Petru Mari
Sarebbe troppo semplice dire che con Petru Mari, scomparso ieri nella sua Bastia all’età di 70 anni, se ne va un pezzo della mia vita affettiva e professionale. Mediterradio, la trasmissione settimanale in onda dal 1996 e che ho condotto nella sua prima lunga fase a Radio Press e ora in questi ultimi sei anni per le frequenze di Radio Rai Sardegna, è infatti una sua creatura: l’ha inventata lui.
E come è nata Mediterradio, con quale spinta ideale, con quale slancio e visione, lo aveva raccontato lo stesso Petru in una bella intervista rilasciata due anni fa a Petruluigi Alessandri (anche lui “bastiaccio”, anche lui nella squadra della trasmissione), pubblicata dal sito Corsica Oggi e che io vi invito ad ascoltare (“Petru Mari, l’avventura di Mediterradio e Kantara”). Una testimonianza preziosa della grandezza intellettuale di un giornalista che con la sua caparbietà ha creato ponti tra le diverse sponde del Mediterraneo.
Perché dopo Mediterradio (che ha collegato inizialmente solo Sardegna e Corsica, allargandosi per diversi anni alla Toscana, per poi adesso coinvolgere la Sicilia, senza dimenticare alcune incursioni di Malta e della Tunisia) nacque Kantara, che in arabo vuol dire “ponte”: una trasmissione settimanale in lingua francese che ancora unisce in un unico progetto le radio pubbliche di Corsica, Egitto, Tunisia, Marocco e Algeria. Un miracolo. Per questo io lo avevo insignito del titolo di “Principe del Mediterraneo”.
Se l’aggettivo non fosse abusato, porremmo dire che Petru è stata una persona eccezionale.
Intanto per le sue qualità umane che lo hanno reso vicino e familiare anche agli ascoltatori sardi. In queste ore in tanti, che si erano affezionati alla sua voce, alla sua ironia, al suo modo di guardare alla cose del mondo in maniera leggera e intelligente, mi hanno manifestato il loro cordoglio e la loro tristezza. Petru era molto amato in Sardegna perché è stato per noi la voce della Corsica. Una voce libera da ogni condizionamento e che ci ha spiegato le difficili dinamiche di una realtà che per anni è stata per noi tanto vicina quanto sconosciuta.
Per me che sono stato suo collega in un arco di tempo molto lungo (avevo ventisei anni il giorno del debutto di Mediterradio, ne ho 48 oggi alla vigilia della puntata che celebrerà il nostro Petru e che andrà in onda venerdì, come sempre alle 12.30 sulle frequenze di Radio Uno) è stato una fortuna poter contare innanzitutto sul suo esempio professionale.
Devo dire onestamente che per me Petru è sempre stato un conduttore di una bravura irraggiungibile. Faceva e diceva sempre le cose giuste al momento giusto, alternando serietà a leggerezza a ironia. Era anche sarcastico quando serviva, soprattutto contro il potere (ogni potere, non solo politico) con il quale, da giornalista libero qual era, ha sempre avuto un rapporto sanamente conflittuale.
Ma la grandezza di Petru Mari non la si comprende se non si contestualizza il suo sogno (pienamente riuscito) di utilizzare la lingua e la cultura corsa per dialogare col mondo. In questo Mediterradio e Kantara sono dei meravigliosi capolavori di intuizione culturale che diventano disegno politico lungimirante.
Petru era un militante della lingua corsa ed era un indipendentista. Ma sapeva che dopo gli anni terribili della lotta armata solo la cultura poteva salvare l’isola e dargli una prospettiva di sviluppo. Aveva capito che l’identità si costruisce nel confronto e non nella chiusura, e per questo aveva inventato due trasmissioni basate proprio sullo scambio di esperienze in un ambito comune come quello mediterraneo.
Come ricordava sempre Petru, non è che Mediterradio e Kantara inizialmente fossero particolarmente sostenute dai vertici della radio pubblica francese, non certo entusiasti di dare alla Corsica il ruolo di realtà guida nella definizione delle relazioni internazionali. “Ma le abbiamo fatte senza chiedere il permesso a nessuno” ha sempre detto, ricordando anche il prezioso gioco di sponda con la Copeam, la conferenza internazionale che mette assieme ventisei soggetti pubblici radiotelevisivi.
Da qualche anno Mediterradio prosegue grazie ad un accordo internazionale fra la Rai e Radio France: un risultato frutto di tanto lavoro e della lungimiranza di Petru Mari e di tutti coloro che sono stati contagiati dal suo entusiasmo.
I primi tempi sono stati duri ma anche ricchi di felici incontri. Se la trasmissione è nata è stato grazie all’intuizione di Petru ma anche alla volontà di Angelo Porru (allora direttore di Radio Press) di accettare la sfida che arrivava da una emittente locale di un servizio pubblico come Rcfm. Noi eravamo piccolissimi, loro giganteschi: capire che il progetto aveva un futuro ed esserne all’altezza fu un grande merito di Angelo. Il nome della trasmissione, Mediterradio, arrivò poi una sera grazie al collega giornalista Gianni Solinas: a cena in una trattoria di viale Sant’Avendrace: perché per Petru non ci poteva essere scambio professionale senza una vera condivisione umana. La stessa che condivideva con Alberto Urgu, anche lui conduttore della trasmissione da Cagliari per diverse stagioni nei primi anni duemila.
Dopo il passaggio alla Rai nel 2012 ( favorito dall’impegno dell’allora direttore di sede Romano Cannas) e il contestuale coinvolgimento della Sicilia, Petru ha condotto Mediterradio fino al 2015. Un terribile infarto, che lo aveva colpito a Malta proprio in una delle sue abituali missioni radiofoniche internazionali, lo aveva messo a lungo fuorigioco. Il testimone passò così oltre che all’amico Petruluigi Alessandri (che meravigliosa coppia di giornalisti che sono stata!), prima a Tommaso Brunelli e ora a Jerome Susini. Anche dopo la pensione Petru è stato però per me e per Salvatore Cusimano (direttore della sede Rai di Palermo e conduttore dalla Sicilia di Mediterradio) un costante punto di riferimento.
Petru, che noi ricorderemo per la sua generosità, il calore umano, l’intelligenza e l’ironia, l’amore per la vita e per la sua isola, che non dimenticheremo per i bellissimi momenti passati assieme, lascia a tutti un’eredità intellettuale viva. Le isole, divenute periferie dell’Europa, sono al centro del Mediterraneo e per questo possono giocare un ruolo fondamentale per la costruzione di una società più giusta. Inventando Mediterradio e Kantara, Petru Mari ha lavorato concretamente per la pace fra i popoli.
Lui, sentendo questa affermazione, avrebbe riso e da anticlericale terribile qual era, avrebbe iniziato sarcasticamente a benedirci: ma l’ironia era l’arma suprema con la quale leggeva le cose del mondo e della vita.
Ci mancherà la sua voce, il suo sguardo, la capacità di essere libero e di amare la verità fino alla crudezza. “Mi manca poco, me ne sto andando” mi disse meno di un anno fa a Bastia. “La vita è così”, aggiunse, prima però di riprendere a parlare di progetti comuni, dei suoi figli, dell’amato nipote Leone, dell’impegno della moglie Mimì, della radio, dell’Italia che amava tanto, e soprattutto del futuro della Corsica. Ha sempre guardato avanti e mai indietro.
Che grand’uomo è stato Petru Mari. E che fortunati siamo stati noi ad averlo conosciuto.
Un abbraccio alla famiglia e ai colleghi di Rcfm.
Mediterradio a Palermo nel 2015 (da sinistra, Petru Mari, Vito Biolchini e Salvatore Cusimano)
Ero un giornalista ragazzino in quegli anni che facevamo la radio, e ascoltare Mediterradio è stata una palestra, una scuola. In pochi minuti si diceva tutto, senza sbavature.
Un programma rigoroso e importante che sapeva anche essere leggero, tanto più grande della nostra piccola radio eppure perfettamente giusto per noi. Ascoltavo e pensavo che fosse quella la strada da seguire, che fossero quelle le cose da imparare.
Petru mi ha fatto conoscere questa nostra isola sorella e vicina, della quale incredibilmente non sappiamo nulla. È arrivato prima di molti sardi a capire come fare i conti con un’identità orgogliosa e per certi versi ingombrante: aprendosi agli altri, creando connessioni.
Cos’è Mediterradio se non questo?
Come Vito anche io ho il ricordo di una cena, ma in Marina, a base di pesce. Petru teneva banco e a me sembrava di stare al tavolo dei grandi. Non ricordo di cosa parlassimo ma ricordo soprattutto che abbiamo riso, tanto. Ecco se penso a Petru penso al sua faccia che ride, a tavola e davanti al microfono, come in apertura di ogni puntata.
Che anni incredibili, che dispiacere grande.
Nicola
Non lo conoscevo di persona ma, da oltre 10 anni, una volta a settimana, aspettavo la sua voce per saperne di più sulla Corsica e sul Mediterraneo. Mi mancheranno i suoi ragionamenti sempre pacati e lucidi e mi mancherà il suo accento ma sono sicuro che quello che ha seminato in tutti questi anni, andrà avanti anche con Vito e tutti gli altri colleghi che continueranno a condurre la trasmissione. Buon viaggio Petru!
Fui invitato da Petru Mari e da Vito Biolchini a partecipare come ospite all’ultima puntata di Mediterradio. Un’esperienza giornalistica straordinaria che purtroppo finiva per la crisi (non certo di ascolti) di Radio Press. Chiusi i microfoni, ci fermammo in studio. E Petru, anche per allontanare l’emozione, mi propose subito di tenere in vita questa voce del Mediterraneo, attraverso una collaborazione tra la radio pubblica corsa e la Rai. Accettai subito con entusiasmo. Chiesi a Vito Biolchini di traslocare negli studi di Viale Bonaria e con grande gioia chiamai il mio amico e collega di Palermo Salvatore Cusimano, che sui grandi temi del Mediterraneo lavorava da anni.
Grazie Petru. Mi hai fatto vivere una delle esperienze professionali più esaltanti. Ti ricorderò come un amico e un collega colto, curioso, ironico, generoso.
“Arrivano i corsi” che detto così, incute quell’atavico timore tutto sardo, “vengono a cena da noi”.
Vito è emozionato da giorni.
E continua:
“Conoscerai Petru Mari, una delle persone più incredibili che io abbia mai conosciuto. Fai menù di pesce”.
Mi colpì. Vito non è uno che distribuisce complimenti facilmente.
Petru Mari e Petru Luigi si presentano a casa puntuali e con molti regali.
I due Petru sono incredibili, due buontemponi di buona forchetta, ironici e con la battuta pronta che non risparmia nessuno, nemmeno me, ergo: mi piacciono subito. Io li chiamo Totò e Peppino, tanto sono complici.
Grandi soddisfazioni quella serata. Anche come cuoca. Tanti racconti, tante risate. Ho rivisto i due Petru a Palermo in viaggio con Vito, per una puntata di Mediterradio registrata alla Rai con Salvatore Cusimano. Loro 4 lavoravano, per me invece, sono stati due giorni di risate. In quella occasione Petru Mari, mi chiese di accompagnarlo a comprare un gioiello per sua moglie “così mi dai un consiglio” mi disse.
“Com’è tua moglie?” chiesi, mentre adocchiavo un ciondolo e una catenina, “Una matta. Fa l’assessore adesso, ma mica solo quello! Fa mille cose e non si ferma mai, è sempre in movimento. È una tigre!” mi rispose.
Bene, da che vivo non ho mai sentito così tanto amore, passione, devozione ed orgoglio tutto concentrato in due parole: matta e tigre.
Ecco, pensai che ogni esemplare umano e femminile sulla terra, avrebbe donato un rene per un uomo capace di descriverti così quando parla di te ad un’altra donna.
Petru era così, un tenerone, ma anche un professionista preparatissimo che sapeva mandare affanculo in un nano secondo chi se la tirava troppo o chi faceva il capetto, magari con una battuta talmente sottile che il malcapitato poteva anche non cogliere. E Vito rideva.
Vito con Petru rideva moltissimo. Petru aveva per lui un affetto che andava oltre la professione, me lo disse in molte occasioni, sebbene lo considerasse comunque tra i più bravi giornalisti in Sardegna. “Vito è unico” mi ripeteva “non ci sono più giornalisti come lui, sono tutti molli molli adesso”.
Petru è stato un punto di riferimento enorme per lui tanto che io l’ho capito subito.
Vito lo guardava con tanta ammirazione, quasi in adorazione. Non l’ho mai visto così per nessun altro amico.
Mi piaceva Petru, sentivo che gli interessava veramente quello che facevo, era sempre molto rispettoso delle mie scelte anche un po’ turbolente. E mi sosteneva nelle mie battaglie. Ridevamo sempre, anche l’ultima volta che ci siamo incontrati in Corsica meno di un anno fa. Io avevo due date di spettacolo in teatro, e lui era molto felice che mi avessero invitato anche all’università. Stava già male. Tanto.
Un groppo in gola quando ci siamo salutati, e una promessa di rivederci in estate ospiti a casa sua.
Così purtroppo non è stato.
Mi dispiace molto che Gigi e Billy non l’abbiano conosciuto…
In questo momento di dolore, non so come aiutare Vito, perché ora che Petru non c’è più ci sarà un buco nel suo cuore che nessuno potrà mai, mai, mai nemmeno stuccare.
Questo lo so.
Davvero una trasmissione eccezionale ed era un piacere quando accendevo la radio nel traffico e improvvisamente mi veniva il sorriso. Quello che scrivi sull’importanza di una persona così e sul suo lavoro lo condivido in toto. Un imprassu mannu.
Vito, oltre ad abbracciarti commosso per il bellissimo ricordo di Petru Mari, vorrei abbracciare lui, il principe del Mediterraneo. Lo conobbi in un’unica occasione con te e Elio a Radio Press, mi pare bel 2007 quando, da cagliaritano alle Hawaii, mi facesti fare una incursione a Mediterradio a parlare delle vie d’acqua e di onde che univano Sardegna e Corsica. Che bella persona Petru ! Molto Petru, molto Mari. Lo adorai da subito e mi sento anch’io onorato di averlo conosciuto fisicamente per qualche ora e giornalisticamente per l’eternita’.
La notizia della scomparsa di Petru Mari mi ha suscitato subito sentimenti di tristezza e nostalgia per gli straordinari anni passati, ma anche di enorme gratitudine.
Petru Mari, come ricorda Vito, era un giornalista ed un vero intellettuale ma anche una persona di una umanità travolgente, cui difficilmente potevi resistere
Quando iniziai a Radio Press, ormai più di 15 anni fa, Mediterradio era IL programma, aveva una sacralità assoluta, veniva prima di qualsiasi altra cosa accadesse in Radio.
Era il prodotto giornalistico più autorevole, perché incarnava l’idea di servizio pubblico che era alla base di Radio Press.
Ricordo il panico assoluto quando mi fu chiesto per la prima volta di condurlo, ma Petru Mari con la sua semplicità rese tutto facile e naturale.
Poi ci furono tante altre trasmissioni e l’occasione speciale di incontarsi con Petru, sia quando venne a Cagliari, sia quando mi è capitato di andare in Corsica per delle puntate speciali di Mediterradio. Una addirittura in diretta da un traghetto che inaugurava una rotta tra Corsica e Sardegna, che giornate meravigliose.
Vito ha perfettamente ragione a dire che Petru era una persona fuori dal comune, un giornalista e un intellettuale straordinario, con un progetto culturale sulla sua bellissima Isola che ti coinvolgeva e ti “costringeva” a fare altrettanto con la nostra.
A noi, credo, resta la grande soddisfazione di avere fatto parte di un progetto bellissimo come Mediterradio, che ancora continua e continuerà per tanti anni.
W la Frequenza Mora, W Radio Press.
Sempre
alberto
Credo di aver incontrato Petru Mari in una sola occasione, in Corsica, però tutti i miei colleghi di Bastia, Corte, Ajaccio lo stimavano e ne parlavano sempre con grande rispetto. La cosa bella che mi capita ogni volta che torno in Corsica è vedere quanto Sardi e Corsi si stimino e si rispettino, ricordando le affinità fra le due isole di cui parlava Petru Mari.
La Corsica mi è divenuta un po’ più familiare anche grazie alla vostra trasmissione.
Giornata Triste Oggi.
Avergli stretto la mano è stato un grande onore ,ascoltarlo una lezione di vita.
“Salute Petru ferma sempre cù noi”