Facciamo l’elenco.
Contro il parcheggio sotto le mura di Castello a Cagliari si è schierata innanzitutto Italia Nostra, che presto presenterà due ricorsi al Tar. Da subito ha espresso la sua contrarietà il Cagliari Social Forum. Anche il Gruppo di Intervento Giuridico (benemerita associazione ambientalista) boccia nettamente l’opera. Poi ci sono studiosi come l’archeologa ed ex assessore regionale Maria Antonietta Mongiu, e lo storico dell’arte Franco Masala. L’ex assessore regionale della giunta Soru ai Lavori pubblici Carlo Mannoni su facebook ha scritto “Secondo me questo parcheggio non si può fare”. Un anno fa la sezione Sardegna dell’Istituto Italiano Castelli aveva espresso le sue riserve. Il docente universitario di trasportistica Italo Meloni contesta le tanto sbandierate ricadute positive dell’opera sul peso del traffico nel centro storico. Poi ci sono gli artisti e gli intellettuali: ai sit in contro il parcheggio c’erano lo scrittore Giorgio Todde e il regista Enrico Pau. E l’ultima volta sotto il municipio in via Roma c’era Marco Cadinu, che insegna in facoltà di architettura ed è uno studioso della città.
Poi ci sono i cittadini del centro storico, la cui voce è Gianfranco Carboni, ultimo presidente della circoscrizione (ora non esiste più). Poi ci sono i cani sciolti, qualche grillino (il senatore Roberto Cotti ha annunciato una interrogazione parlamentare), esponenti di varie associazioni culturali.
Tutta gente che al 95 per cento alle ultime elezioni comunali ha votato Massimo Zedda e centrosinistra.
Al lungo elenco si aggiunge oggi nientemeno che Legambiente. In una documento (che vi propongo integralmente alla fine di questo post), l’associazione (sempre molto ben disposta nei confronti del sindaco) boccia senz’appello il progetto della giunta comunale. Mercoledì il documento è stato consegnato al sindaco Massimo Zedda nel corso di un incontro a cui erano presenti gli assessori ai Lavori Pubblici Luisa Marras, al Traffico Mauro Coni e alla Cultura Enrica Puggioni, nonché diversi consiglieri comunali. Ma ai rappresentati dell’associazione (Vincenzo Tiana, Carla Varese e Roberta Sanna) il sindaco ha annunciato di voler andare avanti.
“La realizzazione del parcheggio interrato comporta ingenti opere di scavo, sia sul terreno di riporto sia sulla roccia, ed indispensabili strutture di sostegno che andrebbero ad intaccare l’integrità delle mura cinquecentesche. Per questo esprimiamo la nostra contrarietà all’intervento, e proponiamo una radicale rielaborazione del progetto che passa per una generale programmazione del sistema della mobilità in città e nei quartieri storici in particolare”.
Vi basta? A me no.
“Le opere di scavo non potranno prescindere dalla realizzazione di una struttura complessa in cemento armato tipo “berlinese”, da infiggere a filo delle mura con scavo completamente in roccia fino a 15 metri di profondità ed a sua volta con necessità di ancoraggio alla roccia retrostante mediante un numero elevato di tiranti metallici trasversali”.
E quindi?
“Le vibrazioni dello scavo meccanico possono causare cedimenti nella roccia, la porzione di roccia rimossa depaupera la resistenza all’appoggio del muro soprastante, la sede di imposta del detto muro sarebbe alterata, così come il quadro statico complessivo (…) La roccia destinata ad asportazione per frantumazione e scavo potrebbe, altresì, contenere cavità (naturali e artificiali) nonché corpi idrici sotterranei, il cui assetto risulterebbe sconvolto dalle operazioni, potendo causare ulteriori squilibri e dissesti anche importanti, ed anche nel lungo termine”.
Conclusione:
“In sostanza la proposta progettuale prevede che il più importante ed imponente monumento della città, costituito da oltre 2 km di sistema fortificato, di cui i bastioni di S. Croce rappresentano il settore più integro, configurando una struttura paesaggistica unica, caratterizzata dal portato storico delle migliori tecniche costruttive del 1300, del 1500 e del 1800 venga trasformata in un complesso che si reggerà grazie all’impiego delle nuove tecnologie, ma invasive. Dalle nuove indagini si rileva, a nostro parere, che le opere in progetto, nonostante l’impegno migliorativo profuso, appaiono ancora così impattanti da comportare seri rischi di alterazione dell’equilibrio geomorfologico e compromissione dell’integrità del complesso monumentale, architettonico e paesaggistico. Soprattutto vorremmo lasciare in eredità alle future generazioni un complesso fortificato integro e migliorato rispetto allo stato attuale”.
Pochi giorni fa, incontrando una delegazione di associazioni e cittadini, i rappresentanti dell’amministrazione comunale hanno pervicacemente ribadito la volontà di portare avanti il progetto del parcheggio.
“Quisque faber fortunae suae” dicevano i latini, ma anche “Quo usque tandem abutere, Massimo Zedda, patientia nostra?”.
Ieri l’Unione Sarda pubblicava nella stessa pagina l’ennesima difesa ad oltranza della legnaia dell’Anfiteatro romano da parte dell’ex sindaco Mariano Delogu, e le motivazioni che inducono questa maggioranza di centrosinistra a portare avanti il progetto del parcheggio interrato, voluto dal centrodestra ed ora riproposto pari pari nella sua essenzialità (multipiano prima, multipiano adesso) dal centrosinistra. Due vicende in effetti molto simili.
Mancano due anni e mezzo alle prossime elezioni comunali, siamo ad un punto di svolta. L’impressione è che questa vicenda del parcheggio sotto le mura rappresenti per molti in città una sorta di un Rubicone: se questa amministrazione lo varca, bisognerà organizzare le idi di marzo.
Qualche consigliere comunale in effetti sta iniziando a ripensarci. Claudio Cugusi ha proposto un referendum sul parcheggio, Giovanni Dore su Sardegna Oggi pone qualche dubbio: “Il fatto che gli ambientalisti pongano problematiche è accettabile dopo quello che è successo a Cagliari con il ripascimento del Poetto, l’accordo di programma per Tuvixeddu o piazza Maxia”.
E degli alberi di Terrapieno ne vogliamo parlare?
Dulce bellum inexpertis, expertus metuit.
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Nel documento che segue, elaborato con il contributo del comitato scientifico, Legambiente Sardegna espone la propria posizione riguardo al progetto del “PARCO DI CAMMINO NUOVO” che prevede anche un parcheggio interrato multipiano. Tale documento, già inoltrato all’amministrazione comunale, è stato illustrato nell’incontro di ieri al Municipio. Oltre al Sindaco Massimo Zedda erano presenti gli assessori ai Lavori Pubblici Luisa Marras, al Traffico Mauro Coni e alla Cultura Enrica Puggioni, alcuni consiglieri comunali, nonché i tecnici comunali ed i docenti universitari autori delle relazioni integrative, che hanno recentemente consentito un esame più approfondito del progetto. Per Legambiente erano presenti Vincenzo Tiana, Carla Varese e Roberta Sanna.
A conclusione dell’incontro è stata espressa la disponibilità a proseguire il confronto.
DALLE ULTIME INDAGINI SI EVIDENZIA UNA PREVISIONE DEGLI SCAVI IN ROCCIA LUNGO IL FRONTE DELLE MURA DI CAMMINO NUOVO ED A FILO CON ESSE
– CONNESSA ALLA REALIZZAZIONE DEL PARCHEGGIO INTERRATO MULTIPIANO-
CHE DI FATTO COMPORTA UNA SERIE DI FORTI CRITICITA’ PER L’INTEGRITÀ DEL COMPLESSO MONUMENTALE E DEL QUADRO PAESAGGISTICO
IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE SCONSIGLIA QUINDI LA REALIZZAZIONE DI TALE PROGETTO PER CUI SI RITIENE NECESSARIA UNA RADICALE RIELABORAZIONE DEL PROGRAMMA “PARCHEGGIO DI SCAMBIO” TRA STAMPACE E CASTELLO-BUONCAMMINO
Premettiamo che, come abbiamo più volte dichiarato, il complesso della Città murata e delle sue fortificazioni costituisce, a nostro parere, il più imponente monumento della Città di Cagliari, con un valore unico e decisivo, di portata e significato non solo urbano ma internazionale.
Il tratto delle mura occidentali, giunto intatto fino ai giorni nostri, si presenta come un vero e proprio palinsesto storico ed architettonico, che abbraccia tutte le fasi costruttive riscontrate nelle fortificazioni di Cagliari, dal 1200 al 1800, e presenta motivi di straordinario interesse, sia per il valore culturale e monumentale delle edificazioni, sia per la bellezza e la suggestione dei luoghi e del paesaggio urbano.
Sul progetto di riqualificazione dell’area del Cammino Nuovo ed il previsto Parcheggio di scambio abbiamo già a suo tempo presentato le nostre osservazioni, che ponevano due condizioni irrinunciabili: la salvaguardia dell’integrità del complesso monumentale costituito dal sistema delle mura e lo scavo per inserire il parcheggio interrato limitato al “solo il terreno di riporto e non incidere la roccia viva”. Sempre nell’intento di contribuire in modo costruttivo al dibattito culturale intorno al progetto, mantenendo fermo il complesso delle osservazioni già presentate, vogliamo aggiungere ulteriori considerazioni a seguito di un approfondimento dell’insieme della nuova documentazione.
Da un’attenta analisi delle relazioni che corredano il progetto preliminare, ed in particolare da quelle che sono state recentemente elaborate a seguito di nuove indagini integrative, richieste dagli uffici della Regione Sardegna, si evince che la realizzazione del parcheggio interrato comporta ingenti opere di scavo, sia sul terreno di riporto sia sulla roccia, ed indispensabili strutture di sostegno che andrebbero ad intaccare l’integrità delle mura cinquecentesche.
L’esito delle indagini integrative e le corrispondenti relazioni di analisi, hanno fatto emergere, a nostro parere, una serie nuova di questioni inerenti la stabilità del complesso basamento roccioso e mura soprastanti, che costituiscono un insieme ben assestato e consolidato, oltre che un unicum di straordinario valore monumentale e paesaggistico. Infatti la relazione geotecnica indica la necessità di realizzare, in via preliminare agli scavi, opere di consolidamento dell’intero paramento murario mediante un sistema di tiranti metallici trasversali, da ancorare sia in profondità, nella roccia viva, sia sul paramento esterno, con piastroni metallici, presumibilmente da rendere tra di loro solidali. A questo si aggiunga che le opere di scavo non potranno prescindere dalla realizzazione di una struttura complessa in cemento armato tipo “berlinese”, da infiggere a filo delle mura con scavo completamente in roccia fino a 15 metri di profondità ed a sua volta con necessità di ancoraggio alla roccia retrostante mediante un numero elevato di tiranti metallici trasversali.
Quindi le strutture previste (tiranti sul paramento delle mura e berlinese con un’altra serie di tiranti) determinerebbero una marcata alterazione delle basi strutturali del complesso paesaggistico costituito dalla base geomorfologia e dalla soprastante fortificazione muraria, come ad oggi configuratosi ed assestatosi, con conseguenze reali a lungo termine non facilmente ipotizzabili.
L’intervento previsto contempla infatti sia lo scavo in roccia sia la rimozione di terreno di riporto, accumulato o depositato anche in epoca storica, la qual cosa comporta anche scavo archeologico di tipo stratigrafico. In tale terreno si potrebbero incontrare anche resti di strutture murarie antiche, ovvero manufatti di interesse storico, non sempre asportabili.
Emerge inoltre la previsione di scavare la roccia (tramezzario) per un grande volume, con effetti non facilmente preventivabili: le vibrazioni dello scavo meccanico possono causare cedimenti nella roccia, la porzione di roccia rimossa depaupera la resistenza all’appoggio del muro soprastante, la sede di imposta del detto muro sarebbe alterata, così come il quadro statico complessivo. Inoltre lo scavo in roccia risulta prevalente nel complesso dell’intero volume di scavo necessario ad inserire il parcheggio multipiano. La roccia destinata ad asportazione per frantumazione e scavo potrebbe, altresì, contenere cavità (naturali e artificiali) nonché corpi idrici sotterranei, il cui assetto risulterebbe sconvolto dalle operazioni, potendo causare ulteriori squilibri e dissesti anche importanti, ed anche nel lungo termine.
In sostanza la proposta progettuale prevede che il più importante ed imponente monumento della città, costituito da oltre 2 km di sistema fortificato, di cui i bastioni di S. Croce rappresentano il settore più integro, configurando una struttura paesaggistica unica, caratterizzata dal portato storico delle migliori tecniche costruttive del 1300, del 1500 e del 1800 venga trasformata in un complesso che si reggerà grazie all’impiego delle nuove tecnologie, ma invasive.
Tutto ciò premesso e considerato, dalle nuove indagini si rileva, a nostro parere, che le opere in progetto, nonostante l’impegno migliorativo profuso, appaiono ancora così impattanti da comportare seri rischi di alterazione dell’equilibrio geomorfologico e compromissione dell’integrità del complesso monumentale, architettonico e paesaggistico. Soprattutto vorremmo lasciare in eredità alle future generazioni un complesso fortificato integro e migliorato rispetto allo stato attuale.
Pertanto, applicando il principio di precauzione, raccomandato dalla UE in casi analoghi e ritenendo che i rischi superino notevolmente i vantaggi della realizzazione di un parcheggio interrato, esprimiamo la nostra contrarietà all’intervento così come si configura dagli elaborati integrativi e proponiamo una radicale rielaborazione del progetto che passa per una generale programmazione del sistema della mobilità in città e nei quartieri storici in particolare.
Cagliari 20/03/2014 Il presidente di Legambiente Sardegna
Vincenzo Tiana
Questa povera mania di essere “unici” nel Mediterraneo, di avere un museo “unico”, uno stadio che potrebbe essere “unico in Europa”, il clima migliore (Sassari ha comicamente il secondo miglior clima al mondo), il mare migliore, tutto unico, di credersi un po’ più importanti se ci convinciamo che Peron è nato qui, che Oetzi ha cromosomi sardi mummificati, che Colombo era mezzo sardo (la parte migliore), mentre la realtà – che è crudele – racconta il contrario, be’, tutto questo rivela un inguaribile complesso inferiorità che non guarisce e anzi, in momenti difficili come questo, si aggrava.
Ora questa malattia si manifesta anche con ascensori, parcheggi scavati a costo di mettere a rischio interi quartieri. Che roba.
Di una cosa siamo sicuri 2014, siamo gli “unici “in Italia ad essere così inquinati,primi per estensione anche rispetto alla campania ,da doversi preoccupare,ma nessuno ne parla,anzi minimizziamo.In quanto a OETZI E I SUOI CROMOSOMI(sembra il nome di un gruppo tipo luci della centrale elettrica)se ne potrebbe parlare………
L’infatuazione di Massimo Zedda per il megaparcheggio sotto le mura non è purtroppo solo l’ennesima manifestazione di balentìa politica di questo Sindaco che, al pari di tanti altri di queste ultime generazioni incoronati dall’investitura diretta dai cittadini, pensa forse di essere diventato il padrone della città infischiandosene dell’opinione pubblica e di quella di chi l’ha eletto .
‘E stato un dato ricorrente di questa consiliatura che quando c’è la cultura di mezzo Zedda va in pallone, e abbiamo già visto che è stato capace di trattare la massima istituzione culturale della Sardegna come l’ultima delle cariche di sottogoverno da occupare posizionandovi i fedelissimi del partito, alla faccia della “questione morale” di Berlinguer.
Che un Sindaco di Sinistra non si renda conto che quest’ opera sia una vera porcata indifendibile sconcerta i suoi elettori e sostenitori, ed è un paradosso che un Sindaco come Zedda che ha ben lavorato sinora per rendere quanto più pedonalizzata e ciclabile la città, invertendo la rotta seguita dai suoi predecessori, si sia innamorato dell’ennesimo inutile e devastante parcheggio in centro che solo un Sindaco come Delogu poteva permettersi di difendere.
Yuri Marcialis segretario cittadino del PD, di cui Biolchini ha sopra richiamato l’intervento, non credo che sulla questione esprima opinioni personali, ha indicato sicuramente la linea del PD cittadino, ed è augurabile che i Consiglieri comunali del partito ne traggano immediatamente le dovute conseguenze.
Devono inaugurare la passeggiata sotto le mura a Terrapieno. Nessun paragone con il parcheggio sotto Santa Croce semplicemente perché non c’è nessun parcheggio e si tratta di una “ripulitura” di un tratto abbandonato per anni e anni. Un progetto della giunta Floris, giustamente ripreso.
Ma anche passeggiando a Terrapieno si arriva alla bruttezza della spianata di cemento armato del parcheggio – perennemente vuoto – che ci venne raccontato come un nuovo giardino. Ed è uno squallido terrazzone. Davanti a quel parcheggio il Terrapieno frana.
Dunque abbiamo un perfetto esempio di cosa non si deve fare. La dimostrazione che un cubo di cemento sotto le mura è un pericolo da evitare.
Credo che tre piani interrati sotto Santa Croce rappresentino un pericolo così serio che questa amministrazione non lo farà. Non bastano certo le rassicurazioni dell’ingegnere comunale e il suo sistema di pali e tiranti. Quanti tecnici, quante rassicurazioni abbiamo sentito e a quante disgrazie abbiamo assistito, non solo a Cagliari, per la sottovalutazione o l’ignoranza dei problemi legati ai suoli.
Certo, si fermeranno.
Caro Paulsc, lei ha ragione, serve buon senso. E costruire un parcheggio sotto le mura medievali e roba da non credere.
Oltretutto – e questo raddoppia il suo avere ragione – non ho mai visto tanti ex elettori prendersela con quello che avevano eletto.
Ci vuole talento.
Un capitolo a parte, ma se vuole ne parliamo, è rappresentato dai funzionari, dalla direzione generale in giù, sino all’ingegnere padre di questa variante.
Saluti cordiali
Questa espressione latina ti piace eh? 🙂
https://www.vitobiolchini.it/2010/11/06/rai-tre-sardegna-e-premio-alziator-uno-schifo-quo-usque-tandem-tonino-oppes/
Due volte in 1181 post! 🙂 🙂
Non è latino, Aldo, è sardo.
L’atteggiamento è quello tenuto per la vicenda del lirico. Solo che qui un ripensamento tardivo non può essere corretto da una nuova nomina. Se trivelli rocce antiche e ti accorgi che hai sbagliato, non puoi puntellare con delle nuove delibere.
Eh sì per noi ambientalisti livorosi e legammbiente due incontri separati, non sappiamo come mai.
Te lo dico io ,già tutto programmato per fare un’altra cosa,tanto il progetto non sarebbe mai andato avanti.Aria fritta che si respira tra compagni di merenda.Legambiente,ma esiste ancora?
curioso: il sindaco ha ricevuto Legambiente ma non ha ricevuto gli altri “ambientalisti”……
No, anche gli altri ambientalisti sono stati ascoltati nei giorni scorsi dall’amministrazione. Non c’era il sindaco ma tutti gli altri si
Oh Paolo,è da tanto che fai ambiente,lo sai come funzionano i salotti ambientalisti cagliaritani.Quando c’è da raschiare tiana è sempre presente,chiaro no.
con zedda il confronto è anche legato agli esiti processuali…. Oramai siamo alla Bolivia altro che confronti….
Ma esistono politici non indagati ?
E questi trivellano, contro ogni logica, senza preparazione tecnica, una montagna—
Tra gli aoristi zedda ha studiato ingegneria?
“Premetto che non sono archeologo e che non studio flussi di traffico e tantomeno posso fare calcoli sulla stabilità delle fortificazioni di età moderna. Mi permetto però, esprimendo il mio personalissimo pensiero, di avere fortissime perplessità sul progetto del parcheggio sotto le mura di Castello.
Capisco che possano esserci alcuni tipi di benefici ma quando molti esperti, espressione di varie discipline, esprimono dissenso nei confronti di un progetto forse sarebbe il caso di porsi qualche domanda. Questo risulta essere ancor più vero a causa del fatto che le motivazioni a favore, poche, sono nettamente meno convincenti”.
Così postò poco fa Yuri Marcialis, segretario cittadino del Pd.
Come ripeto nel gruppo su fb: il parcheggio è illegittimo, non ci sono referendum che tengano. Il PPR è ancora in vigore.
Mi viene in mente, con le dovute proporzioni, le urla strazianti rivolte hai politici da una madre: Non capisco loro non capisco non capiscono…………………………In questo.
vien da dire, BUONGIORNO!!
ancoraggi. trivellazioni della roccia, tiranti…. ma per una parte ‘considerevole’ della cittadinanza che si muove in macchina, per citarvi un caso a me noto, anche per andare da piazza Giovanni XXIII ai campi dell’ossigeno? e metti che facendo tutti questi lavori anzichè crollare il muro cinquecentesco si affloscia Monteurpinu, o crolla il Bastione di San Remy? Sostenibile, trascurabile, compatibile..forse questo progetto può anche essere ‘abbandonabile’ e paghi chi deve pagare.
Auspicherei il confronto e il buon senso, non un referendum. Se si facesse, per esempio, un referendum sull’Anfiteatro, ho paura che la maggioranza sarebbe favorevole ad un ripristino della legnaia. Bisogna ragionare con logiche non sempre “popolari”.