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Sardi! Se vi vergognate di Cappellacci, è perché non avete mai visto questo video del presidente della Lombardia Formigoni! (e andate subito al minuto 4 e 42…)

[youtube=http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=a0rbS0_g2qQ]

Gli esperti di comunicazione hanno tutta la mia stima e la mia invidia. Soprattutto quando riescono a infinocchiare i politici e a farsi pagare un sacco di soldi per prodotti inutili, se non dannosi . Il video che qualche genio del male ha prodotto per il governatore della Lombardia Formigoni è meraviglioso. Sembra finto da quanto è inverosimile. Ma ha anche una sua utilità.

Intanto ci dimostra per l’ennesima volta la distanza dei politici dalla vita reale. Formigoni non si accontenta di simulare una normalità (Berlusconi in questo è sempre stato un maestro) ma pretende di entrare direttamente in un mondo costruito sui modelli della pubblicità da una parte, e del mondo Mtv dall’altra. Il risultato è penosamente grandioso.

Qualcuno avrebbe dovuto dire a Formigoni che il tempo dei fuochi d’artificio è finito, e che dalla politica ora ci si attende credibilità e fiducia. E lui invece che fa? Si mette a sculettare. Un genio.

Ma in fondo l’obiettivo dei nostri politici è sempre e solo quello di far coincidere politica e comunicazione, per cui secondo loro basta fare una buona comunicazione per essere dei bravi politici. Ma è come se in un ristorante la simpatia e la parlantina dei camerieri contasse più della bravura del cuoco.

Anche il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, ormai orfano di Berlusconi (e dunque senza alcuna legittimazione politica), con l’obiettivo di salvare il salvabile ha imboccato la strada lastricata di buone intenzioni comunicative. Presto inaugurerà una web tv, dialoga attraverso facebook, twitta che è una bellezza. Ma per dire cosa?

E anche lui è caduto nella trappola del “Piano di comunicazione“. Perché quando un politico è in crisi, “è perché non sa comunicare” (per inciso, lo si diceva anche per Renato Soru, uno che la comunicazione con Tiscali l’ha gestita a livello mondiale! Ma riconoscere che la sua politica era per certi aspetti inefficace rischiava di essere una bestemmia in chiesa, e quindi era meglio far credere che la colpa era della “comunicazione”).

Ciò che molti politici chiedono al piano di comunicazione è solamente quello di  enfatizzare l’attività svolta. E infatti c’è scritto chiaramente anche nel piano commissionato da Cappellacci:

La Regione Sardegna ha il doppio obiettivo di:
– presentare l’azione di Governo nel suo insieme, facendo rilevare come vi sia un disegno complessivo dietro alle diverse azioni degli Assessorati;
– far emergere come vi sia un obiettivo politico di fondo per tutta la legislatura, conseguente di una forte elaborazione strategica ed operativa.

E’ evidente che non esiste nessun “disegno complessivo dietro alle diverse azioni degli Assessorati” della giunta Cappellacci, né tantomeno esiste “un obiettivo politico di fondo per tutta la legislatura, conseguente di una forte elaborazione strategica ed operativa”.

Ma proprio a questo servono Piani di Comunicazione: non solo a far credere che ai cittadini che il politico ha un piano, ma soprattutto a convincere il politico stesso che quel “disegno complessivo” esiste veramente. Gli esperti di comunicazione infiocchettano quattro banalità e fanno credere ai politici che loro sono dei bravi politici. Infatti hanno anche un piano di comunicazione! D’altra parte, non è forse vero che il Barone di Münchausen si tirò fuori dalle sabbie mobili sollevandosi per il codino? Quindi anche Cappellacci, se ha un Piano di Comunicazione, vuol dire che ha qualcosa da comunicare. E quindi è un politico!

In questo gioco di fraintendimenti, di ambiguità e di parole vuote, i politici credono di essere veramente dei politici e gli esperti di comunicazione fanno un sacco di soldi assemblando maldestramente dati e banalità, roba che nemmeno uno studente del primo anno di un qualsiasi corso di Scienze della Comunicazione avrebbe il coraggio di fare.

Gli esperti di comunicazione, dei miti. Quanto vorrei essere come loro!

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18 Comments

  1. Io non mi vergogno per niente: che si vergognino quelli che l’hanno votato!

  2. Anonimo says:

    Ognuno ha gli amministratori che si merita. Li Formigoni, qui Cappellacci. Po caridade!

  3. Il video sarebbe bello se finisse con me che entro e gli do un ceffone che spegne la musica e lascia il presidente con le cuffie tutte storte. Non è vero?
    Sono troppo un regista.

  4. Stefano reloaded says:

    “Fai gazzosa”. A Cagliari e hinterland si chiama: “fai gazzosa”.
    Quando alcuni mesi fa venne fuori la campagna “Nutri, Crea, Fai una giravolta, Falla un’altra volta, etc”, mi dissi: vabbè… un atrus cantu di migliaia di euro della Regione buttati. E invece no, evidentemente non era così. Evidentemente la campagna funziona visto che prosegue. Forse sono io che non rientro nel target.
    Solo… non mi tornano i conti. A parte il costo del Piano di Comunicazione stesso (se ci fosse qualche anima buona che ci fa sapere quanto stiamo spendendo per questo tripudio di istogrammi, diagrammi a torta e griglie di dati che, quando va bene, sono vecchi di due anni e a chi dobbiamo intestare l’assegno, farebbe cosa benemerita), le politiche che si ripromette di implementare all’interno di una visione strategica unitaria che sottintende all’azione di Governo, se ho capito bene e ho fatto bene i conti, ci vengono a costare 28.179.066 €, più altri costi ancora da definire.
    Diconsi in lettere: ventottomilionicentosettantanovemilasessantasei euro, più altri costi ancora da definire, per “fai gazzosa”. Con questo importo c’è da pretendere bottiglie di Krug (Clos du Mesnil 1995) a casse, da poter spruzzare tutt’attorno come nei gran premi di Formula 1 o da spaccare per terra giusto per vedere l’effetto che fa. Sempre di bollicine si tratta, ma più di classe.
    Sul video di Formigoni sono in disaccordo con te. Innanzitutto non capisco perché avremmo dovuto privarci della visione dei primi 4 minuti e 41 secondi: volevi gustarteli da solo? Giornalista goloso.
    In secondo luogo, hai definito il risultato ottenuto “penosamente grandioso”. Non riesco a scorgere la grandiosità. Lo trovo solo grandemente penoso.

    p.s. La frase “le politiche che si ripromette di implementare all’interno di una visione strategica unitaria che sottintende all’azione di Governo” è paragonabile ai “denghi” che si fanno ai bimbi neonati: non ha molto senso, ma nell’assessore regionale provoca una stupita meraviglia.

    • Neo Anderthal says:

      P.S: acuta osservazione, Stefano. Da quel punto di vista la denghi-supercazzola si rivela un mondo espressivo affascinante, e sempre nuovo per gli stimoli e la ricchezza quasi barocca/tarocca del linguaggio. Certamente da esplorare. Un uso dell’italiano innovativo e implementato secondo una trendizzazione che sottintende come -classicamente- se foss’antani del Vicesindaco.

  5. I creativi esperti di comunicazione di Formigoni non si sono certo fermati a questo. Qui trovate una piccola rassegna della migliore politica comunicativa del presidentissimo (su Questoblog se ne parlava già ad agosto). http://questoblog.com/2011/08/29/yo-pres/

  6. Comunicazione e Liquidazione. A voler essere sintetici: CL…
    Scherzo, naturalmente: non si può comunicare e liquidare così – semplicisticamente – una macchina da guerra (magari anche giocosa) come CL (quella vera).

  7. Soviet says:

    “Un’altra volta mi andò bene per miracolo. Volli saltare un fossato piuttosto largo. Presi lo slancio e via! Ma a mezza strada mi accorsi che avevo fatto male i miei conti e che il fossato era più largo di quello che avevo creduto. Voltai briglia e tornai indietro per prendere più campo. Mi slanciai di nuovo… ma anche questa volta calcolai male la larghezza di quel maledetto fossato e ci sprofondai dentro fino al collo, io e il mio povero Lituano!
    Mi salvò la mia destrezza e la mia sovrumana energia: afferrai il mio codino e mi tirai su. Proprio così, amici: con la sola forza del mio braccio destro, a rischio di strapparmi il codino, mi tirai su, me e il mio cavallo che stringevo saldamente fra le ginocchia (il Lituano faceva del suo meglio per aiutarmi a sollevarci): tirai, tirai, e finalmente sentii la terra sotto i piedi. Intendo, sotto le zampe del cavallo.
    E questo vi dimostra l’importanza d’un codino ben fatto e robusto.”
    Su cuaddu puru!

  8. Neo Anderthal says:

    Imbarazzante. Odio le parole quando diventano di moda e sono usate in ogni dove (lo so, ‘sticazzi!) e quindi mi è venuto a noia quell”imbarazzante” participio presente.
    Ma se esiste una definizione sintetica per questa “opra d’ingegno”, è contenuta in quella parola.
    Forse l’imbarazzo è solo per un non sostenitore che guarda una simile ciofeca, giacché evidentemente Formy non prova alcun imbarazzo.
    Magari il video gli sembra “troppo giusto!”, da vero paninaro fuori tempo massimo, qual era anche nella infausta stagione dei ragazzotti coi moncler-.

  9. Gi esti a frori!!!!

  10. Quintale says:

    Ciao Vito,
    visto che ti è piaciuto nella interpretazione di un bambino scemo che fa finta di ballare, ti posto la parodia fatta ai tempi in cui è uscito fuori il casino delle firme false per le elezioni
    in Lombardia. Altro capitolo leggerissimo nella premiata storia lombarda del potere CL…

    http://www.youtube.com/watch?v=AwPdo8W52ZA

  11. Cinque minuti e ventiquattro secondi di delirio puro…ma il senso qual è?

    • Neo Anderthal says:

      Il senso è far vedere ai “ciovani” quanto è trendy, quanto è “cool” (oddio, si potrà dire?) quanto è “rock” e quanto è “ciovane” anche lui, il grande Formy.
      E il video ci riesce benissimo: infatti fa senso.
      Formigoni e tutta CL nei decenni si sono impegnati, oltre a che a costruire una macchina di potere/consenso come la Compagnia delle Opere e la stessa C.L., a creare una immagine “impegnata ma moderna” delle loro ammuffite obbedienze dogmatiche. Ecco che tutta la vecchissima morale Cattolica basata sul peccato diventa una fighissima “scelta accessibile ai migliori” secondo un “cammino di fede” in cui, come sempre, il modello è inimitabile e il senso di inferiorità/colpa, sanato solo e momentaneamente con l’obbedienza/appartenenza, seminato e coltivato nelle menti degli adepti. “Però ci piace il rock, siamo come tutti voi, anche noi su internet, vi vogliamo bene, ci vogliamo tutti bene, venite…”

  12. maniacus says:

    Scusa ovVITO! ma anche tu non hai fatto parte dell’Ufficio stampa di qualche assessorato in Regione? e quindi anche tu in qualche modo hai fatto l’esperto in comunicazione! ;-)))

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