTA AL CONSIGLIO COMUNALE
LA GIUNTA COMUNALE
Premesso:
che il Consiglio Comunale, con deliberazioni n° 59 del 05.11.2002 e n° 64 del 08.10.2003, rispettivamente pubblicate sul B.U.R.A.S. del 18.02.2003 e del 20.01.2004, ha approvato in via definitiva il Piano Urbanistico Comunale ed il Regolamento Edilizio;
che con deliberazione del 5 settembre 2006 n° 36/7 la Giunta Regionale ha approvato il Piano Paesaggistico Regionale, emanato con Decreto del Presidente della Regione del 07.09.2006, n° 82 e pubblicato sul BURAS del 08.09.2006;
che nelle norme di attuazione del P.P.R. suddetto, l’articolo 48 definisce le “Aree caratterizzate da edifici e manufatti di valenza storico culturale”, e che le stesse vengono distinte in “beni paesaggistici” e “beni identitari”, meglio specificati entrambi nell’allegato 3 delle Norme di Attuazione medesime;
che il successivo art. 49 detta le prescrizioni normative da applicare alle aree di cui al punto precedente prescrivendo per i beni sopracitati, sino all’adeguamento del PUC al P.P.R., una fascia “di tutela” di larghezza minima di m. 100 dal perimetro esterno del bene;
che, ai sensi dell’art. 49 sopra citato, tale fascia “di tutela”, inizialmente imposta della dimensione non inferiore ai 100 mt., deve essere analiticamente individuata e normata, d’intesa con la Regione ed il competente Ministero per i Beni e le attività Culturali (MIBAC), in sede di adeguamento del PUC al P.P.R.;
che successivamente la RAS ha approvato la Legge Regionale del 4.08.2008, n.13 con la quale oltre a chiarire quali sono i beni paesaggistici tutelati e disciplinati dal Piano Paesaggistico Regionale, stabiliva all’art. 2, per la ridefinizione delle fasce di tutela, la procedura, che si concludeva con una determinazione del Direttore Generale della Pianificazione Urbanistica della RAS, a mezzo della quale sono stati ridefiniti i perimetri cautelari dei beni paesaggistici e identitari;
che, con riferimento alla norma suddetta, sono stati costituiti appositi Tavoli Tecnici convocati per l’esame dei beni elencati nel “Mosaico” – BURAS 20 maggio 2008;
che al fine di definire, in coerenza con quanto disposto dalla L.R. n. 13/2008, le analisi relative alla delimitazione analitica ed alla disciplina di tutela delle fasce di rispetto dei Beni Paesaggisti sono state espletate le attività di studio mediante incontri di Tavoli Tecnici tenutisi tra i competenti Enti: la Regione Autonoma della Sardegna, il Comune di Cagliari, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna e la Soprintendenza per i Beni Architettonici, il Paesaggio, il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Sardegna;
che le suddette attività si sono concluse con la emanazione, da parte della R.A.S. di apposite determinazioni come previsto dall’iter dettato dalla citata L.R. n.13/2008;Atteso che restano ancora da delimitare e disciplinare alcuni beni paesaggistici ricadenti nel territorio del Comune di Cagliari per i quali si rende necessario espletare l’iter di cui all’art. 49 delle N.d.A. del P.P.R.; Atteso altresì:
che, relativamente al bene paesaggistico localizzato dal P.P.R. nel comparto Tuvixeddu- Tuvumannu e classificato come “aree caratterizzate da preesistenze con valenze storico- culturali”, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1366 del 03/03/2011, ha ritenuto legittima la individuazione disposta dalla R.A.S. su detto territorio, comparto peraltro già oggetto del verbale n° 1 del 16/101997 della Commissione Provinciale per la tutela delle bellezze naturali della Provincia di Cagliari con il quale si proponeva l’apposizione del vincolo paesaggistico ex L. 1497/39 sul comparto Tuvixeddu-Tuvumannu;
che nella stessa sentenza il Consiglio ha precisato che la “regolamentazione definitiva dell’area è rinviata ad un’intesa tra Comune, Regione e MIBAC” ai sensi dell’art. 49, secondo comma, delle N.d.A. del P.P.R.;
che la Regione Autonoma della Sardegna, con nota del 31-05-2011, in ottemperanza alla suddetta sentenza del Consiglio di Stato ha attivato, invitando i suddetti Enti interessati, le procedure indicate nel richiamato art. 49, secondo comma, delle N.d.A. del P.P.R.;Considerato che, per quanto sopra indicato, appare opportuno procedere con le attività indicate nel richiamato art. 49, secondo comma, proposte dalla R.A.S. per il bene paesaggistico riguardante il comparto Tuvixeddu-Tuvumannu e per i restanti beni ancora non disciplinati; Dato atto:
che, al fine di dare attuazione alle procedure suddette, risulta necessario partecipare ad incontri da tenersi tra il Comune, la Regione ed il MIBAC;
che con le suddette attività si determinerà la disciplina da applicare nelle fasce di tutela per i beni in argomento;
• che i rappresentanti degli Enti suddetti devono essere muniti di delega atta a esprimere le volontà dell’Amministrazione che gli stessi rappresentano;
Atteso:
che il bene paesaggistico riguardante il comparto Tuvixeddu-Tuvumannu, imposto con il Piano Paesaggistico Regionale si estende anche alle aree a contorno delle stesse così come individuate nell’allegata planimetria sotto la lettera “A”;
che per le aree comprese nel vincolo occorre valutare la compatibilità delle previsioni del PUC vigente con la disciplina dello stesso vincolo al fine di definire le relative norme di tutela integrale e condizionata;Ritenuto:
che per i beni paesaggistici di cui all’elenco denominato “Elenco dei Beni Paesaggistici Esterni al Centro Storico – Mosaico del PPR”, per i quali il P.P.R. stesso genericamente individua una fascia di tutela non inferiore ai 100 metri dal perimetro del bene, in linea di principio, si possa prevedere:
° che la fascia di tutela integrale possa essere fatta corrispondere con la superficie del bene sottoposto a vincolo ministeriale;
° che il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto, compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R., senza compromettere la tutela stessa del bene e che la disciplina delle tutele dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal P.U.C.;
che per quanto riguarda la definizione della disciplina del bene paesaggistico definito “aree caratterizzate da preesistenze con valenza storico culturale” individuato nel comparto “Tuvixeddu-Tuvumannu”, occorre tener conto degli elementi seguenti:
° i beni paesaggistici, quali la “Grotta della Vipera” ed altri per i quali sono state già completate le procedure di “copianificazione” ai sensi dell’art. 2 della L.R. 13/2008;
° le diverse classificazioni della zonizzazione urbanistica del P.U.C. presenti all’interno della perimetrazione del bene paesaggistico;
° l’individuazione puntuale delle aree effettivamente caratterizzate da preesistenze con valenza storico culturale rispetto a quelle prive di tali requisiti;Considerato:
• che, al fine di esprimere la volontà dell’Ente rappresentato negli incontri da tenersi tra il Comune, la Regione ed il MIBAC, indicati in premessa, si rende necessario fornire le linee di indirizzo per le attività riguardanti:
° i beni paesaggistici ancora da disciplinare, meglio individuati nell’elenco denominato “Elenco dei Beni Paesaggistici Esterni al Centro Storico – Mosaico del PPR”, che si allega alla presente deliberazione sotto la lettera “B” del quale costituisce parte integrante e sostanziale;
° il vincolo paesaggistico del comparto “Tuvixeddu-Tuvumannu”, come individuato nelle Tavole del Piano Paesaggistico, che lo classifica “aree caratterizzate da presistenze con valenze storico-culturali” dell’Assetto Storico Culturale
Visto il parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica espresso dal Dirigente del Servizio Pianificazione del Territorio Ing. Riccardo Castrignano, ai sensi dell’art. 49, comma 1 del T.U.E.L. (D.lgs 18.08.2000, n.267);
Con voti unanimi legalmente espressi
di proporre al Consiglio Comunale:
DELIBERA
– di dettare, per le aree individuate nella planimetria allegata sotto la lettera “A” e per le attività inerenti gli incontri da tenersi tra il Comune, la Regione ed il MIBAC, indicate in premessa, le seguenti linee di indirizzo:
per i beni paesaggistici ancora da disciplinare meglio individuati nell’elenco denominato “Elenco dei Beni Paesaggistici Esterni al Centro Storico – Mosaico del PPR”; già allegato alla presente deliberazione sotto la lettera “B”:
o che la fascia di tutela integrale possa essere fatta corrispondere con la superficie del bene sottoposto a vincolo ministeriale;
o che il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto, compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R., senza compromettere la tutela stessa del bene e che la disciplina delle tutele dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal P.U.C.;
per il bene paesaggistico riguardante il comparto “Tuvixeddu-Tuvumannu”, come individuato nelle Tavole del Piano Paesaggistico, che lo classifica “aree caratterizzate da preesistenze con valenza storico culturale” dell’Assetto Storico Culturale occorre tener conto, tra gli altri, dei seguenti elementi:
o beni paesaggistici, quali la “Grotta della Vipera” ed altri per i quali sono state già completate le procedure di “copianificazione” ai sensi dell’art. 2 della L.R. 13/2008;
o le diverse classificazioni della zonizzazione urbanistica del P.U.C. presenti all’interno della perimetrazione del bene paesaggistico;
o l’individuazione puntuale delle aree effettivamente caratterizzate da preesistenze con valenza storico-culturale rispetto a quelle prive di tali requisiti;
– di dare mandato al Sindaco per lo svolgimento delle attività inerenti gli incontri da tenersi tra il Comune, la Regione ed il MIBAC, come indicate in premessa, che per le relative funzioni operative si avvarrà del competente Servizio Pianificazione del Territorio;
– di dare atto che la presente deliberazione non comporta impegno di spesa né diminuzione di entrate;
– con voti unanimi, legalmente espressi, di dare alla presente IMMEDIATA ESEGUIBILITA’, ai sensi dell’art. 134 comma 4 del D.Lgs. n. 267/2000.
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AGGIORNAMENTI
Se volete continuare a bisticciare su Tuvixeddu fatelo qui!
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Un vincolo paesaggistico non dà luogo a risarcimento.
Gli ossessionati dall’articolo 15 del Ppr, quello che fa salve le concessioni perfezionate prima dell’entrata in vigore dello stesso Ppr, avrebbero una cocente delusione se chiedessero un’interpretazione obiettiva della sentenza del CdS che salva il colle attraverso l’applicazione dell’articolo 49 e detta le “regole” dell’intesa in fase di adeguamento del piano urbanistico comunale al nostro piano paesaggistico regionale.
Concordo con chi sostiene che la questione, sia pure complessa, non è un roveto giuridico. Ormai è chiaro.
Ma alle conclusioni qualcuno ci arriva prima e qualcuno dopo. È normale.
Dunque, gentile Vito, anche lei è d’accordo con il gruppo di Massimo Fantola. Si riparte dall’accordo di programma e tutte le vicende successive non hanno alcun valore. Nei secoli, resisterà l’accordo di programma, come la tavola delle leggi.
Ma no, non mi faccia dire cose che non ho mai detto! Vale (purtroppo) l’Accordo di Programma e vale (per fortuna) anche la sentenza del Consiglio di Stato e il Ppr, ci mancherebbe altro. Il problema è come uscire dal ginepraio in cui ci si è ficcati, senza atteggiamenti preconcetti e con la consapevolezza che i cento milioni per comprarsi tutto il colle il Consiglio regionale di questi tempi non li troverà mai. Serve una trattativa vera, non una guerra ideologica che prescinde dalla realtà. E questo vale per tutti, anche per Cualbu che deve capire che la città i suoi palazzoni non li vuole. E infatti ancora non c’è riuscito a costruirli.
E dunque, in questo sito se n’è parlato approfonditamente, vale la sentanza del Consiglio di Stato che stabilisce l’illegittimità delle autorizzazioni e delle concessioni rilasciate dopo l’entrata in vigore del PPR (24 maggio 2006). Potremmo aprire una discussione interessante sul fatto che i due brutti palazzoni oggi visibili in via Is Maglias hanno definito il loro iter autorizzativo dopo il 24 maggio 2006 e su quello che ne consegue. Ma il clima creatosi in questi post, il tono complessivo, non sono incoraggianti. Però proviamoci.
Non esiste l’ambientalismo o comunque non c’entra in questa discussione. E neppure guerre ideologiche (e di quali ideologie?). Esiste la forte necessità di chiarezza e legalità, da parte di molti dei partecipanti.
A proposito di legalità:
il PPR (lui e non io!) all’art. 15 dice qualcosa che suona come “sono fatte salve le lottizzazioni convenzionate in data antecedente all’entrata in vigore del Piano”, e penso lo dica per un chiaro e corretto atteggiamento che vorrebbe, in uno stato civile, che la retroattività non sia una caratteristiche dei nuovi disposti di legge. Ora, la lottizzazione relativa all’Accordo di Programma è antecedente al PPR, a questa sono succeduti poi il Codice Urbani e di conseguenza il PPR, ma dopo. Allora è chiaro che non è di vizio di correttezza legale che si deve parlare, bensì di operazione sgradita a tutti coloro i quali la pensano come Lei, Ma è un fatto molto diverso.
Il Consiglio di Stato poi, ha riabilitato la perimetrazione del PPR, non l’illeggittimità di procedure portate avanti alla luce del sole ed approvate da organismi di pubblica amministrazione legittimamente demandati a ciò. Solo da allora (marzo 2011) si riinizia con l’inedificabilità totale (sino a recepimento del PPR nel PUC), quindi direi che il suo post pecca di un revisionismo che spero faccia parte solo del passato della civiltà, e che la certezza del diritto, qualunque sia l’opinione sui fatti in questione, non sia un argomento in discussione, nè per Lei nè per me, nè per nessuno.
Questo, nonostante Lei sia un Addetto…
Caro Realista, vedrà che fine fa il suo articolo 15.
Realista, è sicuro di aver letto bene il PPR? Se lo ricontrolli, rischia una figuraccia … capisco che gli avvocati debbano tentarle tutte per far vincere la causa ai propri clienti, ma i giudici amministrativi “no funti scimprus”, come anche di recente dimostra la vicenda Tuerredda.
La sentenza ha dichirato illegittime tutte le autorizzazioni rilasciate a fare data dall’entrata in vigore del PPR. Si riguardi le cronologie degli atti. Realista, le sentenze non si leggono a pezzettini.
nessun ginepraio
situazione chiara
quale trattativa ?
quale valore dare ai terreni a cubatura 0?
la sentenza del consiglio di stato sancisce la mancanza di un presupposto fondamentale del diritto edificatorio quindi si pone il problema di fronte ad una eventuale acquisizione delle aree da parte dello stato , del valore da dare alle aree. ammesso che lo stato o il comune o regione siano interessati alle aree.
è sempre stato un problema di valore fondiario dal 1980 ad oggi.
potessimo in Italia applicare la legge inglese potremmo ridurre notevolmente la speculazione fondiaria nel nostro paese quindi avere un edilizia a costi più accessibili quindi cantieri veloci e costruttori e imprese con tempi di vendita notevolmente ridotti.
Sono d’accordo sul “non ginepraio”. La sentenza del CdS ha posto un punto chiaro. Ora devono adeguare il PUC al PPR e stabilire l’area di tutela integrale che deve necessariamente essee più vasta di quella della sola necropoli e catino. Sono d’accordo con il signor Anonimo. E ragionerei anche sui palazzoni già edificati: quelli non avevano maturato il titolo edificatorio definitivo.
Mi è scappata una “p” in più nella parola opposta. Però ci sta bene.
Al netto degli anonimi maleducati (quelli educati ben vengano, ovviamente) la discussione è interessante.
Un apporto utile potrebbe venire dal comunicato del 9 febbraio (ieri) dei Riformatori che sostengono la delibera contestata e parlano di ritorno all’accordo di programma.
Credo che questo rappresenti il cuore della discussione, e non altro.
“L’annosa vicenda di Tuvixeddu deve essere risolta nel rispetto delle norme di legge e degli enormi interessi che essa ha coinvolto, innanzitutto quelli dei cagliaritani. Dal 2006, data del blocco dei lavori, a oggi, la città ha subito un danno enorme, sia per la mancata fruizione del Parco Archeologico, sia per l’accumularsi degli oneri sul contenzioso. Proprio quest’ultimo, che portò alla firma dell’accordo di programma con l’enorme debito gravante sul Comune, ci impone di essere pragmatici, abbassare le armi della polemica di parte, e di fare quanto in nostro potere per spingere verso la ricerca di una soluzione. Debbono essere rigettate le strumentazioni di chi usa il cosiddetto ambientalismo estetico come una clava per affermare la politica del no a tutti i costi che, anche nei giorni scorsi , sono state usate per attaccare il Sindaco e la giunta. Per questi motivi vogliamo affermare la nostra condivisione all’impostazione della delibera 1 del 11 gennaio 2012 la quale, per quanto di non facile interpretazione, fa salve le scelte del Puc ed il richiamo all’accordo di programma in esso contenuto”. Lo dicono il capogruppo dei Riformatori sardi in Consiglio comunale, Alessio Mereu, e il coordinatore cittadino del partito, Anna Maria Busia. “Pensiamo – proseguono i due esponenti dei Riformatori – che l’accordo di programma possa essere rivisto , fatti salvi i diritti di indennizzo del privato, a favore della previsione di non edificabilità e destinazione a verde pubblico per le aree immediatamente prospicienti il Parco Archeologico- Invitiamo perciò il sindaco a muoversi senza indugi nella direzione indicata dalla delibera nella convinzione che la città abbia bisogno di quel parco , elemento straordinario per il suo sviluppo complessivo”.
A parte alcune espressioni criptiche (chissà cos’è l’ambientalismo estetico?) è chiaro che il partito di Massimo Fantola è totalmente d’accordo con le posizioni assunte dal suo ex candidato avversario che, in campagna elettorale, manteneva su Tuvixeddu una visione oppposta a quella che accetta l’edificazione del colle.
Buona lettura.
L’ambientalismo estetico è quello per cui: “assumono maggior rilievo gli aspetti legati alle sensazioni visive, fortemente soggettive, e si interviene violentemente con atti che verosimilmente avranno rilevanza penale per chi li ha emessi”. (Autore cagliaritano – XXI sec)
Così si comporta un ambientalista estetico? Nimmancu fessiri sa Bonanima de D’Annunzio!
-ebbasta coi riformatori, po cariredda!-
Questo post mi piace. Ne ho sentito di ogni:
“mezzo PD che ha i cabbasisi girati”. I sti ca**i. Mi devo preoccupare, il Pd ha i cabbasisi girati, no..dico il PD, mica cotiche. Poverini sono tutti un po de-LUSI.
“È il lavoro dell’intellettuale: cambiare il mondo con la sola forza delle parole e delle idee”. Bene, ma ad un certo punto l’intellettuale dopo che ha pensato, e parlato, tutto sudato, si sposta e arriva l’AMMINISTRATORE che deve lavorare e risolvere concretamente i problemi. Quello che deve fare Massimo Zedda.
“Todde, che alla riflessione sul rapporto tra uomo e territorio ha dedicato anni di scrittura e impegno da ben prima che a Renato Soru pungesse vaghezza di darsi alla politica? Mi auguro di no! Todde sono anni che è un opinion leader…”
Mi sono accorto di essermi perso in questi anni i contributi di un leader di tal fatta. Corro in biblioteca a recuperare il tempo perduto.
In questo capace vuotatoio si legge di tutto. Ma quelli che restano in argomento hanno capito che quella delibera ci riporta a sostenere che vale l’accordo siglato nel 2000 tra coimpresa e comune, preceduto dal risarcimento del comune a Cualbu e consistente in 38 miliardi di lire. Basta informarsi un poco. Questa è la documentata e incontrovertibile realtà. Saluti.
E certo che vale ancora l’Accordo di Programma! Purtroppo è così. Vale, vale. E da lì bisogna ricominciare. E chi dice il contrario è fuori dalla realtà dei fatti.
AGGIORNAMENTI
http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/02/09/todde-su-tuvixeddu-lha-sparata-grossa-ma-zedda-perche-non-ha-risposto-la-paura-di-farsi-dettare-la-linea-non-puo-mortificare-il-confronto/
Guardate che questo è il messaggio che in campagna elettorale è arrivato da Bari. Non è uno scherzo. Oggi assume un altro significato. Ma questo è.
“Prima ci pensavano loro. Ora tocca a noi. Faremo la festa a Tuvixeddu – dopo la vittoria, per significare il cambiamento. Lo faremo con il nostro stile elegante. Ci piace svolgere il ruolo che abbiamo deciso di assumere: liberi ecologisti di sinistra che liberano la città dall’incantesimo di un altro tempo ( con tutto il rispetto) e dalle grinfie dei grigi conservatori estremisti che non si accontentano del vincolo vecchio e vorrebbero mortificare il paesaggio con divieti che tolgono i colori alle cose, il respiro alla storia. Abbracciamo il colle e suscitiamo una nuova narrazione. Ridiamo forza al mito punico realizzando mattone dopo mattone il sogno dei cagliaritani. Sì, facciamolo con la forza dei nostri cuori, delle nostre pale e dei nostri picconi. Spalanchiamo le finestre alla vita perchè i morti non afferrino i vivi!!!!!!!! Per non restare imprigionati nel passato cimiteriale, riprendiamoci il sacro colle che troverà una nuova trama discorsiva. Sarà la metafora del progresso che esorcizza la morte. Un luogo in cui stare eretti e dove ri-edificare la sua storia millenaria. Contro le pratiche disfattiste e distorsive del maschilismo narcisista di uomini grigi e ciechi che no ci aiutano a vedere, riprendiamoci il futuro. Ridipingiamo i sepolcri di un tinta multicolore, come le bandiere della pace al vento che arriva dal Poetto. Togliamo la muffa a un luogo che ha bisogno di parlare al mondo con il linguaggio delle imprese moderne. Contaminiamoci oltre le stantie isteriche ideologie dei conservatori. Ora tocca a noi aprire le finestre alla fantasia costruttiva non disfattista e boriosa. Ora tocca a noi fare scorrere il fiume di passione che continuerà a fare crescere i valori. Solidi come muri su solide fondamenta con il migliore cemento. Ora tocca a noi”.
Ringraziamo Arianna Deidda, e contemporaneamente m delogu/agro quartese, sanna@libero.it, musicalta@libero.it, e antonello p. Il buon gusto vorrebbe che si intervenisse su uno stesso post sempre con lo stesso nick. Altrimenti ci arrabbiamo.
Mi domando che tipo di argomentazioni siano quelle addotte dal Consigliere Cocco Ortu e dal Consigliere Petrucci in visibile e comprensibile difficoltà. Forse le cose non vanno dette pubblicamente?
Possiedo sufficiente acume giuridico ( e credo lo posseggano anche i firmatari componenti della Giunta) per comprendere la delibera di cui si discute per comprendere che il Comune delibera che:
1) Il noto “Elenco dei Beni Paesaggistici Esterni al Centro Storico – Mosaico del PPR” (allegato B alla delibera) contiene anche la necropoli di Tuvixeddu.
2) che la fascia di tutela integrale possa essere fatta corrispondere con la piccola superficie del vincolo archeologico.
3)che il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto ispirandosi ai principi ispiratori del P.P.R. (ai princìpi, si badi bene, e non alle norme o agli indirizzi), senza compromettere la tutela stessa del bene ( e ci mancherebebe) e che la disciplina delle tutele dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal P.U.C. (varianti comprese e, dunque , anche l’Accordo di programma del 2000).
Servono altri chiarimenti? Non mi pare. E’ una dichiarazione lampante: l’indirizzo del Comune ai tavoli tecnici di discussione con Regione e MIBAC sosterrà che si ritorna all’Accordo di Programma e che tutto quello che è accaduto dopo (citato, ma solo citato, ampiamente nella delibera) vale poco o nulla.
In molti hanno compreso la verità nascosta nel brutto linguaggio della delibera numero 1 dell’11 gennaio.
Finita l’illusione romantica dei ragazzi di “ora tocca a noi”, peraltro dati per dispersi sul web (L'”Ideario per Cagliari” è stato disattivato, il sito Karaliscrazia animato dalla brava e bella Angela Loi non registra attività da un po’); fortunatamente fuori dal web il circolo Sergio Atzeni di SEL continua a svolgere belle attività (almeno SEL con le sue contraddizioni esiste, il PD ahimé non sembra se non quando Thomas Castangia si mette a sparare fesserie a proposito di Tuerredda). Ma le illusioni svaniscono. Quando, dopo la vittoria elettorale, sentii alcuni giovani ed entusiasti sostenitori di Massimo Zedda fare affermazioni del tipo: “Adesso abbatteremo i palazzoni di Zuncheddu e Cualbu”, mi feci delle grasse risate. Non poteva certo essere così, welcome to the real world, companeros!!! Ma non mi aspettavo che la disillusione che inevitabilmente ci sarebbe stata a fronte dell’eccesso di aspettative si tramutasse in un incubo. Certo, conoscendo i “miei polli” (vale a dire quelli di area ex PCI) mi suonava strano che da talune aree della sinistra edilizia e in odore di cualbismo (con l’apparente dissociazione dell’eterno brontolone Pubusa) venisse un appoggio entusiasmo a Massimo Zedda, colui che si sapeva aver mollato i DS ed essersi guardato bene dall’aderire al PD per radicale incompatibilità con taluni esponenti che non hanno mai rappresentato alcuna speranza di cambiamento. Ma a differenza di Vendola, ho sempre pensato che l’essere “compagni” dovesse prevalere sull’essere “amici”, e non ho mai esitato a sostenere direttamente o indirettamente anche persone che mi stavano sui cabbasisi pur di appoggiare una causa comune meritoria. Ora, purtroppo, i nodi vengono al pettine. Cambiare tutto per non cambiare niente? No, speriamo davvero che con Massimo Zedda non siamo al gattopardo, che siano solo errori di inesperienza, che abbia ragione, come credo abbia ragione, Mauro Lissia nel presumere fino a prova contraria la buona fede del sindaco. Però caro Vito Biolchini, ricordi quando all’atto della formazione della giunta Zedda lanciasti un immediato allarme sul curriculum di alcuni pur molto competenti esponenti dell’esecutivo? Allora io minimizzavo, ma avevi ragione tu, forse dovresti, dovremmo tutti, tornare a quel discorso. Dovrebbe tornarci soprattutto Massimo Zedda, e operare i necessari cambiamenti. La giustificazione ricorrente che si sente è che il Comune rischia di pagare un megarisarcimento a Cualbu … di grazia sulla base di cosa, sulla base di un accordo di programma manifestamente illegittimo perché presupponente l’edificabilità di un’area inedificabile? E non raccontatemi la favoletta che una sentenza del Consiglio di Stato non è risolutiva, sarebbe come affermare che una persona è innocente nonostante una sentenza della Cassazione ne abbia definitivamente confermato la condanna (e per quanto esistano gli errori giudiziari, almeno al cospetto della Cassazione in genere, negli ambienti “legulei” ci si inchina). Non so, sinceramente, se il sindaco controlli appieno la situazione oppure sia rimasto soggiogato dall’autorevolezza degli “esperti” della sua giunta, che peraltro o non sono mai stati messi alla prova all’atto pratico o, in passato, hanno già dato prove discutibili. Spero vivamente che se è così, con l’aiuto dell’opinione pubblica e di quanto di buono c’è all’interno del Consiglio comunale, Massimo Zedda sappia riprendere il controllo; in caso contrario, si sciolga il Consiglio e si torni alle urne, perché questa non è un era in cui l’elettore, il cittadino, può essere preso impunemente per i fondelli. E se rivincerà il centrodestra … beh, ce la siamo proprio cercata!!!!
Be’, questo è molto bello, da antologia:
“Prima ci pensavano loro. Ora tocca a noi fare la festa a tuvixeddu. Solo che noi abbiamo più stile. Ci piace svolgere il ruolo che tocca agli ecologisti di sinistra che liberano la città dalle grinfie dei conservatori estremisti che non si accontentano del vincolo ministeriale. Una nuova narrazione??? Sì Per non restare imprigionati nel passato cimiteriale, riprendiamoci il sacro colle che troverà una nuova trama In cui stare edove ri edificare la sua storia. Contro le pratiche disfattiste del maschilismo narcisista di Todde riprendiamoci il futuro. Togliamo la muffa a un luogo che ha bisogno di parlare al mondo con il linguaggio delle imprese moderne. Ora tocca a noi aprire le finestre alla fantasia costruttiva non disfattista e boriosa. Ora tocca a noi fare scorrere il fiume di passione che continuerà a edificare i valori. Ora tocca a noi”.
La fonte è insospettabile. Una perla.
La fonte, quindi chi?
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI:
L’Unione Sarda non dice una parola sullo svarione della Giunta Zedda. Allora anche i lettori di questo blog possono trarne delle deduzioni che, siccome sono certo che non ce n’è bisogno, trarranno da soli. Sul succo della delibera che ci riporta all’accordo di programma del 2000 come se nulla fosse successo si è già detto.
Sull’ottima idea proposta in un post ( allargare il vincolo indiretto con serie motivazioni sino alla sommità del colle non esplorato per ammissione della stessa trascorsa Amministrazione) sono del tutto d’accordo. Occorrerebbe una Sovrintendenza energica che non abbiamo.
Vito ma perché prendi una linea se poi non la sai argomentare e ribattere nel merito????? La delibera è un mix di svarioni tecnici gravissimi, lascia intendere un qualche accordo con GUCU e forse c’è la di qualche fellone ( un/a compagno/a che sbaglia?) che pensava di dare una mano passandola liscia. Ora balbettano spiegazioni quelli del cerchio magico zeddaio, alcuni fanno tenerezza, bla che non dicono un fico.Scivolano. Non una riga per spiegare e contraddire Todde nel merito che è una persona che dice quello che pensa e non congiura contro il sindaco. E’ autorevole e meriterebbe che gli rispondessero. Tacciono sui punti oscuri. Orsù Vito. Sollecita il sindaco a parlare, chiedigli una intervista su questo affaruccio sul quale si dibatte da 15 anni e sul quale si è espresso quando era ragazzo per la tutelaaaaaa senza se e ma . E ora? fa l’offeso? Veda di capire anche lui come stanno le cose, si guardi attorno e dia qualche scapaccione. Lui è una persona per bene e però.. non faccia finta di non capire. Il compito dei giornalismo – caro Vito – è quello di fare chiarezza e non di cloroformizzare i sentimenti di chi non accetta i compromessi puttani. Se non ti dà l’intervista Zedda chiedi a Lecis che fa finta di averci capito e chiedigli se è vero che il PUC a cui si rimanda nella DdiG non accoglie nella interezza l’Accordo di Programma sottoscritto per fare la felicità di GUCU. Salvate Zedda.
Gentile signor Realista, le vorrei chiedere se è davvero convinto che le palazzine di Cualbu servirebbero da faro per gli abitanti di via Codroipo e Via Castelli? Ma lei davvero crede questo? E lei crede pure che quella delibera sia orientata a far costruire Coimpresa allo scopo di migliorare il tenore di vita dei residenti di quelle strade? Insomma, una perfetta triangolazione da biliardo: facciamo costruire Cualbu così godranno gli abitanti di Is Mirrionis. Be’, è una magnifica soluzione. Peccato che non vada d’accordo con le sentenze e con le regole che oggi valgono per Tuvixeddu e Tuvumannu. Lei vuole verde attrezzato? Si adoperi per trasformare in parco Tuvumannu e Tuvixeddu. Mai sentito che per avere verde si costruiscono palazzi. Io ero convinto del contrario, ma forse sbagliavo. Il condominio di Coimpresa, la strada a Tuvumannu, mezzo milione di metri cubi sono per lei una cornucopia dalla quale sgorgheranno lampioni, verde, alberi e ricchezza per il quartiere. Davvero notevole.
Immagino che Lei non abbia la minima idea dei contenuti del Piano. Si sente chiaramente la Sua desuetudine a questi contenuti e l’abitudine alla previsione dell’apocalisse (Todde docet). Molto più che di Cualbu, il Piano era del Comune di Cagliari, ed avrebbe risolto un pò di grane che, invece, sono rimaste al Giovane Massimo ed alla sua Giunta. Farebbe meglio ad informarsi prima di spararle così grosse, sennò che Addetto è?
Più veloce di un proiettile!
Più potente di una locomotiva!
Capace di scavalcare i grattacieli con un balzo!
Guardate… verso Tuvixeddu!
E’ un frate elemosiniere?
E’ un munifico filantropo?
No, è Supercualbu!
Non capisco perchè a questo punto il MiBAC non fa un ulteriore passo avanti, proponendo delle prescrizioni di tutela indiretta (art 45 d.lgs 42/2004) sull’area immediantamente adiacente al vincolo diretto (che riguarda il complesso archeologico vero e proprio).
[Sempre che non l’abbia già fatto, beninteso, e io lo ignori].
Per capirci, a Torino una cosa simile l’hanno fatta nella zona circostante la Mole antonelliana proprio alla fine del 2011. Allego un articolo della Stampa che ne parla:
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/405560/
Le prescrizioni di tutela indiretta prevalgono sulle norme dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici, e sono dettate, tra l’altro, “per evitare […] che sia danneggiata la prospettiva o la luce [n.d.r. dei beni culturali immobili] o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”.
@ Beni Culturali
C’è già un’area di vincolo indiretto che lei può vedere nell’allegato della delibera sul sito del comune. Si tratta di un’area assai ridotta che, guarda caso, non contorna l’area di Coimpresa che confina direttamente con l’area di vincolo diretto. Lo può facilmente verificare. Si figuri che selva giuridica deriverebbe da una richiesta, da parte della Sovrintendenza, di ampliamento della fascia di vincolo indiretto.
C’è una strada più semplice ed è indicata tutta nella sentenza definitiva del Consiglio di Stato di cui si è animatamente discusso anche in questo blog.
L’armata felina BrancaTodde alla riscossa con una mossa grossa per celar quanto fa male e sa di sale la chiusura semestrale di un giornale!
Chi rivendica primogeniture, chi lamenta torti, chi fa finta di non capire e chi si passa. Chi dissimula, chi si nasconde dietro a un dito e chi lancia messaggi in codice. Ognuno tiene alla sua, di famiglia. Su giogu cun i’s tappus e su pistincu, per tentare di arrivare al traguardo prima degli altri. Patetico. Che ti saresti aspettato (viste le polemiche, la confusione e considerato che ognuno tira acqua al proprio mulino) che il sindaco Zedda, in prima persona, prendesse la parola per spiegare il senso e i contenuti della delibera dell’11 gennaio scorso. E invece no: c’è chi difende e chi attacca. E chi si diverte. E manco uno sfigato di giornalista a cui venga in mente di intervistare il sindaco, di porgli due o tre domandine (oppure un tentativo si è fatto e il sindaco si è sottratto?). Un unico comune denominatore, coprirsi di ridicolo. Quasi tutti. Facile finirla nella solita politichetta, nel gioco delle parti, aggiungendo confusione alla confusione. Fialette puzzolenti le chiamavamo ai nostri tempi. C’è gente che ama solo leggersi e ascoltarsi. Troppe prime donne, troppi interessi di parte, partito, club e associazione (anche bassi, bassissimi, direi infantili). E trovo anche paradossale che qualcuno abbia il coraggio di sostenere che la delibera di giunta fosse funzionale a riassegnare la responsabilità diretta al sindaco. Incredibile. Se così fosse, se questo fosse il senso della delibera, saremo dinanzi ad un plateale abuso d’ufficio. Nessuno, tanto più con una delibera, può sottrarre tali responsabilità ad un dirigente, che la legge parla molto chiaro: si chiama separazione dei poteri. Tutto può fare un organo politico tranne che avocare a sè responsabilità di altri, figuriamoci su aspetti gestionali. La legge riconosce già due precisi poteri e responsabilità ai politici (indirizzo e controllo), basta volerli esercitare, senza bisogno di rivendicarli con una delibera. Oppure si va dritti in Consiglio comunale, senza alcuna preventiva delibera, visto che il consiglio ha ben altri e più stringenti poteri (ad esempio in materia di piani territoriali ed urbanistici). Mi si vuole far credere che la delibera in questione fosse di mero indirizzo? L’ho letta e riletta, a me non pare proprio, ma chissà cosa ne pensano, da una parte, gli avvocati di Culbu, e dall’altra quelli di Italia Nostra, a seconda della convenienza. E c’è anche chi invoca l’intervento dell’ambientalista per un giudizio super partes della delibera dell’11 gennaio scorso. L’ambientalista interviene, con nome e cognome, ma dice che si è già espresso. Non è mica vero, si è espresso in passato su altri atti, ma sulla delibera in questione preferisce tacere. Poi però, subito dopo, riappare con un nickname e si esprime. Perché si tratta della stessa persona, è evidentissimo. Ecco, siamo daccapo: su giogu cun i’s tappus e su pistincu.
non ti piacerà, Fabrizio Zucca, ma su questa delibera e sull’intera procedura di puntualizzazione della pianificazione relativa a Tuvixeddu mi sono già espresso, per conto delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra:
* http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/01/28/il-comune-di-cagliari-disegna-il-futuro-di-tuvixeddu-si-ma-come/
* http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/09/16/il-sindaco-zedda-deve-gia-fare-il-compito-in-classe-su-tuvixeddu/
E non uso pseudonimi, non mi piacciono proprio. Ciao.
Stefano Deliperi
Pingback: Su Tuvixeddu ed il Gattopardo | Sebastiano Dessì | Costruiamo una città!
Analizzata più a freddo, la delibera sembra funzionale soprattutto ad avviare un percorso, e a riconsegnare al Sindaco quella responsabilità diretta che altrimenti, secondo le disposizioni della legge sulle autonomie locali, spetterebbe eminentemente ai dirigenti con la responsabilità amministrativa e tecnica. Se è così, si può ragionarne più freddamente, con la doverosa vigilanza della cittadinanza e dell’opinione pubblica; tuttavia quella cosa della possibile deroga alla fascia di rispetto dei 100 metri è piuttosto infelice ed ambigua, la giunta la corregga prima di subito, magari senza voti unanimi, ma cercando di evitare la smodata influenza che la “sinistra cualbiana”, molto influente negli ambienti giuridici, sembra aver inopinatamente recuperato.
Nota a pié di pagina: che fine ha fatto il codice etico proposto dal presidente del Consiglio Ninni Depau? Mi pare fosse piuttosto incisivo sui conflitti d’interesse, e dal momento che qua e la nel web (in particolare sul sito di Sardegna Democratica) si adombrano conflitti d’interesse da parte di qualche esponente della giunta comunale (e forse qualcuno ce n’è anche da parte di qualche consigliere), su questo occorre DEFINITIVA CHIAREZZA, anche con dimissioni o defenestrazioni se fosse necessario. Cagliari è pulita, se collaboriamo tutti …
Giorgio Todde fa parte di quel gruppo di persone, alternativo fino a un certo punto ai ceti dominanti fino a poco tempo fa, che si è costruito un suo spazio e lo vuole difendere gelosamente, senza ammettere che anche altri possano attingere alle stesse fonti. Tutto qui. Io ormai di queste persone neanche sento più il parere, dopo la fascinazione iniziale. I libri li ho letti, qualcuno era bello qualcuno no; ho sperimentato in un determinato ambito cosa vuole dire averli vicini in qualche operazione scientifica e culturale… Basta così, si custodiscano il loro fortino ma da me non avranno (eventualmente) né attenzioni, né soldi, ne… voti, per loro o per le persone che sostengono. E dire che politicamente dovremmo stare dalla stessa parte!
@Mossad
Commento molto interessante (e tema al quale sono particolarmente interessato: la rilevanza del mondo intellettuale sardo).
Lo sottoscriverei, ma non riesco a levarmi di dosso l’impressione che ci sia qualcosa di più a livello squisitamente politico.
Biolchini dice
“La valutazione politica nella quale Todde inserisce l’allarme su Tuvixeddu non è secondaria […]” ma poi non affonda il coltello. Perché si litiga?
E’ una concatenazione di motivi pratici e antropologici.
Viviamo in Sardegna, una terra dura, difficile, in qui lo spazio per emergere non basta per tutti. La ricchezza, i finanziamenti, le possibilità sono limitate e bisogna contendersele con il coltello. Se si riesce a costruire un “fortino”, talvolta anche un buon fortino (vedi i primi anni de “L’isola delle storie”), quello è il “tuo” fortino e serve a catalizzare il necessario per la sopravvivenza o per emergere sopra la mediocrità, che da noi è piuttosto generale.
Non sto dicendo che sono cattive persone, dico solo che devono conformarsi alle caratteristiche del luogo, la Sardegna, che impone di essere duri e, se serve, sprezzanti o quantomeno richiede di non concedere la propria attenzione (e quindi una legittimazione visibile a tutti) a chi, potenzialmente, potrebbe essere un “nemico”. Non inteso, naturalmente in senso personale, quanto un ostacolo all’eventuale reperimento di risorse o all’occupazione di uno spazio culturale o mediatico. Da questo punto di vista Destra e Sinistra, ma anche centro e movimenti più radicali perpetuano sostanzialmente lo stesso schema mentale, che è il problema maggiore del vivere e produrre cultura e idee politiche in Sardegna.
Ma qui si dovrebbe entrare, dolorosamente, nel merito della produzione scientifica isolana, sulla quale mi sono già espresso in passato, in alcuni miei lavori e che, a parte poche ma significative eccezioni, risulta debole, localistica (basterebbe vedere gli impianti bibliografici di molte opere), marginale nel dibattito storiografico internazionale. Tutti aspetti che non contribuiscono a far compiere un salto di qualità al panorama culturale della nostra isola, troppo autoreferenziale e schiacciato dalla fuorviante questione dell’identità. Questo lo si può notare maggiormente passando dal fronte degli studi scientifici a quello della battaglia culturale più in generale, all’interno del quale si muovono i nostri vari Todde, Soriga, Murgia, Niffoi (che proprio Soriga tempo fa aveva definito portatore del mito del “troglodita istruito”).
Dispiace un po’ usare una logica strategico militare quando si parla di cultura, ma di fatto le cose funzionano così: tale logica è quella che muove finanziamenti, rapporti fra comunità scientifiche, gestione di patrimoni culturali e musei, una logica che crea la vulgata ufficiale della storia della propria terra e muove anche ideologie politiche. Modificare in parte le posizioni in campo fa evidentemente parte di una battaglia culturale di più ampio respiro, il cui fine ultimo è la promozione di una visione dell’isola meno semplicistica e impreparata di fronte al suo esterno.
Non so se i signori di cui sopra intendono portare avanti una battaglia culturale reale o vogliano solamente consolidare il loro fortino per sostituirsi semplicemente a chi gestiva cultura e finanziamenti prima di loro. So che non mi piace tutto quello che ci sta crescendo intorno.
Di conseguenza me ne tengo bene alla larga.
E sicuramente non scriverò mai un romanzo…
@Mossad
Sì, condivido l’analisi (molto lucida). Eppure vorrei illudermi che dietro le urla di Todde ci sia qualcosa di meglio (o comunque diverso) della coltivazione dell’orticello (mi permetta una metafora meno militare, detesto le armi).
Condivisibili anche le considerazioni sulla mediazione. La situazione è terribilmente complessa e richiede soluzioni semplesse (se mi si passa la battuta, però è anche la verità).
Niente romanzi? Paura di diventare come Murgia, eh?
Cordialmente
Eh eh eh…
Ma cosa pensa, Mossad, della delibera? Metta da parte l’acrimonia e ci dica della delibera.
La penso, una volta tanto, come Biolchini: la politica è mediazione, quindi è valutare le posizioni e le esigenze di tutti, naturalmente a patto che siano con il buon senso e le normative in materia. Ergo, l’Anfiteatro lo stanno smontando, a Tuvixeddu non si costruirà e in alcuni punti garantiti dalle normative si concederà di costruire qualcosa e dovrà essere fatto in modo da non distruggere il paesaggio e le caratteristiche del sito. Nessuna colata di cemento ma purtroppo gli errori sono stati commessi prima e qualcosa occorre negoziare, anche perché altrimenti sarà ancora più dura. A Cagliari vivono e lavorano (e danno lavoro, quindi trovano voti) anche molti pescecani speculatori del cemento. Questo è un modo perché non facciano come vogliono ma siano sottoposti agli stessi doveri e usufruiscano degli stessi diritti. Non sarà molto “puro” come ragionamento ma la politica è questa.
Quanto all’acrimonia, vivo abbastanza sereno e con mille progetti da realizzare da stare anche a pensare a ‘ste paranoie.
Un po’ di rispetto, ve ne prego, come io lo uso per tutti: pescecani, e sognatori.
noto con piacere che il cattivo giornalismo a livello nazionale come regionale degli ultimi anni ha fatto capire a molte persone, che prima consideravano i quotidiani come la bibbia, il valore dell’andare alla fonte per capire le notizie. Io non voglio esprimermi sull’articolo di Todde o di Biolchini perchè onestamente non posso dire di conoscere bene l’attualità della vicenda, ma mi limiterò a fare quello che spero facciano un po’ tutti: leggere la delibera nella sua interezza e trarre le conclusioni da me (anche con ovvi limiti derivanti dal fatto che la piena comprensione di una delibera non è assolutamente semplice) e chiedendo consigli a chi magari ha più esperienza in materia.
Scusate, ma i due parcheggi, sotto la Sella e sotto Castello? Sono pulviscolo o progetti ereditati e continuati? E interrogare, dividendoli, i quartieri della città? E promettere parcheggi a ogni quartiere senza parlare dell’insieme della città? E parlare di Car sharing e contemporaneamente di grandi parcheggi vi sembra in armonia con le cose dette in campagna elettorale?
La delibera, poi, è chiara: a Tuvixeddu si può costruire. E’evidente. Basta leggere il testo. I casi sono due. O la delibera viene ritirata inautotutela oppure sarà oggetto di un ricorso molto verosimilmente vinto in partenza. Servono argomenti ulteriori? Sarà bello vedere la Giunta attuale in giudizio, come le giunte precedenti, concentrate nel difendere chi vuole costruire a Tuvixeddu?
“Anonimo” è sicuramente un avvocato. Non rientro nel merito della vicenda Tuvixeddu che è complessa, purtroppo però, qualcosa del suo ipercritico discorso in termini di comunicazione si percepisce proprio così. L’assessore Coni (peraltro un “soriano”) sta facendo una gran confusione avendo detto sul problema traffico tutto e il contrario di tutto, e il risultato è che i cittadini non ci stanno capendo una cippalippa. Il modo di impostare il piano del Poetto è apparso provinciale, ideologico, e troppo avulso dall’esigenza di considerare la spiaggia dei Cagliaritani un bene di tutta la città di cui non è necessariamente inconciliabile con la salvaguardia dell’ambiente l’utilizzo anche a fini turistico-produttivi (per intenderci, che sia rimesso ordine nei baretti, ma che diventi solo una specie di riserva indiana no …) e con troppe concessioni agli egoisti e rompipalle residenti del quartiere (quattro gatti peraltro rispetto alla globalità della cittadinanza). Insomma sembra che si faccia “a collad’e paulesu”, il Poetto in una direzione, Tuvixeddu in direzione ostinata e contraria per dirla con De André, in entrambi i casi scelte che appaiono profondamente sbagliate. Costruire su macerie l’è dura per tutti, figuriamoci per un sindaco giovane che non ha veri “amici” nella dirigenza comunale e che, forse, non si è scelto con accuratezza i principali collaboratori … però caro Massimo Zedda, non commettere lo stesso errore di Soru … quando si fa una cosa: ASCOLTARE, ASCOLTARE, ASCOLTARE!!! E non solo i residenti dei quali peraltro, se parliamo della zona di Tuvixeddu-Sant’Avendrace, non è stato tenuto gran conto (già i palazzoni Cualbu che abbiamo visto finora sono dei pugni nello stomaco).
Certo Zunk, ascoltare… Anche i residenti dei PEEP e PDZ di Via Castelli e di Via Cordroipo, che dal tanto vituperato accordo di programma avrebbero ricavato di tornare ad essere cittadini come gli altri, con accessibilità del quartiere, illuminazione pubblica, verde attrezzato. Dignità insomma, dopo il disgraziato esproprio del Comune di Cagliari per costruire un ghetto, della peggior specie, per poi abbandonarlo al suo destino ed alla sua miseria. Nessuno dei soloni che strillano il loro disappunto sulla crudele attività speculativa del palazzinaro Cualbu e sulle disgrazie riconducibili all’AdP di Tuvixeddu-Tuvumannu ha mai pensato di sottolineare questo aspetto. Forse pochi lo sanno, forse, in fin dei conti, non interessa a nessuno, siete troppo fighetti per preoccuparvi di 1500/2000 persone che vivono in condizioni disastrose all’interno di una città “civile” come la nostra. Vi potrebbe pungere vaghezza nel pensare che invece, Massimo Zedda, questa (e magari molte altre..) cosa l’abbia colta? E pensare che la gente che scrive qui, dovrebbe essere di sinistra…
Queste cose sarebbe bello sentirle dal sindaco in persona, invece sembra che il gatto gli abbia mangiato la lingua. Per non parlare dell’assessore Frau. Neanche Matteo Lecis, con tutta la sua buona fede, si è soffermato su questo aspetto. Come mai? Altro che basso profilo, qui siamo al cospetto di un’amministrazione totalmente incapace di comunicare, il che in presenza di un panorama informativo in cui, internet a parte, la fa da padrona la solita Ugnone (che tartufescamente tace su questa vicenda, mentre continua a fare allarmismo su ogni troddio che succede in città per farne risalire la responsabilità al sindaco), è gravissimo. Quanto ad essere di sinistra, se essere di sinistra significa venire a patti con stupratori di paesaggi e di beni archeologici per salvare quartieri irrecuperabili che andrebbero semplicemente abbattuti e ricostruiti (magari traslocando durevolmente a Buoncammino quelle sacche delinquenziali che tengono in scacco la tanta gente onesta che ci vive) … beh allora sono di destra!
Quanto agile perbenismo e quale faciloneria per la risoluzione di un problema socialmente grave come la (ipotizzata) mala condotta dei disederati dei ghetti: trasferirli a Buoncammino, con mirabile operazione repressiva a discapito di quella che dovrebbe essere una civile, e doverosa, opera di preventiva pianificazione urbana atta a riequilibrare il territorio… Il tutto perchè? Perchè ci sono gli “…stupratori di paesaggio e di beni archeologici…” e perchè ci sono “…quartieri irrecuperabili che andrebbero semplicemente abbattuti (!) e ricostruiti…”.
L’apocalittico Todde è in buona compagnia, spero che Zedda possa e sappia volare più alto di Voi!
Calmino eh Realista … se hai letto bene ho scritto che in quelle zone c’è tanta gente onesta, sono vittime dei delinquenti molto più di noi che di certe situazioni leggiamo dai giornali. So bene che non ci sono i soldi per una ricostruzione radicale dei ghetti (mi pare che lo stesso sindaco Zedda abbia in qualche modo introdotto la questione per i palazzacci del Favero di Sant’Elia), credo che sarebbe la soluzione migliore. Farla finita con le isole di sole case popolari isolate dal resto della città, portare servizi, negozi e attività in quartieri ripensati ex novo. Non vedo comunque il nesso tra la riqualificazione di via Castelli e la possibilità per mister Cualbu o chi per lui di costruire in deroga alla fascia di rispetto di 100 metri, davvero non lo vedo … ma leggo che il consigliere (nonché avvocato, quindi qualcosina la sa …) dell’IDV Giovanni Dore si pone qualche dubbio anche lui. Siamo fiduciosi che in corso d’opera si rimedierà a questo autentico autogol di Zedda e della sua giunta. Quanto ai delinquenti, spero non si vorrà riproporre certa stantia demagogia parolaia e radical-chic secondo cui “poverini, è tutta colpa della società” … certa gente in galera deve starci per un pezzo e non entrare e uscire come si trattasse di un albergo. Sulla sicurezza abbiamo già ceduto parecchi voti alla destra, vedasi l’elezione a Roma del disastroso Alemanno …
Sono naturalmente d’accordo sia sul fatto che creare i ghetti sia un crimine urbanistico così come su quello che chi delinque, venga da un ghetto o meno, debba pagare per quello che fa.
Ma mi preme di più un’altra Sua domanda: quale sia il nesso tra la riqualificazione dei ghetti (Via Castelli per Sua indicazione, ma c’è anche Via Codroipo nel mazzo) e la possibilità di costruire in deroga alla fascia di rispetto. Mi interessa in primis perchè ho da sempre, da quando conosco i contenuti del Piano e quelli dei pareri contrari allo stesso, la netta sensazione che si faccia in un attimo a definire il Piano un affare da palazzinari, ma non si faccia mai lo sforzo di capire (provare a conoscere…) quanti altri temi di interesse, soprattutto pubblico, lo stesso contenga. Quante grane si era cercato di risolvere, a suo tempo, con un unico grande intervento integrato. La problematica multidisciplinare che caratterizzava da sempre quel territorio, è stato il motivo che ha spinto, più di venti anni fa, la Pubblica Amministrazione a cercare sinergie (progettuali, economiche e finanziarie…) con il privato, attraverso “l’ignominioso” istituto dell’AdP. E Cualbu, a quel tempo, non c’entrava ancora niente. Ed in vent’anni e più, non credo che ci abbiano lavorato solo un manipolo di idioti.
Il metodo era quello, se non giusto diciamo almeno condivisibile, era quello che poteva aprire la strada per la vera riqualificazione del territorio in oggetto. Con l’archeologia ed il paesaggio, intatti, tutelati e valorizzati. Con lo sviluppo della parte urbana, giusto, innovativo e sostenibile, inclusa l’inversione di tendenza sul degrado sociale dei ghetti, sull’abusivismo nelle zone abbandonate al loro destino. Naturalmente, perchè il privato si rendesse utile e collaborativo alla risoluzione di tutto ciò, bisognava lasciargli lo spazio per fare quello che chiunque di noi fa nella sua vita: trovare il suo utile.
Perdoni la lungaggine ma senza questa precisazione, che credo doverosa, di che cosa si sta discutendo? Di quanto sia arrogante e speculatore Cualbu? Di quanto sia ingenuo e sprovveduto Massimo Zedda e la sua Giunta? O forse, sarebbe meglio, di quanto ha sbagliato Soru a suo tempo ad attaccare maldestramente il Piano con l’illusione di scadinarlo punto, dimenticando tutte le valenze socioeconomiche che lo stesso avrebbe potuto restituire in un processo di vera riqualificazione. Valenze che in diverse sedi hanno significato sconfitta per l’azione del nostro ex Governatore, ma sconfitta più in generale di Tuvixeddu, oggi più che mai abbandonato, inquinato, non fruibile nè per me, nè per Lei e chissà ancora per quanto, per nessuno.
Ribadisco: secondo me, Zedda e Giunta, sono molto più avanti nello studio del problema, di quanto molti di Voi non vogliano accettare. Conoscendo molti di loro, mi sembrano poco disposti a regalare niente a Cualbu, però danno l’impressione di voler fare qualcosa. Finalmente fare, non solo negare, proibire, vincolare. E lascire scorrere il degrado beandosi di aver bloccato il riccastro di turno, senza aver di fatto, risolto niente.
La chiudo così: Cagliari ha bisogno di crescere, perchè è chiaro che un problema su cosa fare di Tuvixeddu, non riesce a risolverlo. Non ne ha la forza (economica), il coraggio (delle scelte su cosa, come e quanto), la maturità (si riconduce il problema Tuvixeddu ad un fatto di appartenenza politica, che tristezza!). Lo si dica forte: non si costruisce più niente, si fa un grande parco, archeologico e naturalistico. Lo si serve con queste infrastrutture. Lo si valorizza con questi indirizzi. Lo si tutela con questi vincoli. Si risana il territorio e la sua parte sociale con queste iniziative. E si liquida il Cualbu di turno con queste risorse. Con buona pace di tutti…
Sognavo?
..ehm…mi pare d’averlo già detto…il Gruppo d’Intervento Giuridico è intervenuto più volte in proposito, ad esempio:
* http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/01/28/il-comune-di-cagliari-disegna-il-futuro-di-tuvixeddu-si-ma-come/
* http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/09/16/il-sindaco-zedda-deve-gia-fare-il-compito-in-classe-su-tuvixeddu/
Di “soriano”, poi, preferisco il gatto
Posso solo consigliare di leggere, studiare, fare gli opportuni collegamenti fra i vari aspetti di ordine giuridico rilevanti in questo caso.
Non credo proprio che una vicenda complessa come quella di Tuvixeddu sia “disegnabile” con una scure, a meno che – ancora una volta – non si voglia fare un gran bel favore ai “signori del mattone” in un momento nel quale hanno poco mercato.
Stefano Deliperi
P.S. se ho da dir qualcosa, lo faccio sottoscrivendolo 😉
Gentile Vito, purtroppo non mi ha convinto. Anche un mediocre funzionario comunale capirebbe che la ratio della delibera è ignorare il vincolo paesaggistico al quale la Giunta Soru si appellò per bloccare l’accordo di programma e che il Consiglio di Stato non ha rigettato, anzi. Trincerarsi sui cento metri e sul vincolo architettonico significa sostanzialmente dare il via libera a Cualbu. Lo dico laicamente, non per fare una denuncia, ma perché è la realta delle cose. Non sono un tifoso di nessuna parte, sono stato per lungo tempo fuori dalla Sardegna e oggi mi sembra di poter giudicare spassionatamente su diverse questioni. Forse costruire a Tuvixeddu è una cosa buona e giusta, non lo nego. La decisione della Giunta Comunale non è preoccupante o scandalosa in se quanto piuttosto perchè non è “comunicata” a dovere dal sindaco e dalla Giunta cercando di spiegarne la complessità. Perché? Di che cosa si ha paura? Che cosa si nasconde? Quale cattiva coscienza? Quando si approva una delibera come questa si convoca immediatamente una conferenza stampa e si spiega ai cittadini e agli elettori il perché. In realtà, temo, ma questa è solo una mia illazione, che gli amministratori comunali sperimentino la ruvida necessità di mediare le dichiarazioni nette ed entusiastiche della campagna elettorale con il desiderio di non prenderle da subito in testa con i poteri forti della città. Intento lodevole e più che giusto, ma che stride con la ventata di “cambiamento” radicale che ha portato sul soglio di via Roma questo giovane sindaco. Insomma, forse Todde ha ragione e non si tratta di estremismo soriano, ma piuttosto di realismo attivistico. Non so, i passaggi amministrativi sono lunghi e complicati e in ognuno di questi si può sempre aggiustare il tiro. L’impressione generale è che la giunta abbia poche idee e si faccia dettare la linea dai dirigenti del comune che, si sa, in qualsiasi amministrazione, sono continuisti e contrari ai grossi cambiamenti o alle inversioni di rotta troppo brusche. E anche questo è normale visto che hanno gestito gli indirizzi politici del passato e non vogliono andare in fuori gioco. La politica dovrebbe contare di più, anche se in giunta ci sono ben due dirigenti amministrativi. Comunque, la palla ora passa al Consiglio Comunale, in particolare alla maggioranza. La giunta si rimangerà la delibera? Forse si, forse no. Ma successivamente basterà un nuovo ricorso amministrativo per bloccare tutto. Salvo soprese….
caro vito, ho letto con attenzione te e, ieri, todde. senza entrare nel merito della vicenda tuvixeddu, credo che il merito di todde, comunque, sia stato nel sollevare la questione prima che la delibera venisse approvata. dunque, prima che fosse troppo tardi. altro elemento: lo scrittore todde ha denunciato un pericolo (presunto o reale non sta a me dirlo) che avrebbe dovuto sollevare la figura del giornalista. meglio agire ora, con tutti i correttivi del caso, piuttosto che piangere dopo! salutoni
Non saprei come definire la situazione, se surreale o metafisica. Da una parte c’è un medicoscrittore di gialli (però tradotto in russo, eh) che spara a zero sulla giunta comunale rea di coprire di cemento Tuvixeddu. Dall’altra un giornalista che gli risponde per le rime accusandolo (correttamente) di terrorismo mediatico (e ventilando: «In realtà, dietro questo articolo c’è solo la riproposizione dello scontro già avvenuto questa estate tra […]»). In tutta evidenza, nessuno dei due ha gli strumenti sufficienti per esaminare tecnicamente la delibera e si rifanno entrambi, politicamente, ad un’area progressista… che governa la città!!!!
Vista dall’esterno, sembra una bega correntizia priva di succo, non la riproposizione della lite come ventilato da Biolchini. Se l’articolo di Todde è un’enorme sciocchezza, nel merito ma soprattutto nel metodo, proprio per questo mi sentirei di imputare a Biolchini una leggera miopia (tanto per restare in tema): non sarebbe il caso di chiedere a Todde che cappero voglia dire con un attacco di questa veemenza, oppure state parlando in politichese tra di voi (e piantatela di non salutarvi… neppure un cordialmente, ajò, ché ci preoccupiamo)?
Cordialmente,
PS – Il post di Lecis è corretto nella sostanza, ma la delibera non è chiarissima (almeno per me). In ogni caso segnalare/vigilare non è mai male. Se poi lo facesse anche qualcuno che di delibere ne capisce, non solo un ottimo medico e giallista (bravissimo mi dicono, a me i gialli non piace leggerli) sarebbe anche meglio.
Stefano Deliperi, dov’è? Urge Sua presenza!!
Caro Vito, per leggere quella delibera ci vuole dedizione e tempo e un po’ di esperienza non guasterebbe. Non voglio che non ne sai, non ti sei applicato, ecco. Ti è capitato altre volte e sei dovuto cambiare discorso e scappare via. Pure di dare torto a Todde scrivi cose contradditorie. Rileggi bene. Il vincolo archeo è nulla, zero. Boh.
Caro Vito, ti leggo sempre con grande interesse e mi trovo molto spesso d’accordo con te. Accetta però un piccolo consiglio da un collega che purtroppo ha un po’ di anni in più. Siccome è la seconda volta che su Tuvixeddu toppi di brutto – ricordi la vicenda dell’arbitrato? – prima di scriverne leggi bene gli atti e se non ci capisci nulla, fa come me: chiama qualcuno e chiedigli di spiegarteli. Giorgio Todde non è un giurista ma si informa bene, per questo non fa mai figuracce. Stefano reloaded, che poi credo sia l’ottimo Deliperi – uno che ne sa davvero – ha chiarito alla perfezione come stanno le cose e stanno come ha scritto Todde. Impara (imparate) e porta a casa. In quanto ai titoli apocalittici che attribuisci alla Nuova Sardegna: caro Vito, la Nuova Sardegna si occupa della vicenda Tuvixeddu dal 1992, sono vent’anni. E’ una storia giornalisticamente “nostra” anche se negli anni, per fortuna, altri si sono accorti di quanto stava accadendo attorno alla necropoli. Quindi, come sai bene, le vicende “di bandiera” si sventolano sempre con energia, è una piccola regola del giornalismo. Il titolo poi, che qualcuno – non so tu – contesta: è preciso. Perché se è vero che la delibera deve passare in consiglio comunale, la giunta ha dato il via libera all’unanimità. Ed è, come certo tu comprendi, un dato politico importantissimo al di là di come andrà a finire. Io sono convinto, credo come te, che Massimo Zedda sia una persona perbene e che in questo caso si sia un po’ distratto. Lo capisco perché le cose di Tuvixeddu sono a dir poco complesse, infatti scivoliamo anche noi giornalisti che siamo obbligati a informarci per informare. Ma Giorgio Todde, e ancora prima io con due servizi ma senza la sua autorevolezza, ha fatto benissimo a lanciare l’allarme: certe cose vanno segnalate in tempo.
Caro Mauro, io sono d’accordo con te: innanzitutto con il linguaggio che usi e poi anche eventualmente con l’ipotesi secondo cui, se Zedda su Tuvixeddu sta sbagliando, è per ingenuità e non per dolo, perché comunque “è una persona perbene”. Io e te siamo d’accordo: ma è evidente che Todde non è d’accordo con noi.
Perché il cuore dell’intervento dello scrittore non è che Zedda sta sbagliando, ma che Zedda sta sbagliando perché è complice dei poteri forti cittadini come tutti gli amministratori di centrodestra che lo hanno preceduto! Todde rivolge un accusa gravissima a tutto il centrosinistra cagliaritano, e lo fa con un linguaggio che non può essere equivocato nella sua durezza. “Cagliari non è cambiata” dice in maniera ultimativa, apocalittica appunto.
E per dimostrarlo, aggiunge carne al fuoco: non solo Tuvixeddu, ma anche lo stadio (dove secondo me l’amministrazione si sta muovendo benissimo, in maniera diversa dal centrodestra), il caso di via Milano (controverso) e addirittura il campus universitario (qui resto veramente senza parole).
Todde inserisce dunque la vicenda di Tuvixeddu all’interno di un contesto politico chiarissimo nel quale l’amministrazione Zedda, dopo appena otto mesi, non ha scampo! Lo scrittore non si è limitato a dire “Zedda, che cazzo stai facendo?”. No: Todde dice: “Zedda sta facendo esattamente come il centrodestra. Su Tuvixeddu e su tutta la partita urbanistica”. Rileggetevi l’articolo, per cortesia.
La valutazione politica nella quale Todde inserisce l’allarme su Tuvixeddu non è secondaria, anzi, è proprio ciò che ha allarmato molti elettori di Zedda e che rende secondo me l’analisi di Todde inverosimile. Lo scrittore parte da Tuvixeddu per bocciare senza scampo questa amministrazione. È libero di farlo, per carità. Ma gli elementi che porta al suo discorso sono complessivamente improponibili e fanno di lui un lettore disattento della attuale realtà cagliaritana.
Eppoi io non penso che se la giunta cambierà la delibera dovremo chiedere scusa a Todde, ma proprio per niente. E questo per un motivo molto semplice: perché la maggioranza già da qualche settimana (e tu lo hai scritto lo scorso 1° febbraio proprio sulla Nuova) sta valutando con maggiore attenzione la delibera, senza aspettare l’anatema di Todde. Lo scrittore si sopravvaluta nella sua capacità di determinare la politica di questa amministrazione. E forse è proprio questo il problema.
Vito svegliati applicati studia. Il giornalismo è una professione che merita approfondimento delle cose di cui si parla e tu non hai letto il doc. Grave. Ti è successo altre volte e sei dovuto scappare via di corsa. Figuracce ohi ohi.Prendi una linea a sentimento e poi non la sai argomentare. La delibera è una miscela di svarioni tecnici gravi e forse c’è lo zampone di qualche inquinatore che pensava di dare una mano a Gu. Balbettano spiegazioni quelli del cerchio magico zeddiano, alcuni fanno tenerezza. Ma non hanno scritto una riga per spiegare e contraddire Todde nel merito che è una persona seria e dice quello che pensa e non fa politica per congiurare contro il sindaco. E’ autorevole e meriterebbe che gli rispondessero. E invece? tacciono sui punti oscuri richimati in questo utile sito. Utile caro Vito ( ah se ti applicassi come dice Mauro al quale mando privatamente questo post). Sollecita il sindaco a parlare, chiedigli una intervista su questo affaruccio sul quale si dibatte da 15 anni e sul quale si è espresso quando era ragazzo per la massimaaaaa tutelaaaaaa. E ora? Non replica e fa l’offeso? Veda di capire anche lui come stanno le cose, si guardi attorno e dia qualche scapaccione.E poi risponda. Lui è una persona per bene e però.. non faccia finta di non capire..Anche Monti ha dovuto rimediare a qualche scivolone, a qualche conflitto di interessi di cui non è elegante parlare. Insomma il compito dei giornalismo – caro Vito – è quello di fare chiarezza e non di anestetizzare i cuori e le teste di chi si batte per un mondo appena migliore. Anche su Malfatano dicevano che erano tutte balle, voglia di protagonismo di Todde e amici, giuristi, urbanisti,scrittori. E invece leggetevi la sentenza del Tar senza fare finta finta di capire e casomai telefonate a un avvocato e fatevi spiegare.
Purtroppo il contenuto di quella delibera, firmata all’unanimità dalla giunta compreso il sindaco, è inequivocabile. io volevo solo segnalarti il tuo errore, commesso nel momento in cui hai smentito il pericolo che aprisse al cemento su tuvixeddu. ti confermo che fino a prova contraria considero massimo zedda una persona perbene, ma allo stesso tempo sono convinto che chiunque eserciti un qualche ruolo di potere – e lui fa il sindaco di cagliari – debba sottostare al controllo della stampa. se i cronisti devono occuparsi col maggior rigore possibile di dare ai lettori informazioni corrette ed equilibrate, todde è un intellettuale impegnato da molti anni nella difesa del paesaggio, dell’ambiente e della bellezza. fidati vito: lo fa senza interessi personali, non appartiene ad alcuna corrente politica, non è uomo di nessuno tranne che di se stesso. collabora da anni con la nuova sardegna, lo fa gratis e in piena libertà come tutti gli altri scrittori – veri, presunti e presuntuosi – che sulla nuova commentano cose e fatti. lui non ha alcun obbligo di restare ai fatti ma proprio quello di stimolare il dibattito sui temi che è chiamato a lanciare. l’ha fatto anche stavolta partendo da una realtà inoppugnabile: il contenuto di quella delibera. poi ne ha tratto un’indicazione generale, allargando la denuncia ad altre opere in cui la giunta zedda dovrà cimentarsi. francamente non vedo dove sia lo scandalo. un’amministrazione democratica ha bisogno di persone serie e autorevoli che vigilino e denuncino il rischio di errori. todde non ha lanciato alcun anatema, si è limitato a svolgere il proprio ruolo da uomo libero e siccome lo conosco se si accorgerà di aver sbagliato sarà pronto a correggere il tiro. zedda e la sua giunta meritano fiducia ma nessuno può chiedere cambiali in bianco: la città è di tutti i cittadini, quasi due decenni di governi legati ai costruttori e all’editoria massonica ci impongono attenzione. se parliamo di stadio, solo gli sprovveduti non sanno che parliamo delle aree libere che si trovano attorno. se parliamo di campus universitario sappiamo bene, spero non solo io e te, chi sono gli operatori interessati a realizzarlo e perché. se parliamo di porto, sappiamo bene che la partita degli affari che giocheranno le famiglie cagliaritane che contano riguarda proprio il lungomare storico e dunque il piano regolatore elaborato a suo tempo da un’ammucchiata quadripartisan con dentro insospettabili leader della cosiddetta sinistra. vogliamo dare un’occhiata alla spartizione dei palazzi che ricadono su via Roma, sui piccoli edifici della marina acquistati per due soldi dai soliti noti in attesa che nasca la “grande piazza sul mare”, coi traghetti mandati a macchiareddu e la progressiva, oscena, riminizzazione del porto un tempo romano? allora caro vito: il buon massimo zedda, con paolo frau e altri bravi assessori ci hanno promesso una città che non giri alla velocità delle betoniere, una cagliari ecologica, pulita dentro e fuori, irrispettosa dei monopòli culturali e dello spettacolo, aperta ai contributi di chi non vive nel tuorlo d’uovo del potere finanziario. lasciamo che questa giunta lavori per questi e altri obiettivi, col tempo che serve. la fiducia resta ma resta forte anche la vigilanza: i giornalisti esistono per questo e gli intellettuali aiutano e aiutano molto a leggere la realtà. grazie all’impegno di pochi cronisti, ecologisti e persone sensibili al bello è stato possibile salvare tuvixeddu dal disastro di un’edificazione mostruosa, appena ieri italia nostra di maria paola morittu e di todde – ma anche l’impegno decennale di stefano deliperi -. hanno fermato la cancellazione di tuerredda e di malfatano. non stiamo parlando di invasati che gridano al lupo e cercano bersagli da colpire. è gente che guarda le cose, ne riconosce il valore e cerca di difenderle. se zedda ha sbagliato in buona fede, come io mi ostino a pensare fino a prova contraria, è in tempo a correggersi. altrimenti caro vito, malgrado la precoce dipartita di sardegna24 che doveva insegnare il giornalismo libero a noi che lo pratichiamo da qualche anno, sa che cosa lo aspetta.
Riassumo il sottotesto di questo intervento di Lissia:
– O pischellino, non vali nulla in confronto a me perché no fiasta mancu nasciu quando ho iniziato a fare il giornalista.
– L’uscita di Todde è stata fatta sui dati che gli ho dati io coi miei consulenti, quindi no ti permittasa mai in sa vida di metterle in dubbio.
– Siccome della stessa opinione è Stefano reloaded, piga, porta a domu e cittirì.
– Siccome la storia su Tuvixeddu l’ho inventata io, faccio i titoli che mi pare.
– For zedda is an honorable man, ma d’anti intortau.
– L’intervento di Todde era stato preparato da due miei articoli ineccepibili quindi il suo allarme era più che giustificato. Da me.
La frase finale, però toppa. Lissia infatti dice “Todde ha fatto benissimo a lanciare l’allarme”. Quindi era solo un allarme, una paura, una puntura di vaghezza. Smentendo con questa frase la notizia che lancia Todde che Zedda abbia deciso di colare cemento a muntonisi attorno alla necropoli.
Questa traduzione è simpatica e mi ha fatto sorridere. purtroppo è un po’ troppo personale, nel senso che non corrisponde in alcun modo al contenuto del mio piccolo contributo. comunque grazie lo stesso per l’impegno.
Così Mauro Lissia sul blog di Matteo Lecis:
“per sapere chi ha ragione basterà attendere il testo che andrà al consiglio comunale. così, a occhio e croce, direi che sarà modificato. perchè così com’è rappresenta, esattamente come ha scritto todde, un’apertura alla cementificazione del colle. certo, c’è la sovrintendenza. ma quello lanciato da todde mi sembra un allarme più che giustificato. semmai non sono convinto – ma ho informazioni in questo senso – che la giunta abbia firmato quel testo nella piena consapevolezza di quello che significa: l’argomento è complesso, molto complesso. per trattarne bisogna aver studiato a lungo le carte e conoscere la storia di questa vicenda. c’è chi l’ha fatto e chi no. siccome è una giunta giovane – e credo onesta – propendo per l’errore e non per il dolo. ma appunto: vediamo in testo che andrà in aula e poi valuteremo. perché se sarà diverso saranno in tanti a dover chiedere scusa a giorgio todde e a maria paola morittu.”
replico con una previsione: diranno che abbiamo capito male noi toddiani. il consiglio correggerà dicendo che prima si adegua il ppr. proveranno a non contraddirsi. hanno capito che butta male. ma le cippe ciappe non ammetterano la scivolatona. grave con tutti isoldi che si prendono. ma chi sono i consulenti di maxZ?- possibile che non ci sia una che gli legge le delibere? uno fuori dai giri insospettabile- un giusurbanista non giuslavorista- servirebbe un’altra narrazione- per dirla con niki…
Ci sono anche i Toddiani!
Aggittoriuuuu….
Su questo punto dei toddiani concordo. Da evitare. Un orrore.
Spero che ci sia un chiarimento definitivo perché, nonostante le gentili precisazioni di Matteo Lecis Cocco Ortu (che personalmente, pur avendo dato la preferenza a un altro candidato, considero uno dei migliori nel gruppo consiliare del PD), non sono ancora del tutto convinto, e dopo tutto quello che si è detto e che sappiamo a proposito di Sardegna 24, Sardegna Democratica, ambientalisti “soriani” (oggettivamente irritanti) etc. etc. etc., non vorrei davvero dover rivalutare il buon Renato Soru. Per la serie “Meglio Soru che male accompagnato”, come a volte sembra essere il sindaco Zedda.
Caro Zunkbuster, si procuri un’interpretazione atentica della delibera e vedrà che il succo consiste proprio nel ridurre l’area di tutela alla sola area archeologica e nel permettere di costruire accanto. Tutto qui.
Si può non essere d’accordo sulla casa dello studente, sullo stadio smontato a moduli (cioè abbattuto) e poi ricostruito, sui parcheggi al Poetto e alla Sella.
Ma questa delibera è di una chiarezza tale che questa discussione non si dovrebbe neppure tenere. Però discutere male non fa. Saluti cordiali.
La Giunta, con questa delibera, sta dando mandato al Sindaco (col supporto degli uffici comunali competenti) di rappresentare il Comune nell’intesa con Regione e MIBAC sulla regolamentazione definitiva dell’area di Tuvixeddu-Tuvumannu oltre che dei “Beni Paesaggistici Esterni al Centro Storico” elencati nell’allegato B e fornisce le linee di indirizzo che dovranno essere seguite dai rappresentanti dell’Amministrazione.
Il consigliere Lecis Cocco Ortu, al quale mi rivolgo ringraziandolo essendo l’unico amministratore intervenuto nel dibattito pubblico, enfatizza il fatto che la delibera “in sostanza serve per riportare in capo al Sindaco, e non ai tecnici comunali (come pretendeva la Regione), le decisioni da prendere nella fase di copianificazione con Soprintendenza e Regione”. Cosa significa? Che gli uffici sono fuori controllo e che non sarebbero bastate le linee di indirizzo che la parte politica avrebbe comunque dovuto dare loro? Non credo. Il succo della delibera non sta lì.
Il succo della delibera sta proprio nelle linee di indirizzo.
Sempre il consigliere Lecis Cocco Ortu, nel suo commento qui sotto, ci spiega quali sarebbero le parti della delibera che riguardano Tuvixeddu-Tuvumannu e afferma che “la riduzione rispetto ai 100 metri di cui molti parlano è invece riferita ai beni puntuali per i quali ancora non era concluso l’iter di copianificazione”. Tali beni sono inseriti nell’allegato B della delibera (http://matteoleciscoccoortu.files.wordpress.com/2012/02/allegato-b.pdf).
Noto che al punto 13 dell’elenco c’è la necropoli di Tuvixeddu. Mi pare, ad occhio, che ci sia qualcosa che non torna: la delibera vuole differenziare tra quelle che sono le linee di indirizzo per il comparto Tuvixeddu-Tuvumannu e quelle per i “beni puntuali”, ma, per questi, cita un elenco in cui è compresa la necropoli (per la quale, quindi, parrebbero valere anche le indicazioni fornite per i “beni puntuali”). Com’è che si spiega?
A parte questo aspetto, che a me appare incongruente, resta comunque il fatto che quando la delibera detta le linee di indirizzo per il comparto Tuvixeddu-Tuvumannu, dice che occorre tener conto delle “diverse classificazioni della zonizzazione urbanistica del P.U.C. presenti all’interno della perimetrazione del bene paesaggistico”. Cioè, in parole povere, dell’Accordo di Programma.
Perché, Vito, non serve che nella delibera ci sia scritto “Accordo di Programma”. Basta e avanza scrivere “P.U.C.”.
Infatti nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.U.C., all’art. 58 “QN12 TUVIXEDDU, SA DUCHESSA”, sta scritto che: “Il PUC recepisce le prescrizioni del Programma Integrato d’Area CA 17 “Sistema dei Colli”, relativo al Parco Archeologico di Tuvixeddu, e del Piano Attuativo allegato all’Accordo di Programma ratificato dal consiglio Comunale con deliberazione n° 114 del 10.10.2000.”
Todde ha fatto il suo lavoro da persona impegnata nella tutela ambientale: mettere le mani avanti. Ha poi, forse, ecceduto nel trarre le conclusioni, mettendo assieme anche cose incomprensibili, per me, come la costruzione della casa dello studente. Questo eccesso penso sia dovuto al fatto che siamo di fronte a una giunta di sinistra, dalla quale ci si aspetta un “di più” rispetto a questi temi, un coraggio maggiore.
Certo, hai ragione, in fin dei conti che differenza c’è tra 1000 e 280 camere per gli studenti? Pochi metri cubi!
É solo la foga che ha impedito al Dott. Todde di pesare le parole.
A Tuvixeddu invece, nonostane la distanza di oltre 150 m ed una collina che separa orograficamente la necropoli dalla zona delle abitazioni, si parla di “costruire a ridosso delle tombe”.
Ma la quantità è un fatto secondario, la si può adattare all’indirizzo che si vuol dare alle parole.
A prescindere da chi possa aver ragione, un pò di obiettività non guasterebbe. Anche nei blog
La quantità è un fatto primario. Infatti i 1000 o 280 (si riferisce al primo lotto?) sono posti letto e non camere. Ma sul Campus ho detto di non riuscire a seguire il ragionamento di Todde e quindi non riesco a capire nemmeno la sua replica.
Su Tuvixeddu il problema è l’approccio rinunciatario che traspare dalla delibera. Al tavolo dell’intesa per la regolamentazione definitiva dell’area, il Comune come vuole arrivarci? Facendo valere, quanto più possibile, il vantaggio della sentenza del CDS nella prospettiva di un’auspicabile revisione dell’Accordo di Programma o ripartendo da quest’ultimo? Come dice Deliperi: “la partita si giocherà metro per metro e sarà necessaria la massima trasparenza e determinazione per tutelare efficacemente quanta più area possibile.” Anche in questo caso la quantità è un fatto primario.
Che la quantità, in un discorso come questo, fosse secondaria, era appunto il paradosso.
Noto che non ha replicato in riferimento alla vera distanza tra beni da tutelare (inclusa la loro fascia di rispetto, già definita prima che se ne disputasse in questo blog) ed eventuali nuove edificazioni, forse questo, è secondario per Lei
Partiamo da due posizioni distanti ben più di 150 metri.
Io parto dal presupposto che “La ragionevolezza di questo nuovo vincolo, e del conseguente suo regime ex art. 48 delle NTA, è mostrata dalle emergenze archeologiche dell’area – seppur più ristretta – vincolata come bene archeologico con il d.m. 2 dicembre 1996, e dall’attitudine che quella che ora viene paesisticamente vincolata è funzionale alla conservazione del contesto di giacenza del patrimonio archeologico nazionale già emerso, cioè rappresenta il più ampio territorio delle presenze di rilievo archeologico, già oggetto del vincolo paesaggistico provvedimentale testé rammentato. […] La qualificazione paesaggistica si fonda piuttosto sulla qualità di paesaggio da proteggere quale contesto storico dell’area di emergenza archeologica, e dunque ben può essere, per sua natura, di ampiezza superiore a quella. […] Insomma, questa cura dell’interesse pubblico paesaggistico, diversamente da quello culturale-archeologico, concerne la forma del paese circostante, non le strette cose infisse o rinvenibili nel terreno con futuri scavi.” (Consiglio di Stato – Sentenza 1366/2011)
Lei invece muove da considerazioni più prossime a questa: “Queste norme esistono in conseguenza della costruzione di un DOGMA completamente CAMPATO PER ARIA che riguarda LA CONTINUITA’ DEL PAESAGGIO FRA TUVIXEDDU E TUVUMANNU” (Autore cagliaritano – XXI sec)
Siamo separati orograficamente da un Everest.
Rischiavo di perdere una chicca d’autore, meno male che sono ripassato sui post…
Le sono grato per l’interpretazione dei miei pensieri, che Lei dimostra di conoscere più di quanto io stesso non sappia.
Le sue conclusioni innalzano il tenore dei suoi pensieri ed impreziosiscono lo stesso con citazioni leguleie che determinerebbero l’indiscutibilità del suo messaggio.
Per contro, legge tra le righe dei pensieri degli altri e stigmatizza a piacere, dando per scontato chi e cosa muove lo scrivere degli altri, sia una linea di pensiero, una convinzione, un interesse.
Ma veramente crede che ci sia gente che, non avendone in tasca, tifa a fare scempio del territorio e della nostra cultura? Ma non ha mai pensato che forse, a leggere bene tra carte e progetti, tutta questa speculazione/distruzione del territorio non fosse il reale pericolo del Piano?
E poi, più semplicemente, ma Lei è sicuro di conoscerlo, il Piano?
La separazione più probabile, per quello che si può capire scambiando opinioni con questo mezzo, è quella che Lei impone, dandola per scontata, in atteggiamento di superiorità che può avere solo una motivazione: dare torto a priori a chiunque non concordi con Lei. Questa a mio modo di vedere è una posizione ricorrente tra coloro i quali soffrono di ambientalismo astratto (protervia…), e la distanza, in questi casi, è siderale
@Stefano reloaded
“Questo eccesso penso sia dovuto al fatto che siamo di fronte a una giunta di sinistra, dalla quale ci si aspetta un “di più”
Santo cielo… capisco aspettarsi qualcosa di più, ma perché non impostare diversamente la cosa, piuttosto che usare un tono da tragedia greca? Mi pare che ci sia tutta l’intenzione di procedere per la salvaguardia (e politicamente cadere su Tuvixeddu significherebbe la morte politica di Zedda, non se lo leverebbe più di dosso! Non è come Scajola, che se lo chiamano “A sua insaputa” gli elettori di destra se ne fregano). Non mi permetto di scadere nella dietrologia, però il sospetto ceh sotto sotto ci sia un altyro tipo di litigio resta (a parte la commistione con altri aspetti che proprio non c’entrano nulla).
Secondo me, in ogni caso, se l’articolo l’avesse scritto Deliperi (ma mi accontenterei anche di Stefano reloaded), il tono sarebbe stato diverso (e il contenuto più chiaro).
Cordialmente
quando fa comodo a qualcuno un Sindaco ha la bacchetta magica si pensa possa fare e disfare a proprio piacimento, pianificare e attuare all’istante a seconda del vento.
credo sappiamo bene 2 cose, sia che ciò ovviamente non è così, cioè c’è un iter burocratico da rispettare, le decisioni vengono prese secondo il parere di tanti organi , non del solo solo Sindaco.
secondo nèpossiamo pensare che la pianificazione non debba scendere a compromessi, nè che il Sindaco possa di botto stracciare e cambiare le decisioni prese inpassato anche da chi lo ha preceduto.
ciò detto, inviterei Italia Nostra, Legambiente e gli integralisti dell’educazione ambientale ( disciplina sacrosanta.. se predicata bene e razzolata meglio).. adalzare la propria voce non a seconda o meno degli interventi, ma sempre, tipo.. come mai quando è stato fatto il Ripascimento ad un certo punto qualcuno è stato zitto, ed ha addiritturaperorato la causa dell’arenile corroso?
ciò detto, sono convinto, da Architetto, conoscendo i membri della Giunta, i Tecnici comunali stessi, della totale buona violontà e indiscussa capacità cheli porterà a non commettere errori in tal senso, e penso che l’intervento di Todde, sia magari una provocazione, un invito a non abbassare il livello d’attenzione nei confronti di un compendio importante della nostra città.
se è così, benvenga, diversamente, tornando alle prime righe di questo intervento, parliamo quando siamo sicuri delle cose, ergo, ci sono numeri di protocollo e delibere approvate.
ho un’idea che renderà felici tutti i sardi:
congeliamo tutto!!!
teniamo tuvixeddu chiuso così come è
teniamo il poetto così come è
diciamo ad alta voce che zedda in questi 8 mesi non ha fatto nulla e
continuiamo a lamentarci che le cose vanno male e diciamo sempre di no a tutto
(senza essere capaci di dare soluzioni alternative)…
così saremo tutti più felici..
perchè lo sport preferito dai sardi sembra quello…
dire che zedda non ha fatto nulla in questi mesi mi sembra quantomeno fantasioso
e proprio dettato dalla tipica abitudine sardo/cagliaritana a criticare; io invece
vedo un sindaco che ha risolto le emergenze, avviato numerosi progetti,
che è attivo su più fronti e che, soprattutto, cerca di ascoltare e mediare nelle
situazioni più difficili…
ah scusate… ho scritto “ascoltare e mediare”… parole che per molti sardi, di soriana
cultura soprattutto ma non solo, sono lontane dall’essere comprese…
allora spero che a tuvixeddu si continui a fare muro contro muro… a patto che il muro non sia di cemento… sia mai!!!
Caro Vito… la tua analisi puo’ anche essere Vero simile ma c’è del Fosco, sai gli amici degli amici.. sei prprio sicuro che le lobby della caralis siano praticamente sconfitte da questo Giovane sindigu? Che dire… io aspetterei prima di fare arringhe difensive… E’ il solito giochetto del vedo non vedo, le tre carte ma in fondo dietro ci sono i Compromessi a cui anche Zedda e la sua Giunta , che aveva giurato di trasformare Tuvixeddu in una meraviglia , devono cedere. Tu mi dai qualcosa e noi ti diamo qualcosa è la legge dei partiti italioti asserviti. Prima di fare a pezzi lui e la sua giunta però aspettiamo, valutiamo, verifichiamo ulteriormente anche perchè perdonami caro Vito , tu non sei la Verità assoluta e credo che sarai d’accordo su questo. Saludi e trigu.
E certo! Non è Todde la verità assoluta, figurati se lo sono io! Ma tra una critica anche dura e un anatema biblico, ce ne passa.
Todde ha fatto quel che doveva fare: gridare “al lupo al lupo!” prima che si scopra che quello che da lontano sembrava solo una merdona alla fine lupo lo era davvero.
E comunque Biolchini che consiglia a Todde che toni tenere in una critica è davvero il bue che dice cornuto all’asino. Non sei un maestro di sobrietà, Vito. Certi tuoi titoli non sfigurerebbero su Cronaca Vera.
Non mi sembra un buon servizio al sindaco e alla giunta quello di difenderlo d’ufficio. Chiusa Sardegna24, si torna al giornalismo posizionato (dal quale peraltro non si è mai usciti)?
A me pare, per esempio da residente in Castello, che questa giunta sia non pervenuta, che non si capisca che cosa stia facendo.
Ad esempio, la riconferma degli orari degli ztl è una chiara scelta di campo contro i residenti, e a favore dei soliti noti, che conferma l’idea che Todde esprime molto bene, e cioè che a variazione ideologica non corrisponda un mutamento di interessi che il nuovo assetto politico rappresenterebbe. La mia paura è che anche questi alla fine si mostrino come gli altri: sempre fighetti, sempre famiglie-bene (ma di sinistra), sempre antipopolari, sempre antisardi, sempre incapaci di produrre cultura ma solo di consumarla.
ah ah ah ah ah e ancora ah!
Professor Mongili che parla di posizionamenti? Di fighetti? Lui?
L’uomo sempre pronto a prostarsi davanti a Renato Soru, in maniera acritica?
Il fighetto sempre bravo a sentenziare su tutto dall’alto della sua cultura?
Ma va, dai.
(ha mai partecipato agli incontri a Casteddu 2.0, il professore? boh, non pervenuto)
guarda come s’incupiscono per un fighetto di troppo. non sono fighetti, prof, però muriga muriga forse ci perdiamo la necropoli!
Caro Mongili, dovrei pertanto dedurre che solo Sardegna 24 era vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, e che finito l’esperimento di Bellu “si torna al giornalismo posizionato”?
Premesso che nell’elenco dei beni paesaggsitici esterni al Centro Storico è compresa la necropoli di Tuvixeddu la delibera recita inequivocabilmente:
“…che per i beni paesaggistici di cui all’elenco denominato “Elenco dei Beni Paesaggistici Esterni al Centro Storico – Mosaico del PPR”, per i quali il P.P.R. stesso genericamente individua una fascia di tutela non inferiore ai 100 metri dal perimetro del bene, in linea di principio, si possa prevedere:
° che la fascia di tutela integrale possa essere fatta corrispondere con la superficie del bene sottoposto a vincolo ministeriale;
° che il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto, compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R., senza compromettere la tutela stessa del bene e che la disciplina delle tutele dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal P.U.C.”
Questo significa obiettivamente che:
– si vuole far coincidere l’area di tutela integrale con la sola area del vincolo ministeriale, ossia quello archeologico. Si omette e si rinuncia la definizione dell’area di tutela paesaggisitica che, logicamente, dovrebbe essere decisamente più vasta.
-si rende di fatto inoperante il limite dei cento metri citato nella delibera.
-si dice vagamente che ci si ispira ai princìpi del PPR (cosa priva di conseguenze giuridiche visto che non si citano le norme o gli indirizzi, ma solo, gebericamente, i princìpi).
-si riconoscono valde le destinazioni urbanistiche previste dal PUC: ossia il piano di lottizzazione di Coimpresa.
Servono altri chiarimenti sul significato ovvio ed evidente di questa delibera che permetterebbe di fatto di costruire a Tuvixeddu?
“che il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto, compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R” si riferisce alle strutture compatibili con la fruizione del sito da parte dei visitatori (pedane, passaggi, accessi ai disabili ecc) di cui ogni sito archeologico o paesaggistico si può dotare. Non a case o palazzi.
Accessi che in ogni caso non possono insistere sulla fascia di tutela integrale.
Di questo ne ha parlato ampiamente anche il soprintendente Minoja.
Alessandra, ti riferisci a qualcosa d’altro che non sia la fascia dei cento metri prevista nell’art 49 delle N.T.A. del P.P.R.? Perché, diversamente, ti sbagli. Quella fascia esclude qualsiasi edificazione e non si riferisce solo a pedane o camminamenti. Anzi.
Mi riferisco a ” compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R.”
Poichè non sono una specialista come te, ritengo che la riduzione dei 100 metri della fascia di tutela condizionata( a cui fa riferimento il testo in delibera) non sia compatibile con la tutela del sito in questione se non per l’edificazione di strutture di quel tipo.
Altrimenti non capisco perchè richiamare espressamente “i principi ispiratori del P.P.R.”
O i principi ispiratori del P.P.R sono così ambigui che li si può tranquillamente tirare in ballo senza conseguenze?
Perseguendo la tecnica infelice di parlare con un “pezzettino” di città per volta si ottiene il risultato di sapere un pezzettino di notizia per volta. Parlando con gli abitanti del Poetto, trattati come tribù autoctona avulsa dal resto della città, parlando con gli abitanti di un rione per volta, viene a mancare una visione globale della città.
Apprendiamo dall’Assessore Coni che faranno il parcheggio interrato sotto la Sella del Diavolo. E questo progetto arricchisce la serie di brutture annunciate.
Un parcheggio scavato sotto la Sella costituisce una vera distruzione di bellezza naturale, in perfetta linea con il ripascimento disgraziatissimo. Si chiama continuità.
carissimi. leggo vito sempre con molta attenzione e piacere. e per questo mi sento di dire che questa volta non sono d’accordo.
d’accordissimo sui toni sensazionalistici. era un chiaro pezzo politico. e non mi interessa discutere di questo.
vorrei discutere invece sul perchè.
bisogna sempre chiedersi il perchè…
perchè la giunta zedda vuole:
“o che la fascia di tutela integrale possa essere fatta corrispondere con la superficie del bene sottoposto a vincolo ministeriale;
o che il perimetro di cento metri della fascia di tutela condizionata possa essere ridotto, compatibilmente con il criterio della fruibilità del paesaggio dettata dai principi ispiratori del P.P.R., senza compromettere la tutela stessa del bene e che la disciplina delle tutele dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal P.U.C.;”?
per il bene di tuvixeddu?
mah… non credo.
è ovvio che la giunta zedda vorrebbe fare qualche soldino da una zona che, politicamente, ha piu’ opportunità che non paesaggisticamente o storicamente o culturalmente…
assottigliando, facendo corrispondere il confine alla superficie del bene, tagliando e cucendo qua e là il VERO obiettivo è quello di costruire nelle zone adiacenti. fare qualche altro palazzone accanto ad una tomba e quindi rimpinguare le tasche di un settore costantemente in perdita (questo lo dico a nome della giunta) per il bene della comunità.
per chi è nato e cresciuto in quella zona (io sono tra quelli) esige che quella zona rimanga esattamente così come l’ha vista mio nonno e TUTTE le persone prima di lui per centinaia di anni. se la giunta precedente ha edificato quello che vorrei io è che si spazzasse via tutto quel cemento e ritornasse lo sterrato attorno a tutta la via is maglias. ovviamente questo non è possibile. ok. non spazziamo via niente… non sono così drastico… ma nemmeno assottigliamo il confine, cazzo!
le risposte della giunta all’articolo della nuova sono altrettanto cialtrone… è un correre ai ripari… dare un contentino agli elettori… ma la verità è che la prima delibera parla chiaro: il perimetro attorno alla zona va ridotto. sottolineo che nella prima delle due delibere non c’e’ scritto che il sindaco dispone che tutte le future operazioni passino al suo vaglio. c’e’ scritto che il perimetro andrà ridotto!… quindi le conferenze stampa a posteriori non mi buttano fumo negli occhi. la delibera parla chiaro.
cordiali saluti a tutti!
Arrubiu07/02/2012 09:34Gentile dott. Todde, lei tra le altre cose condivisibili o meno ha anche scritto questo: “”dover» costruire un’orribile, smisurata casa dello studente all’ex semoleria.””
Le ricordo che il progetto originario redatto dall’Archistar Paulo Mendes da Rocha, chiamato da Soru, era molto più bello dell’attuale ma anche molto più grande in quanto prevedeva la bellezza di 1000 posti letto contro gli attuali ahinoi 280. Se non ci crede si documenti o chieda alla Prof.ssa Mongiu. Tale campus era profondamente avversato, si legga le intercettazioni, da certi poteri politico-mattonari, ed alla fine è stato affondato dalla maggioranza di destra del consiglio comunale. Non mi risultano sue prese di posizione contro il campus, peraltro bellissimo, dell’archistar. Non vorrei che, travolto dal sacro fuoco della polemica, sparasse a zero contro tutto e tutti questa volta contro i sacrosanti interessi degli studenti fuori-sede, senza voce e vere vittime della speculazione immobiliare a Casteddu. Quando si prende la mira, e lei che è oculista dovrebbe saperlo, bisogna guardare bene e selezionare gli obiettivi.
tenisi meda arrexioni arrubiu.. sottoscrivo dalla prima all’ultima parola.. a si biri..
Secondo me in tutta questa storia c’è una cosa evidente, grande come una casa, che sembra uno scherzo, nel 2012. L’incapacità assoluta, da parte del nuovo sindaco, di comunicare con i cittadini. Non so chi si occupi della comunicazione, ma è da licenziare in tempo reale. Zedda deve imparare a rendere conto, anche giornalmente, possibilmente senza l’invadenza assurda di un De Magistris, di quello che ha fatto, di quello che sta facendo e di quello che farà. Passo per passo. Dal giorno delle elezioni è sparito, e in tanti, progressivamente, si stanno dimenticando di lui. Sembra un fantasma. Questo è imperdonabile.
Mah. Non mi sembra. Una qualche ritrosia agli eccessi di propaganda e di protagonismo, che abbiamo come triste memoria recente, credo appartenga alla persona e allo “stile” di Massimo Zedda.
Penso però che la “sparizione” che Alesardo avverte sia effetto di qualche causa da rintracciare nella sua estraneità agli assetti di potere precedenti e alle loro articolazioni e aderenze in seno all’apparato di comunicazione generale -stampa e TV locali, per intenderci- e per quanto mi è dato di capire nella sua intenzione di “parlare” prevalentemente attraverso l’attività svolta e i risultati ottenuti, che in otto mesi ci sono e ci sono stati sino dall’insediamento, ma che non possono assumere carattere quotidiano, pena il ripetere la tristissima pratica della “politica degli annunci”.
Infatti si è astenuto, anche se tirato pesantemente in ballo, di aderire a battibecchi polemici di varia natura, dal dibattito sull’Anatra Zoppa allo spettacolino imbastito da un sindaco di un comune vicino a proposito di simboli sacri, e replicare “colpo su colpo” alle bordate dell’opposizione rappresentate da brillanti polemisti come l’Avv. Farris o Anselmo Piras -che la pace li accompagni-.
A me sembra un segno di una -benvenuta- serietà nell’approccio ai problemi e di una altrettanto benvenuta intenzione di rispettare la sua carica di Sindaco dei cagliaritani.
Quoto con un appunto…lascerei “polemisti”, ma andrei più cauto sul “brillanti”…
Yes, caro Sovjet, ma considera che l’appellativo-participio è riservato alle due “concas nobbilisi” del Centrodestra in Consiglio Comunale come paradosso, e poi sono “brillanti” anche nel senso -auspicato- delle mine, infatti scoppiano di rabbia -che la pace sia con loro-.
Errore madornale lasciare le destinazioni urbanistiche del PUC!!!! In realtà c’è l’obbligo di adeguarsi al PPR che perimetra l’area di Tuvixeddu come di importanza storico culturale.
Come si può mediare tra l’importanza storico culturale e la capacità edificatoria attuale dell’area? Credo si debba modificare l’accordo di programma tra il Comune e Cualbu!!!
Dimeticavo l’elemento più importante: il debito del Comune di Cagliari con Cualbu!!
Cifre da bancarotta per l’ente e per lo stesso cualbu!!!
Ma Todde non era quello che aveva torto per capo Malfatano e invece Italia Nostra ha vinto al Tar e Sitas smonta. Biolchini, non basta la bile. Servono argomenti. Gli scoop si fanno con le notizie e non facendo il giornalismo sui giornali come al bar.
Certo però che, con tutto il rispetto, l’attività di comunicazione della giunta comunale sembra essere gestita a dir poco in modo penoso. Prima della precisazione di Matteo Lecis (che al momento precisa poco, dato che ci vuole uno stuolo di principi del foro amministrativo per comprendere la delibera in ogni sua parte, e il fatto che lui stesso l’abbia postata senza commenti lo conferma … magari l’assessore Frau si degnerà di fare una conferenza stampa per spiegare meglio …) l’allarme si è diffuso dappertutto in rete, e non certo solo ad opera di ambientalisti estremisti (soriani o meno). Se il “Gruppo di intervento giuridico” intervenisse sulla vicenda, qui o altrove, sarebbe magari di grande aiuto (non credo che anche Stefano Deliperi sia un “ecologista soriano”, dato che faceva queste cose quando Soru ancora trafficava in patatine …).
Aver voluto postare la delibera nella sua interezza così da lasciare a tutti una valutazione autonoma è stata una scelta dopo le decine di segnalazioni allarmate che mi sono arrivate in poche ore.
La delibera effettivamente ha una premessa lunga e complessa, così come lunga e complessa è la vicenda di Tuvixeddu. Oltre la premessa credo che ciò che è importante sia l’impegno deliberato (in grassetto ho segnato nel post quello che riguarda Tuvixeddu-Tuvumannu) e consiste in due punti:
1) dare linee di indirizzo per la copianificazione delle aree individuate dalla perimetrazione del PPR (una enorme area della Cagliari occidentale come puoi vedere nell’allegato A) che tengano conto (non prescrivano, ma tengano conto!) dei beni paesaggistici presenti nell’area, delle altre valenze storico culturali e dello strumento di pianificazione vigente (il PUC, appunto);
2) dare mandato al Sindaco di rappresentare il comune, coadiuvato dai tecnici competenti.
Nessuna contrapposizione tra PUC e PPR (non avrebbe senso far prevalere il Piano Urbanistico sullo strumento sovraordinato a cui dovrà adeguarsi!); la riduzione rispetto ai 100 metri di cui molti parlano è invece riferita ai beni puntuali per i quali ancora non era concluso l’iter di copianificazione (chiesa di San Simone, chiesa di San Pietro Pescatore, Archivio di Stato, torre della Scaffa, torre del Poetto, etc)
Preferisco un Matteo che pubblica la delibera integrale, per quanto ostica come linguaggio amministrativo possa essere, a un Todde che te ne da una lettura precotta a suo uso e consumo. Occorre anche imparare a farsi una propria idea sulle cose, per quanto faticoso e scomodo possa sembrare al nostro pigro cervello.
Complimenti anche alla Nuova Sardegna, piuttosto, che quando può dare una recraccata di piede a Zedda lo fa ben volentieri, a quanto vedo.
E’ indubbio che tra gli ipercritici di Zedda ci siano persone in malafede … pero’ a volte Massimo dovrebbe capire che con certi amici non c’e’ bisogno di nemici … E dato che neppure Giuseppe Farris ormai e’ un “nemico”, il Sindaco dovrebbe porsi il problema se abbia qualche “amico” da cui guardarsi …
il Gruppo d’Intervento Giuridico è intervenuto più volte in proposito, ad esempio:
* http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/01/28/il-comune-di-cagliari-disegna-il-futuro-di-tuvixeddu-si-ma-come/
* http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/09/16/il-sindaco-zedda-deve-gia-fare-il-compito-in-classe-su-tuvixeddu/
Di “soriano”, poi, preferisco il gatto 😉
Posso solo consigliare di leggere, studiare, fare gli opportuni collegamenti fra i vari aspetti di ordine giuridico rilevanti in questo caso.
Non credo proprio che una vicenda complessa come quella di Tuvixeddu sia “disegnabile” con una scure, a meno che – ancora una volta – non si voglia fare un gran bel favore ai “signori del mattone” in un momento nel quale hanno poco mercato.
Stefano Deliperi
La verità è che Todde è un ottimo oculista (lo so per certo, ha avuto in cura persone a me care) e un bravo scrittore (ho molto dei suoi libri e quasi tutti mi sono piaciuti) però non è né un politico – cioè non è tenuto a valutare che i risultati in democrazia si ottengono sempre con una mediazione degli interessi (anche nelle cose molto importanti, andate a vedere come nasce la Legge Basaglia), né un amministratore dove le “accolladas de paulesu” non portano mai bene.
Le vicende complicate difficilmente hanno soluzioni semplici e non negoziate e se non si conoscono tutti i rischi a volte si può incorrere anche in errori di valutazioni.
Credo anche che Todde sia un intellettuale e che da intellettuale abbia scritto il suo intervento…ce ne fossero in ogni occasione!
Posso capire che Todde sia una persona rispettabile. Capisco anche che chi scrive un articolo pro o contro un qualunque argomento politico complesso sia tenuto ad informarsi sul fatto. Altrimenti l’unica conseguenza è la propaganda basata su fatti inventati. Se vuoi esprimere pubblicamente un’opinione sull’operato di una o più persone, sei quantomeno tenuto ad informarti sullo stesso.
Niente in contrario, quello che mi auspico io è più intellettuali che entrino in merito alla questioni. In modo da alimentare il dibattito…non intendevo difendere Todde, che per altro non ha bisogno di essere difeso da me, ma solo sottolineare che se gli intellettuali sardi si schierassero un po’ di più, in numero maggiore, ne gioverebbe anche la comprensione dei temi.
E me li ricordo bene i tuoi tanto contestati post! Cessu cessu…l’hai fatta bella. Adesso preparati ad una bella passata di M&M’s, che non sono dei cioccolatini ricoperti di glassa colorata, bensi la coppia Mongiu&Morittu, con spruzzata di sorismo.
Ottima spiegazione..non avevo capito granché di questa situazione quando ho letto l’articolo di Todde, e la cosa mi pareva strana.
Appena chiuso Sardegna 24 la Nuova cerca di fare il defunto “giornalismo d’inchiesta” ?
🙂
E’ facile sparare sulla folla quando, per capire un provvedimento che deve considerare TUTTI i lati del problema, bisognerebbe leggere approfonditamente e con minime conoscenze tecnico linguistiche la delibera in oggetto. Grazie Vito per la spiegazione. Quantomeno sappiamo che, senza tralasciare il piano urbanistico, si tiene conto di questo bene imprescindibile della città di Cagliari che è stato troppo a lungo lasciato a se stesso.
Aggiungerei che negare l’importanza di Tuvixeddu non ha nulla a che fare con l’appartenenza politica: solo un subculturato non riterrebbe fondamentale la valorizzazione di un patrimonio simile, anche dal punto di vista economico.