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Cinque cose che ho capito al Matadero di Madrid (pensando al futuro della ex Manifattura Tabacchi di Cagliari)

Non esiste una immagine che possa farvi capire quanto sia grande il Matadero: accontentatevi di questa

Una settimana al Matadero di Madrid al seguito della compagnia LucidoSottile, presente con il suo spettacolo “In su chelu siat” al Fringe Festival grazie anche al Circolo dei Sardi Ichnusa diretto da Gianni Garbati. Il Matadero (ovvero l’ex mattatoio), meraviglioso centro culturale polifunzionale, il sogno di ogni artista e operatore, con spazi attrezzati per qualunque tipo di espressione artistica: dal teatro all’arte contemporanea, dal disegno al cinema, dalla musica alla letteratura, senza dimenticare la cultura digitale e audiovisiva, gli spazi per i bambini e il tempo libero. Una struttura gigantesca, mirabilmente recuperata e nemmeno del tutto utilizzata tanto è grande. Ripeto, un sogno.

Eppure anche Cagliari potrebbe avere il suo Matadero: è l’ex Manifattura Tabacchi. Sia chiaro, Cagliari non è Madrid, ma neanche il Matadero è la Manifattura, visto che lo spazio spagnolo è (ad occhio) almeno tre volte (almeno) quello cagliaritana. Ma è chiaro che stiamo parlando di due luoghi simili per concezione e destinazione. E quindi il Matadero è l’esempio perfetto a cui si potrebbe guardare per definire meglio il futuro di quella che dovrebbe diventare la nostra “fabbrica della creatività”.

Prima lezione: multidisciplinarietà.
Uno luogo culturale che oggi voglia essere all’avanguardia deve dare spazio a tutte le forme di espressione artistica, le quali devono essere libere di interagire fra di loro. Arte contemporanea, musica, teatro, cinema, letteratura e cultura digitale devono stare assieme perché è dal loro incontro che nasce l’arte di oggi. E se dovessi dire quale fra queste forme d’arte traina le altre, direi senza dubbio l’arte contemporanea. Ma nessuna tra quelle che ho menzionato dovrebbe mancare, nessuna.

Seconda lezione: professionalità.
Al Matadero la qualità dei tecnici e dell’organizzazione è di prim’ordine, comparabile con quella che generalmente si trova nei nostri teatri lirici. Allo stesso modo la programmazione è di altissimo livello, non stiamo parlando di sale prova date a dilettanti ma di spazi super attrezzati messi a disposizione di professionisti o aspiranti tali. Da qui discende la terza lezione.

Terza lezione: per gestire uno spazio del genere servono risorse pubbliche ingenti. Molto ingenti.
Inutile girarci attorno, una struttura come quella di cui stiamo parlando (che stia a Madrid o a Cagliari) ha bisogno di essere sostenuta economicamente dalle amministrazioni pubbliche in maniera convinta e continuativa: ovvero, stiamo parlando di milioni di euro all’anno. Ripeto, milioni di soldi pubblici. Certo, anche i privati possono fare la loro parte (e al Matadero la fanno, e infatti la struttura è stata presa ad esempio anche dal New York Times), ma nella misura in cui l’amministrazione pubblica (che è proprietaria dell’immobile e avvia il progetto) è in grado di investire risorse importanti, perché la cultura (come la sanità) in tutta Europa è sostanzialmente pubblica, e attira i capitali privati quando è gestita da amministrazioni che hanno le idee chiare e che puntano a promuovere un progetto innovativo. E questa è la quarta lezione.

Quarta lezione: una struttura del genere deve parlare la lingua del futuro.
Vi faccio un esempio. Al Matadero ho vissuto una situazione esemplare: i tecnici erano tutti adulti, gli artisti tutti giovanissimi. E i primi erano al servizio dei secondi. Fuor di metafora, una struttura del genere vive di sperimentazione, di provocazioni, di tentativi, di utopie. Non è il salotto buono di casa dove ricevere gli ospiti, ma il salotto buono messo a disposizione di ventenni visionari e folli, a cui tutto deve permesso. E dire che non è il salotto di casa significa che in un posto del genere una istituzione come l’Università non ci sta a fare nulla (giusto per capirci).

Quinta lezione: l’interazione con la città.
Uno spazio del genere deve essere luogo d’incontro non solo per i giovani ma anche per le famiglie, una alternativa alla passeggiata nelle città mercato. Un luogo vivo, dove passare il proprio tempo libero.

A Cagliari i lavori alla Ex Manifattura si sono quasi conclusi ma ancora nessuno sa bene chi gestirà lo spazio e per farci cosa. Si è solo deciso che lì verrà trasferita la biblioteca del Consiglio regionale, e nulla più. Il progetto della “fabbrica della creatività” deve secondo me essere rivisto, perché dalla sua concezione sono passati quasi dieci anni e soprattutto nel progetto non è scritto chi gestisce gli spazi, con quali risorse e con quale grado di interazione con la programmazione culturale della città di Cagliari.

Insomma, al momento si brancola nel buio. Com’è d’altronde da tradizione quando a Cagliari e in Sardegna si parla di cultura, arte e spettacolo. Però ormai il tempo stringe e la Manifattura non può essere l’ennesima occasione perduta per la cultura in Sardegna.

Comunque, per chi fosse interessato, ecco il link al sito del Matadero di Madrid.

 

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15 Comments

  1. urgekitana says:

    ecco, la ex Manifattura Tabacchi io (e parlo da un punto di vista laico e non credente)la restituirei ai legittimi proprietari: I Frati Minori Osservanti ( el convento de Santa María de Jesús en Cagliari ) affinchè possano allestire un luogo di culto adeguato per S. Salvatore da Horta il taumaturgo (o supposto tale) del 1500 di cui a breve ricorreranno importanti anniversari sia riguardo la nascita che la morte. Un Santo di “statura internazionale” che potrebbe far arrivare in Cagliari milioni di pellegrini, turisti, viaggiatori da tutta la penisola iberica, sud america, messico e texas, italia meridionale e tantissimi altri. ( e sono soldi e movimento ). Diciamo la verità, per le “cose di avanguardia” basta e avanza l’EXMA, ci va poca gente e molti non vogliono fare il biglietto se a pagamento. ricordo il pieno per URS KARPATZ con tutta gente imboscata e forse po sa bit generescion con i poeti americani, Lolli e Luigi Grecchi. le mostre poi le devi fare gratis, a l’Oro degli Avari era vuoto me lo ricordo. i Santi invece portano milioni di visitatori e poi è possibile che a Cagliari con le reliquie in casa di San Salvatore da Horta si debbano moltiplicare le statue del cappuccino italiano San Pio ? Spero che i Minori sardi si muovano per cercare riottenere il loro spazio.

  2. Buongiorno Vito,

    ho due piccole curiosità? E’ riuscito a capire quali siano i criteri di assegnazione degli spazi al Matadero? Conosce la differeneza di entrate (intendo quei famosi milioni di euro che poi devono essere destinati al Matadero ed alla ex Manifattura) tra la municipalità di Madrid e la Regione Sardegna?

    Grazie

    Saluti

    • Guardi, lei mi ricorda una storiella che mi aveva raccontato tempo fa un amico mio su un tizio che si era comprato un mega yacht e poi si lamentava che ogni uscita in mare gli costasse trentamila euro di gasolio… Che l’ex manifattura debba diventare un centro culturale dal 22 mila metri quadrati non l’ho deciso io e nemmeno lei, ma la Regione Sardegna.
      La questione dei criteri di assegnazione del Matadero è irrilevante, posto che non è di questo che parla il mio post e che di criteri ce ne possono essere cento, tutto validi, a seconda del progetto artistico che si vuole perseguire.
      La differenza delle entrate tra Cagliari e Madrid è comunque proporzionale alla differenza di grandezza delle due strutture. E in ogni caso, lo yacht non l’ho voluto io.

      • senzasenso says:

        Quinta lezione: l’interazione con la città:
        a me sembra che sia un’opinione diffusa, anzi peggio “comune”, che la cultura sia uno spreco di soldi pubblici voluto da una sorta di casta di parassiti o roba del genere.
        Non si tratta di servizi essenziali, fondamentali ed universali.

        Quarta lezione:una struttura del genere deve parlare la lingua del futuro.
        Mi sembra inoltre che l’unica cultura tollerata a malagana sia quella “classica”, silenziosa, morta, altro che artisti giovanissimi, rivoluzionari, visionari .

        Lei mi dirà che proprio per questo è necessario prendersi dei rischi, per salvare il salvabile, ma io oggi sono più pessimista del solito (e forse questo commento sarebbe stato meglio che non lo scrivessi).

  3. Roby59 says:

    Le cose proposte e fatte da Soru continuano a essere attuali (e uniche) anche a distanza di 10 anni. Sarà che la parentesi Soriana è stata un po di luce nell’eterno buio delle idee dei nostri amministratori…Forse è stata persa una grande occasione a non rileggere Soru.

  4. Biolchini ma guarda che ti piacciono sti finanziamenti eh! la regione sardegna ogni anno pubblica la lista dei finanziamenti dati alle associazioni culturali per gli spettacoli etc, lo sai anche tu, e guarda a caso la somma totale raggiunge proprio i milioni di cui parli tu. Poi mi spiace che la tua esperienza sia limitata al Matadero di Madrid, che sembra che ne parli come uno che non ha mai visto niente, magari quando viaggi per l’europa cercatene altri di questi posti e chiedi a tutti se tutti hanno sovvenzioni pubbliche e a quanto ammontano, chiedi come funzionano le cose, poi riscrivi l’articolo. Che poi la domanda sull’ex manifattura tabacchi non deve essere “chi gestirà lo spazio”, ma piuttosto cosà dovrà far sviluppare quello spazio, vedi anche da queste domande si capisce perchè qui non decolla il “tuo” sogno.

    • No, non ci siamo capiti: a quei milioni che già vengono stanziati ne devono essere aggiunti altri se si vuole gestire la Manifattura. Detto questo, tu quali altri centri in Europa hai visto? Raccontaci.

  5. senzasenso says:

    OT- avrà notato che a Madrid alle ore 24 tutto tace, per rispetto della quiete pubblica, non come a Cagliari dove orde di turisti e studenti fanno il bello e il cattivo tempo impedendo il sonno del prode e virtuoso cittadino cagliaritano.
    O no?

    • Michele says:

      senzasenso ti sembra modo di fare della facile ironia sui nostri amministratori cittadini?

    • Aandrea says:

      OT – Alle 24 tutto tace perche’ non funti ancora bessiusu fora de domu! 😀

    • a madrid alle 24 tutto tace? forse volevi dire in aperta campagna,vai nella zona della plaza del sol o nel centro storico .

    • robespierre says:

      OT- Alle 24 tutto tace? Forse ti confondi con Lourdes. 😉

    • Francy says:

      A madrid alle 24 tutto tace?? ahahahahahahahahah……stanotte le persone sono state svegliate alle 6 da quelli che dopo che hanno letto questo commento stavano ancora ridendo. Ormai pur di dire la propria si mistifica ogni realtà. Alle 24 a madrid non tace proprio nulla e te lo dico perche a madrid ci vivo da quasi 8 anni anche se purtroppo non in modo continuativo.

      Hasta pronto

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