Il copione è ben collaudato, impossibile deludere il pubblico perché è un grande classico, non c’è che dire. È una di quelle storie che fa piacere vedere riproposta perché è una specie di topos del teatro contemporaneo: la vicenda di un palazzinaro-editore che costruisce appartamenti che non riesce a vendere e allora chiede aiuto ai suoi referenti politici perché li comprino con i soldi pubblici. Ma qualcosa non va per il verso giusto e il povero costruttore è costretto a tentarle tutte, ma proprio tutte, fino ad arrivare ad un finale ovvio: il protagonista non vende nulla ma state certi che presto tornerà alla carica.
Si tratta di una farsa straordinaria conosciuta in tutt’Italia, i cui diritti in Sardegna sono stati acquistati dalla ditta Zuncheddu–Cappellacci, una compagnia molto nota e che con quest’opera ha debuttato due anni fa con notevole successo di pubblico.
La trama, come quella di tutti i capolavori, è molto semplice. In una regione povera e arretrata, il governo centrale umilia e vessa gli abitanti. I referenti locali del potere centrale non riescono ad opporsi al tiranno che pure si mostrava amico, e non sanno che fare per contrastare la crisi. A questo punto entra in scena il costruttore. Essendo anche l’editore più importante della regione, pretende dal Governatore locale la giusta ricompensa per averlo sostenuto oltre ogni decenza in campagna elettorale. E la richiesta è semplice e terribile: comprare i brutti palazzi costruiti vicino alla residenza del Governatore e che nessuno vuole. La cifra richiesta è astronomica: 300 milioni di euro. Troppi per una regione povera e allo sbando. Ma in cambio i giornali e le tv del costruttore non diranno nulla delle iniquità perpetrate dal tiranno né dell’inconsistenza del Governatore, e nasconderanno al mondo intero le proteste contro queste bassezze, consentendo così al Governatore di stare al potere. Il piano sembra perfetto, ma un colpo di scena mette a rischio l’affare: un giornale concorrente scopre tutto e spara la notizia dell’infimo accordo. La commedia si trasforma dunque in farsa, con un finale la cui scrittura viene lasciata alla discrezione delle compagnie che di volta in volta allestiscono il testo, ma che comunque vede il costruttore e il governatore soccombere. Si tratta di un finale aperto, in cui si preannuncia un futuro tentativo dei protagonisti di fottere il popolo e la libera informazione. Un grande classico, appunto.
È chiaro che con una trama così esile a fare la differenza è la qualità degli attori e della regia.
Non a caso su “La Regione acquista i palazzi di Zuncheddu!” due anni fa la critica si era divisa: se i recensori de Il Sardegna (che aveva scoperto e lanciato lo spettacolo) e La Nuova Sardegna avevano stroncato senza pietà l’allestimento, parlando apertamente di “operazione vergognosa”, l’Unione Sarda invece lo aveva difeso a spada tratta, ritenendola una iniziativa lecita e nata addirittura nella notte dei tempi, facendo dunque ricadere sui politici degli anni ’80 gli evidenti limiti di un impianto drammaturgico datato.
I critici del quotidiano cagliaritano sono molto influenti ma evidentemente non hanno potuto nulla davanti alle debolezze di un testo che non aveva superato il vaglio del Consiglio regionale. Proprio l’aula di via Roma si era assunta infatti l’onere di scrivere un finale a sorpresa, stabilendo che l’acquisto di nuovi immobili da parte della Regione dovesse prima essere autorizzato dall’aula.
Ora “La Regione acquista i palazzi di Zuncheddu!” torna in scena con un testo opportunamente modificato. Ne dà notizia La Nuova Sardegna di oggi in un articolo dal titolo: “La Regione vuole acquistare i nuovi uffici di Santa Gilla”.
Effettivamente, rispetto al debutto la drammaturgia è un po’ più articolata, con l’ingresso in scena di ben cinque nuovi protagonisti al posto del solito Governatore, che forse stavolta si accontenterà di stare dietro le quinte.
Che dire? A me questo tipo di spettacoli non piace, lo trovo un po’ datato. Il finale è comunque sempre elettrizzante. Ora aspettiamo le altre recensioni. Poi dicono che il teatro in Sardegna è in crisi!
Una volta tanto il centro sinistra unito riesce a dire la cosa giusta al momento giusto,
spereus chi ddi sigat………No Zunk-towers SI alle student towers!
http://www.consregsardegna.it/XIVLegislatura/Mozioni/Moz127.asp
Vito per cortesia dai risalto alla notizia dei consiglieri regionali accusati di peculato e rinviati a giudizio per aver intascato i soldi del gruppo consiliare. Devono restituire tutto alle casse della regione (cioè alle nostre)
Franco
Caro Anonimo, per essere precisi non sono stati (ancora) rinviati a giudizio. In ogni caso, mi sembra che l’Unione e la Nuova stiano egregiamente seguendo la notizia e io non ho ulteriori elementi da fornirvi. Se li dovessi avere, allora…
Ma se gli amici ti sono vicini nel momento del bisogno, a ita serbinti? Uno fa campagna elettorale permanente a favore dell’amico dell’amico sui giornali di sua proprietà, e l’altro mette la pilla pagata con le tasse di tutti. Non esti mancu aicci scimpru de pagai cun dinai orrobba ‘e issu.
Facciamo così. Massimo Zedda vince le elezioni a Cagliari. Questo provocherà la caduta del governo della Regione. Il prossimo presidente della Regione, di centrosinistra, bloccherà l’acquisto. e ricominciamo da capo, vediamo chi si stanca prima!
Stavolta però, il preliminare d’acquisto verrà fatto dire da Marco Carta.
‘nu successoni assicurato!
belo presidente tu aiutare povero editore imobiliare, avere familia da mantenere, molta fame noi