Coronavirus / Politica

“Fase 2, il sud costretto ad aspettare il nord. Ma cosa sarebbe successo a parti ribaltate?” di Mario Gottardi

Il presidente della Lombardia Fontana

Passano i governi, muoiono i partiti, nascono movimenti, la politica si rivoluziona, i secoli si susseguono ma in Italia è sempre la stessa storia: paternalismo, colonialismo interno e tradizionalismo reazionario dominano la cultura politica del Paese.

Da due mesi si è capito chiaramente che il Coronavirus è stato combattuto in prima linea grazie all’abnegazione dei sanitari e nelle retrovie dal buonsenso dei cittadini, e invece i generali hanno grosse responsabilità nei ritardi dell’organizzazione della difesa. Il reperimento di mascherine e ventilatori, l’organizzazione di nuovi ospedali, la predisposizione di procedure chiare, la campagna educativa per una maggiore igiene, il rafforzamento della medicina territoriale, in una parola l’organizzazione e l’esecuzione di un piano pandemico, non c’è stato. 

Abbiamo avuto invece una vera e propria strage nelle Rsa e l’esposizione al rischio di intere categorie di lavoratori, come operai delle grandi fabbriche e medici di base.

Dopo due mesi in cui ci sono stati 200 mila contagiati, quasi 27.500 morti, con una media di oltre 450 al giorno, ci si attendeva più rispetto per i cittadini italiani, che in questo periodo hanno saputo autoregolarsi – tranne poche deprecabili eccezioni – abbattendo anche luoghi comuni che li volevano incapaci di gesti semplici come stare ordinatamente in fila. Invece chi non si è autoregolato sono i politici che anche in questa occasione hanno dato il peggio di sé (ogni riferimento a Gallera è fortemente voluto).

Eppure è proprio con il senso di responsabilità che si sconfigge il virus. E non lo dice il sottoscritto, lo ha detto ieri sera la virologa Ilaria Capua a DiMartedì. “Non c’è governo che possa dare la soluzione al problema (…) si tratta di auto gestirsi con il buonsenso”.

Tedeschi al fiume in tempi di Coronavirus

Invece il Dpcm del 26 aprile contiene sostanzialmente provvedimenti che riguardano solo il comparto economico. Poco o nulla è stato fatto per ristabilire i diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini.

Ed ecco l’aspetto paternalistico.

Questo governo ritiene i propri cittadini dei minori, dei bambini quasi, a cui va specificato cosa fare e cosa non fare. E se sgarrano, ecco una guardia in divisa pronta a redarguire, punire, fino a umiliare chi osa andare oltre i 200 metri da casa propria o fare un giro un po’ più largo per tornare a casa. O portare il proprio genitore a fare la chemioterapia. Sì è accaduto anche questo.

No comment

Non solo. Il Dpcm dice altro.

Ad esempio, dice che gli italiani non sono considerati cittadini ma mera forza lavoro. E anche che il lavoro non è uguale dappertutto. 

Il barbiere di Escalaplano o Canicattì anche se difficilmente diffonderanno il virus nelle loro botteghe, non potranno aprire mentre lo potranno fare le fabbriche del nord, pronte ad accogliere centinaia di operai che lavoreranno fianco a fianco. Botteghe chiuse, fabbriche aperte.

Cosa significa? Significa che il sud, dove il contagio è minore, dovrà aspettare il nord. Significa che le aziende del nord temono l’eventuale concorrenza di quelle del meridione. Si teme che gli investimenti possano essere rivolti a sud di Roma. 

Ve lo immaginate cosa sarebbe successo a parti ribaltate? Già li vediamo, no?, i presidenti di Regione sbraitare, Assolombarda sul piede di guerra e i commentatori prezzolati avallare senza vergogna posizione razziste.

Vecchia storia quella del colonialismo interno italiano.

Eppure questa volta si aveva l’opportunità di stabilire un riequilibrio che avrebbe fatto bene innanzi tutto alla nostra economia. Invece non si è avuto coraggio. Altrimenti qualcuno mi spieghi perché mai non si è pensato a una riapertura scaglionata, per pochi settori e solo nelle regioni con minori contagi. Anche solo per sperimentare cosa sarebbe successo. 

Invece no: di nuovo tutti a rischio, con gli operai cavie, perché “il motore del paese” deve ripartire. 

Un governo sotto scacco del potente nord. Altro che “potere dei meridionali” come titolavano qualche mesi fa i fogli della destra! 

E poi c’è la questione dei congiunti, che se non fosse tragica di suo farebbe anche ridere. E infatti il governo è stato sepolto da una risata alimentata a colpi di meme, fotomontaggi, battute. 

Ma la vicenda dei congiunti mostra soprattutto l’inadeguatezza del nostro sistema giuridico e l’arretratezza culturale del legislatore, incapace di stare al passo dei mutamenti di una società moderna, che ha saputo avere senso di responsabilità e che ora esige rispetto.

Mario Gottardi

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2 Comments

  1. Grazia Pintore says:

    Provo una certa insofferenza per tutte le critiche fatte a Conte ma per quanto riguarda la dipendenza del sud dal nord,lo trovo veramente assurdo.Provo anche una certa gioia,un po’ cattiva,verso la Lombardia così perfetta,così efficiente ma,guarda caso ha fatto più disastri con questo virus.Il sud,in genere, è stato molto più ligio ma i negozi devono stare chiusi finchè il nord non riapre,assurdo,assurdo.

  2. Pierluigi says:

    Sono curioso di vedere cosa succederà tra qualche mese, quando nelle regioni più colpite ci sarà ancora la coda del COVID e i loro residenti vorranno venire a svernare al sud. Se l’obiettivo è quello di contenere il virus, chissà se prevarrà l’economia o la tutela della salute di noi terroni.

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