A tre settimane dal pranzo di Sardara nessuno ancora ha capito cosa ci facessero assieme, convocati da un imprenditore e dal portavoce del presidente della Regione, una quarantina di rappresentanti della macchina amministrativa regionale, manager della sanità, esponenti dell’esercito e della musica, politici di centrodestra e pure di centrosinistra. Una compagnia stranamente assortita, con ventinove (forse trenta) partecipanti certi e quasi una decina ancora ignoti.
Alcuni dei presenti, chiamati dalla stampa e dai magistrati a dare la loro spiegazione, hanno fornito giustificazioni evidentemente inverosimili o poco credibili.
Dunque, il motivo dell’incontro è un segreto ancora ben custodito e che i partecipanti non intendono svelare. Ma cosa c’è da nascondere? Che cosa o chi si vuole proteggere?
Perché alla vista della Finanza molti hanno tentato la fuga? Erano in difficoltà perché sapevano che le disposizioni anticovid non autorizzavano quel tipo di incontro oppure era proprio il motivo del summit a generare imbarazzo?
Le voci circolate sono tante: dalla natura massonica della riunione (in realtà smentita da alcuni elementi oggettivi, come la presenza a Sardara di tre donne: esistono a Cagliari quattro logge massoniche femminili, ma non mi sembra esistano logge miste), a quella spartitoria (ma in tal caso mancavano molti protagonisti e il gruppo appare troppo numeroso ed eterogeneo perché si mantenesse la giusta riservatezza), fino all’ipotesi (supportata da qualche giornale ma a mio avviso del tutto inverosimile) che i presenti stessero tramando contro Solinas. Il presidente sarebbe stato la vittima del pranzo di Sardara, convocato per organizzare chissà quale complotto contro di lui. E non è un caso che la destra stia provando ora a “suggerire” questa lettura dei fatti, come ad allontanare dal presidente ogni possibile idea di coinvolgimento.
Sia chiaro: una riunione così di per sé non costituisce alcun reato e la magistratura sarà costretta a mio avviso a fermarsi presto. Al massimo potrà contestare l’uso delle auto blu o la violazione delle disposizioni anticovid. Ma qui il tema non è di natura giudiziaria (la nostra classe dirigente se ne infischia delle limitazioni imposte alla gente comune: sai che novità!) ma squisitamente politica.
Perché il pranzo di Sardara ha svelato l’impressionante trasversalità del potere in Sardegna, sia dal punto di vista delle appartenenze politiche dei partecipanti (erano presenti il portavoce del presidente Solinas, diversi rappresentanti del centrodestra ma anche un membro della direzione regionale del Pd ed un ex assessore regionale dello stesso partito), sia dal punto di vista degli ambiti professionali rappresentati: alti burocrati regionali, militari, manager della sanità, imprenditori e perfino il direttore artistico del Teatro Lirico: un parterre degno di un romanzo di Sciascia, e se spuntava un monsignore eravamo dritti dritti in un film di Fellini.
Proprio perché la questione è politica e non giudiziaria, le domande giuste non le possono porre i magistrati ma solamente la politica e soprattutto i giornali. Questi ultimi però nel migliore dei casi provano a ricostruire i fatti ma non commentano; oppure commentano ma derubricando la vicenda a “pranzo dei furbetti”; oppure tacciono.
In realtà, c’è anche un’altra ipotesi che da subito ha circolato e che varrebbe la pena indagare, soprattutto alla luce della presenza della delegazione della Azienda mista di Cagliari (direttore generale, direttrice amministrativa e direttrice sanitaria) e del colonnello della Brigata Sassari, giunto a Sardara con due commilitoni.
È come se costoro si fossero presentati ad un incontro ufficiale; e in effetti, al magistrato qualcuno ha detto di aver ritenuto di essere stato invitato all’incontro direttamente dal presidente.
Parliamoci chiaro: il portavoce di Solinas e l’imprenditore che si autoaccusa di aver organizzato tutto non hanno l’autorevolezza per chiamare a raccolta in piena pandemia un gruppo così eterogeneo di persone.
C’è qualcosa che non torna e a non tornare è un’assenza. È come se al pranzo mancassero gli ospiti principali, le vere attrazioni della festa che con la loro importanza e autorevolezza sarebbero stati in grado di dare un senso ad un gruppo così bizzarro di commensali.
Perché una voce che circola fin dai primi giorni è che qualcuno di molto importante sarebbe dovuto essere a Sardara, ma una telefonata lo avrebbe in extremis avvertito del blitz. Questa ipotesi spiegherebbe tante cose, soprattutto l’eterogeneità dei presenti, richiamati a Sardara come ad un incontro politico-elettorale qualunque, anche se convocato un piena pandemia.
Solo i giornali possono avvicinarsi alla verità, non la magistratura. Per questo io se fossi un giornalista e avessi la possibilità di fare anche solo una domanda, al presidente della Regione chiederei: “Presidente Solinas, ma al pranzo di Sardara doveva esserci anche lei?”.
…e nemmeno un magistrato? Ma allora non era una riunione importante!
https://books.google.it/books/about/U_siccu.html?id=8FPsDwAAQBAJ&printsec=frontcover&source=kp_read_button&newbks=1&newbks_redir=1&redir_esc=y
I rapporti tra imprenditori, politica, assi del potere militare e giudiziario…quante volte si è già visto in Italia? A quali conclusioni si è arrivati dopo decenni di indagini?
Cosa dicono i rapporti della Commissione nazionale antimafia su queste strane e solide connessioni?
Ma in Sardegna queste cose non esistono, si è trattato di un semplice spuntino tra vecchi amici, per organizzare uno spettacolo….
Suggerisco la lettura di Lirio Abbate “il capo dei capi”…può offrire qualche spunto di riflessione
Rettifico “U SICCU”
Non è attinente al pranzo ma alle celebrazioni di oggi che comunque risentono anche dell’atmosfera di quell’evento. Non sarebbe stato possibile trasmettere in youtube la cerimonia in Consiglio, come hanno fatto altri in quest’occasione e in altre? Oppure l’hanno fatto e io me la son persa? Ma se non l’hanno pensato e fatto, come mai? E se ci fosse la registrazione non potrebbero divulgarla? Non sarebbe corretto e cortese verso gli elettori e i cittadini in generale?
La registrazione della cerimonia l’hanno caricata, dopo, a pezzi, con un audio pessimo.
Se io fossi una persona importante ( ma non lo sono) e fossi invitata a un incontro, conviviale o no, chiederei chi sarebbero stati gli altri invitati e quale sarebbe stato l’argomento dell’incontro. In base alle risposte forse avrei accettato, chiedendomi prima che convenienza ne avrei avuto. Considerando anche i limiti posti dall’emergenza sanitaria, che comporta dei rischi, avrei dovuto ponderare la risposta.
Ora, è stato chiesto agli invitati per quale motivo hanno accettato l’invito? Forse perché non si poteva rifiutare o il menu era troppo attraente?
Naturalmente, non essendo io una persona importante, non conosco i percorsi logici di chi importante lo è.
“Presidente Solinas ecc.?” – non è ingenua la domanda? Tanto più che altrove si asserisce “Dopo Sardara, dimissioni manager Aou: restano lì se Solinas non nomina i nuovi”. Perché si saranno mai dimessi, se questo non ha nessun valore? Oppure nemmeno questo si sapeva. Che commedia indegna! Come si sarà già compreso, il Presidente fa trascorrere il tempo e si affida all’oblio o alla confusione pandemica e intanto tace sulla vicenda. Tornando alla domanda, la risposta sarà, o piuttosto si può prevedere che sarà sicuramente uno zero convinto e sonoro.
L’impressione è che a fine pranzo ci fosse una torta da dividere, interrotta probabilmente dall’improvvisa necessità di fare sport… salto dalla finestra.