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Pensierini #24 Esclusivo: dopo il menu, scoperta la colonna sonora del pranzo di Sardara! Si tratta di…

Li avete riconosciuti?

Avete mai ricevuto una lettera anonima? Io sì, purtroppo: più d’una. E così quando stasera, rientrando a casa dal lavoro, ho visto quella busta nella cassetta delle lettere ho pensato “Ancora? Di nuovo? Perché?”, e la tentazione di strappare tutto è stata forte. Poi però ha prevalso la curiosità, quella strana voglia di sapere, anche a costo di soffrire, quanto la gente è capace di odiare: e così, ho aperto la busta. 

A quel punto ho capito: non erano accuse, calunnie, no: era una notizia. E che notizia!

Ecco il testo della missiva anonima. A me sembra che riporti indicazioni interessanti su uno dei casi più incredibili mai visti in Sardegna. Certo, è pur sempre una lettera anonima, sui suoi contenuti forse bisognerebbe farsi venire qualche dubbio. 

Ma lasciatemi condividere con voi l’emozione di sapere che i commensali di Sardara avevano pensato a tutto, anche alla musica.

***

Gentile Biolchini,

come sta? Seguo sempre con interesse i suoi post e ho visto che il caso Sardara l’ha fatta risvegliare dal torpore in cui era caduto ultimamente.

I suoi articoli sono sempre interessanti e ammetto che certe sue tesi sono anche suggestive. Anche lei però è ancora lontano dalla verità.

Non mi faccia dire altro, ho già scritto tutto quello che so in un’altra lettera anonima che è già nella disponibilità dei magistrati e di cui già stanno parlando i giornali. Lì ho detto tutto.

Tutto, tranne quello che sto per rivelarle. Un piccolo particolare che voglio regalare solo a lei, per ringraziarla di ciò che sta facendo in questi giorni.

Libero di non credermi; però sappia che nel corso del pranzo organizzato alle Terme di Sardara lo scorso 7 aprile c’era anche chi aveva pensato ad un sottofondo musicale.

Non una playlist, ma un brano: uno solo. Che è stato diffuso dall’inizio del pranzo fino all’arrivo dei finanzieri, e che secondo me ancora sta risuonando nelle stanze della struttura di Sardara, a imperitura memoria.

Io è come se la sentissi ancora quella canzone, perché ancora non riesco a liberarmene. E di sicuro ce l’hanno in testa anche tutti i commensali di quel giorno. Perché non era una semplice canzone, ma era un inno, un manifesto programmatico: una parola d’ordine.

Che musica, e che gruppo! Artisti sardi sì, ma che cantavano in italiano. Un po’ come il Partito Sardo d’Azione, che oggi (a dispetto del nome) è il partito più italiano che c’è.

Il testo poi, spiega tutto: spiega perché tutte quelle persone, così diverse tra loro, si trovavano lì.

Se la ricorda? Dai, la canticchi con me… 

Fatalità
Aver trovato te
Te che sei
Come me

Fatalità
Buongiorno come stai?
Tu che fai?
Non lo so, sto con te

Che meraviglia! Che bravi che erano i Bertas, non trova?

Li faccia conoscere, lei che è così seguito. “Fatalità” è un pezzo bellissimo e ancora attuale.

Ancora ce l’ho nelle orecchie, e come me tutti i commensali di Sardara.

Ascolti la canzone, e capirà. Perché a questo serve l’arte: a restituire una emozione, a spiegare in un attimo cose molto difficili da capire. 

Perché a volte basta solo una parola. Una parola come “Fatalità”.

Cordiali saluti

Un anonimo che la legge sempre

Post scriptum
Non ho ricevuto alcuna lettera anonima, sono solo un drammaturgo.

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5 Comments

  1. Anonymous says:

    Veramente da quanto ho saputo cantavano questa…

    Aggiungi un posto a Sardara
    Che c’è un amico in più
    Sartizzu binu e fregula
    Strafogati anche tu
    Le leggi qui non servono
    Deu fazz’e conca mia
    Sorridi ai piatti d’astice
    E de pezz’arrustia
    Ma quello è un finanziere
    TA DAAAANNUUUU SCAPPA VIAAAAA.

  2. Radio Pirri says:

    Magari sono fuori tema e la mia è solo una impressione, Può essere tutto, però una cosa ho notato.
    Siamo in zona rossa e pare che ci rimarremo ancora eppure, ogni volta che mi è capitato di uscire, forse non ho mai visto un traffico così intenso e addirittura disordinato come in questo periodo.
    Non era così neanche quando eravamo in zona arancione e forse neppurr quando eravamo in zona bianca. Eppure sono chiusi i negozi e tutte le principali attività.
    Altra cosa che ho notato è che, diversamente dalla prima volta, quando si incrociavano a malapena una o due macchine e addirittura era sceso notevolmente anche il costo del carburante, ora non si vede neanche una pattuglia in giro.
    Prima qualcuna in giro di vedeva (pitticu su sagamentu de ancasa…), ora invece neanche una che è una..
    Personalmente, quando ho la necessità di uscire,
    mi porto sempre appresso l’autocertificazione ma ho l’impressione anche di essere probabilmente l’unico ad averla.
    In ogni caso, non mi hanno mai fermato.
    Anche perché chi dovrebbe fermarmi? I fantasmi?

    • Stefano Reloaded says:

      Forse sei un po’ distratto, ma di chiuso non c’è nulla o quasi. Tutte le attività industriali e artigianali sono aperte. Di totalmente chiuso ci sono solo teatri, cinema e musei, barbieri e palestre. Per quanto riguarda la scuola, sono chiuse solo le superiori (in un anno le Regioni, così tanto preoccupate di riaprire mescite e balere, non sono riuscite a organizzare trasporti pubblici adeguati per cui chiudiamo direttamente le scuole, tanto poco importa di quanto questi ragazzi pagheranno in termini di crescita culturale e personale). Per quanto riguarda le attività commerciali, gli unici a dover restare chiusi sono i negozi di abbigliamento e calzature (tranne quelli per bambini) e le gioiellerie. I bar possono restare aperti fino alle 18 per la vendita d’asporto e i ristoranti, nella stessa modalità, fino alle 22. Questi ultimi, volendo, possono restare aperti 24 ore su 24 con le consegne a domicilio. Tutto il resto è APERTO. Da maggio 2020. Se non ci credi vai a vedere gli allegati 23 e 24 al Dpcm del 2 marzo.
      Per cui, se un giorno ti viene voglia di andare a comprare un paio di mutande o ti serve la guarnizione per il rubinetto della cucina o, ancora, da Pirri vuoi andare a prendere un caffè d’asporto a un bar di Genneruxi… tranquillo… puoi farlo. In tutta libertà è sicurezza.
      E secondo te, quando a circolare, tra chi lo fa per lavoro o per necessità (mutande e guarnizioni) o semplicemente per usufruire di un servizio lecitamente aperto (caffettino a Genneruxi) ci sono, potenzialmente, 250.000 persone o più (tra residenti e non), qual è la probabilità che tu venga fermato per un controllo?
      1/250.000 o più.
      Fais prima a binci a su lottu.

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