Ormai è chiaro: non c’è niente che ecciti la Nuova Sardegna più della dorsale del metano. Nulla, neanche lo scudetto (ahimè) mancato della Dinamo suscita dalle parti di Predda Niedda lo stesso grado di infoiamento: sarà che la dorsale è a suo modo un simbolo fallico? Chissà.
Sta di fatto che la continua campagna stampa a sostegno della dorsale (che fa il paio con quella a favore della legge urbanistica cementificatoria di Pigliaru & friends, che per fortuna nostra e con gran scorno della Nuova non arrivò manco in Consiglio) continua indefessa, e senza alcun sprezzo del pericolo e, andrebbe detto, anche del ridicolo.
Il presidente Solinas è sempre stato contro la dorsale: lo ha detto lui stesso proprio alla Nuova Sardegna nell’intervista rilasciata il 31 gennaio. Più sfumato, ma sempre critico, il giudizio sulla grande opera nell’intervista dai contorni esoterici rilasciata al quotidiano sassarese lo scorso 15 maggio, nella quale il neo presidente della Regione comunque qualche dubbio sui tempi di realizzazione della dorsale se lo poneva.
Poi due giorni fa, la conversione. “Accordo sulla dorsale, c’è il via libera di Solinas” ha annunciato gioioso il quotidiano, per poi ricordare (Pinocchio) che “Solinas è sempre stato molto prudente sulla questione dorsale”: ma quando mai!
Ma d’altra parte ogni conversione va accettata senza farsi troppe domande. Forse qualcuno è mai andato a chiedere conto a San Paolo delle sue persecuzioni contro i cristiani quando era Saulo di Tarso? E il presidente Solinas cosa avrà visto in cielo? Il logo della Snam con una voce che gli diceva “Christian, perché mi perseguiti?”. Non lo sapremo mai.
Intanto però questo è bastato perché sulla Nuova Sardegna si rimettessero in azione gli evangelisti del metano, i portatori della buona novella per la Sardegna, i corifei del gas, pronti ad esaltare gli “effetti benefici” (ieri, pagina 4) della dorsale e a mettere in secondo piano la questione delle tariffe. Già, perché la Sardegna, come peraltro ha denunciato Confindustria lo scorso 27 maggio, corre il rischio di pagare il gas più di quanto non lo paghino gli italiani.
Che se ne farebbero i sardi del metano se poi sarebbero costretti a pagarlo più del resto degli italiani?
Domande senza senso dalle parti di Predda Niedda. Anche perché chi è contro la dorsale del metano in Sardegna “ha un disturbo mentale”. Lo dice sempre la Nuova oggi nel suo editoriale: se non ci credete, andate a leggerlo. Editoriale nel quale peraltro, si esalta la dorsale a prescindere dal costo finale del gas che dovranno pagare i sardi. Della serie: “Ne varrebbe comunque la pena”. Testuali parole.
Per lo storico Fernand Braudel ci sono strutture economiche, sociali e politiche, scandite dal tempo della “lunga durata”.
Con questa sua inverosimile campagna a favore della dorsale del metano, la Nuova Sardegna ci ricorda di essere stato, neanche tanti anni fa, il quotidiano di Rovelli, delle bugie sul processo di industrializzazione dell’isola, dei direttori continentali mandati a dispensare il Verbo e la Verità nella colonia di turno.
Anni terribili, ben raccontati dal volume “La Nuova Sardegna ai tempi di Rovelli”, edito dalla Edes e curato da Sandro Ruju, di cui non mi sembra che i nostri giornali abbiano ancora speso una sola parola.
Ecco, quando scrive di metano la Nuova Sardegna del 2019 sembra la Nuova Sardegna del 1970 quando parlava di petrolchimica.
Potenza del lungo periodo.
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manca un quotidiano (e una radio, una tv) indipendente in Sardegna
L’energia elettrica può produrre tutto quello che può dare il metano e la rete per la sua ditribuzione capillare sul territorio e negli edifici è già esistente. Fate bene i conti di quanto costerebbe un kwh termico facendo bene i conti compresa la dorsale. Se vi risulta un risparmio fateci conoscere i vostri conti. Non parole ma cifre firmate da chi le fa. Ricordatevi che nelle abitazioni deve essere prodotto anche il freddo per gli anziani come in questo periodo a 40 °C. Buon lavoro.
Metano si è al più presto!!! non ci sono alternative al periodo di transizione verso altre fonti energetiche. Il resto è fuffa da terrapiattisti. Fa bene la nuova Sardegna e la maggioranza dei sardi a pretenderlo!
ovviamente una dorsale come quella del treno cagliari sassari, escludendo nuoro che ormai è provincia libica e non ha bisogno di nulla…………..
Dorsale si, dorsale no….il punto è che il metano ci occorre. Non ci sarebbe molto da discutere. Che poi arrivi con una costosa dorsale o con rigassificatori costieri può cambiare costi, impatti e tempistiche. L’importante è che dopo 20 anni o oltre che se ne parla ancora non abbiamo nulla!!!E non è un caso isolato. Si discute e ridiscute su tutto, con posizioni diametralmente opposte, pregiudizi e preconcetti, spesso solo ideologici, sempre per arrivare allo stesso risultato. Il niente. La miseria più assoluta con prospettive per il futuro decisamente cupe
Simone, ci sono delle associazioni che in maniera libera e indipendente hanno esaminato il dossier dorsale e i risultati sono evidenti: non ci serve. Quanto al metano poi, il problema è relativo alle tariffe. Se, come denunciato da Confindustria (e non dagli anarchici insurrezionalisti) il metano dovesse essere venduto ai sardi ad un prezzo proibitivo (perché tarato sul nostro micro mercato, e ad oggi i progetti dicono questo), di che cosa stiamo parlando? Il metano ci occorre se costa meno dell’energia di cui già disponiamo. Ma se ci costasse di più, perché farlo arrivare?
Mi pare ovvio che con costi esagerati (considerando comunque che il metano avrebbe in ogni caso costi abbastanza bassi) non si porrebbe il problema. Questo aspetto deve essere attentamente valutato prima di attivare qualsiasi progetto. Ritengo che per ampliare il mix di risorse energetiche necessarie all’isola possa essere ragionevole avere più fonti e tipologie. Poi qualsiasi cosa va analizzata nel dettaglio per evitare sprechi, disastri e opere inutili o dannose
Il metano nel xxi secolo è innovativo come il tram a cavalli o il battello a vapore.
Manca in Sardegna un quotidiano (anche online) o un mezzo di informazione che porti avanti le battaglie identitarie. Ora è tutto in mano a is canis de strexu
“Proni ad Eternum”