Un conto è informare, un altro beatificare. Un conto è raccontare con rispetto l’esistenza contraddittoria di un uomo politico, un altro fare finta di niente. Un conto è avere rispetto per la verità e per i lettori, un altro scrivere per i potenti.
Noi giornalisti possiamo dire e scrivere quello che vogliamo. Se vogliamo, però. Perché spesso non abbiamo voglia di rischiare rogne, abbiamo paura, siamo stanchi e speriamo che i nostri limiti non vengano notati. Oppure capiamo che dobbiamo dire esattamente certe cose in un certo modo. E lo facciamo.
Non lo so.
Romano Comincioli è scomparso nei giorni scorsi all’età di 75 anni. Dopo essere stato l’uomo di fiducia degli affari di Silvio Berlusconi in Sardegna, è stato il fondatore di Forza Italia nell’isola. Fu il primo coordinatore regionale del partito, e ricordo la mia sorpresa di giovane cronista quando nel 1994, coinvolto in una delle tante inchieste di Mani Pulite, Comincioli si diede alla latitanza ma mantenne comunque la carica politica. A me sembrava una cosa strana, ma ai giornali locali no.
Quello stesso smarrimento l’ho rivissuto ieri, leggendo l’intera pagina che l’Unione Sarda ha dedicato ai funerali di Comincioli.
Comincioli è stato uno degli uomini politici che più ha influito sulle sorti della nostra isola dagli anni ’90 ad oggi. Come lui (ma prima di lui), forse solo Cossiga. Comincioli ha deciso lui carriere di sindaci e presidenti della Regione. A dispetto della nostra tanta esaltata autonomia, è stato un vero proconsole di Berlusconi in Sardegna.
C’è scritto “non giudicare” e mi attengo al precetto. La vita di ogni uomo è contraddittoria, tanto più forse quella degli uomini di potere. Ma anche senza giudicare, si ha comunque il dovere della verità. E la storia di Comincioli in rapporto alla Sardegna è stata raccontata in molti libri. Uno di questi è “Berlusconi, inchiesta sul signor Tv”, di Giovanni Ruggeri e Mario Guarino, scritto nel 1987 ma pubblicato dalla Kaos Edizioni dopo una dura battaglia legale degli autori solo nel 1994.
Il sesto capitolo si intitola “Prestanome e malavitosi in Sardegna”. Leggiamone qualche brano.
“I miei rapporti con Flavio Carboni erano tenuti dal mio amico Romano Comincioli”, ammette Silvio Berlusconi deponendo al Tribunale di Verona il 27 settembre 1988: si tratta di un’ammissione importante, ancorché inevitabile.
Romano Comincioli, attualmente alle dipendenze di Publitalia, di Berlusconi è un ex compagno di liceo, e da sempre un suo stretto e fedelissimo collaboratore – fin da metà anni Sessanta, quando Comincioli vendeva le abitazioni che la Edilnord aveva costruito nel centro residenziale di Brugherio. A metà anni Settanta, quando Berlusconi ha necessità di una società di comodo per alcune operazioni immobiliari, il Comincioli fonda (…) le Generale commerciale srl. Benché dotata di un risibile capitale sociale, la Generale commerciale comincia subito a manovrare cifre ingentissime, delle quali tuttavia nei suoi bilanci non vi è traccia.
Sia personalmente, sia quale contitolare della Generale commerciale, Comincioli è uomo di fiducia di Berlusconi: ne attua le direttive, opera con i suoi finanziamenti, agisce in suo nome e per suo conto. Per Berlusconi, Comincioli è un prezioso prestanome, un necessario e comodo paravento quando si tratta di dare corso a ardite e “pericolose” operazioni speculative in diretto contatto con noti esponenti della criminalità organizzata o con affaristi malavitosi.
Questi complessi rapporti scabrosi fanno perno soprattutto sulle spericolate scorribande del faccendiere Flavio Carboni, e ad esse si intrecciano. Berlusconi, tramite il paravento Comincioli, concede a Carboni cospicui finanziamenti, in cambio dei quali Carboni coinvolge Comincioli – cioè Berlusconi – in numerose operazioni immobiliari. Pur non disdegnando altre località, l’ambito di manovra prevalente è la costa quasi vergine del nord della Sardegna, tra Olbia e Porto Rotondo. Carboni, che è sardo, conosce il territorio dell’isola, e agisce secondo uno schema molto semplice: accaparrato un terreno agricolo, si attiva per mutarne la destinazione in terreno edificabile, decuplicandone il valore di mercato; dopodiché: o vende una porzione del terreno e utilizza il ricavato per stipulare il rogito e assicurarsi la proprietà definitiva del rimanente, oppure intesta i terreni a una società appositamente creata e ottiene il medesimo risultato cedendo parte delle quote societarie; in taluni casi, attua insieme l’una e l’altra combinazione.
Non giudicare. Ma senza occultare.
ancora 2 anni di pazienza e monsignor mani, andra’ in pensione da generale ,e si godra’ la sua piccola pensione di circa 3.500.00 euro
vorrei lanciare un SOS al popolo sardo , in particolare ai cattolici sardi: aiutateci a liberarci ,metaforicamente,dal vescovo di Cagliari! Noi siamo praticanti Cattolici di un piccolo centro del cagliaritano e ci sentiamo semplici spettatori delle attività parrocchiali.L’amministratore parrocchiale(non è il parroco perchè in conflitto con la nomina di cappellano della polizia di stato ricevuta dal Vescovo)denuncia sempre più apertamente la sua predisposizione a dedicarsi ad attività non coerenti col suo ministero.Siamo stufi delle sue continue assenze giustificate dal dovere intervenire, in ogni luogo e in ogni data, in sedi diverse dalla nostra parrocchia dando luogo a due categorie di fedeli:la prima,la più importante,è quella degli “adepti” del suo movimento;la seconda è quella dei parrocchiani semplici ai quali dedicare i ritagli di tempo!Noi siamo convinti che non sempre il fine giustifica i mezzi e che per la conversione delle genti non sia utile praticare attività imprenditoriali o raccomandarsi al politico più potente(meno male che il pluridivorziato Berlusconi, che impunemente riceve la comunione in dispregio di qualsiasi morale,è in caduta libera nei consensi )definendolo unico referente della chiesa cattolica.Ci sarebbe tanto da dire ma, quello che vogliamo evidenziare è che la complicità tra questo prete e il suo vescovo è talmente ostentata che ,invece dell’Amore di e per CRISTO,si evidenzia la paura o l’indifferenza dei compaesani verso la CHIESA ROMANA, ritenuta incapace di intervenire per correggere una rotta che porta inevitabilmente alla deriva.Aiutateci ad impedire che la chioccia (Mons.Mani) ,con la sua protezione senza limiti,conduca il giovane sacerdote verso un destino dannoso per lui e per i fedeli ,di qualsiasi categoria…..Noi gli vogliamo bene ,nonostante tutto;pur non giustificandolo siamo convinti che, alle volte,una maggiore attenzione nella scelta dei compagni di viaggio avvantaggi l’intera comitiva! E comunque,se la vocazione del sacerdote si confermasse verso la guida del suo movimento, lasci libera la nostra parrocchia favorendo l’arrivo di altri con la vocazione di dedicarsi ai malati ,agli anziani,alle famiglie e ai bambini della Parrocchia,ovveroad un PARROCO!
i soliti schiavi e servi del potere, questi del grande formato non hanno ancora capito bene che la maggior parte dei sardi non si fanno piu’ prendere per il culo, chi se ne’ frega dell’amico di berlusconi, questa gente che ha illuso i sardi con slogan e prommesse ,e che fa’ l’unione sarda, santifica il compagno di scuola di berlusconi ,sono senza vergogna noi sardi non ci meritiamo questo genere di informazione
E i contributi regionali per il “Premio Rodolfo Valentino”, voluto in Sardega da Comincioli?
Zerbini in tutto e per tutto.
scusate l’off topic, ma ci sono notizie strane di cui mi pare che non si parli e vorrei rilanciarle. Perché Cappellacci ha affidato il servizio catering della nuova flotta sarda a un’azienda siciliana senza fare la gara d’appalto? (vedere qui: http://ildemocratico.com/2011/06/10/capitan-ugo-cappellacci-nei-bastimenti-saremar-si-parlera-siciliano/)
Senza contare che la regione aveva già affidato a un’altra azienda siciliana (questa volta von regolare gara) il servizio di promozione turistica della Sardegna all’estero.
due giorni fa rientrando in aereo da Milano ero in aereo con Emilio Floris, tottu allicchiriu e reduce dal funerale di Comincioli. Mi stava per uscire una battuta “Ora tocca a voi!!!”. Ma diciamo che il funerale politico di certa classe politica è già comnciato…
Si ma se poi al Comune deve ancora comandare Emanuele non è che facciamo poi sti passi da gigante …
Beninformato…
Allucinante davvero quella pagina, ma comprensibile se si pensa che Comincioli fu il primissimo responsabile per la Sardegna di Forza Italia, negli anni ruggenti in cui il fu Armandino ammetteva apertamente di aver fatto campagna per il partito-azienda del Cavaliere e sia sua figlia Ketty (che comparve nelle intercettazioni dell’inchiesta del procuratore Cordova sulla massoneria) che Zunk erano in prima fila a procacciare voti e candidature … la PM di Palmi Maria Grazia Omboni giunse addirittura a pochi giorni dalle elezioni politiche a far sequestrare gli elenchi degli iscritti a Forza Italia. Contro quell’inchiesta puntualmente insorse l’immancabile Cossiga, poi Armandino ammise senza scomporsi troppo di aver appoggiato Forza Italia (era l’epoca in cui Zunk, pressoché sconosciuto, non brillava ancora di luce propria e veniva considerato, anche per ragioni affettive, una sua diretta filiazione), seguito in questo dall’allora potentissimo Grauso (sempre negata ogni affiliazione alla massoneria, ma carriera favorita dal noto massone Antonio Piras poi coinvolto con lui e Luigi Lombardini nel caso Melis), che disse di voler seguire “il seme della vita”. Niente di nuovo sotto il sole, il massone Berlusconi mandava nell’isola il proconsole Comincioli a creare Forza Italia avvalendosi delle strutture della massoneria locale. Niente di strano nelle incredibili celebrazioni a mezzo stampa da parte del massone Zunk. Oggi molti degli uomini che furono protagonisti di quella stagione hanno preso sberle politiche (Giorgio Corona, anche lui massone affiliato alla loggia Sardegna, quella preferita dai docenti universitari) e anche giudiziarie (Andrea Pirastu, altro massone coinvolto nel caso Ranno), Zunk al momento resiste, speriamo ancora per poco. Nulla sappiamo purtroppo, se non sotto forma di pettegolezzi da bar che non possono riecheggiare in alcun media a rischio di querele, dell’entità dell’infiltrazione della massoneria nell’ambito delle forze tradizionalmente di sinistra, che rischia di continuare a gettare la sua ombra sinistra sull’amministrazione cittadina anche col cambiamento epocale che c’è stato.
Diciamo che ricorda la Santificazione di Craxi in un “documentario” andato in onda 2 annetti fa su canale 5… Diciamo che occultarono alla grande pure lì!… E sono stato buono non giudicando questa e quella santificazione… Amen 😛
Ho sempre pensato che -oltre tutto il resto- un partito “di sardi” che si fa guidare da un proconsole che ha come tutto merito il fatto di essere socio in affari del capo, e immobiliarista speculativo in conto proprio e in conto terzi, fosse uno scandalo.
Ecco perché -giusto per rifarci al passato recente- qualsiasi credito “progressista civico” va negato per principio a chi si allea a questa accozzaglia di persone, accorse a mettersi al servizio di queste persone e questi interessi.
Gli interessi presidiati da Cappellacci.