“Turismo a Cagliari, l’aeroporto trascina le presenze nei mesi non estivi. La città saprà approfittarne?” di Sandro Usai e Maurizio Battelli
Estate, tempo di turismo. Al di la degli slogan, occorre ragionare seriamente sui nuovi flussi in atto e sulle ricadute che avranno sulle nostre comunità. Cagliari è un buon osservatorio e ringrazio Sandro Usai (appassionato di analisi dei dati) e Maurizio Battelli (dell’associazione Extra) per questo interessante contributo. È il momento di aprire il dibattito, ogni apporto è graditissimo.
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Ci voleva la stagione invernale 2019 per dimostrare un concetto vincente: Cagliari è una città interessante, capace di accogliere i turisti durante i mesi che vanno da gennaio a maggio. E la riflessione che ci porta a questa affermazione parte proprio dai dati sugli arrivi internazionali all’aeroporto di Cagliari. Sono dati convincenti, capaci di stimolare i gangli, spesso sopiti, di una città che vive la stagione invernale aspettando l’estate.
Per la prima volta e grazie ad un consistente impegno di Sogaer, alimentata anche da politiche di sostegno regionale, l’aeroporto di Cagliari ha visto un incremento di arrivi internazionali che oscilla, per il periodo di gennaio-maggio, intorno al 42 per cento rispetto allo stesso periodo 2018.
L’aeroporto ha fatto la sua parte e ha avuto i suoi guadagni. Ma la cosa che ci interessa analizzare è come ha reagito la città. Ha retto la pressione creata da questi flussi turistici? Che cosa ha saputo proporgli oltre ai monumenti sempre presenti?
Questo exploit non è stato una sorpresa perché la programmazione dei voli per la stagione invernale era stata ampliamente illustrata. Certo, non avevamo certezza sui numeri in arrivo ma già le opportunità create dalle compagnie aeree con le varie destinazioni europee ci fornivano un interessante indizio.
Ora che i risultati sono arrivati e mostrano un trend molto positivo, è interessante approfondire il profilo del turista o viaggiatore che ha scelto Cagliari per una vacanza breve o di più lunga durata che lo ha portato a visitare anche i luoghi intorno alla città, godendo di uno spettacolo inusuale e scoprendo una Sardegna verde, colma di sapori e profumi che solo la macchia mediterranea sa emanare e che da sola andrebbe inserita in una esperienza di viaggio.
Se esaminiamo i dati che emergono dalla indagine effettuata sull’extra alberghiero, parola che classifica le strutture non alberghiere e che d’ora in poi noi chiameremo “ospitalità extra”, ciò che emerge è che il turista con vocazione al viaggio sta cambiando il suo stile di vacanza scegliendo, più spesso, forme e modi più diretti di elaborare una esperienza locale a diretto contatto con la popolazione e i luoghi.
Ecco, proprio sovrapponendo i dati degli arrivi internazionali (aggregati) e i ricavi delle strutture, prodotti dall’Osservatorio dell’associazione Extra, è interessante notare come siano largamente coincidenti e con pari trend positivi (+47,94 per cento nel periodo gennaio-maggio 2019 rispetto al 2018).
Si può dunque ragionevolmente affermare che il sistema turistico locale di Cagliari è direttamente collegato, per la stagione invernale e primaverile, al canale degli arrivi internazionali all’aeroporto “Mario Mameli”.
Questo fenomeno, come dicevamo prima, non improvviso ma ampiamente prevedibile, ha necessità di trovare anche nel governo della città una risposta affinché la filiera dell’ospitalità non si esaurisca con le notti trascorse nel capoluogo ma si completi con le azioni capaci di mostrare al viaggiatore come siamo pronti a raccogliere la sfida che ci ha lanciato l’aeroporto, creando un contatto forte e interessante con un segmento sino a quest’anno sconosciuto per le proporzioni che vediamo nella tabella dei dati.
In occasione della manifestazione Extra 2019 (che si svolgerà dal 15 al 17 novembre prossimi alla Fiera di Cagliari) si potrà fare il punto del periodo comprendente anche i mesi estivi ed incominciare a delineare alcune considerazioni riguardanti l’intero sud Sardegna.
Senza abusare della parola “sistema”, è comunque indispensabile che la neo amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Truzzu trovi modo di sviluppare un progetto di inclusione dei turisti che scelgono i periodi di ottobre-dicembre e gennaio-maggio per visitare la città e scoprire le sue bellezze lontano dalla calca e calura estiva.
Le risposte certamente arriveranno dalla costituenda DMO e dal lavoro che sta sviluppando l’amministrazione insieme a Sintur, e che si concluderanno per la parte relativa allo studio e progettazione nel 2021.
Forse il tempo sarà tiranno e, visti i risultati operativi, sarebbe indispensabile accelerare la consegna degli elaborati strategici affinché il neo assessore al Turismo programmi azioni e potesse prevedere in tempi rapidi finanziamenti strutturali per colmare la distanza, se c’è, tra le aspettative dei turisti non estivi e l’offerta presente nel territorio.
E proprio per questo è indispensabile capire che cosa ci si attende questo turista che per Cagliari è nuovo, almeno in questa dimensione.
Indagare, studiare, analizzare, ascoltare. Ci aspetta un periodo interessante per garantire costanza e linearità alla crescita della città che inizia ad abituarsi a superare l’esperienza dei croceristi e punta ad un turismo più interessante con cui costruire un rapporto stabile e duraturo.
Ce la possiamo fare soprattutto se Cagliari saprà rappresentare e abbracciare, senza steccati amministrativi, i territori vicini raggiungibili con i mezzi pubblici locali e capaci di elevare la bontà dell’offerta globale.
Sandro Usai
Maurizio Battelli
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