L’impresa è ardua, è vero: ma perché porsi limiti? Perché non osare? Perché non provare a riuscire dove altri hanno fallito? Perché non pensare l’inimmaginabile?
Trasporti e sanità bastano a certificare lo sfascio: Christian Solinas è, politicamente, un morto che cammina. Difficilmente Fratelli d’Italia, che oggi grosso modo ha il doppio dei voti di tutti gli altri partiti di centrodestra messi assieme, gli lascerà la ricandidatura alle regionali che, lo ricordiamo per i più distratti, saranno tra appena tredici mesi.
Al presidente il partito della Meloni il messaggio lo ha mandato chiaramente, attraverso le parole, raccolte oggi dall’Unione Sarda, della senatrice e coordinatrice regionale Antonella Zedda: “Fratelli d’Italia non ha mai negato il doppio mandato a nessuno, tuttavia sarà il tavolo nazionale, assieme a quello regionale, a chiarire quale sia la strada da percorrere”. Per chi conosce il politichese, è un sonoro no alla ricandidatura.
Non solo: come se non bastassero i modestissimi risultati ottenuti dalla sua giunta, Solinas ha scelto di legarsi mani e piedi a Salvini (primo nemico della Meloni) e per di più fra qualche mese dovrà affrontare un processo abbastanza insidioso che probabilmente non arriverà ad una conclusione in tempi brevi.
Davanti a questo disastro, il centrosinistra prova a compiere l’impresa impossibile: che in questo caso non sarebbe vincere, ma perdere. Perdere di brutto, de mala manera. Come? Pensando che basti proporre un candidato presidente qualunque per battere la destra.
E un candidato qualunque sarebbe, sia detto chiaramente, un candidato diretta espressione dei due partiti che compongono l’alleanza che dovrebbe opporsi alla destra, ovvero il Pd e il Movimento 5 Stelle.
L’alleanza tra queste due sigle è una condizione necessaria ma non sufficiente per riuscire a vincere le elezioni. Perché oltre questi due partiti non c’è sostanzialmente nulla. La sinistra si è ulteriormente frammentata, con una resa dei conti drammatica che ha isolato l’ex sindaco di Cagliari ed ex candidato alle ultime regionali Massimo Zedda.
Anche il mondo dell’autodeterminazione e dell’autonomismo che ha sempre guardato al fronte progressista si è dissolto.
Come se non bastasse, se Giuseppe Conte decide di usare le regionali per togliere voti a livello italiano al Pd (esattamente come sta avvenendo nel Lazio), il Movimento spiana la strada in Sardegna alla vittoria della destra. E fa impressione sentire la combattiva Desirè Manca affermare che l’alleanza alle regionali “la decide Conte”. Perché la dovrebbe decidere solo lui e non anche i dirigenti del Movimento o la base degli iscritti? Forse il Movimento è diventato un partito padronale?
Detto questo, se il Pd e il Movimento si alleano e si fanno la guerra per candidare alla presidenza un nome di loro stretta osservanza, rischiano seriamente di perdere perché la Sardegna oggi ha bisogno e si aspetta qualcosa di più.
Per vincere dovrebbero invece trovare nome in grado di riaccendere quel poco di brace che c’è ancora sotto la cenere della società sarda. Una persona con un minimo di credibilità capace di trasmettere ai cittadini un minimo di entusiasmo, di risvegliare mondi che oggi hanno abbandonato il campo della politica e dell’impegno, con un programma anche minimo ma veramente alternativo, coraggioso, utopistico. E dunque, proprio per questo, realistico.
Un nome così è difficile da trovare, lo so: soprattutto quando non lo si cerca, però.
Non vedo molte strade: se vogliono battere la destra il Pd (un partito che in Sardegna è ancora nelle mani di politici anni 80 come Paolo Fadda e Antonello Cabras: ma come si può?) e i Cinque Stelle (che in Sardegna non hanno una vera base né un vero radicamento sociale) non possono fare altro che un passo indietro e aprirsi finalmente alla società sarda.
Difficilmente lo faranno. E infatti, proprio per questo, probabilmente perderanno.
Alle elezioni Regionali manca poco più di un anno mentre per quelle di Cagliari e Sassari quasi un anno e mezzo ; partire dal Candidato sarebbe un errore . Io partirei dal programma che deve essere chiaro e condiviso da tutti, compresi i gruppi dell’autodeterminazione, il tempo ci sarebbe a chi la prima mossa ? infine Servitù Militari in Sardegna di cui mi occupo da anni un disastro, bonifiche se parla e basta …. riuso dei beni dismessi in totale abbandono, ancora non è del tutto chiaro quali siano quali transitati alla Regione….
gli elettori voteranno per la destra
sono la maggioranza
sono gli stessi che in mezzo ai rifiuti non si adoperano per ripulire
ma buttano i loro rifiuti
Ma perché non può essere la del Zompo?
Ma siamo matti? La baronessa???
Io farò come tutti e guarderò al mio interesse personale: non voto chi non ha fatto nulla per me. Soprattutto chi è legato a coloro i quali mi hanno ostacolato per 30 anni.
Cerchiamo un candidato realmente interessato a risollevare la Sardegna e non i suoi interessi personali, così anche io non guarderò ai miei interessi personali. In questo mondo brutto brutto brutto l’idealista lo faccio con chi ha degli ideali, non con i lobbysti
Un nome che poteva unire c’era. Ma il Movimento guarda altrove per convenienza e perché dice di essere cambiato. Una trasformazione tale che non passerà inosservata…
Quale nome?