Risvegliatosi dal suo torpore, oggi il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas ha tuonato: “Per garantire una sempre maggiore sicurezza sul territorio, chiederò al Governo che vengano impiegati anche i militari della Brigata Sassari”.
Il prefetto di Cagliari Bruno Corda lo ha subito gelato, dicendo che non c’è alcuna necessità di schierare l’esercito: come dire, gli agenti del Corpo forestale, i vigili urbani e le forze di polizia per il momento bastano e avanzano.
Quindi come spiegare questo slancio militarista del nostro presidente?
Intanto, l’assessore alla Sanità il leghista Mario Nieddu deve far fronte alla ribellione dei medici sardi, mandati nelle trincee degli ospedali che neanche i fanti della Sassari sul Carso cento anni fa. Suggestionato dalle pulsioni guerresche del nostro presidente e avendo preso alla lettera l’insegnamento di Eschilo (“In guerra la prima a morire è la verità”), Nieddu si è presentato ieri a Videolina e ha affermato che nei nostri ospedali ci sono ancora scorte di mascherine.
Quindi, verrebbe da dire, perché medici e infermieri da settimane si stanno lamentando e temono per la loro stessa vita?
In realtà, chi si lamenta lo fa a suo rischio e pericolo perché da una settimana l’assessore Nieddu ha messo il bavaglio a tutti i professionisti della sanità, chiedendo sanzioni disciplinari contro chi ha l’ardire di parlare con i giornalisti.
(Poco male: avendo un codice deontologico ed essendo obbligati a rispettare la segretezza delle fonti, i giornalisti possono intervistare chiunque, e infatti ieri e oggi l’Unione Sarda ci ha regalato due straordinarie interviste con un medico e un’infermiera).
La mossa di Nieddu ha sconcertato sia il mondo dell’informazione che quello della sanità, ma in realtà ha un precedente: quello della Regione Lombardia.
Alle 12.14 dello scorso 24 febbraio il direttore generale dell’Ats di Bergamo Massimo Giupponi ha scritto a tutti i dipendenti ricordando loro che
Sul piano dei comportamenti vanno ricordati l’obbligo alla riservatezza, l’obbligo di evitare comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione ed il divieto di utilizzo di informazioni di cui si dispone per ragioni d’ufficio.
Questo significa non diffondere in forma privata (facebook, whatsup, sms, etc.) notizie, anteprime, o comunicazioni di cui si viene a conoscenza per motivi di ufficio: i canali di comunicazione esterna devono essere quelli istituzionali.
Una richiesta ribadita in maniera ancor più decisa il 4 marzo dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che con una mail inviata alle 10.03 scriveva ai direttori delle Ats lombarde:
Gentili Direttori, in relazione all’emergenza Coronavirus che sta coinvolgendo le strutture socio sanitarie della Lombardia, specifico che SONO ASSOLUTAMENTE VIETATI:
– L’organizzazione di conferenze stampa
– Interviste e interventi delle Direzioni strategiche, dei medici e degli operatori sanitari se non preventivamente autorizzati.
È consentita solo la diffusione di comunicati stampa concordati e autorizzati.
Il nostro Nieddu da Giussano non ha fatto altro che “ispirarsi” ai suoi colleghi lombardi (che però, a differenza del nostro e della Regione Sardegna, con i giornali e con i cittadini comunicano tutti i giorni).
E sulla richiesta di Solinas di schierare la Brigata Sassari, come non ricordare che oggi il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha sollecitato lo schieramento dei militari nella sua regione?
Lombardia-Sardegna, il filo è diretto.
Post scruptum
In realtà Solinas non ha chiesto solo la Brigata Sassari per le strade ma l’attuazione dell’articolo 49 dello Statuto che affida al presidente della Regione pieni poteri sull’ordine pubblico in Sardegna. Ma questa cosa la spiega bene Paolo Maninchedda nel suo post “Solinas vuole i pieni poteri. La Brigata Sassari? La metta a casa sua”.
Follia pura,non aggiungo altro.
leggendo il contributo di Giordano ho paura che in tanti accuseremo seri problemi di salute… libertari e reazionari, tottu cantus seus… anche chi non è mai stato a Londra, come a me…
La carica non fa il monaco… Così come una firma ‘dottore’ non fa un laureato.
Stavolta al mercato non vendevano soluzioni
potevi rispondere all’appello o Efis..
Vito, dimentichi TRVZZV… che ci dici di lui?
oggi l’ho visto più rilassato. Ma non sono Vito 🙂
E si conclude la svolta reazionaria di Solinas a cui non avevo voluto credere fino ad oggi. Ma tant’è, siamo in guerra appunto ed allora le maschere si levano definitivamente. Già invocare le borse di studio “agli italiani” era stato un segnale preoccupante ma oggi se riesce a farsi mandare a quel paese anche dal prefetto (grazie dott. Corda) siamo nella fase conclusiva della trasformazione leghista di uno cresciuto a pane e DC.
Sempre oggi un’altro esponente della maggioranza, l’onorevole Tunis, mandava sui social un messaggio rassicurante e pieno di buonsenso. Lo stesso buonsenso che ha caratterizzato il suo movimento sardegna 2020 fin dalla sua presentazione alla fiera (dove ero presente).
Insomma caro Vito, mi sa che ci tocca tracciare una bella linea per terra e guardare al futuro con lenti diverse rispetto a quelle che abbiamo usato fino ad oggi.
E siccome l’argomento è serio, per fugare ogni dubbio, firmo con il mio nome e non con il mio nickname.
Un abbraccio da Matteo Murgia
Su Presidenti.
Ps. per chi se lo fosse perso consiglio di ascoltare il presidente della regione campania De Luca del partito democratico. A proposito di reazionari.