È ragionevole pensare che Genny ‘a carogna non abbia dato alcun via libera alla finale di Coppa Italia giocata ieri all’Olimpico di Roma tra Napoli e Fiorentina: solo un pazzo avrebbe infatti potuto immaginare di sospendere la gara senza rischiare che tra i 66 mila spettatori accorsi allo stadio e invitati a lasciare la struttura potessero, a quel punto sì, nascere gravi problemi di ordine pubblico.
Ed è ragionevole pensare anche che il giocatore del Napoli Hamsik abbia voluto comunicare alla sua curva che le voci secondo cui il tifoso sparato poche ore prima da un romanista ubriaco (una vera e propria scheggia impazzita) non era in pericolo di vita.
Dunque nessun via libera alla partita da parte del capo ultrà napoletano: non tanto perché lo dice la questura, ma perché lo affermano anche le cronache e soprattutto lo detta il buonsenso. “Non ha deciso lui, certo”, ammette ora Repubblica.it. Peccato che tutti i giornali italiani e gran parte dell’opinione pubblica ora si straccino le vesti davanti alla “vergogna” di ieri. Sì, ma quale?
L’unica grande vergogna è l’ipocrisia di un’Italia e di una stampa benpensanti che ciclicamente fingono di accorgersi (perché lo sanno bene, da anni) che le curve dei maggiori stadi italiani sono in mano (anche) a delinquenza comune, criminalità organizzata, gruppi di varia estrazione politica nazi-fascistoide, e contro cui da anni sistematicamente non si fa poco o niente: altro che “riportare le famiglie allo stadio” e amenità simili.
Un’Italia con la puzza sotto al naso, che ha schifo di ogni manifestazione popolare, che ama essere raccontata da un giornalismo convenzionale, che non accetta di fare i conti con la contraddizioni evidenti che esplodono nelle curve più problematiche del nostro paese e che ignora (o finge di farlo) che in Italia esiste questo tifo organizzato di merda perché esistono società calcistiche di merda: il primo è determinato dalle seconde. Dove le società sportive sono sane, il tifo organizzato è sano (e anche in Italia non mancano esempi virtuosi). Tutto il resto è ipocrisia.
Ora però è molto più facile puntare il dito contro gli ultrà che contro le società calcistiche che li blandiscono e spesso li foraggiano.
Ieri Genny ‘a carogna non ha deciso un bel niente ma ora è comunque l’icona di “un paese allo sbando dominato da gente del genere”. Ma con la stessa stringente logica non bisognerebbe stigmatizzare il Napoli che manda un suo calciatore (Hamsik) a farsi dare ordini da un siffatto personaggio? Seguendo la falsa notizia della partita autorizzata dagli ultrà, perché non evidenziare il rapporto di subordinazione che spesso i club hanno nei confronti dei gruppi ultrà più influenti, e quanto avvenuto ieri ne era una dimostrazione eclatante?
Perché Genny ‘a Carogna è un’icona negativa e Hamsik che ci parla no?
Oggi è il giorno di gloria per Genny ‘a carogna. Indubbiamente fa più notizia di quella società che rivendica senza vergogna gli scudetti “vinti” corrompendo gli arbitri, o dei bambini che gridano “merda!” ad ogni rinvio del portiere nella partita in cui la curva della loro squadra era stata chiusa dopo le intemperanze degli ultrà, o di quel giocatore che puntualmente indossa e mostra la maglietta inneggiante agli ultrà colpiti da Daspo (a proposito di “Speziale libero”…). Meglio parlare di Genny ‘a carogna. Fa più “colore” e soprattutto, non piace a nessuno. Tanto meno a me.
In Spagna il tifoso del Villareal che ha lanciato una banana a Dani Alves è stato bandito a vita dallo stadio della sua squadra e rischia tre anni di carcere: in Italia invece i presidenti dei club difendono i loro tifosi peggiori, sempre e comunque.
E così, a furia di parlare degli effetti e non delle cause ci si abitua a sottostare ad una logica demagogica che non risolve niente ma anzi aggrava i problemi. Si parla a vanvera e niente più. E infatti da anni negli stadi e nel calcio italiano non cambia nulla. Strano, vero?
Tifosi del Napoli in trasferta vengono feriti con un’arma da fuoco da una persona che non stava andando alla partita. I tifosi del Napoli e della fiorentina nelle ore seguenti assistono regolarmente alla partita e defluiscono poi regolarmente dallo stadio. Con quale logica si parla di sicurezza negli stadi? Cosa c’entrano i DASPOo i rapporti tra società e ultras?
Mercoledì pazzesco su Fox Sports: Manchester City – Aston Villa, Valladolid – Real Madrid, Paris Saint-Germain – Stade Rennais e Monaco – Guingamp, tutte decisive per i rispettivi campionati!
Comunque….
Che Genny a carogna possa aver deciso o meno che si giocasse la partita è sicuramente un segnale inquietante.
Ciò non toglie però che possano sussistere delle perplessità e dei dubbi in merito alla “certezza matematica” che Speziale abbia ammazzato Raciti.
Siamo abituati alle certezze della polizia tipo quella su Federico Aldrovandi che va incontro ai manganelli che si spezzano ma non si spostano o a quelle su Stefano Cucchi.
Siamo proprio certi che, in quel marasma, fosse proprio così impossibile sbagliare una manovra in retromarcia?
Genny a carogna sarà un camorrista e Speziale sarà sicuramente uno spacciatore (e quindi anche perfetto nel suo ruolo) ma qualche piccolo dubbio su quel processo così poco pubblicizzato è lecito metterselo o è proprio impossibile anche pensarci?
Speziale si è sempre dichiarato innocente.
Buttiamola in caciara, o l’atmosfera diventa pesante…
http://iltalebano.com/2014/05/05/viva-gli-ultras-e-viva-gesu/
Dici che Genny a’ carogna non ti piace. Complimenti tutto il tuo articolo sembrava una buona imitazione del contrario! I nostri club fanno schifo ma Genni a’ carogna non scherza e soprattutto non é certamente una vittima. Nel tuo articolo pieno di contraddizioni dici che non ha deciso lui lo svolgimento o meno della partita ma le immagini del camorrista ( posso permettermi ? ) che impone la sua volontà l’abbiamo vista tutti. Ti prego siamo in ansiosa attesa di sapere chi é che comanda negli stadi e fra un pò nella società. Lucia
http://notizie.tiscali.it/photostory/Genny-a-carogna-ha-dato-l-ok-l-ironia-del-Web/46027/
Purtroppo i calciatori sono vittime e spesso complici. Basta pensare a Cossu che ha tatuato sul polpaccio il simbolo degli sconvolts che oggi premono perchè gli venga rinnovato il contratto definendolo uno di loro. Bella genti!
Sardegna Possibile a parte – Tutti (o quasi tutti), gli articoli che scrivi mi piacciono sempre di più.
Complimenti Vito!
🙂
Sempre a tirare in ballo la Juve anche quando non gioca, parla d’altro che sei più simpatico!
Non so se te ne sei accorto, ma ha tirato in ballo anche il Cagliari, tanto per cercare di ragionare al di là delle varie fazioni che tanto avvelenano il nostro calcio.
Complimenti a te, Riccardo, per esserti accorto della pagliuzza.
Scusa Vito per la difesa d’ufficio.
Tanto per rimarcare le differenze con altre realtà, sperando serva a qualcosa, il Bayern ha chiesto 100.000 € di danni per la lesione d’immagine ricevuta dal club in occasione della partita di Champions con l’Arsenal, durante la quale quattro sfigati tifosi italiani della squadra tedesca se ne sono arrivati sino a Monaco per esporre lo striscione “Gunners gay”. Analogie coi club italiani?