Alessandra Todde è la candidata del centrosinistra e nulla potrà più farla tornare indietro. Nemmeno i tentativi destabilizzanti di Renato Soru e dei Progressisti, e neanche l’interessata ambiguità di Graziano Milia (che presto dovrà decidere da che parte stare) o i malumori incrociati dei militanti del Pd e dei Cinquestelle. Il dado è tratto, la decisione è presa, la partita è chiusa: la candidata è lei, il tempo delle trattative e dei sottili ricatti è finito. Chi vuole, può unirsi: oppure, andare per la sua strada.
È questo il dato più rilevante della giornata che oggi all’Exme’ di Nuoro ha visto la deputata del Movimento Cinquestelle lanciare ufficialmente la propria candidatura alla presidenza della Regione. Gli applausi convinti di centinaia di militanti accorsi da tutta l’isola sono stati una risposta decisa a chi da tempo sta giocando a delegittimarla.
Visibilmente emozionata, alla fine Todde ha voluto sul palco anche i rappresentanti delle sigle che l’hanno nominata, chiudendo definitivamente un’estenuante fase che domani, con la presentazione da parte dei Progressisti di una proposta di legge che disciplina le elezioni primarie per la carica di presidente della Regione, conoscerà una patetica coda: perché la proposta, sempre che sia realizzabile, arriva ampiamente fuori tempo massimo ed è solo una trovata per provare ad allungare i tempi e cercare di destabilizzare il centrosinistra, con il solo obiettivo di fermare la Todde e contemporaneamente ottenere la candidatura a sindaco di Cagliari di Massimo Zedda (chiaramente, senza passare per le primarie).
Solo il tempo ci dirà se i Progressisti torneranno con la coda tra le gambe nel centrosinistra, abbandonando Soru al suo destino, o se seguiranno l’ex presidente nella sua avventura. Perché se devo dire ciò che mi ha colpito di più della mattinata nuorese è che dagli interventi è emerso chiaramente che non c’è nulla che giustifichi la scissione soriana. I temi trattati dalla Todde sono gli stessi portati avanti dall’ex presidente; gli stessi i toni, gli stessi anche per certi aspetti gli esperti e gli intellettuali (tra gli altri, Silvano Tagliagambe, Gianfranco Bottazzi, Italo Meloni, oggi sul palco di Nuoro) cui la candidata del centrosinistra si è rivolta per imbastire il suo programma.
E allora perché Soru (sostenuto ora perfino dall’ex presidente Pigliaru e da autorevoli assessori di quella giunta) ha preso rabbiosamente un’altra strada quando avrebbe potuto (e dovuto) sostenere una candidata che appare in grado di potersi presentare con le carte in regola davanti agli elettori? Solo perché esponente del Movimento Cinquestelle? O veramente perché il centrosinistra non ha scelto la strada delle primarie? Davanti a una consonanza simile e con l’obiettivo di battere la destra, ogni divergenza si sarebbe dovuta appianare.
E infatti una critica all’avventura solitaria di Soru si è intesa sottilmente nelle parole di don Ettore Cannavera (“Nessuno può realizzarsi centrato solo su se stesso”) e ancor di più nelle parole che Todde ha preso in prestito da Grazia Deledda, quando nel finale ha ricordato ciò che la vincitrice del Nobel scrisse a Pirandello, grande scrittore e piccolo uomo, furente perché una donna nuorese aveva osato privarlo del premio più ambito: “Tutto potrà essere vinto”.
Ecco, io non so se Alessandra Todde vincerà le elezioni regionali. Le insidie sono tante, compreso quelle rappresentate da un programma che oggi è stato presentato a grandi linee e che a mio avviso è ancora largamente insufficiente. Mancano delle idee guida chiare, manca la sintesi, manca totalmente un progetto culturale, manca un’idea di Sardegna capace di unire le necessità delle aree urbane a quelle delle piccole comunità, mentre stamattina si è preferito incentrare troppo la narrazione sulla contrapposizione città-paesi.
Ad oggi sembra essere solo una serie di temi assemblati in maniera ingegneristica, mentre programma elettorale dovrebbe essere qualcosa di meglio e di più.
Allo stesso modo, mentre negli interventi di oggi si è parlato tanto di sanità, di istruzione e di sociale, neanche una parola è arrivata sul tema della tutela delle coste e delle servitù militari, così come la candidata non sembra avere bene chiaro il concetto di autodeterminazione, che pure è stato citato quale “filo conduttore del programma”.
Ci sarà tempo e modo per affinare i contenuti e gli slogan. Una cosa è certa: il centrosinistra indietro non torna, la candidata è Alessandra Todde. E adesso sta agli altri fare le loro scelte.
Per esempio, a quali forze Renato Soru allargherà la sua esigua coalizione? E Graziano Milia, che stamattina (forse provocatoriamente) ha mandato a tutti l’invito all’incontro di giovedì prossimo a Cagliari per la presentazione del suo nuovo soggetto politico “Rinascita Sardegna”, cosa intende dire quando afferma con il suo slogan “Non è mai troppo tardi per un nuovo inizio”?
Il tempo dell’ambiguità è finito e anche il sindaco di Quartu, ormai chiuso da due candidature, dovrà scegliere da che parte stare: con Alessandra Todde o con Renato Soru? Chissà qual è il nuovo inizio cui sta guardando.
io penso che sarebbe ora di tornare indietro da questa elezione “diretta” del Presidente della Giunta… e bisognerebbe assicurare la massima rappresentanza in Consiglio: proporzionale puro senza sbarramenti.
In mezzo a una campagna elettorale che cerca di essere emozionante e si fa sempre più tristanzuola, se non altro ci sono episodi divertenti, come un incontro tra esponenti della rediviva “Base” e dei “Progressisti” (che non si capisce che cazzo ci facciano con Soru se non fanno che rompere le palle con le suppliche per l’unità del cosiddetto centrosinistra) sul tema “Perché dividersi? Meglio uniti!”, che si terrà mercoledì pomeriggio al Caesar’s Hotel, giusto un giorno prima della convention di Milia, con la partecipazione, oltre che di Francesco Agus e del sempiterno Luciano Uras, del redivivo Cugusi e del dinosauro Capelli, nientepopodimeno che di Efisio Arbau, sì proprio l’ex capo di gabinetto dell’assessore all’agricoltura della giunta Solinas, fino a recente rimpasto, Gabriella Murgia! In quota, va da sé, di quel PSdAz che per i tifosi del centrosinistra rappresenta il demonio in terra.
Davvero non si sa se indignarsi o ridere. Comunque, nonostante la ricercata odiografia pubblicata in questa sezione commenti da tale Mirko o Marco, spero davvero che Milia si faccia avanti, almeno ci sarà qualcosa di serio per cui votare. Se l’alternativa a Solinas o perfino al disastroso Truzzu restano la Todde e Soru, penso proprio che non andrò a votare.
”La mattina del 28 ottobre i fascisti avanzarono e entrarono in Roma, perché Roma è la testa dell’Italia, che dopo la sua splendente vittoria nella Grande Guerra era rimasta senza testa. Chi gliel’aveva tagliata?, domandò Cherubino. I comunisti. Io ho sentito parlare dei comunisti, ma non so che cosa siano, disse Cherubino. Fa conto: Tu copi il problema di aritmetica che ha svolto Sergio con fatica. Ecco che sei un po’ comunista”. Questa è Grazia Deledda su ”Il libro della terza classe elementare” (1931). Chiediamoci oggi: tutto potrà essere copiato?
Gentile Vito Biolchini,
a me pare che il tempo dell’ambiguità di Milia sia finito. E non dall’altro ieri.
Cosa si ripropone (non solo nella scopiazzatura di colori e caratteri)?
Facile, la rinascita. Ma di cosa? https://snipboard.io/jqv9uw.jpg
Ciò detto, chi vuole accolga pure con beneficio di inventario le chiose dei tarantolati, degli epigoni della politichetta che chiosano di trionfi, pronosticando altre occasioni e soprattutto altri sistemi elettorali per testare il modello quartese. Peccato che i dati dicano altro. Che Milia vince dal 2010 solo al secondo turno (e i bene informati sanno come…), mentre al primo viene sistematicamente randellato. Accaduto nel 2010 alle provinciali, quando si fermò al 33% (contro il 46% del cdx) e anche a più di recente a Quartu, con il 36% (contro il 46% del cdx). E sappiamo che le prossime occasioni, con relativi sistemi elettorali, non si presenteranno col doppio turno. Milia può mettersi l’anima in pace: col doppio turno vincente può ripresentarsi giusto a Quartu. Al massimo potrebbe puntare alle prossime europee. Sappiamo bene che tra Strasburgo e Bruxelles, in passato, si è sempre trovato a suo agio e ben doppiamente spesato. Certo, per avere una possibilità – sempre che non si riesca per tempo a dividere il collegio sardo da quello siciliano – dovrebbe presentarsi trovando una sponda comune nell’altra isola. Non mi sorprenderebbe, maestro di trasformismo politico potrebbe chiedere ospitalità alla Democrazia cristiana di Cuffaro. Per una comune rinascita europea, immagino. Distinti saluti.
À me lascia perplesso il tono di autorevolezza con cui comincia il pezzo, e la successiva quasi imbarazzata, giustamente dico io, analisi del programma della Todde.
La domanda che nasce spontanea leggendo il testo è : Perché?
non ho capito perche Milia “dovrà ” scegliere Soru o la Todde.tutti e due hanno manovrato perche il suo nome manco venisse preso in considerazione.lei Biolchini continua a ragionare in termini di cdx e csx mentre la maggioranza che ha fatto trionfare Milia a quartu (badi bene non vincere) è composta da pezzi di destra moderata ,centro, sinistra e civici. perche dovrebbe mettere in crisi la sua maggioranza (che peraltro si estende ben fuori quartu) per sostenere due candidati perdenti? credo ci saranno altre occasioni e soprattutto altri sistemi elettorali per testare il modello quartese.mi permetta poi di contestare la sua affermazione dove la “Todde potrebbe vincere le regionali” .la Todde non ha nessuna possibilità (a meno che il centrodestra non faccia la follia di ricandidare Solinas).io credo che in una qualsiasi analisi elettorale non si possa che partire da un dato che le assicuro essere veritiero.l’80% dei sardi si farebbe tagliare una mano piuttosto che votare Solinas o una grillina.
Se dovesse ricandidarsi Solinas, anche lui vincerebbe agilmente contro la Todde.
in quel caso ci sarebbe una voragine di astensioni mai vista.non so dire chi vincerebbe….
Alla fine dell’articolo mi è venuto da ridere non tanto per la bugia sul fatto che ieri mattina Milia avrebbe mandato gli inviti per la presentazione della sua associazione, mentre circolano da quasi un mese, ma per la premessa su Todde che ha toccato i temi nei contenuti e nei modi di Soru. Era chiaro a tutti, Maninchedda ne ha scritto qualche settimana fa, che Todde studia gli incontri, molti e partecipati, di Soru e ripeta a pappagallo con vari slogan il programma di Renato Soru. Ma la cosa più ridicola, sempre dell’articolo, è la partenza con enfasi sulla candidata per poi dover ammettere, neppure tanto candidamente, che il programma è arraffazzonato, generale e generalista, che non c’è una visione di Sardegna, che alcuni temi dirimenti non sono trattati. Alla fine resta il solito antico e banale livore dell’autore nei confronti di Renato Soru. Certo che come classe dirigente politica siamo messi male, ma anche con i giornalisti faziosi e livorosi non siamo messi meglio. Buona giornata
Guardi, lei può pensare quello che vuole ma non può certo darmi del bugiardo quando affermo che ieri alle 10.42 Graziano Milia ha mandato ad un suo gruppo broadcast di wazzup di cui io faccio parte (e insieme a me, per dire, anche un parlamentare della Repubblica, che come me ha ricevuto il messaggio), sia la locandina dell’incontro di giovedì che una nota programmatica in cui spiega gli obiettivi del soggetto che sta costituendo.
Buona giornata anche a lei.
Biolchini, non credo di doverle spiegare come funzionano le tecniche degli inviti. Probabilmente ieri Milia ha fatto un rinvio ma locandina invito e basi programmatiche girano da quasi un mese su WhatsApp e sui social. Probabilmente, considerato che ieri era domenica, avrà avuto il tempo di fare un’ulteriore pubblicizzazione.ma da qui a legare questo evento con Nuoro ce ne passa. Suvvia. Comunque del suo articolo ho trovato realistica la parte centrale sul programma.
Io non so se Alessandra Todde copi Soru nel modo di organizzare gli incontri (credo di no, tra Palazzo Doglio e Exmé di Nuoro c’è differenza, anche dal punto di vista simbolico) o negli slogan (credo di no, perché Soru cosa sia il “Noi” non lo sa e non l’ha mai saputo e diciamo che anche chi con lui sta di questo “Noi” ha fatto carta straccia.
So per certo però, avendoci lavorato, che del programma nulla ha copiato semplicemente perché è stato costruito in modo diverso, mentre non è chiaro chi o come ha elaborato il suo Soru.
In ogni caso, lo spiego a beneficio di chi non lo sa. Intanto, va premesso che non è “il” programma ma una bozza da portare al confronto con le rappresentanze della società sarde in una fitta sequenza di incontri (Alessandra Todde ne ha previsti 60). Questa bozza è stata costruita attivando 10 tavoli tematici. Ogni tema è stato articolato in 5 assi programmatici, ogni asse programmatico, ogni asse in 3 azioni progettuali. Questo il format del documento. Ogni tavolo poi era composto da un coordinatore esperto nella materia (alcuni li ha citati Biolchini, come Bottazzi e Tagliagambe, nomi piuttosto noti) e da componenti indicati da tutti i partiti della coalizione. Mi pare una buona prova di quel “Noi” di cui parla la Todde.
E’ una bozza che dovrà essere completata e la sfida sarà proprio il confronto con la società sarda per arricchirlo e colmare lacune che ci sono (e nessuno nega) e per esplicitare le connessioni tra i diversi temi, in modo che sia chiara la visione di Sardegna che c’è dietro.
In ogni caso, ma questo è un parere mio, nessuno ha bisogno di copiare nessuno, che geni in Sardegna – per lo meno in politica – non mi pare ce ne siano!
Ho capito solo adesso perché é partita proprio da Nuoro la candidata del pd/5Stelle, e non da qualsiasi altro centro dell’isola: proprio nella città dove loro sono in sofferenza, dove sia i soriani sono forti ma soprattutto dove Liberu ha la sua roccaforte, che probabilmente consentirà loro di essere la lista più forte in provincia.
Ma provate a controllare i likes della Todde con i like dell’ex segretario di Liberu e vi renderete conto che la strada è tutta in salita per la candidata pentastellata
Non penso si vada avanti evidenziando le preferenze nei commenti, credimi che tanti non usano questo mezzo, piuttosto ci sarà, mi auguro, una tendenza a riandare al voto se si vuole sconfiggere questa destra. A ogni modo anche dall’altra parte i consensi sono diminuiti.
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Sto pensando seriamente di non votare. Non voglio votare una candidata scelta a Roma e imposta quasi a forza agli elettori sardi del centrosinistra. Non voglio votare un Soru, decotto e con poche idee. Non voglio votare un partito, che era il mio, dove i capibastone fanno e disfano a loro piacere e utile. Non voglio votare chi si nasconde dietro un programma lungo trecento pagine. Perfetto per non dire niente. Non voglio votare una coalizione talmente lunga e larga da fare perdere l’orientamento. Non voglio votare una coalizione che ha dentro una signora capace di festeggiare il pogrom del 7 Ottobre.
Mi sa che il giorno delle elezioni mi chiudo in casa a bere caffè forte e a mangiare biscotti al cocco. Roba che mi fa male, ma meno di quanto male mi farebbe votare uno di questi raggruppamenti di sciroccati
L’imposizione della candidatura da Roma, contravvenendo alle regole minime del centrosinistra (leggere Arturo Parisi circa le primarie), basterebbe da sola a spiegare la scelta di Soru. Per di più con una candidatura, quella della Todde, oggettivamente debole e “regalata” a un alleato a giorni alterni che a febbraio non raggiungerà neanche il 10%. La paura della vittoria dell’avversario non può essere sempre il collante per coalizioni raffazzonate. L’obbiettivo politico di Soru è ineccepibile: dimostrare che tutte queste scelte sono sbagliate.
Il riassunto è: svegliate Franciscu Sedda dal suo Fantabosco fatto di autodeterminazione.