Onore ad Antonello Cabras. Forse nella doppia intervista rilasciata oggi all’Unione Sarda e alla Nuova Sardegna il senatore non ha chiarito del tutto i motivi che hanno portato alla sua sconfitta (ne elenca tanti, e soprattutto non indica quali responsabilità politiche hanno coloro che quegli errori hanno commesso, e forse è un po’ troppo autoindulgente con se stesso), ma sicuramente ha contribuito a svelenire il clima e a far tornare il Pd alla realtà. Certo, è curioso che altri dirigenti accusino tutti, a destra e a manca, di voler seminare zizzania nello schieramento, quando poi basta dare uno sguardo agli articoli pubblicati da Rosa Rossa (da sempre vicina a Cabras) per capire che il problema è tutto in via Emilia.
In effetti, un partito che non trova un manipolo di militanti per volantinare in via Roma e si affida a delle hostess deve solamente ringraziare di aver perso le primarie, perché in queste condizioni avrebbe condotto tutto il centrosinistra alla disfatta.
Il nodo del Pd è tutto qui, nella distanza che intercorre tra la militanza e il potere. Il partito, in quanto organizzazione in grado di mobilitarsi per un obiettivo comune, non esiste. Esistono invece tanti politici-feudatari che mettono in campo risorse e uomini solo se il loro posto di potere viene messo in discussione. Non era questo il caso, e Cabras (che a Cagliari non ha una sua base elettorale) ha perso malamente.
E non credo al complotto di Soru (una balla spaziale). In un intervento, l’ex presidente della Regione ha fatto bene oggi a spiegare le ragioni del suo appoggio a Cabras. Spiegazioni tardive; se anche fossero arrivate prima non avrebbero modificato il corso degli eventi ma avrebbero lasciato in giro meno veleni. In ogni caso, è positivo che Soru ora è pronto a voltare pagina.
Non credo nemmeno alla trappola ordita da Emanuele Sanna o Paolo Fadda. Perché se anche questi due esponenti del Pd avessero lasciato le truppe a casa, il partito poteva contare su una quantità tale di consiglieri comunali, regionali e parlamentari che, con i loro consensi, avrebbero consentito comunque a Cabras di doppiare i voti presi da Zedda. La verità è amara: il partito a Cagliari non esiste.
Il fatto che poi la scelta di Cabras sia stata condivisa da tutti gli organi dirigenti in sé non significa nulla. Perché questa condivisione poi si doveva tradurre in atti concreti. E, ripeto, se il partito a Cagliari non ha nemmeno dieci giovani che vanno a volantinare, la responsabilità non è di chi sta ai vertici regionali, ma di chi dovrebbe essere più vicino alla base.
Io credo poi che la vicenda del sondaggi abbia realmente spiazzato il partito. Nella settimana che ha preceduto le primarie, tutti i big andavano in giro rassicurando tutti (perfino me) dicendo: “Antonello va liscio, siamo al 52 per cento”. Forse questa sicurezza ha reso tutti più molli. Certo, passare dal 52 al 33 per cento è uno choc e coloro che hanno realizzato il sondaggio non andrebbero manco pagati. Ma è drammatico trovarsi di fronte ad una dirigenza che ha dato maggiore credibilità ad un sondaggio che ai sinistri scricchiolii che da tempo arrivavano dalla base.
In ogni caso, non è nemmeno giusto né sano indugiare troppo sui malanni del Pd. Per il partito questa batosta porta essere salutare e ora si spera che gli faccia ritrovare l’orgoglio perduto. Serve una lista forte e ben fatta, perché senza il Pd non si va da nessuna parte. Il partito poi dovrà mettere a disposizione tutte le sue competenze per fare un programma per la città che sia credibile. Non sarà semplice perché il tempo stringe.
Insomma, io credo che le condizioni per vincere ci siano tutte, sia con un centrodestra spaccato (e allora ballottaggio assicurato), sia se si presenterà con il solo Massimo Fantola. Perché è evidente che il leader dei Riformatori non è il leader del Terzo Polo, l’alfiere del rinnovamento all’interno del centrodestra. Fantola in questi mesi poteva prendere in qualche modo le distanze da Berlusconi e da Floris. Se lo avesse fatto, non ci avrebbe certo fatto dimenticare quanto il suo partito sia stato funzionale ai disegni della destra a Cagliari, ma quantomeno si sarebbe dato una nuova prospettiva politica. Questo invece non è avvenuto, ed ora Fantola si pone come il legittimo successore di Delogu e di Floris: c’è poco da dire.
Da almeno quindici anni la città è governata malissimo. Il secondo mandato di Floris è stato tragico. Ora la città è allo sbando. Bisognerà farlo capire ai cagliaritani, sedati da cronache giornalistiche inverosimili, e secondo me non sarà un’impresa impossibile.
A maggio a Cagliari non ci sarà ballottaggio, si vincerà al primo turno. Ecco perché non c’è tempo da perdere e sarebbe opportuno, al di là dei riti dei “tavoli politici da aprire” proseguire con l’importante mobilitazione che ha consentito a Zedda di vincere le primarie.
C’è tanto lavoro da fare e tanta gente da convincere. Lo si potrà fare con leggerezza, con entusiasmo e senza paura, sapendo che stavolta il centrosinistra non dovrà farsi carico delle contraddizioni del Pd ma contare su un candidato giovane, realmente alternativo a quello del centrodestra.
anche a cagliari ,come in tutte le pzze d’italia, il 13 alle ore 10 pzza amendola per la dignità dei cittadini,per la legalità. per i valori costituzionali e perchè non vogliamo essere un paese umiliato… potete fare passaparola grazie
BENE BRAVO 10 +
Complimenti a Vito per l’ottimo lavoro che sta facendo in queste settimane sulle questioni politiche cagliaritane.
Detto questo però sulle primarie secondo me l’analisi è priva di alcuni elementi che dall’interno del PD io ho osservato. Cerco di sintetizzarli, premmettendo che a mio avviso avvalorano la tesi che Massimo sia finora forse il candidato più competitivo presentato dal csx alle comunali.
1. Non è vero che la scarsa affluenza è dovuta alla scarsa mobilitazione degli elettori PD. L’analisi (attendibile molto più di certi sondaggi…) di prof. Venturino fa emergere che oltre il 70% dei partecipanti alle primarie di domenica dichiara di essere elettore PD. E siccome Cabras ha ottenuto il 34%, appare chiaro cosa sia successo. La MAGGIORANZA degli elettori PD ha votato per Zedda (ed è anche la maggioranza dell’elettorato di Zedda).
2. Non crediamo troppo alle voci di tradimenti dall’interno. Se pure ci sono stati, davanti a questi numeri si tratta di fenomeni marginali.
Il PD da almeno due anni ha con le primarie un rapporto travagliato, le fa controvoglia e non ne capisce più lo spirito.
La candidatura di Cabras NON era nata per le primarie, ma per altro tipo di investitura “largamente condivisa”.
Il disastro nasce dall’equivoco che un partito plurale come il PD debba, in occasioni simili, trasformarsi in un monolite, trovare candidati unitari e imporli con la sola “massa” del PD, di gran lunga partito maggioritario (anche alle ultime provinciali nei 9 collegi della città) nel csx.
I candidati diventano simboli di partito, i risultati blindati, i rapporti di forza consacrati con un esito uguale a quello delle vecchie riunioni tra vertici di partito
Cosa volete che succeda, in queste condizioni? Se si perde è psicodramma, se si vince è scontato. E le primarie diventano l’unica arma della base per imprimere un cambiamento. E chiaramente viene usata.
3. Il PD è morto? Non sosterrà convintamente Zedda? Al contrario. Il PD Cagliari (quello vero) è fatto di consiglieri comunali e provinciali che non hanno certo voglia di farsi spazzare via per errori politici e organizzativi non propri. I militanti esistono, eccome. Se non si sono sentiti motivati, non è tanto per inefficienze organizzative, ma per mancanza di entusiasmo squisitamente politico.
Di chi sono le responsabilità di questa vicenda così complessa?
Mi interessa discuterne, dentro il PD. Ma solo se lo scopo della discussione è cambiare RADICALMENTE quello che abbiamo in testa, prima ancora di fare rotolare le teste.
ottima analisi. quoto in pieno!
Egildo, mi piace quello che dici, mi fa sperare ancora nel PD … 🙂
sperare soprattutto che il PD (inteso come somma dei militanti) capisca davvero che Massimo Zedda è una candidatura alle comunali molto migliore di quella di Cabras e che può davvero vincere.
mi sembra che gli elettori l’abbiano già capito.
ma c’è comunque il bisogno della convinta partecipazione e sostegno del PD, naturalmente …
Sostengo, e non da ora, che Egildo sia uno di quei giovani del PD a cui avrebbe dovuto essere lasciato maggiore spazio. Forse lui non si ricorda neanche chi sono, ma condivido anche le virgole di ciò che ha scritto.
Egildo dovrebbe candidarsi come consigliere comunale: se venisse eletto un giovane del Pd dovremmo essere tutti contenti
Accidenti!
Gregorini c’è rimasto male.
Pazienza, si pranzerà comunque.
Credo.
Saluti
http://www.cagliarifornia.eu/2011/02/massimo-fantola-vi-prego-nooo.html
http://forumcivico.blog.tiscali.it/2011/02/04/fantola-leader-del-polo-civico-biolchini-della-sinistra/
Vai Vito!!! ormai ses candidau!
Ahahah! Di legno!
Zedda “candidato giovane” …
anche in altri articoli, siti, blog, post, etc. Massimo viene definito il “giovane candidato di SEL” o simili …
solo un’osservazione:
ma qualcuno ha presente quanti anni aveva Antonello Cabras quando è diventato sindaco di Sant’Antioco?
esattamente 35.
poi è stato consigliere regionale e presidente della regione fra i 40 e i 45 anni.
allora mi chiedo perchè non sia più normale che un uomo di 35 anni possa ambire legittimamente ad essere sindaco della sua città senza essere etichettato come il “ragazzino” che sfida il mondo degli “adulti”.
mi chiedo cosa è cambiato in questi anni, perché l’Italia sia diventata un paese di vecchi e per vecchi, un paese che non riesce a prendere sul serio le sue forze migliori … 🙁
la candidatura di Cabras era sbagliata per le primarie (e lo abbiamo visto) ma soprattutto sbagliatissima per le comunali.
non avrebbe avuto il sostegno degli elettori del centrosinistra che sarebbero stati svogliati e demotivati e non avrebbe avuto i voti dei moderati che avrebbero votato per un moderato vero come Fantola.
questo al di là delle clientele di partito.
ora c’è la bella occasione di una candidatura davvero alternativa che può motivare e portare alle urne gli elettori del centrosinistra e recuperare molte astensioni del passato.
e forse captare anche molti voti di malcontento e di protesta dal centrodestra.
bisogna crederci e impegnarsi, come dici giustamente tu Vito, ma sono convinto che la partita non sia affatto persa in partenza.
o quantomeno sarà una partita che finalmente varrà davvero la pena di giocare … 🙂
un piccolo appunto
Non è che è la Rosa Rossa è vicina a Cabras, lui è proprio dentro http://www.rosarossaonline.org/pg/redazione
Il presidente di Rosa Rossa è Giacomo Spissu ?
ma allora ditelo …