La situazione è speculare. Perché è difficile essere il partito più forte del proprio schieramento e non esprimere il candidato sindaco. Succede a Cagliari, dove Pdl e Pd sono alle prese con tensioni sempre nuove.
Partiamo dal centrodestra. Il candidato sindaco Massimo Fantola prosegue nella sua strategia del silenzio. Schiva o attutisce ogni attacco, ma i fronti si moltiplicano. Ad esempio: ieri il Pdl ha deciso che nell’alleanza elettorale a Cagliari e ad Olbia non ci dovranno essere i finiani. Il coordinatore regionale Ignazio Artizzu ha subito replicato: “Noi siamo con Fantola, sia lui a dirci se ci vuole o no. In questo caso, abbiamo già una candidatura a sindaco pronta”.
Cosa farà adesso il leader dei Riformatori? Far recedere il Pdl dalla sua intenzione è ancora possibile? Scaricherà Fli per salvare le sue due liste civiche? Oppure rifiuterà il diktat berlusconiano e abbandonerà il Pdl cagliaritano al suo destino? E la crisi oristanese in che modo influenza la campagna cagliaritana? E’ vero che una parte del Pdl vuole le dimissioni del primo cittadino Angela Nonnis perché due sindaci dei Riformatori in città così importanti sono un prezzo politico troppo alto da pagare?
Il gioco è chiaro: il Pdl vuole mettere Fantola in difficoltà su più fronti (alleanze, liste civiche, amministrazioni in crisi a Oristano, Olbia e Alghero) per poter da subito garantirsi una presenza abnorme nella prossima amministrazione. I berlusconiani hanno infatti già chiesto sette assessorati su dodici della prossima giunta cagliaritana! Ma è assurdo che la strategia dell’alleanza non sia definita dal candidato sindaco ma da un partito la cui debolezza è conclamata.
Nel centrosinistra le primarie di Iglesias rischiano di far saltare in aria la baracca. Sinistra e Libertà, festeggia il grande successo del suo candidato Marta Testa, e nega decisamente ogni ipotesi di voto inquinato.
Pd e Italia dei Valori potrebbero invece addirittura chiedere l’annullamento delle consultazioni. Ma, al di là di tutto, a sorprendere è che le dure accuse arrivino da due politici esperti, di grande prestigio e moderazione come il senatore del Pd, Francesco Sanna, e il vice coordinatore dell’Italia dei Valori, Salvatore Lai. E sorprende la dichiarazione di Lai, secondo cui quanto avvenuto a Iglesias “è un episodio gravissimo che avrà ripercussioni anche a livello regionale”. Dunque a Cagliari?
In queste settimane, una parte minoritaria del centrosinistra ha alimentato sotterraneamente la tentazione di sconfessare Massimo Zedda. Agli argomenti già portati (primarie poco partecipate, consultazioni non valide perché senza l’Italia dei Valori, e cose simili) ora si aggiunge un ulteriore elemento di tensione.
Da questo pomeriggio, a tre settimane dalla vittoria alle primarie, il candidato sindaco Massimo Zedda inizia i suoi incontri bilaterali con i partiti dell’alleanza di centrosinistra. Se quanto successo a Iglesias avrà una ripercussione anche a Cagliari lo si capirà nei prossimi giorni.
Il rapporto tra PD e primarie si fa sempre più difficile. In Sardegna poi è difficilissimo.
Le primarie sono fisiologicamente “infiltrabili”, non lo sappiamo da oggi. Quando Cabras fu eletto segretario del PD contro Soru, gli “aiutini” di personaggi anche noti della destra furono espliciti ed ammessi.
Non mi pare però che questo contribuì ad invalidare l’esito di quelle primarie. Ricordo che in quel caso il PD sceglieva il suo segretario regionale.
La vicenda delle primarie di Iglesias è sconcertante.
Intanto, in una cittadina di 30mila abitanti, se riconosci al seggio un esponente notoriamente di centrodestra non lo fai votare. Credo che come a Cagliari si sia firmata una liberatoria per la privacy e si sia versato l’euro per compartecipare alle spese. Esistono i presidenti di seggio proprio per verificare questo.
Non si capisce poi per quale ragione tutto il voto di destra debba per forza essere confluito nella candidata SEL? Non credo sia quella più smaliziata nei giochetti della bassa politica.
La tesi secondo cui in questo modo la destra favorirebbe il candidato più debole è una sciocchezza: Marta Testa ad Iglesias, così come Massimo Zedda a Cagliari, sono i candidati più forti fra quelli che si sono presentati alle primarie. Sono chiaramente una proposta di rottura rispetto al passato e sono vincenti perché a sinistra propongono un modo diverso di fare politica, capace di attrarre anche una parte consistente dell’elettorato che si astiene. Credo che sia tecnicamente indimostrabile che il voto infiltrato abbia favorito in maniera determinante Marta, ma se cosi fosse stato sarebbe un incredibile autogol del centrodestra ed un chiaro segnale che gli dei accecano chi vogliono perdere.
In ogni caso, se si voleva avere una qualche certezza di perdere le elezioni, il modo in cui la coalizione di centrosinistra sta gestendo l’esito primarie ad Iglesias ne è prova inconfutabile. Perché non è chiaro quale sarà lo sbocco di tutta questa agitazione: nuove primarie, ormai assolutamente delegittimate, a cui nessuno parteciperà? Saltano i candidati sindaci? Perché non credo sia sensato che chi le ha vinte faccia un passo indietro per fare posto a chi le ha perse. I partiti della coalizione ammettono di non essere in grado di gestire neppure la scelta del proprio candidato sindaco e ignorano la volontà degli elettori del centrosinistra che in buona fede hanno votato e che hanno perso tempo per responsabilità non loro?
Io non ho soluzioni perché sono militante SEL e devo dire che i candidati che stiamo riuscendo ad esprimere mi soddisfano appieno e non solo me, visti i risultati.
A Cagliari, anche in caso di sconfitta di Massimo, avrei sostenuto lealmente il vincitore, fosse stato Cabras o qualsiasi altro.
Credo che nella vita sia necessario avere un minimo di obiettivi chiari e quando ci si presenta alle elezioni l’obiettivo debba essere vincerle.
Le azioni e le reazioni devono essere, da parte di politici con un minimo di esperienza, ponderate in vista del risultato.
I dilettanti allo sbaraglio o peggio, chi legge ogni evento alla luce del proprio interesse o posizionamento personale, non devono più trovare spazio a sinistra. Hanno già fatto troppi danni.
quando iniziano a perdere nel loro terreno e secondo le loro regole, improvvisamente ai democratici la democrazia inizia a non piacere più…
Il problema è che poi si perde tutti. Quando nel campo del centrosinistra si chiede unità io non credo si intenda un grande partito unico. Sono convinto che si chieda soprattutto unità di intenti: una bella sintesi programmatica avanzata (altrimenti che sinistra è?) e competizione a chi realizzameglio il programma.
Lo so che è utopico. E’ utopico per almeno due ragioni: la prima è l’assetto organizzativo non è quello della coalizione di partiti, ma quello delle tribù indiane dei fumetti di Tex Willer; la seconda è che qui siamo al dilettantismo puro.
Come nei fumetti di Tex, c’è la nazione indiana che è composta da varie tribù e dai rispettivi capi. La differenza tra pellirosse veri e quelli virtuali della coalizione e che gli originali sapevano mettersi d’accordo. Qui restano solo i capitribù, di nazione (partito) non se ne vede.
Cos’è un dilettante se non qualcuno che non è capace (o comunque è poco abile) di gestire tecnicamente un compito che dovrebbe svolgere? Ad Iglesias è successo proprio così, tant’è che si può essere addirittura d’accordo col commento del PSI, quando dice che prima della presa di posizione pubblica forse sarebbe stato opportuno un confronto di coalizione.
Quindi, grazie a questi geni della strategia politica, oggi ad Iglesias è tutto molto più difficile, pur disponendo di un’ottima candidata.
La domanda che dobbiamo porci non è se le primarie piacciano o meno ai democratici, ma se i democratici esistano veramente, aldilà di un nome e di un simbolo.
E Petrucci continua a farsi apprezzare per l’onestà:
http://www.sardegnademocratica.it/2.620/culture/dopo-le-analisi-ora-e-il-momento-del-sostegno-1.17918
mentre altri, penso in particolar modo a Gianni Loy citato nell’intervento di Filippo, hanno perso l’opportunità di mantenersi in silenzio, dopo aver rifiutato l’opportunità di contribuire a rendere più brillanti le primarie
http://vitobiolchini.wordpress.com/2010/12/03/comunali-a-cagliari-gianni-loy-pronto-a-sfidare-cabras-alle-primarie-il-pd-trema-ma-tutto-dipende-dai-comunisti-italiani/
E invece altri, tra cui illustri “Soloni” della Sinistra Quella Vera sparano su Zedda e fanno sparare dai loro boys (Oioi, O piccioccusu, perchè non vi siete candidati VOI, invece?).
Basta dare uno sguardo a Democrazia Oggi, per esempio qui:
http://www.democraziaoggi.it/?p=1804
dove un giovane allievo meritevole si correla a un (ex) Leader condiscendente, e paternamente attento ai suoi malumori, e anche in altri interventi che , artiti senili permettendo, sarebbero a gamba tesa, come quello di Gianni Loy ricordato nell’intervento di Petrucci sul blog di Sardegna Democratica.
Nell’attesa che ci si convinca finalmente che i giovani coraggiosi e di valore, come ha dimostrato Filippo Petrucci, disputano le primarie anche contro i pronostici e che i giovani coraggiosi, di valore e con un certo seguito e un progetto avviato possono vincere contro i pronostici, come ha dimostrato Massimo Zedda e come ha dimostrato Marta Testa ad Iglesias, mi chiedo che senso possa avere questo “fuoco amico” nei confronti del legittimo candidato del centrosinistra.
Molto semplicemente: i candidati del centrosinistra si scelgono tra chi prende parte alle primarie. Lo scelgono gli elettori, e chi vuole e se la sente può candidarsi. A giochi FATTI, a primarie disputate si gioca come squadra, cercando di vincere la partita nel solo modo possibile cioè mandando in rete il centravanti.
Di sicuro non sgambettandolo.
A meno che questo insensato fuoco di fila non sia il proseguimento di contrasti personali e rivalse inconfessate, legate a passate stagioni. Tutti argomenti troppo oscuri per essere esposti pubblicamente, e allora si ricorre addirittura ai tentativi di denigrazione personale o di delegittimazione su basi risibili. Agli elettori di centrosinistra, che hanno preferito e preferiscono Massimo Zedda, tutto questo non può interessare, e spero proprio che questi Soloni si rivelino per quello che sono, dei personaggi molto soli.
il compagno prof. A.P. ha già dimostrato ampiamente la sua ispirazione di sinistra quando univa la sua voce al coro dei vari Mauro Pili, Antonello Liori gridando “Soru Dittatore!”.
SEL in Sardegna, in una certa misura, sta raccogliendo l’eredità politica di quella stagione (giunta Soru) e al compagno professore magari non gli va giù…
c’è comunque da riconoscergli un merito: a me risulterebbe impossibile ricostruire con tanta precisione una telefonata. Complimenti per la memoria, Compagno Professore!
Eh già, se Soru avesse dato retta al Compagno Professore, a Tonino Dessì, a Francesco Pigliaru, ai tanti intellettuali liberi e non a tassametro e non agli acritici laudatores pronti a tutto anche a dire che la Terra era piatta pur di farlo contento, ad esempio sulla Statutaria, non avrebbe presso qualla brutta sbruncata che le è poi costata cara……….
Insder, tutto perfetto. Solo che non si sta parlando di Soru, ma del candidato uscito vincente dalle primarie, e che è risultato primo con margine ampio quanto inatteso, Massimo Zedda da Cagliari.
Il conto degli sbagli compiuti da Soru da Sanluri, oppure per converso degli ostacoli posti alla sua incisiva e gloriosa opera riformatrice li deve pagare Massimo Zedda?
Perché il problema è anche che il conto non lo pagherebbe solo lui, a pagare sarebbe tutto il centrosinistra, e per anni e anni. Dobbiamo continuare per anni e anni a rinfacciare torti e ragioni della stagione di Soru?
Ma in questo caso, ancora e di nuovo, cosa c’entrano Cagliari, i suoi problemi, i programmi relativi al futuro della città, cosa c’entra Massimo Zedda?
Giovani critici e non rappresentati e Professori illustri ed accigliati, fate una cosa utile: CANDIDATEVI, fate una lista, sostenete i candidati che meglio esprimono le vostre posizioni, contate quanto raccogliete in termini di consenso, fate pesare le vostre idee sugli argomenti che riguardano Cagliari (ne avessi sentito non dico uno, me ne basterebbe mezzo!) Prima delle elezioni, nel programma, e dopo le elezioni, con critica e/o sostegno.
In democrazia si fa così. Il resto è scetticismo di comodo o personalismi sterili, inutili e quindi dannosi
Io aggiungerei qualcosa. Posto che “nemo propheta in patria” e che quindi da sanlurese qualche appunto a Soru avrei da muoverlo non bisogna dimenticare che, con tutti i suoi limiti, è stato uno dei migliori Presidenti della Regione in assoluto. Forse ha preteso troppo da se stesso e dagli altri, forse troppo incline agli yesmen, ma impatagonalbile con chi l’ha preceduto, a destra e a sinistra.
Si può essere anche validi intellettuali, ma non è detto che si mantenga lo stesso livello come amministratori: tra teoria e pratica spesso c’è una distanza difficile da colmare per chi è uso soprattutto alla prima…
Detto questo, pronto a controfirmare quanto scritto da Neo.
controfirmo Marcello (a parte “impatagonalbile” 😉 ) e Neo.
e aggiungo che non era mia intenzione riattizzare il sacro fuoco che ha visto contrapporsi “soriani” e “antisoriani”, ho solo dato una mia interpretazione dell’astio del Compagno Professore verso Zedda (e direi anche verso SEL-Sardegna, visto che anche i commenti su Marta Testa non sono teneri…).
a me sembra che il gruppo di Democrazia Oggi sia rimasto ai tempi delle contrapposizioni interne al centrosinistra. e continua a fare danni, per il momento.
Il gruppo di Democrazia Oggi coltiva il “vizio della memoria” i giudizi espressi derivano dalla conoscenza profonda delle persone e delle pratiche politiche poste in essere.
P.S su Marta Testa, ben altra pasta, il sito del Compagno Professore ha fatto un vero e proprio endorsement” l’ha appoggiata e ci mancherebbe altro.
Il gruppo di Democrazia Oggi coltiva anche altri vizi, purtroppo.
E i (pre)giudizi sono probabilmente (pre)influenzati dalla conoscenza anche troppo profonda di molte politiche poste in essere, di alcune decisive politiche poste in NON essere, e di diverse politiche poste in avere.
Marta viene considerata una “valorosa compagna, fuori dai giochi dei partiti e della vecchia politica locale” quindi – ci dice Amsicora – “ragionevolmente, ottiene consenso”. A Marta Testa gli si attribuisce addirittura il ruolo, di comodo per l’attacco a Zedda, di “outsider” investita da “una legittimazione forte di movimento, del popolo del centrosinistra” (ma non è la candidata di un partito? outsider è Filippo Petrucci!)
Massimo Zedda, invece che è dentro i vecchi giochi dei partiti, che non ha mai lavorato, che esce la notte a bere, ha vinto perchè gli elettori delle primarie di Cagliari sono tutti delle teste di cazzo.
Però Marta, allo stesso tempo, ha un problema, ci dice Amsicora. Vabbè che sei giovane, vabbè che sei outsider e quindi vinci, però ricordati che si “pone con una urgenza moltiplicata la necessità di sopperire in fretta col programma” “bisogna fare in un mese un lavoro che questo sciagurato centrosinistra iglesiente non ha saputo fare in anni”. E infatti nella tornata elettorale passata il candidato sindaco ha vinto. E nei 5 anni passati ha governato Iglesias…
a Cagliari invece, che un sindaco di sinistra non l’ha mai avuto e purtroppo non ha mai avuto neanche un candidato sindaco con queste caratteristiche, Zedda che “proviene dagli apparati” “sarà verosimilmente più proteso a ricercare una millimetrica sistemazione del quadro esistente, con un naturale correttivo anagrafico più che politico. Insomma, un continuismo verniciato”.
Avanti! in ordine sparso…
NB: “Primarie Cagliari e Iglesias: crisi o nuovo inizio?”
http://www.democraziaoggi.it/?p=1818
Secondo me per il cdx finisce male!
Massimo (Z.)…svegliati e corri per conto tuo.
Tanto…mal che vada diventi Sindaco!
trovo fantastico, da sardista non posizionato, questa disfatta Pd e Pdl. Di SEL poco mi importa e non voterò certamente loro, ma stanno dimostrando di dare spazio a giovani (forse anche perchè sono talmente poco strutturati che non possono fare altrimenti).