Arriva un altro contributo dei candidati alle prossime primarie del centrosinistra a Cagliari: a rispondere alle mie tredici domande (che ritrovate numerate e in grassetto) è oggi Massimo Zedda di Sinistra Ecologia e Libertà.
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Caro Vito,
hai proposto alcuni temi sui quali si deve avere una posizione chiara. Di questioni aperte ve ne sono, purtroppo, tante altre: le opportunità di lavoro, i contratti precari e quelli interinali utilizzati dall’amministrazione comunale, la città universitaria, il vecchio ospedale Marino, le servitù militari e i beni demaniali, tanto per citarne alcune. Mi limito alle tredici domande: risposte ce ne sono 12 perché il Parco di Molentargius e il Poetto sono due questioni da affrontare contemporaneamente.
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1 – Case popolari e case per tutti
In città, circa duemila persone hanno diritto ad avere una casa popolare, ma sedici anni di centrodestra alla guida del Comune non ha nemmeno indicato le zone dove costruirle. Ma mancano anche le case per il ceto medio, mentre la città si spopola drammaticamente. Che si fa? Dove si costruisce? O compriamo casa tutti da Zuncheddu e Cualbu?
Nella gestione della giunta di centrodestra c’è una contraddizione: da un lato la popolazione in città diminuisce perché le persone – soprattutto i giovani – non hanno la possibilità economica di prendere in affitto o acquistare una casa, dall’altro si costruisce sempre di più. Noi dobbiamo recuperare tutto il patrimonio pubblico di cui disponiamo. L’edilizia va bene come strumento per mettere in moto l’economia, ma non può essere l’unico. E’ necessario, invece, recuperare gli edifici pubblici piuttosto che abbandonarli e continuare a invadere la città col cemento. Spendere e investire su questi immobili (pensiamo al Palazzo Caide in piazza del Carmine o a quello tra la via Mercato vecchio e via Baylle, o una parte dei beni militari in via di dismissione, solo per fare qualche esempio) significa avere un patrimonio che non produce costi, ma opportunità. Pensiamoci: qual è l’imprenditore privato che lascia sfitto e in rovina un intero immobile in pieno centro per dieci, 20 o trent’anni? E allora perché dovrebbe farlo l’amministrazione pubblica? Altro problema, poi, è quello delle numerosissime case sfitte o affittate in nero. Possiamo pensare a una serie di incentivi fiscali – come l’abbattimento dell’Ici e della tassa sui rifiuti per le seconde case da destinare alla locazione a canoni agevolati – per spingere così chi ha gli immobili a rimetterli nel mercato. Così facendo avremmo due effetti: eviteremmo l’aumento esagerato dei costi d’affitto legati alla penuria di case, che invece già esistono. E potremmo favorire l’emersione del nero.
2 – Sant’Elia
Progetti su progetti, promesse su promesse, ma Sant’Elia è ancora oggi il ghetto della città dove la droga comanda. Cosa vogliamo fare? Idee concrete e subito attuabili, non parole.
Non condivido l’idea che su Sant’Elia si debba operare come se fosse un mondo a parte. Il quartiere è inserito in un contesto. Se pensiamo che le aree militari sono in via di dismissione, non possiamo guardare solo ai palazzoni. Serve una visione d’insieme su tutta l’area circostante che comprende lo stadio, il magazzino del sale, il collegamento con i canali che portano al Parco di Molentargius, i colli di Sant’Elia e Calamosca, il collegamento lato mare dal porto di via Roma al Poetto e così via. Mi convinceva il progetto della giunta Soru: non solo la riqualificazione, ma l’inserimento in un progetto più vasto. La prima idea concreta è quella di far funzionare veramente la zona franca: cioè consentire esclusivamente l’insediamento di nuove imprese e non permettere semplicemente il trasferimento di aziende già operanti in altre zone. E’ un’opportunità non definitivamente svanita. Basti pensare al vecchio borgo che dopo un intervento di recupero, l’insediamento di uno spazio come il Lazzaretto e l’organizzazione del mercato domenicale si è trasformato in uno zona di nuovo vivibile e amata dai cagliaritani.
3 e 10- Poetto e Parco del Molentargius
Una spiaggia urbana, un sogno. Ce lo vogliamo tenere così? Perché non fare un ripascimento (fatto bene però stavolta)? E i baretti che fine fanno? Niente paura perché qualunque scelta si farà, sarà giocoforza drastica.
Il parco di Molentargius, un’opportunità straordinaria per la città. Eppure è un parco fantasma. Lo vogliamo una volta per tutte valorizzare? E gli abusi a Medau su Cramu li vogliamo abbattere oppure no?
Ho messo insieme i due temi perché vanno studiati contemporaneamente. Dobbiamo estendere l’area del parco regionale, oltre che allo stagno di Molentargius e alle Saline, anche al Poetto. Quest’ultimo, a suo tempo, venne escluso dal progetto perché l’idea di qualcuno era quella di una spiaggia come Rimini e Riccione. Il tentativo era quello di aprire così le porte alla speculazione edilizia. In tempi rapidi è necessario approvare il Piano di utilizzo dei litorali, che riguarda anche Calamosca, Sant’Elia e Giorgino. Inoltre il Comune di Cagliari deve attivare un tavolo permanente con il Comune di Quartu: avrete notato che – dalle panchine ai materiali utilizzati fino all’illuminazione – non c’é nessuna continuità. Da Marina Piccola al Margine Rosso serve un’unica normativa e una serie di interventi condivisi da entrambe le amministrazioni, oltre che dai cittadini. Per quanto riguarda i chioschetti, sono dell’idea che vadano salvaguardati. Certo, serve una regolamentazione generale che indichi i requisiti per i singoli baretti; anche sulla loro attività è indispensabile verificare ogni singola situazione: dal rispetto dei residenti per quelli situati vicino alle abitazioni alla possibilità di rendere la spiaggia luogo di socializzazione (anche sportiva con impianti pubblici di beach tennis e beach volley) e – perché no? – di divertimento, anche la notte: penso ai baretti che si trovano di fronte all’Ippodromo. Tutto senza dimenticare l’assoluta necessità di conservare gli oltre 300 posti di lavoro che queste attività garantiscono. La questione degli abusi a Medau Su Cramu è delicata: qualcuno ha già sanato, per altri questa via non è assolutamente percorribile. Quindi è necessario, anche su questo, verificare caso per caso. Volendo liberare tutta l’area, non essendo sostenibili economicamente gli espropri per pubblica utilità, si può pensare ad uno cessione di altri immobili, in cambio della eliminazione delle strutture presenti nel parco.
4 – Tuvixeddu
Un parco archeologico straordinario nel cuore della città. Ma nella selva di ricorsi e controricorsi mi sono perso, e penso di non essere l’unico. Ma nel frattempo cosa facciamo? Continuiamo nello scontro frontale o cerchiamo una via d’uscita con i privati? Come sarà l’area di Tuvixeddu fra vent’anni? Astenersi persone con una visione slegata dalla realtà, grazie.
La prima esigenza è tutelare il Parco e renderlo fruibile ai cittadini. Ci sono moltissimi cagliaritani che non lo conoscono e non ci sono mai stati proprio perché fino ad ora non c’è stato nessun tentativo di valorizzare l’area archeologica e ambientale. Ai privati serve ricordare che l’accordo di programma tra Comune, Regione e imprenditori è ormai datato. Ad esempio era prevista una strada a quattro corsie che doveva collegare, attraversando il canyon e sfiorando le tombe, via Cadello alla via Sant’Avendrace. Era prevista per questo la demolizione di parte del liceo Siotto. Oggi questo progetto sarebbe, oltre che inutile, pure dannoso. E’ in corso in queste ore la discussione in Consiglio di Stato sulla controversia tra il privato e la Regione. Tutto quello che diciamo potrebbe essere smentito dalla sentenza, ma di sicuro io non avrei firmato quell’accordo di programma. Lo ripeto, per me l’esigenza primaria è quella di tutelare e valorizzare il Parco. Vorrei, tra vent’anni, vederlo come uno dei parchi archeologici e ambientali più importanti e conosciuti del Mediterraneo.
5 – Metropolitana e trasporto pubblico
Il delirante progetto di bucare la città per costruire parcheggi sotterranei, che di fatto non usa nessuno, va avanti: vedrete adesso cosa succederà quando aprirà il cantiere di via Roma. Questa benedetta metropolitana leggera di cui si parla da anni sarebbe la salvezza, altroché metropolitana sotterranea (che non vedrà mai la luce ma che ingrassa i progettisti, col grembiulino e senza).
Con me sindaco il progetto del tunnel sotto via Roma non avrebbe futuro. Lo stesso vale per i parcheggi sotterranei: l’idea è quella di disincentivare l’uso dell’auto privata. Come? In primo luogo completando le cinque linee della metropolitana di superficie. Se parcheggi devono essere, saranno quelli di scambio in prossimità delle fermate della metro leggera: risolveremmo così il problema del traffico in entrata e uscita tra la città e l’hinterland, ossia 200mila veicoli al giorno nelle ore di punta. Penso a incentivi pubblici anche per l’uso dei taxi, come succede in numerose altre città. E a corsie preferenziali davvero funzionali che rendano più fluido il passaggio dei mezzi pubblici. Dobbiamo considerare che in questi anni il Comune ha praticamente abdicato il proprio ruolo in favore del Ctm, che gestisce anche parte dei parcheggi cittadini. Una incongruenza, no? Poi le biciclette: non servono semplici piste ciclabili ma veri e propri percorsi, utilizzabili non solo per la passeggiata domenicale ma anche per raggiungere ogni giorno il posto di lavoro. Percorsi che andranno studiati anche tenendo conto della morfologia della città: in ogni caso lungo i canali del Parco del Molentargius sarebbe, già oggi, possibile collegare Monserrato, Quartu e Cagliari.
Il sistema integrato dei trasporti consentirebbe di liberare la città dalle auto dei pendolari e limitare l’uso dell’auto per gli spostamenti interni, tanto da rendere sufficienti i parcheggi oggi presenti in città, senza bisogno di costruire quelli multipiano in ogni piazza.
6 – Anfiteatro
Un monumento bellissimo, ancora poco studiato, al centro di un possibile percorso archeologico di cui tutti da anni parlano ma che nessuno fa niente per concretizzare. Questa benedetta legnaia la smantelliamo o no? Sapete come la penso. E i concerti estivi dove li facciamo? Una risposta subito, please.
Certo che smantelliamo la legnaia, è una battaglia che io e Vito abbiamo sempre condiviso. Il percorso archeologico esclude la possibilità di tenere lì i concerti? Solo in parte. Non è necessario organizzare lì i cosiddetti grandi eventi, per i quali servono altri spazi. Serve smantellare la struttura in legno degli anelli e conservare la platea, da sistemare nello spazio in terra battuta in modo speculare rispetto alla disposizione odierna. Il progetto esiste, è da anni che non viene attuato. Basta avere la volontà di metterlo in pratica: l’Anfiteatro potrà essere contemporaneamente sito archeologico visitabile e luogo di spettacolo, collegato all’Orto botanico, alla villa di Tigellio, all’Orto dei Cappuccini attraverso un percorso sotterraneo già esistente.
7 – Centri e spazi culturali
La cultura a Cagliari è allo sbando. Nove anni di gestione dell’assessore Pellegrini sono stati una sciagura biblica. Il bando per l’assegnazione ai privati dei centri culturali si è perso nel nulla. Ma nei prossimi anni ci saranno da gestire anche il Parco della Musica, la Mediateca del Mediterraneo e l’ex Manifattura Tabacchi! Serve subito un progetto culturale.
La cultura a Cagliari non è allo sbando, anzi. Inesistenti sono le politiche culturali del Comune. In città esiste un fermento notevole e in continua crescita. Esistono numerose associazioni teatrali, musicali, letterarie e delle arti visive che da tempo chiedono spazi e politiche chiare. Abbiamo diversi artisti, scrittori, musicisti, attori, designer e organizzatori. Invece abbiamo assessori e dirigenti che privilegiano gli aspetti commerciali. Che il Comune finanzi la celebrazione del compleanno della Barbie, ad esempio, spacciandola per un evento culturale, è inaccettabile. Soprattutto se questo significa sottrarre risorse a quella serie di iniziative che negli anni hanno costruito un consenso importante non solo a livello cittadino. Una città più ricca di cultura è anche una città più ricca di opportunità economiche, occupazionali e turistiche. Collegata con le altre città del Mediterraneo e con gli spazi museali sardi, in modo tale da creare un sistema di confronto tra espressività culturali diverse.
8 – Pubblica amministrazione
La macchina amministrativa comunale è a dir poco opaca. Vogliamo nuovamente parlare degli ultimi concorsi o dello smodato protagonismo di alcuni dirigenti in questi ultimi anni?
In effetti no, non vorremmo più parlarne. A ognuno il suo ruolo: i politici devono prendere le decisioni, i dirigenti farle applicare. Il vero problema, in questi anni, è stata la loro politicizzazione. Il risultato di questa gestione è sotto gli occhi di tutti. La macchina amministrativa può funzionare bene solo con vertici super-partes, slegati dalle dinamiche dei partiti: per farlo sono necessari concorsi trasparenti e regole certe e uguali per tutti. Inoltre la trasparenza amministrativa e la pubblicazione di tutti gli atti amministrativi consente che al cittadino di essere libero e di non dover ricorrere all’amico per ottenere le informazioni che gli sono dovute.
9 – Città turistica
Abbiamo dati di tutti i tipi (ultimo il sondaggio fatto sui croceristi), conosciamo le criticità e le opportunità. Serve una linea precisa, basta con gli slogan.
Sino a ora abbiamo parlato della Cagliari che vogliamo. Quale migliore città per i turisti, se non quella che vorremmo per noi? Una città che li accoglie, rispetta l’ambiente, tutela la cultura, privilegia il trasporto pubblico? Non basta risolvere la diatriba tra negozi aperti o negozi chiusi, all’ora di pranzo o nei giorni di festa: è una questione importante ma non è l’unica. Vogliamo musei visitabili anche all’ora di pranzo con mostre e iniziative culturali di rilievo (non solo futurismo e trasvolatori), monumenti aperti non solo due giorni l’anno. In questo senso, lo abbiamo sottolineato prima, il Comune deve puntare sulle iniziative culturali durante tutto l’anno e non solo in estate.
11 – Teatro Lirico
La più grande impresa culturale della Sardegna è allo sbando, sommersa dai debiti e mortificata da una dirigenza che ne mette a rischio la stessa sopravvivenza. Il prossimo sindaco (che sarà anche il presidente della Fondazione) continuerà con l’oscena pratica della lottizzazione o chiamerà persone preparate, slegate dalle botteghe locali?
E’ certo che il futuro sindaco dovrà intervenire per salvaguardare la più grande impresa culturale della Sardegna, coinvolgendo le migliori esperienze in modo tale da rilanciare il Lirico. I problemi sono di due tipi. Uno di natura organizzativa e manageriale, da risolvere anche raccogliendo per esempio finanziamenti da privati attraverso la raccolta pubblicitaria che oggi si limita a settemila euro l’anno (così emerge dal bilancio) e investendo sulle professionalità (coro, orchestra, sartoria ecc.) e sulla migliore programmazione. L’altro problema è quello della fine della precarietà, da risolvere con le garanzie per i lavoratori e impedendo le esternalizzazioni (pensate che uno dei settori affidati ad esterni è quello delle biglietterie che, è noto a tutti, è un settore indispensabile per un teatro che opera tutto l’anno). Sarebbe anche l’ora di investire le risorse del Comune, della Provincia, della Regione e del Ministero sull’aspetto culturale e non consentendo gli sprechi dell’ultima gestione.
12 – Stadio
Incredibile! E non mi stavo dimenticando di questa vicenda farsa? Che si fa? Il nuovo stadio si costruisce realmente ad Elmas? E il Sant’Elia che fine fa?
Sulla questione stadio il mio pensiero è chiaro dall’inizio della vicenda. Non è possibile “regalare” un’area (la questione non riguarda solo il Sant’Elia) che vale 50 milioni di euro a un privato, chiunque sia. Serve ricordare, poi, che il Sant’Elia nasce come stadio olimpico, destinato quindi a diverse manifestazioni sportive e non esclusivamente al calcio. Senza dimenticare gli importanti lavori di ristrutturazione avvenuti in occasione di Italia ’90, che ne fecero appena 20 anni fa uno degli stadi migliori della manifestazione mondiale. Lesioni strutturali non ne esistono: diciamo che con cifre abbordabili si potrebbe ristrutturare, completare e ammodernare. Tutto per renderlo fruibile tutti i giorni anche per altre discipline sportive, e non solo in occasione delle partite casalinghe del Cagliari. All’ipotesi Elmas non ho mai creduto: troppi problemi legati alla sicurezza del vicino aeroporto, mi sembra difficile che l’Enac possa dare il via libera. Un’ulteriore possibilità è quella di sistemare l’area circostante dove, già oggi tanti appassionati – sportivi, amatori e intere società – si allenano tutti i giorni della settimana.
13 – Campus
La grande vergogna: 38 milioni di euro spesi per non costruire nulla. Intanto c’è chi si arricchisce affittando in nero le stanze ai fuorisede. Il Campus a la Playa lo vogliamo costruire? O qualcuno crede ancora alla favola del campus diffuso nel centro storico? Una balla colossale.
Il Campus universitario serve, e serve proprio in viale La Playa. Posto che il campus diffuso non esiste per definizione (o parliamo di campus o parliamo di residenze diffuse), serve anche fare due conti. Quanti sono gli studenti che secondo le graduatorie di reddito necessitano di una casa in città? Circa 2000. L’Ersu ne ha a disposizione quasi mille, per cui ne servono altri mille. Il progetto del Campus alla ex Sem prevedeva proprio quelli. Facciamo il campus, senza parlare di altro. Perché lì, poi, è altrettanto semplice. E’ uno spazio vicinissimo alla stazione ferroviaria, attaccato a quella dell’ARST, a dieci minuti dall’aeroporto (se il nostro Ateneo ambisce a diventare di respiro internazionale servono anche i collegamenti aerei), snodo tra le tre principali arterie di ingresso alla città. Lo spazio era stato pensato lì apposta, per evitare che anche gli studenti fuorisede arrivassero a Cagliari con la loro auto privata. La metropolitana leggera completata e i bus pubblici (piazza Matteotti, lì davanti, è crocevia di numerose linee cittadine) farebbero il resto.
Oh, che ne abbia fatta una di quelle tredici…
Tutto molto bello…..ma c’è almeno un punto molto oscuro che mi lascia molto perplesso: che cosa sa in effetti il sindaco Zedda sulla questione Tuvixeddu-Tuvumannu?…..credo molto poco, e quel poco, molto annebbiato e confuso.
Se hai privati occorre “ricordare” che l’ “accordo di programma del 2000” è ormai datato e superato, al nuovo sindaco “occorre ricordare”, o forse sarebbe meglio informarlo, che fu siglato a causa di un’ enorme debito del comune di Cagliari (63 miliardi di vecchie lire al 1997 ) creatosi sulla base di ” esproprio irregolare” nell’area di Tuvumannu nei primi anni del 1980 come emesso da sentenza del consiglio di stato del 4 Febbraio 1991.
L’accordo servì ad evitare a Cagliari un risarcimento enorme creatosi anche dalla modifica sostanziale dei luoghi occupati abusivamente dal comune,visto che, lo stesso comune, non curante del ricorso al TAR dei proprietari delle aree in questione (Sotgiu) pensò bene di costruire comunque i palazzi di edilizia economico popolare di via Castelli.
Al sindaco Zedda bisogna anche informarlo che, con atti del 1991 presso il notaio Bassi di Cagliari, 10 quote della famiglia Sotgiu su Tuvumannu sono state acquistate da Cualbu tranne 2 quote ancora di proprietà di due sorelle Sotgiu, e che dunque, sia le sorelle Sotgiu che Cualbu sono “creditori” del comune sulla base dell’esproprio e della sentenza del 4 febbraio 1991 qualora l’accordo di programma del 2000 non andasse in porto come da contratto, e in quel caso, la già sopracitata cifra (63 miliardi) sarebbe da incrementare dei relativi interessi more e sanzioni per l’annullamento dell’accordo.
Il sindaco Zedda non avrebbe mai firmato quell’accordo, bene, avrebbe dovuto pagare 63 miliardi, perchè come lui ci insegna, le sente del consiglio di stato vanno rispettate….dunque, sarebbe interessante capire che cosa voglia fare su questa faccenda…..proseguire nell’accordo di programma siglato dal comune che rappresenta, o annullarlo via tribunale e pagare circa 70 milioni di euro (quantificazione dei tecnici delle parti interessate) per esproprio irregolare come sentenza del consiglio di stato?
positivamente colpito da rileggere oggi queste risposte!!!
la sua idea di città non è cambiata quasi di nulla, l’impressione è che lui abbia davvero un progetto preciso per la città e che lo ha in testa da prima delle primarie…
Complimenti al Sindaco!!!
Speriamo bene!
Mah! Dovrebbe farmi cambiare idea sulla sua persona? Magari una brava persona….. Ma sindaco della mia città mi pare un Po troppo!
…mi piacerebbe conoscere il pensiero di Zwdda e del suo partito, che potrebbe governare dopo il ballottaggio, sui temi sulla vita, sulle coppie di fatto, sui temi non negoziabili, cari alla coscienza e cultura cristiano-cattolica, che è anche parte del suo elettorato, e che chiede posizioni nette e concrete, dinanzi alle speculazioni politiche , etiche e morali finora portate avanti dalla sinistra; anche perchè non si possono rubare vioti su questi temi… e molti cristiani cattolici come hanno votato possono non ridare fiducia …
LA NUOVA SARDEGNA continua a scrivere (lo fa anche oggi) che la candidata Tiziana Frongia è sostenuta anche da COSTITUENTE SARDISTA. Considerato che ancora oggi sono io il responsabile di questa Associazione ho provato nei giorni scorsi a telefonare alla Nuova ricevendo ampie assicurazioni (disattese) che l’errore non si sarebbe ripetuto. C.S. è un’Associazione che esiste da quindici anni che si propone il sempre più utopistico ed irrealizzabile intento di riunificare tutti i sardisti.
Per non buttarla solo sul burocratico mi sono preoccupato in questi giorni di fare un mio piccolo sondaggio personale tra le compagne ed i compagni sardisti sugli orientamenti di questa area per le primarie del centro-sinistra.
Una parte non vota o perchè non ci crede o perchè nel frattempo ha cambiato residenza finendo a Sestu, Assemini o Quartu. Una parte vota per Andreozzi. Altri votano per Massimo Zedda ed uno per Petrucci. Non ho trovato intenzioni di voto per la signora Frongia.
Ma come?
E io che pensavo che i ri-costituenti sardisti fossero amanti delle sfide impossibili!
Però ora che ci penso tutto mi torna: i ricostituenti, ancorchè diluiti in porzioni farmaceutiche nel corpo politico, non sono ancora arrivati alla dose omeopatica.
Quindi non sono pronti a sostenere la candidata Frongia, armata più degli altri contendenti della bacchetta magica della buona volontà -e che non disdegna le medicine alternative-
Forse perchè la candidata Frongia non ha ancora dimostrato un qualche interesse nei confronti della lingua sarda. Non ci pare sufficiente infatti che dimostri di essere una nemica della lingua italiana…
😉
Altra cosa: Ma improssivamente il PD si è riempito di figa o, più banalmente, il partito ha pagato promoters per dare volantini di Cabras? Oh compagni… come siamo caduti in basso!
…Ops! la seconda che hai detto!
nella mia sfera di cristallo vedo un testa a testa… ma voi in giro avete sentito molta gente senza tessera del PD votare per Antonello Cabras? Se Zedda vince stavolta ne vedremo delle belle
mancai! Se vince mi metto a cantare “Vado al Massimo, vado a gonfie vele” a squarciagola! Me lo metto in autoradio a tipo sa macchina de sa varecchina!
O Neo! poni potentza! boga su pruini de sa mascitedda ‘e música e torra a ponni a Vasco!
Ringrazio Massimo Zedda e i compagni di SEL per aver risposto. Trovo le risposte interessanti. Sia perchè, come sottolineato da altri, per alcune questioni presentano soluzioni innovative che gli altri candidati non hanno espresso, sia perchè dimostrano che il programma che hanno redatto collettivamente e “partecipativamente” non è un paravento di parole. E evidenziano che Massimo, come ha mostrato anche negli incontri pubblici a cui ho assistito, è un buon conoscitore di Cagliari, della macchina amministrativa e interprete di istanze di rinnovamento che non rimangono solo nell’ambito generale ma si declinano nella singola problematicità urbana.
Personalmente ho trovato interessante l’idea di sfruttare la strada sterrata che passa per Medau su Cramu come pista ciclabile di connessione tra Cagliari e Quartu e, in generale, l’idea di un sistema parco stagno-saline-spiaggia da proteggere, valorizzare e anche rendere fruibile a tutta la città. Stessa impressione positiva, per la soluzione prospettata per l’anfiteatro, anche se credo sia necessaria contemporaneamente un’altra struttura in un altro contesto (la Fiera per esempio) dove grandi (e anche piccoli) concerti si possano realizzare, differenziando l’offerta.
Infine, sulla questione case, mi semebra importante che si rivendichi il fatto che il patrimonio comunale debba diventare effetivamente pubblico e vengano valorizzati tutti gli immobili di proprietà comunale sia con finalità abitative che culturali.
Un’ultima considerazione la spendo su SEL e sulle primarie. Se il partito le ritiene uno strumento determinate, come rivendicava Paolo Cento all’ Ex Ma’, per un confronto progettuale e programmatico con gli alleati, per il futuro mi auguro che non ci si faccia “battere sul tempo” rischiando di dover competere con altri condidati, espressione di istanze contigue o coincidenti con quelle di SEL.
No, ma per favore il campus in via della playa fa schifo! A parte che è nella zona più triste della città metterci lì gli studenti significa segregarli in un ghetto, poi avevo visto il progetto e sembra un lager!
Inoltre, farei notare che è lontano da tutte le sedi universitarie, e non ditemi che basta l’autobus…per arrivare alla cittadella universitaria da lì sarebbe un incubo!
Io sto a Losanna da un anno, Losanna è grande circa quanto Cagliari e ha un interland molto grosso (come Cagliari). Il centro universitario è (come nel caso della cittadella) fuori da Losanna (5 km). Le case dello studente sono DI FRONTE all’università che è collegata alla città con la metro leggera. Considerate che qui gli studenti stranieri sono tantissimi e l’aereoporto è a 50 min di treno (a Ginevra molto più distante del Cagliari-Elmas).
Se non volete intasare le strade col traffico fate gli alloggi di fronte ai posti di lavoro/studio e poi potenziate i mezzi (treni autobus e metro…si parla ancora del treno per l’aereoporto, sarebbe ora!) per i collegamenti con la città!
Concordo. La sede di viale la playa è inadeguata. Per distanza dalle strutture universitarie e soprattutto per insufficiente estensione dell’area. Una città in cui la pianificazione urbanistica segue criteri assennati, avrebbe destinato al campus universitario l’area di Tuvumannu, estesa qaunto basta e realmente baricentrica rispetto alle strutture universitarie. Li potrebbe sorgere un vero campus, non un alveare di alloggi come qualli progettati da Paulo Mendes de Rocha in viale la playa . Un campus con basso indice di cubatura, molto verde, spazi, stutture sportive in aggiunta a quelle del vicino Cus ecc.
Perchè non portare questa idea nel tavolo di ritrattazione degli accordi su Tuvuxeddu tra pubblico e privato? Siamo ancora in tempo
o Marco, dov’è che lo vuoi fare il campus? Tra Tuvixeddu e Tuvumannu? A Tuvuxeddu…
😉
Vabbé qualcuno entra nel merito, qualcun altro recita a spartito. Il programma è simile ad altri? Certo, nessuno propone la dittatura del proletariato a Cagliari (dopo il socialismo in un solo paese, quello i una sola città!) o la costituzione dei soviet. Ma mi pare che questo – almeno per chi sa leggere, scrivere e fare un pochino di conto, non sia necessariamente un male: vuol dire che c’è spirito di coalizione, idee in gran parte condivise, maggior di sintesi. Se così non fosse stato, i 5 non si sarebbero candidati alle primarie, ma direttamente a sindaco.
Lo so, è semplice da capire, ma non mi sembra che tutti ci si arrivi assieme…come direbbe il mio amico Gigi: “no esti tontu, esti che trigada…”
Non mi aspettavo nulla, constato che tutti dicono la stessa cosa. Ricordo però che alle risposte di cabras in questo sito si è ironizzato che avesse ricorso al copia e incolla. Nulla si crea e nulla si distrugge, tutte si trasforma.
condivido le risposte di andrea zedda quasi in toto. Non sono molto d’accordo sulla questione stadio: l’idea di ristrutturare lo stadio per lasciare la struttura così com’è è un pò anacronistica. Lo stadio polivalente (calcio, atletica eventi etc.) è un ottima idea, ma la struttura attuale è vecchia (deriva da un progetto da anni ’70), per quanto sia triste lo sperpero di soldi che si è fatto per rimettere a posto il sant’elia per i mondiali del ’90, la cosa migliore è buttarlo giù e rifarlo più piccolo e comodo.
EVVIVA EVVIVA, sono arrivate le agognate risposteeeeee!!! Stappiamo una bella bottiglia di minestra riscaldataaa!!!!
e che ti aspettavi? il tunnel sotto via roma o altri palazzoni? Per quanto mi riguarda dalle risposte di TUTTI i candidati emerge una condivisione di vedute… tanti distinguo ma un quadro comune.
se poi si pensa di avere il copyright su idee frutto di un elaborazione ventennale fate pure 😉
Mi pare invece diverso da quanto scritto dagli altri. In particolare mi colpisce la proposta sull’utilizzo dell’Anfiteatro, se ho capito bene, come “sfondo” degli spettacoli. Portando il pubblico in maniera speculare nella zona utilizzata oggi per i camerini. Rimane vivo il luogo suggestivo che tanti cagliaritani hanno amato tutelandone e valorizzandone la bellezza e l’interesse storico.
Non mi sembra che ci sia niente di più di quanto già detto dagli altri candidati, nè in fatto di idee, nè in fatto di concretezza. Anche Zedda mi pare che abbia attinto a piene mani dalle cose dette e sentite in questi giorni in più occasioni da ciascuno dei candidati e forse è normale che sia così. Si rimprovera a Cabras di essere “furbetto” ma mi pare che, quanto a furbizia, Zedda non sia da meno.
risposte molto simili… sembrano quasi… i candidati di uno stesso schieramento! O pensate davvero che prima di queste primarie non si sia mai fatta politica? I concetti espressi dai candidati (da tutti e tre) sono frutto di un elaborazione durata decenni. Il PCI parlava di valorizzazione dell’area vasta trent’anni fa.
Sull’anfiteatro mi sembra scaturisca una posizione diversa dagli altri tre (e mi piace di più) e anche altre (casa, per esempio) hanno argomentazioni lievemente differenti. Ben poca cosa, ovviamente.
anche se non sembra
🙂
Quindi è molto più giovane, ma altrettanto furbo…allora perché mai votare Cabras!
Signora Pubblica Amministrazione -credo- dice che Zedda è furbo.
Lo preferiva tonto?
furbo o no, al momento, con mia sorpresa, queste sono comunque le risposte migliori, le più circostanziate e dettagliate.
sono d’accordo: mi sembra che la “trippa” ci sia. Da quello che sento in giro poi sembra che ce la possa fare… domenica farò il mio “voto utile”.
macchè è solo furbo, nel rispondere per ultimo e a ridosso delle votazioni. .. Sempre che non lo freghi il buon Andreozzi! 😉
sottoscrivo!!! chi ultimo arriva meglio rielabora…paguro mi raccomando che sia veramente utile alla città il tuo voto!!
Alla fine anche Massimo Zedda è capitolato davanti alle 13 domande di Vito! Pagherò pegno regalando un’agenda al buon Biolchini…
Abbiamo quindi programma (come segnalato in precedenti commenti) e format rispettato.
Mi auguro solo che adesso non salti fuori qualcuno che si lamenti perché le risposte sono 12 invece che 13 o che è meglio Cabras perché ha dato 2 risposte in più!
Ma visto che c’eri Massimo una 13a risposta potevi darla, a me: ma ti fai pagare dal Libarium per la pubblicità che gli fa chi ti critica?