Sull’onda del caso Aquarius il tema dei migranti tiene banco. Dopo i miei due post (“Migranti, le inadeguatezze della sinistra hanno spianato la strada a Salvini. Ma il M5S non deve stare a guardare” e “Migranti, la retorica dell’accoglienza è perdente. Per il M5S e la sinistra la vera sfida è sulle politiche di integrazione”), l’amico Mauro Tuzzolino alimenta il dibattito con questo suo intervento, di cui lo ringrazio. Perché abbiamo bisogno di discutere, senza preconcetti e senza alimentare lo scontro tra tifoserie.
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Caro Vito,
ho letto con vivo interesse la tua nota sulle politiche migratorie. Ha certamente il merito di tirar fuori la discussione da una logica stupidamente binaria (buonisti/razzisti), nella quale gran parte del cosiddetto popolo della sinistra è caduta, ignorando che fosse proprio quello il terreno sul quale è stata sapientemente imbastita la trappola della vicenda Aquarius.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che mi permetto di dissentire: tu parli di un atto dimostrativo, sostanzialmente derubricando a episodio quel che, al contrario, avverto come tassello ben costruito di una strategia politica finalizzata a:
- distrarre l’opinione pubblica su un falso problema, che tuttavia gode di una certa popolarità percettiva, un’occasione per rinserrare le fila del consenso e per allontanare, almeno temporaneamente, l’attesa sulla lista degli impegni sottoscritti dagli azionisti di governo;
- predisporre la propria base elettorale alla retorica del nemico, ottimo alibi per gli eventuali insuccessi del futuro;
- comunicare l’impressione, sempre ben salutata, di un governo “del fare” che con tempestività e decisionismo affronta di petto le questioni.
Tutto questo sarebbe anche accettabile nell’ormai consolidato balletto delle parti che tanto piace agli attori del teatro della politica.
Ma, c’è un ma!
Si gioca sulla pelle di incolpevoli essere umani. Si da fiato con un impianto di legittimazione culturale (se certe cose le dice e le fa un ministro della repubblica …) all’italico rancore, sdoganando qualsiasi nefandezza (bastI dare un’occhiata al sondaggio che ha recentemente proposto Casteddu On Liine per capire) e abbassando le soglie del pubblico pudore. Semplifica problemi complessi ed epocali, alimentando una domanda di soluzioni tranchant. Inasprisce le relazioni sociali, facendo emergere un desiderio mai tanto sopito di un potere forte.
No, caro Vito. Non si tratta soltanto di un atto dimostrativo: è la barbarie che diventa sistema, il tanto peggio, tanto meglio i cui esiti nel nostro paese sono sin troppo noti. Per questo invito te a non abbassare la soglia di attenzione e di indignazione che deve tenere unito e compatto il fronte della democrazia.
Certo, hai ragione quando parli di problemi inevasi e di una retorica dell’accoglienza che non è stata supportata dalla pratica di politiche rigorose e pazienti. Ne ho parlato circa un anno fa (www.manifestosardo.org/promuovere-limpresa-migrante-listituzione-costruisce-futuro), chiedendo maggiore coraggio istituzionale nelle politiche a favore dei migranti.
Concordo che questo è il terreno sul quale si gioca il nostro futuro; non credo possano esserci scorciatoie, il fenomeno ci pone dinanzi a grandi trasformazioni che esigono accompagnamento e attenzione istituzionale, terreno sul quale il Movimento 5 Stelle deve offrire soluzioni adeguate. Sicuro, “anche in Italia per i migranti servono lavoro, diritti, regole certe: il tempo è arrivato”.
Non illudiamoci, tuttavia; la questione sbarchi e arrivi non è terminata e, temo, non è prossima ad una soluzione. È d’obbligo pertanto tenere insieme i due corni del problema, non sottrarsi alle responsabilità di chi prova a vedere un po’ più lungo del proprio naso.
Mauro Tuzzolino
Il guaio è che gli italiani si fanno abbindolare dalle parole di un ministro così disumano e volgare e,purtroppo,stiamo andando verso un mondo peggiore.
Le questioni aperte sono tre:
– che cosa facciamo per quelli che soffrono (e talvolta muoiono) a casa loro?
– che cosa facciamo per quelli che soffrono (e talvolta muoiono) tentando di andare altrove?
– che cosa facciamo per quelli che soffrono (e talvolta muoiono e fanno morire) una volta giunti in una terra spesso poco accogliente?
Sono tre domande laiche, che presuppongono assunzioni di responsabilità a ogni livello, con qualche fatto e pochi esorcismi o scrollate di spalle.
Naturalmente, sullo sfondo c’è una (incredibile quanto palese) mancanza di percezione della valenza storica e filosofica del tema, e delle relative origini e implicazioni.
Purtroppo, l’Europa non ha più la capacità di proporre nuove visioni e disegni epocali.
Sarà triste, ma è così.
La Weltanschauung Europea non è poco condivisa: semplicemente, non esiste.
io aggiungerei anche: “che cosa facciamo per quelli che vengono derubati di suolo e materie prime dalle “nostre” aziende a casa loro?”… magari con la complicità dei loro governanti a casa loro? E con il beneplacito dei nostri governanti a casa loro? materie prima con le quali magari viviamo meglio noi a casa nostra? e materie prime africane a buon prezzo grazie alle quali trovano buoni posti di lavoro i nostri brillanti giovani, quelli che parlano le lingue, assunti da multinazionali in tutto il mondo e che ci fanno tanto orgogliosi? (a me no).
Ringrazio Mauro Tuzzolino per aver scritto (ovviamente straordinariamente meglio di quanto avrei potuto fare io) la risposta che avrei voluto scrivere io all’amico Vito riguardo al suo post precedente.