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Soru parla da capopopolo della sinistra ma guarda a destra: mettendo in crisi i Progressisti

Renato Soru a La7, 21 novembre 2023

In attesa che il centrodestra designi il proprio candidato, a tenere banco è sempre lui: Renato Soru. Non ha ancora molto tempo prima che tutto si azzeri e che le posizioni si cristallizzino, costringendo i media e l’opinione pubblica a gestire gli spazi dell’informazione e dell’attenzione in maniera equa. Ora però può contare sulle lentezze del centrosinistra e sullo sbandamento del centrodestra, e non dovendo trattare la propria agenda con nessuno (a meno che non si creda che prima di parlare, Soru si consulti con Liberu, Upc e + Europa…) ha davanti a sé delle discrete praterie.

Ieri Soru ha ottenuto una sorta di intervista “riparatrice” a La7 da Giovanni Floris, “reo” di avere ospitato una settimana fa la candidata del centrosinistra Alessandra Todde. L’ex presidente è così: ora ribatterà colpo su colpo a ogni uscita nazionale della sua rivale. A disposizione ha risorse praticamente illimitate e una grande esperienza (per lui è la terza campagna elettorale alle regionali).

La breve intervista a La7 (poco più di sette minuti) non ha aggiunto niente a ciò che sapevamo se non per un aspetto molto importante: a mio avviso ha infatti certificato non solo la lontananza di Soru dal centrosinistra sardo ma addirittura la sua estraneità dal centrosinistra italiano. Se infatti all’inizio la “ribellione” dell’ex presidente era basata sul mancato svolgimento delle primarie, ora Soru contesta proprio alla radice l’alleanza del Pd con i Cinquestelle. “È un’alleanza, al di là di quello che pensano i gruppi dirigenti, che fa perdere metà dei voti al Pd e metà ai Cinquestelle. Abbiamo due storie completamente diverse, due modalità di far politica diverse” ha affermato.

Posto che con questa dichiarazione Soru contesta soprattutto la linea della segretaria nazionale del Pd Elly Schlein (che venerdì sarà a Cagliari), la quale invece punta tutto sull’alleanza con i Cinquestelle per poter un giorno battere le destre ora al governo, non si capisce con chi Soru vorrebbe presentarsi per vincere le regionali. In realtà, lo si capisce benissimo: ovvero, con pezzi dell’attuale centrodestra che governa alla Regione. 

L’indiscrezione giornalistica apparsa su Cagliaripad e subito smentita, secondo cui ci sarebbe un accordo tra Soru e l’attuale presidente Solinas, è forse una bufala, ma non è molto lontana dalla realtà. Perché Renato Soru, così duro con i Cinquestelle (che tra mille contraddizioni comunque a Solinas in questi anni hanno fatto opposizione in Consiglio regionale), non ha avuto remore a incontrare Antonello Peru, che invece con Solinas ha governato.

Per Soru il Grande Centro che sta governando ora la Sardegna è più affidabile del Cinquestelle post Grillo e Casaleggio? Con le modalità politiche del Grande Centro sardo, Soru si ritrova più che con quelle dei Cinquestelle isolani? Sarebbe una bella domanda da fargli.

È chiaro che questo allontanamento dalle ragioni del centrosinistra sta mettendo in crisi i Progressisti, che ora forse si stanno rendendo conto in quale vicolo cieco li sta portando Soru. Già divisi al loro interno (la deputata Francesca Ghirra e qualche consigliere comunale cagliaritano non approvano la svolta soriana), avant’ieri hanno diffuso un comunicato che è in realtà un appello disperato al centrosinistra perché crei in qualche modo le condizioni per un loro ritorno al tavolo del Campo largo. 

Con l’indicazione di Massimo Zedda quale candidato sindaco a Cagliari i Progressisti tornerebbero di corsa a sostenere Alessandra Todde, ma è probabile che a questo punto il Pd conceda loro solamente lo svolgimento delle primarie nel capoluogo. Basterà?

Quanto a Soru, certamente proverà ancora a scimmiottare le posizioni di Graziano Milia (bravo a mascherare l’ipotesi di una grande coalizione destra-sinistra dietro il Sacro Graal del Piano di Rinascita e di una nuova Autonomia). Di sicuro però una chiusura così netta nei confronti delle ragioni dell’alleanza con i Cinquestelle è funzionale al suo progetto in cui al momento ci sono poche e evanescenti sigle, ma che per decollare avrà bisogno di partiti un po’ più a destra di quelli presenti nel Campo Largo. 

E forse anche per questo i Progressisti ora stanno cercando disperatamente di divincolarsi dall’abbraccio mortale con Soru.

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12 Comments

  1. Antonello says:

    Le due forze politiche che, da un lato, facevano le primarie “anche per andare a prendere il caffè; dall’altro, fanno le primarie aperte a tutti, anche a quelli che li odiano; oggi negano i loro stessi principi fondativi.
    La capacità negoziale, autonomistica, che Soru ha sempre dimostrato, non appartiene a nessuno degli avversari.
    La Sardegna, nei programmi politici, deve essere un modello di autodeterminazione, non un modello di asservimento e utilizzo delle poche risorse agli interessi esterni. Soru incarna meglio di altri questo ruolo. Si può credergli o no, però, a me sembra che lui riesca, anche teatralmente, ancora, ad assumere questa personalità.

    • Supresidenti says:

      non gli credo. E lo trovo anche offensivo della mia poca intelligenza. ma tantu si sbruncara e finalmente si metterà a fare altro.

  2. Nurman says:

    leggo sempre tutti i commenti, a volte arrivo a fatica alla fine dei diversi ragionamenti perché tutti sembrano volti esclusivamente all’immediato, al giudizio di pancia che mai vada oltre il presente e il vicino…poi guardo al di là, oltre i confini comunali, regionali e nazionali e vedo in tutta Europa e nel mondo la sinistra sparire e nascere sempre nuovi governi dove la destra promette l’inverosimile e la gente va a votarla…e noi (di sinistra? progressisti? illuminati?) nel frattempo dove siamo finiti?
    Nurman

  3. Antonio says:

    Cosa non fa un milionario annoiato.

  4. Federica says:

    non conosco questi movimenti sotterranei di Soru, e neanche mi sorprenderebbe data la storia particolare dell’ex presidente, ma per quanto riguarda i suoi alleati non penso si possa parlare di sigle proprio evanescenti, dato che i Progressisti sono molto forti a Cagliari, come tutti sanno bene, e che Liberu sarà probabilmente la lista più votata in assoluto nel Centro Sardegna: sono in forte ascesa da un paio di anni, presentissimi in tutte le lotte nei territori ed ora godono di una forte esposizione mediatica. Direi che bisogna conoscerli, i territori, per dare dei giudizi affrettati sulle forze elettorali.

  5. Marius says:

    Il Movimento 5 Stelle è stato in origine il classico partito che in America definirebbero “Big Tent” e pescava a destra e a sinistra tra gli scontenti del sistema e delle classi dirigenti delle varie formazioni politiche. L’elettorato tendente a destra è quasi tutto tornato alla “casa madre”, grazie all’abile gioco di mascheramento “sovranista” di Salvini e della Meloni, che in realtà sono sempre rimasti figli del centrodestra berlusconiano classico. Quello tendente a sinistra è rimasto a dare una certa forza, anche se come sempre tutta da verificare alle Regionali rispetto alle politiche, a un Movimento che altrimenti si sarebbe probabilmente dissolto, al limite ridotto a una formazione ecologista minore fortemente ridimensionata. Questo perché la classe dirigente dei partiti di sinistra non si è mai davvero rinnovata, neppure come operazione di facciata sul solco di Meloni/Salvini, e continua ad offrire sempre lo stesso spettacolo. Anche con Elly Schlein, ancora ferma al “ma anche” veltroniano che non riesce a far esprimere al PD una sola posizione seria sui grandi temi che potrebbero sfondare al di là degli stretti confini del centrosinistra, a cominciare da quelli internazionali, e che ha banalmente sostituito i vecchi cacicchi renziani e zingarettiani coi suoi.
    Soru forse è convinto di poter “completare l’opera”, riportando nella casa madre progressista gli elettori che ancora si riconoscono in un movimento su cui ha un giudizio liquidatorio. I precedenti però suggeriscono che il suo approccio potrebbe essere controproducente dal lato del M5S, che quando è soggetto a simili attacchi delegittimanti tende casomai a rafforzarsi. A rischio, piuttosto, è un PD sempre più né carne né pesce, tenuto insieme solo dalla caccia a poltrone e prebende, necessario per il mantenimento, anche strettamente materiale, di uno smisurato sottobosco di ceto politico cresciuto alla sua ombra.
    I Progressisti? Già isolati nella loro area, ondeggiano come disperati nel tentativo di capire dove avrebbero la possibilità di salvare il salvabile, considerato che la legge elettorale e i relativi premi di maggioranza rendono più improbabile l’elezione dei candidati maggiormente a rischio se non si punta a colpo sicuro sul cavallo vincente. Mossi da un puro istinto di conservazione, dato che l’alternativa di doversi cercare un lavoro vero nella società civile, in assenza di accoglienti strutture come quelle del PD e delle sue organizzazioni collaterali, costituirebbe un salto nel buio. Se Massimo Zedda non fosse riuscito negli anni a stare sullo stomaco a tanta gente, farebbero quasi pena.

  6. franco turco says:

    soru dice una cosa condivisibile , ovvero che l’alleanza pd 5stelle e’ solo un accordo di potere votato alla sconfitta. magari lo poteva dire prima. nel mentre gli strateghi del pd (ma chi ha la maggioranza nel pd oggi senza soru ?)hanno accettato il patto della colomba (li chiamo cosi perche’ i protagonisti di questa sceneggiata non arriveranno a mangiare la colomba) proprio mentre grillo andava in televisione a confessare che il suo movimento aveva solo procurato danni al paese, geniali. santo graal o no gli strateghi la soluzione ce l’ avevano, il buon milia che con il laboratorio quartu aveva insegnato come si vince in una grande competizione senza i 5stelle e con l’apporto del centro moderato e liberale.. ma si sa in sardegna per chi ha successo si prova solo invidia…

  7. Non regge una parte dell’impianto di questo articolo.
    Una cosa è governare con i 5 stelle.
    Altra cosa è dargli la presidenza.

    • Mi sembra che Soru contesti ormai proprio l’idea stessa di alleanza con i Cinquestelle, non più solo la presidenza.

      • Carlinet says:

        Questa è casa mia e devo comandare io anche se non la forza o devo farmi aiutare da qualche impresentabile. Complimenti. Superato l’esame da Leghista a pieni voti.

  8. Jeanluigi says:

    La spocchia e l’arroganza della classe dirigente del PD sardo indurrà molti elettori ad astenersi o a votare Soru. Bisogna farsene una ragione.

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