Gli attori dell’ExArt in una foto di Joe Bastardi
Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire questa vicenda dell’ExArt. Sollecitata dall’Unione Sarda (che oggi ha informato correttamente della vicenda per poi rovinare quasi tutto con un titolo a pera: “Ex Artistico, via ai lavori: sfrattate le associazioni”), l’assessore alla cultura del comune di Cagliari Enrica Puggioni ha fattto finta di non aver capito. Dopo la figuraccia del mancato sfratto, è evidente che questa giunta non ha alcuna intenzione di sedersi al tavolo con le associazioni per concordare (come si fa in tutti i contesti civili) la conclusione di una esperienza, molto innovativa per la città di Cagliari. Sì, sono proprio curioso di vedere come andrà a finire. Il sindaco Zedda vuole veramente mandare i vigili urbani ad intimare lo sgombero senza un minimo di preavviso? Pensa che sia la cosa politicamente più giusta da fare? E la maggioranza di centrosinistra che lo sostiene cosa ne pensa?
Questa è la lettera (protocollata ieri) che le associazioni hanno mandato al sindaco, all’assessore alla cultura e alla presidente della commissione cultura per chiedere un incontro. Dopodiché trovate anche una sintesi delle attività condotte all’ex Liceo Artistico di piazzetta Dettori in questi anni. Piccola precisazione: tutti coloro che volessero polemizzare con il sottoscritto sono pregati di esaminare preventivamente questa scheda riassuntiva delle attività condotte all’Exart in questi anni, magari dando anche uno sguardo alla pagina facebook dell’ExArt. Poi dopo ci divertiamo.
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Al sindaco di Cagliari
Massimo Zedda
All’assessore alla Cultura
Enrica Puggioni
e per conoscenza
alla presidente della Commissione Cultura
Francesca Ghirra
Oggetto: richiesta incontro su situazione ex Liceo Artistico
Dal maggio 2012 è attivo l’ExArt, il collettivo di gruppi e associazioni che gestisce lo stabile dell’ex liceo artistico di Cagliari, in piazza Dettori.
Qui si raccolgono, oltre alle associazioni già affidatarie dello spazio (Marina Nuovo Giorno, Blu 21, TDM 2000, LucidoSottile) altre quattro associazioni ospiti (Teatro Impossibile, Batisfera, La Pietra Pomice, Schermi Rubati) che si sono unite sotto invito dei concessionari al momento dell’abbandono di alcune associazioni affidatarie nell’ottobre del 2011.
Oggi il collettivo, in totale autonomia, gestisce l’organizzazione di tutte le attività culturali e dei servizi che si svolgono all’interno dello stabile, ed il decoro e la manutenzione dello stesso.
Le sale nel quartiere della Marina erano state adibite a sede di attività culturale già dall’amministrazione Floris, che aveva stipulato una convenzione per l’utilizzo dello spazio con diverse sigle capofila (l’associazione culturale Marina Nuovo Giorno, Sardinia Living e l’associazione Blu 21).
Nel corso degli anni, la sede dell’ex liceo artistico, si è arricchita di proposte, diventando (su iniziativa della compagnia LucidoSottile, sostenuta dal MIBAC) anche uno spazio per lo spettacolo, con la creazione all’ultimo piano di tre piccole sale destinate al teatro, al cinema e alla danza, aperte a tutte le associazioni e i gruppi che ne facciano richiesta e diventando uno spazio di residenza unico in Sardegna, prezioso per tutte le associazioni culturali in un periodo in cui la crisi sta mettendo a serio rischio l’attività di tante compagnie.
Agli inizi del 2012 LucidoSottile ha esteso l’invito a Batisfera e Teatro Impossibile, per la gestione e l’allestimento del terzo piano.
Lo stabile della Marina è così diventato nel tempo un centro culturale polivalente in grado di dare risposte a tante associazioni e di offrire un servizio ai cittadini, oltre che diventare un polo di attrazione per il centro storico (con tutte le ricadute di natura economica che questo comporta), così come dimostra la scheda delle attività in allegato.
Il collettivo, a partire dall’anno precedente la scadenza delle concessioni, ha scritto più volte all’amministrazione comunale chiedendo una proroga della concessione, nel tentativo di stabilire un contatto di natura istituzionale, ma dall’assessorato competente non è mai giunta alcuna risposta se non una poco chiara ordinanza di sgombero, peraltro mai portata avanti dall’amministrazione.
L’amministrazione comunale ha ora inserito lo stabile dell’ex liceo artistico nel piano triennale dei Lavori pubblici. L’impressione è che da un momento all’altro alle associazioni sarà chiesto di lasciare i locali senza neanche un minimo di preavviso. Sarebbe un atto estremamente grave perché metterebbe a rischio attività già programmate da tempo e svilirebbe un lavoro che ha portato solo benefici alla cultura a Cagliari e al quartiere.
Per questo motivo le associazioni chiedono un incontro al Sindaco Zedda e all’assessore Puggioni per conoscere le volontà dell’amministrazione, richiedere formalmente la possibilità di poter continuare ad operare fino all’inizio effettivo dei lavori, concordare i tempi di ristrutturazione e discutere le successive modalità di assegnazione degli spazi, al fine di poter continuare ad offrire un servizio qualificato e a favore della città.
L’ExArt costituisce infatti un esempio di collaborazione tra associazioni che dovrebbe essere preso a modello e non mortificato da decisioni improvvise e non partecipate.
Per il collettivo ExArt
Tiziana Troja e Michela Sale Musio
mi inserisco sul commento di Sandro del 14 aprile solo per una banale considerazione: l’amministrazione pubblica ha l’OBBLIGO di risposta e trasparenza, fa proprio parte del loro lavoro; le sollecitazioni dei privati che hanno a suo tempo ricevuto in concessione gli spazi sono più che legittime avendo investito tempo e denaro, avendo dato respiro a passioni, incontri… di certo non per arricchirsi.
Probabilmente vorrebbero fare anche di più ma senza una risposta chiara sui limiti, comunque da valutare e considerare, ogni iniziativa è mortificata e le passioni e le bellezze finora espresse colpevolmente e cinicamente ignorate.
Ci si deve comportare esattamente come ho scritto.
Dove lo Stato (in questo caso l’amministrazione comunale) fallisce prolifera il “fai da te”. La domanda è se bisogna accettarlo o meno. Per me è sempre bene iniziare dalla semplice riflessione : e se tutti facessimo così?. Sarà banale, ingenua o troppo semplice, ma per me è utile a mettere un primo paletto di confine.
Scusa, così come?
In questo specifico caso abbiamo dei privati che hanno occupato uno spazio pubblico (come da te riferito la concessione è scaduta). La mia opinione è che il locale andava restituito alla collettività. Se poi l’amministrazione comunale dimostra di non saper gestire la cosa pubblica l’elettore se ne ricorderà quando dovrà legittimamente esprimersi. Per me funziona così.
Scusa, e se nella imminenza della scadenza della concessione i privati (che fanno attività pubblica) scrivono ripetutamente all’amministrazione per chiedere il rinnovo della concessione e/o lumi sul caso e non ricevono nessuna risposta, come ci si deve comportare secondo te? Anche questa lettera al momento non ha ricevuto risposta, ad esempio.
Non è detto che ad una domanda necessariamente segua una risposta. Posso capire l’amarezza anche se nn la condivido, ma bisogna anche pensare alle altre persone che vorrebbero partecipare alla prossima domanda di concessione…un’amministrazione deve dare una risposta erga omnes e non a chi la chiede con modi insistenti. Passerebbero il tempo a “rispondere” e non a lavorare. Scusa ma la penso cosi.
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….l’ennesima dimostrazione della inconsistenza dei politici: facili promesse elettorali, incapacità amministrativa e mancanza di coraggio. Ma questa è sempre la solita storia!
La storia nuova sta invece nella scheda allegata alla lettera di Michela e Tiziana: dove, quando e come il comune di Cagliari, capoluogo di regione e candidato ‘capitale della cultura’ ha creato uno spazio, non inteso come luogo fisico, di partecipazione culturale e sociale attiva aperto a chiunque?
Con ‘coraggio’ (quello vero) e tra mille difficoltà le associazioni hanno mantenuto viva la possibilità di una ‘vita’ sociale e culturale alternativa al raduno di piazza Yenne o alla partita di calcetto; la ricchissima scheda è il risultato di un superbo esperimento di conciliazione e condivisione civile dello spazio a disposizione (un’autentica rarità).
Io penso che sia questo, soprattutto, il punto di partenza per affrontare la questione: leggo invece un continuo focalizzare la questione su concessioni scadute, non rinnovabili, abusivismo …sembra la storia delle concessioni dei bar al Poetto: non ci vuole grande capacità ad individuarle; sono le ovvietà burocratico-amministrative che per questioni di opportunità elettorale si è voluto prima ignorare e poi codardamente utilizzare per nascondere l’incapacità amministrativa di cui sopra.
Ma il sindaco di Cagliari e l’amministrazione in generale sono capaci di azioni diverse dalla mera gendarmeria? Secondo me solo i perfetti ignoranti affrontano le questioni alzando la voce! Questo è quello che l’alternativa alla destra ha portato alla città di Cagliari? Minacciare sgomberi forzati, negare o ignorare richieste di confronto? “Sono cose da mandare in bestia chiunque”.
Gira voce che questi grandi che hanno occupato abusivamente l’artistico abbiano addirittura chiesto un contributo alle altre associazioni come se stessero subaffittando un edificio pubblico. Senza vergogna. A tutti quelli che dicono che la giunta zedda ha dei limiti tecnici dico che probabilmente non conoscono le basilari norme che disciplinano il bene pubblico. Il resto é tutto livore personale del proprietario del blog.
Wow! E tu chi sei? Vedo che hai informazioni di prima mano…
chi sarebbero i “grandi” che secondo le tue voci avrebbero occupato abusivamente lo stabile?
Si sentono le voci …..Ettore, le norme basilari che regolano il bene pubblico son ben note a Zedda , vedi il Caso Crivellenti….
URGE ripasso di diritto Amministrativo
Ettore, mi sembra che il livore sia tutto tuo. Abbiamo chiesto lo spazio per sei lezioni del corso di teatro europeo Erasmus, e l’ex Art non ci ha chiesto un euro.
E devo dirti che non ê giusto, visto che le pulizie, le assicurazioni e i servizi in generale sono a loro carico. Informati prima di fare osservazioni idiote.
Zedda e giunta stanno dimostrando immensi problemi tecnici e va bene nessuno nasce imparato.
Pero’ mi sembra si stia raschiando il fondo del barile. Questa è la giunta del vietare e del divieto permanente o del sopruso, vedi parcheggio interrato sotto le mura.
Zedda oramai si avvita su sé stesso,
Ho il sospetto che quel che dice UNO che sa, sia vero, bisogna indagare per bene non solo la sfera politica ma anche altre che operano all’interno dell’ente locale.
Se l’Italia è diventata il cesso che è lo dobbiamo anche alla politica, per cui prima di sparare le prossime perreriasa in favore della legalità è opportuno che qualcuno PREPOSTO ficchi il naso in questo verminaio.
Giusto per tranquillizzare noi cittadini paranoici degli immani problemi che stiamo , uso un francesismo, FRAGANDO
Grazie
Il prossimo sindaco (magari lo stesso Zedda ravveduto e corretto) vincerà con lo slogan: “Vietato Vietare” o con uno ancora migliore: “ora tocca a Voi”!!!
(anche perché “ora tocca a noi” abbiamo capito tutti cosa vuol dire.
Presto detto. Prima della vittoria del sindaco Zedda alle comunali, a me personalmente (spero che qualche procuratore chieda l’ID di questo commento perché non vero l’ora di dirlo anche in tribunale con i nomi e i cognomi) una persona vicinissima al sindaco (all’epoca nel suo cerchio magico) mi aveva predetto che “adesso che vinciamo boghiamo quei bastardi dall’ex Artistico che sono tutti amici di Anselmo Piras”.
È questo l’unico orizzonte di questa giunta. Vendette dietro i paraventi di legalità. Legalità come nella vicenda della nuova gestione della scuola civica di musica dopo che l’hanno tolta a Puddu e Baggiani, legalità come nella gestione dell’Ente Lirico, legalità come nella proroga per i contributi, legalità come nella proroga per direttore artistico di Cagliari 2019… una legalità sempre coerente
La situazione è loffia, UnoCheneSa dovresti fare i nomi, mi e ci incuriosisce il nome del mestatore di Dronero del cerchio magico, sembrerebbe un ex…
Se Machiavelli avesse conosciuto molti politici della tormentata Sardegna si sarebbe dato a svolgere attività legate alla pastorizia…
Quindi sparavano perrerie en plein air ? Coram populo?
Bisogna vedere se e cosa è successo.
io non formulo giudizi,ma, la situazione è tecnicamente un roglio…
Agisci
ah, ecco, concessione diretta dalla giunta Floris nel 2006/2007. Questo è il problema.
No cara amica il problema , in questo come in troppi altri casi, è un altro. Il problema è un sindaco che, presentatosi alle primarie cittadine per cercare un po di visibilità, si è trovato a fare il Sindaco grazie a un’incredibile concomitanza di eventi riconducibili a quella che tutti gli riconoscono essere la sua più grande qualità: il culo.
Ma quando è che Zedda leva il disturbo ?
Tremendo, non c’e’ una cosa che non finisca in polemica….
ed è pure sfortunato. dice che non ci sono problemi con gli immigrati a seguito della Mozione Farris sui parcheggi ed extracomunitari :
1) Mega rissa gaggia di Nigeriani ad Auchan S.Gilla
2) idem a Pirri
3) Algerino accoltellatore di un ventenne locale in quella bolgia che è la casa Albergo di Via Tiepolo
4) Nigeriano sfonda finestrini auto, con cristiano dentro in Vle S.Avendrace
Che dire ? Un tempismo ed una fortuna incredibili..
È possibile sapere quali sono stati i termini dell’affidamento iniziale alle associazioni? Perchè così non si comprende molto e si rischia di non avere un quadro generale corretto. Cordialmente.
mi sembra una richiesta legittima, aiuterebbe a contestualizzare correttamente il tutto.
Come scritto, alcune delle associazioni oggi presenti all’Exart hanno avuto una concessione diretta ad parte dell’amministrazione Floris intorno al 2006/2007. Al termine della concessione, le associazioni hanno ripetutamente scritto all’amministrazione Zedda per capire quali fossero le intenzioni del comune ma non hanno mai ricevuto alcuna risposta.
Ora qui si tratta evidentemente di mettersi d’accordo: se devono partire i lavori di ristrutturazione dello stabile (così come deciso dal comune) sarebbe meglio concordare tempi e modi anziché mandare un giorno i vigili e dire “un dirigente ha deciso che avete 48 ore per abbandonare i locali”. O no?
Quindi mi pare di capire che dal 2006 a oggi tali associazioni hanno avuto in concessione gratuita l’Ex Liceo e adesso il comune avrebbe revocato tale concessione perchè ha altri progetti in programma, è corretto? Se si, potrei sapere qual’è il problema? Se la concessione non è stata concessa vita natural durante, la revoca del comune è legittima in quanto “proprietario” dello stabile.
No, non è corretto. Il comune non ha mai revocato alcuna concessione, la concessione è scaduta e il comune non ha mai risposto alle diverse richieste delle associazioni che chiedevano lumi sul da farsi. Ora, siccome partiranno i lavori, chiedono di sapere che tempi e modi l’amministrazione intenderà liberare lo stabile. Tutto qua.
Se la concessione è scaduta, perchè le associazioni sono ancora dentro? È come dire (ad esempio) che se mi scade il contratto di locazione e questo non mi viene rinnovato, io resto al suo interno… diciamo pure occupandolo. Non mi pare molto accettabile.
Ok, non ti pare accettabile. E quindi che si fa? Li cacciamo con un blitz dei Nocs?
Peraltro le associazioni sono ancora dentro perché il maldestro tentativo di sfratto dell’assessore Puggioni si è bloccato per l’incapacità stessa dell’assessore… Ma questa è un’altra storia.
Vitobiolchini, scusa ma non riuscivo più a scrivere, troppo stretto il form.
Continuiamo.
Se mi parli di sfratto, vuol dire che il comune ha inviato una comunicazione alle associazioni che occupano lo stabile, presumibilmente per il fatto che la concessione è scaduta.
Sul fatto poi di un “bliz dei nocs” mi pare che la municipale (corpo chiamato per queste situazioni) non siano i nocs… 🙂
Comunque, abbi pazienza, concessione scaduta, io comune ti avviso che devi andare via e tu vai via… perchè dovresti restare se la concessione è scaduta? Davvero non capisco.
Non capisci perché mi sto evidentemente spiegando male io o forse la lettera non è chiara. Qui non si mette in discussione il fatto che le associazioni debbano lasciare lo stabile (d’altro canto il comune ha deciso di ristrutturarlo e gli operai dovranno pure entrare nell’ex liceo) quanto le modalità e i tempi dell’abbandono. Per evitare che si dica “avete tre giorni di tempo per portare via le vostre cose”. Non mi sembra corretto, visto che il finale è noto.
Toglimi una curiosità, da che mondo è mondo, se finisce un qualsivoglia contratto di qualsivoglia stabile, non dovresti lasciare lo stabile? Mi parli di tempi di abbandono, ma per me corrispondono al giorno di scadenza della concessione. Quando è scaduta la concessione? Ecco, quella è la data in cui lo stabile deve o addirittura doveva essere liberato.
Carta, visto che sei un gran legalista, dovresti conoscere anche qualcosina del Diritto Civile. Se uno ha una convenzione non disdetta prima della scadenza, si intende rinnovata… Chi ti affitta la casa, non è libero di cacciarti all’improvviso.
No guarda, sono assolutamente una sega in materia, non a caso mi stavo informando e da ignorante ho dato le mie “personalissime” conclusioni. Poi se ti sono sembrato un legalista, forse tu lo sei più di me, quindi illuminami, ho letto che le associazioni hanno ricevuto lettera sfratto? È corretto? Se si, codesta lettera non interrompe forse il rinnovo? E non chiamarmi Carta, non siamo alle medie… o mi chiami Paolo dandomi del “tu” (cosa che hai già fatto) oppure mi chiami Carta e mi dai del lei (visto che non abbiamo mai preso un cappuccino insieme). se poi il tuo voleva essere un comportamento saccente e sarcastico nei miei confronti, accomodati pure. 😉
oddio…un po suscettibile.
ne saccente ne sarcastico. normalmente nelle risposte si usa il cognome e si da del tu. non abbiamo mai preso un capuccino insieme, ne mai lo prenderemo…soffrirei di gastrite (in parte per il latte)…una birra magari… 🙂
che buone le patatine fritte che fanno all’artistico. a no, è vero, quello è un’altro posto.
richiesta più che logica e moderata. Stavolta daranno risposte …e de pressi puru….la spada di Damocle sul collo ce l’hanno loro, gli amministratori, più che gli artisti….
Al Liceo Artistico è ospitato anche il centro gioco per bambini che si chiama la Bottega dei sogni, che offre un servzio di grande qualità prevalentemente gratuito e molto, molto economico durante le vacanze scolastiche. Lo dico perchè avere le mamme che perdono un servizio cosi nel centro storico significa andare contro tutti i principi sostenuti da questa amministrazione che ha sempre parlato di spazi per tutta la collettività e di democrazia partecipata. Come volete che li educhiamo i bambini se mano a mano leviamo gli spazi di crescita e di scambio? Chi sarà l’utente del futuro della cultura, in ogni modo essa si manifesti?
Ha proprio ragione Roberta.