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La Cassazione ha confermato i sette anni di condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia per l’ex presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro. L’uomo politico ora finirà in carcere e decadrà dalla carica di senatore.
Nonostante la sentenza di primo grado già facesse intendere le cattive frequentazioni di Cuffaro, nel 2008 il segretario nazionale dell’Udc Pierferdinando Casini aveva infatti deciso di candidarlo comunque al Senato. “I partiti devono assumersi la responsabilità delle scelte, noi ce le assumiamo. Cuffaro credo abbia subito una vera e propria persecuzione giudiziaria”, disse .
“Mi assumo la responsabilità politica di questo atto”, aggiunse poi ad Annozero, mettendo sul piatto tutto il suo peso politico di leader nazionale e di Presidente della Camera. Promettendo però che, in caso di condanna, si sarebbe assunto le sue “responsabilità politiche”.
Ora a Casini è inutile chiedere concertamente in che cosa consista questa “responsabilità politica” di cui parlava tre anni fa. Casini ha semplicemente portato al Senato un uomo politico che, al momento della candidatura, era già seriamente indiziato per mafia. La condanna ora travolge entrambi, segno che nel nostro paese il problema non è solo Berlusconi ma soprattutto un centro destra più complessivamente marcio e moralmente corrotto.
Il bolognese Casini fa la verginella, ma tutti sanno che nel meridione pezzi del cosiddetto “centro” sono legati alla criminalità organizzata già dai tempi della Democrazia Cristiana.
Dopo essersi reso responsabile dell’elezione al Senato di un mafioso, se Casini fosse un uomo d’onore (ma non come Cuffaro), dovrebbe quantomeno lasciare il vertice del suo partito. Ma non lo farà, e continuerà a dare lezioni di morale a destra e a sinistra.
Ieri ho avuto il piacere e l’onore di intervistare a Cagliari l’ex presidente della commissione antimafia, Francesco Forgione. “Serve un accordo tra i partiti perché non siano candidate persone che anche solo ricevono un avviso di garanzia per reati gravi”, ha detto. “Tutti noi sappiamo che interessi rappresentano certi politici, ma i partiti fanno finta di nulla. A destra come a sinistra. Nella mia regione, in Calabria, vi posso dire che, alle ultime Regionali, nemmeno la lista di Sinistra e Libertà era votabile. I responsabili dei partiti che compongono le liste si “accorgono” solo dopo le sentenze che certi personaggi sono collusi con la criminalità organizzata”.
Queste parole mi hanno turbato. Poi mi sono ricordato che il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (sotto inchiesta per lo scandalo P3) aveva dichiarato di avere incontrato Flavio Carboni perché in realtà non sapeva chi fosse… E allora mi sono tranquillizzato.
O’ Vito, ses accabendi a fare i titoli di venti righe a tipo giorgio melis!!!!!
Banana,
Vito deve ancora farne di strada per arrivare ai titoli di Giorgio!
Ma solo chi ha partecipato alle riunioni di redazione di Altravoce sa che, in confronto alla sua parlantina, i suoi titoli potrebbero dirsi stringati e sobri…
io partecipavo 😀
Lo so, c’ero anch’io…
DA CORRIERE DELLA SERA.IT: “In un comunicato congiunto Pier Ferdinando Casini e Marco Follini si dicono «umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro» ed esprimono «rispetto per la sentenza, come è doveroso in uno Stato di diritto e tanto più da parte di dirigenti politici. Ma, non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso».”
I fatti non contano più nulla. La realtà è fatta di impressioni personali.
@Stefano. Per citare qualche canzone:
Capireee tu non puuoiiii,
Tu chiamale se vuoii… emoziooooOOooniiiii…
That’s what friends are for.
Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin, mai nessun ci dividerà trallallallallà…
Un solo pensiero… dopo Silvio Berlusconi? Il vuoto ? Noooo… abbiamo degni sostituti… lo stabulario è colmo di nuovi elementi… Puah !
Ricapitolando: Casini è sempre stato un garantista ma ora certamente, in seguito alla pronuncia della Cassazione, chiederà scusa e imprimerà una severa svolta alla UDC.
Cappellacci ha fatto esperienza, messo giudizio e quindi ora non è più vittima della dabbenaggine che lo ha spinto ad accogliere i suggerimenti e le indicazioni dei Galantuomini Verdini e Comincioli.
Nel frattempo si scoprirà che le ragazze dell’Olgettina sono delle novizie carmelitane e che ad Arcore agisce un’opera pia.
O non si chiamava Orgettina, la sede dell’opera pija?
grazie Vito per avermi ricordato la promessa di Casini