L’amica e docente di discipline giuridiche ed economiche Rosamaria Maggio manda al blog questo suo intervento riguardante il futuro dell’Istituto Tecnico Martini di Cagliari. La scuola si trova tra la via Sant’Eusebio e la via Grazia Deledda, ad un passo da piazza Repubblica: in pieno centro dunque. Leggete l’intervento e capirete che i motivi per essere preoccupati ci sono tutti. Il Martini è un pezzo importante della storia di Cagliari e non solo: è infatti la scuola superiore più antica d’Italia, essendo stata istituita con Regio Decreto del 1862. Però quel bello stabile potrebbe diventare qualcos’altro e i ragazzi mandati in periferia: o no?
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Insegno al Martini dal 1987 ed ho conosciuto generazioni di studenti, insegnanti, anche diversi presidi (oggi dirigenti scolastici) e ne ho visto di tutti i colori. Oggi però torniamo sulle prime pagine dei giornali locali per una storia che tanto nuova non è.
La Provincia, che è proprietaria delle scuole superiori e ne affronta gli oneri di manutenzione e gestione, pochi giorni fa ha comunicato informalmente al dirigente scolastico della nostra scuola di dover procedere ad uno sgombero con conseguente trasferimento del plesso nei suoi locali di Monserrato, in parte occupati dal I.T.E. Besta, al fine di effettuare dei lavori di adeguamento alla normativa vigente in materia di scuole pubbliche. Malgrado infatti da anni siano in corso vari lavori di restauro dell’edificio (con rifacimento bagni, rinnovo rivestimenti in marmo, alcuni dei quali in corso di ultimazione), a seguito di prove di carico effettuate di recente, i tecnici incaricati della perizia, in detta relazione dichiarano che, pur non essendoci pericoli né imminenti né successivi di crolli nell’edificio, lo stesso avrebbe bisogno di ulteriori lavori per l’ adeguamento alla normativa vigente.
Queste stesse informazioni vengono rilasciate agli organi di stampa anche dalle autorità preposte.
Il dirigente, i docenti, il personale, gli studenti, i genitori, accolgono la notizia come un fulmine a ciel sereno.
L’anno scolastico sta iniziando, la struttura, grazie ad un grosso investimento regionale, è dotata di LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) in quasi tutte le aule, i docenti si sono formati e sono pronti ad utilizzare le nuove tecnologie nella didattica, sono stati ordinati nuovi pc per ammodernare i laboratori, si attende la consegna delle aule del secondo piano a fine lavori per poter disporre di spazi per lo smistamento delle classi bilingue, per poter destinare nuove aule al lavoro individualizzato per gli stranieri, per poter seguire gli studenti durante l’ora alternativa alla religione, ecc.
Di colpo tutto ciò che potrebbe fare davvero la “buona scuola”, scompare.
Ci viene prospettato di andare tutti a Monserrato, mantenendo il personale nella sede di via Sant’Eusebio. Successivamente si ipotizza di mantenere alcuni corsi al Martini e mandare a Monserrato almeno i 2/3 delle classi.
La comunità scolastica però, pur se profondamente colpita, inizia a ragionare, a porsi una serie di domande alle quali non riesce a dare risposta.
In molti ancora ricordiamo che negli ultimi venticinque anni, i tentativi di spostare il Martini da via Sant’Eusebio, sono stati almeno tre.
I dirigenti provinciali all’opera, sempre gli stessi, con lo stesso intento, anche se mossi da amministrazioni di colore diverso, ed ora da un Commissario.
Qualche volta abbiamo saputo che lo stabile interessava la Legione dei Carabinieri, qualcuno ora parla anche di un interesse del Ministero di Grazia e Giustizia per gli uffici del Giudice di Pace.
Noi sappiamo per esperienza che potrebbero non essere chiacchiere di corridoio.
Colpisce rilevare che quanto per i docenti, le famiglie, gli studenti, il personale, è considerato, parte della identità della città, non lo sia per i nostri amministratori che dovrebbero avere a cuore l’interesse collettivo.
Stupisce che quanto è o è stato nel vissuto di tanti (l’ex Ministro professor Paolo Savona, l’ex Rettore di Cagliari professor Giovanni Melis, il gip di Cagliari dottor Alessandro Castello, altri che non ci sono più come la dottoressa Teresa Laddomada che è stata magistrato minorile, ma anche giovani studenti che hanno fatto glorioso il Martini, penso ad alunni come Antonello Loddo, diventato professore di statistica alla Missouri-Columbia University, ecc.), per i nostri politici non abbia alcun valore.
Pensare di privare la città del polo tecnico, una città dove ci sono due licei classici, due scientifici, due istituti psico-pedagogici, un artistico; decidere di unificare ciò che resta del Leonardo, col Besta e, sotto il nome Martini, in un polo tecnico sistemato a Monserrato, in piena campagna, dimostra qualunque mancanza di attenzione alle esigenze di istruzione di un vasto territorio, al quale il Martini da 150 anni garantisce una offerta formativa di qualità partendo da Cagliari, passando per Decimomannu, Assemini, Elmas, Pula, Capoterra, Villasor, Villasimius, Burcei, ecc.
Il Martini è la scuola superiore più antica d’Italia, istituito con Regio Decreto del 1862.
Evidentemente la Provincia di Cagliari dimentica che l’istruzione tecnica nasce in Italia per rispondere alle esigenze specifiche della realtà produttiva italiana ed anche se le condizioni economiche e storiche sono cambiate, le riforme degli ultimi anni, almeno a parole, intendevano rilanciare la istruzione tecnica.
Essa, anche per la sua originalità e specialità nel quadro dell’istruzione europea, meriterebbe di essere trattata come un gioiello di famiglia piuttosto delicato, da manovrare con cura.
Qualcuno dirà: “Ma vi hanno garantito che dopo i lavori tornerete lì!”.
Spiegherò perché non ci credo, perché non credo che sia possibile neanche se potessi credere nella bontà di queste promesse.
Non ci credo e molti come me, perché non esiste al momento alcuna possibilità di finanziare quest’opera e pertanto è aleatorio pensare ad un appalto dei lavori entro giugno e quindi un conseguente rientro in sede nel prossimo anno.
Non ci credo e non ci crediamo perché è in corso una riforma della Costituzione con tempi contingentati, con la quale dovranno essere soppresse le province e pertanto a giugno i giochi saranno fatti, se il referendum dovesse confermare la riforma.
A quel punto la Provincia non potrebbe decidere più nulla per il Martini.
Non ci credo e non ci crediamo perché è già in corso da tempo la liquidazione del patrimonio della Provincia di Cagliari che sta cercando di ridurre le sue spese (la chiamano razionalizzazione) al fine di trasferire ad altri enti (Regione, comuni?) in termini di patrimonio immobiliare da mantenere e gestire, il meno possibile.
Auspico un ripensamento delle autorità preposte, alle quali la comunità del Martini non farà mancare la sua collaborazione nel trovare soluzioni che escludano lo spostamento della scuola.
Spero che la cittadinanza voglia considerare questa battaglia, una battaglia per il territorio e per il diritto dei nostri ragazzi ad una istruzione di qualità.
Invito quest’ultima ad aderire alla nostra mobilitazione, perché qui non è in gioco l’interesse del singolo, ma un interesse della collettività.
Rosamaria Maggio
docente di discipline giuridiche ed economiche
Anche il Liceo Artistico di piazza Dettori aveva problemi strutturali… ma è ancora così, contenitore del nulla, e che dire della sede di S.Giuseppe, sgomberata di tutta fretta, senza alcun lavoro, diventa laboratorio del centro storico e quinta sede dell’università di architettura, mentre noi non abbiamo spazi adeguati per laboratori e siamo divisi in tre sedi comunque.
Meditate
A Rosamaria Maggio vorrei dire alcune cose, non foss’altro perché sono nato a 50 metri dalla sede del Martini e i miei genitori vi abitavano da una vita.
Rosamaria, con tutto il rispetto per le personalità che hanno frequentato il Martini, hai dimenticato di citare la più importante legata al nome dell’Istituto: il Preside (con la “p” maiuscola) Remo Fadda, una figura leggendaria per te sconosciuta,che ho avuto modo di incontrare personalmente, e che operava fin dal periodo nel quale l’Istituto era la sede anche dagli allievi della sezione Geometri.
Quando ero ragazzino, tra l’altro, ho visto un qualcosa di incredibile in una enorme aula del Martini: c’era una sorta di rappresentazione di enormi uccelli imbalsamati e impagliati, un qualcosa di unico che apparteneva alla Scuola, frutto di lavori che adesso sarebbe troppo lungo spiegare.
Detto questo, stai solo ipotizzando, e lo sai benissimo.
Vedo che hai terrore che le “Province” siano destinate a sparire. Sei una nostalgica? Io invece dico che ci libereremo di un rottame vecchio. O no?
Percepisci trabocchetti e agguati: quali prove concrete possiedi? Anche tu vedi complotti dappertutto? Anche tu ritieni che Armstrong e Aldrin non abbiano mai messo piede sul suolo lunare?
Ti faccio la domanda più elementare: di fronte al problema strutturale di cui soffre il Martini, cosa si dovrebbe fare? Continuare la frequenza per fare contenti docenti e studenti? E ove capitasse in scala ben maggiore il cedimento accaduto pochi anni fa al Dettori, come andrebbe a finire? Attendo risposta.
E piantatela una volta per tutte con la manìa del “ho sentito che”, “ci vogliono buttare via”, “ce l’hanno con noi”, etc. State ormai stufando tutti.
E se non dovesse accadere quanto tu paventi (e non avverrà), avrai la responsabilità di scrivere ammettendo di aver preso lucciole per lanterne? Cordialmente.
Gentile Rebus,
Di cui non conosco il nome mentre tu conosci il mio, tutto ciò che dico non è un sentito dire ,bensì parlo di cose vissute e di dichiarazioni ufficiali.( vedi dichiarazioni dell’ing. Camoglio su Unione sarda del 18, non smentita). E’ vero non ho conosciuto Remo Fadda ma ne ho sempre sentito parlare e forse qualche Preside andava ricordato ad es .il Prof. Bruno Cossu che si è sempre rifiutato di lasciare il Martini per cederlo ai vari richiedenti.
Non credo di essere una dietrologa o visionaria, ma come ho detto a molti che ci accusano di diffidenza e quant’altro, se avrò torto mi scuserò con chi si ” affida ” alle dichiarazioni rassicuranti…..cordialmente
Ho frequentato l’Istituto Pietro Martini nei primi anni ’60 e oltre il Preside Remo Fadda ed il prof. Bruno Cossu (mio insegnante di matematica) ho conosciuto tantissimi ottimi insegnanti, senza dimenticare di citare il prof. Marcilio Macis.
Durante quegli anni (un pò di tempo fa) ho imparato che due più due fa sempre quattro. E che cosa c’entra?
C’entra, invece, perchè prima si prepara il terreno e poi si semina. Ed ora ……….stanno preparando il terreno, dove, domani……….. non ci sarà più il Martini.
I fatti esposti dalla professoressa Rosamaria Maggio (che non conosco) meritano attenzione, riflessione e vigilanza se non vogliamo rischiare di cancellare la storia…..del Martini, ma pur sempre storia.
Cordialità.
Mio figlio frequenta la terza classe al Martini ed è alunno della professoressa Maggio e, quando mi ha esposto le teorie della sua insegnante, onestamente ho pensato che fossero un tantino esagerate, ma…. riflettendoci ho paura che ci possa essere del vero perché non riesco a spiegarmi le motivazioni di un frettoloso trasferimento a Monserrato ai primi di novembre quando, visti i tempi della nostra burocrazia, non credo che i lavori di messa a norma del solaio si cominceranno tanto presto!
Da ex alunna di questa gloriosa scuola mi auguro che verrà fatto di tutto per scongiurare un’azione così sconsiderata!!!
Sono la mamma di un aulunno che frequenta la seconda al Martini e sono pienamente d’accordo con la professoressa per difendere le sorti della scuola e soprattutto dei nostri figli.
Quale madre di un ragazzo che frequenta la quarta mi auguro vengano attuate tutte le misure per mettere in sicurezza l’edificio, prima misura in ordine di importanza infatti è anche la sicurezza dei ragazzi e del personale di istituto. Mi auguro altrettanto venga trovata un_’altra soluzione logistica, perché è vero che la scelta cadde sul Martini per la sua validità visto che è stato frequentato da me, mio padre e mia sorella con ottimi risultati, ma è anche vero che tali scelte furono dettate anche da questioni prettamente logistiche.
Potrei aggiungere “A chi fa gola la sede del Liceo scientifico “Alberti” di Cagliari”? che si pretende di demolire, col pretesto che la Provincia paga l’affitto all’autorità portuale, e per il quale si propongono sedi fuori dal centro urbano, che niente hanno a che fare con la provenienza degli studenti, per la maggior parte pendolari che arrivano alla stazione dell’ARST o alla stazione delle Ferrovie dello Stato?
O perché non ricordare la vicenda del “liceo scientifico “Michelangelo” di Cagliari, che si pretendeva di spostare ad Elmas, nell’attuale sede del tecnico agrario?
O ancora la proposta di chiudere la scuola materna ed elementare “Satta”, vicino a Piazza Carmine, per destinarla ad uffici della ASL?
O quella di demolire la scuola media “Spano” di via Falzarego, e il liceo “Siotto”, per costruire una fantomatica strada che sarebbe dovuta passare per Tuvixeddu e sbucare in Viale Sant’Avendrace?
E si potrebbe continuare ancora…
Scuole nel mirino? A me pare evidente!
Le scuole danno proprio fastidio, demoliamole in blocco e confiniamole in campagna, lontano dai centri abitati, tanto a che e a chi servono?! Il problema è serissimo, e scusate se ironizzo…
Sull’Alberti l’eventuale demolizione non è dovuta al pagamento della Provincia all’Autorità Portuale ma alla presenza di una falda sotterranea che durante l’estate svuotandosi crea smottamenti con conseguenti lesioni strutturali all’edificio, la situazione potrebbe aggravarsi col tempo, questa continua ricerca di fantomatici complotti a fini speculativi è uno dei tanti risultati della cosiddetta “democrazia del Web”, tutti parlano, tutti pontificano, pochi si informano e studiano i documenti
Buon pomeriggio, sul sito istituzionale della Provincia abbiamo inserito un comunicato per doverosa risposta alle preoccupazioni postate. Grazie per il vostro prezioso lavoro. Franco Sardi – commissario straordinario provincia Cagliari
http://www.provincia.cagliari.it/ProvinciaCa/it/eventview.page;jsessionid=910C0A270652194A53A7C38A239B35BD?contentId=EVN25065
L’edificio è sottoposto a vincolo da parte del Ministero dei Beni Artistici e Culturali, così come previsto dal D.lgs. 42/2004 (decreto Urbani) l’eventuale vendita deve essere preventivamente autorizzata dallo stesso Ministero con l’indicazione dell’attuale destinazione e di quella futura, in caso di autorizzazione alla vendita il Ministero esercita comunque eventuale diritto di prelazione nei termini massimi di 180 giorni e nell’atto di trasferimento sono indicate tutte le limitazioni imposte all’utilizzo dello stabile, tali vincoli sono obbligatoriamente inseriti nel rogito e vengono trascritti nella Conservatoria dei Registri Immobiliari.
Ma è in grado o no di contenere una scuola superiore? Ma soprattutto che problema c’è nel valutarne il cambio d’uso? Sempre a vederci il marcio……
Direi che è evidente che può contenere una scuole superiore! Il cambio d’uso non è a mio avviso auspicabile perché è bene tenere le scuole in centro, sia perché sono collegate meglio col resto del territorio, sia perché la città vive di tante funzioni e allontanare le scuole in periferia può piacere agli speculatori ma non fa bene certo alla città.
Ha contenuto una scuola superiore per più di un secolo, per un certo periodo ne ha ospitato anche un’altra (il Dettori), l’edificio è solido e di pregio (non solo per la posizione privilegiata.
Come si suol dire: a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca.
Hic manebimus optime! Il Martini ha la stessa età della Camera di Commercio di Cagliari. Non è casuale questa correlazione tra la Scuola e il mondo dell’economia rappresentato appunto dalla Camera che ne sollecitò l’istituzione. Da cagliaritano e da ex alunno del Martini solidarizzo con gli studenti, i docenti e il personale perchè l’Istituto rimanga nella sua sede storica, disponibile a partecipare a un Comitato che questo obbiettivo persegua con determinazione nell’oggi e nel domani. Forse non è intenzione delle Amministrazioni pubbliche competenti (Provincia e Autorità scolastica) un trasferimento definitivo della Scuola in periferia, ma verosimilmente potrebbe esserla di altre Amministrazioni e/o privati che puntano a impadronirsi della struttura, profittando di alcune favorevoli (ad essi) circostanze, come, ad esempio, la possibile dismissione del patrimonio della Provincia per effetto della sua eliminazione (o trasformazione in altro ente). Meglio essere vigili, attentamente e proficuamente vigili per mantenere il Martini dov’è, forti della storia di quell’edificio che è soprattutto storia di persone che lo hanno vissuto e di quanti oggi similmente lo vivono.
Caro Vito, da quando un referendum, su cui si può discutere a lungo, ma non è il caso ha cancellato la rappresentanza politica nelle province, non è possibile esercitare un controllo sull’attività degli uffici. Tuttavia, mi sembra che gli allarmi siano eccessivi: diverse scuole (oltre alla sede di via Manno del Convitto Nazionale) presentano lo stesso problema: solai realizzati con materiali che oggi, dopo circa cinquant’anni, presentano problemi. Come al Dettori ed in altri edifici scolastici e pubblici. Per cui è logico si intervenga preventivamente e si provveda alla messa in sicurezza. Comunque e trattative intercorse qualche anno fa tra Provincia e Legione riguardavano un tratto di cortile di proprietà della Provincia che non ha a che fare con il Martini.
Ma l’edificio è a norma o no? perché se non lo è i lavori vanno fatti per la sicurezza dei ragazzi e di chi ci lavora, le teorie complottistiche sono contradditorie, se la Provincia volesse fare cassa non la farebbe certo con la Legione dei Carabinieri o con gli uffici del giudice di pace, uffici pubblici dipendenti da Amministrazioni che non hanno risorse economiche da spendere per acquisti, per essere sicuri di quello che sta avvenendo bisognerebbe essere a conoscenza delle relazioni tecniche sullo stato dell’edificio, visto quello che, purtroppo, ogni tanto succede negli immobili ad uso scolastico, la prudenza non è mai troppa