La pandemia dilaga, la politica gli corre disperatamente dietro. La situazione mette in evidenza chi ha fiato e chi no. Sotto questo aspetto, il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas eccelle per lentezza. Come ha fatto notare Paolo Tremulo su Facebook, Conte lo ha praticamente doppiato. Il 25 ottobre tutti attendevamo la nuova ordinanza dell’inquilino di viale Trento, un provvedimento che poi, superato dagli eventi, non è arrivato, mentre il Presidente del Consiglio, che piaccia o no, prova a cercare nuove soluzioni e ha pronto un nuovo Dpcm.
La scarsa reattività di Solinas denota la scarsità delle sue idee. Ma soprattutto una strategia perdente che ormai appare chiarissima.
Il presidente della Regione ha infatti demandato all’assessore alla sanità, il leghista Mario Nieddu, l’intero onere della gestione dell’emergenza sanitaria. Lo ha significativamente lasciato solo davanti al Consiglio regionale, come a volersi tirare fuori da tutte le questioni centrali che riguardano l’organizzazione dei servizi e dell’assistenza.
E il povero Nieddu si arrangia, negando la realtà e facendo poco e in ritardo (ma di questo parleremo più avanti).
Quindi il ruolo di Solinas qual è? Banalmente, quello del bastian contrario. O, se volete, di fedele custode in Sardegna del bidone leghista in funzione antigovernativa.
Conte a marzo dichiara che la circolazione fra le regioni è ammessa? Solinas, dopo aver millantato controlli in porti e aeroporti che non ci sono mai stati, lancia la sparata della chiusura dei “confini”. Conte chiude le discoteche? Solinas le riapre. Conte chiude anzitempo i ristoranti? Solinas immagina un’ordinanza che estenda i loro orari di apertura, provvedimento che poi non vedrà mai la luce. Perché l’aumento impressionante dei contagiati e dei morti anche nella nostra isola ha messo fine a questo patetico gioco al rilancio.
Provare a dire e a fare il contrario di ciò che fa il governo non solo è stupido, è proprio inutile. Perché non esiste una “soluzione sarda” alla pandemia, se non nella misura in cui con le nostre forze e le nostra capacità riusciamo a tenere innanzitutto lontano i contagiati dagli ospedali e a tracciare i loro contatti.
Lo abbiamo fatto? Direi di no. E non lo dicono solo i fatti.
“La prevenzione non sta funzionando. Stiamo subissando gli ospedali di richieste impossibili. E non saremo in questa condizione se non avessimo cannibalizzato gli investimenti sulla prevenzione. Servivano Usca più forti e organizzate”.
Sono le parole del neo commissario straordinario dell’Ares (l’Azienda regionale della salute) Massimo Temussi, intervistato due giorni fa dalla Nuova Sardegna. Parole che suonano come una critica durissima alle strategie portate avanti dal commissario dell’Ats Giorgio Steri e dell’assessore Nieddu e che fanno di Temussi oggi la figura predominante nella gestione della pandemia.
Dovevamo potenziare la prevenzione e le Usca, e invece la maggioranza di centrodestra e leghista che governa la Regione ha pensato a lottizzare la sanità, con una riforma vergognosa che resuscita le otto Asl. In questo modo sono state dissipate settimane importanti in cui l’obbiettivo doveva essere uno e uno solo.
Invece, così non è stato. Perché Solinas e Nieddu sono il presidente inesistente e l’assessore dimezzato.
Con la paura che ci prende ogni pomeriggio, quando arrivano i dati di morti e contagiati.
Mi perdoni Biolchini se vado o.t., mi rivolgo ai suoi lettori…:
Qualcuno è riuscito a parlare con un Responsabile telefonando ai numeri 0706096651-52-53?; o ai numeri 0706094703-711?
Sono i numeri distribuiti per informazioni circa i tamponi, la quarantena..
l’unico commento che ho da fare è che non riesco a leggere i commenti. Come mai?
L’impressione è che continuare a parlare di Solinas e Nieddu sia un po’ inutile.
Molto meglio parlare di una barzelletta di Totò o del Cagliari. Di Naingolan che forse arriva o forse no, del possibile dualismo fra Sottile e Ounas, della partita di Bologna che poteva decisamente andare meglio. Siamo sicuramente su livelli di discussione ben più elevati e pregnanti, neanche a paragone. Anche perché, da questo punto di vista, Solinas e Nieddu non hanno chissà quali colpe: il Cagliari è il Cagliari e Totò è Totò.
E anche perché questa volta, non foss’altro che per sopravvenuta impossibilità pregressa, non è riuscito né a lui e neanche aTruzzu (lasciando perdere per un attimo i cartelloni ovviamente), se non il colpo gobbo, almeno il tentativo di volersi accaparrare i voti dei baristi, dei pizzaioli e dei ristoratori.
Da non trascurare comunque neanche il lato buono della questione: magari non è detto al 100% che Solinas o il presidente Zoffili e forse neanche Truzzu siano iusciti ad accapparsi i voti dei baristi o dei pizzaioli, (quelli non si accontentano solo dei buffetti sulle guance, ragionano solo se vedono cammello) ma almeno un risultato questa volta Solinas l’ha ottenuto: nessuno si illuda neanche lontanamente perché DI SICURO NON GLI ANNULLANO ALCUNA DELIBERA e perché nessuno si potrà azzardare a dire che le sue delibere servono solo a consumare carta.
Anche perché il Sindaco di Cheremule, di Bortigiadas e di Mogorella stavano già cominciando a diventare un po’ troppo barrosi….
In ogni caso però, sia a lui che a Truzzu di una cosa bisogna comunque dare atto. CI HANNO PROVATO.
Anche a me piace Calvino 🙂