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Nostra intervista esclusiva alla Sardegna! “Sono schifata dalla politica, e il peggio deve ancora arrivare”

La Sardegna, come mamma l’ha fatta

La vedo da lontano e la riconosco a malapena. Poi mi sorride e mi accorgo che sì, è dimagrita, ma in maniera innaturale, si vede che è infelice. “Vorrei ben vedere: li sta leggendo i giornali?”, mi dice, ironica.

Era da tempo che volevo intervistarla. Ho insistito a lungo ma di fronte a tanti dinieghi avevo perso la speranza. Ogni tanto le mandavo un messaggio, cui rispondeva sempre con grande educazione. Poi l’altro giorno si è fatta avanti lei: “Buongiorno, sono la Sardegna: la proposta dell’intervista è sempre valida?”.

Ed eccoci dunque seduti su una panchina a Buoncammino. Davanti noi il porto di Cagliari, la laguna di Santa Gilla e il meraviglioso panorama dei monti di Capoterra. Tra qualche ora il cielo diventerà rosso fuoco.

Sardegna, come sta?
Non particolarmente bene. Come vede sono anche dimagrita, continuo a perdere abitanti. Si capisce che i sardi non hanno fiducia in me.

Come mai?
Guardi, io mi chiedo sempre che errori posso avere fatto, diciamo soprattutto negli ultimi due-trecento anni.

E cosa si imputa?
Dovevo mandare messaggi più chiari. In certi passaggi storici, pensi al 1793 o al Piano di Rinascita, sono stata anch’io ambigua, al punto che in troppi hanno creduto di interpretare la mia volontà e invece la stavano, di fatto, tradendo. 

Accade anche oggi…
Sì, ormai la situazione è fuori controllo. 

Addirittura?
Beh, sì. Sta seguendo le trattative tra i partiti in vista delle prossime regionali?

Che ne pensa?
Sinceramente? Sono schifata. E penso che il peggio debba ancora arrivare.

Cosa la disgusta?
Tutto. Ma soprattutto l’idea che queste persone non abbiano capito che io, mi scusi il gioco di parole, ho capito perfettamente quello che sta avvenendo.

Ce lo spieghi, allora.
La politica non esiste più. È solo carrierismo privo di qualunque slancio ideale. Siamo arrivati alla fine di un lungo percorso storico. Siamo a fine corsa. Ormai vale tutto e il contrario di tutto. E nessuno si vergogna.

Nessuna differenza tra destra e sinistra? Non mi sarà diventata anche lei qualunquista?
Qualcosa delle antiche differenze resta, è chiaro. Ma direi che a destra si fa politica soprattutto per interesse. Per fare soldi, per piazzare gli amici. A destra prevale uno spirito abigeatario, la cosa pubblica viene depredata senza ritegno.

E a sinistra?
Anche a sinistra i soldi piacciono molto, soprattutto quelli delle indennità. Alla sinistra piacciono le rendite di posizione, gli stipendi delle assemblee elettive, i cda fantasma. Ma c’è una differenza ulteriore.

Ci dica.
Se a destra la classe politica è mossa a tutti i livelli soprattutto da un istinto predatorio, a sinistra c’è anche chi fa politica per noia o perché non si ha un lavoro stabile. Persone senz’arte né parte che intendono le indennità pubbliche come una specie di “reddito di cittadinanza politico”. Piuttosto che cercarsi un’occupazione, si candidano a consigliere comunale, regionale o a sindaco, e in tanti vengono anche eletti. Ma le sembra una cosa possibile?

La vedo ben informata. Però le chiedo: le prossime elezioni regionali chi le vincerà?
Guardi, intanto le dico una cosa: seguo per obbligo ciò che sta avvenendo e di una cosa sono abbastanza certa: chiunque vincerà, non sarà in grado di governare lo sfascio attuale. No, non sono ottimista.

Detto questo?
Detto questo, la situazione è disastrosa in tutti gli schieramenti. 

Partiamo dal centrodestra.
Le confesso che anch’io pensavo che il ritorno alla guida della Regione di un presidente sardista forse avrebbe potuto ridare un minimo di slancio all’azione politica. Invece siamo sprofondati nell’abisso. Di questa legislatura non si salva nulla. Hanno pensato solo a se stessi e ora sono impegnati in una lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi. Perché ci sono mutui da pagare.

Solinas verrà ricandidato?
La questione è un’altra: se non verrà ricandidato, correrà da solo con lo scopo di far perdere il centrodestra o si accontenterà di una buonuscita di lusso?

Lei cosa pensa?
Mi perdoni il parallelismo, ma siamo davanti a ragionamenti che si fanno con le domestiche infedeli: “Siccome è sparita l’argenteria, stracciamo il contratto, ti do un po’ di soldi, e tu ti levi dai piedi”. A questo siamo arrivati. Dopodiché, io penso che tirerà il prezzo ma alla fine si farà da parte. E se il centrodestra resta unito, potrebbe anche vincere.

Ne è così sicura?
A destra se trovano l’accordo sugli assetti di potere, marciano compatti e non li ferma nessuno. A sinistra invece prevalgono sempre i retropensieri. E quello che sta avvenendo lo dimostra.

In che senso?
Nel senso che il tavolo è nato storto e più si va avanti, più le contraddizioni emergono. Ma le sembra normale, dico io, che non si facciano le primarie?

Quindi ha ragione Renato Soru?
Il problema di Soru, che io ho amato molto, è che ormai non è credibile neanche quando dice l’ora esatta. Doveva creare una nuova classe dirigente, invece dopo sette anni di silenzio si ripresenta in prima persona come se niente fosse, come se a questo disastro non avesse contribuito in parte anche lui. Oggi Soru non è una risorsa, è solo un problema ancora irrisolto: per tutti i sardi e, mi sembra di capire, anche per la sua famiglia.

Alessandra Todde le piace?
Guardi, sarò sincera: non la conosco, non so cosa pensi di me, non ho idea di che programmi innovativi abbia per il mio futuro. Non capisco sulla base di quale ragionamento dovrebbe essere candidata, se non per effetto di una spartizione romana. Però, diciamo che resto in attesa.

Degli altri Cinquestelle cosa pensa?
Ma che domanda mi fa? Non hanno rapporti con la società sarda, anche loro penseranno esclusivamente alla rielezione. Patetici.

E il segretario del Pd Piero Comandini?
Si muove come se fosse un gran tessitore, ma l’instabilità del tavolo è causata da esponenti del suo partito: Soru e Graziano Milia.

Il sindaco di Quartu, che però non è del Pd…
Ma Antonello Cabras, che lo accompagna in tutte le uscite pubbliche, eccome se lo è… E Milia, che dice di parlare di programmi, in realtà parla solo di assetti potere: per lui sinistra e destra devono governare assieme. Come se non le stessero facendo già da decenni con i risultati che vediamo tutti… Dopodiché, è come se fosse in campagna elettorale ma dice sempre che non si vuole candidare. Dunque, inizio a crederci anche io.

A Cagliari invece vuole tornare Massimo Zedda…
Pensa che sia una candidatura meritata? Pensa che in questi ultimi cinque anni abbia in qualche modo onorato il suo essere leader dell’opposizione in consiglio regionale? Mi risponda. La verità è che proprio la sinistra a Cagliari ha raso al suolo ogni possibilità di ricambio, proprio con l’obiettivo di perpetuare se stessa. E ci sta riuscendo.

Poi ci sono gli indipendentisti: non salva neanche loro?
Guardi, c’è stata una fase in cui li ho seguiti con simpatia, poi è emersa la loro inconcludenza. Alcuni hanno fatto carriera, giganti di trasformismo, e vedrà che li troveremo prima o poi in posizioni apicali. Ma per il resto direi che gli indipendentisti hanno fatto tutto da soli: ascesa e caduta. Oggi stanno sì ai tavoli, ma solo per raccogliere le briciole. 

Torniamo a destra: Paolo Truzzu?
La verità? Da sindaco mi aspettavo anche peggio. Ma Cagliari non è governata, è evidente. Da un politico di destra ci si attende un maggiore decisionismo, invece Truzzu ha subito in silenzio alcune decisioni che hanno danneggiato la città. Si figuri se dovesse governare la Regione…

E di Sergio Zuncheddu che mi dice? Secondo qualcuno l’editore dell’Unione Sarda potrebbe scendere in campo. Ha anche scritto un libro su di lei…
…sì, ma avrei preferito che il mio nome non venisse associato a un tale compendio di banalità e supponenza, di argomentazioni datate, scritte peraltro anche male. Anche lui, come Soru, ora viene a farci la lezione dimenticando di essere stato, ed essere ancora oggi, parte integrante di un sistema di potere. Altri possono dichiararsi innocenti, non certo lui. Con tutti i soldi che prende ogni anno dalla Regione…. E poi posso aggiungere una cosa?

Se non mi fa querelare, sì.
Ma perché Zuncheddu si atteggia a intellettuale? Dove si è laureato, lei lo ha capito? E soprattutto, non si accorge che si copre di ridicolo quando costringe i suoi giornalisti a parlare con tanta enfasi, sul suo giornale e nella sua tv, delle sue improbabili presentazioni in giro per la Sardegna?

Insomma, non c’è proprio speranza.
Direi di no. Neanche dagli astri ci viene un aiuto.

In che senso?
Avevo chiesto che mi cadesse un meteorite addosso. Uno bello grande, di quelli che fanno il botto, che fanno venire un po’ di strizza e poi tutti si danno una regolata. E invece ha visto cosa è successo?

Ad Armungia?
Armungia, sì, il paese di Lussu. Lo avevo chiesto io il meteorite, per mandare un messaggio ai sardi. Ma mi hanno mandato una roba di cinque centimetri di diametro: un meteorite fake. La Sardegna, cioè io, non conta veramente niente.

Non pianga, non faccia così… 
Mi scusi… è un momento difficile…

Mi consenta un’ultima domanda: Sardegna, perché ha chiesto di farsi intervistare?
Perché da tempo quello che penso io non interessa più a nessuno. Nessuno ormai mi chiede più niente, nessuno vuole più ascoltare la mia voce. Eppure avrei tante cose da dire. Grazie per avermi ascoltato, grazie…

Si figuri.
Mi chiami ogni tanto, se le fa piacere.

***

La notte è scesa sulla passeggiata di Buoncammino. Vedo la Sardegna allontanarsi. Speriamo che si riprenda. Non so voi, ma io sono tanto preoccupato per lei.

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10 Comments

  1. voterò chi metterà nel suo programma, includendoci forme di “stati di avanzamento” a scadenza, l’installazione di fotovoltaico pagato dalla regione sui tetti dei sardi, con la produzione di energia a scalare dalle bollette delle famiglie ed il surplus destinato agli incentivi al lavoro

  2. salvatore says:

    Vito Biolchini Presidente!

  3. Ospitone says:

    C’è ancora qualcuno che ha la voglia e la forza, di fare politica per passione in Sardegna?? Oggi c’è sempre un secondo fine : personale o di gruppi che mirano esclusivamente al potere economico o banalmente a un mestiere.
    Diversamente l’isola non sarebbe allo sfascio. Non vedo rinnovamento o figure affidabili. Solite vecchie facce ,il nuovo che non avanza e replica i suoi maestri (a loro volta sempre sintonizzati su segreterie romane e che non fanno un passo senza chiedere il permesso). Quelli veramente capaci vengono isolati, dimenticati nell’indifferenza di una popolazione rassegnata. Una situazione però di cui tutti siamo complici, nessuno escluso.
    Da indipendentista, aspetto ancora un vero partito che mi rappresenti (li ho votati tutti : mi hanno deluso pesantemente) e non una galassia di single divise e senza un progetto serio, che giocano a fare politica o solo per fare un folkloristico “percorso sensoriale”. Solidarietà alla Sardegna….. che non ci meritiamo.

  4. Nicola says:

    Denatalità, declino politico, affarismo da morti di fame, distruzione del territorio. Meritiamo la sostituzione etnica, non siamo in grado di portare avanti quella che ormai è una parolaccia Sardita’. Siamo un popolo fallito.

  5. Dolores Noemi Melis says:

    Siamo senza alcuna alternativa anche solo il meno peggio? Così non diamo ragione agli assenteisti? Il momento è sicuramente sconfortante, ma non possiamo non fare niente. Non è possibile che rimanga solo la frustrazione e l’impotenza. Non esistono proprio nomi da mettere in campo e sostenere? Solo donande lo so …

  6. Alessandro Cuccu says:

    La mia carissima Sardegna non ha menzionato il nuovo gruppo politico che si prefigge di coinvolgere i cittadini nelle scelte politiche, parlo di Sardegna Chiama Sardegna, che anche se non otterrà consiglieri, sono convinto avvierà un nuovo modo di fare politica e assorbirà il consenso di una buona parte degli astensionisti.

  7. Alessandro says:

    Siamo a questo punto? Ma come ci siamo arrivati? La nostra è stata solo una brutta nottata dalla quale ci stiamo svegliando o siamo già morti e sepolti? L’unica certezza è che dopo tanti anni di speranze, discussioni, incazzi e finte pacificazioni forse sono riusciti a farci passare la voglia di andare a votare. Un abbraccio forte a tutta la Sardegna…

  8. Che amarezza.
    Continuo pensare che l’indipendentismo sia l’unica forza motrice della Sardegna.
    Oggi tutti parlano di basi e di lotte, ma molte di queste battaglie nascono proprio con gli indipendentisti.
    Ora hanno perso questa egemonia, ma è più una vittoria che una sconfitta, nel momento che sono diventate senso comune.
    Si può fare politica anche fuori dalle aule, ma per debolezza, più che per scelta.
    Andare da soli è perdente, ma come si fa ad andare con questi apparati di potere con questi rapporti di forza?
    Serve un nuovo laboratorio che metta insieme i Comitati ambientalisti, gli intellettuali, gli studenti e tutto il mondo dell’autodeterminazione.

  9. Pirino Salvatore says:

    E qui si vede la zampata del Bravo Giornalista e Scrittore… Malgrado alcuni piccoli Scazzi tra di noi, se ti candidi ti voto e ti faccio votare. Il problema rimane: con chi faresti squadra?

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