Non c’è niente da fare, l’idiozia del Cagliaricentrismo dilaga. È un morbo devastante che non ha rimedio, sparso da una pessima politica e da un pessimo giornalismo che, come al solito, si spalleggiano a vicenda.
Da sempre in Sardegna la politica, quando è debole e incapace, scarica i propri limiti e le proprie contraddizioni sui territori e le comunità, mettendole contro. È un trucchetto vecchio come il mondo che però da noi funziona sempre, generando disastri di cui non tutti hanno piena consapevolezza.
Il Cagliaricentrismo è diventato così il vero capro espiatorio di questa sciagurata stagione politica. Agitando lo spauracchio di una città egoista, vorace e insaziabile di risorse (ovviamente tutte da sottrarre agli altri territori dell’isola, chiaramente dimenticati dalla politica, perché adesso solo sulla citta capoluogo si riversano latte e miele e la manna cade costantemente dal cielo), i politici non cagliaritani si salvano sempre.
L’ultimo in ordine di tempo è il neo sindaco di Nuoro Andrea Soddu che ieri e oggi ha rilasciato alla Nuova Sardegna alcune dichiarazioni di fuoco contro il “solito cagliaricentrismo” in nome del quale la gestione di tre istituzioni culturali cittadine (il Man, la biblioteca Satta e no sciu itta), è passato sotto il diretto controllo della Regione.
È chiaro che qui lo slittamento linguistico gioca un brutto scherzo: la Regione ha sede a Cagliari ma non è Cagliari, come Soddu e gli altri vorrebbero farci credere. Se c’è un posto a Cagliari in cui i cagliaritani sono in minoranza è proprio negli uffici regionali, strapieni (giustamente) di sardi provenienti da tutta l’isola!
È evidente che alla comunità cagliaritana non importa assolutamente niente (e non potrebbe essere diversamente) delle sorti amministrative di tre benemerite istituzioni culturali nuoresi, ma proprio nulla. E infatti la tanto contestata decisione è stata presa su proposta non di un cagliaritano, ma di un nuorese! Guerre di potere tutte barbaricine, dunque: cosa c’entra Cagliari? Nulla! Ma evocare il Cagliaricentrismo funziona sempre.
È chiaro però che così la Sardegna sarà sempre più divisa. Raccontare con leggerezza di una realtà inesistente alla lunga crea distorsioni pericolosissime. Il potere regionale non è nelle mani dei cagliaritani e basta farsi un giro per gli uffici per rendersene conto. Ancor meno cagliaritano è in questo momento il potere politico (comanda Sassari in lungo e in largo).
Ovviamente portare prove certe di questa mia affermazione non servirebbe a nulla, se non a consolidare il pregiudizio di chi vede nel capoluogo (per me capitale) un mostro da abbattere. Però negli ultimi trent’anni la Sardegna ha avuto dieci diversi presidenti della Regione: solo tre sono stati cagliaritani.
Il problema di Cagliari non sono i valori negativi di egoismo e indifferenza nei confronti del resto dell’isola che secondo alcuni incarna ma che è una città, l’unica, insieme a Sassari, in una regione fatta soprattutto di paesi, paesini, villaggi: questo è il punto.
I cagliaritani non sono né sporchi né brutti né cattivi né sono “cagliaritani” (nell’accezione negativa che molti sardi danno a questo aggettivo): sono semplicemente abitanti di una città, portatori dunque di valori diversi (né migliori e né peggiori) di quelli che appartengono a chi vive in un piccolo centro.
Il problema della Sardegna non è dunque Cagliari ma il pervicace rifiuto di parte della nostra classe intellettuale e dirigente nei confronti della cultura urbana, osteggiata come se fosse causa principale del nostro sottosviluppo. La Sardegna avrebbe invece bisogno di più cultura urbana diffusa, non di tanti paesoni senza identità. Il passaggio da uno status all’altro non è facile, e non perché servano risorse ma perché bisognerebbe avere una coscienza di sé che spesso non si ha. Noi siamo (anche) ciò che vogliamo essere, e la Sardegna stenta a riconoscere nella cultura urbana un punto di forza del suo possibile sviluppo.
Amici che vivete oltre le colonne d’Ercole di Monastir, vi do una notizia: il Cagliaricentrismo non esiste. Cagliari non è la causa dello spopolamento dei piccoli paesi, né della povertà dei vostri territori, né della irrilevanza dei vostri politici. Le cause sono da cercare altrove.
Cagliari è semplicemente una città, è l’unica vera città della Sardegna perché i suoi abitanti vengono da tutta l’isola e qui si trovano bene, sono stati accolti, non sono stati giudicati, hanno fatto carriera, hanno messo su casa.
Cagliari è la città dei sardi. Renderla più forte non significa necessariamente sfavorire altri territori o condannarli alla povertà. I centri urbani sono in tutto il mondo il luogo dell’innovazione, della modernità. Il fatto che nella nostra isola ci sia una città vera con duemila e passa anni di storia è una fortuna per tutti, non certo una disgrazia.
Il guaio è che la politica sarda sta diffondendo un’idea distorta di Cagliari, dei suoi abitanti, del suo sistema di potere, e così facendo ci allontana dalla soluzione dei problemi. Ma forse è proprio quello che vuole.
“rifiutano la cultura urbana”… però andiamo a leggere anche che cosa erano le Città Regie, l’encierro, i privilegi cittadini che gravavano sulle popolazioni delle campagne, i divieti di fare commercio di certi prodotti fuori città… cioè il contadino aveva sopra di se oltre al suo feudatario anche le città, tutto il Regno si reggeva sul suo lavoro, questa ferita non si è rimarginata: “Io lavvoro le sue vinnie nel frattempo lei mi venga a seppellir”.
Pingback: SARDEGNA dibattito a partire dal “cagliaricentrismo” | Aladin Pensiero
Condivido pienamente. E aggiungo: il limite di un certo indipendentismo è sempre stato quello di non confrontarsi con una (o la) Sardegna urbana, di farsene un’immagine e di proporla. Paradossalmente, vi è qui un tacito e latente “accordo culturale” tra chi vuole e vede la Sardegna dipendente dall’Italia e un certo indipendentismo storico. Finché tuttavia non si confronterà con la dimensione urbana l’indipendentismo sardo, inteso qui in senso ampio, non sarà mai maggioritario, ma sempre perdente.
Caro Vito grazie per la bella provocazione che mi ha permesso di mettere insieme ragionamenti che covavo da tempo. Questo è il mio contributo al dibattito che spero continui qui, in SardegnaSoprattutto e in altri luoghi. Ne abbiamo un grande bisogno.
http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/9234
Il problema a Cagliari è.. che ci vivono i “Cagliaritani”unica pecca di questa città
Eh no, a Cagliari ci vivono in gran parte sardi provenienti da tutta la Sardegna, e molti continentali diventati sardi.
ESATTO.
Forse troppi gabilli, vorrai dire…
Il Cagliaricentrismo esiste, eccome. Ci ha succhiato il sangue per decenni. Ora ci distruggerà definitivamente. Ma chi se ne fotte, basta che stia bene la “capitale” (ma capitale di che? Non mi risulta che esista uno stato sardo, e, spero, non esisterà mai, visto quello che succede). L’unica possibilità di sopravvivenza per il Nord Sardegna è separarsi. Tutti, sardi, tutti amici, ma ognuno a casa sua.
«Al prossimo che mi dice che Chiagliari si deve aprire al suo contado ci du fazzu torrai in su cu… ehm… in su contàdu a son ‘e corru. E a ogni suono di corno una tzugata.»
È datato ma sarà attuale alnche nel 3016: http://cagliarifogna.blogspot.it/2011/09/si-n-ci-fazzu-torrai-in-su-c-ehm-in-su.html
Caro Vito, se posso permettermi ti dirò che non ho nulla da aggiungere o da precisare se non uno spontaneo, convinto e dirompente
FORZA CAGLIARI
Sono perfettamente d’accordo con Vito Biolchini. Da anni mi batto per far capire a certi politici (alcuni veramente potenti) che Cagliari è Città dei Sardi e fatta di Sardi (i cagliaritani DOC, di tre generazioni, sono ormai circa 20.000) a fronte di un’area urbana di ben 485.000 persone provenienti da tutta la Sardegna (nb: Tutta la Sardegna!). Questo uno dei motivi per cui sono stato letteralmente defenestrato da un movimento politico che ho contribuito a fare crescere nel 2014, frequentato con passione ma sempre senza alcuna genuflessione.
Da vero cittadino sardo e cagliaritano.
Marco Maria Cocco.
Non sei l’unico a essere stato fatto fuori. Penso che negli ultimi mesi ci sia stato un bel ricambio causa… “Democrazia”.
Ho visto in quale “partito” hai militato… guarda che andandotene hai fatto solo del bene a te stesso! All’inizio pensavo fossero seri… ma poi ho iniziato a leggere quello che fanno… i comportamenti arroganti che hanno e mi chiedo tra l’altro perché ce l’abbiano tanto con i cagliaritani. Forse la volpe e l’uva. Ma lassa perdi.
A dire la verità io non me ne sono andato… sono stato democraticamente sbattuto fuori, senza possibilità di replica e senza confronto alcuno. E solo perchè ho osato indire una riunione di cittadini per parlare di programmi per Cagliari 2016. E pensa che quando ho detto che avevo portato in dote cento voti (mettile in fila 100 persone che vanno a votare per un partito sconosciuto!), alcuni dei loro ignoranti tirapiedi si sono scocciati perchè avevo osato parlare dei loro capi (pardon: dei loro Dei). Insomma: cagliaricentrismo? Macchè! Questo è l’attacco alla Bastiglia!
Fatte le dovute proporzioni, secondo un tuo coltissimo collega che scrive sul Foglio, il neoliberismo sarebbe la grande distorsione percettiva del nostro. Per cui, in un’epoca complessa, tutti i nostri mail sono colpa del neoliberismo.
Il Sindaco Soddu solleva un problema politico, non contesta il fatto che la Regione subentri alla, oramai defunta, Provincia nelle istituzioni culturali di Nuoro come il MAN, la Biblioteca Satta e l’ISRE, ma che il Comune di Nuoro, che faceva parte della governance di questi enti, ne sia stato estromesso. L’artefice di questa manovra neo-democristiana è l’ineffabile on. Deriu che dopo aver perso le elezioni al Comune di Nuoro puntella lo scranno dei suoi con questi mezzucci. Il tutto per gestire potere e fare dispetti al Comune di Nuoro che, finalmente, non bacia più la pantofola a lui ed al PD. Caro Vito questa è la verità.
Appunto! E cosa c’entra Cagliari con tutto ciò? Nulla!
Appunto mi chiedo cosa c’entra un “personaggetto” come l´on. Deriu, che noi cabilli conosciamo bene come ex presidente della Provincia di Nuoro, da te citato, a Buongiorno Cagliari, a sostegno della bontà dell’operazione Nuoro, con la buona politica.
Il Sindaco Soddu avrà forse sbagliato ad usare il refrain, oramai trito, del cagliaricentrismo,
ma ha posto un problema politico serio che è quello della riduzione degli spazi di democrazia in questa Regione.
Il cagliaricentrismo é un invenzione dei cattivi politici…quando si rendono conto che le loro poltrone si ridurranno – non essendo più possibile mantenere una simile pletora di nullafacenti pagati dalla gente – iniziano a parlare di cagliaricentrismo; ovviamente è fumo negli occhi della gente per coprire un puro e semplice attaccamento alla poltrona e sperperi vari…come ad esempio l igea e caravanserragli simili, creati solo per buttare soldi pubblici nel wc..
Insomma… soprintendenze, città metropolitana (che, diciamo la verità, non ci sta a fare nulla a Cagliari esattamente quanto da altre parti), camere di commercio a rischio, facoltà universitarie sassaresi danneggiate e sotto-finanziate, strade che diventano sempre più scassate man mano che sali, etc. etc. Io direi che motivazioni per lamentarsi di un tentativo di accentramento a Cagliari ce ne sarebbero eccome. E la giunta Pigliaru risulta molto meno sassarese di quello che sembrerebbe. Il governatore stesso è nato a Sassari, ma è a Cagliari che ha lavorato e vissuto per anni. Ganau, forse, inizia già ad essere un altro paio di maniche.
E, per quanto riguarda la questione della cultura urbana, mi pare che la cosa sia decisamente reciproca. I cagliaritani, in buona parte, rifiutano la cultura dei paesi, ed in generale delle zone al di fuori dalla loro area. Vorrei ricordare il simpatico commento all’articolo di Tore Cubeddu sull’università a Nuoro, nel quale si rinominava la cittadina con il nome “Gabbillograd”, tanto per fare un esempio.
Poi per il Man e la Biblioteca Satta è da vedere come dovrebbe essere impostata la gestione, ora, ma in generale sarebbe stato comunque decisamente meglio lasciarla dov’era.
Il Problema non é Cagliari in sé ma il fatto che Cagliari, come Capitale della Sardegna, non è in alcun modo baricentrica rispetto alle realtà interne e di tutto il Nord. Credo che la soluzione al Problema potrebbe essere la seguente: (1)- Lasciare a Cagliari la Presidenza della Giunta, i compiti di indirizzo di carattere socio-economico-culturale e di controllo politico generale; (2) – Far diventare Aristanis il centro Amministrativo e Operativo degli Indirizzi Politici generali, diminuendo le distanze dai vari Assessorati delle tante Realtà e Territori . (3) – Ipotizzare una politica redistributiva della ricchezza prodotta, rafforzando le comunicazioni via treno, via strada e via mare senza i tanti problemi attuali di cui siamo schiavi e dei quali ci rendiamo conto solo quando ci toccano individualmente e non come POPOLO. Il mio é solo un altro modo di vedere e osservare il cosidetto ..
Per di piu’ alla regione sardegna assessori e personale storicamente sono stati sempre pochi chi ha deciso il nostro futuro per di piu’ male, sono stati sempre dei pessimi politici del centro nord della regione il cagliaricentrismo è un invenzione per coprire la loro scarsità e incopetenza nell’ amministrare il territorio di loro compenza. e dopo tutto meglio avere un capolugo forte che possa attira capitali e investitori che una citta’ vuota e in mano a dei manipolatori che di mestiere fanno i politici
Roby, sei la dimostrazione vivente che il cagliaricentrismo può esistere.
Potresti spiegarti meglio grazie.
E no, roby. Sei tu che devi spiegare le cose che hai detto. Quando una persona fa delle accuse così pesanti deve dimostrare che non dipendono da qualche “centrismo”
Porfy, ti chiedo scusa se ho scritto che nel centro nord della sardegna ci sono dei politici manipolatori e anziche’ preoccuparsi del bene comune si preoccupano de sa propria brenti scusa di nuovo
In tempi in cui si comunica in tempo reale tra i continenti, per diminuire le distanze tra la regione e i cittadini del nord Sardegna, dovremmo moltiplicare i centri di potere… A me sembra quanto meno anacronistica come soluzione.
Infatti nel resto del mondo i capoluoghi si trovano, rispetto alla loro regione, nel baricentro esatto…
Aggiungerei che anche nella stessa Cagliari sono rimasti ben pochi cagliaritani.
Chapeau!