Anche Antonello Cabras, candidato del Partito Democratico alle prossime primarie del centrosinistra, ha risposto alle mie tredici domande sul futuro di Cagliari. Il senatore ha inoltre aggiunto due risposte su questioni importanti che non avevo sottoposto all’attenzione dei candidati: la pianificazione urbanistica e il rapporto con i comuni del territorio.
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1 – Case popolari e case per tutti
L’assenza di una concreta politica della casa da parte dell’attuale Amministrazione che non è riuscita ad attuare in un decennio neppure i propri progetti annunciati né a sfruttare ad oggi le risorse pubbliche messe a disposizione (social housing) ha fatto lievitare i costi delle aree e delle abitazioni a un punto tale da determinare il crollo dei residenti nella Città.
La politica dell’edilizia popolare ed agevolata (IACP e Cooperative), attuata per mezzo di espropri, non è più praticabile alle condizioni attuali di mercato visti i costi di acquisizione delle aree che ne derivano. L’elevatissimo valore fondiario ormai raggiunto ha disincentivato anche la realizzazione di residenze a costi sostenibili in Città da parte dei privati, costringendo i giovani e chiunque abbia bisogno di una nuova abitazione a trasferirsi verso i comuni confinanti, anche il cui prezzo delle abitazioni, di conseguenza, lievita.
Per ovviare a questo stato di cose si propone:
– il recupero di aree pubbliche in dismissione (aree militari, depositi, servizi non più funzionali, ecc.) con interventi pubblici/privati che abbattano il costo dell’area così da rendere sostenibile la realizzazione di residenze non di lusso;
– interventi di riuso in senso lato (interventi di riqualificazione dell’esistente e di sostituzione edilizia per adeguare il patrimonio esistente ai nuovi standard abitativi, qualitativi, energetici; la riprogettazione consentirebbe un aumento degli alloggi in funzione dei nuovi standard);
– politica sui beni in affitto, incentivando attraverso politiche fiscali il recupero degli alloggi sfitti e rendendo conveniente la reimmissione sul mercato delle locazioni (con immediato effetto sui prezzi di mercato delle nuove residenze).
I nuovi interventi residenziali dovranno essere caratterizzati dalla sostenibilità (economica, energetica, sociale) e dall’elevata qualità architettonica e funzionale, che, attraverso una adeguata progettazione, non comporta costi superiori rispetto alla qualità corrente.
2 – Sant’Elia
Il problema di Sant’Elia è solo una parte, sia pure fondamentale, del problema irrisolto del rapporto della Città con il mare, e con il suo lungomare, che è la sua risorsa e vocazione naturale, a partire da Giorgino e dalla zona di San Paolo, attraversando via Roma fino a giungere a Su Siccu e Sant’Elia.
Il problema di fondo del quartiere di S. Elia sembra potersi individuare nella sua monofunzionalità: si tratta di un quartiere dove alla residenzialità non sono affiancate ulteriori funzioni forti, quali i servizi e il commercio.
La cancellazione da parte del Governo nazionale del progetto per le Zone Franche Urbane, senza nessuna opposizione da parte dell’Amministrazione cittadina, ha fatto cadere una grande occasione di integrazione sociale e produttiva nel quartiere, e la nuova Amministrazione dovrà studiare per proprio conto analoghe forme sostitutive per consentire il raggiungimento di analoghi benefici.
Il quartiere si colloca come una barriera e come un elemento slegato dalla Città; si dovranno dunque attuare tutti quegli interventi (alcuni avviati per poi essere abbandonati) che contribuiscano a collegare il quartiere alla Città (prolungamento della passeggiata lungomare fino a includere S. Elia, insediamento di attività attrattive per la Città e per il turismo, e occasione di occupazione giovanile) e a rendere appetibile nell’area l’insediamento di nuovi servizi (non più solo di carattere pubblico/sociale).
La ripresa degli interventi iniziati con la precedente Amministrazione Regionale, calati con più attenzione nella realtà dei luoghi, può costituire il giusto inizio di un’importante opera di risanamento di questa importante parte della Città.
3 – Il Poetto
Il Poetto rappresenta una, se non la più importante, risorsa turistica strategica.
Il Comune di Cagliari è stato l’unico tra i comuni costieri a non cogliere l’occasione del “Decreto Milleproroghe” per consentire agli operatori di vedere prorogate le concessioni e investire, di conseguenza, nella riqualificazione delle strutture che costituiscono servizi essenziali per la fruizione del litorale.
Bisogna inoltre prendere consapevolezza che il problema del Poetto non può essere circoscritto al tema “baretti”, ma comporta di nuovo uno sforzo di ordine sovracomunale (di coordinamento e armonizzazione delle esigenze e dei piani dei singoli comuni) per sfruttarne appieno le potenzialità di spiaggia urbana (luogo del turismo, del tempo libero, dello sport) come di risorsa ambientale e paesaggistica (connettendola non solo fisicamente ma sopratutto funzionalmente al sistema retrostante del Parco di Molentargius), la cui fruizione deve estendersi a tutto l’arco dell’anno.
4 – Tuvixeddu
La vicenda Tuvixeddu è stata fatta incancrenire oltre ogni limite ma deve essere trovata una soluzione i cui costi, elevatissimi, non ricadano interamente sulla comunità o sull’integrità del bene.
Il contenzioso ha assunto, oltre gli ovvi aspetti economici e istituzionali, anche un carattere di contrapposizione personalistica che una Amministrazione del tutto nuova potrebbe cancellare consentendo una ricerca della soluzione secondo il principio originario, che si è invertito nel tempo, che la realizzazione delle residenze debba seguire, nel tempo e per importanza, la realizzazione del Parco e la salvaguardia delle preesistenze archeologiche. Secondo le prescrizioni ministeriali e regionali, saranno le residenze a doversi adeguare alle esigenze del bene e non viceversa, nella consapevolezza che questa sia l’unica strada per portare a buon fine una vicenda che non giova né alla Città e ai suoi abitanti né agli operatori economici interessati.
5 – Metropolitana e trasporto pubblico
La soluzione della metropolitana interrata per Cagliari è palesemente insostenibile per le incognite archeologiche e geologiche che pone. Vicende antiche come il tentato traforo della Fossa di S.Guglielmo, o recenti come i dissesti del sottosuolo di piazza D’Armi e Villanova fanno ragionevolmente presumere che i lavori di larga scala per una metropolitana sotterranea finirebbero per arrestarsi appena iniziati con costi facilmente immaginabili.
Ma è necessario sottolineare che quello del trasporto pubblico urbano è solo un importante tassello del problema più complessivo della mobilità cittadina che risente direttamente degli effetti prodotti ogni giorno dall’ingresso in Città di traffico dai centri limitrofi. La soluzione a questo, come a molti altri problemi della Città, deve essere individuata su scala intercomunale e a tal fine si renderebbe necessario un tavolo permanente, in cui Cagliari rivesta un ruolo guida tra pari, al fine di trovare soluzioni organiche e condivise per tutta l’area vasta.
C’è la necessità di attuare politiche in grado di invertire la tendenza di Cagliari (una delle Città italiane con il più alto tasso di motorizzazione) con l’offerta di un efficiente sistema di trasporto collettivo che costituisca una reale alternativa a quello individuale, sia alla scala territoriale che a quella locale. Le linee d’azione dovranno concentrarsi:
– sul traffico privato (parcheggi di interscambio ai margini della Città e in luoghi strategici dell’area vasta);
– sul potenziamento e razionalizzazione del trasporto pubblico (revisione dei percorsi attuali su gomma in base ad una visione strategica, ampliamento della metro di superficie in grado di servire capillarmente la Città e l’area vasta in maniera sostenibile e compatibile con le peculiarità urbanistiche e paesaggistiche, realizzazione del Centro Intermodale in piazza Matteotti che renda appetibile raggiungere Cagliari con treno o pullman e colleghi la Città con l’aeroporto in maniera efficiente e continuativa);
– su interventi concreti a favore della mobilità debole (cicli e pedoni) mediante la realizzazione di percorsi riservati, l’informazione degli utenti, la creazione di un servizio che consenta di programmare il percorso più breve e sicuro; col bike sharing si è proposto un sistema debole, invitando i cittadini a pedalare ma senza fornire loro luoghi adeguati per farlo (a titolo di esempio, oggi non solo non esistono adeguati e continui percorsi ciclabili ma non è consentito il trasporto delle biciclette negli ascensori per Castello e sulla metropolitana);
– pedonalizzazione attrezzata dei quartieri del Centro Storico, garantendo parcheggi al contorno e completamento e mantenimento in efficienza del sistema degli ascensori in alternativa ai percorsi meccanizzati previsti dall’attuale Amministrazione;
– repressione dei comportamenti automobilistici, attualmente tollerati, che producono gravissimi intralci al traffico (es.: parcheggio in seconda fila e in corsie semaforiche, su strisce pedonali, ecc.).
6 – Anfiteatro romano
La futura amministrazione di Cagliari dovrà liberare al più presto l’Anfiteatro dalle sovrastrutture che lo nascondono alla libera fruizione e ne minacciano l’integrità, restituendolo alla sua straordinaria dignità e rendendolo un luogo di interesse per il turismo archeologico. Non si può pensare che quella dell’Anfiteatro continui a rimanere la risposta valida alla perenne fame di spazi per grandi eventi in Città: gli stessi eventi, probabilmente anche trasferendo e ristrutturando la medesima struttura in legno e metallo, possono essere dislocati in aree meglio servite e con minore impatto sulla Città, quali S. Elia, Giorgino, l’area attorno alla Fiera e la Fiera stessa; si tratta naturalmente di un intervento che deve rientrare in un discorso strategico che riunisca le logiche future della fruizione culturale, dei trasporti, dell’abitare, ecc.
7 – Centri e spazi culturali
Alla Città gli spazi per la cultura non mancano affatto, quello che si dovrà fare è un progetto integrato che ne regoli l’utilizzo e ne renda effettivamente disponibili quelli che ancora non lo sono; si deve costituire una rete con un programma definito in modo da allargare l’offerta e calibrarla sulla Città verificando passo dopo passo l’oggettiva qualità della proposta culturale e della gestione.
Il tema del riuso della Manifattura Tabacchi, un grande tassello nel cuore della Città, dovrà essere affrontato in maniera chiara e definitiva, per capire come inserirla nel sistema cittadino di spazi per la cultura: è risorsa di spazi da sfruttare per attività artistiche, ricreative, culturali, di formazione, a patto di far rientrare il tutto in un programma che ne garantisca la sostenibilità economica per la Città. Gli spazi direttamente destinati alla cultura possono e devono essere integrati da spazi per l’aggregazione sociale che li rendano vitali anche al di fuori dell’utilizzo istituzionale.
Spazi culturali non sono solo quelli destinati alle esposizioni permanenti o temporanee, ma anche luoghi per stimolare la creatività, in particolare giovanile, come strumento di aggregazione e di risposta al disagio.
8 – Pubblica amministrazione
Molti dei problemi affrontati in altre risposte trovano un punto critico gravissimo proprio nell’inerzia della Pubblica Amministrazione, incapace di garantire risposte positive in tempi adeguati ai cittadini, in particolar modo nei settori produttivi, spesso costituendo un elemento di dissuasione nei confronti degli investimenti e dell’occupazione.
Le ragioni di questo stato di fatto, ormai cronicizzato, sono da rintracciare principalmente in un pessimo rapporto tra amministratori e funzionari, dovuto a intrecci non chiari accumulatisi nel tempo e alla incapacità, oltre che alla cattiva volontà, della politica di governo cittadino di stabilire per sé e per l’Amministrazione regole chiare, semplici e uguali per tutti. Una politica in cui i rapporti con i cittadini non sono stati uguali per tutti, ha portato dirigenti, funzionari e impiegati a muoversi con circospezione e rifiuto delle gravose responsabilità che questo clima ha generato.
Il compito di una nuova politica di governo della Città è di restituire prontezza e chiarezza della Pubblica Amministrazione nei confronti di ogni cittadino, ricostruendo un quadro normativo snello e non ambiguo e stabilendo un leale rapporto di collaborazione nei confronti del proprio personale operativo.
9 – Città turistica
La politica per rendere Cagliari una vera Città turistica deve essere ancora una volta costituita da interventi organici e di vasta scala. E’ vero che l’area vasta dispone di un patrimonio ambientale, storico e archeologico di grandissima importanza, ma bisogna anche dire che tale patrimonio va messo a frutto mediante interventi che creino un sistema logico dell’offerta turistica coinvolgendo l’offerta museale e monumentale, l’utilizzo corretto dei beni ambientali e paesaggistici, la razionalizzazione dell’offerta commerciale cittadina (orari e giornate di apertura dei negozi) e di quella di intrattenimento. Il sistema dei bed & breakfast, fin qui affidato alla buona volontà degli operatori, deve essere sostenuto e promosso dall’Amministrazione comunale, in quanto risorsa non solo economica ma anche di rivitalizzazione del centro storico.
L’attenzione delle compagnie di volo low cost e degli operatori della crocieristica costituiscono per Cagliari un ottimo punto di partenza, con risultati ad oggi ancora lontani dalle aspettative e dalle potenzialità effettive del Capoluogo.
Per quanto riguarda le crociere, moltissima strada deve essere ancora compiuta. I segnali degli ultimi anni non possono far pensare che l’obiettivo sia stato già raggiunto, se Cagliari è ancora al 12° posto in Italia per traffico crocieristico, e moltissimo deve essere ancora fatto. Perché il porto cagliaritano possa diventare un punto di riferimento importante per il movimento crocieristico dovranno essere sviluppati e completati i relativi servizi logistici e intraprese azioni promozionali a scala internazionale.
Le caratteristiche dell’entroterra cagliaritano e la presenza quasi a bocca di porto di un aeroporto internazionale consentono la promozione del crocierismo ‘turn around’, nel quale il crocierista viene fatto sbarcare in Città per alcuni giorni e ripreso da un’altra nave o da un aereo, con ben maggior ricaduta economica.
Un altro tema che la nuova Amministrazione dovrà sviluppare, perché offre un mercato importantissimo in relazione alle nostre caratteristiche climatiche e ambientali, è quello del turismo congressuale. Cagliari è ancora esclusa dalle grandi occasioni congressuali, che pure sarebbero disponibili, non disponendo di adeguati spazi, relativi servizi e di un ricettività articolata in grado di assolvere questo compito molto specializzato. Lo sviluppo di un turismo congressuale avrebbe anche grandi ricadute in termini culturali e di promozione del territorio, non solo cittadino.
10 – Parco di Molentargius
Il Parco di Molentargius-Saline è una risorsa intercomunale, come rappresentato dalla composizione dell’organo di gestione. Purtroppo questo carattere non è stato colto in quella sede, diventato terreno di conflitto e di incomprensione, specialmente tra i due principali attori, Cagliari e Quartu. I modi della sua fruizione saranno fin troppo semplici e ovvi da attuare quando si sarà sciolto per reciproca volontà questo stato di cose. Il Comune di Cagliari deve svolgere un ruolo determinante per il superamento di queste diffidenze e contrapposizioni che hanno portato la gestione del Parco a una sostanziale paralisi. Dovranno essere affrontate alcune criticità, come quella dell’insediamento abusivo di Medau Su Cramu che dovrà essere infrastrutturato, non certamente a totale carico della comunità, per consentirne una ordinata permanenza nel contesto ambientale.
Utilizzando le vie d’acqua che costeggiano il Parco e che si estendono dall’hinterland fino al Porto e all’aeroporto, in collaborazione con gli altri Comuni e con la Provincia, che già aveva elaborato un progetto, potrebbe essere attuato un sistema di mobilità su imbarcazioni libero dai vincoli stradali e di grande attrattiva ambientale e turistica.
11 – Campus universitario
Anche su questo tema la soluzione è quella di sfruttare al meglio tutte le risorse esistenti. L’idea del grande campus in viale La Playa rimane valida e percorribile; si tratta di una grande occasione per dare risposte concrete ai tanti studenti fuori sede e nel contempo di riqualificazione e trasformazione profonda di una parte di Città spesso dimenticata.
Non si dimentichi che l’Università rappresenta per Cagliari un formidabile punto di forza e uno dei pochi punti che ancora la rendono appetibile ai giovani. Perché possa continuare a essere un elemento fondamentale nella cultura e nell’economia cittadina, è indispensabile mantenere possibile la frequentazione studentesca e attuare al più presto una politica di facilitazione che passa prevalentemente per la riduzione dei costi di alloggio che solo una struttura accentrata può garantire, oltre che a favorire l’aggregazione studentesca.
Non si dimentichi, inoltre, che una struttura di questo genere consentirebbe l’attuazione di programmi di summer school con le ovvie ricadute culturali, sociali ed economiche che questi programmi producono.
12 – Teatro Lirico
Il Teatro Lirico ha sì accumulato un enorme disavanzo, ma ancora dispone di una grande considerazione negli ambienti musicali nazionali e internazionali costruita nell’ultimo decennio che non può essere dissipato sull’onda della crisi economica in corso. Per non gettare il bambino con l’acqua sporca, bisognerà ricorrere a una politica culturale che favorisca le proposte originali, innovative e a basso costo, basate principalmente sui contenuti e sulle risorse umane stabili e non solo sui grandi nomi di cartello che non portano un valore aggiunto rispetto ai grandi costi, se inseriti in programmazioni scontate e di routine.
Le politiche di gestione del Teatro Lirico, risanate dei costi culturalmente improduttivi, dovranno tener conto della risorsa costituita dal Parco della Musica che andrà messo a sistema con il Teatro e con la Città per non vederlo morire inutilizzato.
13 – Stadio
Il problema dello Stadio si è incagliato nella polemica personalistica tra Massimo Cellino e Il Sindaco, portandosi dietro una serie di interessi immobiliari discutibili e non pertinenti.
La nuova Amministrazione dovrà riportare le decisioni sul terreno specifico delle esigenze sportive e ricreative, pur tenendo conto di tutte le necessarie dotazioni accessorie che ne rendano economicamente sostenibile la gestione.
Fondamentalmente si dovrà tenere conto che, al di là delle forme di gestione e della partecipazione privata, la struttura attuale è un proprietà pubblica che non può essere né svenduta né affidata per pochi spiccioli.
Le criticità emerse nella possibile rilocazione esterna al territorio comunale, e la smentita a chi prometteva tempi brevi per l’attuazione di quella soluzione, dimostrano che sia ancora possibile riaprire la partita di una localizzazione cittadina di questa struttura di un suo utilizzo non limitato solo al ristretto numero di incontri calcistici.
14 – Risposta a una prima domanda non fatta
Cagliari ha urgente necessità di chiudere i percorsi di adeguamento dei propri strumenti di pianificazione. Il Piano Urbanistico Comunale, che sarebbe dovuto essere aggiornato da almeno due anni, è ancora in alto mare e il Piano Particolareggiato del Centro Storico avanza ancora faticosamente tra le fasi di approvazione.
La nuova Amministrazione dovrà impegnarsi per chiudere in modo snello, e non ambiguo questi due percorsi, per consentire a tutti, dai comuni cittadini agli operatori del settore, piccoli e grandi, di pianificare la propria attività nell’interesse collettivo e per lo sviluppo dell’occupazione e della qualità urbana.
15 – Risposta a una seconda domanda non fatta
Il rapporto con i comuni confinanti è la chiave di volta per la soluzione i moltissimi problemi della Città. La dimensione demografica e territoriale del capoluogo non è proporzionata al ruolo e alla quantità dei servizi e delle attività che è tenuta ad assicurare.
Perché Cagliari non sia vista e non funzioni, per questo motivo, come una realtà marginale è indispensabile che torni a dialogare e a pianificare con i comuni confinanti, insieme ai quali poter raggiungere una massa critica demografica e territoriale all’interno della quale trovano molto più facilmente risposta problemi altrimenti di difficilissima soluzione.
A questo scopo dovrebbe essere promossa l’istituzione di un tavolo permanente tra i comuni dell’area vasta, che, liberatisi da diffidenza e egoismo campanilistico, svolga un ruolo non formale ma autenticamente e concretamente operativo.
Antonello Cabras
” Dovranno essere affrontate alcune criticità, come quella dell’insediamento abusivo di Medau Su Cramu che dovrà essere infrastrutturato, non certamente a totale carico della comunità, per consentirne una ordinata permanenza nel contesto ambientale.”
Giusto per capirci il senatore Cabras sta dicendo che l’abusivismo a Medau su Cramu si risolve asfaltando le strade interne, dotandole di marciapiedi e lampioni per la luce? E adesso che parla di sistema Poetto da collegare al sistema Molentargius, dov’era quando fu presentato il progetto del sistema Molentargius Saline Poetto poi bocciato e diventato solo parco di Molentargius?
Nelle due risposte aggiunte il Senatore Cabras si occupa di ciò che più lo interessa, di urbanistica. Ed utilizza formule minacciose oppure vaghe oppure ambigue.
Già, cosa significa, parlando di centro storico, un piano particolareggiato “snello”? Cosa significa che dovranno essere coinvolti operatori “grandi e piccoli”? E sempre su temi che attengono alla pianificazione: cosa significa la risposta sullo stadio, quella spaventosa su Tuvixeddu, quella generica sul teatro, quella poco originale sulle case per tutti, quella sull’uso del poetto? E le assurdità sui croceristi che nessuno nel mondo civilizzato vuole più?
Forse che il candidato del centro destra vorrà un piano particolareggiato pesante, estromettere gli operatori del setterore edilizio, un teatro in deficit, uno stadio che non funziona, case per pochi e un poetto ancora più avvilito di com’è?
Perché, Senatore, manca una chiara posizione su ogni singolo punto? Essere chiari costringe a schierarsi e magari si perde qualche voto, è vero. Ma è un fatto accertato che con queste posizioni fantasmatiche se ne perdono molti di più.
E’ vero che le prese di posizione poco delineate, prive di salienza, di risalto e di spirito, in una parola prive di contenuti reali, si dimenticano in fretta e magari qualcuno nella cabina elettorale voterà chi lo ha disturbato di meno in campagna elettorale.
Ma è altrettanto sicuro che queste dicharazioni senza colore, sapore e odore fanno perdere i voti di chi ceca chiarezza e preludono evidentemente a comportamenti mutevoli a seconda dell’interesse e della circostanza.
Meglio insomma non prendere posizione prima, così, dopo, si assume la posizione che si preferisce.
Il Pd e il Senatore potranno contare su una grande astensione della sinistra. Potranno anche contare sui frutti dell’aver seminato vento, e quindi raccoglieranno un’indimenticabile tempesta figlia dei veleni, della maldicenza, dell’odio e delle insanabili divisioni all’interno di un partito che grida di continuo “uniamoci, uniamoci” mentre initerrottamente perde pezzi e voti. Ma sopratutto vedranno cosa si ottiene a vivere senza un’anima politica chiara e limpida.
Cummenti si narrara……….
“Una bona occasioni po guadangiai dinai esti cussa de comperai unu iglesienti po su chi balit e dhu torrai a bendi po su chi issu creit ca bàlit”
Su dicciu esti po su nuoresu, ma in custa occasioni fai su propriu!
Cosa distingue la destra dalla sinistra? Almeno a noi nessuno chiede atto di sottomissione!
Se è vero quanto riporta oggi l’Unione Sarda, che Fantola per poter essere candidato dal centrodestra deve giurare nelle mani di Berlusconi, firmando una specie di patto col diavolo di fedeltà eterna.
Vedremo, vedremo, parafrasando il sommo poeta, se più che l’onor potè il digiuno!
Al Principe dei Castosauri sen. A. Cabras consiglierei di pagarsi un giovine virgulto dell’impegno politico locale, anche parente, per redigere en bonne et due forme un “Dizionario Cabropolitichese-Italiano e Italiano-Cabropolitichese”, anche in grado di tradurlo qualora le sue preziose risposte al cronista vengano pubblicate altrove che su Rosarossa Online ovvero su “Le Notizie del Comitato Centrale (privato) del Partito Democratico”.
Il programma è condivisibile, almeno in via di principio, ma è scritto per un solo lector in fabula. Rischia cioè di essere letto solo da un’altra persona che può mettersi in sintonia con questa zuppa piombofusa. Due lettori, scumitu chi no ddus agatat!
Io e la mia famiglia votiamo Filippo Petrucci e siamo convinti che molti democratici, dopo le ultime uscite del senatore (vedi commemorazioni Craxi (latitante e corrotto)) la pensino come noi. Zedda ha triplici incarichi e non credo abbia idee chiare sulla nostra città visto che non ancora mostrato nessun programma. la rivoluzione può iniziare anche dal basso!! 🙂
Ciao!
Il programma di Zedda è sul suo sito. Comunque buon voto a tutta la famiglia Fintanegra!!
Grazie Matteo.
mi pare che il fumo non lo vendono solo a sant’elia leggendo quello che ha scritto l’onorevole cabras
😉
Certo che Antonello Cabras di amici su questo blog ne ha davvero pochi!
Io, devo essere sincero, col passare degli anni mi sono convinto che i programmi servono per governare, ma non aiutano a vincere le elezioni.
La prova è nell’appeal che il centrodestra continua ad avere pur in assenza di qualsiasi idea. Che fare allora, smettere di ragionare sulle cose da fare e concentrarsi sulla come persuadere l’elettore? (O “impollarlo” o qualsiasi termine utile per descrivere l’estorsione del consenso?). Certo che no.
Io concordo con chi dice che non basta ipotizzare soluzioni tecniche, che in ogni caso devono affrontare l’esame della realizzazione pratica (che, come sappiamo tutti, è fatta anche di negoziazione tra gruppi di potere), ma metterci dentro la volontà di cambiare. E mi pare che nella risposta alle 13 + 2 domande manchi proprio questo. Il tutto è svolto come fosse un tema di liceo, ben scritto, con l’utilizzo delle fonti, ma senz’anima.
Un programma di questo genere, modello tesina, credo avremmo potuto scriverlo in molti fra i frequentatori di questo blog, semplicemente collazionando post e commenti.
Rilevo però una cosa che reputo importante, ovvero che l’on. Cabras (o il suo ghost writer, nel caso in cui non abbia scritto tutto di suo pugno, ma fa lo stesso) è finalmente rinsavito e ha preso consapevolezza che a questa città non basta un intervento esclusivamente cosmetico. Servono scelte strutturali, serve una visione diversa, serve una visione che superi l’identità di città sonnecchiosa costruita ad immagine e somiglianza di un piccola borghesia bottegaia (che da piccola borghesia bottegaia ragione anche quando ha milioni di euro in banca!)
Continuo a sostenere che il milgior candidato che il centrosinistra possa opporre a Fantola sia Massimo Zedda perché più radicato in città, perché conosce meglio i meccanismi della politica e dell’amministrazione, perché più adatto a fare da sponda anche alle proposte di Filippo Petrucci e di chi lo sostiene o dell’avvocato Andreozzi (oltre al fatto che sa di ambiente più della candidata verde, a sentire i confronti), perché meglio caratterizzato come antagonista di un gattopardo del potere cagliaritano.
Dal primo febbraio ci sarà tempo per costruire i programmi, per confrontarli con i cittadini e le cittadine di questa città, per immaginarne l’impatto e verificarne la cantierabilità. Ed infine, per costruire (io inizierei a farlo da subito e con persone di altissimo livello) la squadra di assessori che dovrà affiancare il nuovo sindaco per realizzarlo.
Che tenerezza , prima a dire che non si aveva un programma, poi a dire che il programma non è fondamentale per vincere, infine a sostenere che Zedda è il migliore perche il piu radicato in città. Marcello, la città non è fatta solo di baretti e drikini. Più che i “meccanismi della politica e dell’amministrazione” mi sa che il tuo amico conosce meglio le parti che compongono lo spritz.
Ancora con questa storia dei drinkini, ma argomentazioni più robuste? PEr dire alcune cose bisogna avere avere l’autorità per farlo. Io dico che secondo me – mi darai atto che posso pensarla a modo mio – le elezioni non si vincono col programma migliore perché il consenso si conquista in altro modo. E non sto parlando di clientelismo o di pagamento di bollette – prassi piuttosto comune in città – ma proprio del voto di opinione.
Ma non dico di avere l’autorità per parlare di queste cose perché credo di essere più intelligente di te (questo non lo, non ti conosco, magari se c’è qualcuno che conosce entrambi potrebbe risolvere la questione), ma semplicemente perché faccio parte di un cicolo politico che sta lavorndo sul programma da mesi. Non so invece se tu possa dire altrettanto. Il fatto che non sia sul blog di Vito non vuol dire che non esiste (è infatti lo trovi qui http://oratoccaanoi.it/il-programma-della-fabbrica-di-nichi-2/2011/).
Quindi, caro Lucio, risparmia la tua tenerezza per i tuoi cari, a me basta che tu dica cose sensate e un pochino più intelligenti. E sto ancora aspettando…
Mì mì di nuovo con la bava alla bocca! Lucio è al suo primo post ma sa tutto quello che ha scritto Marcello (e gi è nudda!!).
Mi sa che in fondo, in fondo è un mio ammiratore… 🙂
Che ti ammiri è vero. Hai una capacità di arrampicarti sugli specchi davvero ammirevole. Caro Marcello, cosa vuoi argomentare? Massimo Zedda è un bravo ragazzo ma la politica è mettere il c… sulla sedia e studiare, attrezzarsi, sudare per avere qualcosa da dire ed essere credibile. E non essere pronti solamente alla domanda fatidica: ” con o senza ghiaccio?”.
Tu devi essere un qualche generale dell’esercito della salvezza! Ma il problema qual è l’aperitivo o studiare? Perché non mi pare che ci sia incompatibilità. La verità è che Massimo il c… sulla sedia lo mette, ma come devono fare i giovani, esce e si comporta da giovane. Non mi pare che abbia scelto la carriera monacale. Quello che tu vedi come limite è un pregio: esce, incontra persone e si confronta. Un politico non deve stare seduto e basta, neppure per studiare. Ma alternare studio e relazioni. E Massimo questo lo sa fare.
E chi ha mai parlato di incompatibilità? Io sono preoccupato delle monomanie. Fino a un mese fa il Tuo era maniacalmente ossessionato dalla terrazza del Bastione di Santa Croce, ora è diventato uno statista. Mescolare e non agitare, direbbe Bond a proposito di drinkini. Il Tuo, invece non mescola (le esperienze), si agita e basta.
Vabbè, credo che basti così. Se di più non sai fare è inutile perderci tempo.
che classe! Sei proprio pieno di argomenti… complimenti.
ponirì da una parti te l’hanno già detto?
eya Marcello, hai ragione…però ce le fatte leggere le vostre proposte per i 13 punti di Biolchini?
grazie
Per quanto riguarda il programma, vale quanto detto sopra per Lucio: http://oratoccaanoi.it/il-programma-della-fabbrica-di-nichi-2/2011/
Non credo sia obbligatorio farsi dettare l’agenda da Vito, in ogni caso Massimo ha partecipato ad una trasmissione su Radio Press dove ha risposto a tutte le domande che Vito gli ha posto.
Il programma elaborato dalla Fabbrica ha come significato proprio quello di avere un respiro un po’ più ampio, visto che nasce dal confronto fra cittadini, associazioni ed esperti e non è un programma di partito.
E’ molto più faticoso incontrare qualche centinaio di persone in laboratori aperti, sintetizzarne gli interventi, dedicare ore ad ascoltare che mettersi a tavolino e scrivere anche ottimi programmi. e’ la differenza tra la democrazia partecipata e la “letteratura”, tra la politca ed una visione un po’ tecnocratica del mondo.
Chi ha un minimo di conoscenza di progettazione partecipata sa quanto sia vera la massima di Napoleone Bonaparte “partire dopo per arrivare prima”: la partecipazione è più faticosa, ma garantisce maggior durata.
Ma nel nostro caso, caro gentarrubia, neppure questo è vero, perché siamo partiti con largo anticipo proprio perché preferiamo la partecipazione e sappiamo che vale più un passo fatto da cento persone che cento passi fatti da uno solo.
Caro Marcello, io non detto l’agenda a nessuno, non ci tengo proprio. Ho posto pubblicamente delle questioni, a cui tre candidati hanno finora risposto e due no. E’ vero che Zedda ha risposto ad alcune questioni in trasmissione da me, ma non tutti i lettori di questo blog ascoltano Radio Press. Io ho posto questioni d’interesse pubblico: liberi di rispondere o no. Ma affermare che io stia dettando l’agenda vuol dire assumere un atteggiamento lievemente presuntuoso. Le tredici risposte che io chiedo necessitano di un impegno infinitamente minore di quello che tu hai messo in questi giorni a scrivere su questo blog in difesa di Zedda. O no?
ceh oh vito, mò detti pure l’agenda! ecco il grande vecchio della politica casteddaia! e noi che pensavamo stesse in piazza indipendenza!!
O Vito, ma sei permaloso! Se Massimo vuole rispondere alle 13 domade lo fa, se non vuole non lo fa e siamo d’accordo. Mi sarei aspettato che almeno tu capissi il senso di quanto scritto: sembra quasi che sia un obbligo rispondere a quelle 13 domande, io ho dato qualche informazione perché il lettori facessero da soli. Quindi tu fai esattamente il tuo lavoro e lo fai anche bene, ma non è che si può essere giudicati esclusivamente dalla partecipazione al tuo blog.
Per quanto riguarda la partecipazione al tuo blog, non è che mi impegni molto a dire il vero, ma non sono io che devo dare risposte alle tue domande.
Non capisco il senso della tua affermazione. Mi sembra di contribuire alla discussione e argomentare, nel limite delle mie capacità, le mie opinioni.
Mi permetto di correggerti un verbo: io non difendo Massimo Zedda, perché mi sembra che le “accuse” siano francamente risibili (baretti, aperativi ed altre amenità del genere, mai qualcosa di succoso che so utilizzo della carica per interessi privati, connivenza con la giunta di centrodestra o qualche uno scandalo sessuale, che oggi vanno di moda), io sostengo Massimo Zedda perché credo che sia l’avversario più adatto a confrontarsi col candidato di centrodestra, perché sa lavorare in gruppo e perché non è il giovane frivolo che molti tuoi lettori dipingono, ma uno che legge, studia e nelle politica ci mette passione.
Se poi ti dà fastidio che scriva posso anche smettere. Basta dirlo.
Marcello, ci mancherebbe pure che qualcuno sia obbligato a rispondere! Il punto è che in politichese “dettare l’agenda a qualcuno” significa “spostare l’attenzione dalle questioni importanti a quelle meno importanti”. Non mi sembra che le questioni che ho posto non siano di poco conto per chi si candida a fare il sindaco di questa città.
Per il resto, perfettamente d’accordo con te e nessun fastidio nel ricevere i tuoi post che, anzi, sono sempre molto pertinenti e interessanti. Concordo con te inoltre che certe facili ironie su Zedda sono veramente risibili e anche fastidiose.
Caro Vito, so di essere troppo puntiglioso (ma è il mio difetto) per me “dettare l’agenda” significa questo: non tanto spostare l’attenzione da cose più importanti a cose meno importanti, ma semplicemente “imporre” (ti prego di tener conto delle virgolette) gli argomenti ed il modo in cui devono essere illustrati. Come si dice, chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Io credo che tu abbia fatto benissimo a porre le 13 domande, fa parte del tuo lavoro e lo stai facendo molto bene. Infatti, io non discuto con te, ma con qualche frequentatore del blog che fonda il suo giudizio esclusivamente sulla risposta alle domande. Da qui il senso del “dettare l’agenda”. Non so se ne ho fatto un uso improprio, ma questo è il senso che io gli ho dato e quindi ti chiedo di attribuirgli questo significato.
Detto questo, continuerò ad imperversare in questo blog! 🙂
Talmente ampio il respiro dell’elaborazione sin qui maturata dalla Fabbrica, che risulta vaga. Non che gli altri candidati siano molto più concreti, ma da Zedda e da chi lo sostiene mi aspettavo posizioni più decise. A Cagliari ci sono problemi talmente incancreniti che, a mio parere, necessitano di soluzioni anche drastiche e non di indicazioni di massima. Io non sono convinto che si debba continuare a fare filosofia per evitare di spaventare l’elettore-medio-conservatore cagliaritano. Non ha funzionato in passato, perché dovrebbe funzionare ora.
Vito non è che ti avanza un’agenda? In banca non mi hanno dato neanche un calendario. Troppi pochi soldi.
Ciao Stefano!!
Trovo interessante la tua opinione, finalmente si parla di qualcosa di concreto. In quali parti ritieni vago il lavoro?
Io non credo che l’elaborazione fatta in Fabbrica sia vaga, ma è il risultato di un processo partecipativo. E’ necessario mettersi d’accordo sul metodo, personalmente preferisco una maggior partecipazione.
Inoltre, c’è un tempo per ogni cosa, come recitano le Ecclesiaste, c’è un tempo per un progetto di massima ed un tempo per un progetto esecutivo. So anch’io che servono soluzioni drastiche e non mi pare che le soluzioni proposte siano funzionali ai gruppi di potere attivi a Cagliari. E sinceramente, non ci siamo minimamente curati dell’elettore “medio conservatore” cagliaritano, ma dell’elettore che ha partecipato ai nostri incontri (in genere piuttosto impegnato nella società civile cagliaritana). L’avversione verso la “filosofia”, come la chiami tu, maschera nei più accorti un uso ideologico della pragmaticità (esaltato da Berlusconi e dalla mistica del fare), nei meno accorti dall’incomprensione che è proprio la “filosofia” che dà il segno reale a quello che si fa. L’azione non è mai neutra e nasconde e presuppone sempre sistemi di valori e credenze che è sempre meglio esplicitare. A meno che non si desideri avere un rapporto ingenuo con la realtà.
Per le agende, visto che non le uso a me qualcuna avanza, se ti serve non c’è problema…
@ Marcello, Matteo e SEL
Massimo Zedda è assolutamente libero di rispondere o no alle domande di chicchessia.
Se si tratta di campagna elettorale e se si tratta di un blog in cui bazzicano sinistrorsi, penso che un Partito che vuole essere di massa e di sinistra, deve spendere un’ora del tempo di un suo militante per rispondere, in vece del candidato sindaco, a domande sulla gestione pratica della città che si vuole amministrare. Come ha detto Vito, Marcello e Matteo, avete speso più tempo nel ribadire come un mantra che Zedda è il candidato vincente contro la destra e a criticare le proposte degli altri aspiranti (Cabras, Frongia e Petrucci) di quello che sarebbe servito per trasporre nella pratica il vostro programma, seppur seguendo l’agenda dettata da un giornalista, iscritto all’ANPI.
Se poi al Partito non gliene fotte niente dei 13 punti, perfetto! Come ben dici, è sempre meglio esplicitare i sistemi di valori e credenze: allora ditelo chiaramente che per voi la gestione di Cagliari passa per altri punti che sono prioritari! È l’Università? sono gli asili nido? benissimo! Ma non potete mettere un link per rispondere a delle domande. Ayó!
La narrazione di Vendola mi convince perchè coniuga la filosofia della politica con la chiarezza dell’azione, cosa che finora, nei partiti della sinistra “radicale”, a mio giudizio era mancata. Per questo mi aspettavo dal vostro Partito maggiore chiarezza e maggiore azione. Sviluppare un programma partecipativo nell’arco di mesi è sicuramente una gran cosa, però poi perchè tardare tanto tempo nel presentare un candidato alle primarie? con il rischio di inficiare il buon lavoro svolto. E, allo stesso modo, perchè manca la chiarezza su come si pensa risolvere alcuni problemi importanti della città?
Delle preferenze di Massimo riguardo ai drink e ai locali non mi interessa, ma come possibile elettore di SEL, mi piacerebbe ritrovare lo spirito innovativo e “governativo” di Vendola anche nelle sue declinazioni a scala locale.
un caro abbraccio dal caro gentarrubia
Qualcosa continua a sfuggirmi: il problema è la mancanza di proposta o il fatto che non sia stata confezionata nel format “13 domande”? Perché se il problema di sotanza è l’assenza di proposta ho cercato di spiegare che questa esiste, è visibile a tutti sul web ed è frutto di un processo partecipativo pubblico e verificabile. Il link non è messo per rispondere alle domande, ma per dare l’opportunità di verificare un contributo – ancora in fieri certo – al programma finale del centrosinistra. Vale per tutti i candidati? Se la risposta è sì, tanto meglio. In ogni caso, il programma elettorale del centrosinistra, dal momento che è o dovrebbe essere programma di coalizione, non potrà che tener conto di tutti i contributi.
Dire che “al partito non gliene frega niente dei 13 punti” è sbagliato e messo in questo modo anche intellettualmente disonesto. Ripeto le priorità, lavoro, casa, lavoro, conoscenza, inclusione sociale, diritti ecc. è quanto emerso dai nostri incontri. Può piacere o no piacere, ma è il risultato di un rapporto coi cittadini.
Abbiamo già chiarito con Vito il significato di “dettare l’agenda”.
Rispetto alla candidatura di Massimo, la vicenda può essere ricostruita anche solo leggendo questo blog. La nostra prima idea fu di trovare un candidato di coalizione e non di partito. Questa opportunità è sfumata non per nostra responsabilità. A questo punto abbiamo fatto quello che fa un partito serio: cerca di schierare un suo candidato forte. Massimo è un candidato competitivo, lo dimostra anche il sostegno che gli viene dato da semplici cittadini e personaggi noti nei diversi ambienti cagliaritani.
Non mi pare di aver mai parlato male dei programmi degli altri candidati. Mi sono limitato – credo di poterlo fare – di sottolineare quelli che per me sono punti deboli: la scarsa esperienza in materia politica ed amministrativa di Petrucci e il rischio che l’elettore non distingua la differenza tra Fantola e Cabras.
Non vedo cosa cambi l’essere iscritto all’ANPI da parte di Vito, lo sono anch’io e lo sono molti altri compagni e compagne.
credo che il mezzo “blog” è utile, ma in certi casi limitante. In questo caso, credo che non è utile per poterci capire, probabilmente anche perchè ciascuno di noi due ha una propria idea e si attende una determinata risposta. E ci stiamo avvitando nelle stesse considerazioni, senza avvicinarci.
Probabilmente se fossi passato in via Puccini avremmo chiarito molto più rapidamente la questione.
un saluto
Io credo che le 13 domande avranno risposta!
concordo con gentarrubia praticamente sotto tutti i punti di vista, concordo anche con chi sostiene che sia stupido continuare a rinfacciare a zedda i drinkini e cose del genere..in fondo cagliari è bella anche per la fervida voglia di vita notturna che la pervade..non credo che il candidato petrucci non esca mai..certo io che lo conosco posso dire che anche quando gli sia capitato di fare le sei del mattino, alle 8:00 era comunque seduto a fare il suo dovere quindi…
marcello scusa se te lo dico, ma a questo punto fatti assumere come porta borse ufficiale, difendere zedda in questa maniera mi fa pensare che dietro il tuo nome ci sia lui in persona. ci farebbe piacere sentire le sue 13 risposte per avere un confronto confrontabile se mi passi la ridondanza; non è così essenziale certo ma ci permetterebbe di capire se lui pensa da solo oppure in triduo con cocodi e uras.
cordialmente,
anita
Mi pare Zedda abbia risposto. Può dirci come capisce dalle risposte se pensa da solo (e spero che nessuno dei candidati lo faccia) o in triduo?
a chi di voi sostenga che Cabras abbia l’ “esperienza” che manca ad altri candidati, (posto che questa esperienza equivalga ad una reale capacità di governare con passione e con dedizione una città che ha voglia di essere un centro attivo del mediterraneo più che un luogo di passaggio per annoiate crociere), voglio chiedere se vi siate chiesti quanti elettori di centro sinistra lo voterebbero. O state spingendo questo candidato per rimettere la città nelle mani del centro destra per avere di nuovo la chance di criticare piazzette e inutilities per i prossimi anni?
Buongiorno,
visto che sono tornate in auge le 13 domande, segnalo la mia personale risposta alla domanda 3.
http://www.enricolobina.org/wp/2011/01/24/poetto-e-privatizzazione-delle-spiagge-un%E2%80%99altra-prospettiva/
Salutoni
Oh Enrico ! Inza perché non ti sei candidato tu alle primarie?????
la monofunzionalità di Sant’Elia: un quartiere solo residenziale.
ma candu mai! ma se è il più grande centro commerciale all’aria aperta, ma al coperto dei piloties, della città…
se copi, o Cabras, copia bene!
sottoscrivo!!!
Già, se i programmi sono uguali ma Cabras è in grado di argomentarli bene e di rinvigorli con l’esperienza mi dispiace ma è 2-0 per lui.. Per me decide la credibilità di chi propone, chi è che mi da la quasi certezza di farlo davvero! E in questo Cabras non è di certo il primo!
Segnalo che su Rosa Rossa il qui presente post viene venduto come “13 punti per Cagliari”. Biolchini non si nomina, in perfetto Zunk style.
“tra gli altri…”
è vero Marco, sono d’accordo con te, non può esserci troppa differenza..peccato che le idee espresse da Cabras ora non sono le stesse che aveva manifestato in precedenza, non così chiare, per lo meno. Credo che partire da idee PRATICHE e non solo da buoni propositi sia già un gran passo avanti rispetto il trito e ritrito modo di fare della classica sinistra che parla parla e poi si perde in chiacchere. Mi sembra che Filippo Petrucci sia più deciso e molto più chiaro di tanti sentiti fino ad ora anche proponendo soluzioni che rischiano di essere impopolari come quelle di una regolarizzazione dell’attività di alcuni imprenditori cagliaritani, non credi?
Desolante.
Ma Biolchini perchè non ha taggato anche Petrucci nel post? Mi sembra doveroso, dal momento che le risposte sono le stesse che ha dato qualche giorno fa su questo blog.
La sostanza conta eccome, caro Marco P, e qui Cabras ce ne ha messa pochina.
La sostanza conta eccome, ma quello che volevo di dire è che non sono due note programmatiche il terreno per misurarla. La “sensibilità” di cui parlavo e l’efficacia nell’affontare le questioni le misuri nell’ agire politico. Da li capisci anche quanto il politico crede realmente in ciò che ha afferma, quanto è realmente capace o disposto a spendersi. Dai programmi non possiamo aspettarci molto più che dichiarazioni di intenti più o meno ripetitive, circospette, ovvie, necessarie. Se riprendo in mano il programma di Floris di qualche anno fa penso che continuerei a condividerlo almeno per il 70 %.
Certo un’idea te la fai sulle su chi hai difronte. Non ci voleva molto a capire ad esempio di che pasta era fatto il sig. Cappellacci. E se vuoi sapere la mia su Cabras, al di la delle sue posizioni su questa o quella questione, mi pare sgonfio e rinunciatario. Amministrare una città come cagliari richiede energie e determinazione per prendere di petto i problemi, scontrarsi con poteri, consorterie, grandi e piccoli interessi. Non credo sia l’uomo giusto per cambiare il passo a questa città. Ma sono anche consapevole che un Cabras che uscisse vincitore azzoppato da queste primarie, si presenterebbe debole allo scontro col cn-dx. Mi trovo in imbarazzo per il voto di domenica.
Vuoi vedere che il Pd gli ha passato anche il programma?
Vorrei vedere se avesse detto che il Poetto va bitumato, che per le case popolari sono cazzi di chi di è povero che Sant’Elia va lasciato così perché altrimenti non si sa dove andare a comprare il fumo.
Quello che ha scritto è il minimo contrattuale per un candidato di centrosinistra.
Massima stima per Petrucci però ora non che ha l’esclusiva…
Quello che mette in luce il signor pipistrello è che c’è una convergenza di programmi. Ma questo mi sembra naturale, chiunque di noi – a sinistra – avrebbe scritto la maggior parte di queste cose. Anche perché appartengono ad un dibattito e a lotte che in città durano da decenni e fanno parte della nostra “memoria collettiva”.
Le stesse tredici domande sono le tredici domande che ogni cagliaritano avrebbe posto…
Quindi posto che neanche la nonna di Petrucci pensa seriamente che Filippo potrebbe (saprebbe?) fare il sindico, c’è da gioire sul fatto che possiamo tutti condividere almeno il 95% del programma dell’unico candidato che ha realmente chances di farcela. O no?
posto che quella che è una sua opinione (Gent. mo Sig Giap) dovrebbe essere espressa come tale senza pensare per terzi (soprattutto parenti morti da un pezzo), dal momento che per me filippo petrucci può avere le capacità di fare il sindaco meglio di quanti si siano già seduti su quella poltrona e meglio di altri che già ne occupano o ne hanno occupato una, la risposta alla sua domanda per quanto riguarda me e tantissimi elettori di centro sinistra è: sì, possiamo condividere il programma che Petrucci ha scritto per Cabras, ma non possiamo votare Cabras perchè puzza di trito e ritrito. L’avete capito che abbiamo bisogno di aria nuova? se Lei, caro Giap non ne ha bisogno meglio per lei, che contribuirà all’elezione del candidato del centro destra.
cordialmente
La cordialità degli elettori di Petrucci è commovente. Strano che non ci abbiano ancora cercato la mamma (i parenti morti da un pezzo sì però).
Io preferisco chi si circonda di gente seria.
O Lucio! ma scisi ligi? o bolisi sceti ghetai ladàmini? il tuo nick si ispira al difensore dell’Inter? bonu sceti a segai is cambas…
oh lucio lo parli e soprattutto lo capisci l’italiano? non ti do del tu perchè temo che tu non mi capisca.
Lucio, forse dovrebbe leggere con più attenzione i post. Le sfugge qualcosa: ritenti, sarà più fortunato. Chi ha citato i parenti non mi pare un sostenitore di Filippo Petrucci… A lei capire chi sostiene, ce la può fare!
Sarò ingenua io, ma non vi sembra un copia incolla delle idee proposte da Petrucci diversi giorni fa, semplicemente ben argomentate e rinvigorite da quell’esperienza che a Cabras non manca?
Sarò ingenua io, o saranno ingenui quelli che voteranno per Cabras sapendo che non avrà neanche fatto lo sforzo di scrivere qualche cosa di veramente suo nel programma?
Sarò ingenua io, ma l’integrazione con il programma degli altri candidati sindaco del centro sinistra non dovrebbe avvenire a posteriori rispetto alle primarie?
Comunque il programma di Petrucci è stato pubblicato per intero sabato 22 gennaio su http://www.petruccisindaco.wordpress.com
Meditate gente, meditate…
Io direi che non è il caso di confondere le primarie con le elezioni.
Può darsi che sia davvero un copia e incolla, ma io mi preoccuperei di più se due aspiranti candidati per la stessa coalizione avessero programmi molto diversi.
Le idee e le soluzioni sono quelle che circolano sulla bocca di tutti da anni. Le soluzioni per amministrare la città, gira e rigira, sono sempre le stesse, non c’è molto da inventarsi. Pensiamo che tra i programmi di centro destra e quelli di centrisinistra ci saranno differenze macroscopiche? No, potrà cambiare la sensibilità rispetto a certi temi, qualche preferenza o qualche ideuzza originale su alcune cose, ma il succo è lo stesso. Quello di cui cagliari ha bisogno non è la nuova pensata stravvanata, ma la capacità di realizzare e attuare i buoni propositi, cosa che è mancata in tutti questi anni di pianificazione fine a se stessa.
Ciò che differenzierà i contendenti dei due poli non sarà la sostanza delle cose, semmai la sensibilità nell’approccio ai singoli problemi.
sottoscrivo. la vera sfida non credo sia nelle proposte ma nella capacità di portare avanti anche quelle apparentemente semplici. credo che cabras abbia l’esperienza per farlo.
ma questa esperienza a odor di garofano con essenze di ex presidente della Regione che al cor non si SPAVENTA(chi vuole intendere intenda!!!!!!!!!!!!!… mi sono presa la licenza poetica eliminando spaura)
con nuance di senatore caramellato fosse almeno alimentata da un entusiasmo per il progetto che vuol portare avanti!!!!!! Piú svogliato che mai con fare assonnato e golfino di cashmire si presenta ai dibattiti con quel fare di chi l’ha quasi costretto a venire e l’ha distolto dai suoi solenni incarichi.
Risponde su tutto e niente ,nominando tutto e niente, ipnotizzando il pubblico con il suo effetto soporifero di nonno racconta storie.
Lo seguo da una settimana e ho l’impressione di sentire delle supercazzole abilmente costruite.
CHE DU PALLEEEEEE!!!!!! Ma é mai possibile che non si faccia uno sforzo per portare avanti persone che hanno si esperienza , competenza e voglia di interagire con gli interlocutori??’??
Petrucci é un cittadino, si avvale di persone competenti , non fa il politico e non parla in politichese , ma dice cose lucide chiare , sintetiche e ha un approccio risolutivo ai problemi.
Zedda usa ogni occasione per fare un comizio , sa fare il politico , ma deve affinare le sue capacitá e dare piú spazio a persone che nel suo partito sono forse piú bravi di lui.
Che vinca il migliore!
condivido in parte l’intervento di violadimare, che dice finalmente cose sensate. cabras a cagliari potrebbe essere un “floris” di sinistra (sinistra?): inerzia e (forse) nuove piazze e vie alla memoria della buon anima di bettino.
Ha un atteggiamento vagamente presuntuoso, alla d’alema direi: castosauru perdiu!
Non avrà mai la base di sd.
A proposito di volti nuovi: ma SEL non aveva proprio altre candidature?