L’Unione Sarda sta seguendo molto bene la vicenda di Quirra e oggi ci dà una notizia sconvolgente: mercoledì scorso, nel corso della seduta della Commissione parlamentare del Senato sull’uranio impoverito, Cosimo Gallo del Pdl ha sostanzialmente proposto di sparare proiettili ad uranio impoverito nei nostri poligoni per capire se veramente provocano malattie. Penso che non ci siano molti commenti da fare. Ecco il verbale della seduta, con l’intervento di Gallo in neretto. Il documento lo trovate anche nel sito del Senato.
***
Commissione parlamentare di inchiesta sull’esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all’uso dell’uranio impoverito
Mercoledì 16 febbraio 2011
19a Seduta
Presidenza del Presidente
COSTA
Interviene il dott. Antonio Onnis, Coordinatore della Commissione tecnica di esperti del Progetto di caratterizzazione ambientale del Poligono interforze di Salto di Quirra, accompagnato dall’ing. Ferdinando Codonesu, membro della stessa Commissione.
Assiste alla seduta, ai sensi dell’art. 23 comma 6 del Regolamento interno, il collaboratore della Commissione, capitano Paride Minervini.
La seduta inizia alle ore 14,15
SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna. Dispone altresì, ai sensi dell’art. 13, comma 3 del Regolamento interno, l’attivazione del circuito audiovisivo.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE dà lettura di una lettera inviatagli dal Consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari giuridici e le relazioni costituzionali che, rispondendo per incarico del Capo dello Stato alla lettera inviata dalla Commissione il 26 gennaio 2011, sottolinea l’opportunità di pervenire a conclusioni il più possibile condivise – così come è stata condivisa la deliberazione di voler informare il Presidente della Repubblica dell’andamento dell’inchiesta -, e di tenere conto delle risultanze emerse nel corso della discussione al pari delle legittime aspettative delle vittime e dei loro familiari.
Prende atto la Commissione.
Il PRESIDENTE avverte inoltre che sembrano in parte superate le perplessità espresse dalla Commissione bilancio sulla copertura finanziaria delle disposizioni relative allo snellimento delle procedure per il riconoscimento della causa di servizio e l’attribuzione dei benefici previsti dalla legge alle vittime del dovere e ai loro familiari, introdotte dalla Camera dei deputati nel corso dell’iter di conversione del decreto legge di proroga delle missioni internazionali. In particolare, sono pervenute da parte del Governo importanti assicurazioni circa l’intento di non sostenere proposte di modifica del testo licenziato dall’altro ramo del Parlamento.
Prende atto la Commissione.
Audizione del dott. Antonio Onnis, coordinatore della Commissione tecnica di esperti del Progetto di caratterizzazione ambientale del Poligono interforze di Salto di Quirra
Il PRESIDENTE ringrazia gli intervenuti per la disponibilità e la sollecitudine con cui hanno aderito all’invito della Commissione, che segue con interesse ma anche con preoccupazione l’evoluzione della vicenda del Poligono interforze di Salto di Quirra e dell’area ad esso circostante. Nelle ultime settimane, infatti, numerose notizie di stampa hanno concorso a richiamare l’attenzione della pubblica opinione, non solo sarda, sulle condizioni ambientali e soprattutto sanitarie della zona. A questo proposito, ritiene che il dott. Onnis vorrà soffermarsi sull’andamento del monitoraggio ambientale promosso dal Ministero della difesa, rispetto al quale la Commissione tecnica da lui coordinata svolge un’attività di valutazione e di analisi. In particolare, dai documenti trasmessi, già inviati a tutti i componenti della Commissione, risulta che negli ultimi mesi si è registrata una apparente stasi dei lavori o, quantomeno, un evidente rallentamento dei flussi informativi sulle attività in corso, riguardo ai quali – se tale giudizio è confermato – sembra opportuno un approfondimento, anche perché ci si riferisce soprattutto al lotto 3, riguardante il tema – di particolare interesse per la Commissione – dell’analisi degli elementi chimici in matrici ambientali e biologiche. Dalla relazione del dicembre 2009, infatti, si evince che il lavoro svolto per questo lotto suggeriva vari approfondimenti che, però, al gennaio 2011 risulterebbero ancora da completare.
Va poi segnalato il giudizio espresso dal dott. Onnis, a nome della Commissione tecnica, nella lettera del gennaio di quest’anno ai componenti del Comitato di indirizzo territoriale, circa la natura parziale delle iniziativa programmate rispetto alle attese di comprensione della relazione tra determinanti ambientali in studio e situazione sanitaria del territorio. Giova ricordare a questo proposito che il Decreto del Ministro della difesa 28 aprile 2008, istitutivo del Comitato di indirizzo territoriale, ha accolto solo in parte le indicazioni della Relazione conclusiva dell’inchiesta parlamentare svolta nella passata legislatura. Quest’ultima, infatti, segnalava la necessità che le competenti autorità militari e civili intraprendessero un’attività di monitoraggio sanitario e ambientale teso a chiarire l’eventuale presenza in loco di agenti inquinanti o di altri fattori di rischio per la salute umana. Il citato Decreto ministeriale, invece, si riferisce soltanto al monitoraggio ambientale. Poiché nel frattempo sono circolate altre notizie circa la situazione sanitaria dell’area, non ultime le relazioni del dott. Mellis e del dott. Lorrai, la Commissione è interessata ad acquisire la valutazioni della Commissione di esperti sugli ulteriori passi da compiere, anche in rapporto al fatto che, come la stessa Commissione afferma, il lavoro di monitoraggio ambientale condotto può rappresentare un prologo di ulteriori lavori dedicati agli aspetti sanitari ed epidemiologici. A questo proposito, peraltro, il Presidente ricorda che l’assessore alla sanità della regione Sardegna, nell’audizione del 19 gennaio, osservò che l’ipotesi secondo la quale il 65 per cento degli allevatori residenti nelle aree circostanti il Poligono di Salto di Quirra si sarebbero ammalati di leucemia o di linfoma negli ultimi dieci anni, sarebbe stata formulata in base a testimonianze raccolte dai dott. Mellis e Lorrai in modo non sistematico e non supportate, sotto il profilo epidemiologico, dall’accertamento del nesso tra le attività svolte nel Poligono di Salto di Quirra e l’insorgere delle patologie, né da una analisi della natura delle stesse. A questo punto sarebbe opportuno sapere dalla Commissione tecnica se è a conoscenza di iniziative sistematiche intraprese dalle ASL o dagli enti locali per avviare un lavoro di monitoraggio sanitario del territorio, anche in relazione all’inchiesta avviata dalla procura della Repubblica di Lanusei, e, in particolare, se ritiene opportuna l’iniziativa della Commissione di investire di tale problematica l’Istituto superiore di sanità.
Il dott. ONNIS ricorda preliminarmente di avere fornito, in preparazione dell’odierna audizione, alcuni documenti, richiamati dal Presidente, sull’attività della Commissione da lui coordinata, che ritiene utili ad inquadrare i presupposti e le finalità del Progetto di caratterizzazione ambientale del poligono di interforze di Salto di Quirra. Il Presidente nella sua introduzione ha opportunamente richiamato il fatto che il progetto riguarda i profili ambientali e non quelli sanitari: su tale versante, al momento, non sono in corso indagini o ricerche, salvo alcune iniziative del sistema veterinario per lo svolgimento di accertamenti sulla presenza di contaminanti chimici negli animali e nei prodotti alimentari.
Il Progetto di caratterizzazione ambientale avrebbe dovuto concludersi entro un anno, tale essendo il termine fissato nei contratti stipulati dal Ministero della Difesa con le ditte incaricate di svolgere le ricerche articolate su cinque lotti. In realtà non è stato possibile rispettare tale previsione e i tempi di consegna si sono raddoppiati: ciò è dovuto in primo luogo all’esigenza, avvertita anche dal soggetto appaltante, di effettuare le necessarie modifiche in corso d’opera e rinegoziare conseguentemente le condizioni di affidamento dei lavori con le ditte appaltatrici. Un altro motivo del ritardo è conseguenza del successivo ingresso, nel progetto, dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS), la cui partecipazione non era inizialmente prevista. La Commissione tecnica, peraltro, aveva già posto da tempo il problema del coinvolgimento dell’ARPAS nel progetto, come soggetto terzo, preposto alla valutazione dei metodi e dei risultati conseguiti dalle ditte appaltatrici e, pertanto, esprime soddisfazione su una scelta che deriva anche dalla consapevolezza di una maggiore complessità del lavoro in corso e che consente comunque di migliorarne l’assetto complessivo.
Nel corso delle indagini, alcune conclusioni, tratte da elementi informativi emersi in modo estemporaneo e non sistematico, non sono state oggetto di valutazione da parte della Commissione tecnica: tra di esse rientra anche la relazione dei due medici veterinari dott. Mellis e dott. Lorrai, per la parte contenente notizie su valori analitici che non sembrano idonei ad essere assunti come base per lo sviluppo di una ricerca epidemiologica di carattere sistematico. Attualmente è in corso l’attività di valutazione dei dati comunicati dalle ditte appaltatrici, a cura dell’ARPAS e della Commissione tecnica, che nei prossimi giorni si riunirà per una valutazione complessiva e per la redazione di una relazione conclusiva che, si auspica, potrà dare un serio contributo all’analisi del territorio, sotto il profilo ambientale.
Nella realizzazione del Progetto – prosegue il dott. Onnis – sono peraltro state rilevate alcune criticità: in primo luogo, occorre ancora completare l’assemblaggio dei dati raccolti, al fine di ricavarne informazioni statisticamente significative sulle materie oggetto dell’indagine; in secondo luogo vi è il problema della raccolta e dello studio dei dati epidemiologici sul territorio: al momento vi sono alcune ricerche di carattere descrittivo ma mancano studi epidemiologici sistematici e mirati a discernere il rapporto di causalità tra fattori di inquinamento ambientale e insorgenza di un certo tipo di patologie. Lo studio più recente risale al 2005: si trattava di un progetto europeo che prendeva in considerazione diverse aree suscettibili di inquinamento ambientale, tra cui anche quelle militari. Questa ricerca, pubblicata in un numero monografico della rivista “Epidemiologia e prevenzione”, ha peraltro confermato l’assenza di uno studio epidemiologico sistematico dell’area di Salto di Quirra. La Commissione tecnica ritiene necessario quindi impostare una tale ricerca e, a questo scopo, intende promuovere la costituzione di un board scientifico, composto dall’Istituto Superiore di Sanità e da altri istituti di ricerca, al fine di predisporre un progetto di studio epidemiologico non descrittivo che indaghi sul nesso causale tra inquinamento ambientale e insorgere delle patologie, sulla scorta di altre analoghe indagini condotte in Italia.
Per quanto riguarda il rapporto con la Procura della Repubblica di Lanusei, che ha recentemente aperto un’indagine giudiziaria sulla cosiddetta “sindrome di Salto di Quirra”, al momento la Commissione tecnica non è stata interpellata. Essa, peraltro, è pronta a collaborare con le autorità giudiziarie, ove ne sia richiesta.
L’ing. CODONESU ricorda che il quarto lotto del Progetto riguarda la predisposizione di un sistema informativo ambientale finalizzato al monitoraggio del territorio anche per quello che riguarda l’inquinamento elettromagnetico. A tale proposito, fa presente che la Commissione tecnica ha più volte sostenuto l’esigenza che un tale sistema sia in mano pubblica, al fine di garantire al personale militare e ai civili residenti sul territorio obiettività e completezza nella raccolta dei dati.
Il Progetto di caratterizzazione ambientale di Salto di Quirra – aggiunge l’ing. Codonesu – fotografa la situazione attuale ma non ricostruisce gli scenari del passato: negli ultimi venti anni, infatti, molte cose sono cambiate e anche la registrazione delle attività del poligono poteva, in passato, mancare dell’attuale accuratezza. In particolare, con riguardo agli anni passati, appare difficile rilevare la presenza di uranio impoverito nel territorio, e tale difficoltà aumenta con il passare del tempo, mentre è più facile trovare tracce di esso e di altri metalli pesanti su matrici biologiche, attraverso il rafforzamento della ricerca sanitaria ed epidemiologica, l’unica effettivamente utile, innovativa e idonea, soprattutto, ad evitare il rischio di ripercorrere sentieri già noti.
Il PRESIDENTE dà quindi notizia della composizione della Commissione tecnica, dalla quale si evince che tale organismo opera con competenze differenziate al suo interno, in assoluta autonomia.
A tale proposito il dott. ONNIS precisa che dei sei membri della Commissione tecnica, quattro sono nominati dalla componente civile del Comitato misto di indirizzo territoriale, e due dalla componente militare.
Il senatore SCANU (PD) osserva che dalla esposizione del dott. Onnis si comprende chiaramente che il carattere dell’indagine in corso nell’area di Salto di Quirra è soltanto di tipo ambientale. Si tratta di una circostanza dirimente, poiché le finalità dell’inchiesta in corso sono riconducibili in larga misura a questioni di tipo sanitario, mentre la Commissione tecnica per la sua composizione e per l’attività finora svolta, non appare del tutto adeguata a svolgere compiti di verifica per questo tipo di accertamenti. Secondo il dott. Onnis, inoltre, la campionatura sviluppata dai medici veterinari non appare corretta, in quanto è stata svolta senza osservare protocolli e procedure standardizzate. Occorrerebbe però interrogarsi su come si può procedere negli accertamenti sanitari sulla base di protocolli e metodologie validati e condivisi.
Un elemento di criticità segnalato dal dott. Onnis riguarda poi l’assenza di ricerche epidemiologiche ad hoc, mentre non mancherebbero studi di epidemiologia che è stata definita “descrittiva”, forse volendosi intendere con tale termine che essi sono meno precisi e più generici degli studi mirati. Tuttavia, poichè secondo l’epidemiologia descrittiva risulta comunque una presenza anomala di tumori nell’area circostante il Poligono di Salto di Quirra, potrebbe essere utile capire se l’uso di tale espressione non comporti, da parte del dott. Onnis, anche un atteggiamento prudenziale che, forse, nasconde una remora a parlare di fatti empiricamente noti anche se non scientificamente valutati. Il fatto stesso di una anomala incidenza di tumori nell’area del Poligono dovrebbe però indurre a formulare quanto meno delle congetture sulle cause e sulle modalità di prevenzione.
Peraltro, il dato riguardante l’assenza di studi epidemiologici ad hoc per le aree militari è di per sé sorprendente e dovrebbe indurre una maggiore prudenza in chi – come l’Assessore alla Sanità della Regione Sardegna in una recente audizione – ha affermato che le ricerche svolte finora non hanno evidenziato fenomeni patologici anomali nell’area del Poligono.
In conclusione, il senatore Scanu osserva che la proposta del dott. Onnis, di predisporre uno studio epidemiologico ad hoc utilizzando competenze di elevato valore scientifico e di assoluta terzietà, appare complementare alla mozione riguardante ad una moratoria nell’attività del Poligono interforze di Salto di Quirra che la sua parte politica ha presentato e che verrà esaminata dall’Aula del Senato giovedì 18 febbraio. Questa constatazione dovrebbe indurre tutte le componenti politiche a riflettere sul voto che si accingono ad esprimere su tale atto.
Il senatore CAFORIO (IdV) ricorda che la Procura della Repubblica di Lanusei ha avviato un’inchiesta sulla cosiddetta “sindrome di Quirra”, con l’apertura di un fascicolo contenente capi di imputazione molto gravi e con il sequestro di alcune aree del poligono. Ritiene pertanto opportuno acquisire la disponibilità del sostituto procuratore che sta conducendo tali indagini ad essere ascoltato dalla Commissione, al fine di conoscere le valutazioni e gli elementi di fatto che hanno indotto l’autorità giudiziaria ad agire. Peraltro, in questo caso, l’esercizio dell’azione penale sembrerebbe smentire l’attuale Direttore generale della Sanità Militare che, nel corso della sua audizione in Commissione, si prodigò nel sostenere l’affidabilità delle valutazioni circa l’assenza di elementi inquinanti contenute negli studi svolti in passato sull’area del Poligono di Salto di Quirra. Inoltre, sempre da notizie apparse sugli organi di stampa, risulta che dal 2008 tale Poligono è stato utilizzato da aziende produttrici di armi e da eserciti di altri paesi per condurre attività di carattere sperimentale. Anche su questo punto sarebbe importante acquisire le informazioni attualmente in possesso della magistratura.
Il senatore GALLO (PdL) ricorda che anche per quanto riguarda i Poligoni di tiro, il mandato della Commissione consiste nel verificare la sussistenza di un nesso causale tra particolari fattori patogeni e l’insorgere di gravi patologie nel personale militare e civile. A tal fine, a suo avviso occorrerebbe demandare ad un gruppo di lavoro interno alla Commissione, eventualmente assistito dai consulenti, il compito di accertare sul campo, mediante esperimenti effettuati nei poligoni con munizionamenti all’uranio impoverito o utilizzanti altre tecnologie, la effettiva presenza di tali fattori patogeni, come, ad esempio, le nanoparticelle di metalli pesanti, prodotte dalla combustione a temperature molto elevate derivante dall’impatto dei proiettili sui bersagli.
Il senatore SCANU (PD) nel dichiararsi d’accordo con la proposta formulata dal senatore Caforio, di ascoltare il sostituto procuratore della Repubblica che sta conducendo l’indagine sulla cosiddetta “Sindrome di Quirra”, propone, considerato l’imminente inizio dei lavori della Commissioni permanenti, di rinviare ad altra seduta il seguito dell’audizione odierna.
Il PRESIDENTE conviene con il senatore Scanu sull’opportunità di rinviare il seguito dell’audizione odierna ad altra seduta, osservando che già oggi sono emersi alcuni elementi rilevanti circa l’opportunità di avviare ricerche di carattere epidemiologico e sanitario sull’area adiacente al Poligono di Salto di Quirra, al fine di fornire informazioni complete ed obiettive sull’intera vicenda, finalizzate anche ad evitare che essa subisca amplificazioni di carattere mediatico che non sono mai utili all’accertamento della verità. A tal fine, a suo avviso, occorrerebbe anche valutare l’opportunità che la Commissione tecnica coordinata dal dott. Onnis sia integrata con competenze idonee a consentire la verifica di eventuali progetti di ricerca sanitaria ed epidemiologica.
Il Presidente ringrazia quindi gli intervenuti e rinvia il seguito dell’audizione ad altra seduta.
CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 23 febbraio alle ore 8,30, per il seguito dell’audizione del dott. Onnis e alle ore 14,30 per l’audizione del prof. Francesco Schittulli.
La seduta termina alle ore 15,05.
GIOVEDÌ 23 LUGLIO 2009
Deboli dosi.
L’AIPRI manifesta pubblicamente la sua intenzione di porre finalmente fine con dei dati empirici incontrovertibili al mito della pericolosità della contaminazione radioattiva interna con deboli dosi. Scienziati e uomini politici di alto rango verranno estratti a caso e convocati per una seduta di contaminazione interna con delle dosi non superiori al limite di dose annuale ossia 1 millisievert. (Per esempio stando alle tabelle ufficiali nonché universitarie l’ingestione di 208 grammi di Rb 87 conduce ad una irradiazione pari a 1 millisievert. Sarà un po’ duro inghiottire 208 grammi di particelle radioattive di Rubidio 87 (1,5E-9 Sv/Bq) ma mescolate alle acque radonifere di Coppito passeranno agevolmente.) Verrano in precedenza studiati gli effluenti “legalmente” rilasciati della centrali atomiche nonché l’uranio impoverito tramite inalazione o ingestione dei radioelementi. Salutando lo spirito civico degli onorevoli e dei dottori, l’AIPRI declina ogni responsabilità in caso di morte o di insorgenza in un qualsiasi momento di una qualsiasi forma di malattia.
—————-
Questo è scritto sulle tabelle dei tutori della radioprotezione delle popolazioni e questo dovrebbero pertanto scientificamente provare proponendosi come volontari. Ovviamente le suddette tabelle non indicano mai il peso di queste dosi. Si accontentano di specificare o il Sv/Bq oppure, di rado, il valore equivalente in Bq. Ma è gioco facile convertire questi Sv/Bq o questi Bq in peso. Gioco facile che ovviamente ignorano. Sono troppo intelligenti per queste bazzecole ma ricordiamo umilmente loro che essendo le nostre vite e quelli dei nostri figli nelle loro mani sarebbe ora che si trasformino in cavie al fine di dimostrare la bontà e l’innocuità delle loro cifre.
—
Rb87. Bq/gr 3202,97. 1,5E-9 Sv/Bq per ingestione. Ergo per 1 piccolo millisievert (0,001/1,5E-9)/3202,97 = 208,14 grammi ! NB. Il Rubidio 87 è soltanto uno degli elementi. Ve ne sono tanti altri. L’uranio 238 per esempio. Ce ne vuole da 1,83 gr (se 4,4E-8 Sv/Bq) a 10,6 gr (se 7,6E-9 Sv/Bq) per raggiungere 1 millisievert in ingestione secondo le tabelle ufficiali ! Lo dicono loro. Che lo dimostrino pertanto sulla loro pelle. Saranno così molto, ma molto più convincenti.
—
quando sarà possibile fare informazione corretta su quirra? perchè c’è un accanimento basato su menzogne e falsità su questo argomento, che stà decretando la morte economica di un territorio Sarrabus-Ogliastra senza che nessuno intervenga per dare risposte scientifiche che ad oggi, anche se parziali, esistono e sono conosciute ?A chi interessa questo martirio? Le bombe non avevano tritolo, i missili di Cardiga erano tubi inerti, gli agnelli a sei zampe apparsi su Tiscali e altri siti sono nati in Belgio e non a Quirra, veterinari che si improvvisano oncologi, e tanta altra ancora disinformazione a senso unico, che forse si potrebbe raffigurare “l’associazione a delinquere di stampo informativo e propagandistico”. Ci mancava anche il sen Gallo, al quale i lavoratori del Poligono del Salto di Quirra saranno lieti di regalare una morsa da banco, nella quale consigliamo di serrare con forza, parti a lui intime, prima che decida di aprire bocca su questo tema.
L’uscita del Senatore Gallo dimostra la saggezza e competenza di alcuni nostri parlamentari o, forse, l’intento di sollevare un polverone per impedire l’accertamento della verità..
Ho seguito i lavori delle Commissioni Mandelli, Menapace e della attuale, a presidenza Costa, consiglio a quanti vogliono maturare un’opinione sugli eventi la lettura dei resoconti.
La Commissione Costa, facendo seguito a quanto è emerso dal lavoro delle due precedenti Commissioni, ha deciso di indagare le vaccinazioni come causa di tumori e malattie immunitarie nei militari.
Per questo è ferocemente attaccata dagli oppositori, organici al Ministero della Difesa, che lucrano sui militari ammalati cercando pure di sfruttare la faccenda a fini politici.
Mi riferisco esplicitamente all’osservatorio militare, i cui rappresentanti hanno già dato dimostrazione di cosa sono capaci: http://archivio.unita.it/archivio/navigatore.php?page=29&dd=12&mm=05&yy=2009&nn&ed&url=http://82.85.28.102/cgi-bin/showfile.pl%3Ffile%3Dedizioni/20090512/pdf/NAZ/pages/20090512_29_12INC29A.pdf
Aver riportato alla cronaca la questione del PISQ è servita per far rientrare in commissione la Gatti, sodale dell’osservatorio militare, e perdere tempo prezioso come è avvenuto nella Mandelli.
In Sardegna e in Italia non è mai stato trovato uranio impoverito.
In nessun militare italiano sano, o malato, sono mai state trovate tracce di contaminazione da uranio, questo lo ammette pure la Gatti.
Oltre mille militari hanno avuto gravi patologie senza aver partecipato a missioni all’estero e, quando l’epidemia era ormai evidente, è stato ritirato uno dei maggiori “killer”, il vaccino antitifico Neotyf.
Pure l’altro “big killer”, il trivalente Morupar, è stato ritirato nel 2006, l’Italia era l’unico Stato occidentale che lo autorizzava: usato sui bambini ne ha rovinati parecchi (autismo).
Consiglio agli scettici la visione di questo servizio.
http://www.rainews24.it/ran24/rainews24_2007/inchieste/13112008_vaccini/video_ITA.asp
Inoltre merita di essere vista la prima inchiesta, comprata ed OCCULTATA dalla RAI, consiglio di scaricarla, e diffonderla.
http://www.ngvision.org/mediabase/144
Fortunatamente nella Commissione c’è il prof. Nobile il quale non si è fatto comprare dalla lobby dei vaccini né intimidire dagli attacchi di Leggero.
Quando verrà riconosciuto il fatto che i vaccini possono causare tumori in giovani militari sanissimi: verrà finalmente in luce la possibilità che tali, ed altri, gravi danni possano essere causati ai neonati con le vaccinazioni infantili.
Negli ultimi venti anni l’incidenza di linfomi, nel primo anno di vita, è raddoppiata e continua ad aumentare al ritmo del 4,6% annuo.
I neonati non maneggiano uranio né hanno altri fattori di rischio comuni ai militari oltre ai vaccini.
La Commissione Costa, certamente proseguirà il suo cammino ma se, come è successo per la Menapace, la caduta del governo bloccasse tutto, toccherà aspettare la prossima legislatura.
Non voglio dover fare il tifo perché il governo Berlusconi duri a lungo…
Credo, a parziale attenuante della gaffe del senatore, sia opportuno riassumere come sono avvenute le cose.
Anzitutto va precisato che l’intenzione dell’esperimento non sarebbe vedere se sono dannosi ma verificare le sostanze che si formano nell’utilizzo (ad esempio le nanoparticelle).
Questo perché la Gatti, con le sue nanopatologie, ha fatto e fa affermazioni prive di riscontro oggettivo e spesso pure di aderenza alla logica.
Comunque sparare uranio nel territorio italiano (pur se in un poligono) è un’idiozia, studiare i campionamenti fatti in Kossovo è più agevole.
Più pragmaticamente sarebbe opportuno evitare di dare ascolto alle strampalate teorie patogenetiche della Gatti, incompetente in quanto non medico, e dare più credito ai monitoraggi ambientali fatti, e da fare, da chi ha la competenza.
La riesumazione della faccenda del PISQ è strumentale al boicottaggio della Commissione che indaga sulle vaccinazioni come causa di malattia dei militari.
anche i pastori di Quirra vengono vaccinati con i medesimi vaccini dei “giovani militari sanissimi”?
L’alta incidenza di tumori tra i pastori è solamente una ipotesi che, ad oggi, non ha conferme.
Comunque ai pastori veniva praticata la vaccinazione antitifica con il Neotyf ogni 2-3 anni e ancora devono fare i richiami per l’antitetanica.
Recandosi agli ambulatori vaccinali si subisce l’offerta di tanti altri vaccini da
somministrare contemporaneamente.
Alle stesso modo di come avviene per le vaccinazioni infantili: i genitori vanno per far praticare al pupo le quattro vaccinazioni obbligatorie e lui ne riceve almeno 6 se non 9 o 11.
Finché non otteniamo una anagrafe vaccinale informatizzata (il mio sogno) non è possibile monitorare il sistema.
Qui si trova il quadro normativo: http://gimle.fsm.it/24/3/3.pdf
Una testimonianza interessante: http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/passaniti/passaniti.pdf
Qui si può sentire la voce della signora Passaniti, a mio parere, merita di essere ascoltata. http://www.dissensomedico.it/Bib_doc/Audio_files/Passaniti_Napoli_16maggio2008_cens.mp3
E questi sono i nostri governanti…questi sono quelli che ABBIAMO mandato in Parlamento!
Alle 16.30 nelle redazioni è arrivato questo comunicato:
Uranio: Cappellacci, parole senatore Gallo gravi e inaccettabili
“Una grandissima sciocchezza”. Così il presidente Ugo Cappellacci ha commentato le dichiarazioni dell’on. Cosimo Gallo pronunciate nel corso della seduta della Commissione parlamentare sull’uranio impoverito. “Sono parole gravi e inaccettabili – ha aggiunto il presidente della Regione – indegne di un rappresentante della Repubblica. Se il senatore – conclude Cappellacci – non ha compreso i compiti della Commissione di cui fa parte, farebbe meglio a dimettersi”.
Facciamo così: visto che è sempre in buoni rapporti, Cappellacci lo dica a Papi, che magari ha qualche altra igienista dentale da piazzare al posto di questo elemento alla prossima tornata.
Sono andato a vedere chi è questo Signore. Mi sono caduti tutti i dubbi.
E’ un cazzaro Vero!
E’ anche un buffone. Un fior di buffone.
Nel suo Cursus Honorum il Geometra Gallo innalza due -dico 2- lauree Honoris Causa:
LAUREA HONORIS CAUSA IN INGEGNERIA CIVILE CONFERITA DALLA L.U.I.R.S. – LIBERA E PRIVATA UNIVERSITA’ INTERNAZIONALE PER LA RICERCA SCIENTIFICA DI ROMA.
http://www.luirs.it/ Vi chiederete cos’è la Luirs, che già dal nome sembra una Luiss tarocca.
La Luirs è una specie di similCepu di livello indefinito, ma non pervenuto, che come tutto indirizzo ha questo sito web, e due, diconsi 2 numeri di cellulare.
La prestigiosa Istituzione, che non pare emetta titoli realmente spendibili e si pregia di una autorizzazione del S.N.S. (servizio sanitario nazionale? supporters Napoli sud? siamo nullità sottovuoto?, non è dato sapere), ma non del Ministero Università e Ricerca presenta nel sito la sua “mission” con una serie di castronerie e banalità impressionanti.
Ma ad ogni buon conto segnala, in fondo alla Home Page che:
La L.U.I.R.S.
Al fine di evitare ogni dubbio, abuso o uso improprio da parte di chi è stato
insignito, precisa che i titoli “honoris causa” rilasciati, nel rispetto della
sua autonomia e attività relazionale, in quanto “titoli onorifici”, non
sono in alcun modo equiparabili e neppure equipollenti ai titoli di
corsi di studio emessi dalle Università Statali o da quelle
non Statali che ricevono, a vario titolo,
contributi da parte dello Stato.
Laurea Honoris de ‘sta cippa, quindi.
LAUREA HONORIS CAUSA IN INGEGNERIA CIVILE CONFERITA DALLA BERKELEY UNIVERSITY.
Dagli elenchi dei laureati della Berkeley University, con sede vicina a S.Francisco il Geometra Gallo non compare. D’altra parte le lauree Honoris causa dell’ateneo californiano sono rare e concesse solo a personalità di assoluto rilievo.
Ma chissà, magari compare negli elenchi della quasi omonima università-truffa di Berkley, che si pronuncia allo stesso modo ma si scrive con una E di meno. E che non sembra neanche avere una sede fisica, o almeno sul sito non compare.
La laurea Honoris Causa si vende, pardon, si acquisisce previo esame della chiara fama e previo versamento di modesto contributo… qui:
http://berkley-u.edu/hon_deg.html
Ed ecco come divento dottore anche io e anche il mio gatto Cicciopasticcio, come d’altra parte hanno già fatto tempo fa altri illustri geni politici, vedi il caso:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/11/19/laurea-honoris-causa-berkley-ma-il.html
Dottore dei miei Laureatissimi zebedei! Ha pure pagato per farsi chiamare “Dottò” dai parcheggiatori!
Certo che un tale pozzo -nero- di scienza ha buon titolo per discutere della salute dei Sardi e dell’uso dei poligoni.
Stitzia du abbruxiri!
Eccolo:
http://www.pdlsenato.it/mobile/Dettaglio.aspx?sez=senatori&id=228
Buffo che nel curriculum la Berkeley University sia citata dopo la L.U.I.R.S.
E’ più che buffo. E’ Buffone
E’ più che Gallo. E’
…gagá
Dio sa quanto mi costa, ma oggettivamente il senatore Gallo non ha detto spariamo e poi vediamo. Ha detto una roba mal detta ma questo.
E’ pagato lautamente non solo per sapere di che cosa parla, ma anche per esprimersi in modo coerente.
Da un Senatore della Repubblica -che rappresenta il popolo italiano, non solo i suoi elettori- mi pare che sia lecito attendersi che sappia ciò che dice, e che lo sappia dire.
Sennò vada a cavare la prestigiosa Pietra Leccese, ma col picco di gomma!
potremmo scrivere al Senatore Gallo: gallo_c@posta.senato.it
magari per chiedergli di indossare un bel casco da motociclista per poi farlo schiantare contro un muro. Giusto per testarne gli effetti…
Mi sa che il Senatore Cosimo Gallo ha evidentemente vasta esperienza in nanoparticelle, per esempio il suo proprio cervello.
Se poi si verificasse l’ipotesi della presenza e nocività delle particelle in questione, la cosa più importante è che il tutto si verifichi lontano dal SUO collegio elettorale.
Perché non lo fa lui un bell’esperimento e se la sniffa lui? Poi ci racconta, e noi ci fidiamo.
Sul piano metodologico concordo con il senatore Gallo. Per maggiore comodità del Senatore, che immagino vorrà far parte del gruppo di lavoro interno alla Commissione, avanzo la proposta che i tiri possano essere effettuati direttamente in Senato. Sarà più agevole verificarne gli eventuali effetti.
Per una volta sostengo pienamente la proposta di Lucio, non c’è neppure bisogno che si tratti di proiettili delle dimensioni di quelli dei carroarmati, basta anche una dimensione minore, diciamo quella di una supposta!
Gesummaria, Marcello! Guarda che poi dicono che si tratta di istigazione a delinquere, di armare la mano di gente malata e via sparando cazz.te. Io auspicavo la pratica di veri e propri esperimenti scientifici, per esempio sparare direttamente sullo scranno che normalmene occupa il nostro senatore di cui sopra. All’aria aperta le verifiche sulla presenza o meno delle nanoparticelle risulterebbe meno pratica della ricerca in ambienti chiusi e controllati. Si potrebbe invitare ad assistere anche il ministro dell’attacco Larissa e ospite d’onore il sindaco di perdas.
O Lucio, io ho parlato di supposte…niente istigazione a delinquere, ma a curarsi! 😉
Proporrei a questo rappresentante dello Stato Italiano di spararsi un pò di uranio impoverito sulla lingua…………per vedere di nascosto l’effetto che fa!!!!!