No, forse Pierpaolo Pulvirenti non è morto per colpa della giunta Cappellacci o dell’assessore alla Sanità Liori, accusato dal centrosinistra in Consiglio regionale di non aver potenziato i servizi di prevenzione in capo alle Asl. Ci penserà l’ennesima inchiesta della magistratura a dirci perché alla Saras si muore sempre più spesso.
Ciò che sconcerta è invece la totale acquiescenza del centrodestra sardo nei confronti della famiglia Moratti, proprietaria dell’impianto di Sarroch. Nemmeno in questa tragica occasione (che segue di appena due anni fa quella in cui nella raffineria morirono tre lavoratori) il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, hanno sentito la necessità di richiamare con forza la proprietà della fabbrica ad una maggiore osservanza dei protocolli di sicurezza.
Non dico un’accusa, ma neanche una critica alla società dei Moratti.
Il presidente Cappellacci ha mandato nelle redazioni una nota talmente fredda da sembrare un prestampato a cui andava aggiunto solo il nome dell’operaio morto:
“Il sacrificio di chi perde la vita sul posto di lavoro è una tragedia che suscita profonda commozione scuote la coscienza di ciascuno di noi. In queste ore vorrei esprimere la mia solidale partecipazione al dolore della famiglia di Pierpaolo Pulvirenti”. Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la tragica morte dell’operaio della Saras. “Vorrei manifestare – ha aggiunto il presidente della Regione- anche la mia sentita vicinanza agli altri operai rimasti feriti nel tragico incidente e ai loro cari”.
Forse Cappellacci pensa che i Moratti, come il ministro Tremonti, non devono essere criticati perché senza la loro benevolenza la Sardegna sarebbe più povera. A seguire questa china, l’isola si ritroverà presto a non avere più diritti, ma solo a poter sperare in gentili concessioni da parte di quel potere che ha scelto Cappellacci quale il nostro vicerè.
La presidente del Consiglio Claudia Lombardo almeno ha avuto il coraggio di citare gli operai morti nell’incidente avvenuto due anni fa:
Il più profondo cordoglio è stato espresso, anche a nome dell’intero Consiglio regionale, dalla presidente Claudia Lombardo alla famiglia del giovane operaio morto nell’incidente avvenuto ieri sera nello stabilimento della Saras.
“Il Consiglio regionale – ha detto la presidente – si stringe attorno alla famiglia di Pierpaolo Pulvirenti, l’ultima vittima del lavoro in Sardegna”.
La tragedia di ieri, dove sono rimasti feriti altri due operai, avviene a quasi due anni di distanza da un altro incidente, avvenuto in circostanze molto simili in cui persero la vita tre operai.
“Non è ammissibile – ha detto la presidente – che i lavoratori continuino a morire per adempiere alle loro funzioni”.
La presidente ha inviato anche i migliori auguri di pronta guarigione ai due operai coinvolti nell’incidente.
Parafrasando la Lombardo, non è ammissibile che le istituzioni sarde abbiano così tanta paura dei Moratti. Dentro la Saras è morto il giovane Pulvirenti, la paura dei nostri politici invece ammazza tutti noi.
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E’ molto probabile che la sentenza sui morti della Tyssen a Torino, quelle che condanna il manager per omicidio volontario, venga ribaltata in secondo grado. Ma comunque vada costituisce un precedente importantissimo.
Ma a Sarroch, come in tanti altri luoghi d’Italia, saranno storditi dalle televisioni Fininvest che hanno di fatto assorbito anche due canali nazionali. E così, storditi di un’enorme quantità di notizie distorte, di falsità, di giochi con scatole che contengono cifre inverosimili, di tette e culi prodotti industrialmente ecc. ecc., pensano di vivere e lavorare nel migliore dei mondi possibile.
Purtroppo non siamo schiavi, ma adepti di una religione che richiede tributi di sangue: lo scambio solito, favori degli dei in cambio di vittime sacrificali. Si immola la vittima in olocausto in cambio di qualche busta paga e dell’oblio di un’altra possibile economia.
Come dei questi padroni si comportano: pagano per magnanimità, non per colpa.
Come a degli dei i nostri miserabili governanti si rivolgono: attenti a non turbarne l’umore.
Non siamo schiavi caro Mandreu, ché gli schiavi il loro destino lo subiscono e non lo cercano.
Siamo servi. Servi e nani, come li racconta Marcello Fois.
E’ una bella discussione. Siamo schiavi o servi? Io propenderei per “un’attitudine alla schiavitù” che è caratteristica dei servi.
http://media-cache-is0.pinimg.com/736x/82/2c/e8/822ce88a6e0330ad63abeec57ffb1da4.jpg Destruction of the planet may be the price we pay for a healthy economy
Nulla fa riflettere quanto la morte, tanto più se tragica. E oggi ho dato un’occhiata alle cifre sull’occupazione nella zona: Sarroch, Pula, Teulada, Domus de Maria. Sono paesi vicini.
Ebbene, il paese che detiene la percentuale più elevata di disoccupazione giovanile è Sarroch.
Avrebbero potuto vivere di altro, di tante altre cose. Hanno accettato di vivere dalla raffinazione del petrolio, di vedere scomparire la loro terra, di respirare un’aria ammorbante, di rischiare la vita più di quanto sia accettabile.
Siamo schiavi, è evidente. E la propensione alla schiavitù è, per conseguenza, visibile anche nelle azioni della classe politica che noi esprimiamo.
Ricordo come veniva accolto dai nostri politici il petroliere Rovelli. Neppure i primi indiani alla vista di Cristoforo Colombo si sono comportati in quel modo.
Dolore e vergogna.
I Moratti, senza battere ciglio, pagheranno in sede civile il danno ai familiari, magari parteciperanno ai funerali e poi se ne torneranno a Milano, dove il figlio della Moratti è accusato di abusi edilizi milionari.
Che orrore.
E’ la legge del capitale. Un’azienda punta solamente a fare profitti. Perchè dovrebbe curarsi che negli appalti, che sono al massimo ribasso, vengano realmente seguite le norme di sicurezza? Perchè dovrebbe concentrare particolare attenzione alla sicurezza nel suo piano pluriannuale di investimenti?
La Saras fa profitti stratoferici, paga le tasse a Milano e a noi lascia qualche migliaio di buste paga, che sarebbero poi operai, molti dei quali altamente qualificati.
La Saras lascia in Sardegna anche danni fortissimi, tra cui malati e morti.
La Saras ha il monopolio della Confindustria del sud Sardegna.
La Saras perseguita chiunque osi criticarla.
La Saras è un chiaro esempio di capitalismo coloniale. Cappellacci ed il centrodestra, con queste dichiarazioni, dimostrano ancora una volta di essere i servi dei colonialisti.
Caro Vito, in momenti come questi la rabbia è fortissima. Chi è il criminale?