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“Turismo in Sardegna: a mancare non sono i voli ma la promozione on line” di Sandro Usai

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Se un turista vuole informarsi per le sue scelte di viaggio sui portali istituzionali è sicuro che in Sardegna non ci viene. Ma non perché mancano i voli. Semplicemente perché i canali digitali che fanno capo alle istituzioni regionali, provinciali, comunali e di enti vari non sono in grado di proporre contenuti utili ai turisti che surfano in rete alla ricerca di stimoli e per colmare la loro voglia di vivere un’esperienza (come si dice oggi per essere alla moda).

Volete le prove di quanto affermo?

Allora vi invito a cliccare sui siti web dei principali comuni sardi. Potete partire da quelli che vantano l’appartenenza ad uno dei circuiti che classifica i borghi sardi. Poi potete proseguire con la Città Metropolitana di Cagliari, le Province e con il più costoso dei portali turistici: Sardegna Turismo.

Se facciamo un’analisi delle Sezioni Turismo e dei contenuti (quando sono presenti) disponibili nei siti web istituzionali oppure nelle pagine Fb, Twitter, Instagram (solo per citarne alcune), ci rendiamo conto che siamo fortemente arretrati e incapaci di dialogare con il potenziale turista digitale.

Le istituzioni sono sorde e incapaci di cogliere il cambiamento che sta avvenendo nel mondo e di cui il turismo nella sua presenza digitale è uno dei principali fruitore e erogatore.

A parole i nostri politici ci raccontano che siamo il Gan ‘Eden del mondo e poi, in pratica, rincorrono l’utilizzo di vecchi schemi consumati e esausti di contenuti (vedi le Fiere), escludendo i canali di comunicazione che dialogano con il 70 per cento dei potenziali turisti nel mondo.

Francamente, non riesco a spiegarmi come ciò sia possibile e come esistano ancora oggi persone, soprattutto tra i politici con compiti di responsabilità e guida assessoriale, che pensano di poter raccontare e proporre la nostra destinazione turistica senza la forza dei contenuti digitali declinati in base al canale e ai temi.

Ma davvero non si rendono conto (i nostri politici) che stanno causando una perdita di posizionamento turistico che ci porterà a sciupare il vantaggio competitivo creato in decenni di promozione nel balneare?

Queste scelte creeranno molti disoccupati o di senza lavoro, facendo svanire anche l’ultimo sogno dei giovani che con la loro indole ambientalista e di cura del territorio credono che attraverso la preservazione dei luoghi sia possibile mantenere l’unico valore vincente oggi: l’integrità naturalistica a beneficio della salubrità della vita.

LAVORO NEL TURISMO DIGITALE. La mancanza di opportunità di sviluppare competenze nel turismo digitale comprime verso il basso le chance di crescere professionalmente in un settore che oramai è totalmente fagocitato da algoritmi, intelligenza artificiale, big data, marketing, comunicazione.

E la (Regione) Sardegna anziché investire in modernità preferisce, perché non sa, creare il favore di far incontrare la domanda con l’offerta dei nostri prodotti turistici basandosi su strumenti di promozione e comunicazione superati e consumati.

GOVERNANCE. Dire che siamo senza Governance dei meccanismi che favoriscono lo sviluppo turistico dei nostri territori è un eufemismo. I territori appena fuori dalle aree metropolitane si stanno spopolando a causa dello spegnimento di ogni possibilità di realizzare progetti capaci di creare sviluppo, reddito e crescita.

E nonostante tutto e con i numeri che scendono in modo impietoso (natalità, lavoro, reddito, dispersione scolastica) mostrando tutta la vulnerabilità di un’economia che sta soccombendo sotto l’incuria amministrativa e l’incapacità politica di trovare soluzioni adeguate per mitigare i fenomeni, vedo e sento ancora su bandidori che annuncia il risveglio dal letargo dell’orso senza accorgersi che sta morendo e mai più si riprenderà se non si cambia passo e si agisce con onestà e serietà.

Speriamo bene!

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5 Comments

  1. Pingback: Fase 2: una ricetta per salvare il turismo enogastronomico sardo – PappaeCallia

  2. due cose:
    uno; mi capita spessissimo, nei miei pomeriggi campagnoli durante i quali ascolto la radio, di sentire la pubblicità messa in campo continuamente, in tutte le stagioni ed a tutte le ore, dalla regione Marche; insistente ma convincente, più o meno accattivante, ma almeno la curiosità del turista che a tutti i costi vuole “saltare il fosso” la cattura. mai sentito a livello nazionale qualcosa di “sardo”, tranne la birra Ichnusa che a dispetto del fatto che di sardo ha poco più che il nome, dopo il battage televisivo è diventato prodotto di grido nazionale dopo che da noi per anni è stata di serie C.
    due; chiedo ad un amico, da decenni nel campo della promozione commerciale di formaggi: come mai all’ estero non apprezzano adeguatamente il valore aggiunto dei prodotti caseari sardi, ruspanti ma per questo poco omologabili e sicuramente più genuini di quelli che vengono da produzioni industriali di massa? risposta: all’ estero non sanno neanche cosa è “la sardegna”, nè dove si trova; non ha certo la nomea paragonabile all’ aggettivo “italiano”, figurarsi se possono apprezzarne il valore aggiunto.
    occorrerà cambiare strategia nella comunicazione?

  3. AnreaR says:

    Turismo e archeologia: nel 2017 vennero investiti circa 300.000 € per la promozione del sito Mont’e Prama.
    Si sa quali risultati siano stati raggiunti?

  4. Angelo says:

    Probabilmente sto andando un po’ off topic, ma alla fine nemmeno poi tanto: tra cittadini, turisti e amministratori mi domando quanti sappiano dell’esistenza del geoportale del Comune di Cagliari e delle risorse spese per metterlo e tenerlo in piedi?

    https://geoportale.comune.cagliari.it/

    Quanta integrazione e sinergia c’è tra i vari stakeholders in un’operazione come questa?
    La risposta è contenuta nel tuo articolo.

    Saluti.

  5. Avevo sollecitato ed ottenuto un incontro con l’Assessore al Turismo, Artigianato e Commercio, signor Chessa, per esporgli la necessità di creare una applicazione digitale operante su Internet, che permetta effettivamente a chiunque che per caso o per necessità arrivi su di un sito che promuova il turismo in Sardegna, di essere non solo immediatamente registrato ed inserito in una applicazione che in seguito continui a proporgli, secondo le indicazioni che avrà lui stesso fornito, quello che corrisponde ai suoi desideri espressi o reconditi ma rilevabili dalle sue dichiarazioni ma sopratutto inserito in un database che permette inoltre di evidenziare le tendenze, le richieste, i gusti e quanto é necessario per rispondere a delle precise intenzioni di vacanze e non solo. In seguito ad un incontro cordiale, durante il quale mi sembra evidente che non avrei certo fornito gratis et amore dei l’applicazione in questione, non ho più sentito parlare del signor Chessa. Ma forse non mi ero spiegato abbastanza bene.

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