Cultura / Politica

La Chiesa italiana, maestra di egoismo. Non paga l’Ici, bacchetta Fiorello sul profilattico, e si mostra per quello che oggi è: un potente fattore di sottosviluppo

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=muv0gVVacQk&feature=related]

In tempi di referendum, se qualcuno trovasse il modo di chiedere agli italiani se sono favorevoli all’abolizione della norma che esenta la Chiesa dal pagamento dell’Ici sugli immobili non di culto, beh, penso che farebbe bingo.

Da qualche giorno circola sul web anche un appello da inviare al governo (lo trovate alla fine di questo post), segno che il tema è di enorme attualità.

In tempi di sacrifici, la norma che garantisce alla Chiesa un privilegio del genere è assolutamente insensata. Un autorevole intellettuale cattolico come Alberto Melloni sul Corriere della Sera di qualche mese fa scrisse “L’Ici no , ma qualcosa la Chiesa deve fare“. A leggere l’intervento, in realtà oggi Melloni secondo me direbbe sì anche all’Ici

Chissà se la proposta, oggi avanzata in maniera esplicita mi sembra solo dai Radicali, diventerà oggetto di discussione parlamentare: sarebbe interessante sentire il laicissimo Monti a riguardo.

Peraltro, se la Chiesa facesse un gesto di generosità di questo genere (anche solo simbolico), riconquisterebbe un po’ di credibilità e si schiererebbe veramente dalla parte delle persone che oggi soffrono per colpa della crisi. Invece il cardinal Bertone si limita a dire che “i sacrifici fanno parte della vita”. Ma la mia domanda è questa: visto che tutti devono fare la loro parte, in che modo la Chiesa italiana vuole contribuire al risanamento economico del nostro paese?

Ma la Chiesa italiana è veramente su un altro pianeta. La notizia di oggi è che Famiglia Cristiana si è scagliata contro Fiorello per il suo appello pubblico a favore dell’uso del preservativo nel corso dell’ultima puntata della sua trasmissione andata in onda sulla Rai. L’articolo? Eccolo: “Fiorello, finale di cattivo gusto“.

Per carità, qui non si tratta di impedire a chicchessia di esprimere il proprio parere, Famiglia Cristiana può dire ciò che vuole, ci mancherebbe altro. Ciò che sconcerta è la protervia con la quale il giornale cattolico bacchetta Fiorello, l’arroganza che tradisce un atteggiamento duro a morire e che condanna (dai tempi del referendum sul divorzio) la società italiana a pagare un prezzo altissimo alla modernità. Questo prezzo è l’arretratezza culturale delle gerarchie cattoliche italiane, l’incapacità di mettere in fila i problemi.

Il mantenimento dei privilegi fiscali e la critica scomposta a chi si permette di dire che il profilattico salva dall’Aids sono solo segno del profondo egoismo che pervade la Chiesa cattolica italiana.

E così come Berlusconi ha messo i suoi processi prima dell’interesse pubblico, la Chiesa italiana ha preferito tutelare i finanziamenti alle scuole private, l’oscurantismo sulla legge sul fine vita e la campagna contro il profilattico piuttosto che fare ragionamenti di ampio respiro. Il punto che Berlusconi ha pagato, la Chiesa italiana ancora no. Né idealmente, né materialmente, né culturalmente E non c’è nessuno che gli presenti il conto.

Qui possiamo fare tutte le manovre del mondo, riformare in lungo e in largo le pensioni, tagliare i costi della politica. Ma all’Italia di oggi serve anche un altro approccio ai problemi. Se l’obiettivo è quello di far sì che tutti facciano la loro parte, la Chiesa italiana si sta evidentemente tirando indietro.

E lungi dall’essere adeguata nel suo modo di approcciare i problemi della contemporaneità, si sta manifestando per quella che è ed è stata negli ultimi anni in Italia: un potente fattore di sottosviluppo. Altro che Europa.

***

Se il governo Monti dovesse mantener fede ai buoni propositi esposti nel discorso di insediamento dovrà cercare, innanzitutto, di ridurre la distanza tra coloro che hanno, e che vengono garantiti, e  coloro che, invece, hanno molto poco e sono poco protetti.

Ora si parla di reinserire l’ICI per la prima casa. Ma se andiamo a guardare chi in Italia è il maggior proprietario immobiliare dovremmo constatare che è totalmente esentato dal pagamento dell’ICI. Difatti, lo Stato della chiesa non paga ICI non solo per i luoghi di culto, non solo per le abitazioni del clero, ma anche per tutti gli immobili di proprietà e destinati ad uso commerciale a partire dagli edifici scolastici, alloggi per pellegrini, edifici in affitto a terzi, etc.

Una stima per difetto degli importi che, per quest’ultima tipologia di immobili, non sono stati pagati negli ultimi anni allo stato italiano ammonta a oltre 40 miliardi di euro. Ora sa aggiungiamo i contributi per il sostentamento del clero, quelli per il restauro e la manutenzione delle chiese e degli edifici della chiesa le agevolazioni e le promozioni milionarie alle manifestazioni religiose con tale cifra saremmo vicini al pareggio di bilancio e probabilmente i nostri bond sarebbe più appetibili di quelli francesi. È un dato di fatto che sulle spalle dei contribuenti italiani pesa un secondo stato del tutto improduttivo ai fini del prodotto interno lordo.

Ora, visto il momento particolarmente critico, sembra essere cosa buona e giusta per i conti dello stato italiano chiedere un contributo a chi finora è stato così tanto agevolato e che così tanto sta contribuendo a rendere più critica la situazione dei nostri conti.

PRESIDENTE MONTI, CHIEDA ANCHE ALLO STATO DELLA CHIESA DI ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ E DI CONTRIBUIRE FATTIVAMENTE ALLA SOLUZIONE DELLA CRISI.

Se così non sarà dovremo trovare altri mezzi per sopravvivere ad una pressione fiscale già oggi eccessivamente pesante. Ad esempio, potremmo aggiungere un’immagine sacra in casa e modificare i nostri campanelli di modo che riproducano il suono delle campane: in questo modo potremo richiede di equiparare le nostre case a luoghi di culto esenti da ICI.

PER FAR SENTIRE LA VOSTRA VOCE POTERE INOLTRARE QUESTO APPELLO ALLA MAIL SEGRETERIAUSG@GOVERNO.IT <mailto:segreteriausg@governo.it>

Se ogni persona che riceve questa mail la invia a 10 nuovi indirizzi, in 8 passi saranno informate 100 milioni di persone *  <mailto:segreteriausg@governo.it>

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79 Comments

  1. 1°Cav says:

    E perchè piuttosto che chiedere alla Chiesa di pagare l’ICI, Monti non lo chiede ai massoni, alle banche e ai banchieri, e a chi opera nel mercato finanziario con la Tobin Tax, insomma ai veri ricchi?

  2. Vincenzo A says:

    Mi pare che la tesi dell’articolo, “la chiesa è fattore di sottosviluppo”, sia argomentata solo su due punti: la critica alla pubblicità del profilattico e l’ICI. Senza avere informazioni di prima mano, faccio due considerazioni logiche.

    Dire che il profilattico salva dall’AIDS è cattiva informazione: ingenera la falsa convinzione che col profilattico non ci si possa contagiare, non favorendo invece la ricerca di altri comportamenti virtuosi contro le malattie sessualmente trasmissibili. Ed è questo, soprattutto davanti alla gravità di alcune – come appunto l’AIDS – che mi pare grave. (Sulla falsità del concetto, sulla quale c’è poco da dire, rimando a quando dicono le stesse marche produttrici sulle confezioni del prodotto).

    Sul fatto che la chiesa non paghi l’ICI su immobili ad uso “commerciale”, a parte che a me risulta che lo faccia (posso pensare che forse vi siano comportamenti non univoci), sono abbastanza d’accordo che per una questione di equità bisognerebbe imporlo. Però, attenzione: siamo in periodo di crisi, i soldi non bastano mai ed i servizi sociali sono a rischio: dobbiamo essere consapevoli che imporre alla chiesa di pagare più ICI comporterebbe necessariamente più tasse e meno servizi, perché oggi una gran parte dei servizi sociali è scaricata sulle due istituzioni più radicate in Italia, la famiglia e appunto la chiesa (es. le case-famiglia). Dunque creare difficoltà a chi i servizi eroga comporta da un lato meno servizi, dall’altro la necessità per lo stato di supplire e dunque di maggiori tasse, che la maggior ICI riscossa non coprirebbe. Siamo proprio sicuri che sia il momento di praticare questa strada?
    Ovviamente, da cittadino contribuente, la mia preferenza è per il no.

    L’appello che chiude l’articolo, infine: è tanto infarcito di falsità (a partire dallo “Stato della chiesa”, storicamente cessato nel 1871) da far pensare che non sia una petizione ma solo un attacco faziosamente anticlericale. Legittimo, se qualcuno vuole darsi la briga di farlo, poverino, ma correttezza vorrebbe che fosse presentato come tale.

  3. Articolo moto interessante di cui consiglio la lettura ai poveri gonzi che si fanno ancora intortare dalle bugie e dai piagnistei della chiesa cattolica:
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-vaticano-e-lici-700-milioni-di-tasse-nostre/

  4. Scusate ma gli immobili esenti da ici sono solo quelli non aventi finalità strettamente commerciale, se la chiesa è proprietaria di immobili su cui è svolta un’attività con scopo di lucro, allo stato attuale devono versare l’ici allo stato, perchè per logica si tratta di attività esclusivamente commerciali.
    La domanda posta da Vito mi lascia dei dubbi, in che modo può contribuire la chiesa al risanamento dello stato italiano?
    Credo che questo sia un questione che non può essere vista solo sotto un ottica economica, basterebbe per esempio pensare allo sforzo educativo e morale che svolge continuativamente nei confronti di tutti.

    • Il problema è PROPRIO lo “sforzo educativo e morale” che la chiesa cattolica “svolge continuativamente nei confronti di tutti”:
      Siamo in molti ormai che non condividiamo le idee e i valori della della chiesa cattolica e condanniamo la sua ingerenza nella vita sociale italiana e quindi sarebbe più giusto che solo chi davvero è d’accordo con la chiesa pagasse per questo “servizio”.
      Perché “nei confronti di tutti” è molto diverso da “a favore di tutti” …
      Invece allo stato attuale delle cose sono anche i miei soldi (tramite vantaggi fiscali vari e 8 x mille, essenzialmente, ma non dimentichiamo l’insegnamento del cattolicesimo a scuola a carico dello Stato, il finanziamento scuole private, il sostegno all’edilizia di culto, etc.) che pagano la chiesa e il suo lavoro di proselitismo e propaganda politica per idee e valori che, appunto, non condivido affatto.
      E questo non è giusto.

      • Nel tuo 730-unico la firmi la casella dell’8 x 1000? allora stai ben certo che il “tuo” 8×1000 non va alla Chiesa: puoi dormire sonni tranquilli.
        Pace e Bene
        Nicola

      • Neo Anderthal says:

        @Nikosimo: infatti il gettito -che non sono soldini, ma sono cifre ingenti- delle dichiarazioni in cui la scelta della destinazione dell’ 8×1000 non è indicata va per l’80% circa alla Chiesa.
        Non mi sembra molto giusto.
        Pace e beni (immobili)
        Neo.

      • le cose non stano per nulla così come dici.
        io firmo la casella dell’8 per mille (di solito per lo Stato, per esclusione, pur sapendo che quando governa certa gentaglia alla fine anche le quote dello Stato vengono malspese a favore alla fin fine della Chiesa, come è avvenuto in passato), ma il problema è che la mia firma vale come un voto e non ha relazione diretta con i miei soldi.
        sulla base dei “voti” così espressi (circa il 40%) viene suddivisa l’intera torta, col risultato che gli “astensionisti”, chiamiamoli così, lasciano ai “votanti” la scelta e la chiesa cattolica si becca circa l’88% dei fondi globali.
        cioè anche l’88% dei MIEI soldi.
        è un imbroglio bello e buono, sarebbe più onesto un sistema alla tedesca in cui solo chi DECIDE di devolvere parte delle sue tasse ad una qualche chiesa lo fa, gli altri risparmiano e si tengono i loro soldi.
        e poi l’8 x mille è solo parte del problema.
        informati meglio:
        http://www.icostidellachiesa.it/

      • Neo Anderthal says:

        Succede esattamente così, come riassume Felice. Mentre noi dormiamo sonni tranquilli arriva Freddie “La CEI”, che prende tutto il piatto anche se in mano ha una coppia di 7.
        Pace e Beni (immobili ed esenti).
        Neo.

      • Vallo a dire alla Montalcini che i soldi che ha ricevuto dallo stato in realtà non li ha mai avuti!
        Le quote di 8 x 1000 corrispondenti alle dichiarazioni non firmate vengono distribuite in percentuali corrispondenti alle “votazioni” come le chiami tu effettuate da chi firma la casella.
        Quindi il tuo “voto” non solo decide il “tuo” 8 x 1000 ma anche quello di chi non firma in percentuale corrispondente al tuo “partito”. Il tuo discorso dell’88% è vero solo se l’88% sul 40% firma per la Chiesa ma, sinceramente, dubito fortemente che sia così, è tutta una fandonia!
        Pace e Bene
        Nicola

      • Mi rimangio tutto, leggo adesso su wikipedia che l’85% di quelli che firmano la destinazione dell’ 8×1000 lo destinano alla Chiesa cattolica, trovo che questo numero sia incredibilmente enorme, tanto quanto enorme è la quantità di ignavi che se ne fraga/lascia decidere gli altri!
        Pace e Bene
        Nicola

      • è un problema di informazione:
        lo Stato non informa i cittadini di come funzionano davvero le cose, mentre la chiesa cattolica si fa un sacco di pubblicità per farsi assegnare i fondi dell’8 x mille, naturalmente a sua volta senza informare correttamente nessuno.
        e provate un po’ a immaginare da dove prende i soldi per farsi tutta quella pubblicità … 🙁
        dovrebbe essere vietato.

      • Vincenzo A says:

        Appunto. Con la sua preferenza sull’8×1000 lei destina i “suoi” soldi all’ente che sceglie, e in più gli fa arrivare una parte dei soldi di quelli che non esprimono preferenza, in misura proporzionale alle preferenze espresse.

        Poi c’è anche la possibilità, che lei invoca, di donare contributi volontari – esenti da tasse, fino a circa 2000 € l’anno – agli enti senza scopo di lucro.

      • valentina says:

        non è esattamente così, quasi il 50% dell’8 x 1000 che si scegli di destinare allo Stato, va destinato alla restruturazione e conservamento degli immobili o di opere d’arte possedute dalla Chiesa.
        Circa 20anni fa mi recai in viaggio studio a Firenze, e andai a vedere un’opera molto importante del rinascimento italiano,appena restaurata con i soldi dello Stato Italiano, conservata in una chiesa fiorentina; ebbene entrata in chiesa ebbi l’amara sorpresa di scoprire che la navatta dov’era custodita l’opera era stata completamente transennata e nascosta al pubblico, e che davanti al piccolo varco aperto per consentire l’ingresso era stato piazzato un bel botteghino (alla faccia della sacralità del luogo), biglietto d’ingresso esoso e la beffa degli sconti concessi solo a pensionati, militari e bimbi in tenera età. E gli studenti? Feci notare che lo sconto a quelle categorie era una presa in giro e chiesi di avere lo sconto perchè stavo preparando un’esame e avevo già speso un sacco di soldi sia per recarmi a Firenze che in musei vari….
        risposta???

      • Neo Anderthal says:

        -in realtà lo sapevo: non è esattamente così, è pure peggio!-

  5. Daniele Addis says:

    La storia dell’ICI la credevo anche io, ma pare che non sia proprio così. L’ordinamento italiano non fà distinzione tra i luoghi adibiti ad uso religioso (veldesi, protestanti, cattolici, etc…) e le onlus, i sindacati, i partiti politici, le associazioni culturali varie, educative, di assistenza, e quant’altro.
    L’imposta va pagata se il soggetto svolge una qualsiasi attività commerciale, ma sta ai comuni vigilare e far rispettare questa norma. L’esenzione totale, anche in caso di attività commerciale, riguarda invece i beni del Vaticano che, essendo uno Stato estero, non può subire la tassazione italiana. Questo mi sembra di aver capito.
    Quindi, bho, se si esige l’ICI dalla chiesa cattolica, lo si deve esigere anche da tutte le altre organizzazioni che godono della stessa giurisdizione. Poi è ovvio che la chiesa goda di trattamenti di favore, ma bisognerebbe agire sui comuni per obbligarli a esigere il pagamento nei casi contemplati dalla legge.
    Non sò cosa potesse fare, in tempi brevi, il governo Monti a riguardo. Se facesse quello che da più parti gli viene chiesto introdurrebbe una evidente disparità di trattamento apertamente anticostituzionale. E poi i fanatici cattolici, già professionisti nell’atteggiarsi a martiri, chi li tiene più?

    • La disparità di trattamento è quella attuale, in cui la chiesa cattolica gode di immensi privilegi nei confronti di tutti gli altri.
      Si parla di chiesa cattolica perché è quella che si becca la stragrande maggioranza dell’8 x mille e perché ha un patrimonio immobiliare immenso, le altre religioni valgono così poco che non contano nulla.
      Comunque, se la cosa ti può far stare tranquillo, diciamo pure che non ci saranno dispartià di trattamento anticostituzionali e che tutte le proprietà di tutte le religioni saranno tassate.

      E per quanto riguarda la vocazione al martirio dei fanatici cattolici, lasciamoli pure dire e fare, sono convinto che la maggior parte dei cattolici è molto più saggia, onesta e intelligente delle sue gerarchie e che condivide appieno questa battaglia di principio.
      Almeno, i cattolic che conosco io sono così …

      • Daniele Addis says:

        La disparità di trattamento c’è da almeno 80 anni in Italia. Il giorno che verrà eliminata sarà il primo passo per l’Italia per diventare un paese civile, quindi ve lo auguro.

        Quello che fatico a capire è la pretesa che fosse Monti di punto in bianco a cancellare tale disparità, il tutto con gli stessi parlamentari che hanno votato in passato fior di leggi per rafforzare questo privilegio.

  6. E su Micromega scatta l’appello. E’ il tema del giorno ragazzi, altroché!
    http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391231

  7. Anche la chiesa con quel castigo Divino che ci condanna a lavorare oltre i 40 anni e per quale colpa? e qui trovo l’ingiustizia!!! si da il condono a chi uccide, persino gli ergastolani trovano speranza di sciogliere le loro catene e ritrovare la libertà! Perchè chi lavora onestamente da tantissimi anni, ha pagato, è stato onesto, ha fatto figli e li sta crescendo con enormi sacrifici non ha nessun sconto di pena?? se c’è un politico che mi può rispondere… ma non credo!!!!

  8. Companeros, vi invito ad andare tutti a Gesico, così imparerete una volta per tutte cosa significa l’arroganza della chiesa, di Don Euro, protetto da Monsignor Money! Oscurantisti, medioevali attaccati morbosamente ai soldi ed al potere come mai potete ed oserete immaginare. La chiesa (non tutta per fortuna, ma quasi!) è una formidabile macchina per far soldi e creare diseguaglianze sociali, sacche di sottosviluppo. Soviet tu citi in maniera erudita l’evangelista luca (16:13), io invece più proletariamente ti cito Carlo Goldoni con il suo “Arlecchino servitore di due padroni”, poichè tutta questa storia dei rapporti tra Stato e Chiesa, TRATTASI DI COMMEDIA!
    Hasta l’ICI a todos!

  9. Di seguito, caro il mio giornalista, una domanda e una risposta tratte dall’intervista al Papa sull’aereo verso il Camerun e l’Angola, sono sicuro che lo leggerai per capire il perchè della bacchettata:

    Domanda – Santità, tra i molti mali che travagliano l’Africa, vi è anche e in particolare quello della diffusione dell’Aids. La posizione della Chiesa cattolica sul modo di lottare contro di esso viene spesso considerata non realistica e non efficace. Lei affronterà questo tema, durante il viaggio? Très Saint Père, Vous serait-il possible de répondre en français à cette question?

    Papa – Io direi il contrario: penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla Comunità di Sant’Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l’Aids, ai Camilliani, a tante altre cose, a tutte le Suore che sono a disposizione dei malati … Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con soldi, pur necessari, ma se non c’è l’anima, se gli africani non aiutano (impegnando la responsabilità personale), non si può superarlo con la distribuzione di preservativi: al contrario, aumentano il problema. La soluzione può essere solo duplice: la prima, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro; la seconda, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l’uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo grandissimo ed importante. Ringraziamo tutti coloro che lo fanno.

    Questa risposta scatenò aspre critiche ma pochi dicono quanti studi scientifici confermano la verità di queste parole.

    Di seguito il link per uno di questi:

    http://www.heraldmalaysia.com/news/Thirty-years-after-AIDS-discovery,-appreciation-growing-for-Catholic-approach-9137-26-1.html

    E’ in inglese ma qualora non lo capisca, in pratica dice che Matthew Hanley, ricercatore in Sanità Pubblica alla Emory University di Atlanta (USA) ed esperto in bioetica, con diretta esperienza sul campo in diversi paesi africani, ha recentemente pubblicato per l’American Public Health una relazione intitolata “The Catholic Church and the Global AIDS Crisis”, in cui quantifica il numero di infezioni che avrebbero potuto essere evitate in Africa se si fossero attuate politiche per promuovere l’astinenza e la fedeltà, piuttosto che attuare politiche per la distribuzione di massa di preservativi. Poiché la malattia è stata identificata nella metà degli anni Ottanta, si stima che abbia ucciso 25 milioni di persone in tutto il mondo, e oggi ci sono 65 milioni di portatori del virus.

    «Non nascondiamolo: le politiche di distribuzione del condom non sono riuscite a invertire il segno delle epidemie più gravi in ​​Africa, quello che è servito è stato cambiare i comportamenti», ha detto Hanley. «I funzionari della sanità pubblica dovrebbero riconoscere questo. Ma la maggior parte di essi rifiutano gli approcci basati sul comportamento e prediligono soluzioni tecniche, come il preservativo». Eppure, tra il 1991 e il 2001 l’Uganda è riuscita a ridurre del 10% il numero di persone infette, seguendo un programma basato su “fedeltà” e “castita” e senza alcuna distribuzione del condom. Tuttavia, quando le agenzie mediche hanno insistito sul fatto i fondi sarebbero dovuti essere applicati per la distribuzione di preservativi, il numero di casi è aumentato di nuovo (cfr. Religion En Libertad) . La Chiesa rimane il più grande fornitore unico di assistenza sanitaria e sostegno per coloro che soffrono di malattie correlate all’AIDS in tutto il mondo.

    Con rispetto e amore per la Verità.

    • Siccome mi sei simpatico con la tua voglia di informarti ti do anche un altro link, il primo era sll’Uganda, il secondo sullo Zimbabwe, divertiti a leggere!

      http://www.plusnews.org/Report.aspx?Reportid=91901

    • Quintale says:

      Solo per il fatto che scrivi Verità in maiuscolo mi fai tenerezza, mentre per il fatto che ti arroghi di dire ad un altro che astinenza e fedeltà sono le cure più efficaci mi fai un po
      incazzare…ma tant’è, non ti sei neanche accorto di vivere nel secolo 21°, figurati il resto…

      p.s. bell’esempio di amore il tono insultante della tua mail…buona fortuna..

      • Scrivo Verità in maiuscolo perchè la Verità è con la V maiuscola che tu ci creda o no.

        Purtroppo dai link che ho scritto non sono io che mi arrogo ma altre persone ben più qualificate di me e meno saccenti di te.

        Non ti sei manco degnato di leggerli perchè mi rispondi?

        Il primo ad avere avuto un atteggiamento beffardo, non insultante, è stato questo giornalista autore del blog, ed io penso di aver risposto con toni non insultanti ma altrettanto beffardi.

        E’ lui che nel suo profilo si descrive giornalista…e poi mi fa l’opinionista? Ma l’opinione siamo in grado di farla tutti, in quanto in grado di pensare, i giornalisti hanno il solo compito di essere obiettivi e di fornire i mezzi per fare gli opinionisti alla gente normale.

      • Neo Anderthal says:

        Contedduca, mi dica: ma la Verità, che lei conosce e afferma, comprende la certezza che un giornalista non debba e possa osare di avere opinioni proprie?
        La Verità di cui Lei è depositario o latore sancisce un irrimediabile conflitto di interessi tra giornalisti e portatori -si spera sani- di opinioni?
        Quindi compito del giornalista, anzi il solo compito come Lei precisa, è compilare fatti?
        E come, di grazia? Non è che la stessa scelta dei fatti, la considerazione e il peso da assegnare alla loro stessa rilevanza sia anch’essa in massima parte una opinione?
        Per esempio non vedo la stampa catto-cattolica impegnarsi a definire la rilevanza reale dei benefici assegnati alla Chiesa, se non in risposta o in replica alle “accuse” -o piuttosto alle constatazioni, ma siamo ancora nel malefico territorio delle opinioni- della stampa “laicista”.
        La sua comunque è una tesi interessante: chi per lavoro si informa e informa dovrebbe evitare di avere un opinione, o almeno di esprimerla e sottoporla al dibattito -che è quanto io e Lei andiamo facendo, peraltro-.
        Dalla sua tesi discende un altro assunto: l’opinionista non è e non deve essere un giornalista -infatti non è una condizione necessaria né sufficiente-. Ma allora Gramellini e Maltese, Bocca e Feltri, Belpietro e Sechi, Folli e Riotta come si permettono?
        Non conoscono la Verità?
        La spieghi anche a loro, sono sicuro che Lei aprirà nuovi orizzonti alla professione giornalistica.

      • Giornalista ed autore teatrale, è direttore di Radio Press. Con Elio Turno Arthemalle conduce ogni mattina la trasmissione “Buongiorno Cagliari”.

        Questo c’è nel profilo.

        Io contesto il fatto che scriva senza prima informarsi (e lo ha ammesso lui stesso in risposta a nikosino…) e non il contrario come dovrebbe fare il professionista che lui dice di essere.

        Contesto che scriva emerite cavolate proprio perchè non conosce ciò di cui parla.
        Io ho provato a spiegarglielo e lui mi risponde con la battuta di un senatore che se la qualità delle cose dette assume automaticamente rilevanza tanto maggiore quanto maggiore è il grado di chi le dice, allora siamo a posto.

        Ma non contesto il fatto che tu ti possa fare infinocchiare da chi vuoi tu proprio perchè è umano pensare che gli altri abbiano sempre torto a meno che non ci assecondino.

        Io non ho dato la mia opinione, ti ho detto come è la legge.
        Alcune persone hanno privilegi grazie alla legge? Addosso quindi alle persone o alla legge?
        Ma se state facendo una campagna contro la Chiesa (la persona) e io vengo quì a dire che la Chiesa in materia di Ici non ha alcun privilegio particolare se non nell’ambito dell’attività no-profit ( la legge) che produce. Far pagare l’Ici alla Chiesa ( o meglio, alle sue attività no-profit), vuol dire solamente far pagare l’Ici a tutto il no-profit.
        Che altrimenti si finisce nella legge ad personam tanto amata da Berlusconi e tanto odiata da chi lo criticava.
        Punto e basta.

      • Neo Anderthal says:

        Non ciurliamo nel manico, per favore.
        caro Contedduca, lei scrive testualmente: “nel suo profilo si descrive giornalista…e poi mi fa l’opinionista? Ma l’opinione siamo in grado di farla tutti, in quanto in grado di pensare, i giornalisti hanno il solo compito di essere obiettivi e di fornire i mezzi per fare gli opinionisti alla gente normale.”
        Non mi piace ripetrmi, ma lei glissa e allora preciso, per quanto sopra da lei affermato, con la sicurezza che penso le derivi dalla intimità che intrattiene con la Verità maiuscola:
        trattasi di abbaglio, di errore marchiano, di fesseria.

      • Quì sembra che l’unico che si stia trastullando sia tu, perchè il fatto che tu non sappia che la prima regola per un giornalista è:
        1) non é come scrivere un tema o un saggio, in un articolo bisogna descrivere soltanto i fatti (hai presente le famose 5w?), evitando i commenti e lui quì non l’ha fatto (a cominciare dal titolo…)
        2) ricordare sempre che un giornalista non è uno scrittore. Lo scrittore può inventare. i fatti ed i personaggi, il giornalista deve soltanto raccontarli ( e lui si è inventato tutta una legislatura a favore della Chiesa che non esiste e questa è diffamazione, menzogna o come la vuoi chiamare la chiami).
        3) non tutte le informazioni sono esatte, prima di pubblicarle scrivendone un articolo, vanno sempre verificate, meglio con fonti diverse ( e lui questo non l’ha fatto perchè, per sua stessa ammissione in risposta ad un commento, ha detto che doveva informarsi).

        Non conosco la tua età ma devo dedurre che sei uscito di scuola quando esistevano ancora i temi per non sapere queste tre regole fondamentali.

        A proposito…se un gionalista per un qualunque motivo smette di scrivere articoli e comincia a tenere rubriche, smette di dover obbedire a quelle regole, ma solo in quel frangente.
        Se lui si firma come giornalista deve fare il giornalista. E fin’ora ha solo detto minchiate.
        Ergo l’ho solo corretto, non gli ho mica dato dell’imbecille, gli ho solo detto come stavano per la legge le cose.

      • Neo Anderthal says:

        Contedduca, Lei (a proposito, io non le ho dato del tu) evidentemente a corto di argomenti validi scivola -come il Marchese del Grillo, con cui forse spartisce una ambizione di nobiltà papalina- nella volgarità.
        Il fine nobilissimo è sempre quello: IO (chiesa) so’ IO, e voi nun siete…
        Starei attento al suo posto a scomodare la legge e anche le famose regole delle 5 W che -a parte il non del tutto trascurabile particolare di essere state compilate in un’altra epoca, per altri strumenti tecnici e per diversi pubblici- ovviamente non c’entrano alcunché con quanto chiunque può liberamente scrivere sul proprio “diario di bordo”.
        Pare infatti che BLOG, in quanto contrazione e unione delle parole web/rete e log/diario-registro di navigazione voglia dire questo.
        E un libero cittadino, nel suo tempo libero e gratis, sia un imbianchino o un meccanico ciclista, un chirurgo o un acchiappamosche professionale o anche un giornalista, potrà scrivere e condividere le proprie opinioni, se crede?
        O forse un giornalista, in quanto tale, deve sottostare agli impedimenti qualche legge (quale?) inesistente di cui Lei vaneggia?
        Discutiamo quindi le opinioni o comunque i post -e i post, particolare non irrilevante, non sono articoli di giornale- e lasciamo stare le infondate, inconsistenti, incongrue obiezioni “di principio”.
        D’altra parte questa pagina altro non è che una rubrica, sia pure web.
        Quindi, esattamente come Lei è libero di fare un blog suo, in cui spiegare al mondo che la Chiesa ha sempre ragione, il nostro gentile Vito è libero di fare il proprio, in cui scrivere quel che meglio gli aggrada. Si chiamerebbe qualcosa come libertà di espressione.

        Ultimo: “Non conosco la tua età ma devo dedurre che sei uscito di scuola quando esistevano ancora i temi per non sapere queste tre regole fondamentali.”
        Non conosco la sua età, e neppure mi interessa fare ipotesi, ma certo le auguro proseguire e approfondire i suoi studi, quelli che finora ha seguito l’hanno lasciata con qualche lacuna in fatto di logica.
        Mi saluti la Verità.

      • Scusa, hai pienamente ragione su tutto (io ti do del tu…che succede?).
        E’ vero si può scrivere quel che si vuole, anche menzogne volendo, tanto mica si paga alcunchè.
        Hai ragione, è un blog, ma da un giornalista ci si aspetta che conosca quel di cui parla.
        Poi puoi anche ignorarlo nel senso che te ne freghi…ma almeno conoscerlo…
        Hai ragione anche sul fatto che le regole del giornalismo sono di un epoca lontana…ora i giornalisti che circolano sono dei calzolai.
        Non salutarmi il relativismo in cui ti crogioli ti ci lascio ben volentieri!

      • Caro Contedduca, finora non ho risposto perché volevo capire fin dove arrivavi. A questo punto posso ben affermare che ti mancano i fondamentali elementari del giornalismo (e forse anche della logica). Quando ho scritto questo post ero evidentemente a conoscenza dello scandalo dell’Ici non pagata da parte della Chiesa (sto ovviamente semplificando, mi auguro che tu non ti attacchi a questo ora), e questo perché si tratta di un argomento conosciuto da anni. E’ chiaro che se qualche lettore mi chiede degli elementi specifici della normativa, non posso che rispondere “Ora mi informo”. Ma che io avessi piena consapevolezza di quanto stavo scrivendo, e soprattutto della veridicità delle cose che stavo affermando, è stato confermato poi nei giorni seguenti, quando numerosissime inchieste hanno dimostrato norme alla mano ciò che io avevo scritto, e cioè che la Chiesa (continuiamo a semplificare, per brevità) non paga l’Ici.
        Ma tu, che ignori la logica, di questo non tieni conto. Straparli di regole di giornalismo e dimentichi una cosa molto semplice: che, stando ai fatti, su questa vicenda io ho ragione e tu hai torto. La Chiesa non paga l’Ici, fa la furba. E anche il cardinal Bagnasco sta iniziando a mettere le mani avanti, perfino tanti parlamentari del Pdl. In questo blog la campagna contro la Chiesa non esiste. Lascia stare le regole del giornalismo, che non le conosci. Stai ai fatti, che è meglio.

      • Purtroppo tu hai attaccato la mia persona senza argomentare sulla fallacità delle mie convinzioni.
        Non sapevi cosa dire. Io ho detto che tu non sai fare il giornalista ma ho dato delle motivazioni.
        Tu hai detto che io non capisco una mazza di niente ma senza dare motivazioni, chiè più logico?
        Quindi, nel torto cadi tu, perchè non hai detto niente che possa fare intendere che io sbaglio.
        Quello che ho scritto nonme lo sono inventato.
        L’ho cercato.
        Il lettore al quale hai risposto promettendo di informarti, non ti aveva chiesto lumi sulla legge, ma ti aveva detto le cose così come stanno. Quindi non dovevi informare lui ma te stesso e tutt’ora non l’hai fatto perchè la legge in questione non sei manco andato a leggerla di striscio, fidandoti di parole dette da altri che per quanto altolocati, filo/antipapali che siano, non valgono più delle tue nè delle mie.
        Ciò che conta è “cosa dice la legge?” E tu questo ancora non lo sai.
        Cose che avresti dovuto sapere prima di formare un opinione.
        E’ una questione logica questo processo, detto da uno che non ne capisce…beh…
        Se io manco di logica tu manchi di:
        – concezione del giornalismo
        – caratteri di una legge
        – definizione di ente commerciale / non commerciale
        – definizione di attività commerciale / non commerciale.

      • Neo Anderthal says:

        Da un frequentatore assiduo della Verità non è lecito aspettarsi nessuna considerazione meno che Vera.
        E pertanto la (falsamente! capziosamente!) controversa e (calunniosamente! anticlericalmente!) dubbia situazione, in cui è avvolta l’intera materia tributaria della Chiesa in rapporto all’Erario pubblico italiano non è e non deve essere soggetta al vaglio di interpretazioni “relativistiche”: la Verità è una, la conosce la Chiesa, quindi, in pieno stile Via Tamburino Sardo, arrivano le Pabedde di parrocchia a strepitare “cosaparlatesenonsapeteleccose!” e anche “mollashtarelamiacchiesa!”.
        E chi dubita mente, è ovvio, accecato dal Relativismo.
        Salutoni anche alla Verità, che nuda la accompagna.

      • La legge ordinaria dice che l’esenzione dall’Ici riguarda le attività no-profit, quindi è una norma generale.
        Allora esiste un regime che riguarda TUTTI e che dice: quando le attività sono di interesse sociale non si applica l’Ici.
        Onestamente, la Chiesa che cosa c’entra?
        In quale punto la situazione è controversa o dubbia?
        Chi è che sta sotterrando la logica in questi giorni?

      • Neo Anderthal says:

        Quintale, che fai? Contraddici la Verità? Quella ce l’hanno Loro, sappilo, gliel’ha data il Signore in comodato d’uso. E l’ha data solo a Loro.
        Chi lo dice? Lo dicono Loro, e il Signore che ha parlato e parla solo con Loro.
        Come mai ne dubiti? E fidati, dai.

      • Quintale says:

        🙂 ….. e infatti rinnovo gli auguri di buona fortuna al nostro amico. Vivere cosi non deve essere facile. Peace !

      • Neo Anderthal says:

        Scherzi? Ma è facilissimo: pensa che consolazione sapere automaticamente e prima di tutto e dal principio chi ha ragione -La Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica e Romana- e chi ha torto -il resto del mondo-.
        In questo i portatori della Verità sono fortunati e quasi imbattibili. Se pensi poi che spesso una o due preghierine fatte al Santo giusto, al momento giusto fanno miracoli…

    • Maurizio says:

      Concordo. Chi è contrario è perchè ideologicamente dopato. Chi non paga l’ ICI sono i sindacati in priimis la CGIL.

  10. che dire “profilattico”” nel 2011 sia considerato cattivo gusto, è MEDIOEVO.

    • Neo Anderthal says:

      @ Linea. Magari hanno ragione a dire che i profilattici sono di cattivo gusto. Dipende da quanti ne hanno assaggiati, e di che qualità. Magari erano davvero disgustosi.
      Per esempio: al mirtillo sarebbe di buon gusto? Me lo chiedo.
      E questa è una battuta di pessimo gusto, ma è sempre meglio che chiudere gli occhi davanti al contagio. Che ha un gusto parecchio più amaro

  11. Gabriele Lippi says:

    Vito, amico mio,
    ti segnalo il post di Ignazio Marino sul suo nuovo blog sul sito del Fatto Quotidiano. Penso apprezzerai

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/06/rimontiamo-manovra/175632/

  12. Ishmael says:

    Il fatto è che da un lato si cita l’Avvenire, dall’altro l’UAAR e come al solito non si capisce nulla. La mia sensazione è che l’Avvenire racconti la teoria della legge ma che le singole pratiche siano un filino più spregiudicate.

  13. LA facevo molto meno mainstream Biochini, si è accodato alla masnada dei disinformati/disinformatori. Lei è un giornalista, ha i mezzi e le competenze tali per offrire un’informazione scevra da pregiudizi e basata su fatti. Si informi bene su chi (non solo la Chiesa) e cosa è toccato dalle esenzioni, poi ciascuno può farsi un’idea propria ma a partire da dati non da un’ideologia spicciola.

    • Neo Anderthal says:

      No Gonzalo, basta col piagnisteo e il vittimismo “cattolico”. Basta davvero.
      E adesso stai a vedere che il “mainstream” sarebbe in realtà fieramente anticlericale.
      Da quale parte? DOVE?
      Il capo della chiesa -quella cattolica ça va sans dire- è riverito qualunque cosa dica, e appellato “Santo Padre” dai telegiornali, lo scandalo pedofilia che infanga la Chiesa in tutto il mondo, per colpe dirette di esponenti del clero e per silenzio e occultamento colpevole della Chiesa stessa, qui in Italia è ridotto a casi limite come Don Seppia e trattato come fosse affare dell’Irlanda e in modo a dire poco frettoloso, mentre su casi macroscopici come quello dell’Istituto per Sordomuti A. Provolo di Verona scende il silenzio.
      La Chiesa si impiccia e pretende di dettare legge su come devo vivere o morire -con le debite eccezioni: per esempio se si “accelera la fine” di un espiantabile per fornire organi da trapiantare nessuno eccepisce- e su come debba io o qualunque cittadino organizzare la propria vita privata in rapporto a diritti comunemente riconosciuti -vedi DICO etc.-
      Un prescelto del Vaticano stipendiato dal pubblico erario, e inserito a giudizio dei vescovi nei ruoli della pubblica amministrazione senza concorso ma a parità con gli altri, è presente in ogni e qualsiasi classe della Laicissima Repubblica del Mainstream Mangiapreti, che consente addirittura che i prescelti possano cambiare ruolo, se loro aggrada. E per loro non vale l’affollamento delle classi: anche dove solo tre alunni su venticinque “si avvalgono” dell’insegnamento della IRC, loro rimangono in classe, ed escono gli “scomunicati”, abbandonati nei corridoi o ospiti di altre classi, privi di qualsiasi servizio, e neppure si pensa ad accorpare le classi di religione anche quando sono ridotte a un numero che potrebbe trovare ospitalità in una cabina telefonica.
      Questo mentre anche le quote dell’8×1000 lasciate in bianco sono proporzionalmente regalate alla Chiesa, le feste religiose sono sovvenzionate dai comuni, taluni preti entrano a gamba tesa nelle dinamiche interne alle comunità -vedi il pittoresco caso di Gesico, ma l’impicciarsi dei preti in questioni varie e non sempre generali è uso comunissimo, anche in casi meno plateali- le scuole dei preti sono sovvenzionate lautamente e in generale qualunque attività intrapresa, decisa o sponsorizzata dalla Chiesa trova ascolto ed accoglienza, certo più di qualunque altra.

      Permetterai quindi, caro Gonzalo, che dopo che la mia prole viene da anni ghettizzata e fatta uscire all’ora di Religione Cattolica, a partire dalle materne, dopo che una parte dei miei parenti mi ha semicancellato perché ho osato sposarmi col rito civile, il tuo riferimento al “mainstream” anticattolico e al presunto e conseguentemente logico e coraggioso anticonformismo dei “Cattolici”, che rivendicano la loro acritica obbedienza al Papa mi susciti un moto di sincero fastidio. Semplicemente: la corrente principale (o mainstream che dir si voglia) della stampa, delle posizioni di potere in qualunque apparato pubblico, subisce il potere diretto o indiretto della Chiesa e dei clericali. Negarlo è mistificazione.

  14. Sono cattolico, praticante, vado in chiesa a pregare tutte le domeniche, ma il Vaticano non mi rappresenta, perchè predicano bene ma razzolano male, vedono le pagliuzze negli occhi degli altri, ma non vedono i travi che hanno nei loro occhi

  15. Bravissimo Vito, sono d’accordo con tutto quello che dici. La chiesa e’ un limite allo sviluppo dell’Italia, hai detto benissimo, e’ questo il concetto che si devono mettere in testa i nostri politici. A parte i privilegi fiscali, che gia’ sono una palese ingiustizia, ancora piu’ odiosa in tempi di crisi, e’ proprio il loro modello di comportamente da scardinare del tutto. La chiesa e’ il vero cancro dell’Italia.

  16. Ciao Vito, ti allego l’articolo di Marco Tarquinio comparso oggi sul sito Avvenire , da giornalista serio e coscenzioso quale tu sei mi aspetto una replica oggettiva e documentata. 😉 Pace e Bene Nicola

    ———————–
    http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/lavergognadellIci.aspx
    ———————–

    C’è un fantasma che s’aggira per l’Italia. Il fantasma dell’Ici «non pagata» dalla Chiesa cattolica sulle attività a fini di lucro che si svolgono all’ombra dei campanili. Il fanta­sma che sarebbe figlio di un’ingiusta esenzione di legge.

    I fantasmi non esistono, e questo in particola­re è una pura invenzione. Nessuna legge sta­bilisce un simile «privilegio». Le attività com­merciali svolte da enti e realtà riconducibili al­la Chiesa sono tenute a pagare l’Ici sugli im­mobili che le ospitano e tutte le altre imposte previste esattamente come ogni attività com­merciale. Gli immobili di proprietà di enti re­ligiosi dati in affitto sono assoggettati all’Ici e alle altre forme di tassazione come qualunque altro immobile dato in affitto. L’abbiamo scrit­to un’infinità di volte, e un’infinità di volte l’ab­biamo dimostrato con le nostre inchieste gior­nalistiche: citando la norma, illustrando casi, fornendo dati, pubblicando i bollettini dei pa­gamenti di presunti evasori indicati (con cla­more e nessuna verifica) su altri mass media… Un’infinità di volte abbiamo spiegato che se qualcuno cercasse di non pagare il dovuto su attività a fini di lucro riconducibili alla Chiesa, violerebbe la legge e meriterebbe di esser san­zionato: i Comuni hanno i mezzi per farlo. Un’infinità di volte abbiamo chiarito che le e­senzioni previste per le attività solidali e cultu­rali svolte senza l’obiettivo di guadagnarci ri­guardano non solo la Chiesa cattolica, ma o­gni altra religione che abbia intese con lo Sta­to italiano e ogni altra attività non profit di qua­lunque ispirazione, laica o religiosa.

    Chi dice il contrario mente sapendo di menti­re. E chi riaccende ciclicamente la campagna di mistificazione sull’«Ici non pagata» non lo fa per caso, ma perché intende creare confusio­ne e, nella confusione, colpire e sfregiare un doppio bersaglio: la Chiesa e l’intero mondo del non profit. Non sopportano l’idea che ci sia un «altro modo» di usare strumenti e beni. Vor­rebbero riuscire a tassare anche la solidarietà, facendo passare l’idea che sia un business, un losco affare, una vergogna. E vogliono farlo nel momento in cui la crisi fa più male ai poveri, ai deboli, agli emarginati, alle persone comun­que in difficoltà. Sono militanti del Partito ra­dicale e politicanti male ispirati e peggio in­tenzionati. Battono e ribattono sullo stesso fal­so tasto, convinti che così una menzogna di­venti verità. E purtroppo trovano anche eco. Ma una menzogna è solo una menzogna. È questa la «vergogna dell’Ici».

    • La domanda è semplice e la rifaccio: visto che tutti devono fare la loro parte, in che modo la Chiesa italiana vuole contribuire al risanamento economico del nostro paese?
      Detto questo, Tarquinio gioca con le parole, perché, norma o non norma, sa bene che la Chiesa gode di trattamenti di favore da parte delle amministrazioni pubbliche. Quanto al resto, adesso ci informiamo.

      • aahh….! ho capito!!! sei un lettore di quel gran bel quotidiano!!! Ma pensa te oh!
        Certo uno che ce l’ha con l Chiesa cosa va a leggersi se non quelle cose che gli confermano l’idea che ha?
        Ma ovviamente non va poi a verificare se le notizie che riporta sono tuttla la verità e nient’altro che la verità.
        Perchè come ho scritto in un altro commento è vero che la Chiesa è esentata dall’Ici ma solo in quegli immobili che svolgono certe attività. Come tutte le altre persone fisiche e giuridiche.
        Non c’è nessuna legge a favore della Chiesa ma solo una a favore del no-profit.

      • Non credo che la Chiesa italiana (quale?) debba contribuire “motu proprio” al risanamento economico del nostro paese; credo invece che fra libera Chiesa e libero Stato si debba porre in essere una strategia di coerenza nel perseguimento di obiettivi economici e sociali di comune interesse.
        Scandaloso mi sembra, e non da oggi, il fatto che risorse umane ed economiche interferiscano in modo spesso incidentale (malgrado il Concordato), senza rendere positivo e organizzato il peso di una presenza in questo paese quale quella della Chiesa e di molti dei suoi apparati .
        Senza evocare la capacità di chiamata del turismo internazionale (mi riferisco deliberatamente alla componente più brutalmente economica), esercitata da Chiesa e beni relativi, mi sembra quantomeno ingeneroso non richiamare quanto la Chiesa faccia (come altre Chiese) per il benessere fisico e psicologico di molti dei cittadini di questa Nazione.
        Sono sicuro che nell’irrisolto intreccio di molti interessi (compresi quelli elettorali) si aggiri il fantasma dell’illecito e dell’inaccettabile; da credente, credo che questo vada spazzato via da un atteggiamento irrinunciabile, sintetizzabile nella parola “trasparenza”.
        Tarquinio ha torto? Tarquinio ha ragione?
        Poterne (doverne?) discutere in astratto, senza avere dati certificati in modo formale è il primo degli errori che vengono fatti.
        A chi nuoce? a tutti.
        La Chiesa, che può farlo, dato che ha certamente i dati relativi, pubblichi l’elenco dei suoli beni, assoggettati o meno all’ICI (o come si chiamerà): sarebbe un grande aiuto per la stessa economia, oltre che per la sua immagine.

      • Fammi capire: è la Chiesa che deve risanare i danni causati da governi inverosimili e da chi li ha votati? Non bastano Caritas e associazioni cattoliche che operano nel sociale? E’ lo stato che si prende cura dei più deboli con le varie finanziarie tutte uguali che si sono succedute negli ultimi decenni e che hanno dato sempre di più ha chi ha già molto e hanno impoverito la classe media che oggi si trova anche nelle mense della caritas per mangiare e non per servire? Perché mai, con le mie offerte dovrei sovvenzionare ulteriormente questo stato sprecone anziché agire direttamente dove c’è bisogno (e qui interverranno sicuramente Cresia e razionalisti)?
        Ti allego un altro link, leggi soprattutto la parte in cui si parla del turismo religioso e del relativo indotto: http://www.valigiablu.it/doc/492/la-chiesa-le-tasse-e-la-protesta-informata.htm
        Un’ultima cosa: i commercianti madrileni, contando i loro guadagni, saranno stati indignati come quella banda di delinquenti che ha sputato, picchiato, insultato i pellegrini della GMG e i loro figli (ovviamente parlo per conoscenza diretta di quelli che hanno subito violenze)?
        Pace e Bene
        Nicola

      • gentarrubia says:

        Nikosimo non mettere troppa carne al fuoco. su cosa è stata Madrid nei giorni della GMG se ne può raccontare per giorni. gli indignati erano i madrileni, non solo i commercianti, per aver dovuto sopportare per più di una settimana una città paralizzata da una fiumana di mistici arrivati anche a spese loro (dei madrileni). visto che stiamo parlando delle prebende non dovute che lo Stato, a vario titolo, paga alla Chiesa, la GMG di Madrid ne è un significativo esempio

      • Leggi bene ciò che ho scritto, gli indignati non erano nè i madrileni nè i commercianti, i pellegrini hanno portato dentro Madrid un indotto di almeno 200.000.000 di euro, contando una spesa di circa cento euro a testa, ma i miei amici hanno speso ben di più fra acqua, caffè per usare i servizi igienici dei bar, spese varie e souvenir. Alcuni di loro sono tornati con i lividi che si sono guadagnati per impedire che i figlioletti ricevessero le violenze che sono state distribuite generosamente da quella banda di mascalzoni degli indignati, per non parlare della volta che sono rientrati negli alloggi e li hanno trovato devastati subendo anche il furto e la distruzione delle proprie cose.
        Ma preferirei che tornassimo in tema, il mio richiamo a Madrid era semplicemente riferito al turismo religioso, citato nell’articolo linkato nel mio post.
        Pace e Bene
        Nicola

      • Qunto al resto, adesso ci informiamo.
        Vuol dire che hai sparato epiteti ad cavolum?
        Senza sapere di cosa parlavi?
        Senza aver prima approfondito?
        Ti informi dopo? Questa sì che è bella.
        Come la gente normale che non fa il giornalista di professione e quindi non è tenuta a sapere i pareri di tutte le campane?
        Oppure stai solo facendo attività commerciale a scopo di lucro e quindi è giusto che tu l’Ici lo paghi?
        Ma se la Chiesa chiudesse tutte le sue scuole che dovrebbero pagare l’Ici a tuo dire ma cosa dovrebbe fare lo Stato Italiano per ottemperare alla masnada di ragazzi che restano senza istruzione? Classi pollaio eh? Questo è solo un esempio.
        Leggiti la legge sull Ici del 1992 e poi mi dici dove è posta la parola Chiesa in riferimento a favori particolari.

        Oppure vogliamo leggi ad personam (ma sarebbe meglio dire ad istitutionem), che finchè le faceva Berlusconi tutti a criticarlo ma qualora si facessero contro la Chiesa (e solo quell Cattolica ovviamente) sarebbe sacrosanto.

      • Ahia, qui c’è gente che gioca sporco… Caro conteduca, se anche il senatore Marino dice che “con la reintroduzione di una tassa sulla casa, i patrimoni immobiliari della Chiesa, come quelli di altre organizzazioni destinati all’assistenza e a scopi umanitari, dovrebbero essere protetti dalla tassazione. Ma sugli immobili che determinano un profitto credo che anche la Chiesa debba fare la sua parte”, direi che l’istruttoria è già bella che chiusa. Il mio era solo un modo di dire cortese per capire meglio la situazione. Che si capisce benissimo. Al resto non rispondo.

      • Ovvio, la legge del 92 indica che vi sono otto attività (ricettiva, sanitaria, didattica e altre 5 che per favore vatti a leggere…) che l’esenzione ha riguardato e riguarda.

        Tutti gli immobili utilizzati da un “ente non commerciale” e destinati “esclusivamente allo svolgimento di queste 8 attività sono esentate dall’Ici.

        Ricadono nell’esenzione anche le Onlus, le associazioni sportive dilettantistiche, i partiti e qualche altra cosina che non ti sto quì a dire perchè so che tu vorrai andarti a leggere.
        Detto questo.

        Cos’è l’ente non commerciale?
        Quell’ente che non distribuisce gli utili e gli avanzi di gestione ed è obbligato, in caso di scioglimento, a devolvere il patrimonio residuo a fini di pubblica utilità.

        Attenzione: non quell’ente che non svolge attività commerciali!

        E’ chiaro che alcune delle otto attività no-profit previste dalla legge non possono essere profuse se non attraverso attività commerciale (didattica, sanitaria…)

        E’ chiaro che spostare l’attenzione dalla natura commerciale dell’ente proprietario alla natura dell’ “attività commerciale effettuata” come fece la Cassazione quando è sorta la questione, fa deflagrare il problema.
        Questo perchè per commerciale si intende non l’attività che produce utili ma l’attività organizzata e resa a fronte di un corrispettivo.
        Inoltre, commerciale non vuol dire con fine di lucro, infatti niente specifica che il corrispettivo di cui sopra debba per forza essere superiore alla spesa assunta.
        Vale a dire: se chiedi un cent saresti fuori dall’esenzione.

        Quindi gli immobili che determinano un profitto che non viene reinvestito nell’attività stessa non sono esentati.
        Quegli alberghetti vicino ai luoghi di culto, ai santuari non sono esentati, nemmeno se hanno al loro interno una cappelletta, che al contrario viene tassata anch’essa, anche perchè l’attività alberghiera no è tra quelle otto.

        E se per caso quegli immobili mascherano la loro attività a scopo di lucro come una no-profit, vuol dire che c’è qualcuno che evade non che la legge sia sbagliata.

      • TriplaG says:

        Non sono giuridicamente preparato per discutere su aspetti così particolari della questione ICI, IMU o come si chiamerà questa imposta ma chiedo la situazione evidenziata in questo filmato realizzato da quei laicisti e senza Dio di Radicali come si configura:
        1) corretta applicazione della legislazione italiana;
        2) evasione d’imposta;
        3) concorrenza Sleale;
        4) dabbenaggine di una suorina;
        Credo siano possibili risposte multiple.

      • Rispondi a me tanto per percularmi oppure …? Boh…
        Perchè da quel che dici mi sa che non hai letto per niente l’intervento al quale rispondi.
        Dicevi che non sei tanto preparato per discutere, manco io sono avvocato però mi sono informato e ho avuto la pazienza di scrivere quel trafiletto sopra ai tuoi che dovrebbe spiegare a chi vuole conoscere.
        Visto che tu vuoi solo provocare…accetto la provocazione e te la rispedisco…ndo culu!

      • TriplaG says:

        Veramente io avevo semplicemente chiesto come configuravi quella attività ma se la domanda ti sconvolge tanto da dimenticare l’educazione e farti scadere nel turpiloquio la ritiro a beneficio del tuo equilibrio mentale che a questo punto appare alquanto fragile.

      • Se il mio equilibrio mentale appare alquanto fragile la tua voglia di sapere non è così nitida.
        Ti ho risposto male, semplicemente perchè avevo già risposto abbondantemente e chiaramente giusto sopra ai tuoi commenti, ma proprio sopra eh? Non devi andare a cercare chissà dove, giusto sopra…scorri e lo vedi.
        Quindi la tua domanda più che una curiositàù era sembrata uno sfottò…è più educato così?
        Ma veniamo al dunque.
        Forse mi è sfuggita la parte in cui viene chiesta alla suora se quell’immobile paghi l’Ici o meno, quindi non si può rispondere nè alla 1), nè alla 2) nè alla 3).
        La sincerità della suora fa presupporre che sia con la coscienza a posto…
        Va bene così??

      • TriplaG says:

        Infatti la suora non lo dice, lo dice il comune di Milano da cui sono tratti gli elenchi degli immobili esentati (come del resto spiegato all’inizio del video) visitati per tale motivo dai Senza Dio.

    • Luca B. says:

      La chiesa ha sempre amato i poveri perchè ne ha un bisogno disperato, non dimentichiamolo, giustifica la sua stessa esistenza.
      Beati i poveri ed è più facile che un canapo passi per la cruna d’un ago che un ricco entri nel regno dei cieli.
      Peccato che a spulciare i vangeli, tutta questa beatificazione della povertà (altrui) non si trovi una piccola regoletta che specifichi che anche la chiesa dev’essere povera.
      Gesù non l’ha mai detto, ok, ma non ha mai detto neppure internet, aspirapolvere e frigorifero.

      P.S. Oltre al “secondo stato” sul groppone, aggiungerei il “terzo stato” mafia. Quindi l’Italia è una e trina.

      • In spirito, Luca, in spirito!
        Non è che se sei povero hai le porte del cielo spalancate, non è che diventi testa di serie o che sei in pole position. Non è che se sei povero non hai l’assillo del denaro come unica ragione di vita.
        Beati i poveri in Spirito non i poveri.Perchè se sei povero in Spirito metti Dio al primo posto e del denaro anche ad averne a bizzeffe non te ne fregherebbe niente.
        E poi questa fantomatica riccheza della Chiesa…solo perchè vedi la basilica di s.Pietro? Solo perchè vedi la bellezza dei luoghi di culto?
        Quindi, ricapitolando le varie pretese: la Chiesa dovrebbe pagare l’Ici per gli immobili che non sono di culto di quelli non gliene frega niente nessuno in questo caso…
        Perchè poi per sfamare la mitica Africa dovrebbe vendere tutti i suoi beni che altro non sono che i luoghi di culto.
        Anche perchè vendendo i luoghi di culto che poi non si sa chi li comprerebbe chissà quanta gente sfami…e soprattutto per quanto tempo. E poi? Che si farebbe?
        Si direbbe alla Chiesa di ricomprare i suoi luoghi di culto perchè così si avrebbero i soldi per sfamarli la seconda settimana? E la terza li rivendiamo?

    • gentarrubia says:

      grazie. anch’io ho letto l’articolo e mi ha fatto venire il dubbio. seppur sia indubbio che Tarquinio non fa riferimento a nessuna normativa che esenta i “no profit” (tra i quali ci sarebbe la Chiesa)… se Vito lo verifica ci fa grosso favore 😉

    • Marco Granata says:

      No, scusami, ma quando ho letto “colpire e sfregiare un doppio bersaglio: la Chiesa e l’intero mondo del non profit” ho fatto un salto nella sedia.
      Non sono credente, rispetto ed apprezzo molti valori ed azioni del mondo cattolico, ma da qui a definire la chiesa “no profit”, con tutta la buona volontà, non riesco ad arrivarci.
      Sono mentalità e finalità opposte.

  17. a quanto ammonta l’ammanco annuo di entrate? qualcuno ha provato a calcolarlo http://www.icostidellachiesa.it/

  18. Incredibile anche come questo atteggiamento non sia condannato a livello politico.
    Siamo ancora schiavi della Chiesa Cattolica,come nei primi anni del dopoguerra???
    Il Movimento del ’68 non è servito a nulla ???
    Mi è capitato anche di leggere dell’appoggio dei partiti della “Sinistra” nel momento che la Chiesa criticava Berlusconi x il Bunga Bunga ;
    come se la “Schifezza dei Preti Pedofili” fosse moralmente meno censurabile di qualche “Orgetta di Arcore”,
    dove delle centinaia di “Veline” che sono passate solo una ha dichiarato un senso di disappunto.
    La Chiesa non è più quella di Paolo VI e del Concilio Vaticano II,
    stiamo regredendo prima con Karol Wojtyla ed ora con questo “Nazista” nemmeno pentito.
    Buon Lavoro Vito Grazie.

  19. Soviet says:

    Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona». (Luca 16:13)

  20. claudio m. says:

    SATTTANNA !!!
    Fatta ora ora, quindi, chi ha tempo non chieda tempo, inviate la mail a SEGRETERIAUSG@GOVERNO.IT
    forse non servirà a nulla, ma 1+1 farà sempre 2, che gli piaccia o no il SMM (SuperMarioMonti) lo sa.

    La chiesa, con SMM si è presa il sicuro di non ritrovarselo in c _ _ o,
    bè, fate vobis.

    Amen

  21. Gianfranco Carboni says:

    L’Italia non è un paese Libero mai abbiamo potuto capire l’importanza di una frase: LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO.

  22. grande Vito!
    grazie! 😉

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