Ci mancavano solo i licenziamenti, e sono arrivati. Con decorrenza immediata (“in tronco”, come si suol dire) l’amministratore unico dell’emittente televisiva Sardegna Uno, Giorgio Mazzella, oggi ha dato il benservito a tre giornalisti: i capiservizio Gianni Zanata e Piersandro Pillonca, e il redattore Andrea Sanjust. Una decisione gravissima e improvvisa (non è stata infatti preventivamente comunicata al comitato di redazione), che arriva dopo alcune settimane di crescente tensione tra i lavoratori e l’editore, uno degli uomini più potenti della Sardegna visto che ricopre l’incarico di presidente della Banca di Credito Sardo, istituto legato a Banca Intesa.
La crisi a Sardegna Uno è precipitata nelle ultime settimane. Mazzella ha prima chiesto ai giornalisti di ridursi lo stipendio (avete capito bene!), poi ha rifiutato l’ipotesi di applicare i contratti di solidarietà. Dopodiché ha fatto partire le tre lettere di licenziamento. Ce ne sarebbe addirittura una quarta in arrivo, ma se consegnata configurerebbe un’azione di “licenziamento collettivo”, con la conseguente necessità di applicare particolari procedure.
In realtà, l’impressione è che tutti i passaggi previsti in casi del genere non siano stati minimamente rispettati, anche perché l’emittente non ha nemmeno dichiarato lo stato di crisi.
Né si capisce come l’editore abbia scelto i tre licenziati: solo l’allontanamento di Sanjust sarebbe minimamente motivato, essendo il giornalista l’ultimo assunto dalla televisione. Ma privarsi di Gianni Zanata (vera anima della redazione) e di Piersandro Pillonca (che fa parte del Comitato di Redazione, l’organo sindacale interno, ed è anche consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna) appare come una ritorsione per le loro posizioni espresse in merito alla gestione della crisi.
Ora del caso si occuperà la Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti. Ma questa vertenza racconta già tante cose.
La prima: Mazzella come editore ha miseramente fallito. In sette anni ha praticamente distrutto un emittente, ora sparita dalle case dei sardi. Tutte le sue scelte sono state pessime. Soprattutto la prima: quella di non fare più concorrenza a Videolina.
Mazzella è riuscito a mortificare la sua tv come nemmeno un suo illustre e mai dimenticato predecessore, il venditore di pentole Antonio Lo Faro, era riuscito a fare. Ma Lo Faro era appunto un venditore di pentole; Mazzella invece non solo è un importante imprenditore turistico, ma è anche a capo nientemeno che di una banca, la Banca di Credito Sardo.
E questa è la seconda cosa rilevante. Benché sia uno degli imprenditori più in vista e più potenti, in questo frangente Mazzella si sta comportando come un volgarissimo padrone (“Il padrone in redazione”, scrisse anni fa Bocca, profetico). L’imprenditore-banchiere-editore sta mostrando una spregiudicatezza inquietante che stride con il suo ruolo pubblico. Ma i vertici nazionali di Banca Intesa lo sanno che cosa sta combinando Mazzella a Sardegna Uno? Chissà cosa penserebbe il ministro Passera di un comportamento del genere.
Per questo io ora mi chiedo: e adesso la politica sarda che farà? Starà in silenzio? Chi, tra quegli onorevoli che ogni giorno intasano le nostre caselle di posta elettronica con dichiarazioni di ogni genere, avrà ora il coraggio di spendere una parola a favore dei giornalisti licenziati e contro questo padrone? Anche perché (è bene ricordarlo) mentre Mazzella licenzia, la sua emittente viene ricoperta di soldi dalla Regione.
Ma nella nostra isola oggi conta di più la libertà di informazione o la benevolenza di un banchiere? Chi tra i politici sardi ha voglia di mettersi contro Giorgio Mazzella, il padrone di Sardegna Uno?
Poi, che stile avesse Mazzella lo si era capito da subito. Ricordate come finì la trasmissione di Giacomo Mameli “Ma però”, una delle più seguite nel panorama televisivo locale? Il giornalista decise di interromperla nel 2006 dopo che Mazzella (da pochi mesi editore) si permise di ostacolare la presenza in studio dell’allora segretario regionale della Cgil Gianpaolo Diana, nel corso di una puntata in cui si parlava di precariato. Gli ospiti devono avere il mio gradimento preventivo”, disse Mazzella. E Mameli (un’icona del giornalismo televisivo sardo) preferì salutare.
Però negli anni Sardegna Uno si è distinta per le numerosissime interviste autocelebrative a Mazzella e signora, roba che neanche in qualche sperduto emirato si vede più. Perché a lui piace così.
Questo è Giorgio Mazzella: editore, imprenditore e banchiere. Uno degli uomini più potenti della Sardegna. Giusto per capire come siamo messi.
Per quello che serve, esprimo la mia solidarietà ai colleghi licenziati. Tre straordinari professionisti (e so cosa dico perché abbiamo lavorato assieme). Tenete duro.
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Che dire basta non servire e il padrone e costretto a servire, senza dei servi non puo avere un reame. NO???
purtroppo mazzella, vuole abbassare gli stipendi anche chi fa il fattorino e l’usciere e prende solo 1200 euro per di piu’ con un figlio, li vorrebbe dare solo 800 euro, pensiamo anche a questa persona ,
Il Partito Democratico ha scelto da che parte stare “IL PD appoggia lo sciopero dei giornalisti di Sardegna 1” http://bit.ly/xNuf3Y.
Spero che Vito gliene dia atto con la stessa evidenza con il quale esprime i suoi legittimi (e non di rado fondati) dubbi 🙂
L’ho fatto, nel nuovo articolo che ho scritto sull’argomento! 🙂
Mazzella come Berlusconi. Serve il boicotaggio. In tutti i sensi e in tutti i modi.
Companeros, Mazzella come presidente dell’ex Cis fa acqua da tutte le parti! E’ un miracolo che abbia mangiato il panettone! Tuttavia vi chiedo che c’entra con Soru e con il Pd. Dal punto di vista culturale Soru surclassa l’ogliastrino, che tutto è tranne che un mecenate della cultura. Politicamente, ma anche imprenditorialmente per chi li conosce, non esiste paragone. Il Pd avrà tutti i problemi di questo mondo, ma mai si è sognato di fare il nome di Mazzella per ogni eventuale candidatura. Quindi per favore non speculiamo sulla vicenda, portando fuori cazzate che non stanno ne in cielo, ne in terra! Tutta la mia solidarietà quindi và a Gianni Zanata Piersandro Pillonca e Andrea Sanjust, oltrechè grandissimi professionisti, persone eccezionali. Ditemi che cosa dobbiamo fare e siamo pronti, non solo ad indignarci! Mazzella è un piccolo Kaimano, senza cultura, senza politica e soprattutto senza cuore!
Hasta a la solidarietà!
O Zorro: “Dal punto di vista culturale Soru surclassa l’ogliastrino”. Ma è un desiderio? Un auspicio? Perché proprio il settore cultura mi pare sia quello che ha fatto siglare a Soru una delle più sonore “surre” elettorali degli ultimi anni. Sbaglierò, ma questi imprenditori che “scendono” in politica si portano dietro una visione dell’azione politica che non ha nulla a che vedere con la democrazia, con la partecipazione e con l’efficacia dell’azione.
C’è una contiguità fra Mazzella e Soru: è quel dire sempre “lo so io come si fa, tu levati di torno” che fa tanto decisionismo anni ’80. Ma che francamente ha stufato.
Ascò oh Buzz, ma se beniu o mandau? Ti confermo che dal punto di vista personale Renato Soru ha una cultura a 360° da far invidia a tutti quegli pseudointellettuali (vedi S’Accabadora e company) pseudopoliticanti da strappazzo. Per il resto Democrazia (quella con la D maiuscola) n’di biu pagu in ogna stampu e po abarrai in domu, ne Pd, ne Idv e nimmancu Sel anti cumprendiu in prenu su significau totali de kustu fueddu. A me comunque francamente hanno stufato tutte le facce arrescie sulle poltrone da anni ed anni. Il decisionismo deve essere maggiormente nella politica e adottato dai partiti e dai movimenti per dare un calcio in culo a tutta questa stantia, arrescia e soprattutto arroscia!
Hasta la vista ai duei mandati!
..questa stantia, arrescia ed arroscia, classe politica… Ovviamente!!!
O Zorro, “Renato Soru ha una cultura a 360°”? Ma chi sei, Crocchias? Asco’ quindi intervistato dalla Bignardi a La7 Renatino diceva “Mia nonna l’accudeva” oppure “Passevamo sulla terra leggeri” per non far vedere troppo la sua cultura da bocconiano? Oppure la sua cultura a 360° era quella che l’ha fatto tanto amare da tutti gli intelletuali sardi? Seu benniu, e no m’inci anti mandau.
P.S. Bernardo (il servo muto di Zorro) era muto, ma mica gli impedivano di scrivere!!!!
Be’ Renato Soru e Giorgio Mazzella all’epoca della presidenza della regione erano “molto amici”, su questo nessun dubbio. Non so ora.
AGGIORNAMENTI
I licenziamenti sono stati sospesi (non revocati), le trattative sindacali riprendono lunedì.
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/248661
Allora…sicuramente il comportamento di Mazzella è stato a parer mio totalmente inopportuno. Dei 3 conosco Zanata che è un professionista serissimo e immagino lo siano anche gli altri 2…Non condivido invece il tuo modo, Vito, di scrivere attacchi in questo modo alle persone tramite anche un blog che leggono migliaia di persone. Di basso spessore pure il commento “venditore di pentole” rivolto ad Antonio Lo Faro….Io ho venduto anche pentole nella mia vita e ti posso dire che è un lavoro onestissimo, se svolto con etica e professionalità oltre che cura del cliente. Se poi il Sig. lo Faro era poco serio (non lo so) il problema sarebbe suo e non della professione…Uno come te, Vito, dalla tua parte politica, non dovrebbe fare discriminazioni di questo tipo, non credi? Chiudo manifestando piena solidarietà ai 3 giornalisti professionisti licenziati e rifletto sul fatto che, in quanto seri professionisti, dovendo scrivere un blog, con tutte le ragioni del mondo, non avrebbero utilizzato ne le parole ne i toni usati qui sopra
Caro Antonio, ti chiedo scusa perché sicuramente mi sono spiegato male. Antonio Lo Faro arrivò con le peggiori referenze perché si temeva che avrebbe trasformato Sardegna Uno in una continua televendita. Mazzella arrivò con le migliori referenze perché era un imprenditore ed un banchiere. Alla fine dei conti, il primo ha devastato la televisione meno del secondo. Hai ragione tu, non conta essere venditori di pentole o banchieri, ma in che modo si lavora, con quale etica e professionalità. In questa situazione stiamo conoscendo quella di Mazzella.
Piena solidarietà a Piersandro,Gianni e Andrea.
Sono a dispozione per qualsiasi manifestazione a favore dei giornalisti di Sardegna 1.
Facciamo partire azioni forti e decise contro questa decisione intollerabile.
Vito, ma il giornalismo da che parte sta? Una volta tanto vogliamo essere concreti e metterci tutti in discussione? Questa sarebbe la migliore delle solidarietà. Che cosa sappiamo fare noi giornalisti? Sappiamo raccontare i fatti? Bene. E allora, dico io, dimostriamolo una volta per tutte, per una buona causa. Mazzella si diletta a licenziare 4 colleghi? Male. Noi che facciamo? Io propongo di rispondere per le rime. Lavoriamo a una bella inchiesta giornalistica sul padrone di turno, vediamo di conoscerlo un tantino meglio. E a raccontarlo altrettanto meglio. Esistono gli strumenti e i mezzi per farlo, a partire dalla nostra penna, in assoluta libertà e sicurezza (basta rifarsi allo strumento globaleaks, per intenderci: http://www.youtube.com/watch?v=V15zXYu5Xgw ). La butto lì: chi ci sta, cari colleghi, a fare un’inchiesta corale su vita e miracoli di Mazzella, delle sue imprese, dei suoi affari, dei suoi successi e insuccessi, per darla poi alle stampe (devolvendo il ricavato a un fondo di solidarietà per i 4 giornalisti)? Perché non creare uno pseudonimo multi-uso, perché non dare vita ad una sorta di collettivo alla Luther Blissett Project, ad una realtà di “mediattivismo”, dove ognuno di noi si candida a scrivere una parte dell’inchiesta, a curare tutti gli aspetti tecnici (ognuno per quello che sa fare), in modo serio, responsabile e documentato? Chi ci sta si faccia avanti, contiamoci, vediamo in quanti siamo a metterci la penna e a rischiare le penne con Mazzella.
Sardegna 1 quando avere una Tv serve all’editore di dx o di sinistra destra che sia, lo scopo è gestire o controllare il potere, se ti metti in concorrenza con la mediaset regionale VL Unione Sarda la partita diventa guerra, quindi ti adegui e tieni un profilo basso ovvero galleggi non conviene a nessuno la battaglia si bloccherebbero i possibili affari trasversali quindi svuoti di contenuti metti il freno a mano licenzi e tieni la linea orizzontale, non ho soluzioni immediate ma penso sempre di più a chiudere il conto con la Banca di Credito Sardo a meno che certi personaggi che hanno la tessera Pd non decidono di passare la mano o ammettere che sono del Pd e non di sinistra
…questo è decisamente troppo!
Non illudetevi dell’aiuto di Artizzu troppo occupato a difendere gli interessi di chi l’ha eletto: i cacciatori. Tutta la mia solidarietà và a Gianni Zanata Piersandro Pillonca e Andrea Sanjust, non arrendetevi la Sardegna è con voi non con il predatore Mazzella.
Dove sta la politica?
Cari lettori, Caro Biolchini…
Ma che domande!!!…
Onorevole Artizzu, lodevole la sua disponibilità (pur potenziale). Ma ora faccia un passo avanti: apra subito una vertenza in Consiglio Regionale. Non serve più il coraggio dichiarato, è tempo di coraggio praticato. Del resto lei sarebbe l’unico consigliere regionale al quale spetterebbe prendere in spalla questa “campagna” a favore di un’informazione a norma di lavoratori, non di padroni. Lo deve anche alla sua bella carriera da giornalista, ancor prima che da politico. Magari, potrebbe avere affianco il miracoloso sostegno dell’ex redattrice di Videolina (oggi Assessora) Simona De Francisci. Tradotto: fatti. E anche immediati.
La domanda della domande però è un’altra: Via Barone Rossi dove sta in tutto questo?
L’Ordine dei Giornalisti a cosa serve in casi come questi?
Mi chiedo: funziona solo da cassa (o Casta?) per il saldo di inutili tesserini, oppure è un organo in grado di funzionare anche nella veste di autorevole Istituzione capace di lavorare, e schierarsi operativamente, per cause che riguardano “L’Affare Informazione in Sardegna”?
Presidente Peretti, le liturgie natalizie con oggi giungono al termine. Forse, ogni tanto, servirebbe sentire la voce grossa dell’Ordine, non solo quella dei Padroni-Editori. Le vere processioni, signor Presidente, non si percorrono solo sulle vie ecclesiali della Fede, ma anche sulle spiacevoli (e tante) vicende che riguardano il suo mestiere, che purtroppo è anche il mestiere di molti invisibili precari e professionisti marginalizzati.
Mi viene da pensare che forse, il problema dell’informazione in Sardegna, non è solo quello di una classe politica indifferente, ma è anche l’immobilismo di un Ordine dei Giornalisti (in parte da svecchiare), incapace come non mai di scendere in campo, di farsi sentire, di parlare a viso aperto. Manca il coraggio insomma. Manca la volontà. E senza queste doti, i Padroni-Editori, continueranno a fare il bello e il cattivo tempo della cattiva informazione in Sardegna.
A proposito: se l’Ordine dei Giornalisti è silente, dove sta il Sindacato? Vero… meglio stendere un velo pietoso… Anzi, invertebrato.
Solidarietà a tutti.
A quelli Belli (Zanata, Pillonca, Sanjust) e a quelli Brutti (i tanti precari invisibili).
Una curiosità da non addetto ai lavori: i colleghi dei giornalisti licenziati anti bogau unu musciu o funti cittiusu e ‘nda pensata cummenti su su meri?
Una piccola proposta concreta di solidarietà nei confronti di Gianni Zanata, Piersandro Pillonca e Andrea Sanjust, i tre colleghi licenziati da Sardegna 1. I giornalisti sardi potrebbero decidere di chiudere, se li hanno, i rispettivi conti corrente nelle banche del Gruppo Intesa San Paolo, lo stesso che governa la Banca di Credito Sardo di cui è presidente l’editore Giorgio Mazzella.
per chi risiede nella zona dell’ogliastra non una novita’ il modo di trattare le persone da parte del signor mazzella, i fornitori dei suoi hotel li paga a babbu mortu, il personale viene pagato male i forte ritado,quindi il suo modo di fare non e una novita’ la mia massima solidarieta’ ai tre giornalisti, ma credo che non basti solo la solidarieta’ ci vuole di piu’ p.s VITO,. perche l’unione parla di quattro giornalisti chi e’ il quarto?
Inglorious bastErd!
…e solidarietà a Gianni, Piersandro e Andrea
Mi ricordo che nel 2005 (credo fosse questo l’anno) a TCS vennero mandati a casa 20 giornalisti. Alla fine…i giornalisti si licenziano e basta. Che peccato!
ma siamo sicuri che la linea che divide gli schieramenti sia verticale? destra o sinistra? O piuttosto meglio vederla orizzontale: sopra e sotto. Chi vessa, sfrutta, esercita un potere oltre le leggi e gli altri….che subiscono
Questa del sopra e sotto mi pare la più idonea !!! Bravo anonimo !
Soru a sinistra che ci sta a fare ?
E come la storiella del rappresentante tecnico/commerciale, Soru è l’uomo di destra prestato alla sinistra ? Mah !
Meglio la tua visione, sopra/sotto ed aggiungo soprassediamo alla Franco e Ciccio !!!
Claudio M.
questi personaggi in fondo ce li meritiamo….conosciamo bene il modo di operare di questa persona..e ancora sopportiamo.solidale con i giornalisti…..in bocca al lupo
Caro Vito, sono troppo amareggiata per tentare un’analisi politica della faccenda: mi uscirebbero di bocca cose poco opportune, anche se mi sembra oramai giunto il frangente adatto a dire anche quelle.
Il mio, per il momento, è solo ammutolito sconcerto dinanzi ad un grave torto subito da due amici che – negli anni – ho visto lavorare sempre con la massima serietà e professionalità.
Grazie a te per l’incisivo intervento, che ora condivido in Fb, e massima solidarietà a Piersandro, Gianni e al collega che ha subito con loro il licenziamento.
Dimenticavo: pecunia non olet.
Ma…? Non ci posso credere!
Mazzella chi? L’amico di Soru? Colui che ottenne un bel maxi-derogone al piano salvacoste (giunta Soru già dimessa) e che (guarda-caso) 6 mesi dopo ricambiò il favore posticipando la scadenza di un maxi prestito obbligazionario che Tiscali aveva con Banca CIS (Mazzella presidente)?
Ma daaai! Soru invece come editore dell’Unità quanti giornalisti ha mandato a casa?
Ma non sono imprenditori di sinistra? Guai a disturbare certa gente, meglio far finta di nulla!
Che schifo…
Sono un ex-giornalista. Anch’io a suo tempo ho dovuto subire la follia di un editore. Allora il Consiglio dell’ordine dei giornalisti sardi non mi tutelò, anzi mi diede addosso (il sindacato neanche comparve all’orizzonte). E io me ne andai… Dimenticavo: ero giornalista pubblicista, dunque di serie B. Speriamo che gli amici di Sardegna 1, invece, vengano aiutati, e non solo a parole. Un sincero abbraccio a tutti.
E che dire… Uno squallido esempio di autodistruzione mediatica, solidarietà ai veri eroi di questa sfortunata emittente.
Prima un ginecologo, poi il venditore di pentole ed ora uno pseudo banchiere ai vertici, non vedo futuro!
Che sia il fluido de L’Altro Giornale ? Sede davvero sfigata quella di via Venturi !!!
Certo che dopo un pezzo così, caro Vito, “l’e-dittatore” Mazzella non ti assumerà mai !!!
Il padrone in redazione è di Bocca non di Pansa.
Grazie, correggo 🙂
Ho lavorato a Sardegna Uno dal 1986 al 1988, fino al mio ingresso in Rai, e in quella emittente sono diventato giornalista professionista insieme a Gianni Zanata, un professionista che stimo moltissimo come gli altri due colleghi colpiti dal provvedimento. Sono vicino a loro e a tutta Sardegna Uno con la mia totale solidarietà e disponibile ad ogni azione politica.
Mazzella, se lo conosci lo eviti…
Il bello è che questo “Signore” vorrebbe anche candidarsi alla guida della Regione., per completare il poker!
Ti assicuro che le “cene” nella sua sontuosa villa si stanno svolgendo con cadenza puntuale, gli invitati sono sempre di più (non esattamente felici del suo comportamento) e le sue “mire” sono lunghe.
In ogni caso è un uomo 4 stagioni: destra, sinistra e ora nuovamente destra.
Vto, però per Gianni, Piersandro e Andrea, cavolo, qualche cosa dobbiamo fare!!!
Se ha potuto candidarsi il suo amico Renato Soru credo che possa candidarsi chiunque alla guida della Regione.
Fosse solo l’elicottero e i cattivi pagamenti…per raccontare il modus operandi di questo mozzo d’industria (per essere capitani bisogna avere il titolo, e so cosa dico avendo studiato al Nautico) ci vorrebbe troppo tempo e soprattutto qualcuno disposto ad ascoltarti e ad agire (anche in questo caso so cosa dico, avendo denunciato – e testimoniato in tribunale – alcune vicenduole che lo vedevano protagonista in quel di Quartu S.Elena). Dove sta la politica? E dove vuoi che stia! La politica sta con chi ha un giornale, una televisione, una banca, etc etc Personalmente non può che fregarmene di meno. La cosa non mi appassiona: qualunque cosa dica o faccia, la nostra politica, mi suonerebbe falso e comunque fuori tempo massimo. Molto più concretamente voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza ai tre stimatissimi colleghi. Con la solidarietà certo non si mangia, ma almeno ci si sente un pochino meno soli. Tenete duro, guardatevi le spalle e…incazzatevi. Anzi no, incazziamoci tutti.
Mio Dio che pena….come ha detto lei…poveri noi….
La situazione nell’emittente Sardegna 1 era insostenibile da tempo. Adesso serve mobilitazione e sostegno senza se e senza ma. È urgente e importante.
E pensare che anni addietro Sardegna 1 era, ai miei occhi, una rete televisiva regionale dinamica e fresca, in piena espansione…ricordo che metteva clamorosamente in luce “su pruini” di Videolina. Imoi chini dda càstiat prus? Ciliegina sulla torta questi risvolti dei quali ci dai notizia.
Poi Mazzella è noto anche per altre cose.
Per arrivare un po prima delle commissioni e invitare a fare un giro in elicottero e anche per pagare con un certo ritardo perché…. bisogna controllare bene per pagare in s’annu de su perdusemini.
Candu torra nonnu insomma.