Brividi, sudori freddi, sguardi bassi e silenzio. Brutta avventura oggi a Roma per la delegazione sarda convocata al tavolo governativo e interministeriale in cui si discuteva della decarbonizzazione dell’isola.
Pensando di trovarsi ad una delle solite conferenze stampa convocate a Predda Niedda davanti ai cronisti dell’Eco del Metano e della Voce della Dorsale, i rappresentanti della Regione (assessora all’Industria Anita Pili), di Confindustria (il presidente regionale Maurizio De Pascale) e della Cgil (segretario regionale Michele Carrus) si sono sentiti porre senza tanti giri di parole la seguente domanda:
“Scusate, ma perché state dicendo in giro che i lavori per la dorsale inizieranno nella primavera del 2020?”.
Silenzio.
Già, perché la Triade da mesi annuncia urbi et orbi che l’unica possibile alternativa alla chiusura entro il 2025 delle centrali a carbone di Fiumesanto e di Portovesme non è semplicemente l’arrivo del metano ma addirittura la realizzazione di un tubo lungo circa 400 km chilometri dal costo approssimativo di un miliardo e mezzo di euro.
Le imprese private interessate a realizzarlo (anche con i soldi nostri, sia chiaro) nei mesi scorsi hanno presentato la documentazione alle Commissioni Via (Valutazione di Impatto Ambientale), le quali hanno dato parere positivo. Ma le commissioni Via non sono il Ministero dell’Ambiente, come invece fatto credere ai sardi dalla Triade attraverso le cronache compiacenti dell’Eco del Metano e della Voce della Dorsale. E oggi questo concetto i due ministeri (dell’Ambiente e delle Sviluppo economico) lo hanno ribadito a chiare lettere, al punto che nel comunicato inviato alla stampa lo hanno perfino puntualizzato:
“Il Ministero dell’Ambiente, presente al tavolo, ha espresso in maniera chiara che ad oggi non è stata data nessuna autorizzazione sulla dorsale e che gli unici pareri favorevoli sono quelli delle commissioni VIA che non appartengono al Ministero”.
Capito?
Ma c’è di più. Così come riportato nel comunicato inviato alle redazioni della delegazione composta dai gruppi ambientalisti isolani presenti all’incontro
“il Ministero dell’Ambiente ha ricordato che non esiste ad oggi nessun decreto di autorizzazione della dorsale del metano firmato dal ministero e che una eventuale autorizzazione ambientale non significa che un’opera debba essere realizzata, soprattutto perché essa deve essere compatibile prioritariamente con una scelta strategica. Pertanto le dichiarazioni relative ad un possibile inizio lavori a breve della dorsale, sarebbero da ritenersi non veritiere e passibili di denuncia”.
Avete capito? Chi va in giro a dire che i lavori della dorsale inizieranno a breve rischia di beccarsi una denuncia!
Sì, ma chi è che diffonde simili fesserie visto che, come affermato dalla sottosegretaria Alessandra Todde, “gli unici progetti approvati in fase di realizzazione sono i depositi costieri ad Oristano e che di conseguenza non esiste ad oggi alcun progetto di rigassificatore approvato per la Sardegna”, e che senza i rigassificatori non ha senso parlare di dorsale? Chi è costui?
Solinas: “Dorsale al via entro la primavera 2020”
Cliccate, che c’è anche un video.
Le grandi opere sono un gran bell’affare,ma solo per alcuni. Per esempio il corridoio sud del gas noto TAP. A cui si oppone come in Sardegna, nel silenzio complice dei media, la popolazione che abita in quei territori.
https://www.notap.it/
Forse dovremmo alzare un poco di più la voce in Italia e in Sardegna!
Sgasando dalla bocca
Gratzias Vito de su traballu ki ses faendi po sa comunidadi.
Pepi
Ma se la Sardegna è autonoma a statuto speciale perché non legifera ed attua in autonomia senza dipendere da decisioni estranee??
Vito, ti ringrazio per essere attualmente per me l’unica fonte di informazione onesta e precisa su ciò che succede nella nostra isola..
Oh Vito, passando di cronaca (politica) in cronaca (mondana) Predda Niedda, per i Sassaresi, sta diventando sempre più luogo di prostituzione notturna…