Che maleducazione! Che mancanza di tatto! Festeggiare in piazza le dimissioni di Berlusconi?! Che vergogna! In un paese civile questo non si fa!
E sì, perché adesso il problema dell’Italia sembra essersi ridotto a una questione di mera buona educazione. Basta gridare, basta strepitare, non sta bene, e che diamine!
Al di la delle ipocrisie, a me la situazione sembra ben più insidiosa. Perché finché certe scempiaggini le dice Angelino Alfano è un conto. Ma se l’ispiratore di questa linea diventa il Corriere della Sera e una delle sue firme di punta, Aldo Cazzullo, allora le cosa cambiano. E si rivelano più pericolose.
Cosa scriveva ieri Cazzullo?
La folla assiepata nella notte romana sotto il Quirinale e Palazzo Grazioli – più quella che ha puntato su Palazzo Chigi deserto – a urlare insulti, invocare le manette e gettare monetine al passaggio del premier dimissionario rappresenta uno spettacolo preoccupante.
E perché?
Non occorre grande coraggio per andare a urlare sotto casa di Berlusconi, o davanti alla sedi istituzionali. Ne occorre di più per unire le forze nell’emergenza anche con chi ha un sentire diverso dal proprio, nel nome di un interesse e di una responsabilità che mai come oggi sono comuni.
Che dire? A me l’obiettivo sembra chiaro: iniziare a mettere le mani avanti per delegittimare ogni futura forma di dissenso. Non solo: la responsabilità delle proteste ricadrà sul centrosinistra, che per la borghesia italiana deve ancora dimostrare di essere credibile e affidabile.
Certo: peccato che quando tre anni fa Prodi ha lasciato Palazzo Chigi lo spread era a quota 37!
Ma il messaggio che i poteri forti che sostengono Monti mandano è chiaro: perché dunque ripristinare in tempi rapidi una corretta alternanza democratica quando da una parte c’è Berlusconi e dall’altra uno schieramento che manda i suoi elettori a “inscenare gazzarre”?
In questo momento politico il centrosinistra ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Ed è messo in crisi da Napolitano sta giocando col fuoco della Costituzione.
Se Monti non farà veramente riforme efficaci nel nome dell’equità e se resterà a palazzo Chigi più del dovuto (sei mesi al massimo), il Presidente della Repubblica avrà la responsabilità politica di aver stravolto le consuetudini costituzionali per preparare il terreno per il ritorno al potere di uno schieramento che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro.
Scusate, ma ci sarà anche l’emergenza ma a me sembra che in questa crisi Napolitano abbia giocato un ruolo anomalo e poco ortodosso, andando oltre le prerogative che gli assegna la Costituzione. L’irrituale nomina di Monti a senatore a vita è stata una “indicazione” per modo di dire, configurandosi come una chiara imposizione ai partiti. In una situazione normale Monti non sarebbe mai diventato senatore a vita.
“Siamo in emergenza”, si risponde. Ma le regole sono pensate proprio per affrontare i momenti di crisi, anche eccezionale. Napolitano ha introdotto una nuova prassi che rischia in futuro di rivelarsi pericolossissima. Forse avrà salvato l’Italia dal default, chissà: ma ha certamente stravolto in maniera plateale una consuetudine costituzionale consolidata.
Questo ovviamente non lo dice nessuno, perché forse il prezzo da pagare per liberarsi di Berlusconi era quello di forzare le regole. Ma l’ex premier oggi ha buon gioco a dire che “se ne va senza essere mai stato sfiduciato”. In questo ha pienamente ragione e in questa frase sta la crepa che poi la destra cercherà di allargare nella prossima, terrificante, campagna elettorale che ci aspetta.
La strategia di Napolitano ha un senso se porta all’eliminazione della causa della crisi italiana, che è Berlusconi. Ma se invece si dà l’opportunità all’ex premier di sfruttare la situazione per tornare in sella, allora il rischio che stiamo correndo è veramente enorme.
Vedrete che fra un po’ Berlusconi accuserà Napolitano di avere forzato la mano, accuserà l’euro voluto dal centrosinistra(come ha fatto ieri nel suo videomessaggio) di essere la causa di tutto. I poteri forti capeggiati dal Corriere della Sera accuseranno invece la sinistra di essere inadeguta perché incapace di creare un clima sociale adeguato, come se oggi chi perde il posto di lavoro se ne deve stare zitto e buono altrimenti danneggia l’Italia.
Il centrosinistra morso in questa stretta, che farà? Per questo io continuo a dire: elezioni in fretta, grazie.
Eppoi, basta con questa retorica! C’è una parte della società italiana che non è mai stata con Berlusconi e che non deve prendere certo lezioni di bon ton e competenza dal premier Monti. Ma questa adesso è la fase che stiamo attraversando. Speriamo che alla fine non ci sia la solita fregatura.
@E.Tagliareni
Il vulnus sta intanto nell’appartenenza del presidente a quella sinistra che ha cambiato per prima la costituzione con arroganza e prepotenza, a colpi di maggioranza risicata come è usa fare anche quando ha un solo voto in più.
E oggi sta costruendo un governo profondamente antitetico al dettato costituzionale: il governo deve essere espressione della volontà popolare, non di quella del presidente, dei banchieri e delle trame di palazzo.
Se è così, il tuo amico Silvio sarebbe in grado di far cadere qualsiasi governo al Senato: perché non lo fa? Forse perché all’attuale borsino risultante da sondaggi ormai consolidati il formidabile schieramento “delle libertà” rimarrebbe sotto di 10 punti rispetto allo schieramento degli odiati “comunisti”. Che, beninteso, non hanno cambiato la costituzione “a colpi di maggioranza”, semplicemente la costituzione prevedeva la possibilità di un referendum e il tuo amico Silvio, chissà perché, non ha fatto in modo che fosse proposto.
La verità è che una buona metà del PDL le elezioni non le voleva, in primo luogo per non perdere i vitalizi (che peraltro si spera saranno ora aboliti), in secondo luogo perché col Porcellum Berlusconi avrebbe potuto escludere a tamburo battente chiunque non gli aggradasse, e ormai sono in tanti che non gli aggradano nel suo stesso partito. In ogni caso perché le elezioni le avrebbe perse.
E’ Il Presidente della Repubblica a dare l’incarico al presidente del consiglio dei ministri, è tra i suoi poteri. Normalmente tiene conto delle indicazioni della maggioranza. In questo caso ne ha scelto uno di emergenza che fosse un tecnico presumibilmente capace di traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Se la maggioranza come dice vuole le elezioni subito basta non dare la fiducia a Monti. Se gliela danno vuol dire che anche a loro va bene e a quel punto devono stare zitti.
Per quanto riguarda le riforme costituzionali a maggioranza risicata, sono state confermate dal referendum che quando manca la maggioranza dei due terzi è obbligatorio. Non è colpa degli altri se quando le riforme costituzionali ha provato a farle la destra il referendum popolare le ha bocciate. Vuol dire che in quel caso la gente non era d’accordo con le persone che la rappresentavano, mentre nel primo caso si.
Il governo viene nominato dal Presidente della Repubblica e deve godere della fiducia del Parlamento. Questa è la Costituzione.
Inoltre faccio notare che questo governo avrà il sostegno di partiti politici che hanno raccolto nel 2008 complessivamente circa l’80% dei voti.
Sul tema suggerisco l’articolo di oggi di Michele Ainis sul Corriere: http://goo.gl/eZe2o
Monti in Italia, Papademos in Grecia: tutta colpa di Berlusconi?
http://www.byoblu.com/post/2011/11/14/Una-repubblica-fondata-sullo-spread.aspx
E se qualcuno volesse conoscere anche nomi e cognomi (ci sono anche i sinistri):
http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf
Buona catastrofe.
Sicuramente sia in Italia, sia in Grecia, colpa di una destra spregiudicata e ladrona! PA andrei ha ereditato il disastro dal Governo precedente, Berlusconi ha fatto fatto tutto da sé. Forse è il caso di ricordarlo…
Comunque una notazione va fatta. Se non fossimo nell’Unione Europea, questa situazione si sarebbe potuta risolvere o con un colpo di stato militare (ai greci fischieranno le orecchie) o con la rivoluzione. Napolitano forse ha agito al limite della Costituzione ma sempre rispettando ogni mezzo legale consentito per superare la crisi. Che poi la soluzione Monti sia quella più adeguata staremo a vedere: continuo a preferire elezioni immediate, l’unica cosa che sembra imperdirle è il desiderio di certezze dei mercati (in Spagna non si escludono sorprese, e infatti lo spread spagnolo è salito di botto); in ogni caso, anche se il governo Monti non si preannuncia particolarmente di sinistra, tutto è preferibile al governo fascista che è stato abbattuto sabato.
fascista?
Criptofascista!
Va beh cosi la posso anche lasciar passare !
Pornofascista!
Vito, penso che il presidente Napolitano abbia cucinato con gli ingredienti (pochi e di qualità non eccelsa) che aveva. E Monti è una delle poche personalità in grado di rassicurare i mercati internazionali e gli altri Paesi del G 20.
Berlusconi, i berlusconiani, i servi hanno lasciato macerie e pozzi avvelenati.
Una delle cose più urgenti e mai affrontate in questo povero Paese è il conflitto d’interessi e i risultati si vedono.
Qui c’è un interessante articolo uscito su Il Manifesto e che m’è parso proprio utile riprendere: http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/11/15/goldman-sachs-i-veri-padroni-del-vapore-conflitti-di-interesse-planetari/ .
Che il cielo ce la mandi buona a tutti noi italiani, ‘nculo alla balena 😉
Stefano Deliperi
Berlusconi ha presentato le proprie dimissioni senza una vera sfiducia perché non voleva andarsene da sconfitto e poter utilizzare questa cosa a proprio favore nella già avviata campagna elettorale. Se avesse chiesto la fiducia e questa fosse stata bocciata dall’aula, sarebbe stata la sua fine. Invece così ha inventato il nuovo mantra per i suoi leccapiedi che dopo aver detto che “siamo stati il governo migliore d’Italia, siamo circondati da comunisti, è colpa dell’euro e dell’opposizione”, potranno anche dire che il premier si è dimesso da solo per il bene del paese e non perchè gli mancasse la fiducia da parte delle camere. Io sinceramente preferisco la tregua Monti a elezioni subito. Ho bisogno di riossigenarmi, di abituarmi a una politica meno urlata e più dedita a lavorare per il paese che non a fare comparsate a effetto dentro e fuori dalla televisione. La cosa per me più importante è che, se non viene fatta una nuova legge elettorale causa veti incrociati, si arrivi per lo meno al referendum che la modifichi in maniera tale che si torni a eleggere i parlamentari togliendo ai capi di partito la possibilità di nominarli e di poter fare compravendita per tenere su o far cadere un governo. Fatta la legge elettorale o il referendum si torni pure a votare. Ora non è proprio il caso.
@Monica: Non concordo, le elezioni sono indispensabili qualora il quadro di riferimento e le maggioranze espresse alle elezioni precedenti si siano modificati in misura tale da rendere impraticabili altre soluzioni e/o la costruzione di maggioranze alternative.
La sovranità deve essere sempre del corpo elettorale, messo in condizioni di scegliere, non di un comitato, fosse pure “di saggi”, e meno ancora del “Presidente” per quanto sagace e ben intenzionato possa essere. Il Governo Monti quindi nasce zoppo per il paradosso intrinseco alla sua natura “terza” rispetto agli schieramenti, appoggiato da chi indica e dovrebbe pertanto sostenere soluzioni se non sempre contrastanti certamente diverse, punto per punto, la eventuale maggioranza oceanica a favore sarebbe la sua debolezza e la fonte della probabile paralisi.
Ma soprattutto: il referendum essendo abrogativo NON toglierebbe ai vari capi partito -o capicorrente e via scendendo verso i cacicchi locali- la potestà di nomina dei parlamentari.
Per il semplice fatto che dall’attuale e universalmente aborrito Porcellum si tornerebbe al non meno arbitrario Mattarellum, ovvero con un maggioritario per collegio, con i candidati scelti dai vertici, più un recupero proporzionale a lista chiusa, con meccanismi complessi di recupero dei candidati non eletti ma molto votati nei collegi, che formano il cosiddetto scorporo. È bene ricordarsi che questo sistema garantiva, nei collegi cosiddetti “sicuri” il paracadutaggio di elementi estranei al contesto territoriale, fossero essi esponenti nazionali, o di figure a vario titolo importanti per il partito -rimase celebre l’elezione con lista di coalizione di Antonio Di Pietro nel collegio “rosso” del Mugello, in Toscana-
http://it.wikipedia.org/wiki/Mattarellum
L’unico antidoto sarebbe, in questo caso -malaugurato- di ritorno al Mattarellum, un ricorso sistematico alle primarie, con i pregi e gli eventuali difetti del caso -vedi Napoli e, come si dice, “poi muori”-.
La migliore delle ipotesi sarebbe per me il ritorno al principio proporzionale , con una eventuale legge di sbarramento e un ridotto premio di maggioranza per la coalizione.
Infatti, mentre per quasi qualunque altro sistema si può parlare di meccanismi o di arzigogoli, quello proporzionale ha un vantaggio indubbio, giacché corrisponde al primo principio democratico: “una testa un voto”, da cui discende la conseguenza “a una percentuale di voti espressi corrisponde una analoga percentuale di rappresentanti parlamentari, con approssimazione minima”.
Le probabilità che questo parlamento di baronetti nominati vari una legge in questo senso sono a mio parere esigue se non nulle, dato il fatto che una nuova legge elettorale non farebbe altro che evidenziare l’abusività di un parlamento costituito appunto da nominati.
La mia previsione e in un certo senso il mio augurio, è che si andrà alle urne con la stessa legge, oppure col Mattarellum ma poco dopo il referendum, che presumo si terrà nella tarda primavera.
Che è anche il mio di auspicio. 🙂
Piaccia o non piaccia Berlusconi è stato legalmente eletto. Ha mantenuto il potere e la sua maggioranza con metodi molto pochi ortodossi e al limite della legalità, ma è colpa solo di Berlusconi o anche di una classe olitica che si prostituisce?
E piaccia o non piaccia, Monti è stato messo lì dai mercati, pericolosissimo precedente, come dice giustamente Vito.
La mia perplessità sta ora sul QUANTO ci dobbiamo tenere questo fantoccio?già si parla di fine legislatura, altro che governo tecnico
E la costituzione, e quelli che scendevano in piazza per difenderla, e il presidente massimo garante, dove sono?
Ma perché dove sta il vulnus alla costituzione? Che siamo una repubblica parlamentare ce lo ricordiamo tutti?
Abbiamo di fronte una sfida di dimensioni epiche.
Di certo peggio di B. nessuno può fare, basti pensare alla credibilità internazionale che ad oggi si trova ai minimi storici, visto che avevamo un premier che veniva sistematicamente snobbato dagli altri leader europei.
Vero è che Monti non offre molte garanzie dal punto di vista di lobby ecc ecc…
VEDREMO.
I modi lasciano perplessi, la situazione in cui ci stiamo cacciando proeccupa, ma è il fallimanto della politica a determinare questo commissariamento di fatto. 17 anni di irresponsabilità, di sostanziale stallo, di veti contrapposti, l’impossibilità di portare avanti qualsiasi seria riforma. L’incapacità è stata dei governi di centrodestra ma anche di quelli di centrosinistra. La classe politica della seconda repubblica ha fallito. Colpa del berlusconismo e di chi non è riuscito a contrastarlo politicamente.. E’ doloroso ammetterlo, il voto oggi probabilmente darebbe un governo al centrosinistra, ma cosa ci fa credere che sarebbe capace di tirare l’italia fuori dai guai in cui si è cacciata? Cosa è cambiato? berlusconismo e antiberlusconismo sono forse superati? la triade di vasto allargata magari al terzo polo, sarebbe una maggioranza politicamente coesa, esprime una linea politica condivisa? La verità è che il pd se la fa sotto all’idea di andare al governo con di pietro e vendola in questa situazione, preferisce scaricare la responsabilità del calice amaro del risanamento al governo monti. E gli da carta bianca sui tempi e sulle cose da fare, addirittura auspica riforme relative all’architettura istituzionale. Questo delegare ai tecnici compiti politici, è certificare il fallimento della politica. Forse ci meritiamo tutto questo. Se siamo ridotti davvero così è meglio riconoscerlo e fermarsi un giro tutti quanti a pensare. Guardarsi in faccia, rimescolare le carte, fare chiarezza e provare a costruire dalle ceneri di questa seconda repubblica un sistema bipolare su basi politiche più solide e coerenti
Caro Vito essendo tu toccato di penna e di sintesi ti ringrazio. Sono assolutamente d’accordo nella analisi e nella soluzione da te prospettata, non avresti potuto scrivere meglio cio’ che ribadisco da mesi: legge elettorale ed elezioni a febbraio marzo. thachiu veri mac
Il leader Fli: “Con Silvio scordiamoci i dissidi del passato”
e suona una musica neomelodica napoletana…
Il Corriere della SerVa è sempre stato così e sempre lo sarà, dai tempi del Duce a quelli odierni del cazzaro … ops di Cazzullo e dei vari leccaculo di regime. Sottoscrivo in pieno l’articolo di oggi sul Fatto Quotidiano di Travaglio, anche se spesso non condivido quel che scrive.
Quanto al resto, i segnali che stanno arrivando sono preoccupanti. Certi nomi che girano quanto alla composizione del governo Monti, in particolare gente legata mani e piedi al giro del Vaticano e personaggi squisitamente di destra; Fini e Casini che fanno a gara nel fare dichiarazioni concilianti nei confronti del CaiNano; quest’ultimo che vuol farci capire che sarà ancora lui a controllare la situazione. Insomma, le speranze che da questo governo arrivi “qualcosa di sinistra” sono davvero al lumicino, il PDL è ancora fermamente maggioritario al Senato e non vuole la patrimoniale, non vuole l’aumento dell’ICI (che peraltro andrebbe a colpire all’ammasso il 90% degli italiani che si son messi su casa propria), non vuole il riassetto radiotelevisivo che è stato fatto perfino in Argentina, non vuole un ministro della giustizia che sia non dico “sinistrorso” ma minimamente indipendente … insomma non vuole un amato caxxo, e il risultato sarà che rischiamo un berlusconismo senza Berlusconi, per giunta coi voti del PD.
A chi conviene tirarla per le lunghe? La lista è lunga, ma si tratta interamente di soggetti i cui interessi non coincidono minimamente con quelli del popolo italiano:
– i mitici “mercati”, agitati da vari attori francesi, tedeschi e britannici che non vedono l’ora di papparsi i “gioielli della corona” italiani, come le banche che non sono ancora riusciti ad arraffarsi;
– i berluschini in fieri, di estrema destra (Santanché e dintorni) o apparentemente di sinistra (Renzi), che avranno tutto il tempo di organizzarsi;
– I tanti peones dell’attuale immondo parlamento, che potranno evitare di andare al voto col Porcellum (che magari consentirebbe ai capibastone, Berlusconi su tutti, di non rimetterli in lista) e, dopo il referendum prevedibilmente favorevole alla sua abolizione, potersi ricollocare per bene. E i verosimili vantaggi economici del governo Monti andranno a farsi benedire, perché, volente o nolente il bocconiano, la fine della legislatura sarebbe un’orgia di provvedimenti clientelari ed elettoralistici nel più puro stile democristian-peronista-berlusconiano;
– il superambiguo terzo polo, vero vincitore di questa partita, che guadagnerebbe la pressoché certa golden share per il governo che uscirà dalle urne. Casini premier e Fini presidente della Repubblica. Noi di sinistra abbiamo lottato una vita per questo?.
E probabilmente anche altri .. il popolo bue in ogni caso ne uscirebbe sovraccarico di tasse e di tagli allo stato sociale (non credo alle promesse di equità di Monti, ogni liberista si fa bello con queste parole, anche Berlusconi) e con una grande confusione in testa, specie se si arriverà a una situazione da “compromesso storico” tra le forze che la democrazia l’hanno sempre difesa e quelle che hanno distrutto il Paese. Perché dovrebbero poi votare a sinistra? Forse voterebbero SEL, ma una SEL destinata a rimanersene all’opposizione, coi poveri resti del PD che non saranno stati nel frattempo vampirizzati da Casini e dal Berluschino de Noantri di FiRENZI.
Not in my name, Monti. ELEZIONI SUBITO, E CERCHIAMO DI VINCERLE, CAVOLO!!!!!!!!!!
quando il dibattito si allontana da Cagliari ci troviamo d’accordo.
in questo contesto esageratamente emergenziale non è un fatto da poco
Monti non mi piace. Ma mi sa che siamo stretti stretti e questo nome è quello più gradito a chi al momento ci dà voti di affidabilità. Certo è propbabile che siano anche i mandanti morali della crisi attuale, frutto di un deregolamentazione selvaggia e di un’ideologia che si mostra giorno dopo giorno sempre più fallimentare, ma di fatto i rapporti di forza sono dalla loro parte. E vogliono uno come Monti, che fa parte della stessa èlite.
Non è detto poi che Monti non faccia con scrupolo il proprio lavoro: in fondo, da questo incarico ha molto da perdere, meno da guadagnare: ha l’età che ha, in pratica è alla fine di una carriera brillantissima (al massimo potrebbe diventare presidente della Repubblica, ma è capitato a Ciampi, dubito che succeda una seconda volta), ha un ruolo non so se più politico o onorario di senatore a vita (meglio lui in fondo di Mike Bongiorno, anche se io avrei nominato uno come Dario Fo, che un Nobel l’ha vinto…).
Credo che la mossa di Napolitano sia un’azione di realpolitik da ex comunista, come acutamente detto da Efis, il soffio che muove la pallina dentro il biliardino.
Certo, noi di sinsitra abbiamo tutto da perdere perché questa volta non possiamo nasconderci dietro gli slogan o le sesquipedali anomalie delle politiche berlusconiane. Questa volta chi regge le sorti prenderà decisioni ideologicamente forti per riaffermare un’impostazione neoliberista e ferocemente di destra che va contrastata con proposte di pari forza. Non mi pare che il PD abbia molta voglia di affrontare questo discorso (le parole di Letta nipote sono sconfortanti) e non so se SEL sia attualmente in grado di farlo. Servirebbe una mobilitazione degli intellettuali che si riconsocono nella sinistra, che contrastino le iniziative più smaccatamente ideologiche.
Questo è un banco di prova durissimo per la Sinistra, ma se non si hanno i numeri per reagire e contrattaccare, vuol dire che ci meriteremmo tutto quello che accadrà, dopo aver abbondantemetne meritato tutto quello che in questi ultimi vent’anni ci è accaduto.
Condivido il fastidio per le incredibili -nel senso proprio di non credibili- notazioni di bon ton democratico che vengono dal Corriere della Sera e da da chi evidentemente sembra non avere subito abbastanza, o non direttamente, le conseguenze dell’operato di Berlusconi e dei suoi.
All’invito a non esagerare rivolto a chi ha mostrato sia una legittima soddisfazione per la caduta del regimetto che una altrettanto legittima insofferenza verso il Capo, ricordo che la manifestazione del pensiero è garantita dalla Costituzione, e che la Piazza altro non è che quella stessa Agorà da cui nasce e in cui cresce la DEMOCRAZIA, che è fatta di popolo, e che a volte non consente troppe sfumature nelle prese di posizione.
Questa lezioncina quindi non ci serve, e a sentire certe lagnanze, siano sugli scioperi o sui cortei, torna in mente proprio la parodia del salotto della Contessa nella canzone di Pietrangeli: “Sapesse Contesa, all’industri di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti… gridavano, pensi, di essere sfruttati…”
Ce n’è abbastanza per una reazione “screanzata” anche alle loro cautele e ai loro minuetti.
Percio, cari Duchi e Contesse e Cazzulli vari:
http://www.youtube.com/watch?v=-T-yGGagQt0
Monti: la sospensione de facto delle procedure -per esempio non c’è stato un voto di sfiducia- e il commissariamento tecnocratico delle istituzioni offre una sponda sia all’antipolitica del qualunquista generico e indifferente che, in mancanza di coscienza, cultura o voglia di farsi carico di nessun genere di interesse pubblico, reclama un amministratore presunto neutrale contro il magnamagna e il blablà -e magari il bungabunga o altri lemmi raddoppiabili- dei “Politici”, sia all’antipolitica del tipo più pericoloso, quella di chi non vuole o non accetta che siano rappresentati e abbiano voce altri interessi che quelli dei detentori del potere economico.
Questa che è presentata ed è in effetti una Emergenza, la crisi dei mercati e del debito pubblico, va probabilmente affrontata nell’immediato con procedure di urgenza, ma va risolta definitivamente solo e soltanto con l’unico sistema che abbia in sé, con tutte le contraddizioni del caso, i requisiti di legittimazione che una democrazia richiede: il voto, un cambio di scenario che sposti i termini delle questioni e metta al centro non i mercati ma i cittadini, le persone con le loro esigenze reali.
In questo senso la crescita di cui c’è bisogno, prima ancora che economica -non mi inoltro nei temi della “decrescita felice” che pure non andrebbero sbrigativamente liquidati come fantasie da fricchettoni attempati- è infatti culturale, umana e sociale. Un cambio di paradigma, che consenta il passaggio dall’egoismo sbandierato come virtù, mutuato dal reaganismo e impersonato dal Self-made/ghe-pensi-mi-man che ha fallito e ci ha portato al momento attuale, sull’orlo del baratro.
Io in verità mi sono sorpreso che la reazione della gente sia stata così composta. Mi sarei aspettato caroselli di auto nelle piazze, bagni nelle fontane, spruzzi di spumante, trenini di chilometri da Bolzano a Catania, tipo vittoria ai mondiali. E invece niente, giusto due monetine a Roma. Peccato.
Ma tutti quelli che festeggiavano davanti al Quirinale sabato sera non si erano resi conto che tutte le riforme che assolutamente non vogliono, il governo Berlusconi non aveva il potere di farle, mentre il governo Monti probabilmente si?
Si, se ne sono resi conto. Non volevano assolutamente che chi è stato responsabile dello sfacelo continuasse a farne altro facendo finta di cercare di risanare. Saranno anche le stesse riforme, ma almeno c’è la sicurezza che con la scusa dell’emergenza non cercheranno di infilarci leggi che vadano a favorire gli interessi del premier in carica, delle sue aziende e di quelle degli amici. E magari si eviterà per un po’ di promuovere sul campo persone assolutamente incapaci su chiamata diretta del premier solo per ringraziarle di piacergli fisicamente e di essersi prestate ad allietare le sue ” eleganti” serate. E non è poco
Non condivido nulla di quanto hai scritto, ed è la seconda volta in pochi giorni. Per me un record, visto che il 99% delle volte lo condivido.
Monti era già in via di nomina a senatore da diversi mesi e la mossa politica di Napolitano è stata di una finezza e spietatezza da vero politico: lo scelgo, lo consacro a “politico”, non più tecnico”, infine gli dò i poteri. Come si faceva con i pontefici del Medioevo, che dopo essere stati eletti dovevano essere consacrati sacerdoti, per applicare appieno il loro ruolo non solo politico ma religioso e sacro.
Di quale politica parliamo? Di quella che da anni non riesce a risolvere i problemi, anzi li aggrava? E in un momento del genere a quale politica ti affidi? a Questa?
Nel programma di Monti ci sarà anche la legge elettorale, perché io con quella attuale a votare non ci vado, visto che cambierebbe ben poco rispetto a ora.
e poi, 6 mesi o 12 mesi a questo punto per me conta davvero poco, nel 2013 si andrà comunque a votare e visto che Monti prima della prossima estate non completerà il suo programma (vai a mettere d’accordo appunto i particolarismi politici), passeranno gli altri 3 mesi di giugno-agosto in cui non si cambiano i destini del paese ma chi più chi meno pensa alle vacanze. Una volta che si arriverà ad ottobre mancheranno meno di 6 mesi alle elezioni: ha senso anticiparle di un paio di mesi?
No, non ci sono reali alternative e non ho paura che Berlusconi e i suoi possano riemergere, non in modo trionfale da poter vincere le elezioni, Casini permettendo. Sono preoccupato, questo si, ma realista. Ora non bisogna sbagliare una mossa una, se così sarà, la speranza potrà trasformarsi in qualcosa di più concreto.
Pur essendo io schierato abbastanza a Sinistra e avendo simpatia per Vendola & co., non sono un tipo barricadero ma, appunto, realista, quindi di andare a incendiare la piazza proprio ora penso che non se ne debba parlare. Lo abbiamo fatto tutti e con profitto fino a oggi, adesso prendiamoci la cura da cavallo e cerchiamo di sopravvivere.
Dopo, ripeto, dopo, potremo ricominciare un serio percorso politico.
Su Cazzullo, invece, ha già risposto efficacemente Travaglio.
Io non condivido.
Berlusconi la maggioranza non l’aveva più e non fosse stato per l’astensione dell’opposizione, il Rendiconto non sarebbe stato approvato neanche martedì scorso.
Quindi l’ulteriore passaggio per la fiducia era una pleonastica perdita di tempo, tempo prezioso per il paese che rischia di dover fare manovre finanziarie per pagare gli interessi sui Bot che emette.
La versione di Berlusconi stranamente e’ un po’ distante dalla verita’, come e’ sempre stato e come sempre sara’.
Come il ballista del gruppo di amici, va lasciato sfogare e va ignorato per le cose serie.
Certo che questo passaggio istituzionale rappresenta un vulnus per la democrazia (anche se niente e’ stato fatto al di fuori della norma) ma in questo impasse si e’ cacciato proprio il popolo italiano che votando Berlusconi non ha tenuto conto del male che stava facendo a quella democrazia che tanto ha fatto proprio per il popolo italiano (basta confrontare i dati sull’analfabetismo di oggi e quelli del ’45).
Come quando a biliardino c’e’ la pallina in mezzo tra gli omini e la partita non va più avanti e tocca soffiare o toccarla per far riprendere il gioco, cosi’ ha dovuto fare il Presidente Napolitano.
Verra’ un ulteriore periodo di menzogne, ma l’unica cosa da ricordarci e’ che oggi i ristoranti sono pieni..di debiti.
La pallina del biliardino mi pare sia un’ottima metafora!
Secondo me quest’invocazione alla democrazia in questo momento e’ un po’ fuori luogo, perche’ e’ evidente che il non poter mettere le mani sul potere a qualcuno fa male. Premetto che anche io non sono contenta del nuovo governo e temo che ci chiedano ulteriori sacrifici (come se la gente non fosse stremata dalla crisi), pero’ chiediamoci una cosa: quale era l’alternativa? OK, forse Monti non va bene come premier (nemmeno a me per molti aspetti), ma non e’ solo Berlusconi il problema e si vedra’ adesso che cambiato il premier abbiamo un intero parlamento che con la sua ignoranza, il suo egoismo e la sua avidita’ rendera’ il paese ingovernabile. Io trovo che invece Napolitano finalmente abbia fatto qualcosa di utile alla nazione, che non fosse solo parlare, e non vedo tutto questo stravolgimento della Costituzione. Ma l’avesse fatto prima.
A mio parere Napolitano ha usato le sue prerogative senza uscire neanche per un secondo dalle regole della Costituzione.
Nominare un Senatore a vita è una sua prerogativa (altri presidenti pretendevano di nominarne cinque a testa, lui si limita ai cinque complessivi).
Gli potremmo rimproverare forse la scelta di tempo? Averlo fatto all’indomani della “promessa” di dimissioni? Forse, ma la disponibilità a votare la fiducia o meno a Monti è una precisa scelta politica dei partiti.
Sulla durata del governo: Napolitano ha “casualmente” fatto notare ieri nella sua dichiarazione al termine delle consultazioni che “da qui ad APRILE ci sono 200 mld di BTP in scadenza da rinnovare” (e si spera non ai tassi attuali, altrimenti siamo falliti davvero).
Mi pare che abbia voluto individuare una durata minima necessaria: dopo i partiti diranno se vogliono chiudere con il governo tecnico. Aggiungo una postilla: prendendo un po’ di tempo abbiamo una chance per cambiare la legge elettorale.
Oltre alla vergogna delle liste bloccate, con il porcellum e tre poli in competizione alle prossime elezioni con ogni probabilità non avremmo avuto nessuna maggioranza al Senato.
C’è da immaginarsi che in una situazione del genere (instabilità di governo anche a seguito delle elezioni) il nervosismo dei benedettissimi mercati sarebbe arrivato a millemila punti-base.
Boh, io non ci capisco più niente…. sono ovviamente d’accordo con quanto sostieni, e figurati se il Pompiere della Sera non fa di tutto per stemperare, ammansire, confondere, in definitiva. A me pare che l’unico risultato che l’informazione al servizio di B., diretto e indiretto, cerca di conseguire, è il capovolgimento della realtà: come dici tu, rimproverano a chi protesta di avere le dita nel naso ( mica pensano alla disperazione che c’è dietro) ma guai a fare lucide analisi storiche sul fallimento, di proporzioni straordinarie, creato dalla gestione più che decennale di Mr. B. Napolitano fa quello che resta da fare in un paese lei cui regole istituzionali sono state sostituite dal mercato, in questo senso la crisi globale è uno tsunami che ci ha proprio travolto, e lui sta agendo di fatto da presidente una repubblica presidenziale.